Categorie
news news ed eventi Wine Calendar

Van Italy: maxi degustazione e mercato dei vini firmati dai Vignaioli Artigiani Naturali

Il Van dei Vignaioli Artigiani Naturali è pronto a far tappa a San Bonifacio, in provincia di Verona. Per la prima edizione di Van Italy, in programma l’11 aprile 2022, dalle ore 11 alle ore 19, l’associazione di piccoli artigiani del vino ha scelto una location mozzafiato come Villa Bongiovanni (nella foto), splendida dimora settecentesca ai piedi delle colline di Soave.

«Van Italy 2022 – spiegano gli organizzatori – vedrà protagonista tutta la panoramica dei vitigni autoctoni italiani e internazionali. Vini che sono come le perle rare, difficili da trovare. Sarà una magnifica occasione per scoprirli, degustarli e soprattutto farli raccontare da chi li produce».

Ogni vino porta con sé la storia di un territorio, una filosofia produttiva, etica e soprattutto la storia di vita delle persone che hanno scelto di fare questo nobile mestiere. Ci saranno oltre 200 vini in degustazione di tutta la penisola, vendita diretta di vini naturali».

VAN ITALY 2022: PAROLE D’ORDINE «DIVERSITÀ E PERSONALITÀ»

Un evento all’esordio, Van Italy 2022. Ma da anni l’Associazione Vignaioli Artigiani Naturali si è data la «missione di diffondere la conoscenza dei vini naturali e di illustrare la loro diversità e personalità».

Tutti i nostri associati seguono ogni fase produttiva con cura dalla vigna alla commercializzazione. Le aziende sono medio piccole, generalmente a conduzione familiare. Ci teniamo particolarmente al modo in cui viene fatto il vino.

Pertanto, i vini prodotti sono prodotti con lavorazioni artigianali, ottenuti da uve raccolte manualmente, da agricoltura biologica o biodinamica. Le fermentazioni sono spontanee, senza aggiunte di alcun additivo o coadiuvante enologico di vinificazione».

Massima attenzione anche ai contenuti di solforosa totale all’imbottigliamento. «Non superano 40 mg/l – spiegano gli organizzatori di Van Italy 2022 – indipendentemente dal tenore di zuccheri residui. La cura meticolosa sia in vigna che in cantina è una scelta etica che viene ripagata con un vino sincero e senza compromessi».

LE REGOLE DEI VAN – VIGNAIOLI ARTIGIANI NATURALI


Nella «pratica quotidiana» dei Van – Vignaioli Artigiani Naturali:

  • il vino naturale è un vino integro e vitale perché è ottenuto da uve da agricoltura biologica o biodinamica, anche autocertificata;

  • è un prodotto agricolo ottenuto dal vignaiolo che ne segue direttamente tutte le fasi produttive, dalla coltivazione della vite al confezionamento nella bottiglia;

  • è ottenuto solo da uve proprie, coltivate direttamente, o, se acquistate, provenienti da vigneti di produttori biologici o biodinamici dello stesso territorio (non più del 30% del totale);

  • il vino naturale è ottenuto da fermentazioni spontanee, senza l’utilizzo di lieviti o batteri selezionati fabbricati in laboratorio;

  • è ottenuto senza l’aggiunta di nessuno degli additivi o coadiuvanti enologici ammessi dal disciplinare convenzionale e anche da quello del vino biologico e biodinamico, in vinificazione, maturazione e affinamento;

  • è esente da quelle manipolazioni e trattamenti fisici o chimici invasivi ammessi dai disciplinari del vino convenzionali o biologici.

Regole che danno vita a una sorta di “disciplinare di produzione” che i produttori si impegnano a rispettare. «I vini naturali – spiegano infine gli organizzatori di Van Italy – sono realizzati senza ulteriori vincoli predefiniti, dando spazio alla propria creatività, storia e cultura.

«Sono profondamente legati al terroir – concludono i Vignaioli Artigiani artisti – che interpretano e rappresentano. Per questo i vini naturali possono presentare delle sorprendenti, sostanziali diversità che sono da considerare una vera ricchezza».

LA LISTA DEI VIGNAIOLI ARTIGIANI ARTISTI PRESENTI A VAN ITALY 2022
VILLA BONGIOVANNI – SAN BONIFACIO (VR)
ABRUZZO
  • Azienda Agricola Ludovico * Socio Van
    Vittorito (Aq)
  • McCalin di Federico Nardi * Vignaiolo Ospite
    Martinsicuro (Te)
CALABRIA
  • Tenuta del Conte * Socio Van
    Cirò Marina (Kr)
  • Cantine Lucà Azienda Agricola * Socio Van
    Bianco (Rc)
CAMPANIA
  • Azienda Agricola Salvatore Magnoni * Socio Van
    Rutino (Sa)
  • Azienda Agricola Terra di Briganti * Socio Van
    Casalduni (Bn)
EMILIA ROMAGNA
  • Azienda Agricola Maria Bortolotti * Socio Van
    Zola Predosa (Bo)
  • Ferretti Vini Ferretti Vini * Socio Van
    Campegine (Re)
  • Podere Beghetto Podere Beghetto
    Gargallo di Carpi (Mo)
LAZIO
  • Azienda Agricola Palazzo Tronconi * Socio Van
    Arce (Fr)
  • Azienda Agricola DS Bio * Socio Van
    Pescosolido (Fr)
  • Azienda Agricola I Chicchi * Socio Van
    Ardea (Rm)
  • Azienda Agricola Il Vecchio Poggio * Socio Van
    Isola del Liri (Fr)
  • Azienda Agricola Marco Falcone * Socio Van
    Piglio (Fr)
LOMBARDIA
  • Vigne del Pellagroso * Socio Van
    Monzanbano (Mn)
  • Pietro Selva * Vignaiolo ospite
    Castione Andevenno (So)
  • Tenuta Belvedere * Socio Van
    Montecalvo Versiggia (Pv)
  • Azienda Agricola Antonio Ligabue *Vignaiolo ospite
    Capo di Ponte (Bs)
  • Fortunato Bressanelli *Vignaiolo ospite
    Sellero (Bs)
MARCHE
  • Tenuta S. Marcello * Socio Van
    San Marcello (An)
MOLISE
  • Vinica * Socio VAN
    Ripalimosani (Cb)
PIEMONTE
  • Vinicea * Socio VAN
    Ottiglio (Al)
  • Azienda Agricola La Cascinetta * Socio Van
    Viarigi (At)
TOSCANA
  • Cooperativa Agricola La Ginestra * Socio Van
    San Casciano in val di Pesa (Fi)
  • Il Casale di Giglioli e Rinaldi * Vignaiolo ospite
    Certaldo (Fi)
  • Azienda Agricola La Busattina *Socio Van
    San Martino sul Fiora (Gr)
  • Azienda Agricola Casteldelpiano *Socio Van
    Licciana Nardi (Ms)
  • Podere Fornace Prima *Socio Van
    Cerreto Guidi (Fi)
UMBRIA
  • La Casa dei Cini * Socio Van
    Piegaro (Pg)
  • Fattoria Mani di Luna * Socio Van
    Torgiano (Pg)
VENETO
  • Impronta Agricola *Vignaiolo ospite
    Belfiore (Vr)

VAN ITALY IN SINTESI

Dove?
– Villa Bongiovanni, Via Perarolo 36, San Bonifacio (Vr)
Quando?
– Lunedì 11 Aprile | orario 11,00 – 19,00
Quanto costa?
– Ingresso | 20,00 euro
– Ingresso operatori di settore | 10,00 euro previo accredito
– Ingresso gratuito previo accredito solo per gli importatori
Come acquistare gli ingressi?
– Dall’apposito form sul sito dell’associazione
– Sul posto fino ad esaurimento dei posti
Come accreditarsi?
– Modulo accredito importatori
– Modulo accredito operatori di settore e stampa

Categorie
Enoturismo

Davide Paolini atterra nella Roma Golosa

La cucina concreta, quella delle trattorie e dei panini, ha conquistato il pubblico di Milano Golosa che dal 14 al 16 ottobre ha raccolto al Palazzo del Ghiaccio di Milano oltre 13 mila persone.

Nei tre giorni si sono susseguiti incontri e dibattiti che hanno visto protagonisti, tra gli altri, i nove cuochi delle Premiate Trattorie Italiane e i piatti più significativi e identitari della loro regione.

Particolarmente apprezzata l’area PaniniAmo, un omaggio al pane imbottito in collaborazione con la Fondazione Accademia del Panino Italiano.

La sesta edizione della kermesse ideata da Davide Paolini ha visto una presenza record di buyer e operatori del settore, pari al 22% degli ingressi, interessati a conoscere le proposte dei 200 artigiani presenti al mercato con i loro prodotti spesso introvabili nei canali di vendita tradizionali. A Milano Golosa presenti anche buyer stranieri, provenienti da Germania, Gran Bretagna, Canada e paesi dell’Est Europa.

Il viaggio del Gastronauta ora prosegue e porta a Roma, dove dal 2 al 4 dicembre si terrà la prima edizione di Roma Golosa. La formula sarà quella già rodata all’ombra della Madonnina e anche nella capitale Davide Paolini si è mantenuto lontano dai quartieri fieristici preferendo una location post industriale in grado di qualificare il lavoro degli artigiani che presenteranno le loro produzioni frutto del migliore made in Italy.

Incontri, dibattiti, master class completeranno un programma ricco di contenuti e spunti per chi, finalmente anche a Roma, vorrà approfondire la conoscenza di una cucina che non vuole essere spettacolo ma espressione di un’identità culturale.


ROMA GOLOSA IN BREVE
2-3-4 DICEMBRE 2017
Guido Reni District | Via Guido Reni 7, Roma
0286462555/1919
info@romagolosa.it
www.romagolosa.it
Facebook: @RomaGolosa
Twitter: @ilgastronauta
Instagram: @gastronauta_official

ORARI AL PUBBLICO
Sabato: 12:00 – 21:00
Domenica: 11:00 – 19:00
Lunedì: 11:00 – 17:00

Categorie
Cantine news

Domaine de Beudon. Viaggio nella Svizzera dove si vive (e si muore) di vino

Scricchiola, appesa ai fili tesi al cielo di Fully, canton Vallese, la teleferica di Jacques Granges e Marion Granges-Faiss. Scricchiola. Sembra arrancare, a tratti. Barcolla un poco, mentre sale. Ma non si ferma. E non si fermerà mai. E’ il cuore grande di Marion e delle sue tre figlie che la tiene in funzione. Anche ora, anche oggi. Anche se per metà, quella teleferica, non avrebbe più senso d’esistere. Di raggiungere il cielo. Almeno da quel terribile 10 giugno 2016. Quel giorno che nel Valais – e non solo – nessuno scorderà più. Jacques era solo. A 870 metri d’altezza. Tra le sue vigne. Una distrazione, tra i filari. Forse a causa della fatica, dovuta alla fortissima pendenza del terreno. Il macchinario su cui si trovava si è ribaltato. Alcuni operai hanno trovato Jacques una decina di minuti dopo. Privo di vita. Per il forte trauma subìto alla testa. Inutili i soccorsi. I disperati tentativi di rianimazione. Lo attendevano per la pausa pranzo. Erano le 12.30 passate. E Jacques era un tipo puntuale. Se n’è andato così, il padre della viticoltura biodinamica svizzera. All’età di 70 anni. Se n’è andato tra le sue vigne. Tra le sue “figlie”. Tra le piante di Fendant, Riesling Sylvaner, Gamay e Pinot Nero. Se n’è andato lasciando Domaine de Beudon nelle sapienti mani della moglie Marion, che da una vita gli era accanto, anche in vigna. Per cercare di trarre il meglio, seguendo i principi della biodinamica (no diserbi, no concimi: in due parole “no chimica”) dallo splendido terroir di “loess”, come chiamano da queste parti l’argilla mista a sabbia e detriti morenici. Combattendo quotidianamente con le insidie del meteo e, in generale, con Madre Natura. Un’amica nemica da rispettare, quassù. Anche quando decide di fare la stronza. “Science, Coscience et Amour. Lo diceva sempre, Jacques. Aggiungendo subito dopo, ‘Tant Amour. Mi faceva sempre tanto ridere!'”. E’ con le parole del marito che Marion Granges-Faiss ci accoglie nella sua casa sulla montagna. Di nome e di fatto. Ci siamo fatti caricare sulla teleferica da Laura, l’impiegata storica del Domaine de Beudon. E abbiamo raggiunto l’abitazione, costruita proprio lassù. Tra le vigne eroiche. Cinque minuti di pura adrenalina, per arrivare a quasi 900 metri d’altezza. Sul cielo di Fully. Sul cielo di una Svizzera che piange ancora oggi, per la scomparsa di un grande uomo. Un rivoluzionario del vino. E della vita. Prende per mano il nipotino, Marion. Tra le dita sporche di terra il piccolo di 4 anni tiene una mela succulenta. Che sgranocchia goloso, durante il nostro tour delle vigne. Niente snack da queste parti: solo cibo genuino. La vista, tra i filari, è di quelle che mozzano il fiato. Ma è Marion che riesce a toglierti il respiro. Per davvero. Ancora più delle vertigini. E a farti lacrimare il cuore.

Cammina come un gatto tra le sue piante, Marion. Sinuosa, esperta. Delicata, decisa. E’ l’ossimoro fatto donna. Ogni tanto, tra una parola e l’altra in inglese, francese e italiano, si ferma. Si piega, sciolta. Strappa da terra un po’ di verbena e te la mette sotto il naso. “Quassù è pieno di piante officinali”, fa notare. “Ci facciamo delle buonissime tisane”. Profumi che ritroveremo nei vini del Domaine de Beudon. Chiari, netti, fini, in ognuna delle 25-30 mila bottiglie prodotte in media ogni anno dalle uve del Domaine, lavorate a Saillon nella cantina di Pierre Antoine Crettenand. “Perché noi non abbiamo mai avuto una cantina tutta nostra”, spiega Marion. Del resto di lavoro ce n’è sempre stato abbastanza tra i 7,5 ettari di proprietà della famiglia. Vigne che il 1 luglio hanno compiuto i 45 anni dal loro acquisto. Un traguardo che Jacques Granges ha solo sfiorato. “Negli anni ’70 l’acquisizione dei terreni – spiega la Signora del vino svizzero – e dal 1992 la certificazione del biodinamico, anche se fin dall’inizio ne abbiamo rispettato i princìpi. Come mai questa decisione? Perché noi siamo esseri umani e dobbiamo rispettare il nostro prossimo, ma anche l’ambiente. Il vino che produciamo, del resto, è per la gente. La biodinamica, per noi, è sempre stata più che una scelta una necessità morale: per noi, per i nostri cari, per il prossimo. Per la Terra”. Non a caso Domaine de Beudon aderisce al circuito di viticoltori Triple A – Agricoltori, Artigiani, Artisti: unica casa vinicola dell’intera Svizzera.

LA DEGUSTAZIONE
Una scelta radicale. Compiuta con la consapevolezza dell’amore per la propria terra. Ma anche una decisione preziosa, dal punto di vista enologico. I vini biodinamici non filtrati di Jacques e Marion Granges-Faiss sono ormai riconosciuti internazionalmente come straordinari. Oltre il pionierismo. Oltre certe leggi non scritte del vino svizzero, secondo le quali – per esempio – un Fendant “va bevuto giovane”. Nel calice la vendemmia 2004 Beudon si presenta ancora d’un bel giallo paglia, con riflessi verdolini. Al naso l’impagabile freschezza delle note fruttate (albicocca) e uno spunto vegetale che costituirà il fil rouge, preziosissimo, di tutta la produzione del Domaine de Beudon. Un contrasto solo apparente, in quadro in cui anche la mineralità gioca un ruolo fondamentale. Vini d’agricoltura, d’artigianato. Vini d’arte. Vini di fatica. Vini folli. Basti pensare che in occasione della vendemmia, per i bianchi è prevista una prima pressatura in “alta quota”. Il mosto scorre dunque verso il basso mediante una canalina, costruita appositamente. Una volta a “terra”, il prezioso nettare finisce nelle vasche inox per la chiarifica (dèbourbage), poi condotte alla cantina di Pierre Antoine Crettenand per la lavorazione. Per i rossi il discorso è diverso. Ancora più folle, se possibile. Le uve, raccolte in piccole cassette, vengono condotte dai 600-900 metri d’altezza delle vigne sino a terra (a 450 metri slm) mediante ripetuti viaggi in teleferica. Immaginate un ‘ascensore’ pieno di cassette d’uva appena colta a grappoli, che scende dai monti come un dono del cielo. Viticoltura eroica dal campo alla bottiglia, insomma. Ed eroico è pure il Riesling Sylvaner 2004 del Domaine de Beudon. Ottenuto da un appezzamento di 1,6 ettari situato interamente a 800 metri d’altezza, risulta aromatico come un giovane moscato al naso, nonostante i 12 anni, con un tocco di miele delicato e fine. Lunghissimo in bocca, chiude su note amarognole che ricordano vagamente il rabarbaro. La degustazione prosegue con un Johnannisberg 2013 di grandissima intensità olfattiva. Miele, erbe d’alpeggio. Si passa ai rossi, con il Gamay 2009 (13%). Un assemblaggio tra uve provenienti da diversi appezzamenti del vigneto. Splendido tannino, gran frutto. Un marchio di fabbrica garantito dalle lunghe e lente macerazioni in acciaio. “Per garantire la tipicità del vitigno”, spiega Marion. Constellation 2007 (12,5%) è invece il riuscitissimo blend tra Pinot Noir, Gamay e Diolinoir, varietà autoctona del Vallese. “Con la biodinamica riusciamo a ottenere più ‘estratto’ di tutto”, commenta ancora la viticoltrice, sorseggiando il rosso. E in effetti siamo di fronte a un vino sensualissimo. Dai profumi vellutati di frutta (piccole bacche rosse) al riconoscibilissimo sentore di rosa. Un vino sinuoso, del fascino della discretezza. Anche al palato. Dove chiude con le canoniche note di erbe officinali, persistenti, lunghe. Chiudiamo con il Petite Arvine 2014, premiato come miglior vino bianco bio della Svizzera. Lo degustiamo leggermente fuori temperatura. Ma ne apprezziamo comunque la freschezza. Bel naso, a cui risponde in bocca una portentosa struttura e calore: verbena, timo, limone. La sensazione è quasi balsamica. “Adesso le tocca raccontare che i vini svizzeri ottenuti dalla viticoltura biodinamica sono longevi”, scherza Marion. Ci “tocca”? Dobbiamo. Chapeau.

Categorie
news news ed eventi

“Vendemmia 2015 da record? Solo per l’industria del vino”. La denuncia di Francesco Paolo Valentini

Francesco Paolo Valentini non è mai stato uno di quelli che, per dirla in gergo, la mandano a dire. Produttore di successo di vini e di olio nel suo Abruzzo, è stato ospite nei giorni scorsi della trasmissione Tg2 Insieme. Un’occasione imperdibile per cantarle manco fosse a San Remo. Nel mirino del vignaiolo, prima di tutto anche agricoltore, le pompose “dichiarazioni giornalistiche” in base alle quali, quella del 2015, è stata una vendemmia straordinaria.

“Bisogna sfatare il mito dell’annata siccitosa come garanzia di elevata gradazione alcolica del vino – ha dichiarato Valentini – perché non è vero: sussiste piuttosto una fittizia gradazione zuccherina, dovuta a disidratazione dell’acino, ma in realtà non c’è evoluzione, perché qualunque organismo vivente, vegetale e animale, per eccesso di caldo blocca la propria crescita”.

A tal proposito, Valentini ha eseguito uno studio delle vendemmie delle varietà Trebbiamo d’Abruzzo e Montepulciano della propria azienda, dal 1817 al 2007. “Fino agli anni Settanta del Novecento – ha spiegato Valentini – la vendemmia avveniva durante la prima metà del mese di ottobre. Poi un crollo, che corrisponde all’aumento dell’industrializzazione con ricadute dirette, evidentemente, sull’effetto serra”.

Nel 2007 abbiamo addirittura vendemmiato le nostre varietà il 31 agosto, perché a quella data avevano raggiunto la giusta maturazione zuccherina . Il problema è che la maturazione dell’uva non è solo quella zuccherina”.

C’è anche quella fenolica, importantissima, perché riguarda il corretto sviluppo nell’acino di aromi, colori e profumi che saranno poi trasferiti al vino. “Se noi andiamo ad analizzare i vinaccioli, cioè i semini dell’uva che ha la corretta maturazione zuccherina – ha evidenziato Valentini – vediamo che questi sono verdi, cioè non evidenziano più una corretta maturazione fenolica. Non hanno una colorazione marrone, cioè non c’è un processo di lignificazione. La stessa polpa, che aderisce ai vinaccioli, è aspra. E la materia colorante, le materie polifenoliche, sono instabili, cioè non mature”.

A RISCHIO LE PRODUZIONI ARTIGIANALI

Ma le anomalie non si fermerebbero qui. “Abbiamo assistito a un crollo di parametri come quello dell’acido malico – ha aggiunto il viticoltore – e i Ph tendono ad alzarsi. Durante la fermentazione tumultuosa, ovvero la fermentazione alcolica, chi non utilizza lieviti estranei come l’artigiano, nota che i lieviti hanno subito una trasformazione, ovvero hanno maggiore virulenza: le temperature di fermentazione spontanea, cioè non controllata, risultano particolarmente elevate. Noi artigiani siamo un avamposto e notiamo tutto”.

Per questo, secondo Francesco Paolo Valentini, “gli agricoltori dovrebbero avere il coraggio di raccontare le cose come stanno al posto di seguitare a raccontarci tutti gli anni la solita storiella dell’annata migliore di sempre“.

“Ci sono giornalisti con proprietà chiaroveggenti – ha denunciato Valentini – che sembrano predire l’esito di una vendemmia due o tre mesi prima che venga portata a termine. Nella vita ci sono priorità e l’utile non è solo quello economico. Abbiamo il dovere di informare l’opinione pubblica su quello che sta accadendo, in modo che si possano prendere provvedimenti“.

Sempre secondo Valentini, il danno riguarderebbe direttamente solo le piccole imprese vitivinicole. “Riuscire a gestire i cambiamenti climatici è difficile per noi, cerchiamo piuttosto di assecondare quello che accade, anche perché le nostre sono produzioni artigianali ed è fondamentale mantenere il pieno rispetto della materia prima, al contrario delle lavorazioni industriali che interferiscono con la materia prima. Riuscirci è sempre più difficile e sempre più improbabile e, alla lunga, non sappiamo come andrà a finire”.

“Nella lavorazione industriale – ha evidenziato Valentini – si riesce a sopperire a maturazioni che non sono complete, in un modo o nell’altro. Nella lavorazione artigianale questo non può avvenire”. Insomma, per Valentini la vendemmia 2015 sarà sì straordinaria. Ma solo per gli enologi delle grandi cantine.

Exit mobile version