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Record Asolo Prosecco: 30 milioni di bottiglie certificate nel 2024

Record Asolo Prosecco 30 milioni di bottiglie certificate nel 2024
Asolo Prosecco da record: nel 2024 sono state certificate 30 milioni di bottiglie
. Le stime sono del Consorzio Vini Asolo Montello, che tutela la denominazione. Un risultato che non è solo una pietra miliare numerica, ma rappresenta anche un significativo progresso qualitativo per una denominazione che sta acquisendo sempre più valore nel panorama enologico internazionale. «Siamo orgogliosi del traguardo raggiunto – afferma il presidente del Consorzio, Michele Noal -. La dedizione delle aziende ha permesso all’Asolo Prosecco di conquistare l’attenzione della critica nazionale e internazionale, che ha riconosciuto il valore del prodotto con ottimi punteggi. Questo successo è frutto di strategie di promozione e investimenti mirati sulla qualità e sul territorio».

STATI UNITI PRINICPALE MERCATO DELL’ASOLO PROSECCO

Uno dei pilastri del successo è il consolidamento sui mercati esteri. Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato d’esportazione, ma si registra un crescente interesse in Asia, in particolare in Giappone. «I nostri vini – continua Noal – Raccontano al mondo un luogo unico, un territorio di cui siamo fieri ambasciatori. Attraverso il calice abbiamo la possibilità di far conoscere il borgo di Asolo e il suo fascino, le meravigliose colline che lo circondano e le eccellenze enogastronomiche dei nostri luoghi. Sono le terre del Canova e del Palladio, nell’Abbazia di S. Eustachio Giovanni Della Casa scrisse il Galateo. Qui nascono anche i vini rossi del Montello e la Recantina, varietà coltivata localmente da secoli e salvata dall’estinzione grazie a un lungo lavoro di ricerca»

IL FUTURO DELL’ASOLO PROSECCO

Il 2024 sarà ricordato come l’anno del record di 30 milioni di bottiglie di Asolo Prosecco. Ma è stato anche un anno di cambiamenti interni per il Consorzio, con il rinnovo delle cariche istituzionali e la creazione di tre Commissioni dedicate a temi agronomici, tecnico-giuridici e promozionali. Con uno sguardo fiducioso al 2025, il Consorzio annuncia una partecipazione strategica ai principali eventi di settore: Vinitaly, Vinexpo, ProWein. Confermato il ritorno negli Stati Uniti. Non meno importante sarà l’intensificazione delle attività di tutela internazionale delle denominazioni. Infine, previste iniziative di formazione degli operatori enogastronomici e turistici. «Vogliamo agire con sempre maggiore incisività nella vigilanza e nella protezione – annuncia il presidente Noal – rafforzando il valore della nostra denominazione nel panorama mondiale».

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Asolo Prosecco verso lo sblocco della riserva vendemmiale 2021

L’Asolo Prosecco ha chiuso il primo quadrimestre 2022 con 8,6 milioni di bottiglie certificate. Il 33,4% in più rispetto ai 6,4 milioni registrati alla fine di aprile del 2021. Il confronto con il periodo pre-pandemia conferma l’esplosione dell’Asolo Prosecco, con l’85,8% di bottiglie in più certificate rispetto ad aprile 2019.

Per questo motivo, il Consiglio di Amministrazione del Consorzio veneto ha deciso di vagliare lo svincolo della riserva vendemmiale 2021. «Una scelta espansiva – spiega l’ente – ipotizzata per consentire a tutti i produttori di Asolo Prosecco di assecondare la forte domanda proveniente dal mercato». L’assemblea dei Soci sarà chiamata ad esprimersi domani, mercoledì 11 maggio.

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Asolo Prosecco: superati i 21 milioni di bottiglie

L’Asolo Prosecco chiuderà il 2021 con un nuovo importante traguardo superando i 21 milioni di bottiglie. Nel 2020 si era già affermato al quarto posto in Italia fra le denominazioni del settore spumantistico, confermando un trend positivo in costante crescita.

«Il successo dell’Asolo Prosecco – commenta il Presidente del Consorzio, Ugo Zamperoni – è intimamente legato alla sua origine. Ci troviamo in un territorio davvero straordinario, dove la vegetazione, con i vigneti al limitare del bosco, è ancora vivida ed è in perfetto equilibrio con l’uomo e la sua storia. In un calice di Asolo Prosecco si trova tutto il fascino, la bellezza, la storia di Asolo e dei suoi paesaggi».

Ora l’Asolo Prosecco si prepara al tour con Slow Wine negli Usa, che rappresentano il primo mercato assoluto della denominazione. Sarà un viaggio in cinque tappe quello al di là dell’Oceano. Tra gennaio e febbraio 2022 porterà le bollicine asolane a toccare le città di San Francisco, Seattle, Austin, Miami e New York.

ASOLO CANDIDATO A CAPIATALE ITALIAN DELLA CULTURA 2024

«Il vino per noi è cultura – aggiunge Zamperoni -. Anche per questo abbiamo deciso di sostenere con una campagna la candidatura di Asolo a Capitale Italiana della Cultura 2024. Candidatura che sottolinea ancora una volta quanto sia importante la terra dove nasce il nostro vino».

La campagna del Consorzio Asolo Prosecco a sostegno della candidatura di Asolo a Capitale Italiana della Cultura 2024 avrà un raggio di comunicazione nazionale. Il borgo di Asolo, circondato dalle colline talora impervie dove nasce l’Asolo Prosecco, è un luogo ricco di arte e storia, riconosciuto come uno dei borghi più belli d’Italia. Oltre che a Capitale della Cultura 2024, Asolo è stato ufficialmente candidato nel 2020 a Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.

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No all’Asolo Prosecco Rosé Docg: la lettera aperta dei produttori

No all’Asolo Prosecco Rosé. A chiudere le porte alla nuova tipologia sono i Produttori del Territorio dell’Asolo Prosecco Docg, tramite una lettera aperta alle Istituzioni competenti, nazionali e territoriali. L’obiettivo è scongiurare la modifica del disciplinare della Docg Asolo, utile a introdurre una versione Rosé. Una tipologia al momento a disposizione dei produttori della Doc Prosecco.

La modifica, secondo quanto riferiscono i produttori locali, sarebbe stata approvata dal Consorzio Asolo Montello nell’assemblea del 30 giugno 2021 «nonostante il voto contrario dei 2/3 dei soci partecipanti». Un provvedimento che l’ente avrebbe dunque deciso di non comunicare alla stampa, come invece avviene di consueto per tutte le novità del Consorzio.

«Ha infatti prevalso – spiegano i produttori – il peso ponderale di votanti, basato sul numero di bottiglie prodotte, e non l’effettiva rappresentatività numerica dei soci». Si tratterebbe dell’ennesimo punto a favore di chi, come Fivi, chiede la revisione dei meccanismi di rappresentanza all’interno dei Consorzi del vino italiano.

«OPERAZIONE COMMERCIALE»
Secondo i firmatari l’operazione non aggiunge valore alla Denominazione e rischia di tradursi in un’iniziativa meramente commerciale che appiattisce la Docg Asolo ai grandi numeri della Doc. Si genererebbe inoltre confusione nel consumatore, vanificando tutti gli sforzi profusi sino ad oggi per far comprendere la differenza tra Docg e Doc.

I Produttori ribadiscono che, anche in un’ottica di attenzione al mercato, la predilezione dei volumi e dei numeri a scapito della qualità e dell’eccellenza possa rivelarsi una scelta scarsamente strategica, nel medio e nel lungo periodo.

Contestano inoltre la modalità in cui è stato trattato questo importante argomento, senza una discussione preventiva e senza che siano state convocate delle riunioni tra le associazioni di categoria e produttori. Infine l’ipotesi comporta la necessità dell’impianto di nuovi vigneti con un forte impatto sul territorio e sul paesaggio, nonché sul tessuto sociale.

LA LETTERA

All’Ill.mo ministro del Mipaaf
Sen. Stefano Patuanelli

Al Sottosegretario al Mipaaf con delega alle funzioni relative alla filiera Vitivinicola
Sen. Gian Marco Centinaio

Al Presidente della Regione Veneto
Luca Zaia

All’Assessore all’Agricoltura delle Regione Veneto
Federico Caner

Alla Direzione Agroalimentare Regione Veneto
Alberto Zannol

Al Presidente Comitato Nazionale Vini DOP
Michele Zanardo

Al Presidente della Coldiretti Veneto
Daniele Salvagno

Al Presidente della Coldiretti Treviso
Giorgio Polegato

Al Presidente di Confagricoltura Veneto
Lodovico Giustiniani

Al Presidente di Confagricoltura Veneto
Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi

Presidente della CIA Veneto
Gianmichele Passarini

Oggetto: Contrarietà alla proposta di introduzione della tipologia “Asolo Prosecco Rosè Docg”

Facendo seguito all’assemblea del Consorzio Asolo Montello, svoltasi in data 30 giugno 2021, in occasione della quale è stata votata la proposta d’introduzione della tipologia “Asolo Prosecco Rosé” nel disciplinare della Docg Asolo, a nome di un consistente gruppo di produttori del territorio, desideriamo ribadire la nostra netta contrarietà nei confronti di un’operazione che è stata votata in senso contrario dai 2/3 dei soci partecipanti all’assemblea.

Tale operazione infatti non predilige l’identità e la qualità delle vigne, né aggiunge valore a quella che è ormai diventata una delle principali denominazioni spumantistiche d’Italia, ma rischia piuttosto di tradursi in un’iniziativa meramente commerciale che appiattisce la Docg Asolo ai grandi numeri della Doc, ingenerando una notevole confusione anche e soprattutto nel consumatore, vanificando tutti gli sforzi profusi sino ad oggi per far comprendere la differenza tra Docg e Doc.

Riteniamo che questa discutibile iniziativa non tenga alcun conto della storicità della nostra denominazione, grazie alla quale ci è stata riconosciuta la menzione di Prosecco Docg Superiore e che davvero ci permette di esibire con orgoglio un valore che è il fiore all’occhiello delle nostre aziende e delle nostre vigne.

Vi preghiamo di tenere presente che il progetto “Asolo Prosecco Rosé Docg” non sarebbe neanche lontanamente rappresentativo del nostro territorio, considerata la scarsità di vigne di pinot nero.

In uno scenario di mercato che è sempre più consapevole e attento all’autenticità, questa nuova categoria mina la credibilità stessa di ciò che abbiamo faticosamente costruito e andrebbe a tradire in un certo qual modo il patto di fiducia che ci lega ai nostri consumatori, che da sempre accogliamo e accompagniamo per mano alla scoperta del nostro territorio, che è ricco e unico, con tutte le sue specificità che ne costituiscono un valore essenziale e inestimabile.

Tornando alla votazione del 30 giugno scorso, riteniamo del tutto incongruo che a prevalere sia stato il peso ponderale di votanti (per il quale si è tenuto conto del numero di bottiglie prodotte), a scapito della valutazione dell’effettiva rappresentatività numerica dei soci.

Ribadiamo che, anche in un’ottica di attenzione al mercato, la predilezione dei volumi e dei numeri a scapito della qualità e dell’eccellenza, possa rivelarsi una scelta scarsamente strategica, nel medio e nel lungo periodo.

Contestiamo inoltre la modalità in cui è stato trattato questo importante argomento, senza una discussione preventiva e senza che siano state convocate delle riunioni tra le associazioni di categoria e produttori.

In conclusione siamo contrari a questo progetto sulla base di questi elementi che ribadiamo:

  • 2/3 dell’assemblea ha votato contro questa mozione denotando un forte rischio di spaccatura all’interno del consorzio;
  • Mancanza di storicità e di tradizione in questo progetto;
  • Non è stato avviato un iter di discussione condiviso prima dell’assemblea consortile;
  • Questa ipotesi comporta la necessità dell’impianto di nuovi vigneti con un forte impatto sul territorio e sul paesaggio, nonché sul tessuto sociale.

Nella certezza che vogliate appoggiare questa nostra istanza, anche in virtù di una lungimiranza già ampiamente testimoniataci, contiamo su una Vostra attenta disamina e rimaniamo in attesa di un Vostro riscontro.

Cordiali saluti,

Enol. Franco Dalla Rosa
(Portavoce Aziende contrarie all’Asolo Prosecco Docg Rosé)

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Ugo Zamperoni rieletto presidente del Consorzio Asolo Prosecco e Vini del Montello

Ugo Zamperoni è stato rieletto presidente del Consorzio che tutela l’Asolo Prosecco e i Vini del Montello durante il Consiglio di Amministrazione tenutosi oggi, martedì 6 aprile. Accanto a Zamperoni, al suo secondo mandato, è stata nominata vicepresidente Silvia Costa.

Nel rinnovato Consiglio consortile siedono Enrico Bedin, Mattia Bernardi, Giovanni Ciet, Antonio Dal Bello, Roberto Giusti, Paolo Liberali, Simone Morlin, Giuliano Pozzobon e Dario Toffoli. Revisore dei conti è Lorenzo Tirindelli.

Clamorosi i dati di andamento della denominazione presentati nel corso della riunione del nuovo Consiglio: nel primo trimestre del 2021, l’Asolo Prosecco è cresciuto del 28% rispetto ai primi tre mesi del 2020.

E la dinamica pare in ulteriore accelerazione, se si considera che il solo mese di marzo segnala una crescita del +45% rispetto allo stesso mese dell’anno prima.

«A fine anno avevamo chiuso a quota 18,7 milioni di bottiglie – dichiara Zamperoni – collocandoci per la prima volta al quarto posto assoluto del panorama spumantistico italiano, un posizionamento che ora si consolida ancora di più».

Asolo Prosecco: +10% nel 2020

A marzo del 2021, infatti, le certificazioni dell’Asolo Prosecco hanno già superato i 5,1 milioni di bottiglie, il che vuol dire che abbiamo venduto 1,1 milioni di bottiglie in più rispetto ai primi tre mesi del 2020, confermando pertanto ancora una volta il trend favorevole che ci accompagna ormai da parecchi mesi.

Se infatti ci confrontiamo con i dati dei primi tre mesi di due anni fa, fuori dunque dal contesto pandemico, la crescita dell’Asolo Prosecco è addirittura del +41%».

Sempre secondo il numero uno del Consorzio di Tutela dell’Asolo Prosecco, «sembrano esserci i presupposti per immaginare che il trend di sviluppo non muti nei prossimi mesi, particolarmente favorevoli al mercato degli spumanti».

«Dal lato dell’offerta – continua Ugo Zamperoni – siamo perfettamente in grado di assecondare questi ritmi di incremento, che del resto avevamo già ipotizzato quando decidemmo, tra le pochissime denominazioni italiane ad aver fatto all’unanimità questa scelta, di non ridurre le rese ad ettaro della scorsa vendemmia, prevedendo anzi l’adozione di una riserva vendemmiale, capace di assecondare la domanda».

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Asolo Prosecco: +10% nel 2020

L’Asolo Prosecco chiude il 2020 a quota 18,7 milioni di bottiglie certificate con un incremento del 10% rispetto al 2019, quando le certificazioni erano ammontate a 17 milioni di bottiglie. Nonostante la congiuntura dettata dalla pandemia, le vendite dell’Asolo Prosecco si sono mantenute costantemente al di sopra dei livelli dell’anno precedente per tutto il 2020.

In particolare a ottobre e novembre si è registrata un’ulteriore impennata, con 2,5 milioni di bottiglie certificate in ciascuno dei due mesi, così come si è confermato in accelerazione il mese di dicembre, che ha segnato una crescita del 34% rispetto all’ultimo mese del 2019.

«Nonostante i gravi cambiamenti che la pandemia ha prodotto sulla società e sulle abitudini verso i consumi – commenta il presidente del Consorzio Asolo Prosecco, Ugo Zamperoni – il 2020 è stato un altro anno di consistente incremento per la nostra denominazione. I dati dell’ultimo trimestre rafforzano la percezione della dinamica ancora crescente della domanda di Asolo Prosecco».

«Il che – prosegue il presidente – conferma la validità delle scelte che abbiamo adottato per la vendemmia 2020, quando siamo stati tra i pochi Consorzi di tutela italiani a non ridurre le rese, ritenendo addirittura opportuno richiedere alla Regione Veneto l’autorizzazione ad adottare la riserva vendemmiale: una scelta espansiva che ci permetterà di assecondare eventuali richieste aggiuntive, qualora nel corso del nuovo anno il mercato continuasse a domandare volumi sempre maggiori».

«Del resto – dice ancora Zamperoni – già la scorsa primavera scegliemmo di liberare lo stoccaggio della vendemmia 2019 per non creare criticità nell’offerta di prodotto, e anche questa si è dimostrata una scelta corretta. I dati delle giacenze, poi, ci dicono che il vino prodotto nel 2019 è praticamente tutto esaurito, tanto che negli ultimi mesi del 2020 è stato necessario usufruire di vino nuovo».

In ragione dei risultati del 2020, l’Asolo Prosecco è salito al 20° posto fra le denominazioni di origine italiane dalla 31° posizione occupata solo nel 2018. Si tratta della settima denominazione italiana specializzata nella coltivazione di uve bianche e la quarta nella spumantistica.

La crescita dell’Asolo Prosecco è avvenuta soprattutto attraverso il canale della grande distribuzione, sia in Italia che all’estero, mentre hanno riscontrato delle criticità le aziende medio-piccole che avevano come principale canale di sbocco la ristorazione italiana, fortemente penalizzata dalla crisi.

«Proprio per questo – spiega Zamperoni – le attività di promozione che abbiamo in cantiere nelle maggiori città nazionali mireranno ad interessare all’Asolo Prosecco una fascia sempre più ampia di utenti, sensibili ad una produzione spumantistica connotata dai forti valori identitari qual è la nostra».

«Ci conforta – conclude il presidente – che nel 2020 i valori dell’uva e del vino all’ingrosso si siano mantenuti costanti, se non con qualche accenno al rialzo, permettendo di mantenere equilibri proporzionati all’interno di una filiera che si sta fortemente impegnando nel garantire una continua crescita di qualità, come dimostrano le posizioni di assoluto rilievo conquistate nel 2020 da molti produttori di Asolo Prosecco pressoché in tutti i maggiori concorsi enologici internazionali».

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Asolo Prosecco, il Consorzio: “Crescita inarrestabile, non tagliamo le rese”

“Crescita inarrestabile” per l’Asolo Prosecco. Da inizio gennaio a fine giugno 2020, secondo i dati del Consorzio, la produzione certificata di è stata pari a 7,8 milioni di bottiglie, con un balzo in avanti dell’8,3% rispetto al primo semestre del 2019. Numeri che convincono l’ente veneto a non tagliare le rese per la vendemmia 2020, a differenza di quanto fatto dalla maggior parte dei Consorzi italiani.

Particolarmente positivi i dati dei tre mesi di pandemia da Covid-19. Fra aprile e giugno 2020 la Denominazione è cresciuta del 7,6% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, dimostrandosi in netta controtendenza rispetto a gran parte del settore vinicolo italiano ed estero.

In un contesto di crisi globale che ha visto il settore del vino subire un forte ridimensionamento – sottolinea Ugo Zamperoni, presidente del Consorzio – l’Asolo Prosecco può tirare un respiro di sollievo e guardare con fiducia al futuro. Ci conforta anche la situazione delle scorte, che ci permettono di gestire la domanda virtualmente senza tensioni, fino alla prossima vendemmia”.

Da qui la decisione del Consorzio Asolo Prosecco di non tagliare le rese di uva per ettaro, in vista della vendemmia 2020. “Credo che la nostra filiera – conclude Zamperoni – possa guardare con fiducia ai mesi a venire, perché, ad ora, non abbiamo alcuna pesantezza dell’offerta, né rallentamento della domanda da calmierare con misure cautelative”.

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Asolo Prosecco, vendite in crescita a doppia cifra nel primo trimestre 2020

“Accessibilità e forte radicamento territoriale”. Queste, secondo Ugo Zamperoni, le ragioni per le quali l’Asolo Prosecco ha chiuso il primo trimestre del 2020 con un incremento di vendite del 10,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. La più piccola delle tre denominazioni del mondo del Prosecco da gennaio a marzo ha collocato sul mercato 4 milioni di bottiglie contro i 3,6 milioni della chiusura trimestrale dell’anno scorso.

“Ovviamente –  commenta il presidente del Consorzio Asolo Prosecco – alla luce del difficile contesto che stiamo vivendo, restiamo estremamente cauti nella valutazione delle dinamiche commerciali tuttavia i dati della nostra denominazione sembrano sottolineare che il consumatore fa sempre maggiore affidamento sulle caratteristiche tipiche dell’Asolo Prosecco”.

Le stesse che avrebbero consentito di chiudere il 2019 alla storica quota di 17 milioni di bottiglie vendute, con una crescita del 35% rispetto ai 12,6 milioni del 2018. “Insomma, pur con tutta la prudenza del caso, si conferma la crescita della fiducia del mercato nei nostri confronti”, chiosa Zamperoni.

QUI DIECI ASOLO SUPERIORE PROSECCO DA NON PERDERE

Che l’identificazione territoriale sia uno degli elementi cardine dell’Asolo Prosecco lo conferma una ricerca condotta alla fine dello scorso anno da Bva Doxa per conto del Consorzio di tutela, nella quale si evidenzia una sostanziale coincidenza tra la quota di popolazione italiana che conosce la cittadina di Asolo (26%) con quella dei consumatori di spumanti che hanno già avuto occasione di bere l’Asolo Prosecco (22%).

“La crescita della denominazione – sottolinea Zamperoni – ci dice che probabilmente si è avvicinata all’Asolo Prosecco anche una parte di quel 23% di consumatori che avevano affermato di conoscere la nostra denominazione, ma di non averne ancora provato i vini al momento dell’intervista”.

Ben il 72% dei consumatori di Asolo Prosecco pensa che sia “un vino ideale per l’aperitivo”. Un’abitudine che evidentemente non è venuta a mancare neppure tra le mura domestiche nei tempi dell’emergenza Covid-19.

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Asolo Prosecco Superiore, “identità che premia”: verso i 15 milioni di bottiglie

La marcia dell’Asolo Prosecco Supeiore non si ferma e vola verso i 15 milioni di bottiglie, nei primi nove mesi del 2019 le vendite sono aumentate del 23% rispetto a quelle dell’anno precedente. Nello stesso arco di tempo sono state collocate sul mercato circa 12 milioni di bottiglie, di fatto quasi quanto in tutto il 2018, che aveva chiuso l’anno a quota 12,6 milioni. “Investire sulla propria identità territoriale è la scelta migliore che si possa fare nel mondo del vino”, dichiara Ugo Zamperoni, presidente del Consorzio di Tutela dell’Asolo Prosecco.

“Noi abbiamo investito sull’identità di un Prosecco Superiore che esprima il carattere delle colline di uno dei borghi più belli d’Italia, Asolo, e ora raccogliamo i risultati”, continua il numero uno del Consorzio, insidiatosi dopo le dimissioni di Armando Serena.

Le aspettative sono di una crescita costante: “Abbiamo visto un’accelerazione nei tre mesi estivi – sottolinea Zamperoni – durante i quali abbiamo certificato 4,7 milioni di bottiglie contro la media di 3,5 milioni dei due trimestri precedenti”.

“E pensare che ci era sembrato già un successo senza precedenti – ammette il neo presidente del Consorzio – aver superato per la prima volta i 3 milioni di bottiglie nel trimestre estivo del 2018. Ovviamente nei numeri siamo lontani dalle altre denominazioni del Prosecco, ma non essendoci motivi per ipotizzare dei rallentamenti da qui alla fine dell’anno, prevediamo comunque di sfondare per la prima volta entro fine 2019 la quota di 15 milioni di bottiglie“.

Un dato senza precedenti. “Per la nostra viticoltura collinare – commenta Zamperoni – rappresenta un volume importante e che costituisce anche un chiaro segnale di emancipazione del nostro Asolo Prosecco nell’offerta degli spumanti italiani di pregio”.

Dai mercati, del resto, stanno arrivando “segnali di attenzione molto incoraggianti nei confronti della nostra denominazione e della nostra identità collinare e noi a questa ci teniamo tantissimo, perché la consideriamo il nostro vero patrimonio”.

LA VENDEMMIA 2019

A vendemmia 2019 appena conclusa, Zamperoni traccia anche le prime considerazioni sull’annata: “Il risultato dell’investimento fatto dai nostri viticoltori sulla capacità di leggere e interpretare il territorio e gli andamenti stagionali lo si è toccato con mano soprattutto quest’anno”.

L’avvio della stagione viticola era stato infatti estremamente complicato. Arrivando da un inverno molto secco, il clima è evoluto in una primavera tra le più difficili degli ultimi anni: di fatto, l’estate è esplosa praticamente senza una vera traccia di primavera.

“Ma è proprio qui che si è rivelata vincente l’esperienza della nostra filiera – sottolinea Zamperoni – e dunque, pur nella complessità dell’annata, abbiamo saputo portare in cantina delle uve dotate di caratteristiche addirittura al di sopra dei canoni qualitativi consueti, il che ci fa pensare che possa proseguire la marcia spedita imboccata dall’Asolo Prosecco nel 2019″.

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Armando Serena lascia la presidenza del Consorzio Asolo Montello: “Non ho rimpianti”

ASOLO – Rilassato, disteso. Pieno di attenzioni per i suoi collaboratori, tra cui il vice Franco dalla Rosa. Appariva così, all’ultimo Asolo Wine Tasting, all’inizio di maggio, Armando Serena. Poi, lo shock. Attraverso un comunicato stampa, il presidente del Consorzio Vini Asolo Montello ha ufficializzato le dimissioni.

“Una decisione – spiega oggi a WineMag.it – presa da mesi e già comunicata al Cda da tempo”. Il divorzio, infatti, sarà formalizzato il prossimo 4 giugno. Una data scelta da Serena per mettere gli ultimi puntini sulle “i” al proprio mandato. Tra questi Vinexpo 2019, che si conclude oggi a Bordeaux. Un evento a cui ha voluto partecipare da presidente.

“Ho dovuto anticipare la comunicazione per via delle voci sempre più insistenti che cominciavano a circolare nell’ambiente”, spiega. A 75 anni e al terzo mandato alla guida del Consorzio Vini Asolo Montello, Serena lascia “senza rimpianti“.

IL COMMENTO
“Una decisione difficile – commenta – perché questo ruolo mi ha sempre coinvolto molto. Ho addirittura lasciato la direzione della Cantina Montelvini ai miei figli per dedicarmi anima e corpo a questo ruolo. Le dimissioni non sono state una decisione semplice, ma necessaria”.

Cosa è successo? “Nulla di particolare – risponde Armando Serena – nessun episodio specifico. Io e il Cda abbiamo sempre avuto gli stessi obiettivi e finalità, ma a un certo punto è venuto meno il feeling e l’umanità. E’ più che altro una questione di sensibilità diverse, tra esseri umani. Mi sentivo a disagio a rimanere in quel contesto”.

Non è dato a sapersi di che tipo di “sensibilità” parli Serena. Ma non è escluso si tratti di “sensibilità ambientale” o paesaggistica. Gli ettari a vigneto dell’Asolo Montello, pur essendo raddoppiati dal 2011 al 2018 – da poco più di 827 ettari agli attuali 1.991 – rappresentando meno del 9% dell’area globale del Consorzio, di oltre 23 mila ettari.

Con il vigneto è cresciuta anche la produzione. Serena, di fatto, lascia dopo aver traghettato la Denominazione verso il raddoppio della produzione, passata da meno di 5 milioni a più di 10 milioni di bottiglie. Altra importante decisione è stata quella di introdurre la tipologia Extra Brut per l’Asolo Prosecco Superiore.

La modifica del disciplinare entrata in vigore nel 2018, ha inoltre benedetto la versione Brut Nature dell’Asolo Prosecco Superiore “sui lieviti”. Lasciando ai produttori la possibilità di indicare in etichetta la dicitura “Asolo Prosecco Superiore Docg” o la più semplice “Asolo Docg”.

Non solo. Serena ha svolto il proprio incarico mettendo a disposizione del Consorzio una segretaria, spesata dall’azienda di famiglia. Per tre anni non ha percepito rimborsi. Fino agli ultmi 14 mesi, quando gli è stato riconosciuto un indennizzo mensile.

“Non appena avrò individuato un campo d’azione – annuncia – restituirò al territorio l’ammontare di tutto il denaro percepito per il ruolo di presidente, in modo che questo si riversi interamente sul territorio di Asolo”.

Nella foto, Armando Serena (a destra) con il vice presidente del Consorzio Franco dalla Rosa e la sommelier Ais Alessia Paulon

IL FUTURO DI SERENA
Già chiare le intenzioni di Serena per il futuro. “Due mesi dopo aver comunicato la mia intenzione al Cda del Consorzio, ovvero verso febbraio – sono stato contattato dal gruppo Assindustria Veneto Centro. Trattandosi della più importante associazione nazionale dopo quella di Milano e avendo ancora una gran voglia di fare, ho accettato”.

Armando Serena ricoprirà il ruolo di presidente, al posto dell’uscente Ivo Nardi. Entrerà in carica il 6 giugno 2019. Tra i compiti, quello di accompagnare l’associazione di imprenditori delle province di Padova e Treviso verso l’individuazione di una futura guida, giovane e dinamica.

Sarà in sostanza un tutor, dall’alto dell’esperienza maturata con Montelvini e alla guida del Consorzio di Tutela Vini Asolo Montello. “Ho già individuato i nomi dei miei tre vicepresidenti – annuncia Serena – che non rivelo solo perché ancora manca l’investitura ufficiale. Uno si occuperà di distillati. Il secondo di biologico. Il terzo è un esperto di vini venduti in cisterna”.

“Credo e spero che le relazioni maturate negli ultimi 7 anni e in quelli precedenti con Montelvini mi diano la possibilità di lavorare bene anche nel nuovo incarico – conclude Serena – facendo gruppo per centrare gli obiettivi. Del resto ho ancora una gran voglia di fare e gli attestati di stima arrivati in questi giorni mi danno grande energia”.

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Dieci Asolo Prosecco Superiore Docg da avere in cantina questa estate


ASOLO –
Ebbene sì, “da avere in cantina”. Chi crede che il Prosecco non possa diventare più buono col tempo trascorso in bottiglia, evidentemente non ha mai assaggiato un Asolo Prosecco Superiore Docg. Chiaro che non stiamo parlando di un Metodo classico.

Ma all’Asolo Wine Tasting 2019, in programma dalle 10 alle 19 di quest’oggi al Palazzo Beltramini di Asolo (TV), ci sarà l’occasione di testare diverse annate di una delle “bollicine” venete più pregiate, nelle sue diverse sfumature.

Chi predilige vini morbidi potrà scegliere la versione Extra Dry o Dry, con residui zuccherini tendenzialmente compresi tra i 14 e i 25 grammi per litro. Chi invece preferisce spumanti più verticali potrà dirigersi senza indugio sulla versione Brut (dai 7 ai 12 grammi per litro).

Ancor più diretti gli Extra Brut (da 0 a 6 grammi litri di residuo zuccherino) o i Col Fondo (da 0 a 2 g/l), connotati dal tipico lievito in vista sul fondo della bottiglia.

Di seguito i migliori dieci Asolo Prosecco Superiore Docg risultati dalla degustazione alla cieca di WineMag.it su 49 campioni complessivi, suddivisi per tipologia. Non mancheranno i vini rossi del Montello Colli Asolani, di cui abbiamo parlato qui. Da non perdere quello prodotti con la rara uva Recantina, autoctona della zona di Asolo.

COL FONDO

1) Asolo Prosecco Superiore Docg Col Fondo 2016 “Il Brutto”, Montelvini: 89/100
Giallo paglierino carico. Naso profondo e fresco, che sfiora il balsamico. Si apre su tinte erbacee che ricordano la radice di liquirizia e il fieno bagnato. Un vino in continua evoluzione nel calice, tanto da arrivare a ricordi di cera d’api a diversi minuti dal servizio.

Un naso complesso, dunque, che evidenzia come il vino stesso sia in continua, positiva evoluzione. In bocca denota una bella struttura, giocata su una freschezza invidiabile in ingresso, che poi lascia spazio a un frutto preciso in centro bocca. Il tutto prima di una chiusura salina preziosa, unita a ricordi di radice di liquirizia già avvertiti al naso.

EXTRA BRUT

2) Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Brut Biologico 2018 “Benny”, Bresolin: 89/100
Tra i campioni più completi in assoluto degustati all’interno della Denominazione asolana. In bocca sfodera una ottima freschezza, con leggeri richiami di mentuccia che si accostano a percezioni fruttate molto precise. L’allungo è sulla frutta a polpa gialla, sostenuta da una vena salina che chiama il sorso successivo. Beva che non stanca mai.

3) Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Brut 2018, Giusti: 89/100
Uno spumante che fa dell’equilibrio e dell’eleganza le sue armi vincenti, senza rinunciare a una bevibilità straordinaria. Risulta infatti molto ben equilibrato in tutte le sue fasi, in un gioco prezioso tra frutto tendente al maturo e struttura resa dal terroir. Al palato sorprende, in particolare, per il retro olfattivo serioso, leggermente speziato (pepe bianco). Certamente tra gli Asolo Prosecco più complessi della Denominazione.

4) Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Brut 2017 “Iaya”, Meridiana: 87/100
Tra gli spumanti più gastronomici in assaggio. Naso suadente, su ricordi di macchia mediterranea – rosmarino, alloro – oltre al frutto tendente al maturo (pesca e pera, tipiche della Denominazione). Bel palato che si distingue per l’apprezzabile verticalità in ingresso. Si allarga in centro bocca, senza scomporsi. Chiusura salina, precisa.

BRUT

5) Asolo Prosecco Superiore Docg Brut 2018 “Duse”, Pat del Colmèl: 88/100
Uno spumante connotato da un bel corpo, oltre da che da una gran freschezza al palato. Uno di quei calici che non stanca mai, per l’equilibrio tra tutte le sue componenti. Sorprende, ancora prima, per la complessità al naso, giocata tra note dure, gessose – che ricordano la pietra bagnata – e il frutto suadente, polposo, esotico. In bocca si ritrova lo stesso filo conduttore, in un gioco di perfetta corrispondenza impreziosita da una chiusura di sipario salina, elegante.

6) Asolo Prosecco Superiore Docg Brut 2018, La Caneva dei Biasio: 86/100
Tra i più tipici ed equilibrati tra i Brut della Denominazione (tipologia che, in verità, ad Asolo non brilla). Bella spinta minerale al naso, che gioca con la frutta matura ma non sgarbata. In bocca la mineralità trova conferma assoluta. Chiuse tipico, su note pulite di mandorla amara. Migliorerà certamente col passare dei mesi.

EXTRA DRY

7) Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Dry 2018 “57”, La Montelliana: 87/100
Classico vino “a gradoni”, connotato da fasi gusto-olfattive che devono ancora integrarsi tra loro alla perfezione. Piace e convince perché è giovanissimo e le sue componenti non potranno che amalgamarsi meglio col passare dei mesi, creando un quadro coraggioso per la tipologia Extra Dry.

Uno spumante, di fatto, che non gioca sulla piacevolezza commerciale data dai 17 grammi/litro di residuo zuccherino, cercando nelle durezze date dalla mineralità l’equilibrio perfetto. Lo raggiungerà col passare dei mesi.

8) Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Dry 2018, Pat del Colmèl: 86/100
Altro calice che fa dell’essenzialità il suo punto di forza. Il frutto è pulito e tutt’altro che esasperato, pur nella sua maturità. La vena minerale è un corredo preziosissimo per il raggiungimento di un buon equilibrio gusto olfattivo. Un altro spumante a cui farà bene il tempo, che finirà di amalgamare i sentori di lisi alla bella venatura citrina avvertibile – in particolar modo – nel retro olfattivo.

DRY

9) Asolo Prosecco Superiore Docg Dry 2018 “Collina 48”, Bedin: 87/100
Al naso, oltre al frutto, rari richiami alla macchia mediterranea avvertiti in un altro paio di campioni presenti in batteria. Fresco già al naso, coi suoi richiami mentolati e di salvia. In bocca la vena minerale affianca la frutta tendente al maturo: è così che convince, nel senso dell’equilibrio.

10) Asolo Prosecco Superiore Docg Dry 2018, Pat del Colmèl: 86/100
Altro campione che riesce a coniugare una gran freschezza alle note fruttate tendenti al maturo, piuttosto tipiche della tipologia Dry. Sorprende per la chiusura vagamente speziata, che conferisce ulteriore freschezza e carattere al sorso, assieme ai richiami salini.

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Prosecco: Vinitaly esalta i “Col Fondo” di Bele Casel e Case Paolin

VERONA – Quando “torbido” fa rima con “qualità”. I Prosecco “Col Fondo” sbancano a Vinitaly a confronto con le versioni “limpide”. Ed è un po’ un controsenso, dal momento che una delle caratteristiche internazionalmente riconosciute per giudicare la qualità di un vino (almeno dal primo esame “visivo”) è proprio la “limpidezza”.

Una regola che non vale per i Prosecco “Col Fondo”. I non filtrati, che si presentano nel calice tra il velato e il torbido. Con sedimenti di lieviti volutamente lasciati in bottiglia, per arricchire l’esperienza gusto olfattiva. Una prova che, anche nel mondo del vino, l’abito (non sempre) fa il monaco.

LA DEGUSTAZIONE
Nella degustazione alla cieca organizzata dal Consorzio Vini Asolo Montello a Vinitaly 2018 sono le etichette di Bele Casel e Case Paolin a convincere davvero. Due Asolo “Col Fondo” di razza, in batteria con altri 6 Prosecco Docg “limpidi”.

A complicare il giudizio, la decisione di non servire i campioni seguendo il consueto crescendo del grado zuccherino, bensì alla rinfusa. Un aspetto che ha contribuito a segnare ancor più lo stacco dei “Col Fondo”.

Il Prosecco di Case Paolin (azienda agricola con base a Volpago del Montello, Treviso) si è rivelato delicato, molto fine. Frutto e mineralità ben bilanciate, con splendida chiusura tra la mandorla e il sapido. Un’etichetta da tenere a mente come riferimento nell’ambito dei “Col Fondo” di Asolo.

Ottimo anche quello di Bele Casel (Caerano di San Marco, Treviso). Degustato alla cieca dopo un Prosecco “classico”, è riuscito a riportare al palato la totale armonia tra le note fruttate zuccherine e quelle erbacee e minerali. Meno corrispondente tra naso e bocca rispetto al Case Paolin, ha convinto, in particolare, all’assaggio e nel retro olfattivo.

Due le etichette da segnare tra gli Asolo Prosecco Superiore Docg “limpidi”. Ha convinto molto – sempre alla cieca – la bottiglia istituzionale voluta dal Consorzio “per raccontare l’identità dei Vini Asolo Montello”. Obiettivo centrato in pieno in termini di equilibrio del sorso, dotato di una morbidezza garbata, tutt’altro che stucchevole (non a caso si tratta di un Brut).

Tra le etichette coperte si è poi rivelato anche il Montelvini, uno degli Asolo (e degli Extra Dry in generale) dal miglior rapporto qualità prezzo presenti sugli scaffali della Grande distribuzione italiana. Capace, anche alla cieca, di distinguersi tra i campioni in batteria in termini di pulizia gusto olfattiva.

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Approfondimenti

Asolo Wine Tasting: il 6 Maggio l’evento

Il Consorzio Vini Asolo Montello si prepara per la settimana edizione dell’Asolo Wine Tasting, in programma domenica 6 maggio 2018 a Palazzo Beltramini, nel cuore del borgo di Asolo (TV).

Novità di quest’anno sono le tre degustazioni guidate dai sommelier di Ais Veneto e dedicate alle diverse tipologie di Asolo Prosecco Superiore Docg, ai vini rossi Doc e Docg del Consorzio, all’Incrocio Manzoni e alla Recantina.

IL PROGRAMMA
Dalle 10.00 alle 19.00 saranno aperti al pubblico i banchi d’assaggio con i vini del Consorzio.  Ad ospitare le tre masterclass sarà la Sala Gialla di Palazzo Beltramini. Alle 11.00 la prima degustazione, che sarà interamente dedicata all’Asolo Prosecco Superiore Docg, presentato nelle sue diverse declinazioni, in particolare l’Extra Brut. La denominazione Asolo Montello è infatti l’unica tra le Denominazioni del Prosecco che può rivendicare la tipologia Extra Brut nelle bottiglie prodotte.

Il Consorzio Vini Asolo Montello, che quest’anno ha superato l’obiettivo dei 10 milioni di bottiglie, non è però solo Asolo Prosecco Superiore Docg. Nel pomeriggio saranno presentate due degustazioni dedicate agli altri vini prodotti nella zona. Alle 16.00 l’attenzione sarà rivolta alla Recantina, all’Incrocio Manzoni e al Colfondo, che dal prossimo anno si chiamerà Asolo Prosecco Superiore Docg sui lieviti, mentre alle 17.30 ci sarà una degustazione dedicata ai vini rossi Doc e Docg del Consorzio.

Nello stesso weekend il borgo trevigiano ospiterà anche la dodicesima rassegna di Fucina del Gusto, rassegna gastronomica dedicata alle eccellenze locali, che con Asolo Wine Tasting ha in comune la volontà di valorizzare il territorio dell’Asolo Montello e i suoi prodotti. Il costo dell’entrata al banco d’assaggio sarà di 10 € comprensivo di tasca e bicchiere souvenir.
Maggiori informazioni sul sito www.asolomontello.it

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Approfondimenti

Asolo Prosecco: approvate modifiche all’etichettatura

MONTEBELLUNA – L’anno del Consorzio Vini Asolo Montello si chiude con importanti novità nell’ambito dei disciplinari. L’Assemblea dei soci ha infatti approvato alcune variazioni riguardanti le denominazioni della DOC Montello-Colli Asolani e della DOCG Asolo Prosecco.

La prima novità riguarda l’etichettatura dell’Asolo Prosecco Superiore DOCG. A partire dal prossimo anno i produttori potranno scegliere se apporre sui loro prodotti la dicitura di Asolo Prosecco Superiore DOCG o la più semplice Asolo DOCG. Un modo per legare ancora di più il vino con la zona di produzione e con la città dei cento orizzonti.

Aria di cambiamento anche per l’Asolo Prosecco DOCG “Colfondo”, che dal prossimo anno cambierà il suo nome in Asolo Prosecco Superiore DOCG sui lieviti e potrà essere prodotto nella versione Brut Nature o relativi sinonimi.

L’altra importante modifica riguarda invece la DOC Montello-Colli Asolani, che abbrevia la sua denominazione sostituendo la dicitura “Colli Asolani” con quella di “Asolo”. Il marchio di Denominazione di Origine Controllata potrà quindi essere riportato sulle etichette delle bottiglie come DOC Asolo Montello o, a discrezione, DOC Montello Asolo.

Le modifiche sono attualmente in fase di approvazione da parte della Regione. La successiva convalida da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali è prevista nel corso del prossimo anno, in modo che le variazioni siano attuative già dalla vendemmia 2018.

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Vini al supermercato

Asolo Prosecco Superiore Millesimato Extra Brut Docg, Montelvini

(3,5 / 5) “Finchè c’è Prosecco c’è speranza”. Così cita una frase spiritosa in rete e si può stare tranquilli,  di speranza ce n’è in abbondanza visto che sul lineare delle bollicine in GdO, le bottiglie di Prosecco non mancano. Ogni tanto, nella limitata scelta di tipologia, c’è qualche novità che non sfugge all’occhio attento di vinialsuper.

Dopo la degustazione di Prosecco dello scorso Settembre ecco la nostra scheda dell’Asolo Prosecco Superiore Docg della linea Plumage, collezione esclusiva per la grande distribuzione prodotto da Montelvini.

LA DEGUSTAZIONE
Giallo paglierino chiaro, con riflessi verdolini l’Asolo Prosecco Superiore Docg Montelvini esordisce nel calice con un perlage fine e persistente.

L’inconfondibile profumo di pera e mela tipico del Prosecco delinea subito il suo semplice profilo olfattivo. Le bollicine, che nel frattempo continuano ad animare il calice, abbracciano il palato carezzevoli e distese. Un Prosecco non stancante e fruttato, perfetto come aperitivo, con un dosaggio extra brut (5 g/L) che in bocca si rivela cremoso, con un’acidità fresca e dosata. Il risultato è una beva scanzonata, leggera (11%) che mostra comunque una certa verve, ad un prezzo assolutamente adeguato.

LA VINIFICAZIONE
L’Asolo Prosecco Superiore Docg Millesimato Extra Brut di Montelvini è prodotto con uve 100% Glera del territorio di Asolo. Il mosto fiore è ottenuto con spremitura soffice e fermentato a temperature controllata per garantire ed esaltare l’aromaticità del vitigno.

Il gruppo Montelvini produce circa 4 milioni di bottiglie di cui 1,7 di Prosecco. Montelvini è l’etichetta legata ai territori di Asolo e Valdobbiadene dai quali produce una vasta linea di prosecchi Doc e Docg. Presente sui mercati esteri, dal 2016 si è arricchita di due nuove linee, una destinata al canale horeca e una linea dedicata al grande pubblico della gdo.

Prezzo: 6,98 euro
Acquistato presso: Bennet

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Approfondimenti news

Prosecco non è sinonimo di spumante: la campagna di vinialsuper #nonsoloprosecco

Quante volte vi è capitato di ordinare al bar “un Prosecco”? Ma vi siete mai chiesti se in quel calice c’era davvero del “Prosecco”?

Con il termine “Prosecco”, infatti, non si definisce un qualsiasi “spumante” o vino “con le bollicine”. Bensì quel determinato spumante – Doc o Docg – prodotto in Veneto e in Friuli Venezia Giulia.

Vi sognereste mai di chiamare “Chianti” qualsiasi vino rosso? Crediamo (speriamo) di no. Ecco perché occorre fare un po’ d’ordine: mentale, innanzitutto. E poi culturale.

Vinialsuper lancia quindi la campagna “Prosecco non è sinonimo di spumante” e l’hashtag #nonsoloprosecco, che vi invitiamo a utilizzare. Lo facciamo per voi. Perché vogliamo esser certi che, quando ordinate un “Prosecco”, intendiate proprio quel vino. Condividete l’articolo, ditelo agli amici, fatevi un selfie con la scritta “Prosecco non è sinonimo di spumante”! Insomma: inventatevi qualcosa per diffondere la cultura del vino.

I TRE PROSECCO: DOC E DUE DOCG
Sono tre le “versioni” di Prosecco, prodotte in base a disciplinari ben precisi: una a Denominazione di origine controllata (Doc) e due a Denominazione di origine controllata e garantita (Docg). Per tutti vale il metodo di spumantizzazione delle uve denominato Martinotti o Charmat, che prevede la rifermentazione del mosto in autoclave.

E’ questa la differenza principale con il Metodo Classico, che prevede una seconda fermentazione in bottiglia. Con il Metodo Classico (altrimenti noto come Champenoise) viene infatti prodotto lo Champagne, così come gli spumanti italiani più pregiati: Trento Doc, Franciacorta Docg, Alta Langa Docg e Oltrepò Pavese Docg, per citarne alcuni.

IL PROSECCO “MILLESIMATO”
Anche la definizione “Millesimato” è oggetto di grande confusione: di fatto, tutti i “prosecchi” sono “millesimati”. Questo termine, che non ha nessuna valenza relativa alla qualità della bottiglia, serve a evidenziare che tutte le uve con il quale è stato prodotto lo spumante sono state raccolte nella medesima annata. Frutto, dunque, dello stesso anno di vendemmia.

Ovvio, dunque, che un Prosecco sia “Millesimato”. Non sarebbe invece così scontato di fronte a un Metodo Classico italiano o a uno Champagne, che possono essere prodotti con assemblaggi di più annate.

La scritta “Millesimato” su un Prosecco è dunque un escamotage di marketing (pur consentito dalla legge italiana) con il quale il produttore – giocando sull’ignoranza del consumatore – tenta di dare inutile lustro alla propria etichetta, scimmiottando il Metodo Classico e gli Champagne. Anche se è vero che qualche casa vinicola usa miscelare annate differenti di Glera, per uniformare anno di anno in anno il gusto “di cantina”. Vediamo dunque le varie tipologie dello spumante Prosecco.

Prosecco Doc
Citando il disciplinare: “Il vino a denominazione di origine controllata ‘Prosecco’ deve essere ottenuto da uve provenienti da vigneti costituiti dal vitigno Glera; possono concorrere, in ambito aziendale, da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 15%, i seguenti vitigni: Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera, Glera lunga, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero (vinificato in bianco), idonei alla coltivazione per la zona di produzione delle uve (province di Belluno, Gorizia, Padova, Pordenone, Treviso, Trieste, Udine, Venezia e Vicenza”.

Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg
Sempre citando il disciplinare: “La denominazione d’origine controllata e garantita ‘Conegliano Valdobbiadene – Prosecco’, o ‘Conegliano – Prosecco’ o ‘Valdobbiadene – Prosecco’, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti per le seguenti tipologie: ‘Conegliano Valdobbiadene – Prosecco’, ‘Conegliano Valdobbiadene – Prosecco” frizzante’, ‘Conegliano Valdobbiadene – Prosecco’ spumante, accompagnato dalla menzione ‘Superiore di Cartizze’ se ottenuto nella tradizionale sottozona, nei limiti e alle condizioni stabilite”.

La zona di produzione delle uve atte ad ottenere i vini ‘Conegliano Valdobbiadene – Prosecco’ comprende il territorio collinare dei Comuni di Conegliano, San Vendemiano, Colle Umberto, Vittorio Veneto, Tarzo, Cison di Valmarino, San Pietro di Feletto, Refrontolo – Susegana, Pieve di Soligo, Farra di Soligo, Follina, Miane, Vidor e Valdobbiadene.

Il vino spumante denominato “Cartizze”, ottenuto da uve raccolte nel territorio della frazione di San Pietro di Barbozza del Comune di Valdobbiadene (dove deve avvenire l’intero processo di vinificazione), ha diritto alla sottospecificazione “Superiore di Cartizze” (107 ettari totali di vigneto, il “Cru” del Prosecco).

I vini “Conegliano Valdobbiadene – Prosecco” devono essere ottenuti dalle uve provenienti dai vigneti costituiti dal vitigno Glera. Possono concorrere, in ambito aziendale, fino ad un massimo del 15%, le uve delle seguenti varietà, utilizzate da sole o congiuntamente: Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera e Glera lunga.

Colli Asolani Prosecco (oggi Asolo Prosecco)
Secondo il disciplinare, “la denominazione di origine controllata e garantita ‘Colli Asolani – Prosecco’ o ‘Asolo – Prosecco’ è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie: ‘Colli Asolani – Prosecco’ o ‘Asolo – Prosecco’, ‘Colli Asolani – Prosecco’ o ‘Asolo – Prosecco’ spumante, accompagnato dalla menzione superiore e ‘Colli Asolani – Prosecco’ o ‘Asolo – Prosecco’ frizzante”.

“La zona di produzione delle uve atte alla produzione dei vini a Docg ‘Colli Asolani – Prosecco’ o ‘Asolo – Prosecco’ comprende l’intero territorio dei comuni di Castelcucco, Cornuda e Monfumo e parte del territorio dei comuni di Asolo, Caerano San Marco, Cavaso del Tomba, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Maser, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa, Pederobba, Possagno, San Zenone degli Ezzelini e Volpago del Montello”, con ulteriori delimitazioni geografiche specifiche.

IL PROSECCO ROSÉ? NON ESISTE
Le norme che disciplinano la produzione del Prosecco sono chiare e non lasciano spazio a interpretazione. Ma la comune richiesta di “Prosecco” come sinonimo di “spumante” porta con sé un altro equivoco: quello del “Prosecco rosé”. Semplice smontarlo: non esiste.

La tecnica di vinificazione delle varie tipologie di Prosecco, infatti, vieta l’utilizzo di uve rosse vinificate in rosa, ovvero con breve contatto delle bucce a contatto con il mosto.

Le uve a bacca rossa come il Pinot Nero (per un massimo del 15%) adatte alla produzione del Prosecco, infatti, devono essere vinificate senza buccia, responsabile del rilascio del colore rosso (o rosato), in base alla durata del contatto con il mosto.

La vinificazione in bianco prevede dunque la fermentazione del solo succo d’uva, senza la parte solida costituita dalla buccia.

Se sulla carta dei vini di un ristorante doveste mai leggere “Prosecco Rosé”, come nel caso clamoroso denunciato da vinialsuper che vede come protagonista il Ricci di Milano (ristorante di Belen e Bastianich) sappiate che si tratta di un (patetico) escamotage per vendere qualcosa che non esiste, approfittandosi della riconoscibilità e notorietà, ormai internazionale del “Prosecco”.

In quel caso: rimbalzate la proposta e chiedete lumi al ristoratore. Oppure, meglio: alzatevi e cambiate ristorante. Magari consigliando di leggere questo articolo. #nonsoloprosecco

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Il Veneto e i suoi Calici di Stelle: dal Soave all’Asolo Prosecco

Vino e offerta culturale rappresentano l’abbinamento vincente di Calici di Stelle, evento nazionale proposto da Movimento Turismo del Vino e Città del Vino, in occasione delle notti d’agosto illuminate, come da tradizione, dalle stelle cadenti. L’evento si celebra anche nel territorio della Strada del vino Soave ed in particolare in due località, a Colognola ai Colli e a Monteforte d’Alpone, in provincia di Verona. Per gli amanti delle “bollicine”, l’appuntamento è invece per mercoledì 10 agosto ad Asolo, per le vie del borgo storico, con venti cantine del Consorzio Vini Asolo Montello in abbinamento a venti ristoratori del territorio.

IL PROGRAMMA
A Colognola ai Colli, ad ogni gradone della scalinata una tipologia di vino del territorio. Calici di Stelle si tiene venerdì 5 e sabato 6 agosto a partire dalle 19.30 ed è organizzato dalla Pro Loco locale (tel. 347-8599701, presidente Alfonso Avogaro) nello scenario della monumentale scalinata Zandomeneghi, dedicata allo scultore Luigi Zandomeneghi (1778-1850), attivo soprattutto a Venezia ma che ebbe i natali nella località veronese. Su ogni gradone della scalinata che porta al monte di Colognola – da cui si gode una splendida vista sulla val d’Illasi illuminata – le cantine della zona allestiranno i loro banchi di degustazione per servire, in un crescendo di tipologie, i vini del territorio, dal Soave Doc al Valpolicella, dal Valpolicella Superiore ai vini da meditazione, Recioto di Soave e Recioto Valpolicella. Non mancheranno i prodotti tipici e le eccellenze del territorio con cui cenare, che si potranno acquistare con i “verdoni”, speciali banconote realizzate per l’evento e che si troveranno nel kit fornito ai  partecipanti insieme a sacca e calice.

A Monteforte d’Alpone si terranno invece degustazioni di “Acinatico” e risotti a sorpresa. Nella terra dei vini Soave Classico e Recioto di Soave, Calici di Stelle, organizzato dalla Pro Loco di Monteforte (tel. 392-0508139) si terrà sabato 6 e domenica 7 agosto a partire dalle ore 19 in centro paese (Foro Boario-via Dante). Negli stand presenti si potrà cenare con specialità, tra cui risotti a sorpresa, nonché degustare i vini delle cantine del territorio. A far da padrone, sarà il Recioto, il cui antenato, l’Acinatico, venne descritto nella sua dolce soavità ben 1.500 anni fa da Cassiodoro (490-580 circa), politico-letterato, grande protagonista della storia italiana nel passaggio tra antichità e Medioevo, e primo grande commentatore dei vini passiti veronesi al tempo di Re Teodorico. Un primato, quello del celebre personaggio storico, che ha condotto Monteforte ad essere il comune capofila di un progetto che prevede la realizzazione di più busti di Cassiodoro da collocare nel territorio, il primo dei quali fa già bella mostra di sé nel palazzo municipale del paese.

Notte di vino, di stelle e di musica anche ad Asolo. Mercoledì 10 agosto 2016 l’appuntamento è con Calici di Stelle per le vie del borgo storico. Venti le cantine del Consorzio Vini Asolo Montello interessate agli abbinamenti pensati in collaborazione con altrettanti ristoratori del territorio. Si comincia alle 21 (le casse aprono alle ore 20:30). L’evento è organizzato dalla Pro Loco di Asolo con la collaborazione de Consorzio Vini Asolo Montello e con la partecipazione di Coldiretti Treviso “Campagna Amica”,  l’Associazione Città del vino, Asolo Prosecco Docg Superiore e Città di Asolo. Al classico appuntamento della notte di San Lorenzo quest’anno aderiscono 20 cantine e 20 ristoratori del territorio. In occasione di Calici di Stelle i visitatori potranno prendere parte ad un vero percorso enogastronomico tra le bellezze artistiche del paese come Casa Duse, il Castello della Regina Caterina Cornaro o la Cattedrale. Passeggiando, tra un assaggio e l’altro, potranno scoprire i segreti dei vini del Consorzio come l’Asolo Prosecco Superiore DOCG nelle sue diverse versioni. In particolare ci saranno l’Extra Brut (Asolo è l’unica denominazione nel panorama del Prosecco che può definire la tipologia Extra Brut nelle bottiglie prodotte con la DOCG) ed il ColFondo, il Prosecco rifermentato in bottiglia e senza sboccatura. Tra le specialità locali non mancherà nemmeno la Recantina, vitigno autoctono del territorio frutto di un lavoro di riscoperta sostenuto dal Consorzio di tutela. Oltre al vino, durante la serata ci sarà anche un intrattenimento musicale sulle note della Banda Musicale di Possagno. Il costo di partecipazione è di 20 euro e comprende una degustazione per ciascuna delle cantine e dei ristoratori presenti.

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