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Crescono le vendite del Vigneto Marche

VERONA – “Ogni milione di euro investito dalle Marche in promozione ha generato un ritorno nell’export di vino verso i Paesi terzi per 7,5 milioni di euro”.

È la sintesi del responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini, oggi a Vinitaly al convegno della Regione Marche Mercato e promozione a confronto.

L’analisi, realizzata dall’istituto di ricerca bolognese per i due consorzi marchigiani (Istituto marchigiano di tutela vini e Consorzio vini piceni), fa il punto sul trend export del prodotto enologico regionale a fronte degli investimenti realizzati negli ultimi anni.

IL RISULTATO DELLE ANALISI
E la verifica dei risultati dà ragione alla gestione virtuosa dei fondi comunitari Ocm Promozione (Organizzazione comune di mercato) e Psr (Programma di sviluppo rurale). L’export del vigneto Marche è infatti cresciuto del 56% nell’ultimo decennio, in particolare nell’extraUe, che vola a +75%, con la Cina che segna un incremento di quasi il 450% e con Norvegia, Svizzera e Russia anch’esse in tripla cifra.

L’indagine, svolta direttamente sulle principali aziende della regione, evidenzia nel complesso un settore che negli anni è riuscito a diversificare sempre più il proprio mercato della domanda. I dati espressi dalle interviste ai produttori confermano in larga parte quelli di Istat (che evidenziano una crescita del 9,5% nell’ultimo anno, il triplo rispetto alla media nazionale) che annoverano tra i top buyer in testa gli Usa (16,2% di market share), seguiti da Svezia (11,3%), Benelux (9,8%), Germania (8,8%), Giappone (7,1%), Regno Unito (6,5%) e Cina (5,7%).

VERDICCHIO E ROSSO PICENO BALUARDI REGIONALI
A farla da padroni, i 2 prodotti di punta, il Verdicchio dei Castelli di Jesi e di Matelica, che a valore rappresenta la fetta maggiore dell’export regionale, e il Rosso Piceno, che mette a segno un’importante progressione nelle vendite estere. Complessivamente, nel triennio 2015 2018, l’indagine fissa la crescita dell’imbottigliato regionale a +39%, con un export a +31% per un campione di aziende che rappresentano 1/3 della produzione totale marchigiana.

I fondi europei per la promozione sono un privilegio indispensabile per il settore del vino, un unicum, rispetto ad altri comparti, che dobbiamo essere in grado di sfruttare al meglio. Le Marche grazie anche alla collaborazione con la Regione si sono dimostrate una best practice, riuscendo negli anni a incrementare il coinvolgimento delle aziende del 115%. Rispetto a 3 anni fa, registriamo finalmente un aumento del 6% del prezzo medio del Verdicchio, sia in Italia che all’estero, ma non è ancora abbastanza rispetto alla qualità espressa” – ha dichiarato il direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini, Alberto Mazzoni.

Il direttore del Consorzio vini piceni, Armando Falcioni si è così espresso: “Per tipologia e caratteristiche il nostro rosso si presta anche a mercati più esotici: è il caso di Cina e Giappone, che secondo il campione rappresentano quote sempre più decisive per il nostro export, con il Paese del Dragone che nell’ultimo anno è cresciuto in maniera vertiginosa. Si tratta di mercati emergenti da sviluppare anche con azioni promozionali dedicate, che devono necessariamente essere diverse rispetto ad altri Paesi culturalmente più vicini a noi. Possiamo lavorare sul posizionamento dei vini marchigiani attraverso un’azione strutturata e sinergica di tutta la filiera, ma non solo: attraverso i fondi e il lavoro delle nostre istituzioni, a partire dalla Regione, anche le aziende più piccole possono pianificare e razionalizzare le risorse per la promozione”.

Secondo i produttori, infine, sono di gran lunga gli Stati Uniti il Paese da presidiare con maggior attenzione nel futuro; a seguire, Canada, Cina, Germania, Giappone e Regno Unito. Ma non basta: sul fronte delle strategie da implementare la risposta quasi unanime è individuare nuovi mercati di sbocco. Tra i valori da comunicare, prevalgono l’abbinata vino e turismo, la zona di produzione e le produzioni biologiche/sostenibili.

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Passerina e Pecorino motivo di ”Orgoglio Piceno” al Vinitaly

Grande successo dei vini Piceni al Vinitaly che hanno registrato interesse ed apprezzamento dai visitatori dello stand. Successo che viaggia di pari passo con quello del suo vino Passerina che nel 2015 ha segnato un incremento del +34,2 % , seguita, nel trend positivo dal vicino Pecorino  con un +19,9%. ”Un risultato straordinario ed inaspettato che vede ripagati gli  sforzi di questi ultimi anni di investimento. Il Consorzio Vini Piceni ha puntato molto sulla promozione di questi vitigni autoctoni di origine picena, qualche tempo fa sconosciuti, ed ora con questi risultati impensati vedono ripagati gli sforzi dei nostri soci, che hanno creduto in noi attraverso una promozione intelligente e ritengo di dover dare merito a coloro che nei tempi recenti hanno avuto la lungimiranza di puntare su vitigni Piceni invece di farsi ammaliare dalle sirene delle varietà internazionali. Sono felice per me e per tutti i produttori del Consorzio ”  ha dichiarato a Picenotime Angela Velenosi Presidente del Consorzio di tutela vini Piceni commentando i dati di Coldiretti esposti a Verona. ”Non credo sia campanilistico affermare che la Passerina è la base esclusiva di una tipologia della più importante Docg delle Marche quale l’Offida. Il Consorzio vini Piceni in questi ultimi tre anni ha investito quasi quattro milioni di Euro tra promozioni nazionali, europee e presso i paesi terzi, numeri impensabili per un territorio quale il Piceno, ovvero il sud delle Marche, ai più sconosciuto sia come bellezza sia come produzione vitivinicola. Pur esprimendo soddisfazione anche per gli amici abruzzesi tengo a precisare che il Pecorino, al terzo posto come incremento di bottiglie in Italia con quasi il 20% di crescita ed appena sotto il prestigioso Valpolicella, è di origine picena, grazie alla lungimiranza del compianto Guido Cocci Grifoni che credette in questo vitigno a rischio di estinzione, prelevandolo dalle falde del Monte Vettore, in pieno Parco dei Sibillini, nel comune di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) agli albori degli anni ’80 per portarlo nelle colline di Offida e Ripatransone, in provincia di Ascoli. Il prestigio di questo vitigno è stato suggellato poi dal riconoscimento della Docg Offida, tipologia Pecorino appunto, e nella Dop “Falerio”, tutelate entrambe dal nostro Consorzio. Questi dati impensabili suggellano lo straordinario successo avuto negli stand Piceni da parte dei visitatori al Vinitaly 2016. Questa felice conclusione avvalora lo slogan scelto proprio per la Kermesse veronese ovvero “orgoglio piceno”, cioè la consapevolezza di appartenere ad un territorio straordinario dove le montagne vicino al mare producono bianchi autoctoni di grande livello ora riconosciuti anche dal mercato”,  ha aggiunto Armando Falcioni, direttore Consorzio di Tutela Vini Piceni.
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Il Consorzio Tutela Vini Piceni in scena al Vinitaly tra Pecorino e Passerina

Non mancherà il palcoscenico del Vinitaly anche il Consorzio Tutela Vini Piceni presieduto dal cavaliere del lavoro Angela Velenosi. L’ente riunisce ad oggi 43 produttori marchigiani impegnati nella promozione e nella tutela vini e dei vitigni provenienti dall’area picena. Al Vinitaly racconteranno la tradizione di una terra unica attraverso assaggi delle loro eccellenze tra

cui Offida DOCG, nelle tipologie Pecorino, Passerina e Rosso, Rosso Piceno DOC, anche nella tipologia Superiore e Falerio DOC, anche nella tipologia Pecorino. Un appuntamento specifico dedicato anche al Pecorino, vitigno autoctono prestigioso che festeggerà il suo 25mo anniversario. Non solo vini durante la manifestazione, come ormai prassi consolidata di molti Consorzi, ma anche promozione del territorio. Per l’occasione il presidente del Consorzio Tutela Vini Piceni ha coinvolto giornalisti, esperti, persone legate al territorio che guideranno i visitatori alla scoperta del Piceno.”Abbiamo deciso di allestire per conto nostro lo spazio a disposizione, con l’intento di vedere rappresentata la nostra identità territoriale, le nostre istanze, il saper fare della nostra cultura territoriale, reinterpretata in chiave contemporanea come innovare nel solco della tradizione” ha dichiarato il presidente Armando Falcioni. Il Consorzio Tutela Vini Piceni è nato nel 2002, sull’onda del successo della produzione enologica del Piceno, grazie al riconoscimento di vini eccellenti provenienti da vitigni autoctoni. Obiettivo del Consorzio difendere l’impegno degli imprenditori, promuovere e valorizzare le DOC e DOCG del territorio, controllando che vengano prodotte nel rispetto del disciplinare. Il Consorzio Vini Piceni sarà al padiglione 7 insieme alla Collettiva Regione Marche. Le cantine che troverete all’interno della Collettiva saranno Vitivinicola d’angelo, Le Caniette, Azienda Agrobiologica Centtani, Carminucci Vini, Azienda Santa Liberata, Domodimonti, Cantina Offida, Cantie di Castigliano, La Pila, La Canosa, Terra Fageto, Vinicola Carassanese, Viniscola Costadoro Azienda Agrobiologica san Giovanni, Poderi dei colli , San Savino di Capecci Simone. Saranno con il loro stand, sempre all’interno del padiglione Velenosi ,Tenuta cocci grifoni, La Cantina dei Colli Ripani, Ciù Ciù, Tenuta de Angelis, Saladini pilastri, Collevite, Tenute del borgo, Vigneti Bonaventura, Poderi San Lazzaro, Cameli Irene e Il Conte Villa Prandone.

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