La presenza di annate più recenti davanti alle due bottiglie dimenticate, racconta quanto lavoro ci sia ancora da fare nella Gdo per convincere gli addetti al caricamento – e, ancor prima, i loro responsabili! – che anche al vino va “dato il giro” delle scadenze: come fossero mozzarelle, o brioches, o latte per neonati. Non perché il vino propriamente ‘scada’. Ma perché i clienti, spesso ignari di queste dinamiche, finiscono per acquistare bottiglie ‘vecchie’, giudicandole male tout court: e chi ci rimette, in questo caso, è innanzitutto il produttore di quel determinato vino, oltre alla stessa catena della Gdo. Per la cronaca, la bottiglia di Barbaresco Sette Cascine 2008 è finita nel lavandino: imbevibile. Sia per l’imperizia nella conservazione, sia perché… Perché è la stessa annata 2011 a lasciare a desiderare. Tuffiamoci dunque nell’analisi di un Barbaresco 2011, il 7 Cascine, che nel calice si presenta di un rosso ancora più rubino che granato, con unghia tendente all’aranciato. Il primo impatto col calice lascia negli occhi una vampata d’alcol. Lasciamo ossigenare il nettare, prima di riavvicinarci. Ecco che si apre in un naso speziato e vegetale, di zafferano e rosmarino, cui fanno eco sentori di piccoli frutti a bacca rossa. Al palato, il Barbaresco Sette Cascine è tutt’altro che equilibrato. L’alcolicità sfiora la soglia del bruciante ed è l’unico descrittore a restare in bocca, una volta deglutito il vino. Una percezione che fa sembrare ‘sotto spirito’ la frutta già avvertita al naso, che ritroviamo anche al palato. La disarmonia generale, dovuta all’alcolicità eccessiva, guasta una morbidezza, un’acidità e una sapidità altrimenti sufficienti. Lo stato evolutivo della vendemmia 2011? Vorremmo poterlo definire pronto, anche se temiamo si tratti piuttosto di una maturità destinata al viale del tramonto, a braccetto con la sola alcolicità. E l’abbinamento culinario? Preferiamo non suggerirlo, per questa volta.
LA VINIFICAZIONE
Riportiamo letteralmente dalla scheda tecnica fornita dalla casa produttrice, la Batasiolo Vini Spa (Dfr Spa, La Morra): “Vinificazione in rosso con lunga macerazione delle bucce, seguita da un oculato invecchiamento in botti di rovere per circa un anno ed un successivo affinamento in bottiglia di ugual durata”. Le uve Nebbiolo (100%) vengono raccolte sulle “colline situate sulla riva destra del fiume Tanaro che circondano Comune omonimo (Barbaresco, ndr), in provincia di Cuneo” e vendemmiate “dal 10 al 20 ottobre”. Sorprende la qualità di questo prodotto, non certo all’altezza della fama della Batasiolo Vini Spa, cantina situata nel cuore delle Langhe e attiva nel mondo del vino da più generazioni. “I fratelli Dogliani – si evince dal sito web aziendale – acquistarono nel 1978 la storica cantina Kiola in La Morra, fondata negli anni ’50 e costituita da sette cascine con vigneti situati nei più pregiati territori di vinificazione del Nebbiolo da Barolo. Acquistando questa importante cantina e aggiungendovi i terreni di famiglia, i Dogliani divennero proprietari di un’azienda vinicola che attualmente conta nove cascine e una superficie vitata di centosette ettari, di cui circa sessantuno coltivati a Nebbiolo da Barolo”. Il Barbaresco Sette Cascine è in vendita in Esselunga a un prezzo di sell-out tra i più bassi per questa tipologia di vino nell’intero panorama della Gdo italiana che ‘conta’. Ma quello che sorprende sono i soli 3-4 euro di “scarto” tra il Barbaresco e il Barolo della stessa casa vinicola. Un aspetto che, forse, i produttori vorranno approfondire prossimamente sulle pagine di vinialsupermercato.it.
Prezzo pieno: 12,70
Acquistato presso: Esselunga
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.