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Il Codice Ateco 74.99.41 per Sommelier ed Enotecari è realtà

Il Codice Ateco 74.99.41 per Sommelier ed Enotecari aspi video messaggio giuseppe vaccarini

Il Codice Ateco 74.99.41 è realtà per Enotecari e SommelierA partire dal 1° aprile 2025, entrerà ufficialmente in vigore il nuovo strumento dedicato esclusivamente alle attività di consulenza fornite da enotecari e sommelier. Si tratta di un traguardo storico per la categoria, che finalmente ottiene un riconoscimento formale all’interno del sistema di classificazione delle attività economiche. L’introduzione di questo codice è il risultato di un intenso lavoro di sensibilizzazione e interlocuzione istituzionale portato avanti da Aspi – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana. L’associazione ha collaborato attivamente con il Comitato Istat, dimostrando con dati concreti e analisi approfondite l’importanza di una classificazione specifica per questa professione. Grazie a questo sforzo congiunto, gli operatori del settore potranno ora beneficiare di maggiore tutela normativa, riconoscimento professionale e nuove opportunità di crescita.

IL CODICE ATECO PER SOMMELIER ED ENOTECARI È REALTÀ

L’introduzione del codice Ateco 74.99.41 porta con sé vantaggi concreti per gli enotecari e i sommelier, contribuendo a valorizzare ulteriormente la loro professione. Garantirà chiarezza normativa e tutela professionale, attraverso una classificazione ufficiale che permette di distinguere con precisione il ruolo di enotecari e sommelier, evitando ambiguità e riconoscendo il valore delle loro competenze. I professionisti registrati con il nuovo codice potranno inoltre usufruire di benefici economici e fiscali riservati alle attività riconosciute, come agevolazioni contributive e forme di sostegno specifiche per il settore. Non ultimo, l’inserimento in una categoria economica ben definita rafforza la posizione della sommellerie nel panorama professionale e imprenditoriale, consolidando la sua immagine agli occhi di enti pubblici, aziende e consumatori.

UNO SVILUPPO STRATEGICO PER LA SOMMELLERIE

L’introduzione del codice Ateco 74.99.41 è realtà per Enotecari e Sommelier rappresenta un passo fondamentale per l’evoluzione della professione di sommelier, che potrà ora differenziarsi e affermarsi ulteriormente sia a livello nazionale che internazionale. Aspi continuerà il suo lavoro di supporto ai professionisti, fornendo aggiornamenti, assistenza e strumenti per sfruttare al meglio le opportunità offerte da questa importante novità. Non a caso, il presidente nazionale dell’associazione parla di «una grande conquista per tutti i sommelier italiani».

«Dopo il riconoscimento di Aspi nella lista ufficiale del Ministero delle Imprese del Made in Italy – evidenzia Giuseppe Vaccarini in un videomessaggi indirizzato ai soci – arriva un altro traguardo fondamentale, il nuovo codice Ateco 74.99.41. A partire dal 1 aprile 2025, questo codice entrerà quindi in vigore e finalmente riconoscerà i sommegliei come una professione a sé stante, indipendente e altamente qualificata. Questo è un traguardo storico, come potete ben immaginare. Con il codice Ateco, il sommelier ottiene finalmente il riconoscimento economico e sociale che merita».

NUOVO CODICE ATECO: COSA CAMBIA PER I SOMMELIER?

Cosa cambia per i sommelier? «Innanzitutto – continua il presidente Aspi Giuseppe Vaccarini – il riconoscimento ufficiale della professione, poi la possibilità di accedere a incentivi e agevolazioni fiscali e per ultimo maggiore visibilità e credibilità. I sommelier italiani potranno operare con maggiore sicurezza e professionalità, espandendo le proprie attività nella consulenza, nella formazione, negli eventi e nella comunicazione del vino. Come sapete, Aspi è il punto di riferimento per i sommelier italiani. L’unica associazione di settore – continua Vaccarini – riconosciuta dalla legge, che grazie ad un costante impegno ha saputo costruire un dialogo efficace con le istituzioni per ottenere questo straordinario risultato. Un momento storico che segna l’ inizio di una nuova era per tutta la sommellerie. Brindiamo per Aspi e brindiamo per la sommellerie. Cin!».

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L’Italia cresce a Wine Vision by Open Balkan 2024. Veronafiere Vinitaly: «Balcani mercato chiave»


Non c’è due senza tre. L’Italia aderisce sempre più in massa al “Vinitaly dei Balcani“. Wine Vision by Open Balkan 2024 segna il terzo anno della collaborazione commerciale e istituzionale che vede Veronafiere con Vinitaly capofila della missione a Belgrado, insieme ad Agenzia Ice. «L’obiettivo – spiega a Winemag l’ente di Verona – resta la promozione del vino italiano in Serbia, Macedonia del Nord e Albania. La presenza di Vinitaly a Wine Vision By Open Balkan (22-24 novembre), dove organizza e gestisce l’Area Italia, rafforza la posizione del nostro Paese come partner strategico per il comparto enologico dei Balcani». Una macro-area da oltre 320 milioni di euro di export. Una vera e propria porta di accesso al più ampio mercato dell’Europa dell’Est, sempre più attenta, nei suoi centri e città nevralgiche, al Made in Italy enologico.

VINO ITALIANO SEMPRE PIÙ APPREZZATO IN SERBIA (E NEI BALCANI)

«Vinitaly – aggiunge Veronafiere – continua dunque a investire in attività promozionali per favorire l’incontro tra produttori italiani e buyer locali, sostenendo al contempo una cultura del vino di qualità attraverso un programma di 6 importanti masterclass, guidate da Giuseppe Vaccarini, presidente di Aspi, e realizzate in collaborazione con Ice». Negli ultimi anni, il consumo di vini italiani in Serbia ha mostrato una crescita costante. Molte etichette italiane sono diventate le principali scelte dei winelovers, dalle parti di Belgrado. «Questo interesse crescente – evidenzia Veronafiere Vinitaly – rispecchia un apprezzamento per la qualità e la varietà dell’offerta italiana, nonché il successo delle iniziative che presentano il vino italiano come scelta di valore per i consumatori serbi».

AUMENTA LA PRESENZA DELL’ITALIA A WINE VISION BY OPEN BALKAN 2024

In aumento, quest’anno, le aziende vinicole che fanno parte della collettiva organizzata da Vinitaly nell’Area Italia: 57 (erano 50 nella scorsa edizione), in rappresentanza di 8 regioni italiane: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto. Le cantine hanno già fissato un calendario di incontri b2b con operatori da Albania, Austria, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Macedonia, Montenegro, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, parte del programma di incoming realizzato sempre in partnership con Ice.

«La missione a Belgrado – aggiunge Veronafiere Vinitaly a winemag.it – oltre ad accompagnare le aziende italiane in Serbia, fa parte delle attività di Vinitaly per selezionare e invitare operatori e buyer locali per la prossima edizione del salone interazionale dei vini e dei distillati di Verona, in programma dal 6 al 9 aprile 2025. Confermata la partecipazione in Fiera a Verona dei produttori di Serbia, Albania e Macedonia del Nord in un unico spazio espositivo, con le migliori etichette dei tre Paesi, riunite nell’area Open Balkan».

Cara Italia, occhio ai Balcani: missione Veronafiere in Serbia per Wine Vision by Open Balkan

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Corso sommelier online, è bufera. La Scuola si difende: «Siamo pop, questo è il futuro»

Diventare sommelier dalla vasca da bagno, sorseggiando un calice di vino recapitato a casa in delivery e seguendo le lezioni online, dal proprio smartphone, tablet o computer portatile. Tra le bolle di sapone. Un sogno? Non più, forse. Non a caso ha scatenato un polverone l’iniziativa della Scuola Italiana Sommelier.

La pubblicità di un corso online a prezzi popolari e fortemente concorrenziali rispetto a quelli “canonici”, ha causato la reazione di diversi rappresentanti delle altre compagini della sommellerie, tirate in ballo senza giri di parole.

Le lezioni, infatti, sono riservate a chi ha già conseguito l’attestato del I e II livello in associazioni come Ais, Fisar e Fis. Senza bisogno di alcun “test d’ingresso” o verifica ulteriore delle competenze già date per acquisite.

Nell’occhio del ciclone è finito così Nicola Ferrazzano, presidente nazionale della Scuola Italiana Sommelier e ancor più l’uomo che rischia di passare alla storia – perdonino i renziani, ancor più in tempi di paventate crisi di Governo – come il “Rottamatore” della Sommellerie italiana.

«Lungaggini e prezzi esagerati e ingiustificati degli altri corsi», i fili conduttori della filippica renziana, pardon “ferrazziana”. Insomma, poco da star sereni. La filosofia della Sis pare chiara e sintetica, per arrivare presto al risultato.

Il terzo livello del «Corso online per sommelier professionale» ha un costo di 320 euro, «tutto compreso». Il corsista riceve a casa «16 bottiglie di vino, libri di testo, un tastevin, una cravatta o foulard di pura seta e un kit di 9 sentori». Data di inizio fissata per le ore 20.30 di lunedì 18 gennaio. Dove? Dove vi pare. Purché il WiFi sia stabile.

Il 4 gennaio, l’Associazione italiana sommelier (Ais) si è affrettata a precisare sui propri canali social che «i corsi di 1°, 2° e 3° livello già programmati nel 2021 saranno nuovamente calendarizzati e pubblicati appena possibile», rimandando ai delegati provinciali per ulteriori informazioni: «Sono a vostra disposizione».

Lo stesso giorno, Fisar ha lanciato la campagna tesseramenti 2021: «Entra nella famiglia Fisar e scopri un mondo di eventi, degustazioni, corsi e contenuti. Scopri come tesserarti», il messaggio affidato a Facebook, seguito dagli binomio di hastag ufficiali: #NoiFisar, #GetFisar. Insomma, acque agitate in vista dell’auspicabile ripartenza dei corsi “in presenza” interrotti a causa di Covid-19.

Presidente Nicola Ferrazzano, è ormai consapevole di aver sollevato un polverone promuovendo un “corso online” per diventare sommelier. Qual è il suo punto di vista e cosa ha spinto la Scuola italiana sommelier a promuovere corsi online per il terzo livello, invitando allievi di altre associazioni?

Debbo fare una doverosa premessa per far meglio comprendere tutte le mie argomentazioni. La nostra associazione è l’unica che ha nel proprio nome uno specifico riferimento alla didattica: infatti siamo la Scuola Italiana Sommelier. Le altre sono Associazioni o Federazioni o Fondazioni che contengono solo un significato di aggregazione e non di istruzione.

La Scuola Italiana Sommelier non pone barriere, non crea ostacoli agli appartenenti di altre associazioni, ma accetta indistintamente chiunque voglia farne parte a prescindere dalla provenienza o appartenenza.

Noi promuoviamo Corsi di 1°, 2° e 3° Livello e i nostri Corsi, come precisato prima, sono aperti agli appartenenti di qualsiasi associazione senza l’obbligo di iniziare dal primo livello solo per questioni economiche.

Gli argomenti di base sul vino sono sempre quelli, sempre gli stessi, uguali per tutte le associazioni. Basta confrontare i programmi. Ben vengano, quindi, ai nostri Corsi anche gli iscritti di altre associazioni. La pubblicità e la concorrenza sono l’anima dello sviluppo, anche economico.

Si potrebbe pensare che vogliate “sfruttare” le difficoltà del momento delle altre associazioni, i cui corsi sono “fermi” a causa dell’emergenza Covid-19

Perché sfruttare le difficoltà del momento? Il Corso di 3° Livello è regolarmente programmato da mesi dopo aver svolto il 1° e il 2° Livello. È da anni che svolgiamo la doppia attività didattica in aula e online.

Se gli altri hanno fermato la loro attività in aula (come abbiamo fatto anche noi) senza l’alternativa della didattica online non è colpa nostra. Anzi ciò amplifica il nostro merito nel rispetto dei vari Dpcm per aver continuato la formazione didattica a distanza.

Noi rappresentiamo il futuro. I nostri Corsi online non sono più facili, ma sono solo più comodi e più accessibili in tutte le parti d’Italia, d’Europa e nel Mondo. Abbiamo studenti italiani dalla Danimarca, Germania, Inghilterra, Romania e persino dall’Australia.

Come è nata la Scuola italiana sommelier?

Dopo aver conosciuto nei minimi dettagli l’attività delle altre associazioni frequentando i loro Corsi (Sommelier Ais, Sommelier Fisar, Master Sommelier Fis) abbiamo creato con un gruppo di amici, il 30 maggio 2017, la Scuola Italiana Sommelier in alternativa alle altre esistenti con lo scopo di eliminare le lezioni superflue di un Corso che contribuivano solo ad allungare il percorso per meri scopi economici e commerciali.

Più sono le lezioni svolte (circa 15 -17 per livello) e più saranno i costi a carico degli iscritti. Un costo di € 600/700 per livello (pari a € 1800-2100 complessivi) non è più accettabile. Come non è più accettabile un Corso che duri 2 o tre anni.

Solo tre esempi di lezioni superflue: che senso ha fare una lezione di due ore solo sulla tecnica della degustazione visiva oppure una lezione sull’abbinamento cibo vino dedicata interamente alle uova e alle salse. oppure un’intera lezione dedicata alle insalate, all’olio e all’aceto? I nostri Corsi sono più essenziali e senza fronzoli.

Quanti iscritti conta la Scuola, ad oggi, e in quali regioni?

Le nostre sedi fisse sono a Genova, Brescia, Verona, Roma, Palermo, Cosenza e Bari. Online, invece, non abbiamo confini inviando direttamente a casa degli allievi ben 50 bottiglie di vino da 750 cl, 27 sentori per allenare l’olfatto, libri di testo, la Tavola degli Aromi, i Colori del Vino.

Quanti iscritti ai nostri 12 Corsi? Mi lasci dire con orgoglio: migliaia di iscritti all’anno, anche per i nostri bassi costi. Prezzi popolari per una cultura a portata di tutti.

Dal punto di vista burocratico e ufficiale, la Scuola italiana sommelier opera alla stessa maniera degli altri “enti” e associazioni di formazione?

La nostra tipologia, con codice fiscale e codice Ateco, è la stessa di tutte le associazioni, come previsto dalla legge. Ma badi bene, perché quello che sto per dirle ora farà scalpore, ma servirà a fare chiarezza. Tutte le altre associazioni (Ais, Fisar, Fis) aggiungono in calce ai loro Attestati (non diplomi) la seguente dicitura: “Riconoscimento giuridico con decreto n…”.

Questa dicitura è solo uno “specchio per le allodole”, in quanto farebbe intendere che l’Attestato abbia un qualche riconoscimento giuridico. Alcune loro pubblicità recitano addirittura così: “Corsi legalmente riconosciuti dalla Presidenza della Repubblica Italiana”.

Questa dicitura è assolutamente ingannevole, in quanto non esiste alcun attestato da sommelier che sia mai stato “legalmente riconosciuto dalla Presidenza della Repubblica”. Come mai? E cos’è allora il riconoscimento giuridico?

Il “riconoscimento giuridico” di un’Associazione attiene solo al “conseguimento della personalità giuridica patrimoniale”, attraverso l’iscrizione nel relativo registro presso le prefetture che altro non è, appunto, che una mera garanzia patrimoniale dell’associazione, con il deposito di circa 80-100.000 euro accettato dallo Stato con relativo decreto. La Prefettura di Genova, per esempio, chiede il deposito di € 80.000.

Quindi, nulla a che vedere con la ventilata “validità giuridica dell’attestato”, che non esiste per nessuno. Il riconoscimento giuridico di un’associazione attiene solo al patrimonio e non conferisce alcuna valenza aggiuntiva all’attestato. Nulla ha a che vedere con la capacità professionale o didattica dell’associazione stessa. Morale: nessun attestato di Sommelier ha il riconoscimento giuridico.

Qual è la sua professione? 

Sono un imprenditore in pensione, laureato in Scienze Geologiche, ex dirigente di azienda, stella di bronzo al merito sportivo del Coni, Presidente Nazionale della Commissione Gare della Fitet (Federazione Italiana Tennistavolo).

Per passione Degustatore Onav, Sommelier Ais, Sommelier Fisar, Direttore di Corso Fisar, e Master Sommelier Fis, con l’incarico di Presidente Regionale Fis Liguria. Ideatore e titolare della Collana Vinario e autore del Manuale Pratico per il Novello Sommelier, della Tavola degli Aromi e di Liguria, tutti i vini in rassegna.

Il suo incarico di presidente nazionale della Scuola italiana sommelier è in palese contrasto con gli statuti di alcune delle associazioni da lei menzionate, se non altro in termini di concorrenza diretta. Nessuna di queste ha avviato procedimenti come ammonizioni, sospensioni o proceduto all’espulsione nei suoi confronti?

In realtà mi hanno espulso da tutte queste associazioni private perché se uno fa parte di un’altra associazione non può più farne parte. Che assurdità. Vorrebbero considerare la tessera culturale come l’appartenenza ad un partito politico.

Ma qui casca l’asino: non è che uno è Sommelier Ais o Fisar solo sino a quando paghi la quota sociale, si è Sommelier Ais o Fisar a vita, a prescindere dal rinnovo o meno della tassa annuale, perché quest’attestato lo hai ottenuto dopo aver pagato 1800 euro e superato un esame finale.

È solo una gabola per farti continuare a pagare la quota associativa. Il titolo non decade mai. Alle associazioni conviene far credere questo solo per continuare ad introitare le quote di iscrizioni annuali. Ad onor del vero solo Fis e Sis (Scuola Italiana Sommelier) rilasciano l’attestato di “Sommelier per Sempre”.

Nella sua opinione, cosa manca alla sommellerie “tradizionale” e in che modo la sua iniziativa creerebbe “valore aggiunto” al settore e non ulteriore confusione tra chi vuole avvicinarsi?

La nascita di nuove Associazioni culturali non crea mai confusione, al contrario amplia il panorama delle opportunità. È la paura del nuovo, la paura di perdere consensi che blocca l’evoluzione delle “vecchie” associazioni tradizionali.

Col passare del tempo il termine Sommelier, che identificava per antonomasia l’esperto del vino, ha oggi subito, in positivo, una contaminazione culturale con la nascita del Sommelier dell’Olio, della Birra, del Tè e persino dell’Acqua Minerale.

Qual è il nostro valore aggiunto? L’essenzialità dei nostri Corsi senza fronzoli ma soprattutto l’utilizzo della didattica a distanza che consente di portare la nostra cultura ovunque, specie nei piccoli paesi che mai avrebbero potuto partecipare ad un Corso per Sommelier.

Abbiamo Chef stellati che si iscrivono ai nostri Corsi così come proprietari di Cantine, di frantoi per i Corsi di Sommelier dell’Olio, di negozianti che non avrebbero avuto il tempo di partecipare se non attraverso i nostri Corsi online.

La nostra intuizione è stata l’arma vincente ovvero quella di spedire direttamente a casa le bottiglie di vino o i vari Kit di degustazione per far seguire rigorosamente in diretta (mai nulla di registrato) le nostre lezioni degustando tutti lo stesso identico prodotto.

Un ulteriore ed importante valore aggiunto è il riconoscimento della validità della didattica svolta dalle altre associazioni concorrenti (Ais, Fisar, Fis, Aspi, Onav) che consentono agli allievi di continuare e terminare un percorso iniziato anche presso altre associazioni senza dover iniziare tutto daccapo per meri scopi economici.

Termino dicendo che tutti i nostri Docenti sono Sommelier di rango, con grande esperienza alle spalle, che ci consentono di proporre corsi per Sommelier del Vino, dell’Olio, della Birra, del Tè, del Caffè, del Cioccolato, del Miele, dei Distillati, del Sakè, dell’Aceto, dell’Acqua Minerale e Mixology.


Aggiornamento delle ore 20.55 del 07/01/2021

Corso online, Fisar diffida la Scuola italiana sommelier

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Marco Spini, il sommellier di Ba-Restaurant: “Vi racconto la mia quarantena a Milano”

Se c’è un ristorante, a Milano, che interpreta in maniera maniacale la cucina tradizionale cinese, con un tocco prezioso di contemporaneità, quello è Ba-Restaurant. Lo ha aperto nel 2011, in via Raffaello Sanzio 22, la famiglia Liu (Claudio, Marco e Giulia). Ampliando un impero del gusto orientale che annovera anche Iyo e Gong.

Poco prima del lockdown, il tempo di rinnovare gli interni, ma non lo spirito e il personale. In cucina confermato il giovane ed estroso Executive Chef Bryan Hooi. Alle “bottiglie” un sommelier (Aspi) tanto esperto quanto entusiasta e discreto: Marco Spini.

Classe 1968 e una caratteristica che lo rende unico tra i sommelier italiani: il baffo all’insù, alla Salvador Dalí. Ma è unica anche la voglia di continuare ad aggiornare una Carta Vini che conta oggi quasi 500 etichette, nazionali e internazionali. Solo uno dei tanti professionisti costretti al lockdown, in una Milano che ha voglia di tornare normale, dopo la quarantena.

Marco Spini, quei baffi all’insù sono uno dei simboli del Ba. Ma bisogna poterseli permettere, dopo tanti anni di gavetta. Lei può, insomma

Dopo una formazione tecnica e artistica, sono entrato nel mondo del lavoro come impiegato, ma presto ho scoperto altri interessi, come quello per il vino. Nel 1994 mi sono iscritto al Primo livello con Ais. Pochi mesi dopo, la mia passione è diventata un lavoro, in qualità di commis-sommelier a “L’Osteria”, a Milano al fianco di Franco Bisignani, del quale divento da subito la spalla.

L’Osteria è un luogo magico, un vero e proprio antesignano del concetto che verrà molto dopo di Wine Bar: aperto nel 1977 da Franco, è una mescita di vino affiancato da Salumi e Formaggi. Il tutto accuratamente selezionato.  Abbiamo 350 vini in carta con una trentina di vini al bicchiere.

Facciamo costruire un’azotatrice su misura da un artigiano di Alba, che ci permette di servire 8 grandi rossi al calice in mancanza di ossigeno. Tutte le sere si aprono almeno 40, 50 bottiglie, con almeno 3, 4 decantazioni al tavolo ed è un grandissimo successo, la clientela è molto variegata. Negli anni a venire il Naviglio esploderà e si riempirà di locali, siamo solo all’inizio, anni formidabili.

Ogni primo lunedì del mese ci riuniamo in Osteria insieme ad altri professionisti ( tra i quali voglio ricordare Maida Mercuri del Pont de Ferr, Roberto De Feudis de Le Vigne, Fabio Locatelli della Trattoria Madonnina ed il grande amico Gianni Frattola) ed assaggiamo tutti i campioni che ci inviano i commerciali e le aziende, commentandoli e condividendo le nostre impressioni. Ci chiamano “Il Gruppo dei Navigli“.

Insieme ci muoviamo per le fiere e le manifestazioni di settore (Vinitaly e Merano Wine Festival in primis), le degustazioni e le visite in azienda. Nel 1996 mi diplomo Sommelier professionista, nel 2000 con Franco prendo in gestione il locale, dove rimango fino al 2005. Poi mi prendo una piccola pausa.

Poi per 5 anni mi occupo di dirigere un bistrot in Zona Tortona , il “Piquenique” di via Bergognone, dove mi occupo anche della cucina del wine-bar, cui segue un anno presso “La Cantina di Franco” di via Sanzio.

Arrivo poi a “La Dogana del Buongusto”, nel 2013, dove a fianco di Nino Pappalettera, tutt’ora mio maestro di Sommellerie e mentore, entro nello staff del ristorante come chef de rang e sommelier.

Nel 2016 approdo al Ba-Restaurant come Head Sommelier. Marco Liu mi affida la responsabilità del beverage, lasciandomi la massima libertà nella composizione della nuova carta. Nasce da subito un bellissimo rapporto.

Mi occupo del rinnovamento della cantina, che riorganizzo e che poco dopo verrà anche climatizzata, creando una Carta vini che viene modellata sul menù e sulle mie suggestioni, ma con un occhio anche alle preferenze degli ospiti ed un altro alle nuove tendenze del mercato.

Nello specifico?

Al suo interno trovano posto grandi produttori e artigiani, vini rinomati e meno conosciuti, aziende dall’approccio convenzionale, biologico o biodinamico. Tutti i vini sono caratterizzati da finezza ed eleganza, qualità e pulizia delle sensazioni e dalla personalità: si deve sentire la mano che lo ha fatto, la storia da raccontare. Il telling.

In tre anni e oltre di lavoro ho quintuplicato la carta, in maniera graduale, un passo alla volta. La carta dei vini attualmente sfiora le 500 referenze, ed è in continuo divenire.

Al bicchiere oltre 40 vini e una novità: la “Carta dei Tè”. Si è occupato anche di questo?

Con la riapertura del nuovo locale ho implementato la mescita al calice consueta, composta da 5 “bolle”, 5 bianchi, 5 rossi, 11 vini da dessert. E con una proposta di grandi vini al bicchiere: 6 bianchi, 6 rossi, 3 dessert, serviti con Coravin e con rotazione mensile, quindi l’offerta al bicchiere è di oltre 40 vini.

Altra novità inserita la Carta dei Tè, l’abbinamento tradizionale cinese: 10 tè da me selezionati, in base alle caratteristiche di pairing. Al momento sono tre verdi, un bianco, un wulong, tre fermentati: due neri, un rosso,e poi due herbal.

Ovviamente il servizio del tè avviene secondo le regole con le giuste temperature, i giusti tempi di infusione e le quantità di foglie e viene eseguito da noi al tavolo, presentando l’infuso (le foglie bagnate, dopo infusione) e il liquore (la bevanda).

Altro mio importante compito è quello di supervisionare e coordinare il personale di sala in merito alle principali tecniche di sommellerie e di mantenere elevato lo standard di servizio.

Il suo ruolo in Aspi?

Collaboro con l’Associazione Aspi (Associazione della Sommellerie Professionale Italiana, unica referente nazionale di ASI, l’Association de la Sommellerie Internationale ndr), fondata nel 2008 da Giuseppe Vaccarini, grande maestro e riferimento per me importantissimo.

Partecipo attivamente alle attività di Aspi come Formatore, sia per i corsi di formazione rivolti ai professionisti che per quelli delle Scuole Alberghiere. Dal 2015 al 2017 ho rivestito il ruolo di Coordinatore per Milano e Provincia. Attualmente svolgo anche la funzione di Tutor per il Percorso Tutorato di preparazione all’esame di abilitazione professionale.

L’attualità del Ba-Restaurant è però legata al lockdown. Quando avete chiuso?

La prima chiusura è stata dal 26 febbraio al 4 marzo, per poi chiudere nuovamente dall’8 marzo, da disposizioni.

Siete pronti a riaprire? Con che misure?

Francamente siamo in attesa come tutti di attendere una definizione chiara delle nuove disposizioni. Partiamo da un ottima base: sulle questioni normative la policy di Ba è molto rigorosa, da sempre. Per noi, igiene del luogo di lavoro e del personale e il benessere e la sicurezza dell’ospite sono sempre state al primo posto.

Con la riapertura abbiamo ridotto i coperti e quindi già aumentato le distanze tra i tavoli. Andremo a calibrarle ulteriormente. Andremo a gestire ancor meglio i flussi della clientela, utilizzeremo tutte le nuove procedure che verranno stilate, quindi sanificazione, rilevazione della temperatura, monitoraggio degli ingressi, eccetera.

Sarà molto importante trasmettere fiducia e rassicurare il più possibile i nostri ospiti, alzando ancor di più il livello del comfort oltre che quello della sicurezza. Nel frattempo ci stiamo organizzando per il delivery, che sta per partire. E visto che avremo le mascherine (la vorrei coi baffi!) impareremo a sorridere con gli occhi!

Quanti coperti assicuravate al giorno, in media, prima del lockdown?

Un centinaio tra pranzo e cena, su un totale di 64 coperti, tenendo conto che arriviamo da una chiusura di 4 mesi per totale ristrutturazione e che abbiamo riaperto il 10 dicembre 2019.

Quanto calici e bottiglie era abituato a servire, prima del lockdown? Più calici o più bottiglie?

Direi 30-35 bottiglie, più 25-30 calici, tenendo conto anche degli aperitivi e dei vini da dessert.

Più vini italiani o stranieri? Quali sono le aree più richieste?

Sicuramente più italiani, anche se Champagne e Borgogna hanno una buona richiesta, anche se più di nicchia. Per l’Italia sicuramente Alto Adige, Friuli, Piemonte, Toscana, Campania e Sicilia. Per l’estero i già detti Champagne e Borgogna, ma anche qualche escursione su Loira, Alsazia, Cȏte du Rhone e Bordeaux per la Francia; Reno e Mosella per la Germania.

Quali sono i prezzi medi di calici e bottiglie servite?

Si viaggia su una media di 35-40 euro a bottiglia e di 8-10 euro per il calice. I prezzi variano molto a seconda dei vini. La mia carta, peraltro, è tutta consultabile sul sito web di Ba Restaurant.

Oggi cosa fa il sommelier Marco Spini per tenersi in “allenamento”?

Bravo, mi alleno, dice bene: continua come sempre la mia ricerca personale: assaggio nuovi vini e cerco nuovi spunti per il futuro, leggo e mi documento, mi sento con i colleghi. E poi studio:  la formazione continua per un sommelier contemporaneo è fondamentale, gli argomenti sono tantissimi ed il tempo è sempre poco, quindi ne approfitto a piene mani.

Con Aspi, in questo periodo, stiamo continuando con la formazione a distanza e stiamo realizzando una clip quotidiana dove ognuno di noi dà il proprio contributo per fare rete, farci forza e tenerci in contatto in questo particolare momento.

E, per mantenere il buon umore. che è una necessità in questo momento, leggo molto, vedo qualche film, ascolto bella buona musica e mi diverto in cucina, senza dimenticare un po’ di attività fisica quotidiana. Nonostante tutto ripenso alla normale giornata lavorativa: che bello, che nostalgia!

D’accordo, momento confessionale. Si sta concedendo qualche bottiglia in più, in quarantena, oppure non sono cambiate le sue abitudini di consumo?

Ho provato a fare il contrario, per cercare di contenere il peso, ma sono un debole! Ah!

Continuiamo con le confessioni. I tre migliori assaggi ai tempi del lockdown?

Monleale 1995, penultima bottiglia di 24 che presi nel 1997 dalle mani del Walter Massa, che mi consegnava il vino direttamente in Osteria: fantastico, ancora fresco e pungente, come il produttore!

Muller-Thurgau Pacherhof 2018. Novacella, Valle Isarco, bianco con naso esplosivo di frutta, fiori bianchi e spezia, bocca polputa con una bella tensione acido-sapida, nota minerale persistente: gran bella esecuzione!

Saint-Vèran Lieu(Inter)dit 2017 Verget: un bianco del Maconnais che non sfigura per nulla con quelli ben più blasonati della Cote de Beaune, uno Chardonnay perfetto, cristallino come solo i grandi Borgogna sanno essere, con un naso elegantissimo e ampio, una bocca di grande potenza con la terna mineralità-freschezza-sapidità infinite.

Un fuoriclasse del vulcanico Jean-Marie Guffens. Il nome del vino deriva dal fatto che il cru, da sempre, si chiama Cȏte Rotie. Siamo a Davayè, accanto a Macon, nulla a che vedere con la notissima Aoc della Cȏte du Rhone. Ma quest’ultima nel 2016 ha ottenuto “l’esclusiva”, quindi l’eclettico Jean-Marie l’ha chiamato appunto “Luogo(inter)detto”!

Come cambierà la carta del vino del Ba, alla riapertura?

Come detto, la mia carta è, per definizione, in “continuo divenire”. Ho già in mente delle novità… Venite presto a trovarmi, vi aspetto!

Cambieranno i rapporti con i fornitori di vino del Ba-Restaurant?

È presto per fare delle previsioni. Di sicuro credo che saranno maggiormente vicini alle nostre realtà. Anche qui staremo a vedere, tutto dipende da come terrà il settore e da come e da quando ripartirà. Sono comunque ottimista.

Pensi che il conto vendita sia un’opzione profittevole da entrambe le parti del calice?

Potrebbe, ma anche su questo mi riservo di aspettare e vedere come sarà la ripresa.

Di cosa ha bisogno la filiera del vino italiano per ripartire?

Bella domanda! Sono sommelier, quindi posso parlare del mio settore. La situazione è seria e molto complessa e soprattutto mai sperimentata prima: i nostri amministratori stanno affrontando l’emergenza, sono stati commessi degli errori, inizialmente sottovalutazione, ma anche dall’estero ci sono arrivati esempi pessimi.

Gli aiuti promessi sono ancora troppo rallentati dalla burocrazia, mentre la categoria chiede aiuti immediati. Dopo quasi due mesi a incasso zero, molti locali sono a rischio di chiusura. Se tutto va bene si riapre a giugno, ma come è ancora tutto da definire. La vera ripresa avverrà con tempi molto lunghi, temo. Per la tenuta e la ripresa serve un serio e forte sostegno dello Stato e della Ue, su questo non vi è dubbio.

Cambieranno le abitudini dei clienti del Ba? Se sì, in previsione, come?

Domanda difficile, ci provo! Credo che la nostra clientela storica ritornerà. Con qualcuno ho avuto modo di confrontarmi. Verranno nuovi clienti, come sempre. Tutta la nostra ricerca non andrà perduta. Ma anche qui bisognerà vedere come e quando, e in che condizioni, le Autorità ci faranno ripartire.

C’è qualcosa che avrebbe gestito in maniera diversa nel contesto del lockdown della ristorazione?

Gli aiuti dovrebbero essere erogati in tempi rapidi e a fondo perduto, non con prestiti. Pare che in altri Paesi europei sia andata diversamente. Vanno fatti dei significativi sgravi fiscali e possibilmente azzerate o abbassate le imposte: Cosap, Tari, Imu, per citarne alcune.

Gli interventi che vediamo sono rallentati dalla burocrazia e perdono di efficacia. Hanno fatto aumentare la preoccupazione degli attori della ristorazione tutta. Come vado dicendo, dall’inizio di questa pandemia, sono molto più preoccupato da quello che succederà dopo, che dall’emergenza sanitaria in sé, anche se la salute pubblica va indiscutibilmente al primo posto.

Quali sono, a suo avviso, le istanze più urgenti per la ristorazione?

Per riaprire in sicurezza serviranno tamponi per dipendenti e datori di lavoro, divise, mascherine, guanti, sanificatori, monitoraggio in e out del cliente, termoscan del cliente, certificazione procedure, eccetera: quindi, assolutamente, aiuti a fondo perduto per sostenere questi costi.

Bisogna rivedere e snellire tutta la burocrazia connessa ai finanziamenti e alle Cig. Abbassare o annullare le tasse per occupazione suolo pubblico, Tari, Imu. Proseguire con il sostegno Cig.

Le banche dovrebbero da subito rivedere affitti e mutui, erogare crediti a fondo perduto per adeguamento alle nuove normative garantiti dallo Stato, che a sua volta dovrebbe accedere ad aiuti Ue. E poi erogare finanziamenti a reale garanzia pubblica (lo Stato garante) a tassi calmierati.

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*photo credit Ba-Restaurant

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Marco Locatelli di Casual Ristorante nuovo coordinatore di Aspi Bergamo

Bergamo – Marco Locatelli è il nuovo coordinatore di ASPI Bergamo. Attualmente direttore e socio dello chef Enrico Bartolini presso Casual Ristorante, una stella Michelin in Città Alta a Bergamo, Marco Locatelli è un volto noto non solo alla realtà locale, ma anche tra i professionisti di tutta Italia, grazie alla pluriennale esperienza nel settore della ristorazione.

Cresciuto a Bergamo, dove la sua famiglia, da sempre nel settore, gestisce La Caffetteria di Locatelli a Valtesse, Marco Locatelli ha scelto di intraprendere questa strada, mettendo da parte il diploma di ragioneria, muovendo i primi passi tra le mura de La Marianna e del Caffè del Tasso. Seguono le esperienze con lo Chef Antonio Guida al Ristorante Il Pellicano** a Porto Ercole e con lo chef Lorenzo Cogo al Ristorante El Coq* a Marano Vicentino, fino a giungere all’incontro con Enrico Bartolini, prima al Devero Ristorante** di Cavenago di Brianza e poi a Bergamo con Casual Ristorante*. Una sinergia, quella creatasi con Bartolini, che nel 2016 ha permesso di guadagnare la prima stella Michelin, con in cucina lo Chef Alex Manzoni.

«Ho fatto il primo passo verso il mondo del vino per passione prima ancora che per professione. Ed è proprio la mia passione a guidarmi nella scelta delle etichette da inserire nella carta dei vini, che risulta essere in costante movimento – spiega Marco Locatelli – Il sommelier ha il compito di accompagnare l’ospite all’assaggio di eccellenze italiane ed estere, guidandolo e consigliandolo tra le numerose novità, senza dimenticare l’importanza dei blasoni che hanno reso salda l’enologia mondiale. Ma senza nemmeno dimenticare il vasto mondo delle birre, dei distillati e, in generale, di tutte le bevande: è un universo vasto che esige molto studio e soprattutto grande passione – quella che porto quotidianamente nel mio lavoro e che spero di trasmettere nel ruolo affidatomi da ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana nella mia città».

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Aspi e Onav insieme: premiati il miglior sommelier e il miglior assaggiatore 2018

MILANO – È Davide Dargenio il Miglior Sommelier d’Italia ASPI 2018, mentre Marco Passarelli è il Miglior Assaggiatore ONAV 2018.

MIGLIOR SOMMERLIER D’ITALIA ASPI 2018
Davide Dargenio, 28 anni, ha studiato come Tecnico dei servizi della ristorazione all’Istituto Carlo Porta di Milano.

Ha lunga esperienza in ristoranti stellati, tra cui: il 3 stelle Michelin The Fat Duck a Bray, in Inghilterra, il 2 stelle Le Manoir Aux Quat Saisons a Oxford, il 2 stelle L’Oustau de Baumanière a Les Baux-de-Provence in Francia, Les Gorges de Pennafort, 1 stella, a Callas in Provenza e Verbier, 1 stella, in Svizzera.

È stato Chef Sommelier del ristorante Le 45 di Montreux ed è oggi Chef Sommelier e formatore al Le Berceau des Sens ristorante d’applicazione dell’E.H.L, la prima e più antica struttura di management alberghiero del mondo a Losanna, in Svizzera.

Nelle semifinali di sabato 6 ottobre, Dargenio si è distinto tra i 12 sommelier professionisti candidati al titolo, accedendo alle finali di domenica 7 con Salvatore Castano, Capo Sommelier al ristorante Mash a Londra, e Paolo Saccone, Group Sommelier del DEDES Group di Sidney.

I candidati hanno testato le loro competenze con prove classiche e a sorpresa, dal servizio all’abbinamento cibo/vino/bevande alla degustazione alla cieca di tre vini con descrizione in lingua straniera. Prove ideate da ASPI – Associazione Sommellerie Professionale Italiana per testare la preparazione dei candidati e scegliere il migliore.

A decretare il vincitore è stata una giuria composta dal presidente ASPI Giuseppe Vaccarini e dai Presidenti delle Associazioni di Sommellerie europee, dai vincitori delle scorse edizioni del concorso e dai giornalisti del settore, con la partecipazione di Jean Pallanca, former President e presidente onorario dell’Associazione dei Sommelierdi Monaco, e di Franko Lukez, Presidente dei Sommelier di Croazia, in rappresentanza dell’ASI.

“Complimenti a Davide Dargenio che ha dimostrato di meritarsi il titolo di Miglior Sommelier d’Italia 2018, superando le prove con straordinaria capacità e preparazione, riempendoci d’orgoglio per la professionalità con cui opera in questo campo. E complimenti anche a tutti gli altri 11 semifinalisti, la cui competenza fa onore al mondo della sommellerie professionale” – ha dichiarato Giuseppe Vaccarini, Presidente ASPI.

MIGLIOR ASSAGGIATORE 2018
Il titolo 2018 del Miglior Assaggiatore è stato assegnato, invece, a Marco Passarelli di ONAV Milano grazie a una prova pressoché perfetta, seguito da Micaela Stipa e Sebastiano Spina, dopo aver superato una prova di 10 domande teoriche e riconosciuto nei dettagli 6 vini scelti fra le eccellenze della enologia italiana.

A valutarli il presidente del Comitato Scientifico ONAV, Prof. Vincenzo Gerbi, il Presidente ONAV Vito Intini, la Vice Presidente Teresa Bordin, il Presidente Onorario Lorenzo Marinello e il Direttore Generale Francesco Iacono.

Sono contento di constatare anche quest’anno – dichiara Vito Intini, Presidente ONAV Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino – che il vincitore, i partecipanti al concorso e tutti i nostri soci hanno seguito la prova condividendone lo spirito conviviale: un’occasione per stare insieme e confrontarsi, una prova più contro se stessi per testare le proprie capacità, che contro gli altri. Abbiamo voluto condividere questa bella iniziativa con ASPI, perché le nostre due associazioni continuano la loro intesa verso una collaborazione sempre più sinergica e duratura nel mondo del vino”.

PREMIO FONDAZIONE BIRRA MORETTI
Infine, a Francesco Cosci, 23 anni, di Monsigliolo (Arezzo), Sommelier presso Les Climats di Parigi, è stato assegnato il “Premio Fondazione Birra Moretti per la valorizzazione della birra a tavola”, per aver mostrato la conoscenza più approfondita della birra e la capacità di servirla e abbinarla al meglio.

Alfredo Pratolongo, Presidente di Fondazione Birra Moretti, ha commentato: “La figura del sommelier è il tramite ideale per trasmettere la cultura della birra attraverso la ristorazione ai clienti, che possono affinare il loro ‘gusto birra’, guidati verso scelte più informate e quindi migliori, nel segno di un consumo di birra legato alla qualità e al piacere della tavola”.

LE PROSSIME NOVITA’
ASPI ha annunciato la nascita del Club dei Migliori Sommelier ASPI, una novità assoluta pensata per affermare la vera identità dei Migliori Sommelier professionisti mediante la partecipazione degli stessi ad eventi legati al mondo del vino e della comunicazione. Il Club, infatti, sarà composto dai Sommelier iscritti ad ASPI che hanno vinto titoli nazionali e/o internazionali.

Ci impegniamo ogni giorno perché il mondo della sommellerie professionale sia riconosciuto e valorizzato”  conclude Giuseppe Vaccarini, Presidente ASPI. “Proprio per questo abbiamo deciso di dare vita al Club dei migliori sommelier: per renderlo sempre più contemporaneo e capace di rispondere alle esigenze del mondo enogastronomico moderno”.

ASPI Associazione della Sommellerie Professionale Italiana
Punto di riferimento per la Sommellerie professionale ha l’obiettivo di offrire opportunità di crescita e affermazione ai Sommelier. Dal 2007, anno della sua nascita, è il solo membro per l’Italia dell’Association de la SommellerieInternationale, A.S.I. I principali obiettivi di ASPI sono la formazione, a livello professionale, e la diffusione della cultura sul mondo del cibo e delle bevande. ASPI è presente, sul territorio nazionale, con corsi e attività.

ONAV – Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino 
Sorta ad Asti nel 1951 senza fine di lucro, é stata la prima istituzione formativa e culturale del mondo enoico italiano. Suo scopo istituzionale è rendere disponibile un corpo di Assaggiatori tecnici preparati ed esaminati atti al giudizio del vino. Svolge funzione di approfondimento degustativo post universitario. Conta circa 9.500 iscritti con sezioni e attività in tutte le province italiane, con sedi estere.

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L’arte del beverage in sei masterclass ed un banco d’assaggio

Milano, 3 ottobre 2018 – Sei masterclass dedicate alla grande arte del beverage, un banco d’assaggio e una competizione solo per veri professionisti. È un programma ricco di appuntamenti quello che ASPIAssociazione della Sommellerie Professionale Italiana organizza sabato 6 e domenica 7 ottobre, al Grand Visconti Palace di Milano: mentre 12 Sommelier professionisti si contenderanno il titolo di Miglior Sommelier d’Italia del 2018, si terranno sei imperdibili incontri dedicati al caffè, alla birra, alla mixology, allo Champagne, all’acqua e al servizio, e si potranno degustare le migliori produzioni delle oltre 30 aziende selezionate da ASPI.

Il sipario si alza sabato, alle 9.00, con “Nespresso Master Origin. Dove il terroir incontra la maestria”, un viaggio intorno al mondo in cinque monorigine (Indonesia, Ethiopia, Colombia, India, Nicaragua) in cui è il caffè a raccontare il territorio in cui è coltivato e lavorato e le peculiari tecniche di lavorazione che rendono il suo gusto unico.

A seguire, sabato alle 11.30, “La birra a tavola, con Fondazione Birra Moretti”, un approfondimento sulla birra che porterà alla scoperta dell’impatto che questa bevanda ha nei consumi fuori casa e all’interpretazione degli stili birrari per capire come si sia passati da una birra “universale” a una pluralità di birre e, in particolare, alle birre speciali. Il percorso consentirà, inoltre, di approfondire il mondo delle spezie e delle erbe aromatiche grazie al contributo di Micaela Martina (owner de lespezie.net) che condurrà a conoscerle non soltanto come ingrediente nella birra e farà vivere una originale esperienza sensoriale testandole in abbinamenti singolari.

Il pomeriggio prosegue, alle 14.30, con “Bitter & Amari. Mixology con Campari”, alla scoperta di una nuova strada per usare al meglio gli amari in miscelazione, non solo come aromatizzanti secondari ma come protagonisti di nuovi cocktail. Con Campari si conoscerà da vicino la nuova era della mixology, con approfondimenti sugli amari, i bitter aperitivi e i bitter concentrati. Saranno analizzate le materie prime, gli utilizzi moderni in miscelazione e le modalità per sfruttare al meglio ingredienti classici e storici evidenziando le proprietà e le caratteristiche più importanti.

E sempre sabato, alle 17, “Champagne et Macaron con Champagne J.H. Quenardel” in cui si degusterà Champagne J.H. Quenardel con i macarons salati del maestro Cerdini: le migliori cuvèe saranno presentate dal presidente ASPI Giuseppe Vaccarini e da Alexandre Quenardel, che proporranno ai presenti un “assaggio” del Concept store di via Cusani a Milano “Cerdini + Quenardel”.

Domenica 7 ottobre, dalle 10 alle 15, oltre 30 aziende selezionate proporranno le loro migliori produzioni a professionisti ed appassionati nel banco d’assaggio “Con il naso all’ingiù”.

Sempre domenica, alle 10, appuntamento con “La ricerca dell’armonia dei gusti”: protagoniste Acqua Panna e S.Pellegrino, le acque della gastronomia in Italia e nel mondo che inviteranno a vivere un’esperienza sensoriale tra vino, acqua e cibo. E non solo. E’ prevista, infatti, una sorpresa dai sapori mediterranei ideata dallo chef della Locanda Del Notaio (1 stella Michelin) Edoardo Fumagalli, S.Pellegrino Young Chef Italia 2017 che coinvolgerà le bibite Sanpellegrino. Accompagneranno nella degustazione il sommelier Konstantinos Stavroulakis, Miglior Sommelier d’Italia ASPI 2016 e il bartender Enrico Scarzella.

Infine, alle 12.30, “Le corrette temperature di servizio con Fresh”, un focus a cura di Nando Salemme, sommelier, patron dell’osteria Abraxas di Pozzuoli, e ideatore dello stabilizzatore di temperature “Fresh” che spiegherà come e perché è importante servire i vini alla giusta temperatura.

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Miglior sommelier Aspi: ecco i 12 finalisti

MILANO – Sono dodici i candidati che si contenderanno il titolo di Miglior Sommelier d’Italia 2018, riconoscimento che sarà assegnato da ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana, fondata e guidata da Giuseppe Vaccarini.

Il nome del vincitore del concorso uscirà da un’esclusiva selezione che si terrà sabato 6 e domenica 7 ottobre al Grand Visconti Palace di Milano. I semifinalisti, provenienti da prestigiose strutture ristorative e alberghiere d’Italia e d’Europa, si cimenteranno in prove classiche e a sorpresa. Ecco chi concorrerà per ereditare il titolo da Gabriele Del Carlo, vincitore dell’edizione 2017.

Beatrice Bessi, 33 anni, di Piacenza. Diplomatasi come Perito Informatico, si è appassionata dapprima al mondo dei cocktail e dei distillati e successivamente alla sommellerie. Dopo una prima esperienza in uno dei ristoranti della famiglia Alajmo in provincia di Padova, è entrata alla corte del Master Sommelier Ronan Sayburn MS al 67 Pall Mall di Londra, esclusivo club privato in cui lavora come Junior Assistant Head Sommelier dividendosi tra 5000 etichette e circa 800 diverse etichette al bicchiere.

Davide Buongiorno, classe 1975, di Montagnana (Mantova), si è diplomato al Liceo Scientifico ed è diventato sommelier a 30 anni, iniziando a collezionare fin da subito numerose esperienze in ristoranti stellati, in Italia (tra gli altri al Met di Venezia) e all’estero. Attualmente è Wine Director del ristorante Del Cambio a Torino e gestisce i tre outlet dell’azienda dedicati al vino.

Salvatore Castano, 28 anni, di Giardini Naxos (Taormina). Diplomatosi all’Istituto Alberghiero, ha iniziato la sua carriera a Londra come Commis Sommelier in uno dei Ristoranti di Alain Ducasse, The Dorchester, dove è stato promosso Assistente Capo Sommelier. Attualmente lavora come Capo Sommelier al ristorante Mash a Londra.

Alessandro Cini, 24 anni, di Arezzo. Diplomatosi all’Istituto Alberghiero, una volta diventato Sommelier, ha iniziato a lavorare per l’enoteca aretina Bacco in Toscana e per il prestigioso tre stelle Michelin Enoteca Pinchiorri di Firenze. Qui ha incontrato Gabriele Del Carlo, Miglior Sommelier d’Italia ASPI 2017, con cui oggi lavora al Four Seasons George V di Parigi in qualità di Assistente Direttore Sommelier.

Francesco Cosci, 23 anni, da Monsigliolo (Arezzo). Diplomatosi all’Istituto Alberghiero, ha iniziato la sua carriera da sommelier all’Osteria del Teatro di Cortona, per poi proseguire il suo percorso al Novikov e al Clos Maggiore a Londra. Attualmente è Sommelier presso Les Climats di Parigi dove cura una carta dei vini da 2200 referenze unicamente di Borgogna.

Davide Dargenio, 28 anni, ha studiato come Tecnico dei servizi della ristorazione all’Istituto Carlo Porta di Milano. Ha lunga esperienza in ristoranti stellati, tra cui: il 3 stelle Michelin The Fat Duck a Bray, in Inghilterra, il 2 stelle Le Manoir Aux Quat Saisons a Oxford, il 2 stelle L’Oustau de Baumanière a Les Baux-de-Provence in Francia, Les Gorges de Pennafort, 1 stella, a Callas in Provenza e Verbier, 1 stella, in Svizzera. È stato Chef Sommelier del ristorante Le 45 di Montreux ed è oggi Chef Sommelier e formatore al Le Berceau des Sens ristorante d’applicazione dell’E.H.L, la prima e più antica struttura di management alberghiero del mondo a Losanna, in Svizzera.

Michele Fazari, 27 anni, di San Giorgio Morgeto (Reggio Calabria), è diplomato in operatore ai servizi di ristorazione e sala bar. Fin da piccolo ha lavorato nel mondo della gastronomia, per poi scoprire professionalmente il mondo del vino in Inghilterra. In seguito ha vissuto a Bordeaux per dedicarsi completamente ai Cabernet Sauvignon. Attualmente è Sommelier al «67 Pall Mall» di Londra dove gestisce una carta di 750 vini al bicchiere e 5000 referenze in carta.

Marco Grassi, 50 anni, di Cerro Maggiore (Milano), è diventato Sommelier nel 2009 e successivamente formatore, commissario d’esame e degustatore ASPI. È stato agente di commercio nel settore vinicolo e ha lavorato come Sommelier in un wine bar di Milano. Da marzo 2004 è Sommelier responsabile dell’Enoteca della Metro Cash & Carry di Cinisello Balsamo (MI).

Simone Marelli, 27 anni di Milano, diplomatosi all’Istituto Alberghiero Carlo Porta, ha iniziato come Commis di sala al Marchesino, in Piazza della Scala, a Milano, per poi diventare Commis Sommelier a Londra, al 3 stelle Michelin The Waterside Inn. Nel 2013 è tornato in Italia richiamato dallo chef di Gualtiero Marchesi, Daniel Canzian, che di lì a breve avrebbe aperto il suo ristorante a Brera. Dopo quattro anni insieme, nel 2017, ha iniziato a lavorare come Sommelier presso il ristorante Morelli nell’albergo Viu (5 stelle) del circuito World Design Hotel.

Matteo Paciotta, 27 anni, di Roma, dopo le prime esperienze in sala decide di trasformare l’amore per il vino in un vero e proprio percorso lavorativo. La sua carriera da Sommelier inizia presso il ristorante Zuma a Roma, che successivamente lascia per Londra, dove lavora come Sommelier per il 3 stelle MichelinThe Fat Duck.

Paolo Saccone, 33 anni, di Milano. Diplomatosi all’Istituto Alberghiero Carlo Porta, inizia il suo itinerario professionale a Parigi dove lavora come Commis Sommelier al ristorante 2 stelle Michelin Carpaccio. Successivamente vola a Londra al Roussillon Restaurant, prima, e al Rhodes 24, poi, come Head Sommelier sotto la guida del Master Sommelier Yve Desmarie. Meta successiva: l’Australia, dove lavora come Assistant Head Sommelier a Melbourne in un noto ristorante italiano, il Grossi Florentino, e come direttore in un ristorante a Sydney. Dopo essere stato Capo Sommelier al Flying Fish, ristorante parte del gruppo DEDES Group, è oggi Group Sommelier del DEDES Group, private-consultant presso l’agenzia Vino by Paolo e Sommelier per eventi privati a Sydney.

Davide Vaccarini, 36 anni, di Milano. Diplomatosi all’Istituto Alberghiero al Carlo Porta di Milano, ha iniziato la sua carriera nello stellato Il Luogo di Aimo e Nadia, per poi lavorare sia in America che nel Regno Unito con il Relais Chateaux, 3 stelle Michelin, The Waterside Inn, e poi ancora in Italia nello stellato Sadler. Subito dopo il diploma, ha lavorato per il Relais Chateaux The Vineyard at Stockcross, 1 stella Michelin (UK) e ha collaborato con il maestro Gualtiero Marchesi a L’Albereta di Erbusco (BS). Successivamente è tornato nel Regno Unito per avviare un progetto con lo chef Michael Wignall che in 5 anni ha conquistato 2 stelle Michelin. Dopo vent’anni di ristorazione, in Svizzera, è diventato Brand Ambassador & Head Sommelier presso Arvi SA, azienda leader nel mondo del commercio di vini rari, con sede a Melano.

I 12 candidati saranno giudicati da una giuria composta dal presidente ASPI Giuseppe Vaccarini e dai Presidenti delle Associazioni di Sommergerei europee, dai vincitori delle scorse edizioni del concorso e dai giornalisti del settore, con la partecipazione dell’esperto internazionale Jean Pallanca, former President e presidente onorario dell’Associazione dei Sommelier di Monaco, nonché membro del Consiglio ASI, chiamato, con Franko Lukez, Presidente dei Sommelier di Croazia,a vigilare come da prassi sul rispetto delle regole internazionali dell’ASI.

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Miglior sommelier Aspi e Onav: domenica 7 ottobre la premiazione

MILANO – Chi sarà il Miglior Sommelier d’Italia ASPI e il Miglior Assaggiatore ONAV 2018? Per scoprirlo, l’appuntamento è domenica 7 ottobre al Grand Visconti Palace di Milano (Via Isonzo, 14) con ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana, fondata e guidata da Giuseppe Vaccarini, e ONAV – Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino, guidata dal Presidente Vito Intini.

Il concorso vedrà protagonisti 12 Sommelier professionisti ASPI e 6 Assaggiatori ONAV che si contenderanno rispettivamente l’eredità di Gabriele Del Carlo, vincitore ASPI dell’edizione 2017, e quella di Gianluca Alaimo di Loro, vincitore ONAV 2017.

Le finalissime del concorso ONAV si svolgeranno alle ore 10.00 e quella di ASPI alle ore 15.00. Professionisti, operatori e appassionati di vino potranno seguire il concorso e degustare i migliori vini selezionati dalle due associazioni per l’esclusivo Banco d’Assaggio “Con il naso all’ingiù” dalle 10.00 alle 15.00. La partecipazione è gratuita e consente di degustare i vini delle oltre 30 aziende partecipanti.

Per ASPI, ci saranno 12 candidati, provenienti da prestigiose strutture ristorative ed alberghiere d’Italia e d’Europa, che si cimenteranno in prove classiche e a sorpresa per contendersi l’ambito titolo di Miglior Sommelier d’Italia.

A giudicarli una giuria composta dal Presidente ASPI Giuseppe Vaccarini e dai Presidenti delle Associazioni di Sommellerie europee, dai vincitori delle scorse edizioni del concorso e dai giornalisti del settore, con la partecipazione dell’esperto internazionale Jean Pallanca, former President e Presidente Onorario dell’Associazione dei Sommelier di Monaco, Franko Lukez, Presidente dei Sommelier di Croazia, in rappresentanza di A.S.I.

Per ONAV, a sfidarsi per la finalissima che decreterà il Miglior Assaggiatore 2018 saranno i 6 candidati che si sono classificati ai primi 5 posti (al quinto posto, 2 candidati a pari merito) alla selezione tenutasi ad Asti lo scorso 16 settembre, cui hanno partecipato 20 soci arrivati vincitori dalle preselezioni regionali. I 6 finalisti dovranno superare la prova di 10 domande teoriche e riconoscere nei dettagli 6 vini scelti fra le eccellenze della enologia italiana.

LA GIURIA
A valutarli il presidente del Comitato Scientifico ONAV, Prof. Vincenzo Gerbi, il Presidente ONAV Vito Intini, la Vice Presidente Teresa Bordin, il Presidente Onorario Lorenzo Marinello e il Direttore Generale Francesco Iacono. Alle 18.00 i vincitori saranno incoronati dai Presidenti delle due Associazioni, Giuseppe Vaccarini per ASPI e Vito Intini per ONAV.

“Il sommelier – dichiara il Presidente Aspi Giuseppe Vaccarini – è la voce della cultura enogastronomica nel mondo. La sua è una figura che merita di essere riconosciuta e valorizzata. Parliamo di una professione che si costruisce con tanto studio, con dedizione e con un’incredibile passione”.

“Senza passione – ammonisce Vaccarini – non si diventa sommelier. Ed è questo che più di ogni altra cosa ci raccontano le storie dei candidati in corsa per diventare il nuovo Miglior Sommelier d’Italia ASPI. A questi ragazzi e ragazze dobbiamo riconoscere una tenacia e una competenza non comuni ed è per questo che anche quest’anno non vedo l’ora di poter premiare il migliore”.

“Alla base di questo premio – dichiara il Presidente Onav Vito Intini – c’è sempre il piacere del gioco, anche solo per giocare e non necessariamente per vincere. Per mettere alla prova le proprie conoscenze e magari per riflettere su quanto sia ricco e variegato il mondo del vino, ma anche di quanto necessiti di un dialogo”.

“Ecco perché abbiamo voluto condividere questa bella occasione con ASPI – precisa Intini – un altro modo per comunicare al mondo del vino che le nostre due associazioni continuano la loro intesa verso una collaborazione sempre più sinergica”.

I soci ASPI e i soci ONAV potranno partecipare anche alle esclusive Masterclass organizzate nei giorni di sabato 6 e domenica 7 ottobre (info e registrazione su www.aspi.it/msi-2018 o migliorassaggiatore@onav.it).


PROGRAMMA Domenica 7 ottobre
Ore 10.00 – 15.00 Banco d’Assaggio “Con il naso all’ingiù”
Ore 10.00 Finale ONAV Miglior Assaggiatore 2018
Ore 15.00 Finale ASPI Miglior Sommelier d’Italia 2018
Ore 18.00 Premiazione Miglior Assaggiatore 2018 e Miglior Sommelier d’Italia 2018

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