Categorie
Food Lifestyle & Travel

Bardolino, castagne San Zeno e Monte Veronese protagonisti dell’autunno veronese


Il vino Bardolino, assieme ai marroni di San Zeno Dop, alle castagne del Monte Baldo e al formaggio Monte Veronese, sarà il protagonista di quattro appuntamenti dedicati ai sapori autunnali del Monte Baldo, in programma a San Zeno di Montagna (Verona) a partire dal mese di ottobre.

Di un luminoso colore rubino e con i suoi profumi di ciliegia, fragola, lampone, cannella, pepe e chiodo di garofano caratteristici dei vini rossi ottenuti prevalentemente dalle uve di Corvina Veronese, il Bardolino si sposa perfettamente con i piatti autunnali, a maggior ragione con quelli della tradizione del suo territorio d’origine, il lago di Garda e il monte Baldo.

Ad aprire la stagione sarà la 22esima edizione della rassegna San Zeno Castagne, Bardolino e Monte Veronese, in programma dal 10 ottobre al 10 novembre: per tutto il mese cinque ristoranti proporranno dei menù a base di castagne in abbinamento con il Bardolino.

Tra i piatti della rassegna, il minestrone con verdure e marroni Dop, gli gnocchi di farina di castagne e ricotta su pesto di ortiche con dadolata di zucca e salvia fritta, le tagliatelle di zucca e castagne con ragout di carni bianche e scaglie di Monte Veronese, il capriolo con castagne e polenta e la pancetta di maialino croccante con salsa ai marroni, purè di pastinaca e pere caramellate.

Il secondo appuntamento in calendario è la 47esima Festa delle Castagne e 16esima Festa del Marrone di San Zeno Dop, che si terrà sempre a San Zeno il 19, il 20, il 26 e il 27 ottobre, l’1, il 2 e il 3 novembre.

Negli stand di piazza Schena le associazioni locali cucineranno le caldarroste e altri piatti tradizionali insieme con il Bardolino, mentre nel ristorante allestito nella tensostruttura il vino rosso bardolinese accompagnerà i piatti preparati con i marroni di San Zeno Dop.

Venerdì 25 ottobre, alle ore 17.00, nello storico palazzo Cà Montagna ci sarà invece un convegno dedicato ai prodotti tipici del territorio. Alla conferenza interverrà Franco Cristoforetti (nella foto sopra) presidente del Consorzio del Bardolino, che parlerà della sottozona Montebaldo, di prossima istituzione all’interno della Doc Bardolino.

Sempre il 25 ottobre, alle ore 20.00, nel ristorante all’interno della tensostruttura di piazza Schena verrà servito il Bardolino della futura sottozona Montebaldo di tre diverse annate (2015, 2016 e 2017) abbinato ai piatti preparati con il marrone di San Zeno Dop.

Categorie
news ed eventi

Vino novello 2016, produzione in caduta libera

E’ il primo vino della vendemmia, ma non fa (più) impazzire gli italiani. E’ un trend destinato a peggiorare di anno in anno quello della produzione e della vendita del “vino novello”. Reperibile anche nei supermercati italiani dal 30 ottobre, come da disposizione del Ministero delle Politiche agricole, si colloca quest’anno sul minimo storico di appena 2 milioni di bottiglie. Il deblocage, per la vendemmia 2016, è stato anticipato di quasi tre settimane rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese, in vendita solo a partire dal 17 novembre. La produzione del vino novello in Italia è iniziata verso la metà degli anni ’70, in risposta ai vignaioli francesi della zona di produzione del Beaoujolais. I ‘cugini’, per superare una stasi di mercato, misero sul mercato il Beaoujolais nouveau, volto a rivalorizzare il vino da uve Gamay meno pregiate della Borgogna meridionale. In Italia il vino novello ha avuto una rapida espansione, come evidenzia il fatto che dieci anni fa si producevano ben 17 milioni di bottiglie made in Italy.

LE RAGIONI DEL CROLLO
“Ironia della sorte – evidenzia Coldiretti – a mancare quest’autunno saranno anche le castagne italiane, con il crollo del raccolto che si è verificato in Campania, la prima regione produttrice, dove si prevede un taglio fino al 90%, ma cali sono segnalati in tutto il Meridione mentre una leggera ripresa dei raccolti si stima al Nord, però, con alcune zone critiche a causa della siccità”.

All’origine del calo della produzione nazionale di vino novello, c’è una serie di fattori, a partire dalla limitata conservabilità, che ne consiglia il consumo nell’arco dei prossimi 6 mesi fino alla tecnica di produzione, la macerazione carbonica, che è più costosa di circa il 20% rispetto a quelle tradizionali. Ma sopratutto, come spiega la Coldiretti, “gli stessi vitigni che negli anni passati rappresentavano la base del novello vengono oggi spesso utilizzati per produrre vini ugualmente giovani, ideali per gli aperitivi, ma che non presentano problemi di durata”. Il ‘vino da bere giovane’ deve le sue caratteristiche al metodo di vinificazione utilizzato, che è stato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è fondato sulla macerazione carbonica. Leggero, con bassa gradazione (11 gradi) e bouquet aromatico, il novello viene consumato soprattutto in abbinamento con i prodotti autunnali come le caldarroste.

Exit mobile version