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Dazi Digital Tax, Champagne salvo in “zona Cesarini”. Confagricoltura: «Italia a rischio»

Tra gli ultimi atti dell’amministrazione Trump sarà ricordata la cancellazione dello Champagne dalla lista dei prodotti sottoposti a dazi aggiuntivi, in risposta all’applicazione della Francia della cosiddetta “Digital Tax” che colpisce colossi americani del web come Google, Facebook, Amazon e Apple.

Oltre ai pregiati spumanti, salvi anche altri beni di lusso Made in France. Quello ufficializzato martedì dall’Ustr è in realtà un rinvio delle tariffs che sarebbero dovute entrare in vigore mercoledì 6 gennaio 2021. E l’Italia? Anche Roma è interessata dalla temporanea tregua diplomatica.

Eppure Confagricoltura avverte: «L’indagine avviata dall’Amministrazione Usa nel giugno 2020 sulle disposizioni contenute all’articolo 1, paragrafo 678 della legge italiana n. 160 del 27 dicembre 2019 (Legge di Bilancio 2020) stabilisce che la tassa sui servizi digitali varata dall’Italia è contraria ai principi prevalenti nella tassazione a carattere internazionale e discrimina le imprese degli Stati Uniti d’America».

In attesa di una decisione condivisa in ambito Ocse, è stata disposta una tassa con un’aliquota del 3% sui ricavi dell’anno precedente sulle grandi imprese digitali con un fatturato globale di almeno 750 milioni e incassi on line in Italia di 5,5 milioni di euro.

Digital Tax e nuovo pericolo dazi Usa sul vino italiano, Fivi: “Il Governo deve vigilare”

Per il momento – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – non è previsto il varo di misure di ritorsione, ma nel comunicato dell’Ufficio del Rappresentante Usa per i negoziati commerciali (Ustr) diffuso il 6 gennaio scorso si precisa che tutte le possibili opzioni restano aperte. Compresa l’imposizione di dazi aggiuntivi sulle esportazioni agroalimentari del nostro Paese».

Sempre secondo Giansanti «vanno assunte tutte le iniziative per evitare un contenzioso diretto tra Italia e Stati Uniti, che andrebbe ad aggiungersi a quelli già in atto a livello europeo. Gli Stati Uniti sono il primo mercato di sbocco fuori dalla Ue per il Made in Italy agroalimentare, con un fatturato annuale che sfiora i 5 miliardi di euro. In particolare, siamo i primi fornitori di vini sul mercato statunitense».

Nel complesso, le esportazioni italiane si attestano attorno a 45,5 miliardi. Da ottobre 2019, nel quadro del contenzioso sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing, sono in vigore dazi aggiuntivi Usa su alcuni prodotti agroalimentari esportati dalla Ue.

Per l’Italia i dazi aggiuntivi, pari al 25% del valore, colpiscono formaggi, tra cui Parmigiano Reggiano e Grana Padano, agrumi, salumi e liquori per un controvalore di circa 500 milioni di euro.

«Ci auguriamo che con l’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca possa ripartire la collaborazione tra Stati Uniti e Unione europea per mettere fine ai contenziosi bilaterali e per rilanciare il sistema multilaterale di gestione del commercio internazionale, grazie anche a una profonda riforma del WTO. Le intese commerciali – conclude Giansanti – sono sempre la soluzione migliore rispetto ai dazi e alle misure di ritorsione».

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App Fivi per Apple e Android: vignaioli indipendenti a portata di smartphone

Si chiama App Fivi l’applicazione ufficiale della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, la prima tra le associazioni di vignaioli in Europa a utilizzare questo strumento di comunicazione e condivisione via smartphone. Al momento hanno aderito all’iniziativa ben 800 dei 1.300 iscritti all’associazione presieduta da Matilde Poggi.

L’app apre un canale diretto sul mondo Fivi, con la possibilità di accedere facilmente al sito web della Federazione e di restare aggiornati sulle news. L’applicazione consente inoltre di fare una ricerca dei soci per ordine alfabetico, regione e parola chiave.

Ogni cantina aderente alla Fivi sarà infatti geolocalizzata, consentendo agli utenti di avviare il navigatore per raggiungerla e mettersi in contatto per organizzare visite e degustazioni. Non solo.

Tra le funzioni dell’applicazione ci sono la localizzazione delle cantine più vicine alla propria posizione e la selezione di una lista di quelle preferite. È possibile anche mettersi facilmente in contatto con i Vignaioli e acquistare i loro vini, “attraverso dei tasti rapidi”.

Un’alternativa all’e-commerce allestito da alcuni soci Fivi, a partire da quelli della Toscana, che tanto ha fatto e fa discutere all’interno della Federazione. Nella sezione “Eventi” sarà inoltre inserito il programma delle fiere a cui parteciperà la Federazione, con le relative informazioni sugli stand e sugli espositori.

“Lo sforzo collettivo dei vignaioli che hanno aderito all’app Fivi – spiega la Federazione – è volto a offrire maggiori possibilità di contatto con appassionati e sostenitori, dopo il rinvio del Mercato dei Vini 2020 di Piacenza, a causa della pandemia di Covid-19. L’app è uno strumento per rafforzare la rete dei Vignaioli, favorire l’incontro sul territorio e sostenere sempre di più l’enoturismo“.

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