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Truffa ”Bollicine”: a Cuneo al via il processo

Un caso quello di ”Bollicine” sul quale si era espressa anche la Corte di Giustizia UE che si era opposta al reinvio a giudizio richiesto dal Gip per scongiurare la prescrizione del reato. Secondo la Corte di Giustizia, la preiscrizione non dovrebbe essere applicata in casi di reati fiscali di una certa gravità, che ledono anche gli interessi economici della UE alla quale va una parte del gettito Iva degli stati membri. Siamo nel 2009, a Cervasca. La Guardia di Finanza di Cuneo scopre una frode fiscale del giro di qualche milione di euro messa in atto da Planet Srl di Cervasca a partire dal 2005. La società acquistava bottiglie di champagne esenti iva attraverso operazioni di false fatturazioni tramite scatole cinesi e società fittizie allo scopo di avere prodotti sottocosto da rivendere a prezzi concorrenziali.  8 gli arresti che hanno portato al sequestro, nel 2012,  di quasi 700 mila euro in immobili di proprietà dei soci della società a copertura dell’iva evasa. Il processo si è aperto a Cuneo: sette indagati accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e altri cinque, legati a società lombarde e campane accusate di concorso in truffa. Processo già renviato a settembre a causa di una errata trascrizione di nominativi agli atti.

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297 avvisi di garanzia per la ”gang” dell’ Oltrepò: frode commerciale e associazione a delinquere

Sono 297 gli avvisi di garanzia emessi dalla Procura di Pavia a fronte dell’indagine sulla presunta frode a ”Terre d’Oltrepo”. Tra gli indagati, i membri dell’ex consiglio di amministrazione della Cantina di Broni, numerosi produttori e soci conferitori di uva che dal 2010 al 2014 avrebbero venduto alla cantina uva, vino e mosto diversi da quelli indicati sui documenti, per tipologia, quantità e provenienza. Vini tagliati, imbottigliati con etichette ”false” per contenuto e provenienza a danno di ignari consumatori, ma anche di onesti produttori che tuttora pagano lo scotto in termine di immagine per questi episodi. Il vino, inizialmente posto sotto sequestro, era stato dissequestrato in autunno per essere imbottigliato e venduto come semplice vino da tavola, quello che era in sostanza. Per venti soggetti si prefigura anche il reato di associazione a delinquere. Dovranno rispondere, di vari reati: frode nel commercio di uve, mosti e vini, falsa fatturazione, operazioni inesistenti, falsificazione di registri. Terre d’Oltrepò dovrà  rispondere anche di truffa aggravata per avere percepito indebitamente fondi pubblici e sovvenzioni per arricchimenti del vino. Una vera e propria ”organizzazione” dove ogni soggetto aveva compiti e ritorni economici diversi. (foto La Provincia pavese)

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