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I giovani australiani abusano di vino in bag: è allarme medico

L’ordine dei medici australiani del Royal College of Physicians  (RACP) ha chiesto al governo federale l’aumento delle imposte sul vino a basso prezzo, contenuto nelle ”goon bag”, anche chiamate bag in box il cui elevato consumo tra i giovani, anche durante veri e propri ”goon parties”  sta crescendo in modo preoccupante. Nessun riferimento alla qualità del prodotto, ma ai danni e agli incidenti provocati dalle quantità eccessive che i giovani e anche gli alcolisti consumano dato il prezzo accessibile. ”Non si tratta di impedire che le persone bevano vino, ma si tratta di tassare l’alcol a buon mercato affinché non se ne abusi” ha dichiarato il Presidente del RACP al Daily Post. Gli operatori sanitari  australiani hanno sollecitato il governo ad intervenire quanto prima sull’incremento dell’imposta su questa tipologia di vino, attualmente legata al valore e non al volume, assimilando la tassazione a quella vigente sulla birra. Secondo i medici, l’aumento delle accise permetterà anche al governo  di tagliare costi sanitari per un valore approssimativo di 1,3 miliardi di dollari, stimando il costo sociale relativo all’abuso di alcol attorno ai 36 miliardi di dollari.  Perplessità espresse da Bruce Tyrell, presidente della Hunter Valley Association che raccoglie i produttori della Hunter Valley, una delle regioni vinicole più note e antiche dell’Australia. Secondo Tyrell la proposta andrebbe ingiustamente a discapito dei bevitori di vino a basso reddito. (foto Mtv.com.au)

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Nuove frontiere per il vino italiano: dal biologico al Wine Beauty

Con 72.300 ettari di terreno coltivati da 10 mila aziende e 1.300 cantine, in Italia si trova il 22% dei vigneti mondiali coltivati con metodo biologico secondo il regolamento UE 203/2012 che modifica il regolamento CE n. 889/2008, recante modalità di applicazione del regolamento CE n. 834/2007 del Consiglio in ordine alle modalità di applicazione relative al vino biologico.

E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della presentazione del Dossier elaborato con Symbola “Dal metanolo al primato del Made in Italy, i 30 anni che hanno rivoluzionato il vino italiano”.

Il boom nella produzione di vino biologico Made in Italy non è solo l’unico cambiamento che si è verificato nel trentennio, ma significative novità hanno riguardato anche il recupero dei vitigni autoctoni con il record di 1200 esemplari presenti in Italia e l’arrivo del QR code in etichetta per garantire la tracciabilità dal tralcio al bicchiere attraverso lo smartphone.

Ma c’è anche la possibilità di verificare sul web il contrassegno presente sulle bottiglie per avere informazioni sul prodotto, oltre che per essere garantiti rispetto al rischio di imitazioni. Vanno ricordati anche i produttori di vino che hanno introdotto il sistema di lettura braille per non vedenti nelle etichette che, nel tempo, oltre a elemento di informazione sono diventate anche strumento di marketing anche con vere opere artistiche.

Il vino è diventato anche strumento di solidarietà con un crescendo di esempi di come con il vino possa nascere lavoro “buono” per diversamente abili, detenuti e tossicodipendenti anche con il recupero dei terreni sottratti alla criminalità.

Dal 4 agosto 2008 – segnala la Coldiretti – è arrivata la possibilità di mettere in commercio i vini a denominazione di origine nel formato bag in box, gli appositi contenitori in cartone e polietilene dotati di rubinetto che consentono di spillare il vino senza far entrare aria, garantendone la conservazione.

In questi anni sono stati anche introdotti per la prima volta i primi tappi di vetro al posto di quelli di sughero, è arrivato lo spumante Made in Italy con polvere d’oro, quello fatto invecchiare nel mare e la bottiglia di spumante con fondo piatto per aumentare la superficie che i lieviti hanno a disposizione per assolvere al meglio il loro compito.

Ma negli ultimi trenta anni sono stati evidenti anche gli effetti dei cambiamenti climatici con la presenza della vite che si è spostata verso l’alto fino a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni piu’ alti d’Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop.

Un capitolo a parte – conclude la Coldiretti – è rappresentato dalla nascita e diffusione del “Wine beauty” iniziato con il bagno nel vino, ma che oggi riguarda dal dopobarba all’amarone alla crema viso alla linfa di vite, dallo scrub agli scarti di potatura al gel di uva rassodante, dalla crema antietà allo spumante allo shampoo al vino rosato o allo stick labbra agli estratti di foglie di vite.

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