Come gestire la siccità e lo stress idrico in viticoltura in Sicilia? Innovazione, portainnesti, gestione del suolo, utilizzo di sostanze organiche per mantenere il più possibile l’umidità del suolo: sono queste le soluzioni delle cantine siciliane aderenti ad Assovini Sicilia, utili a governare solo alcune delle piaghe dei tempi moderni, dal punto di vista meteorologico e climatico. A precisarlo, a pochi giorni dall’inizio della vendemmia 2024 in Sicilia, sono alcuni agronomi ed enologi che operano sull’isola continente, protagonisti di una raccolta delle uve che dura oltre 100 giorni.
«I portainnesti – spiega Tonino Guzzo – devono garantire non solo la resistenza alle condizioni estreme ma anche una qualità eccellente. In Sicilia occorre applicare i principi dell’agricoltura in maniera scientifica e fare ricorso, moderatamente, all’ irrigazione di sostegno». Alcuni viticoltori, dall’inizio del germogliamento, durante la primavera, visto il contesto pedoclimatico siciliano, eliminano le erbe infestanti al fine di ridurre la competizione idrica con il vigneto. Poi in autunno, si favorisce l’inerbimento.
EMILIANO FALSINI LANCIA L’ALLARME: «SERVE UN PIANO IDRICO IN SICILIA»
«Per riparare le viti dagli stress ambientali, ovvero da siccità e ondate di calore – aggiunge l’agronomo Filippo Buttafuoco – utilizziamo dei prodotti innovativi naturali, detti corroboranti. Si tratta della zeolite e caolino, che applicate sull’apparato fogliare riparano dai raggi solari ed evitano le scottature, creando ambiente ostile per insetti nocivi quali la cicalina e la tignola. In tutti i nostri vigneti l’acqua viene dosata e misurata tramite impianti di irrigazione goccia a goccia».
A lanciare l’allarme sul tema della siccità e dello stress idrico della viticoltura in Sicilia è però l’enologo Emiliano Falsini. «Purtroppo – dichiara – la mancanza di acqua deve essere principalmente contrastata con un piano idrico importante che metta al centro la regimazione delle acque, la costruzione di invasi fruibili dagli agricoltori, un piano di rimboschimento per evitare i fenomeni di desertificazione e lotta serrata agli incendi dolosi. Il problema deve essere affrontato nel giusto modo perché nei prossimi anni rischia non solo di condizionare la viticoltura ma purtroppo anche l’economia di intere regioni».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
La vendemmia 2024 in Sicilia è iniziata con un anticipo di dodici giorni. Un record per alcune zone, come nei territori di Menfi, dove già si vendemmia dall’ultima settimana di luglio Pinot Grigio e Chardonnay. Un inverno e una primavera caldi, privi di piogge, hanno promosso un precoce germogliamento e, di conseguenza, un’anticipazione di tutte le fasi fenologiche e fisiologiche della vite. Nonostante le condizioni siccitose, non sono presenti in Sicilia segni di stress idrico e le uve sono perfettamente sane e integre.
I vigneti siciliani, quindi, si presentano in ottimo stato fitosanitario e qualitativo; alcuni vitigni coltivati negli areali dell’isola rivelano una naturale e performante resistenza alle estreme condizioni siccitose. Per l’annata 2024 è stimato un aumento intorno al 10-15% rispetto alla precedente annata ma un calo fisiologico rispetto a una media ottimale. I vitivinicoltori in Sicilia si rivelano capaci di governare la siccità grazie all’utilizzo di portainnesti innovativi e all’uso di prodotti naturali detti corroboranti che riparano dagli stress ambientali e dalle ondate di calore.
Infine, una corretta gestione del suolo e delle risorse idriche, insieme alla sperimentazione avviata con sensori che monitorano lo stress idrico, consentono l’irrigazione di precisione e l’ottimale uso dell’acqua. Dopo il via nella Sicilia Occidentale, con la raccolta della base spumante, la vendemmia prosegue con le varietà internazionali come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc, seguite dai vitigni autoctoni. A chiudere questa lunga vendemmia saranno i produttori dell’Etna, a fine ottobre.
LA VENDEMMIA 2024 DELLE CANTINE ASSOVINI SICILIA
«La vendemmia siciliana è un momento di grande confronto per i vitivinicoltori dell’isola – commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia – Le previsioni per l’annata 2024 parlano di qualità e di uve sane e integre ma anche di tecniche agronomiche e di gestione del suolo che oggi consentono di affrontare meglio la siccità in Sicilia e nei vigneti. Il problema della gestione delle risorse idriche non può essere affrontato in maniera autonoma dai singoli produttori ma occorre una visione politica d’insieme che consenta di attuare in maniera strutturale un piano idrico. La Sicilia ha la fortuna di godere di una straordinaria varietà che si traduce in una diversità della produzione vitivinicola». Ma ecco la situazione complessiva della vendemmia 2024 in Sicilia, zona per zona.
La vendemmia 2024 in Sicilia Occidentale
Il clima caldo ha favorito la crescita delle uve che sono sane ed integre. Ad oggi, la qualità delle uve è ottima, e non si registrano problemi di oidio né di botrite. Le limitate riserve idriche nei vigneti, insieme all’inizio precoce dell’estate, hanno accelerato tutte le fasi fenologiche della vite. «Abbiamo osservato un germogliamento precoce – commenta Filippo Buttafuoco, tecnico viticolo – con un anticipo di circa 10 giorni, seguito da una fioritura precorsa alla fine di aprile e da un’invaiatura altrettanto anticipata. Questi fattori hanno reso necessario anticipare la vendemmia di circa 12 giorni rispetto agli anni precedenti.
«Per quanto riguarda la quantità, siamo nella media annua, al momento tutte le varietà stanno rispondendo bene, sia a livello qualitativo che quantitativo e prevediamo un aumento produttivo rispetto alla campagna vendemmiale 2023». «I vantaggi sono stati di tipo fitosanitario perché gli eventi climatici siccitosi hanno favorito la crescita di uve particolarmente sane. Lo svantaggio può essere costituito da maturazioni precoci, soprattutto per le uve bianche non autoctone, anche di 20 giorni rispetto all’annata precedente», aggiunge l’agronomo Ennio Gugliotta.
La vendemmia 2024 in Sicilia, Centro-Sud
L’annata segue il tipico cliché delle annate calde e siccitose. Un inverno e una primavera caldi, privi di piogge, hanno promosso un precoce germogliamento e, di conseguenza, un’anticipazione di tutte le fasi fenologiche e fisiologiche della vite. Pertanto, possiamo considerarla un’annata con raccolte anticipate anche nei territori del centro-sud della Sicilia. «I nostri vigneti – commenta l’enologo Tonino Guzzo – si presentano in ottimo stato fitosanitario e le uve sono sane. Riguardo alla qualità, le uve che verranno vendemmiate entro agosto raggiungeranno uno standard qualitativo eccellente. Questa annata è simile alla 2017 e alla 2022. Si tratta di annate calde e siccitose. Sebbene sia ancora presto per un giudizio definitivo, poiché la vendemmia è appena iniziata e si protrarrà fino a ottobre, è innegabile che il vigneto Sicilia presenti uve sane e integre».
La vendemmia 2024 sull’Etna
Manca ancora qualche mese all’arrivo della vendemmia sull’Etna dove si sono registrate alte temperature e qualche sporadica pioggia, seguita dal caldo estremo di luglio con ridotte escursioni termiche tra giorno e notte. Nonostante le condizioni abbastanza siccitose, non sono ancora presenti segni di stress idrico. «La quantità è molto buona – commenta l’agronomo Marco Nicolosi – ma verrà influenzata dalle auspicate piogge di fine agosto. Anche la qualità dipenderà in gran parte dalle piogge di agosto/settembre. L’uva è perfettamente sana. Per governare la siccità, ci vuole una strategia di lungo periodo, la scelta della densità di impianto, ma soprattutto utilizzare varietà autoctone su portainnesti resistenti. Nel breve periodo la corretta gestione del suolo e della chioma può essere di grande aiuto».
Nella zona dell’Etna, quest’anno si prevedono elevate quantità, un 10-15% in più rispetto alla media. «Sicuramente ci sono varietà che sembrano resistere benissimo ai cambiamenti climatici – commenta l’enologo Emiliano Falsini – come il Nerello Mascalese. Anche il Carricante e il Catarratto hanno risposto bene a questi sbalzi termici e idrici. Più sensibili ai cambiamenti climatici sono il Nero d’Avola e il Grillo. Buoni gli internazionali, in particolare il Syrah e lo Chardonnay, che come sempre mostrano un’ottima risposta agli eventi».
La vendemmia 2024 in Sicilia, Sud-Est
«L’annata 2024 – commenta l’agronomo Daniele Modica – si presenta siccitosa e calda, ma grazie all’inserimento di un sistema innovativo- che monitora attraverso sensori una precisa richiesta di acqua- riusciamo a gestire una irrigazione di precisione. La vendemmia delle varietà a bacca bianca si presenta in anticipo di circa 10 giorni mentre le varietà come Grillo, Chardonnay e Insolia sono sane, in quantità e in equilibrio grazie ad una sapiente conduzione dei vigneti. La varietà che risponde meglio sia al cambiamento climatico, che alle eventuali malattie è senza alcun dubbio il Frappato». Per gli agronomi Silvio Vallone e Mattia Giacomelli «la qualità delle uve è molto buona, con una resa leggermente sotto la media. Si può parlare di vini bianchi con concentrazioni importanti da un punto di vista aromatico e di rossi strutturati con una significativa maturazione polifenolica».
La vendemmia 2024 in Sicilia, Nord – Est e Isole Eolie
Anche in provincia di Messina, la terra delle tre Doc (Mamertino, Faro, Malvasia), le previsioni sono buone e la vendemmia inizierà a fine agosto con una settimana di anticipo. «La maturazione precoce – commenta l’enologo Pietro Colosi – non ha compromesso la qualità. Le uve sono in ottime condizioni fitosanitarie. I nostri vitigni autoctoni – Malvasia, Corinto Nero, Catarratto – sono varietà che resistono bene al caldo estremo. Per gestire al meglio la siccità, lavoriamo il terreno e utilizziamo portainnesti resistenti. Forse ci sarà un calo sulla quantità ma possiamo già parlare di un’annata dalla buona qualità».
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Era il 1998 quando Diego Planeta, Lucio Tascad’Almerita e Giacomo Rallo firmarono l’atto costitutivo di Assovini Sicilia. A sposare quella visione lungimirante, coraggiosa, rivoluzionaria, che ha creduto nell’associazionismo come strategia vincente per promuovere la Sicilia sono state otto aziende, le prime a fare parte dell’associazione che ha celebrato nei giorni scorsi un doppio anniversario: i 25 anni dalla propria fondazione e i 20 anni dalla prima edizione di Sicilia en Primeur. Un appuntamento speciale, celebrato a Cefalù dal 9 all’11 maggio proprio durante Sicilia en Primeur 2024, l’anteprima dell’ultima annata dei vini siciliani, dedicata alla stampa. Un’edizione da record con oltre cento giornalisti, tra stampa nazionale ed estera, dieci enotour, cinque masterclass, cinquantanove aziende e oltre trecento etichette in degustazione.
Il momento clou delle celebrazioni si è tenuto sabato 11 maggio, al complesso monumentale di San Domenico di Cefalù. Alessio Planeta, Antonio Rallo e Alberto Tasca, figli dei tre fondatori di Assovini, hanno accolto il testimone e portato avanti il disegno iniziale: quel «fare squadra» che ha gettato le basi del vincente sistema Assovini Sicilia. Momenti di commozione e applausi scrocianti durante gli interventi degli eredi delle famiglie fondatrici di Assovini, che guardano al futuro all’insegna del claim “Cultivating the future“, scelto per l’edizione 2024 di Sicilia en Primeur a testimonianza del ruolo di Assovini Sicilia nel rinascimento vitivinicolo siciliano. Dopo venticinque anni, il sogno dei padri fondatori di attribuire un valore culturale, di promozione e di storytelling al vino siciliano è realtà.
MARIANGELA CAMBRIA: «25 ANNI DI CORAGGIO E ASSOCIAZIONISMO»
«Sono orgogliosa di rappresentare un’associazione che ha sempre veicolato e promosso un’immagine contemporanea della Sicilia – ha affermato Mariangela Cambria presidente di Assovini Sicilia – legata alle tradizioni, dinamica, elegante. Grazie al coraggio di chi ha creduto nell’associazionismo sfidando ogni resistenza culturale e mettendosi in gioco senza protagonismi, credendo nel fare squadra, oggi la Sicilia nel mondo è un brand dal potente e profondo valore culturale e dall’appeal internazionale. Assovini Sicilia è nata da una visione e progettualità che ha spinto l’isola verso orizzonti nuovi, l’ha fatta conoscere nel mondo per le sue bellezze, per la sua storia. Una storia – ha concluso Cambria – il cui racconto è stato affidato al potere narrativo e simbolico del vino. La grande rivoluzione di Assovini Sicilia è stata quella di aver creduto nel vino come un prodotto culturale, dal potenziale straordinario e unico, prima che economico».
Con Assovini Sicilia, l’isola ha superato i confini approdando nei mercati di tutto il mondo, rappresentata dalla qualità del vino. A parlare di storia, cultura e valori sono le etichette degli associati. Tutti puntano all’export: l’Europa si conferma il principale mercato di esportazione, per il 95.7% delle imprese, seguito dal Nord America. Alessio Planeta ha definito l’arco temporale e storico del vigneto siciliano attraverso tre epoche emblematiche: l’incanto del passato, il fervore degli anni ’80 e la vitalità del nuovo millennio. «Ogni fase racconta una storia – ha evidenziato il ceo e presidente di Planeta Winery nonché past president di Assovini Sicilia – intessuta con numeri, tendenze e varietà che riflettono il nostro impegno per il futuro. Non è solo un esercizio di riflessione, ma un ponte verso il domani, plasmato dall’esperienza familiare e dall’innovazione. In un mondo in cui esportiamo in 75 mercati, operando in cinque regioni siciliane diverse, ci affidiamo alla saggezza dei nostri predecessori, come mio zio Diego Planeta, e alla nostra visione».
SOSTAIN SICILIA: SOSTENIBILITÀ CARDINE DEL VINO SICILIANO
In questi venticinque anni, la capacità di Assovini Sicilia è stata quella di innovarsi e rinnovarsi, abbracciando lo spirito del tempo come le nuove frontiere del green e contribuendo alla nascita della Fondazione SOStain Sicilia. «L’esperienza della Fondazione SOStain – ha sottolineao Alberto Tasca, presidente della Fondazione SOStain Sicilia – integra e si inserisce perfettamente nell’associazionismo di Assovini Sicilia. Ed è così che, proseguendo nel solco della positiva esperienza di associazionismo insegnataci da Assovini, nel 2020 è nata la Fondazione SOStain Sicilia, il cui obiettivo è accompagnare le cantine verso la misurazione dell’impatto che la loro azione ha sull’ecosistema. Alla Fondazione SOStain Sicilia ad oggi hanno aderito ben 43 cantine siciliane che, facendo rete, si confrontano su temi diversi utilizzando il contradditorio non più come presa di posizione ma come crescita reciproca».
A testimoniare l’attenzione per la sostenibilità c’è anche il primato della Sicilia, prima regione vinicola del mondo nel rapporto tra ettari vitati ed ettari vitati biologici. «Sono sempre stato convinto che collaborare e condividere obiettivi di lungo termine sia il modo giusto per creare valore e per promuovere i nostri straordinari contesti viticoli. L’associazionismo incarna concretamente lo spirito di collaborazione dei produttori siciliani. Il nostro “fare squadra” ha orientato la vitivinicoltura siciliana all’eccellenza, contribuendo al suo successo», ha aggiunto Antonio Rallo, past president di Assovini e attuale presidente del Consorzio di Tutela Doc Sicilia. Non solo produzione di qualità, promozione all’estero. Assovini Sicilia ha vinto la scommessa sull’enoturismo come strumento di racconto del territorio e del patrimonio storico e vitivinicolo.
NASCE IL GRUPPO GENERAZIONE NEXT DI ASSOVINI SICILIA
Oggi, l’84.8 % delle imprese associate ha implementato all’interno delle proprie cantine una serie di servizi enoturistici che sono delle vere e proprie wine experience contribuendo ad evolvere l’offerta enoturistica, che da semplice degustazione è diventata una parte del turismo esperienziale. Con le radici solide nella tradizione e nel passato, Assovini Sicilia getta le basi per il futuro continuando a seguire la traiettoria e la strategia vincente che ha condotto l’associazione a celebrare con successo questi primi venticinque anni.
Le aziende si preparano – o sono già interessate – al grande passo della transizione generazionale: circa il 78% delle cantine associate ha già integrato un esponente della “nuova generazione” nella gestione aziendale. All’interno dell’associazione è nato così il gruppo “Generazione Next”, che rappresenta le nuove generazioni di produttori di Assovini Sicilia. Giovani under 40 anni che, guidati dall’esempio di Assovini, si stanno impegnando a dar vita ad una squadra, definendo strategie nei settori della comunicazione, formazione e valorizzazione de territorio.
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«Less is more», direbbero gli inglesi. È un po’ questa la sintesi della vendemmia 2023 in Sicilia. Al prevedibile (e previsto) calo della quantità, con punte del 40% in alcune parti dell’isola, rispondono gli ottimi livelli analitici delle uve e dei mosti in lavorazione nelle cantine. I vini rossi siciliani 2023 avranno una forte identità. Dai bianchi – in primis dal Grillo – ci si attende un profilo aromatico complesso. Più in generale, sono grandi le aspettative sui vini da vitigni autoctoni, sempre più fedeli al territorio; dagli internazionali un nuovo ed interessante profilo, con il Syrah in grande spolvero.
«Nonostante le condizioni climatiche estreme e l’attacco della peronospora – commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia – i viticoltori parlano di una vendemmia sfidante che però non ha compromesso la qualità del raccolto. In situazioni estreme come queste, si è rivelato vincente l’approccio di prevenzione che hanno adottato molti produttori e di gestione oculata ed attenta dei complessi fattori meteo-climatici».
VENDEMMIA 2023 IN SICILIA: «DIFFICILE GENERALIZZARE, MA…»
A entrare nel dettaglio è Mattia Filippi di Uva Sapiens. che per Assovini Sicilia cura l’annuale report vendemmiale: «La vendemmia 2023 in Sicilia ha dato risultati non omogenei dal punto di vista dei diversi territori siciliani, con variazioni di produttore in produttore. Difficile generalizzare. Ciò che abbiamo riscontrato è l’interessante risultato delle uve Grillo. Un vitigno performante nelle riduzioni di quantità, che in questa vendemmia ha dato vini dall’ampio spettro aromatico e note tropicali più pronunciate».
«La grande sorpresa – continua Filippi – è stato il vino prodotto dal vitigno Syrah, le cui uve hanno dimostrato una resistenza alle condizioni meteo-climatiche e una maturazione che si è tradotta in vini dall’eccellente equilibrio acido-zuccherino. Interessante è stata la risposta delle uve del Cerasuolo di Vittoria e di alcuni vitigni dell’Etna e del Nord Est della Sicilia».
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La vendemmia 2023 in Sicilia sarà, come sempre, la più lunga d’Italia, mediamente oltre cento giorni. Ma peronospora e condizioni climatiche estreme causeranno un calo del 35% della produzione in alcune aree. È quanto riferisce Assovini Sicilia, mentre il cielo sull’isola sembra essersi di poco rasserenato, viste le stime iniziali di un taglio del 40% del raccolto. Le uve sono in ritardo di maturazione di 10 giorni rispetto alla media. Nonostante il susseguirsi di piogge torrenziali nei mesi di maggio e giugno e degli incendi dovuti al caldo estremo di giugno e luglio, i produttori parlano di qualità delle uve siciliane «non compromessa».
Si comincia nella Sicilia Occidentale, con la raccolta della base spumante, per poi proseguire con le varietà internazionali come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc, seguite dai vitigni autoctoni. A chiudere questa lunga vendemmia siciliana saranno i produttori dell’Etna, a fine ottobre.
«A rendere unica la vendemmia siciliana – commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia – è la varietà degli areali siciliani. Ogni territorio presenta delle condizioni climatiche e dei suoli unici che si traducono nella straordinaria diversità e varietà della produzione vitivinicola siciliana. A circa una settimana dall’inizio della vendemmia è ancora difficile e prematuro fare stime accurate sulla produzione. Sicuramente la Sicilia dimostra di saper governare, grazie ad una agricoltura e tecniche agronomiche sempre più sostenibili, l’effetto dei cambiamenti climatici, puntando sulla qualità e non sulla quantità».
VENDEMMIA 2023 IN SICILIA OCCIDENTALE
Ad oggi la qualità delle uve è ottima, non essendosi registrati problemi di oidio o botrite particolari. A causa del grande caldo in alcune aree si è perso circa il 40% delle uve, ma le attuali temperature più fresche potrebbero ridurre complessivamente l’ammanco. In provincia di Palermo, i mesi di marzo e aprile, tendenzialmente asciutti e freddi, hanno determinato un ritardo nel germogliamento generale di circa 10 giorni.
Questo ritardo ha contribuito a rendere più gestibile il successivo periodo molto piovoso ma tendenzialmente freddo, e reso la pressione delle patologie della vite, quali la peronospora, meno invasiva. Attualmente le vigne presentano una chioma adeguata. Sono sane e si registra una buona maturazione delle uve a partire dall’invaiatura di Pinot nero e Chardonnay che sta avvenendo in questi giorni. Riguardo alle quantità, ci si aspetta una certa continuità rispetto allo storico.
VENDEMMIA 2023 IN SICILIA: ETNA E NORD EST
Manca ancora qualche mese all’arrivo della vendemmia sull’Etna, dove fino a fine giugno si sono registrate basse temperature e piogge continue, tali da rendere difficili gli interventi in vigna, seguite dal caldo estremo di fine luglio con ridotte escursioni termiche tra giorno e notte e vento caldo. Grazie alle sabbie vulcaniche molto drenanti, alle altitudini importanti e ventilazione costante, non c’è stata eccessiva presenza di peronospora e, nonostante i picchi di temperature alte, le piante si mantengono bene.
Dal versante Nord dell’Etna arrivano conferme che la peronospora è sotto controllo, grazie all’arrivo del caldo e delle alte temperature. Nelle zone alte, intorno a 900 metri, si notano uve stupende grazie alla diversa ventilazione e anche alla struttura dei suoli. A Capo Milazzo, nel Nord- Est dell’Isola, i venti che tante volte possono diventare una sfida quest’anno stanno dando pace. L’allegagione sta procedendo bene.
VENDEMMIA 2023 IN SICILIA: LA SITUAZIONE A SUD-EST
La vendemmia 2023 sarà una delle più difficili degli ultimi tempi nel Sud Est della Sicilia. Caldo torrido di questi giorni a parte, le piogge torrenziali e le forti raffiche di vento dei mesi di maggio e giugno, importanti per la fioritura delle uve, hanno messo in ginocchio diversi produttori. L’arrivo consistente della peronospora ha causato danni considerevoli per il 30-35 % circa della nostra produzione. I trattamenti di zolfo e rame, in concentrazione maggiore, non sono bastati a contenere il problema. Questo non vuol dire però che la qualità delle uve sarà messa in discussione. Anzi, si parla di «meno quantità e una maggiore qualità».
A Vittoria molto dipende dalla posizione e dal suolo dei vigneti. Nelle zone con un puro strato superiore sabbioso, che affaccia il mare, sopra Marina di Acate, sabbia e vento sono alleate contro l’umidità costante. Le precisioni sono buone per Nero d’Avola e Frappato, ma i vigneti sono sotto stretta osservazione per controllare la presenza di cocciniglie e cicaline. A Noto, come generalmente in tutta l’isola, confermati dai 7 ai 10 giorni di ritardo nelle fasi fenologiche, con uve sane e molto promettenti.
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Mariangela Cambria è la nuova presidente di Assovini, associazione che riunisce cento aziende vitivinicole siciliane. Nominata nella seduta di Lunedì 10 Luglio dal neo eletto Consiglio di Amministrazione, Mariangela Cambria, messinese, co-proprietaria dell’azienda vitivinicola Cottanera insieme ai fratelli Francesco (presidente del Consorzio Vini Etna Doc), Emanuele e allo zio Enzo, si occupa di marketing comunicazione, accoglienza. Subentra a Laurent Bernard de la Gatinais, che ultima il suo mandato alla presidenza durato 3 anni. Un vertice tutto al femminile con Lilly Ferro alla vice presidenza e Josè Rallo, consigliere delegato al coordinamento delle attività di finanza agevolata.
«Voglio ringraziare tutti i colleghi del Consiglio che mi hanno voluto e appoggiato – commenta la neo presidente Mariangela Cambria (al centro, nella foto) – Assovini Sicilia è una associazione complessa, dalle tante anime. Il mio obiettivo è quello di dare continuità allo spirito di squadra e associazionismo voluto dai miei predecessori e di interpretare il ruolo dell’associazione come collante tra le grandi e le piccole cantine. Assovini ha anche il compito di continuare a portare la Sicilia nel mondo. L’Isola è pienamente un continente vitivinicolo dalle mille sfaccettature e diversità dove il vino è veicolo di cultura ed eccellenza».
Del nuovo Consiglio di amministrazione di Assovini fanno parte: Mariangela Cambria (presidente); Lilly Ferro (vice presidente); Josè Rallo (Donnafugata); Achille Alessi (Terre di Giurfo); Federico Lombardo di Monte Iato (Firriato); Alberto Aiello Graci (Graci); Santi Planeta (Planeta); Laurent Bernard de la Gatinais (Rapitalà); Costanza Chirivino (Tasca d’Almerita).
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Presentata oggi, insieme allo studio Unicredit Nomisma sul vino siciliano, Sicilia en Primeur 2023, l’annuale anteprima dei vini siciliani organizzata da Assovini Sicilia, in programma a Taormina e Radicepura dal 9 al 13 maggio. Saranno oltre ottanta i giornalisti italiani e stranieri che parteciperanno alla kermesse; a questi si aggiunge la presenza di Master of Wine e professionisti del settore che guideranno i seminari tecnici in programma.
L’evento, ideato ed organizzato da Assovini Sicilia sin dal 2004, si conferma l’appuntamento più importante per il vino siciliano. Il tema di Sicilia en Primeur 2023 è dedicato al vino come complesso fattore culturale, all’enoturismo nelle sue molteplici declinazioni ma soprattutto al ruolo dei soci di Assovini Sicilia come custodi di cultura e territorio, e al vino come ambasciatore del turismo siciliano.
Il pay-off scelto da Assovini Sicilia per la XIX edizione di Sicilia en Primeur è “Ambasciatori e custodi di cultura e territori“, sottolineando il ruolo dell’associazione nel farsi portavoce della conoscenza di un territorio attraverso i vini e i suoi produttori, quali promotori di qualità, di bellezze paesaggistiche, dell’unicità del patrimonio storico-archeologico della Sicilia. «La Sicilia – commenta Laurent Bernard de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia – ha tutte le carte in regola per diventare una wine destination di eccellenze. E oggi, i soci di Assovini hanno il duplice merito di viaggiare nel mondo per far conoscere il brand Sicilia e promuovere il territorio e la cultura attraverso l’esperienza dell’ospitalità siciliana nelle loro aziende. Dietro ogni vino c’è sempre una grande storia da scoprire e raccontare».
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È giunta al termine in Sicilia la “vendemmia più lunga d’Italia”, con cento giorni di raccolta. Iniziata nella parte occidentale dell’Isola, tra la fine di luglio e prima decade di agosto, la vendemmia 2022 si è conclusa a fine ottobre nei vigneti dell’Etna.
Le premesse per ricordare l’annata 2022 come «eccellente» ci sono tutte. Uve sane dal punto di vista fitosanitario e in perfetto equilibrio acido-zuccherino, ottime sensazioni organolettiche, grande qualità. Vini bianchi freschi ed equilibrati e vini rossi che lasciano presagire strutture e complessità importanti.
La congiuntura climatica in Sicilia si è rivelata favorevole per l’intero ciclo vegetativo e determinante per la qualità delle uve. Un autunno piovoso seguito da un inverno con minori precipitazioni e una fredda primavera. Le alte temperature e la siccità dell’estate siciliana hanno inibito la diffusione delle malattie della vite e inciso, solo in alcuni areali, sul calo della produzione per circa il 5-10%.
I cambiamenti climatici – afferma Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia – non sembrano pregiudicare l’eccellente qualità delle uve siciliane. La Sicilia dimostra, ancora una volta, la straordinaria capacità di fronteggiare le conseguenze del climate change con successo, grazie alla varietà del suo patrimonio vinicolo, in massima parte autoctono, e con grande biodiversità, e agli straordinari microclimi presenti nei diversi areali».
Prospettive confermate anche da Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia. «La vendemmia 2022 – spiega – si attesta con un 10% di produzione in meno rispetto al 2021. Un dato leggermente migliore rispetto alle previsioni. Confermate dai vini della nuova annata le aspettative sull’alto livello qualitativo delle uve».
VENDEMMIA 2022 IN SICILIA: LA VOCE DEI PRODUTTORI
Nella zona meridionale di Noto e Vittoria ci sono ottimi riscontri sul Frappato e Grillo mentre il favorevole andamento climatico nella zona di Caltanissetta, con vini a base Grillo e Nero D’Avola, regalerà vini molto buoni per complessità, struttura e freschezza.
A Lipari sono attesi grandi risultati soprattutto dal Nero D’Avola e dalle varietà bianche. Sull’Etna, secondo i riscontri degli enologi locali, sarà un’ottima annata perché le uve sono molto sane e in perfetto equilibrio.
Per l’Azienda agricola Rallo, in Sicilia occidentale, con vigneti a Marsala, Alcamo e Pantelleria, quella che si è appena conclusa è stata «una vendemmia soddisfacente dal punto di vista della qualità, che lascia presagire un prodotto eccellente».
A Butera, in provincia di Caltanissetta, nel cuore della Sicilia, «l’annata si presenta di qualità elevata con bianchi equilibrati e rossi che daranno vita a strutture e complessità importanti”- commenta Antonio Paolo Froio, direttore della Tenuta Principi di Butera.
Buona la qualità delle uve di questa vendemmia 2022 anche per l’azienda Castellucci Miano, che a Valledolmo, tra 700 e 1050 metri, pratica viticoltura di montagna. «Uve sane e di indiscusso valore qualitativo, con un +5% per tutte le varietà coltivate in azienda», aggiunge Marco Parisi, enologo di Feudi del Pisciotto, in Val di Noto.
SICILIA, BENE LA VENDEMMIA 2022 SULL’ETNA
«Qualitativamente credo si possa dire che questo 2022 ci darà grandi soddisfazioni. È un’annata che promette bene, le uve erano veramente perfette con un piccolo aumenta sulla quantità per alcuni vitigni», commenta Achille Alessi di Terre di Giurfo.
Ottime le premesse anche sull’Etna. «Quantità delle uve prodotte superiore alla precedente annata e una qualità eccelsa, con uve perfettamente sane da un profilo sanitario ed a piena maturazione aromatica ed organolettica», evidenzia Nicola Gumina, enologo di Palmento Costanzo, sul versante nord del vulcano, a Castiglione di Sicilia.
A Lipari, nelle isole Eolie, dopo un inizio meteorologico incerto, la vendemmia si è chiusa con grandi risultati. «Sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo sarà una vendemmia di vini importanti che sapranno di sole di mare e di vento come le nostre splendide Isole Eolie», commenta Massimo Lentsch di Tenute di Castellaro.
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“Back to the roots. La Sicilia che vive il futuro“. Il tema scelto per l’edizione 2022 di Sicilia en Primeur, l’evento di Assovini Sicilia svoltosi presso il Centro di cultura scientifica Ettore Majorana di Erice, focalizza subito l’attenzione sul futuro della viticultura dell’isola. Un futuro fatto di biodiversità, resilienza ai cambiamenti climatici, tradizione ed innovazione.
La Sicilia è un continente in miniatura – dice Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia -. La sua diversità sarà la chiave del nostro futuro. Quindi bisogna mettere al centro la vite, il suo studio, la sua evoluzione. Si è sempre detto che il fattore umano è fondamentale nel ciclo di produzione”.
“Oggi penso sia sempre più attuale ed inteso come scienza, conoscenza, know-how. Solo così possiamo affrontare importanti temi, come il cambiamento climatico. Assovini Sicilia vuole essere portavoce e pioniera nel guidare, con nuovi modelli, il futuro della vitivinicoltura siciliana”.
BIODIVERSITÀ E SOSTENIBLITÀ
Sono la biodiversità e l’approccio sostenibile le prime chiavi di lettura del futuro della viticoltura siciliana. Oltre 42 mila ettari di vigneti sostenibili, più di qualunque altra regione. Oltre il 30% della superficie vitata certificata bio in Italia risiede in Sicilia.
L’isola, grazie alla sua posizione geografica, presenta un clima naturalmente adatto ad una produzione sostenibile. La grande diversità dei suoli che compongono la regione, inoltre, crea le condizioni per ospitare un ampio patrimonio ampelografico. Oltre 70 vitigni autoctoni che, sommati agli internazionali, generano un periodo di raccolta di oltre 100 giorni.
«La Sicilia è oggi la più grande area vinicola biologica in Italia – commenta Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia -. È un territorio che, per sua stessa natura, identifica nella sostenibilità la chiave di volta del sistema vitivinicolo siciliano. È in questa direzione che si muove l’industria dell’isola. Verso vini di qualità, autentici e riconoscibili nella loro identità e sostenibili lungo tutto il processo di produzione».
LA SICILIA È ANCORA STABILE AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
Nonostante le temperature mondiali siano in costante crescita sin dal 1980, la Sicilia sembra essere una delle zone che meno risente dei cambiamenti climatici. Il clima siciliano beneficia, infatti, delle condizioni climatiche favorevoli del Mediterraneo.
«La Sicilia vitivinicola è meno esposta ai cambiamenti climatici grazie ai suoi suoli, terroir, alla biodiversità e ai suoi microclimi», dice Marco Moriondo dell’Istituto di Bioeconomia del Cnr di Firenze.
La biodiversità siciliana sembra di fatto essere uno “scudo” che limita l’impatto dei cambiamenti climatici. Cambiamenti comunque meno rilevanti rispetto ad altri territori, con le anomalie climatiche che hanno un impatto minore rispetto al resto d’Europa.
Non solo. La pratiche messe in opera dalle aziende siciliane, mix di tradizione, innovazione, comprensione della biodiversità e gestione della disponibilità idrica, creano condizioni favorevoli affinché si sviluppi un sistema resiliente ai cambiamenti. Un approccio che Mattia Filippi, enologo e fondatore di Uva Sapiens, definisce “vitecologia“.
Oggi la Sicilia si trova in una condizione di privilegio – dice Filippi -. La regione presenta un assetto viticolo talmente legato alla tradizione che, una serie di variabili produttive, risultano essere estremamente attuali nei confronti dei cambiamenti climatici».
IL MERCATO DEL VINO SICILIANO
Con un incremento di produzione dell’8,3% nella vendemmia 2021 rispetto al 2020 la Sicilia si conferma essere una fra le regioni italiane più produttive, oltre che quella con la produzione più stabile. Produzione del vigneto più grande vigneto d’Italia, pari a circa 97 mila ettari di cui ben 24.683 rivendicati a Doc.
Una Doc che coi suoi 7.902 viticoltori e le 96.255.770 bottiglie certificate nel 2021 (+6% rispetto al 2020) si prepara ad affrontare le nuove sfide del mercato. Prospettive di mercato che si presentano rosee secondo lo studio condotto e presentato da Gpf Imprinting Research. Secondo lo studio, infatti, il vino siciliano viene percepito dai consumatori italiani come “genuino” e “autentico”.
In particolare il campione intervistato lo definisce come “un prodotto di eccellenza” (91%). Un vino “distinguibile, subito riconoscibile” (86,1%) e “di carattere” (90,9%). Fra i giovani la percezione è quella di un vino “moderno” (13,4%), “orientato al futuro” (10,3%) e “vicino a me” (10,3%).
Ottimo anche il posizionamento in ambito internazionale. L’indagine di Gpf Imprinting Research condotta negli Stati Uniti mostra come la consapevolezza del vino siciliano per il consumatore americano sia stabile negli ultimi anni. Una 9° posizione che vede la Sicilia prima fra le zone vinicole d’Italia, davanti a nomi come Chianti, Piemonte o Prosecco.
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La Sicilia registra il 15% degli ettari vitati e l’8% della produzione di vino rispetto all’Italia. È uno dei dati che emergono dallo studio UniCredit-Nomisma “Competitività e scenari evolutivi per il vino italiano e siciliano secondo l’Agri4Index Nomisma-UniCredit”, presentato oggi a Palermo.
«Lo studio Nomisma – ha sottolineato Salvatore Malandrino, Responsabile Regione Sicilia di UniCredit Italia – conferma l’immagine del settore vitivinicolo della Sicilia come un comparto d’eccellenza per l’economia nazionale. L’iniziativa di oggi rientra nel più ampio impegno di UniCredit per il mondo del vino italiano. La banca ha infatti avviato un progetto che si concretizzerà in un evento finale il prossimo 10 aprile al Vinitaly».
I RISULTATI DELLO STUDIO NOMISMA-UNICREDIT
La Sicilia si colloca al primo posto in Italia per superficie dedicata alla coltivazione biologica della vite. In Regione la superficie di vigne a coltivazione biologica è pari a 26.241 ettari (il dato nazionale è pari a 117.378 ettari), pari al 27% della superficie di vigne in Sicilia.
Sul fronte della qualità i vini della Sicilia si confermano anche per il 2021. L’incidenza dei vini Dop è sostanzialmente in linea con la media nazionale (40% Sicilia; 43 % Italia). L’incidenza dei vini Igp è più alta in Sicilia rispetto al dato nazionale (34% Sicilia; 26% Italia).
L’export regionale ha registrato un forte rimbalzo (+16,8%) rispetto al crollo del 2020 e registra un aumento del 20,7% rispetto al 2016. I principali mercati di riferimento dell’export del vino siciliano sono: gli Stati Uniti (21%); la Germania (12,7%); il Regno Unito (8,7%), il Canada (7%).
Rispetto ai dati del 2016 il maggiore incremento si è registrato in Canada (93,1%), Corea del Sud (64,3%), Svezia (52,9%) e Stati Uniti (40,3%). Nell’export i rossi Dop Sicilia registrano un incremento del 2% rispetto al 2019 e i bianchi Dop Sicilia hanno avuto un incremento del 32% rispetto al 2019.
Riguardo al trend nelle vendite di vini nella Distribuzione Moderna in Italia (Iper e supermercati) – nel 2021 rispetto al dato del 2019 -, i vini fermi siciliani sono cresciuti complessivamente dell’8,7% nei valori e del 2,5% nei volumi. Buone le performance per i vini Dop siciliani le cui vendite sono aumentate del 21,5% nei valori e del 15,8% nei volumi.
SICILIA EN PRIMEUR 2022
In occasione dell’incontro odierno è stata presentata l’edizione 2022 di Sicilia en Primeur. L’annuale anteprima dei vini siciliani organizzata da Assovini Sicilia è in programma a Erice dal 27 aprile al 1° maggio. Saranno oltre 50 i giornalisti italiani e stranieri che parteciperanno alla kermesse.
«Il tema scelto per l’edizione 2022 di Sicilia en Primeur è “Back to the roots. La Sicilia che vive il futuro” – commenta Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia – . Vogliamo condividere e sottolineare il messaggio che la Sicilia vitivinicola è pronta alle sfide del domani facendo tesoro delle sue preziose pratiche del passato, molte delle quali si sono mantenute intatte negli anni, compatibilmente con l’innovazione tecnologica».
«Tutto ciò, ha consentito una evoluzione enologica nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo – prosegue de la Gatinais -. La Sicilia, grazie alla sua posizione e alle sue caratteristiche climatiche mediterranee, dimostra grande elasticità ai cambiamenti climatici rispetto ad altri luoghi».
«La scelta di Erice, per l’edizione 2022 di Sicilia en Primeur, è una scelta consapevole, perchè ha un significato profondo legato al suo profilo e alla sua storia: centro culturale e scientifico di fama internazionale, laboratorio di idee», conclude de la Gatinais.
«É un piacere tornare alla presentazione di un evento consolidato come “Sicilia en Primeur” – sottolinea Antonio Rallo, Presidente del Consorzio Vini Doc Sicilia – che dal 2004 si occupa di rendere protagonista la produzione vinicola siciliana. Con i suoi 98.000 ettari di superficie vitata, la nostra Isola è per definizione un Continente vitivinicolo, inclusivo di molteplici influenze territoriali e storiche».
«Il 2021 ha segnato un incremento sostanziale dell’imbottigliamento della Doc Sicilia, per un totale di oltre 95 milioni di bottiglie prodotte, predisponendo uno scenario ottimista anche per il futuro, grazie alla qualità dei prodotti della vendemmia 2021 che ci accompagneranno nei mercati nei prossimi anni», aggiunge Rallo.
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Sono quarantuno le cantine associate ad Assovini Sicilia che popoleranno Vinitaly 2022. L’associazione, nata nel 1998, oggi riunisce 89 aziende e rinnova la sua partecipazione alla 54esima edizione del Salone Internazionale dei vini e distillati di Verona, «con l’obiettivo di promuovere e valorizzare la diversità del patrimonio enologico siciliano».
«È il Vinitaly del rilancio e della ripartenza- sottolinea Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia- l’associazione che riunisce 89 vitivinicultori siciliani. Dopo due anni di stop forzato, c’è voglia di ritornare ad incontrarsi in presenza».
La produzione vinicola delle quarantuno aziende di Assovini Sicilia a Vinitaly 2022 rappresenta gran parte delle indicazioni geografiche territoriali e le denominazioni della Sicilia.
Insieme all’Assessorato regionale dell’Agricoltura, Assovini Sicilia ha organizzato la masterclass “Le piccole denominazioni virtuose della Sicilia”, condotta da Francesco Pensovecchio, direttore di Wine in Sicily. L’obiettivo è quello di valorizzare le piccole denominazioni e il legame tra vino e territorio.
I NUMERI DELLA SICILIA A VINITALY 2022
«Il mondo ha sete di vino siciliano – commenta ancora il presidente de la Gatinais – di conoscere la sua biodiversità attraverso le sue cultivar autoctone che rappresentano il suo straordinario patrimonio vitivinicolo».
Una Sicilia vitivinicola capace di attrarre il mercato estero, segnando un +13% nell’export dei vini nei primi nove mesi del 2021 (Wine Monitor-Istat), con oltre 103 milioni di euro esportati. A questi dati, si aggiunge lo splendido risultato del Consorzio Tutela Vini Doc Sicilia, che ha chiuso il 2021 con 95,8 milioni di bottiglie certificate con tale denominazione, in crescita del 6% rispetto al 2020.
La Sicilia del vino di qualità ha sempre dato il massimo al Vinitaly, esprimendo i propri valori distintivi: territori, vitigni, tradizioni ma anche innovazione, ricerca, capacità comunicativa e marketing.
La nostra regione – sottolinea Lilly Ferro Fazio, vicepresidente Assovini Sicilia – torna a crescere più di prima, grazie ai tanti segnali positivi che generano fiducia e prospettiva dopo anni incerti e difficili».
«Il vino siciliano, con standard qualitativi sempre più alti e condivisi, esprime una capacità competitiva verso l’alto. Ora – conclude Lilly Ferro Fazio – dobbiamo sentirci doppiamente coinvolti nel sostenere la ripresa della ristorazione in Italia e del turismo eno-gastronomico come fattori decisivi nella crescita dei prossimi anni».
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Positivo il primo bilancio di Assovini Sicilia a chiusura dei 100 giorni della vendemmia. Vendemmia iniziata i primi di agosto nella parte occidentale dell’Isola, con un anticipo di circa dieci giorni, per concludersi a novembre nei vigneti dell’Etna.
«La Sicilia sembra avere una buona elasticità anche rispetto ai sempre più evidenti cambiamenti climatici», commenta il presidente di Assovini Sicilia, Laurent de la Gatinais.
«Nelle ultime due vendemmie, la vitivinicoltura siciliana conferma la sua vocazione alla sostenibilità e alla qualità media delle uve sempre alta. Gli obiettivi futuri – continua il presidente – vanno quindi nella direzione di sviluppare le coltivazioni bio e sostenibili».
LA VENDEMMIA 2021
Una vendemmia caratterizzata da alcuni picchi di caldo in luglio e agosto, dalle piogge di settembre, fino alla cenere vulcanica in alcune aree dell’Etna. Andamento climatico che ha permesso di limitare al minimo i trattamenti fitosanitari.
Per questo si parla di una vendemmia 2021 caratterizzata da uve estremamente sane. Negli areali con escursioni termiche rilevanti, in assenza di stress idrico per le piante, c’è stato un maggiore arricchimento di composti fenolici, importanti soprattutto per la maturazione delle uve rosse e un incremento dell’espressione aromatica delle uve a bacca bianca.
Anche la vendemmia riflette la diversità e la varietà della viticoltura siciliana e dei suoi vignerons. Le uve bianche internazionali hanno avuto una forte accelerazione nella maturazione, a differenza di quelle autoctone, più resistenti.
LE PREVISONI ENOLOGICHE
Interessanti le previsioni enologiche. Dalla vendemmia 2021, bisogna aspettarsi vini bianchi aromatici, con acidità alte e freschezza, e rossi strutturati dai colori intensi. I vini dolci avranno bouquet aromatici caratterizzati da grande intensità e persistenza gustativa.
Si registrano variazioni produttive molto diverse non solo tra zona e zona ma anche all’interno di una stessa zona e una leggera flessione nella resa uva-vino. Rispetto alle medie degli ultimi anni, la vendemmia 2021 in Sicilia si assesta a circa un –20%. In leggero rialzo rispetto all’annata 2020, ricordata come una delle meno produttive degli ultimi 160 anni.
LA SOSTENIBILITÀ
«Per questo – aggiunge de la Gatinais – è importante la sinergia e la collaborazione con la Fondazione SOStain Sicilia, promossa dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia e da Assovini Sicilia”.
Ad oggi, sono venticinque le cantine siciliane che hanno scelto di associarsi alla Fondazione SOStain Sicilia. Circa 5000 ettari di superficie vitata con oltre 20 milioni di bottiglie prodotte. Sei aziende sono già certificate e tre in corso di certificazione, mentre tutte le altre sono attivamente impegnate in un percorso di miglioramento continuo.
«Sono molto entusiasta dei risultati finora raggiunti – dice Alberto Tasca, presidente della Fondazione SOStain Sicilia -. SOStain nasce per promuovere nel territorio siciliano una visione pratica e contemporaneamente olistica della sostenibilità, che conduca verso un modello di sviluppo generativo e non solo accumulativo».
«La Sicilia ha caratteristiche climatiche e geopedologiche uniche, come confermato dall’andamento della vendemmia 2021, ed è essenziale che le buone pratiche di sostenibilità vengano contestualizzate al territorio. Solo così è possibile determinare un cambiamento in direzione della sostenibilità», conclude Tasca.
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I numeri ufficiali dell’annata 2020 confermano una produzione di 4,46 milioni di ettolitri per i vini siciliani. Quantità in media con gli ultimi 5 anni ma con un -11,3% rispetto alla media degli ultimi 10 anni. È quanto emerge dall’analisi elaborata dalla società di consulenza vitivinicola Uva Sapiens, sulla base dei dati degli associati Assovini Sicilia.
I DATI DELL’ANNATA 2020
Grillo e Catarratto, sono le varietà che nel 2020 hanno registrato performance produttive e qualitative migliori, con una produzione media di 110 quintali per ettaro, seguiti da Nero d’Avola e Nerello mascalese (70 gli/ha), Chardonnay e Merlot (50 gli/ha).
Secondo il report di Uva Sapiens, la viticoltura siciliana risulta avere una media produttiva che si attesta intorno ai 65 quintali per ettaro, tra le più basse di Italia seconda soltanto alla Toscana e al Piemonte. Rese che varano in base al vitigno, influenzate da variabili come il sistema di allevamento, irrigazione, microclima, suoli.
Uno dei motivi del calo quantitativo negli ultimi dieci anni, è la riconversione, nell’agricoltura siciliana, degli ettari vitati in altre colture, insieme ad una gestione viticola sempre più rivolta a massimizzare la qualità.
Dalla Sicilia orientale a quella occidentale, passando per il centro-sud dell’Isola, l’ideale andamento della stagione climatica lungo tutta la regione ha consentito alle aziende di sfruttare al massimo la maturazione fenolica.
«La vendemmia 2020 è stata qualitativamente molto importante, come si può riscontrare dall’eleganza, freschezza e struttura dei vini prodotti dai nostri associati in tutte le aree dell’ Isola», commenta il presidente di Assovini Sicilia, Laurent Bernard de la Gatinais.
LE PREVISONI PER LA VENDEMMIA 2021
La vendemmia 2021, che dovrebbe iniziare la prima settimana di agosto nella Sicilia occidentale, per poi proseguire nelle settimane successive nel centro-sud e nella Sicilia orientale, si preannuncia di ottima qualità.
«Si prospetta veramente una grande annata per le uve bianche – sono le previsioni di Uva Sapiens – e se il clima non fa brutti scherzi sarà una grandissima annata per i rossi. Fino ad adesso è stata l’annata ideale, abbiamo avuto un inverno lungo, freddo e abbastanza piovoso, che ha permesso alle viti un ottimo riposo».
«Le miti temperature e le poche piogge primaverili, hanno rinfrescato i suoli, permesso un buon accumulo idrico per le piante e non hanno causato problemi fitoiatrici. L’estate fino ad ora è stata calda – aggiunge Uva Sapiens -ma con venti di nord che mantengono le temperature sotto la media degli ultimi 30 anni, conferma che il clima mediterraneo è naturalmente in equilibrio e non teme il climate change».
VINI SICILIANI SEMPRE PIÙ SOSTENIBILI
Continua a crescere il numero di cantine siciliane cantine che aderiscono a protocolli volontari o a certificazioni legate alla sostenibilità. Da SOStain alle altre certificazioni italiane ed europee.
«In Sicilia è nata Fondazione SOStain Sicilia che ha sviluppato un disciplinare di sostenibilità tarato sulle peculiarità della nostra terra», commenta Alberto Tasca, presidente di SOStain Sicilia.
«Questo ci consente – prosegue il presidente – di calare i risultati della ricerca scientifica nel contesto in cui lavoriamo. Posiamo così le misure più adatte per valorizzare i nostri punti di forza e di lavorare in modo più organico e consapevole su tutte le problematiche che inevitabilmente incontriamo».
«Ad oggi, sono 20 le cantine che seguono il disciplinare SOStain e oltre 50 quelle in fase di analisi. Il nostro sogno – conclude Tasca – è giungere a un intero sistema Sicilia sostenibile riconosciuto in Italia e all’estero. Questo farebbe la differenza e ci porterebbe sempre più in alto nell’olimpo dei territori vitivinicoli del mondo».
La Sicilia detiene il 28,8% della superficie biologica complessiva della viticoltura italiana, pari a 84 mila ettari, seguita dalla Puglia che si attesta al 16%, mentre la superficie viticola biologica siciliana rappresenta il 30,9% di tutta la viticoltura siciliana (convenzionale e biologica).
I fattori che permettono alla Sicilia un approccio così fortemente indirizzato alla sostenibilità e al biologico sono molteplici, ad iniziare dal clima mediterraneo. Clima che non risente particolarmente dell’innalzamento delle temperature medie.
Dalle analisi dei dati, si può sostenere che la Sicilia, nel 2020, «non ha subito innalzamenti di temperatura significativi rispetto alla media degli ultimi 30 anni, al contrario di altre regioni viticole nazionali ed europee».
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Cambio al vertice di Assovini Sicilia, Laurent Bernard de la Gatinais è il nuovo Presidente dell’Associazione che riunisce 91 aziende vitivinicole siciliane di piccole, medie o grandi dimensioni, accomunate dal controllo totale della filiera vitivinicola, la produzione di vino imbottigliato di qualità e dalla visione internazionale del mercato.
Bernard de la Gatinais, dal 2007 Presidente di Rapitalà, subentra ad Alessio Planeta che ultima il suo mandato alla presidenza durato tre anni. Assovini Sicilia è oggi un’associazione che contribuisce ad implementare i servizi per le imprese siciliane per la promozione dei prodotti di qualità sul mercato nazionale e internazionale.
Dalla precedente presidenza ricevo un’eredità importante che desidero onorare al meglio – spiega Bernard de la Gatinais – La nuova Presidenza intende muoversi sul solco della linea sino ad ora tracciata ma anche dare un forte impulso all’attività di supporto che Assovini svolge nell’ambito della nuova Fondazione SOStain Sicilia con l’intento di promuovere la sostenibilità indirizzando le aziende socie verso la misurazione costante e la riduzione dell’impatto delle pratiche agricole sul territorio”.
“L’obiettivo è quello di condividere best practices finalizzate al rispetto dell’ecosistema e all’assoluta trasparenza nei confronti del consumatore. Ritengo inoltre di fondamentale importanza contribuire alla formazione di nuove figure strategiche per il comparto del vino siciliano. Penso sia doveroso promuovere la crescita professionale dei membri più giovani di Assovini affinchè possano nel prossimo futuro prendere in mano il testimone”, conclude il neo presidente
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Assovini Sicilia, l’Associazione che riunisce 90 cantine siciliane, ha deciso di annullare l’edizione 2020 di Sicilia en Primeur. Dando appuntamento al 2021, in linea con le scelte di Veronafiere per Vinitaly 2020 e Messe Düsseldorf per Prowein 2020. Sicilia en Primeur, manifestazione promossa da ormai 17 anni da Assovini Sicilia, riunisce sull’isola, nel mese di maggio, circa 100 giornalisti provenienti da tutto il mondo.
Il coinvolgimento della stampa per la presentazione delle nuove annate dei vini siciliani, con i ragguagli sull’andamento della vendemmia 2019 in Sicilia, avverrà “virtualmente”.
L’organizzazione ha infatti pensato a una diretta Facebook prevista nei giorni di martedì 12 maggio 2020, alle ore 16.00 per i professionisti residenti in Italia, in Europa e negli Usa. Appuntamento per mercoledì 13 maggio 2020, alle ore 9.00, per Asia e India.
Così Alessio Planeta, in una lettera inviata ai giornalisti che avrebbero dovuto partecipare a Sicilia en Primeur 2020:
Carissimi amici vicini e lontani, ci auguriamo di cuore che voi e i vostri cari siate bene e in salute. In questo momento particolarmente difficile per tutti noi, ci siamo interrogati a lungo sulla possibilità di svolgere – come ogni anno- l’edizione 2020 di Sicilia en Primeur e insieme al Consiglio di Amministrazione siamo arrivati all’unanime conclusione che ad oggi le priorità siano ben altre.
La situazione che stiamo vivendo, seppure in costane evoluzione, non offre le condizioni ideali per svolgere serenamente una manifestazione che è prima di tutto un momento di socialità e condivisione. L’edizione 2020 verrà quindi riproposta nel 2021 quando, all’interno della kermesse, verrà dato spazio alla degustazione sia dell’annata 2019 che della 2020.
Ma la Sicilia del vino ha tanto da raccontare e per questo motivo non vogliamo fermarci ma trovare nuovi modi di comunicare che ci consentano di condividere, anche a distanza, tutte le informazioni riguardanti la vendemmia 2019 che riteniamo possano essere per voi un’importante chiave di lettura del nostro territorio.
Per questo motivo abbiamo pensato di coinvolgervi in una diretta Facebook che, per consentire a chi ci segue dalle varie parti del mondo, sarà organizzata in un doppio appuntamento nei giorni di martedì 12 maggio ore 16.00 per Italia/EU e USA e mercoledì 13 maggio ore 09.00 per ASIA – INDIA.
Durante la diretta, oltre a portarvi i saluti miei e di tutta l’Associazione, condivideremo con voi l’analisi elaborata grazie alla collaborazione di Mattia Filippi, enologo e consulente fondatore di Uva Sapiens, relativa all’andamento vendemmiale 2019 e risponderemo alle domande dei giornalisti partecipanti.
Nella speranza di vedere una partecipazione “virtuale” numerosa, vi salutiamo con l’augurio di rivederci il prossimo anno per degustare insieme due annate, con tante novità e nuove storie da raccontare.
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Oltre 100 giornalisti per un totale di 22 nazioni rappresentate hanno preso parte all’edizione appena conclusa di Sicilia en Primeur, l’anteprima dei vini siciliani organizzata da Assovini Sicilia che, nell’anno di Palermo Capitale della Cultura, ha scelto le sale del Museo Regionale d’Arte Contemporanea come sfondo per degustazioni, masterclass e incontri con i produttori, confermando anche quest’anno un’attenzione crescente da tutto il mondo per la produzione enologica dell’isola.
53 sono le cantine che hanno aderito all’evento, 450 vini in degustazione nelle sale produttori, 50 in degustazione en primeur, 360 in sala degustazione e 144 etichette in carta dei vini, 103 Magnum e 5 masterclass sold out.
“Queste cifre sono la testimonianza dell’interesse sempre maggiore per il vino siciliano e per il patrimonio enogastonomico dell’intera regione” – ha commentato Alessio Planeta, Presidente di Assovini Sicilia – “Un interesse che quest’anno si fa ancora più forte grazie alla nomina della città di Palermo a Capitale della Cultura Italiana 2018. Oggi la Sicilia vanta una ricchezza culturale senza uguali, frutto della mescolanza di popoli e tradizioni che hanno attraversato il nostro territorio nel corso dei secoli. La nostra regione è sempre stata aperta all’influsso di culture differenti ed è esattamente questa la mentalità che si è respirata durante Sicilia en Primeur di quest’anno. Internazionalità e collaborazione sono valori fondanti della nostra Associazione”.
Nel corso della manifestazione l’importanza dell’unione è stata evidenziata anche da Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, che ha raccontato la rivoluzione culturale che è in atto tra le aziende dell’isola: “In Sicilia sono ormai quasi 200 le aziende che lavorano insieme facendo sistema e qualità sotto le insegne del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia. Abbiamo più di 7.300 viticoltori, e la previsione è di un traguardo di 60 milioni di imbottigliato nel 2018”.
All’insegna dell’internazionalità a Sicilia en Primeur anche quest’anno è stata riconfermata la presenza di cinque Master of Wine internazionali che hanno tenuto masterclass – tutte sold out – su differenti tematiche di settore offrendo prospettive differenti sulla percezione del vino siciliano nel mondo ed analizzando con i partecipanti le potenzialità di questo grande patrimonio.
Potenzialità sottolineate anche dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando: “Questa città, come il settore vinicolo, è riuscita a rinascere dalle sue difficoltà ed oggi, grazie all’impegno di tanti, è diventata la capitale della Cultura. A Palermo registriamo un cambio culturale, in atto anche nel mondo del vino: sappiamo stare insieme per dare valore al nostro essere mediterranei. Oggi possiamo dire, per mettere in parallelo le esperienze di Palermo e del vino siciliano, che siamo riusciti a conciliare le radici e le ali. Metafora del rispetto del passato con uno sguardo al futuro”.
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Lunedì 7 maggio dalle ore 18.00 gli appassionati del grande vino siciliano potranno divertirsi confrontando, conoscendo e degustando oltre 300 vini delle Cantine Assovini Sicilia.
Al Museo Regionale d’Arte Contemporanea di Palermo il pubblico degusterà le stesse etichette presentate in anteprima ai professionisti della comunicazione durante Sicilia en Primeur, evento annuale organizzato da Assovini Sicilia che si terrà dal 3 al 7 maggio sempre a Palermo, città Capitale della Cultura 2018.
“Siamo onorati di poter aprire le porte di un evento come Sicilia en Primeur a chi ogni giorno sceglie di bere i vini che provengono dalla nostra terra“, commenta Alessio Planeta, Presidente di Assovini Sicilia. “Questa edizione della manifestazione si inserisce in un progetto di valorizzazione delle eccellenze della nostra bella isola promuovendone lo sviluppo culturale che, inevitabilmente, si traduce anche nell’esaltazione del patrimonio enogastronomico“.
La scelta di Palermo come location di Sicilia en Primeur è un’occasione in più sia per il pubblico sia per gli oltre cento rappresentanti della stampa internazionale e nazionale per conoscere e celebrare la bellezza del capoluogo siciliano.
ASSOVINI SICILIA Assovini Sicilia è un’associazione che riunisce 86 aziende vitivinicole siciliane di piccole, medie o grandi dimensioni, accomunate da tre elementi: il controllo totale della filiera vitivinicola, dal vigneto alla bottiglia; la produzione di vino di qualità imbottigliato; la visione internazionale del mercato.
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PALERMO – La Sicilia produce oltre il 10% del vino italiano ed è la quarta regione per produzione, dopo Veneto, Puglia ed Emilia Romagna. I vini DOP e IGP hanno raggiunto l’80% della produzione regionale.
La Sicilia è la prima regione italiana per superficie a vite biologica con 38.935 ettari (37,6% della superficie nazionale), seguita da Puglia e Toscana, con una crescita del 21% su base annua.
Sono alcuni dei dati del Forum sulle economie di UniCredit relativo alle performance delle aziende vinicole siciliane e diffusi in vista di Sicilia en Primeur, l’annuale anteprima dei vini siciliani organizzata da Assovini Sicilia e in programma a Palermo dal 3 al 7 maggio 2018.
Lo studio UniCredit ha esaminato alcuni indici di bilancio di un campione costituito da 72 società di capitali che operano nel settore e che hanno depositato i bilanci negli ultimi 5 anni.
Viene fuori per la Sicilia una crescita inferiore alle regioni concorrenti ma una buona redditività, un leverage nella media pur in presenza di tempi di incasso più lunghi e una buona affidabilità creditizia per oltre la metà del campione regionale.
Lo studio fornisce anche alcuni dati nazionali sul settore del vino: l’Italia è il primo produttore mondiale con 46 milioni di ettolitri, il secondo esportatore mondiale con 21 milioni di ettolitri e il terzo consumatore mondiale con 23 milioni di ettolitri. La filiera vitivinicola realizza in Italia 11 miliardi di fatturato, di cui il 60% con vini DOP e IGP e il 20% con spumanti. Stati Uniti, Germania e Regno Unito sono i principali mercati di sbocco del vino italiano.
“UniCredit – sottolinea Salvatore Malandrino, Regional Manager Sicilia UniCredit – è fortemente impegnata nell’offrire alle aziende vitivinicole siciliane soluzioni reali per rispondere ad ogni esigenza lungo tutta la filiera produttiva e per sostenerle nel loro percorso di crescita ed innovazione. Concedere credito è certamente importante ma oggi non è più sufficiente. Con il nostro network internazionale siamo in grado di accompagnare le aziende vitivinicole all’estero, aiutarle a rafforzare il proprio business e ad inserirsi in nuovi mercati emergenti con ricerca di controparti, attività di formazione specialistica, accordi con player internazionali per marketing online”.
Lo studio UniCredit ha esaminato alcuni indici di bilancio di un campione costituito da 72 società di capitali che operano nel settore e che hanno depositato i bilanci negli ultimi 5 anni. Viene fuori per la Sicilia una crescita inferiore alle regioni concorrenti ma una buona redditività, un leverage nella media pur in presenza di tempi di incasso più lunghi e una buona affidabilità creditizia per oltre la metà del campione regionale.
Lo studio fornisce anche alcuni dati nazionali sul settore del vino: l’Italia è il primo produttore mondiale con 46 milioni di ettolitri, il secondo esportatore mondiale con 21 milioni di ettolitri e il terzo consumatore mondiale con 23 milioni di ettolitri. La filiera vitivinicola realizza in Italia 11 miliardi di fatturato, di cui il 60% con vini DOP e IGP e il 20% con spumanti. Stati Uniti, Germania e Regno Unito sono i principali mercati di sbocco del vino italiano.
“Sono orgogliosamente stupito – dichiara Edy Bandiera, Assessore regionale Agricoltura e Pesca – dai traguardi raggiunti dal vino siciliano. Venti, venticinque anni fa sarebbe stato impensabile immaginare una crescita esponenziale di cantine, imprenditori e pertanto lavoro diretto e indotto e ricchezza ricaduta nel territorio che ha fatto crescere la nostra Sicilia”.
C’è dell’altro. “Credo, e questo possono confermarlo esperti di fama nazionale e internazionale – continua Bandiera – che non si è mai bevuto così bene in Sicilia per merito dei vini prodotti in quest’isola. E per tutto questo devo dirvi grazie. Grazie perché senza questa visione e questa determinazione non avreste raggiunto questi risultati che ci rendono orgogliosi”.
“Sono sicuro – ha proseguito l’assessore Bandiera – che anche il futuro potrà riservarci ancora belle sorprese. In fondo c’è spazio per crescere ancora. Gli osservatori del vino ci dicono che la percezione del vino italiano nel mondo da qui al breve e medio periodo passa principalmente per poche regioni: il Piemonte e la Toscana, ovviamente e poi Triveneto e Sicilia. Non possiamo lasciarci scappare quest’opportunità”.
“Le istituzioni che qui rappresento . ha concluso Bandiera – sono pronte a fare tutto ciò che è necessario per cavalcare questo momento favorevole. Concludo dicendo ancora un grazie perché Assovini e Sicilia en primeur hanno dimostrato da quasi 15 anni – e ripeto da ben 15 anni a questa parte – che in Sicilia si può fare sistema, ci si può mettere insieme, fianco a fianco per raggiungere obiettivi grandiosi. Ed è anche per questo che il vino è l’avanguardia. Sicilia del vino, avanti tutta!”.
Poi il commento di Alessio Planeta, presidente di Assovini Sicilia. “La crescita del valore del vino siciliano, certificato dal Report di Unicredit, è la conferma che la strada intrapresa dalle aziende di Assovini sta dando i propri frutti”.
“La Sicilia del vino è sana, forte e credibile anche dal punto di vista finanziario – ha aggiunto Planeta – è una novità che significa il riconoscimento del modo nuovo di fare impresa avviato da anni dalle aziende Assovini. Ed è sicuramente una bella notizia. La Sicilia del vino ha puntato il proprio export sui mercati giusti e ha ancora spazi enormi di crescita nel mondo”.
Secondo Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia “il Report di Unicredit testimonia come il vino italiano di qualità sia sempre più apprezzato all’estero: ciò significa che è stata giusta la scelta delle aziende Doc Sicilia di puntare su un profilo alto della propria produzione”. “Questo obiettivo è stato raggiunto anche grazie all’attenzione dedicata dalle imprese vitivinicole all’innovazione tecnologica e impiantistica”.
SICILIA EN PRIMEUR
Oltre a presentare in anteprima i vini dell’annata precedente, Sicilia en Primeur farà conoscere alla stampa italiana ed internazionale i mille volti del vino siciliano mettendo in degustazione oltre 500 vini delle cantine di Assovini Sicilia.
Attraverso tre giorni di enotour i partecipanti avranno inoltre la possibilità di scoprire i luoghi e la cultura che fanno della Sicilia un continente vitivinicolo a tutto tondo. Dopo il successo dello scorso anno, Sicilia en Primeur conferma la partecipazione di cinque Master of Wine internazionali che offriranno alla stampa presente approfondimenti su tematiche di settore in cinque masterclass dedicate.
Tra le novità, una sessione di divulgazione scientifica denominata “Sicily Wine Science Show” in cui gruppi di ricercatori selezionati da una commissione presenteranno i loro progetti di studio sulla vitivinicoltura siciliana, interagendo in prima persona con i giornalisti.
Per concludere, lunedì 7 maggio alle ore 17.00 presso il Museo Regionale d’Arte Contemporanea, Sicilia en Primeur darà il benvenuto al pubblico, offrendo a tutti i wine lovers la possibilità di degustare le stesse etichette presentate in anteprima alla stampa. Con la città di Palermo ed il suo patrimonio culturale, storico ed enogastronomico, a fare da fil rouge all’evento, Sicilia en Primeur 2018 si prepara a mettere in mostra anche quest’anno il meglio della produzione vinicola siciliana.
“Il riposizionamento verso l’alto delle produzioni vinicole siciliane, e l’aumento del valore unitario delle bottiglie, sono la via obbligata se vogliamo continuare nel trend positivo dello sviluppo del settore vitivinicolo” dice Planeta, presidente Assovini.
“Sappiamo da sempre che nel nostro settore l’analisi dei numeri è complessa. Lo è per gli intrecci tipici del mercato globale, per l’origine dei dati e per le specificità del settore produttivo, che va dal piccolo produttore artigiano alle multinazionali che confezionano nei paesi di appartenenza. A questi elementi ne va aggiunto un altro, ultimo ma non secondario: la componente dell’annata dei vini condizionata da variabili incontrollate come ad esempio i fattori climatici che incidono sulla vendemmia”.
“Il Report” conclude Planeta, presidente di Assovini, “offre un’altra riflessione: la Sicilia del vino continua la sua risalita verso la parte alta della classifica italiana (la Lombardia negli anni scorsi ci precedeva). L’obiettivo della nostra generazione di imprenditori, prima di passare il testimone ai nostri figli, è quello di risalire in posizione dietro le tre regioni del vino oggettivamente inarrivabili ma posizionarci tra le prime cinque”.
“Come Consorzio Doc Sicilia privilegiamo la crescita qualitativa della produzione vinicola siciliana aumentando così la competitività delle aziende e assicurando alla viticoltura della regione una strategia di lungo respiro” dice Rallo, presidente della Doc Sicilia.
“A proposito di investimenti: i paesi esteri su cui stiamo puntando di più sono gli Stati Uniti e la Germania. Per il quarto anno consecutivo il consiglio di amministrazione della Doc ha confermato il progetto promozionale in Usa e il raddoppio dell’impegno in Germania e in Italia” precisa Rallo.
“L’obiettivo dei programmi di promozione all’estero è far parlare di vino siciliano e dare ampio spazio alle diverse espressioni vitivinicole della nostra isola. Quando nel 2012 è stato fondato il Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, l’obiettivo di imbottigliatori, vinificatori e viticoltori che ne avevano determinato la nascita, era avere un organismo che riuscisse concretamente a valorizzare e salvaguardare la produzione vinicola dell’isola”.
“Consapevoli del grande patrimonio a disposizione, era necessaria una figura che coordinasse le differenti realtà accomunate dal marchio di qualità Denominazione di Origine Controllata Sicilia e implementasse una serie di attività per la tutela, la salvaguardia e la promozione dei vini Doc Sicilia”.
“L’idea di ‘fare squadra’ si è rafforzata nel corso degli anni – conclude Rallo – e oggi le aziende vedono sempre più nel Consorzio uno strumento per raggiungere un obiettivo comune. Nei primi tre mesi del 2018, sono già diventate 195 le aziende che imbottigliano Doc Sicilia a fronte delle 147 del 2017”.
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