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Malbec argentino in passerella a Milano: “E’ il vino del futuro”

MILANO – Che l’Argentina sia tra le nuove “Americhe” del vino è risaputo ormai da anni. Ad assicurare che “il Malbec sarà il vino del futuro” ci pensa invece Roberto Cipresso.

Uno che mastica biancoazzuro da oltre un ventennio. E che di terroir e calici ne ha calpestati e annusati un’infinità, in giro per il mondo.

E’ una planata leggera nel cielo dell’Argentina quella che l’ormai ex winemaker di Bassano del Grappa ha offerto ieri al The Westin Palace di Milano, teatro del Malbec World Day.

L’evento più importante nel panorama enologico italiano per il re dei vini sudamericani, organizzato dall’importatore e distributore Via dell’Abbondanza in collaborazione con l’Associazione italiana sommelier (Ais).

Più di 60 etichette (25 cantine) rappresentate ai banchi di degustazione aperti al pubblico, accorso numeroso. Quaranta vini, invece, alla degustazione alla cieca condotta da una ventina di esperti che hanno decretato i tre migliori Malbec presenti sul mercato italiano.

Gradino più alto del podio per il Malbec 2009 di Bodega Yacochuya. Medaglia d’argento ad Apartado Gran Malbec 2013 di Rutini Wines. Bronzo, infine, per Antes Andes Viña Canota 2015 di Matervini, proprio la “cantina laboratorio” fondata nel 2008 da Roberto Cipresso e Santiago Achával.

Un progetto che guarda lontano. Anzi, in alto. Dal 1995, anno in cui per la prima volta Cipresso è atterrato a Buenos Aires, le cose sono cambiate in Argentina. Anche grazie a lui.

“E quando i produttori locali capiranno che il futuro è la pre-cordigliera, iniziando a impiantare vigneti in zone più eroiche rispetto alle attuali, l’Argentina diventerà la nuova, vera capitale del vino del mondo”, ha commentato Cipresso prima dell’inizio del blind tasting.

Non a caso Matervini è definita dagli stessi Cipresso e Achával “a dream of the Pre-cordillera“. E anche l’immagine dei due produttori che camminano in salita, con lo sguardo rivolto verso la cima della montagna, è emblematico, sul sito web della cantina.

“Il Malbec è una varietà che può contare su un ventaglio di elementi favorevoli straordinari – assicura Cipresso – come il piede franco, la presenza di vigneti centenari, l’assenza di umidità e un’irradiazione solare che, come in nessun’altra zona al mondo, è riuscita a modificare in positivo il metabolismo della vite”.

“Allo stesso tempo – ha aggiunto il produttore – il Malbec trova il suo punto debole nel terreno in cui affonda le radici. L’Argentina, dopo aver smesso di scimmiottare i vini del Cile, che a loro volta imitavano i californiani e la Napa Valey, ha puntato tutto sulla valorizzazione dei terroir”.

IL FUTURO DEL MALBEC
Il passo successivo, utile secondo il patron di Matervini a consacrare il Malbec nell’Olimpo mondiale dei vini, dovrà essere nel segno della viticoltura eroica. Una viticoltura che punti tutto sulla fascia pedemontana: la Precordillera delle Ande. Alla scoperta di territori ancora inesplorati, anche per le difficoltà nel raggiungerli.

“Oggi, la maggior parte dei vigneti in Argentina si trovano su terreni che hanno solamente 30 milioni di anni – spiega Cipresso – mentre la zona della Precordigliera ne vanta 300 milioni. Si tratta dunque di substrati da Pangea, da Deriva dei Continenti, ben più ricchi degli attuali e situati ad altezze davvero importanti, anche oltre i 2 mila metri”.

Un percorso che Matervini ha iniziato ormai da 10 anni, lasciando il segno nella viticoltura di un Paese che mostra enormi potenzialità enologiche.

Una luce oggi offuscata da vinificazioni in legno ancora troppo invasive, che hanno il difetto di offuscare (e in troppi casi seppellire, tout-court) la verità che vorrebbero raccontare tanti terroir d’Argentina.

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degustati da noi vini#02

Fangio Torrontès 2014, Conquest Winery

Il Torrontès è un vitigno bianco aromatico, autoctono Argentino, incrocio naturale tra l’uva Paìs e il Moscato D’Alessandria, da cui derivano tre diverse varietà : Torrontès Riojano, Torrontès Sanjuanino e Torrontès Mendocino.

La differenza principale, rispetto ad altri vini aromatici come il Riesling e il Moscato Bianco, sta nello stile asciutto  che va a contrapporsi agli aromi dolci e profumati, rendendo il prodotto finale versatile negli abbinamenti.

LA DEGUSTAZIONE
Fangio Torrontès 2014 di Conquest Winery si presenta di un giallo paglierino brillante e consistente al calice, vista la sua alcolicità di 14 gradi.

Al naso mostra un elevata intensità aromatica, che ricorda il lime, i frutti esotici e petali di rosa freschi. Seguono poi  note di pietra focaia, miele e pepe bianco.

In bocca mantiene le aspettative già riscontrate a livello olfattivo: un prodotto di qualità, equilibrato ed intenso, con un palato fresco dall’acidità misurata per una sensazione persistente e gradevole.

Grazie al profilo aromatico e alla sua freschezza, Fangio Torrontès si accosta egregiamente ad alimenti speziati, come a gamberi al curry o a prodotti tipici della cucina Asiatica e Indiana.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve 100% Torrontès. Conquest Winery è un’azienda vinicola che si ispira al mondo della vela e alle sue sfide. Nata dalla collaborazione di Diego Perales e Mauricio Vegetti, con l’obiettivo di valorizzare la Valle di Uco, a 1000 metri di altitudine nella regione di Mendoza, Argentina.

L’Etichetta del Fangio Torrontès è dedicata al pilota campione del mondo di formula uno Juan Manuel Fangio, icona Argentina che come il vitigno ha portato il nome della nazione nel mondo.

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Vins Extrêmes 2017: al forte di Bard i vini da viticoltura eroica

Il meglio dei vini d’alta quota, ottenuti dalla viticoltura eroica sarà protagonista, sabato 25 e domenica 26 novembre prossimi, di Vins Extrêmes 2017, che avrà luogo nella spettacolare cornice del Forte di Bard (Aosta).

La manifestazione è organizzata dal Assessorato Agricoltura e Risorse naturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, insieme a Vival (Associazione Viticoltori Valle d’Aosta), Associazione Forte di Bard e Cervim (Centro Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana).

“Con grande soddisfazione” commenta Alessandro Nogara, assessore all’Agricoltura e Risorse naturali della Regione autonoma Valle d’Aosta “presentiamo questa seconda edizione della manifestazione, dedicata alla viticoltura eroica: l’obiettivo è quello di valorizzare le produzioni locali della regione inserendole in un circuito di carattere nazionale e internazionale, con un evento fortemente sostenuto dall’Amministrazione regionale, ponendo al centro del dibattito la viticoltura di montagna.

Vins Extrêmes è per noi una grande occasione” prosegue Nogara “per rinsaldare la rete instaurata, anche grazie a Vival e Cervim, con le altre realtà vitivinicole eroiche e per rilanciare il ruolo che la viticoltura e l’intero comparto hanno per la storia agricola della Valle d’Aosta, in termini di professionalità e competenze. Nei due giorni di Vins Extrêmes, il visitatore avrà modo di conoscere i vini di alta quota (che si potranno acquistare), anche attraverso momenti di approfondimento, dibattiti e degustazioni”.

“Vins Extrêmes sarà anche l’occasione per la premiazione del XXV Concorso Internazionale Mondial des Vins Extrêmes” spiega Roberto Gaudio, presidente Cervim “al quale hanno partecipato quest’anno 740 vini di 306 aziende, provenienti da 15 paesi di tutto il mondo, da Madeira alla Georgia, dalla Palestina all’Argentina. I vini premiati saranno 220 (in degustazione). Si tratta di un Concorso unico al mondo, specificamente dedicato a vini prodotti in contesti particolari, definiti per l’appunto eroici: vigneti allevati ad almeno 500 metri di altitudine, oppure situati su terreni con una pendenza pari o superiore al 30% o su terrazzamenti,  o, infine, quelli delle piccole isole.”

“Vins Extrêmes” conclude Stefano Celi, presidente Vival “è un momento importante di promozione, confronto e incontro tra diverse realtà della viticoltura eroica italiana ed europea, espressione di territori difficili, in grado di regalarci paesaggi unici, così come i vini che vi vengono prodotti”.

Oltre che dalla Valle d’Aosta, le aziende espositrici – in totale oltre 60 – provengono da numerose regioni italiane (Abruzzo, Campania, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Trentino Alto Adige, Sardegna, Sicilia, Veneto) e da diversi paesi esteri: Francia, Germania, Spagna e Palestina.

Hanno collaborato alla organizzazione di Vins Extrêmes: Institut Agricole Régional, La Chambre Valdôtaine des Entreprises et des Activités Libérales, Onav, Fisar, Ais, Associazione Città del Vino, Slow Food, Movimento Turismo del Vino, Assessorato Regionale Turismo, Sport, Commercio e Trasporti, ADAVA (Associazione Albergatori).

L’ingresso alla manifestazione prevede l’acquisto di un bicchiere da degustazione, con pochette, disponibili esclusivamente in loco. Il costo di partecipazione è di € 20,00 (per una giornata) o € 30,00 (per le due giornate); per soci AIS, FISAR, ONAV, Slow Food è il costo sarà, rispettivamente, di € 15,00 e € 25,00 (presentando all’ingresso la tessera valida per l’anno in corso).

Il bicchiere dà diritto agli assaggi dei vini delle aziende partecipanti e dei vini vincitori del Mondial des Vins Extrêmes. Laboratori e degustazioni (a numero chiuso) costano €15,00 ciascuno e devono essere prenotati al link https://www.eventbrite.com/e/vins-extremes-tickets-39550208739.

Nella tariffa di ingresso all’evento è compreso il biglietto omaggio alla mostra “Da Raffaello a Balla” e il biglietto ridotto a tutti gli spazi espositivi del Forte di Bard. Sarà attivato un servizio navetta gratuito dalle 9.00 alle 19.00 da/per i parcheggi a Bard, lungo la statale 26: Viadotto, Centrale Cva, San Giovanni, Liéron. A Hône saranno disponibili cinque aree nel centro abitato, a distanza pedonale dal Forte di Bard.

PROGRAMMA

Sabato 25 novembre

h.10.00           Inaugurazione
h.11.00           Tavola rotonda: “La viticoltura eroica: patrimonio di terre e culture da tutelare e valorizzare come unicità nell’era della globalizzazione”
h.14.00           Degustazione guidata: “Valle d’Aosta e Vallese: approfondimento di due terroir a confronto” (AIS Valle d’Aosta)
h.15.00           Tavola rotonda: “Vini eroici e innovazione: un connubio possibile”. Interverranno: Daniele Domeneghetti, ricercatore Institut Agricole Régional “Vini integri, longevi e senza conservanti. Prime esperienze di vinificazione presso la cantina sperimentale J. Vaudan”. Sabina Valentini, ricercatrice Institut Agricole Régional. “Enoliti: il benessere del vino”, Roberto Cipresso, Winecircus: “La viticoltura estrema e l’enologia a essa applicata”. Moderatore: prof. Vincenzo Gerbi, Università di Torino
h.15.45           Laboratorio del gusto: “Tradizione e semplicità: formaggi e patate della Valle d’Aosta” (Slow Food e FISAR)
h.17.30           Degustazione guidata: “Dolci tentazioni: i vini passiti” (AIS Valle d’Aosta)
h.17.45           Presentazione Guida “Vinibuoni d’Italia”. Premiazione produttori valdostani che hanno ottenuto il riconoscimento della Corona e delle Golden Star
h.19.00           Chiusura giornata

Domenica 26 novembre
h.10.00           Apertura al pubblico della manifestazione
h.11.15           Degustazione guidata: “Paesaggi estremi: i vini delle piccole isole” (AIS Valle d’Aosta)
h.11.30           Premiazione XXV Concorso Mondial des Vins Extrêmes CERVIM
h.14.00           Laboratorio del Gusto: “Sul tagliere tradizioni antiche: salumi e insaccati valdostani” (Slow Food e FISAR)
h.15.00           Tavola rotonda: “Vino, turismo e comunicazione”
Intervengono: Carlo Pietrasanta, presidente nazionale Movimento Turismo del Vino: “Il turismo come strumento di valorizzazione dei vini, l’accoglienza in cantina come comunicazione”. Floriano Zambon, presidente nazionale Associazione Città del Vino: “Il ruolo dei Comuni nella tutela del paesaggio vitivinicolo e nelle forme di turismo a esso collegate”. Katia Laura Sidali, docente di Economia del Turismo, Libera Università di Bolzano: “Buone pratiche di marketing contro l’analfabetismo enogastronomico”. Magda Antonioli Corigliano, direttore Master in Economia del Turismo, Università Bocconi di Milano: “Enogastronomia e turismo: come si declinano oggi”. Cristina Santini, Facoltà di Agraria, Università San Raffaele Roma: “Innovazione ed educazione imprenditoriale, il progetto Wine Lab”. Svetlana Trushnikova, Blogger e Managing Director 5Sensi Consulting & Communication: “Turismo e Web, opportunità di promozione e marketing verso l’estero”. Moderatrice: Iole Piscolla responsabile Area Eenoturismo e Comunicazione Associazione Città del Vino.
h.15.45           Degustazione guidata: “Il fascino senza tempo di Porto, Madeira e Banyuls” (AIS Valle d’Aosta)
h.17.30           Laboratorio del Gusto: “Pan ner, flantse, mecoulin e micooula: la riscoperta dei prodotti da forno” (Slow Food e FISAR)
h.18.30           Chiusura della manifestazione

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Malbec World Day 2017: Milano capitale del vino argentino

Al sontuoso catering allestito dal ristorante meneghino-argentino El Carnicero, lo chef Emanuel Gonzalo Gentile Dominguez è chiamato – letteralmente – agli straordinari. La sessantina di Malbec in degustazione al The Westin Palace di piazza della Repubblica, coi loro 14 gradi e oltre di media, chiamano abbinamenti corpulenti.

E allora, voilà. Empanadas e Pata Negra stagionato 24 mesi, come se non ci fosse un domani. Per il fiume di appassionati e professionisti alla scoperta del vitigno principe dell’Argentina. Un successo strepitoso quello dell’evento promosso dall’importatore e distributore Federico Bruera (Via dell’Abbondanza), in collaborazione con Ais Associazione italiana Sommelier Lombardia: 19 aprile a Milano fa rima con Malbec World Day, non a caso l’appuntamento più importante per il vino argentino in Italia.

L’occasione per eleggere il “miglior Malbec argentino in Italia 2017” da parte di una giuria formata da sommelier, enologi, ristoratori, giornalisti e distributori. Per la cronaca, la “Gold medal” è andata al Bacan Reserva Malbec 2012. Medaglia d’argento per il Matervini Alteza 2014 Valle de Cafayate (Salta). Bronzo per il Finca Altamira 2013 di Achaval Ferrer.

“Ais – spiega Hosam Eldin Abou Eleyoun (nella foto, a destra), presidente della delegazione di Milano – ha sposato questo progetto da cinque anni, non appena arrivato in Italia come Malbec World Day attraverso Via dell’Abbondanza. Federico Bruera è un nostro socio e ci siamo sentiti in obbligo e in dovere di divulgare la cultura del vino argentino, tramite il suo vitigno re, il Malbec. Un prodotto che non si abbina con tutta la cucina italiana, ma che ha la possibilità di farsi conoscere sempre meglio, grazie ad eventi come questo, e di essere sempre più apprezzato anche sulla tavola degli italiani. Sicuramente con piatti come la Fiorentina, la carne in generale, la salsiccia, trova il suo matrimonio ideale. Ma differenza di tanti vini italiani, non è così versatile sui formaggi”.

Una viticoltura, quella argentina, “in forte crescita”. “I margini – evidenzia Eleyoun – sono illimitati. I produttori di quest’area hanno la possibilità di affermarsi sempre più non solo nei mercati limitrofi, come quelli del Sudamerica e degli Stati Uniti, ma anche qui da noi in Europa”. “L’evento è nato 6 anni e fa – aggiunge Federico Bruera (nella foto, a sinistra) – e il senso è proprio quello di promuovere la conoscenza del Malbec argentino in Italia, in tutte le sue sfumature regionali. Il risultato dell’edizione 2017 è un grande successo: tantissima gente e tutto riuscito molto bene. A conferma del grande interesse per l’Italia nei confronti del vino argentino, parlano del resto le 300-400 mila bottiglie l’anno esportate dai vari produttori”.

LA DEGUSTAZIONE
Per nulla influenzati dai grandi nomi e dalle operazioni di “marketing vinicolo” in atto anche Argentina (vedi il progetto del calciatore Leo Messi), ci siamo messi anche noi a ficcare il naso (e il palato) tra la sessantina di Malbec in degustazione. I nostri preferiti? Eccoli.

San Pedro de Yacochuya 2012, Yacochuya. Si tratta di un blend tra Malbec (85%) e Cabernet Sauvignon (15%). Et delle vigne oltre i 60 anni, a 2.035 metri sul livello del mare. Un vino stellare, e non solo per l’altezza del vigneto. Un vino ricco, pieno, complesso, che comincia ad affascinare al naso – tutto giocato tra frutta, terziari e la parte vegetale offerta dal Sauvignon – e termina in un retro olfattivo infinito. Non a caso prodotto nella terra più vocata per l’intera viticoltura argentina, la provincia di Salta.

Stone Soil Select 2014, Manos Negras. Malbec in purezza prodotto nella regione di San Carlos, ha come caratteristica predominante una strepitosa mineralità. Merito del terreno a ricca presenza calcarea, che regala un vino dal grande profilo sensoriale: un naso e un palato unici tra la sessantina di prodotti presenti al banco di degustazione. Raro trovare così ben bilanciati in un vino rosso mineralità, frutta e corpo. Da provare.

Buenalma Malbec 2012, Finca Dinamia. Ecco che spunta anche il Malbec biodinamico, al tasting del Westin Palace. Una prova dell’eccezionale crescita qualitativa del vino argentino, alla prova del nove a livello internazionale anche sul campo della viticoltura “bio” e “alternativa”. Siamo nella zona di San Rafael, nella vocata area vinicola di Mendoza. Vigne a 750 metri sul livello del mare, selezione e raccolta manuale degli acini di Malbec, vinificato in purezza in acciaio con lieviti indigeni e affinato per 6 mesi in legno. Un naso splendido, dove la pulizia e finezza delle note fruttate domina sui terziari. E una bocca che tiene nettamente il passo, intensa ma garbata, anche nel lungo finale.

Tannat 2014, Bodega Bouza. L’outsider. Tannat, infatti, è il nome del vitigno di origine francese (regione dell’Aquitania) più coltivato in Uruguay, che scopriamo al tavolo dei sommelier Ais, quasi nascosto e sovrastato dai tanti Malbec. Quello prodotto da Bodega Bouza è un cru, ottenuto dalla parcella B26. Un prodotto che sfida la fama stessa del vitigno, noto per la sua “tannicità”. Al naso note molto intense di viola e piccoli frutti di bosco a bacca scura, oltre alla ciliegia; seguono note speziate di chiodi di garofano e cioccolato, in un sottofondo balsamico. In bocca il tannino è tutt’altro che aggressivo: ben calibrato con le note fruttate “grasse”, dona equilibrio e finezza alla beva.

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Vino argentino protagonista al Milano Latin Festival

Trenta etichette di vino argentino, più due di vino cileno. Giusto per non farsi mancare niente, tra un boccone e l’altro di empanadas. Non solo danze al Milano Latin Festival 2016. Il vino sudamericano sarà infatti grande protagonista dell’evento che ogni anno attira migliaia di appassionati di musica e balli latino americani. L’appuntamento per tutti i winelovers è all’enoteca dell’importatore Federico Guillermo Bruera, allestita proprio all’interno degli spazi del Milano Latin Festival, in viale Milanofiori ad Assago, alle porte di Milano. Un appuntamento che ha preso il via lunedì 6 giugno e animerà la movida milanese fino al 16 agosto. “Abbiamo deciso di approfittare di questa bella opportunità offerta dal Milano Latin Festival – spiega Bruera, che a Genova gestisce l’impresa di import Via dell’Abbondanza – per far conoscere a più persone possibili il vino argentino e, in generale, quello sudamericano. Uno spazio enoteca che si affiancherà alla consueta rummeria, divenuta ormai una tradizione”. Federico Guillermo Bruera, del resto, importa da 11 anni vini argentini e sudamericani in Italia. Conosce il mercato. E sa dove puntare il mirino, per fare centro. “Al Milano Latin Festival – spiega – propongo una selezione di etichette prevalentemente provenienti dall’Argentina, scelte tra le 120 a nostra disposizione”. Venti le cantine argentine interessate. Una sola quella cilena. Qualche consiglio? Cascherete sempre in piedi, scegliendo un vino ‘a caso’ della Bodega del Fin del Mundo di San Patricio del Chañar, uno di Bodega La Rural Rutini Wines o di Bodega Santa Julia di Mendoza. Per chi vuole provare qualcosa di davvero alternativo c’è il liquore di Yerba Mate, un’erba dalle miracolose proprietà benefiche per l’organismo. “Pur essendo l’Italia uno dei maggiori Paesi produttori di vino – evidenzia l’importatore Bruera – il consumatore italiano è particolarmente curioso e sperimenta volentieri. Il mercato dei vini argentini e sudamericani, in Italia, è in crescita non solo nella ristorazione, ma anche nelle enoteche. Ed è sempre più facile trovare vini del Sud America anche in ristoranti che non propongono esclusivamente cucina latina”. Il giro d’affari, per Bruera, si assesta sulle 100 mila bottiglie l’anno. Numeri che fanno di Via dell’Abbondanza un vero e proprio riferimento, nel Belpaese. “Non a caso – commenta Bruera – siamo stati fornitori esclusivi per il ristorante argentino del Padiglione Argentina, a Expo Milano 2015. E siamo organizzatori e creatori del Malbec World Day Milano, dove si degustano ogni anno più di 60 Malbec, nel mese di aprile”. Insomma: il via alle danze è stato dato lunedì. Adesso, in alto i calici.

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Vini al supermercato

Malbec Argentina 2014, Trapiche Vineyards

(4 / 5) Di vini argentini si sente parlare sempre più spesso e la grande distribuzione organizzata non resta a guardare. Ecco comparire sugli scaffali dei supermercati italiani la varietà di uvaggio argentino più nota, che ha subito una vera e propria esplosione in seguito al Vinalies Internationales 2014 di Parigi, dove il Malbec della Famiglia Bianchi di Mendoza si ha conquistato il titolo di “miglior vino rosso del mondo”. Non raggiungiamo ovviamente tali vette con il Malbec Argentina 2014 delle Trapiche Vineyards 1883, in vendita nei supermercati Esselunga. Ma parliamo comunque di una produzione di tutto rispetto, da parte di un’azienda in grado di conquistare per quattro volte il titolo di miglior casa produttrice di vino in Argentina, con i successi del 2004, 2006, 2011 e 2012. Un record assoluto. Con queste premesse, andiamo a passare sotto la lente di ingrandimento il Malbec d’Argentina 2014 delle Trapiche Vineyards. All’esame visivo si presenta nel calice d’un rosso carico, con riflessi violacei. Al naso è molto particolare e accattivante: l’intensa percezione è quella della ciliegia, piacevolmente abbracciata dalla vaniglia. Al palato la sorpresa: ecco note di tartufo bianco, che contribuiscono a recendere la beva avvolgente e pacata, morbida ed elegante. Si evidenziano anche i frutti rossi, che precedono un finale altrettanto unico e particolare, tendente all’affumicato e al cuoio. Un vino non convenzionale, insomma, che costituisce una vera e propria esperienza gustativa. Da abbinare a piatti della tradizione argentina come le emapanadas, ma anche alla classica bistecca di bovino, alle carni arrosto, alle grigliate e ai formaggi a pasta dura. Le Trapiche Vineyards sono un colosso della viticoltura argentina che operano nella zona di Mendoza, ai piedi delle Ande. Esportano vino in più di 80 Paesi nel Mondo. Per l’Italia l’importatore è la Boldrini Import Export Srl di Roma. Il Malbec delle Trapiche Vineyard è ottenuto direttamente dalle vigne situate nella parte alta del fiume Mendoza e nella parte Est della stessa regione.

Acquistato presso: Esselunga
Prezzo pieno: 6,70 euro

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Cresce l’export di vino e spumanti italiani negli Usa

Nel mercato USA che sta riducendo l’import di vino, l’export enologico italiano nel primo trimestre di quest’anno ha raggiunto la soglia dei 576mila ettolitri, con un avanzamento dell’1,3% rispetto allo stesso periodo del 2014. In valore s’è totalizzato 316 milioni di dollari, con un segno positivo del 6,7% sui 296 milioni di un anno fa.
Bene anche l’export degli spumanti, Prosecco in testa, aumentato del 36% in quantità e del 16,6% in valore, portando così l’incidenza dell’offerta made in Italy sul mercato statunitense al 59,4% in quantità e al 31,8% in valore. Tutto questo a fronte di un crollo delle importazioni vinicole Usa che, secondo quanto risulta da una nota dell’Italian wine & food institute (Iwfi), hanno accumulato nel periodo in osservazione un segno meno sia in quantità (-9,5% a poco più di due milioni di ettolitri) sia in valore (-3,3 a 883 milioni di dollari). Riduzioni piuttosto ampie, dunque, e a farne le spese sono stati alcuni tra i principali paesi terzi concorrenti, come  Australia (-20,7%, in volume), Argentina (-26), Cile (-15,5).
Diverse le ragioni, a cominciare da un dirigersi della domanda interna verso vini domestici, come pure da scelte che negli ultimi tempi hanno privilegiato vini  importati di fascia più elevata, penalizzando così i vini sfusi di importazione e, in particolar modo quelli provenienti da Australia (-43%) e Sud America: Argentina (-43) e cileni (-26). Discorso a parte per l’export della Francia che, al pari dell’Italia, si muove in crescita quantitativa. Anzi le esportazioni dell’Ottagono sono ancora più marcate in volume, avendo totalizzato nei tre mesi in questione 193mila ettolitri, con un più 7% rispetto ai dati del primo trimetre 2014.In valore, invece, il segno aritmetico si trasforma e da un più diventa un meno (-2,8% a 171,5 milioni di dollari, rispetto ai precedenti 176,5). Fonte: Beverfood

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Vino, Francia batte Italia. In Cina crescono i vitigni

L’Italia perde il podio come maggior produttore di vino al mondo, superata dalla Francia. Mentre la Cina diventa il secondo Paese per superficie di vitigni, dietro la Spagna. Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione internazionale del Vino (Oiv) nel 2014 la produzione mondiale di vino si colloca a 279 milioni di ettolitri, il 4% in meno rispetto al 2013 (291,902 milioni nel 2013). L’Italia, con 44,7 milioni di ettolitri (-17% rispetto 54,029 milioni), perde il primo posto conquistato nel 2012 (45,616 milioni) e nel 2013 a favore della Francia, che nel 2014 ha prodotto 46,698 milioni di ettolitri (+11% rispetto ai 42,004 milioni del 2013).

Al terzo posto della classifica si colloca la Spagna con 41,62 milioni di ettolitri prodotti nel 2014 (-9%). Seguono gli Usa con 22,3 milioni (-5%), l’Argentina con 15,197 milioni (+1%), l’Australia con 12 milioni (-4%), l’Africa del Sud con 11,316 milioni(+3%), la Cina con 11,178 milioni (-5%), il Cile con 10,5 milioni (-18%) e la Germania con 9,334 milioni (+11%). I consumi a livello mondiale di vino nel 2014 sono stimati in 240 milioni di ettolitri, in calo dell’1% rispetto ai 242 milioni stimati per il 2013. 

Principale paese consumatore di vino sono gli Stati Uniti con 30,7 milioni di ettolitri (+2%). Dal 2000 i consumi negli Stati Uniti hanno registrato una crescita di 9,4 milioni di ettolitri (+45%), nonostante i cali registrati nel 2008 e nel 2009 a causa della crisi economica e finanziaria. Al secondo posto in classifica si colloca la Francia con 27,9 milioni (-3%) e al terzo, l’Italia con 20,4 milioni (-6%). Seguono la Germania con 20,2 milioni (-1%) e la Cina con 15,8 milioni (-7%). 
La superficie totale mondiale a vigneto nel 2014 si attesta a 7.554 migliaia di ettari, in crescita di 8 mila ettari. La Cina, con 799.000 ettari, diventa il secondo paese al mondo con la maggiore superficie. Al primo posto si colloca la Spagna (1.021.000 ettari). Al terzo posto si classifica la Francia con 792.000 ettari e al quarto posto l’Italia con 690.000. Fonte: Corriere.it
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