Complessivamente, secondo il centro studi di Assoenologi, la quantità si attesta tra lo 0 e +2% rispetto alla passata campagna pari a circa 51.500.000 ettolitri di vino. La qualità rimane complessivamente eterogenea ma comunque assai interessante, con punte di maggior interesse per quei vini che hanno potuto beneficiare del positivo andamento dei mesi di settembre e di ottobre. L’annata 2016 si è contraddistinta per i livelli contenuti di stress idrico e termico. Un’annata favorevole a produzioni di qualità per coloro che hanno gestito in modo efficace la difesa.
Nel periodo vendemmiale l’Italia è risultata spaccata in due. La ridotta piovosità e la buona escursione termica che hanno caratterizzato il mese di settembre al Centro-Nord e sulle due isole maggiori hanno favorito il regolare svolgimento delle operazioni di raccolta. Ciò purtroppo non si può dire per il Meridione peninsulare che ha invece goduto di una piovosità abbondante e in molti casi sensibilmente superiore alla norma. Nel complesso si stima una buona annata, con picchi di eccellenza nelle zone meno colpite dal maltempo e laddove la vite è stata soccorsa nel migliore dei modi.
Cambiamenti climatici, dunque. Per via dei quali, come sottolinea sempre la relazione dello staff di Cotarella, “è sempre più richiesta l’opera dell’enologo che deve intervenire per far fronte a nuove esigenze che si creano in vigneto e in cantina e anche per prevenire situazioni che possono influire negativamente sulla qualità del prodotto”. I mesi di settembre e di ottobre decorsi nel modo migliore al Centro Nord e sulle Isole hanno permesso una ottimale maturazione delle uve che, oltre ad essere state conferite alle cantine in un ottimo stato sanitario, hanno potuto beneficiare di importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte.
Purtroppo per le regioni del Centro-Sud Italia le cose non sono andate nello stesso modo. settembre è stato costellato da numerose precipitazioni ed abbassamenti repentini della temperatura ed anche il mese di ottobre non ha risparmiato giorni di pioggia. Tutto ciò ha influito sulla qualità delle uve, specie per quelle tardive, la raccolta delle quali è stata vincolata dalle condizioni meteorologiche con ripercussioni sulla fase finale di maturazione.
QUANTITA’ RECORD
Per contro la Campania ha prodotto ben il 20% in meno rispetto al 2015, seguita dal Trentino Alto Adige, dal Friuli V.G., dalla Toscana, dal Lazio/Umbria e dalla Sicilia con decrementi compresi tra il 5 e il 7%. Solo per le Marche e la Sardegna si stima una produzione pressoché uguale a quella della scorsa campagna. Una situazione, pertanto, piuttosto eterogenea caratterizzata da alti e bassi a seconda delle zone, influenzate alcune anche dall’entrata in piena produzione di nuovi vigneti. Un quantitativo che si pone al primo posto nella classifica degli ultimi dieci anni seguito dal 2015 (50,7) e dal 2006 (49,6).
Le quotazioni risultano pressoché uguali a quelle dello stesso periodo dello scorso anno. In leggera crescita solo per alcune tipologie di vini richiesti dal mercato in particolar modo per quelli a denominazione di origine. Consumi interni. In ribasso. Secondo Assoenologi a fine 2016 si scenderà sotto i 36 litri pro-capite, contro i 45 del 2007.
I DATI, REGIONE PER REGIONE
PIEMONTE
Quantità: +3% rispetto vendemmia 2015 L’andamento climatico durante tutto il periodo vendemmiale è stato caratterizzato da giornate calde e luminose, spesso anche ventose con poche e sporadiche piogge che hanno aiutato a completare un’equilibrata maturazione delle uve rosse. Anche nel mese di settembre si sono registrate grandi escursioni termiche tra il giorno (26-28°) e la notte (12-14°) che hanno favorito l’asciugatura dei grappoli. Lo stato sanitario dell’uva è risultato ottimale, caratterizzato da bucce integre, spesse e resistenti e con dimensioni normale degli acini. I mosti ottenuti hanno manifestato un elevato contenuto in zuccheri con punte particolarmente elevate nei vitigni a bacca rossa che, in diversi casi promettono di raggiungere il 16% di alcol.
Per i vini aromatici Moscato e Brachetto si sono registrate gradazioni sopra la media, con aromi difformi ma comunque sempre interessanti a seconda delle zone, probabilmente a causa di terreni siccitosi e aree calde. Nella zona del Gavi, le poche piogge di inizio settembre, anche se un po’ tardive, hanno favorito una buona maturazione delle uve con un grado medio leggermente inferiore rispetto alla scorsa vendemmia, ma con buon equilibrio acido. La Barbera d’Asti e il Nizza hanno potuto beneficiare dell’ottima stagione e, grazie ad una maturazione eccezionale, i primi riscontri di cantina rilevano un’elevata intensità colorante. I Nebbioli da Barbaresco e Barolo evidenziano invece grandi profumi e tannini morbidi grazie alla perfetta maturità fenolica. Complessivamente in tutta la regione si stima una produzione compresa tra i 2,5 e i 2,6 milioni di ettolitri, mentre la qualità è da considerare senza alcun dubbio ottima con molte punte di eccellente. Il mercato ha rilevato un aumento delle quotazioni delle uve rosse (in particolare per il Barbera) a causa delle giacenze in cantina decisamente contenute, mentre il mercato dei vini risulta stabile.
LOMBARDIA
Quantità: -15% rispetto vendemmia 2015. In generale l’annata in tutta la Lombardia ha dato delle differenze molto importanti da zona a zona e all’interno delle stesse aree, sia dal punto di vista quantitativo che sanitario. È opinione comune, però, che il 2016 sia un’annata di ottima qualità, superiore sicuramente alla media, con diverse punte di eccellente. La favorevole escursione termica tra giorno e notte ha fatto diminuire le acidità in modo molto regolare. Molto interessanti le aromaticità e le maturazioni fenoliche, tanto che per i vini rossi si prospetta una grande annata. In Oltrepò Pavese si stima una produzione in calo tra il 15% e il 20%. La resa uva/vino è risultata nella media, l’andamento fermentativo è stato buono. Anche in Franciacorta il decremento quantitativo si attesta tra il 15% e il 20%.
I primi riscontri di cantina evidenziano vini base interessanti con acidità stabili. Le aree delle denominazioni di origine “Valcalepio” e “Scanzo” sono state fortemente condizionate da eventi meteorologici avversi durante tutta la stagione, tanto che il calo della produzione si stima superiore al 25% rispetto alla passata campagna con punte in alcune zone anche del 35%. Grazie al buon andamento del mese di ottobre i vini rossi del Valcalepio presentano una discreta struttura, mentre in poche realtà si riusciranno ad appassire le uve per la produzione del Moscato di Scanzo. Nella zona del Garda si stima invece un incremento quantitativo tra il 5% e il 10%. La qualità delle uve è risultata molto interessante, tanto che si prevede una qualità assai interessante per il Lugana, i chiaretti e i rossi. In Valtellina la raccolta delle uve si è chiusa intorno al 10 novembre con un incremento intorno al 10%. Ottima la qualità con diverse punte di eccellente. Complessivamente in Lombardia si stima un quantitativo inferiore del 15% rispetto a quello dello scorso anno, pari a circa 1,2 milioni di ettolitri di vino.
TRENTINO ALTO ADIGE
Quantità: – 7% rispetto vendemmia 2015. In Trentino Alto Adige la vendemmia, conclusasi nei primi giorni di novembre con la raccolta degli ultimi grappoli di Cabernet in provincia di Bolzano, si è distinta per la sua eccezionalità: uve integre perfettamente sane, ottime gradazioni zuccherine ed equilibrio acidico dei mosti. Per le varietà rosse colore intenso e tannini morbidi, un quadro fenolico importante, conseguenza di un andamento climatico favorevole da grande annata. L’andamento climatico regolare durante tutto il periodo vendemmiale ha consentito una corretta programmazione della raccolta permettendo un’efficace e razionale lavoro in cantina. L’eccezionalità della vendemmia 2016, imputabile alla stabile e duratura area di alta pressione che ha interessato il Nord Italia, è stata amplificata da un regime di temperature caratterizzato da un’importante escursione termica con un risvolto molto positivo sulla tenuta dell’acidità dei mosti.
In Trentino la vendemmia delle uve Chardonnay e Pinot nero base spumante è stata perfetta sia per sanità che per rapporto zuccheri/acidità, tanto che i vini ottenuti hanno confermato l’alto livello qualitativo delle basi spumante 2016 per qualità aromatica e struttura. Le varietà per vini bianchi fermi hanno preso il via con il Pinot grigio nella prima decade di settembre per concludersi verso il 10 di ottobre con la Nosiola e il Traminer aromatico. I vini ottenuti esprimono profumi di interessante complessità e freschezza, ottima la rispondenza varietale come nel caso del Müller Thurgau che ha dato luogo a vini di grande equilibrio, strutturati e piacevoli. A fine settembre sono state raccolte le varietà rosse Merlot, Teroldego, Lagrein e Marzemino con eccellenti livelli di qualità ed ottima maturazione fenolica. Anche in Alto Adige i primi riscontri di cantina evidenziano un’ottima qualità sia per il Pinot Bianco, il Sauvignon, il Gewürztraminer e soprattutto per la Schiava, il Merlot e il Cabernet che hanno beneficiato di un andamento climatico del mese di ottobre assai favorevole. Complessivamente in tutta la regione si stima un quantitativo tra 1,1 e 1.2 milioni di ettolitri di vino. Il mercato al momento risulta stabile, con qualche leggero aumento per alcune tipologie grazie all’elevata qualità.
VENETO
Quantità: +7% rispetto vendemmia 2015. In tutto il Veneto, quantitativamente, si riscontra un aumento di oltre il 5% rispetto al 2015 con una produzione che sfiora i 10,5 milioni di ettolitri. Il 2016 va sicuramente inserito tra le annate da ricordare grazie ad una maturazione ottimale accompagnata da una gradazione zuccherina elevata e da un supporto acido importante. Il ciclo vegetativo è stato caratterizzato da condizioni ambientali tutto sommato ottimali. L’ultimo periodo della maturazione ha fatto registrare temperature diurne ottimali con un abbassamento significativo delle stesse durante la notte che ha permesso di ottenere ottimi profumi primari e un quadro acido molto interessante. Quest’anno le grandinate sono state limitate in aree circoscritte. La vendemmia ha avuto inizio verso la fine di agosto per terminare nella prima decade di novembre con gli ultimi conferimenti dell’uva Raboso. L’andamento fermentativo si è svolto nella maniera più regolare, aiutato anche dalle temperature ambientali più basse che hanno garantito una gestione del freddo ottimale durante le fermentazioni.
Qualitativamente il Prosecco presenta un quadro acido molto equilibrato e un interessante profilo aromatico. Per il Pinot Grigio la qualità è mediamente buona, mentre risulta ottima per il Merlot e il Cabernet specialmente per quei vini ottenuti dalle uve raccolte nell’ultima parte della vendemmia che hanno potuto fruire del perfetto andamento climatico. Nel veronese si sono raccolti grappoli sani e giustamente spargoli per le Doc Soave e Valpolicella, consentendo anche una perfetta cernita per le uve da mettere a riposo per il Recioto di Soave, ma in particolare per l’Amarone che dalle prime analisi risulta di una qualità sicuramente superiore a quella già buona dell’annata 2015. Ottima pure la qualità delle uve precoci da vitigni internazionali Pinot Grigio e Chardonnay, così come quelle a bacca rossa Cabernet Sauvignon e Merlot. Il mercato sta assorbendo bene tutta la produzione registrando quotazioni stabili e in alcuni casi in leggero rialzo rispetto allo stesso periodo del 2015.
FRIULI VENEZIA GIULIA
Quantità: -5% rispetto vendemmia 2015. Un ottimale andamento climatico per la vite, registrato soprattutto durante il periodo estivo, ha permesso di ottenere uve perfettamente sane e anche gli insetti più comuni: tignola, cicalina e ragno rosso, non hanno dato origine a problematiche particolari. L’epoca di vendemmia, per le uve destinate alla produzione di vino base spumante, è iniziata nell’ultima settimana di agosto mentre, per alcune varietà precoci: Pinot Nero, Traminer Aromatico, Pinot Grigio e Sauvignon, la raccolta è avvenuta a partire dalla prima settimana di settembre. La quantità di uva è risultata inferiore del 5% rispetto allo scorso anno a causa di una primavera fredda e piovosa che ha creato alcuni problemi durante la fioritura generando grappoli spargoli e acini disformi. Inoltre, alla fine di agosto e durante i primi venti giorni di settembre, le alte temperature e l’apprezzabile ventilazione hanno contribuito ulteriormente ad abbassare il quantitativo di uva raccolta.
Il calo produttivo si è registrato soprattutto nelle varietà precoci, quali il Pinot Grigio, Tocai Friulano e Chardonnay mentre, la Glera (Prosecco) e la Ribolla Gialla, fanno registrare un incremento produttivo grazie anche ai nuovi vigneti entrati in piena produzione. I vini ottenuti, grazie anche ad una buona escursione termica tra il giorno e la notte, fanno registrare delle gradazioni alcoliche sostenute, un buon corredo acido e un’interessante e complesso quadro aromatico. Anche le uve a bacca rossa si sono rilevate di ottima qualità. Le operazioni di raccolta si sono concluse con le varietà tardive quali Verduzzo, Refosco e Picolit. Per quanto riguarda il mercato un certo interesse è rivolto alle varietà a bacca bianca tipo Glera e Ribolla Gialla, mentre per il Pinot Grigio si attendono gli sviluppi della nuova Doc interregionale. Per le tipologie rosse, purtroppo ridotte a un solo 20% dell’intera produzione viticola regionale, le contrattazioni riguardano il Refosco, il Merlot e il Cabernet Sauvignon.
EMILIA ROMAGNA
Quantità: +3% rispetto vendemmia 2015 In tutta la regione la campagna vitivinicola è stata sicuramente positiva e si stima una produzione complessiva di 7,6 milioni di ettolitri. In Romagna la vendemmia è iniziata a ridosso di Ferragosto con le basi spumanti mentre per lo Chardonnay destinato ai vini fermi e per le uve di Sauvignon i conferimenti sono iniziati nell’ultima settimana di agosto. Le produzioni di queste varietà precoci si sono rivelate ottime sia dal punto di vista sanitario che da quello qualitativo. Ottima annata anche per le uve di Grechetto Gentile (Pignoletto); le basi presentano buone note aromatiche e acidità maliche interessanti. Bene anche le Albane che hanno però generato prodotti meno strutturati rispetto alle precedenti vendemmie ma più freschi e fruttati. Per il Trebbiano la vendemmia è iniziata verso la metà di settembre; le produzioni sono risultate più abbondanti rispetto allo scorso anno, perfettamente sane e con ottimi pH, presupposti per una buona produzione di vini base spumante. Bene anche le uve a bacca rossa: il Merlot presentava contenuti zuccherini inferiori allo scorso anno ma una buona freschezza aromatica con produzioni pressoché invariate rispetto allo scorso anno.
La vendemmia della Cagnina (vitigno Terrano), primo vino romagnolo ad essere messo in vendita, risulta essere particolarmente gradevole e profumato. Ottimi anche i Sangiovesi che quest’anno, nella maggior parte dei casi, non hanno subito fenomeni di siccità ed evidenziano livelli qualitativi buoni con diverse punte di eccellenza. Anche in Emilia la vendemmia ha avuto un decorso positivo con un aumento della produzione rispetto allo scorso anno. Bene si stanno comportando i vini rossi provenienti dalle uve di Ancellotta come i rossissimi con tenori di colore e profumi eccellenti. Anche i Lambruschi, nonostante la maggiore quantità, sono stati caratterizzati da uno stato sanitario eccellente e da un ottimo grado di maturazione sia per il Salamino, il Sorbara e il Grasparossa. Molto bene anche le produzioni tipiche del Nord dell’Emilia; dove le Malvasie presentano aromi e acidità importanti, così come la Bonarda. Buone le reazioni dei mercati che, a causa della scarsa produzione mondiale, mostrano segni di quotazioni in rialzo.
TOSCANA
Quantità: -7% rispetto vendemmia 2015 La campagna 2016 è stata contraddistinta da un inverno mite e da una primavera con precipitazioni superiori alla media stagionale, mentre da luglio la situazione si è capovolta con assenza di piogge. Questo cambiamento ha generato differenziazioni di sviluppo e stress fisiologico in alcuni areali. La raccolta delle uve è stata dunque eterogenea e caratterizzata da maturazioni scalari all’interno dello stesso appezzamento vitato. Tutto ciò ha determinato una vendemmia lunga e mirata ad ottimizzare le maturazioni polifenoliche. Una giusta ed equilibrata gestione del vigneto si è rilevata più che mai determinante permettendo di ottenere uve sane e con parametri analitici eccellenti. La vendemmia è iniziata con la raccolta delle uve bianche precoci che, favorite da buone e regolari escursioni termiche, hanno prodotto vini equilibrati, con buone acidità e con un complesso patrimonio aromatico.
A inizio settembre è stata la volta delle uve a bacca rossa a Bolgheri e nella zona del Morellino di Scansano. Dal 19 settembre è iniziata la vendemmia delle uve bianche per la Docg Vernaccia di San Gimignano e, a seguire, quelle di Sangiovese per la produzione di Chianti, Chianti Classico, Carmignano, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino. Le operazioni vendemmiali si sono concluse intorno al 20 ottobre con gli ultimi conferimenti di Sangiovese e Cabernet Sauvignon. Le cinetiche fermentative sono decorse in modo regolare e i risultati in termini qualitativi sono molto interessanti. I primi dati analitici confermano le attese di annata equilibrata ed elegante, infatti le buone acidità e i pH bassi sono delle ottime premesse per vini longevi e di personalità. La resa uva/vino è risultata leggermente inferiore alla norma a causa della morfologia degli acini e dell’andamento climatico. Si stima una quantità di poco superiore ai 2,6 milioni di ettolitri di vino in calo di oltre il 5% rispetto alla campagna 2015. Per quanto concerne il mercato si evidenziano quotazioni in leggera flessione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
MARCHE
Quantità: uguale rispetto vendemmia 2015. Il mese di settembre dal punto di vista climatico ha avuto un ottimo decorso, con buone escursioni termiche che si sono ripetute sino alla seconda decade di ottobre consentendo all’uva di raggiungere il giusto grado di maturazione. Solo dopo metà ottobre si sono verificati eventi climatici avversi che hanno rallentato la vendemmia. Quest’anno si è rilevata su più varietà una “acinellatura dolce” dei grappoli, probabilmente causata dalle continue piogge cadute nella fase di allegagione che hanno contribuito alla riduzione della produzione. Vitigni come Verdicchio, Pecorino e Sangiovese hanno raggiunto normalmente il loro grado di maturazione zuccherina e fenolica. Qualche difficoltà in più, invece, si è riscontrata per i vitigni tardivi, come Passerina e Montepulciano, i quali hanno subito condizioni climatiche avverse nel periodo della raccolta. Quest’anno l’epoca di maturazione delle uve è risultata nella norma rispetto alla media delle ultime 10 vendemmie, ma posticipata, se rapportata alla scorsa campagna, di una settimana per le varietà a bacca bianca (Trebbiano, Passerina, Pecorino, Verdicchio) e di dieci giorni per quelle a bacca rossa (Sangiovese, Montepulciano, Merlot e Cabernet).
La raccolta delle uve è iniziata nell’ultima decade di agosto per le varietà precoci base spumante, Incrocio Bruni e Chardonnay. Per il Verdicchio e il Sangiovese i conferimenti hanno avuto il via dalla metà di settembre, mentre alla fine dello stesso mese è stata la volta del Montepulciano la cui raccolta è proseguita sino al 21 ottobre. Qualitativamente parlando i vini bianchi (Verdicchio, Pecorino e Passerina) risultano molto equilibrati, ricchi in aromi primari (tioli) e dotati di notevole freschezza. Anche per i vini rossi si prospetta un’annata assai interessante con prodotti che evidenziano una buona dotazione acidica, tenori elevati di antociani e polifenoli, presupposti ideali per ottenere vini adatti all’invecchiamento. Complessivamente si stima una quantità in linea con quella dello scorso anno pari a circa 960.000 ettolitri con punte anche di +15% in alcuni areali mentre in altri , per contro si registra una diminuzione del 10-15%.
LAZIO E UMBRIA
Quantità: -5% rispetto vendemmia 2015 I mesi riguardanti la vendemmia sono stati solo parzialmente benevoli dal punto di vista climatico; in quanto settembre è stato costellato da numerose piogge ed abbassamenti repentini della temperatura ed anche il mese di ottobre non ha risparmiato giorni di pioggia. Tutto ciò ha notevolmente influito sulla qualità delle uve, specie quelle tardive, che nel Lazio e in Umbria rappresentano la stragrande maggioranza e, ovviamente, anche sulla quantità che si è ridotta notevolmente. In particolare, lo stato sanitario, molto buono fino a metà ottobre, è precipitato in seguito ad attacchi di muffa grigia e marciume acido, determinando in alcuni mosti bianchi, una difficoltà nelle decantazioni statiche. Di conseguenza la raccolta è risultata molto lunga intervallata da numerose soste e riprese, con qualità estremamente eterogenee a seconda delle zone geografiche e del momento della vendemmia. Pertanto si evidenzia una grande differenza tra i vini bianchi e rossi ottenuti con varietà precoci, che risultano profumati, strutturati e ben bilanciati, e quelli provenienti da varietà tardive che appaiono meno espressivi, sebbene anch’essi di buona struttura e di gradazione alcolica elevata.
Le ultime fermentazioni alcoliche hanno avuto un decorso molto lento in virtù delle basse temperature iniziali delle uve. Dal punto di vista quantitativo le due regioni si confermano in controtendenza l’una sull’altra, in quanto nel Lazio, a parità di superfici vitate vendemmiate, si registra un aumento del 5% relativamente all’annata precedente, mentre in Umbria si rileva un -10%. Il riferimento alle superfici vitate è d’obbligo in quanto la regione Lazio continua a spiantare vigneti a favore di altre coltivazioni e ciò determina lo spostamento in negativo dei numeri assoluti. Per questo motivo, volendo trarre un dato definitivo e comprensivo, Lazio e Umbria si attestano ad un -5%, rispetto alla scorsa stagione con una produzione di circa 2.340.000 ettolitri di vino.
ABRUZZO
Quantità: +12% rispetto vendemmia 2015. Anche in Abruzzo le ultime annate sono state caratterizzate da numerose anomalie meteoriche, a causa del cambiamento climatico in atto già da alcuni anni. Lo stesso si è verificato anche per la vendemmia 2016. La raccolta è iniziata intorno al 20 di agosto per le varietà precoci (Chardonnay e Pinot Grigio), con i vigneti più vicini alla costa e per quelli più giovani, per proseguire, successivamente, verso l’interno. Nell’ultima settimana di agosto si sono registrate temperature nella norma del periodo con la presenza di vento che ha asciugato le abbondanti precipitazioni dei giorni precedenti. Le varietà Pecorino, Trebbiano, Cococciola, Falanghina, Sangiovese sono state raccolte da metà settembre in poi, a partire dai vigneti più giovani, fino alla prima decade di ottobre. I conferimenti delle uve Montepulciano sono iniziati anch’essi dall’ultima settimana di settembre in anticipo rispetto alla norma a causa dell’andamento climatico che ha fatto registrare precipitazioni quasi giornaliere.
Ciò ha permesso di portare in cantina grappoli per la maggior parte sani, più pesanti, ma con una parziale maturità fenolica e quindi con un grado zuccherino medio di circa 1-2 gradi Babo più basso rispetto allo scorso anno. Considerando l’andamento stagionale piuttosto anomalo, la vendemmia 2016 si può complessivamente considerare di buon livello con diverse punte di ottimo. Il quantitativo risulta superiore, rispetto al 2015, tra il 10 e il 15%, il che significa una produzione di vino pari a circa 3.350.000 ettolitri. Per quanto concerne il mercato si è registrato, fin dalla fine della vendemmia scorsa, un ottimo interessamento sia per le tipologie di vini a Igt autoctoni che a denominazione di origine. Discorso diverso invece per i vini generici che risentono della forte concorrenza, al ribasso, dei vini di altri Paesi comunitari ed extra comunitari per i quali le richieste risultano minime e soltanto per i prodotti di media-alta qualità.
CAMPANIA
Quantità: -20% rispetto vendemmia 2015. Dalla seconda decade di maggio e per tutto giugno, il manifestarsi di piogge abbondanti ha determinato un aumento della pressione della peronospora, che ha reso più difficile e impegnativa la gestione dei vigneti. La fioritura è avvenuta tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, in linea con gli altri anni, ma ha avuto un decorso abbastanza irregolare, con un’allegagione più prolungata che ha prodotto grappoli più spargoli. Dalla terza decade di giugno le temperature medie sono notevolmente aumentate e, fino alla fine di agosto, l’estate è trascorsa con una buona ventilazione, con temperature comunque non eccessive, intervallate da qualche temporale estivo e con importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Pertanto nei vigneti si è avuto un ottimo sviluppo della vegetazione. I tempi di raccolta, rispetto all’anticipo dello scorso anno, si sono svolti nella media dei periodi classici delle varie zone.
Si è iniziato con le uve per le basi spumante e i vitigni a bacca bianca del Cilento nella prima decade di settembre. Le piogge cadute nella prima metà di settembre hanno determinato un’accentuata eterogeneità nella fase finale di maturazione delle uve, spostando di qualche giorno in avanti l’inizio della raccolta. La vendemmia delle varietà a bacca bianca è terminata nell’ultima decade di ottobre e i primi riscontri confermano vini interessanti sotto il profilo olfattivo, snelli, freschi e sostenuti da elevate acidità. Per l’Aglianico invece i conferimenti sono terminati intorno al 10 di novembre. Per le uve rosse in generale è stata una vendemmia più difficile; la selezione dei grappoli in vigna è risultata fondamentale per conseguire buoni risultati; i vini sono meno concentrati del solito, con maggiori tenori di acidità ma con buone espressioni olfattive. Si conferma una produzione inferiore allo scorso anno del 20% pari a circa 1,3 milioni di ettolitri di vino.
PUGLIA
Quantità: +12% rispetto vendemmia 2015. L’andamento climatico in Puglia è stato caratterizzato da piogge regolari in tutta la regione. I mesi di giugno e luglio sono stati all’insegna del caldo interrotto da alcuni periodi più freschi che hanno favorito un’accelerazione della maturazione in particolare delle varietà precoci soprattutto nel Salento. Rari i focolai di peronospora e di infezione da oidio tenuti facilmente sotto controllo. Nel mese di agosto si è registrato un caldo eccessivo intervallato da abbondanti e brevi piogge che hanno interessato la zona del Tavoliere (Nord Puglia) e del Salento e ridotto in parte il prodotto finale. Le operazioni di raccolta sono iniziate già a fine luglio con la vendemmia delle uve a base spumante per poi proseguire con lo Chardonnay, il Pinot e il Sauvignon. Per le uve autoctone bianche come il Bombino Bianco (Tavoliere), la Verdeca e il Bianco d’Alessano (Valle d’Itria) i primi grappoli sono stati staccati nella prima decade di settembre, per poi proseguire con gli altri vitigni quali il Trebbiano e la Malvasia.
Per i vitigni autoctoni a bacca rossa come il Primitivo (Salento e Valle d’Itria) i conferimenti sono iniziati nella seconda metà di agosto, mentre per il Negroamaro (Salento) intorno alla seconda decade di settembre. A fine settembre si è proseguito con il Bombino Nero (Tavoliere) e quindi con il Montepulciano e il Susumaniello (Alto Salento), mentre a metà dello stesso mese la vendemmia si è conclusa con il Nero di Troia (Tavoliere). A causa delle abbondanti piogge di metà settembre, l’uva ha subito danni nella sua integrità, ma fortunatamente non rilevanti. Dai primi riscontri di cantina i vini risultano di buona qualità, equilibrati e ben strutturati. Complessivamente in tutta la regione si stima un quantitativo superiore allo scorso anno tra il 10 e il 15% a seconda delle zone, pari ad una produzione di vino di circa 8,9 milioni di ettolitri.
SICILIA
Quantità: -7% rispetto vendemmia 2015 La vendemmia per le varietà bianche precoci è iniziata con il Pinot grigio, il Sauvignon blanc e lo Chardonnay nella prima settimana di agosto, con un ritardo di qualche giorno rispetto alla scorsa vendemmia. Nella seconda settimana di agosto si sono raccolti il Viognier e Muller Thurgau ed il Moscato bianco, mentre nella terza settimana dello stesso mese è stata la volta delle uve di Catarratto e Grillo basi spumante. La vendemmia delle uve rosse, in particolare per il Merlot, è iniziata nella terza decade di agosto, a seguire tutte le altre varietà come Syrah, Nero d’Avola e Frappato, per concludere con il Cabernet sauvignon nella prima settimana di settembre. Per quanto riguarda le varietà autoctone a bacca bianca i conferimenti di Grillo e Zibibbo sono iniziati nella terza decade di agosto mentre per il Catarratto e l’Insolia la raccolta è avvenuta a partire dalla prima decade di settembre. Nella zona dell’Etna la vendemmia ha preso il via alla fine di settembre con il Carricante e a seguire con il Nerello Mascalese che si protratto sino alla fine di ottobre. Complessivamente la sanità delle uve conferite è risultata buona, così come la resa uva/vino.
Durante la raccolta e le vinificazioni non si sono registrate problematiche particolari e i primi dati analitici evidenziano vini con una qualità assai interessante con diverse punte di ottimo ed alcune di eccellente. Quantitativamente parlando nella zona del Moscato di Noto e di Siracusa e nell’area della Docg Cerasuolo di Vittoria si registra un calo del 10%. Nell’isola di Pantelleria, a causa delle scarsissime precipitazioni, la produzione dello Zibibbo ha registrato un decremento di ben il 45%. In tutta l’Isola si stima un decremento medio di oltre il 5% rispetto alla campagna vitivinicola 2015 dovuto soprattutto ad un ammanco delle varietà a bacca rossa. Pertanto si stima una produzione complessiva di vini e mosti di poco superiore ai 5,8 milioni di ettolitri. Per quanto concerne il mercato le contrattazioni evidenziano un leggero aumento dei prezzi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
SARDEGNA
Quantità: uguale rispetto vendemmia 2015. Dopo un’estate arida, Giove Pluvio, nella prima decade di settembre, ha finalmente portato acqua in Sardegna, dando quindi un po’ di sollievo agli “assetati” vigneti isolani. Acqua utile soprattutto per quei vitigni a maturazione tardiva, in primis Cannonau e Carignano. Si sono poi alternate giornate soleggiate e mai torride, che hanno permesso alle viti di arricchirsi di un buon corredo di sostanze aromatiche e polifenoliche. A metà settembre e nel successivo periodo la Sardegna è stata attraversata da una perturbazione atlantica che ha fatto crollare le temperature portando altresì copiose piogge. In varie macrozone dell’isola, si sono abbattute delle vere e proprie bombe d’acqua, che hanno compromesso in parte la sanità delle uve in fase di raccolta, con qualche accenno di muffa grigia, che è stata però limitata da tempestive operazioni vendemmiali, che hanno riportato il tutto alla normalità.
Per i vitigni più tardivi invece non si lamentano problemi sanitari. Infatti, le luminose giornate di fine settembre hanno permesso un decorso regolare della maturazione. La gradazione delle uve è risultata mediamente inferiore di un grado alcolico rispetto all’ultima vendemmia. Analizzando le produzioni dei vitigni per quanto riguarda le uve a bacca bianca (in primis Vermentino, Nuragus e Vernaccia) i quantitativi risultano in linea con la precedente vendemmia. Lo stesso dicasi per le varietà a bacca rossa. La chiusura delle operazioni vendemmiali è avvenuta intorno al 10 di novembre con la raccolta delle ultime uve di Nasco e Malvasia, base dei vini da dessert. Quantitativamente in tutta la Sardegna si stima una produzione pressoché simile a quella dello scorso anno pari a poco più di 790.000 ettolitri. Il mercato risulta stabile senza particolari variazioni rispetto all’ultima vendemmia.
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