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Spatium Pinot Blanc: l’Europa del Pinot Bianco in Alto Adige

Far uscire il Pinot Bianco dall’ombra delle altre varietà bianche, mettendolo sul palcoscenico che gli spetta. Questo l’obiettivo di “Spatium Pinot Blanc”, in programma il 3 e 4 maggio ad Appiano (Bolzano).

Una terza edizione ricca di novità, sulla scorta del successo ottenuto nel 2014 e nel 2016. Saranno infatti oltre cento i produttori locali, nazionali ed internazionali presenti.

Gli organizzatori, in particolar modo l’Associazione Vineum Appiano, il Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg e l’Associazione Turistica Appiano, vogliono “esaltare il potenziale di questa varietà diffusa in tutta Europa, accrescendo la sua notorietà tra gli appassionati”.

“A livello europeo – spiega Hans Terzer, enologo della Cantina San Michele-Appiano – il Pinot Bianco sta prosperando sia nella ristorazione che nel commercio, uscendo sempre più dalla nicchia. C’è un ottimo potenziale, soprattutto a livello qualitativo. Le caratteristiche che contraddistinguono questo vino non sono solo la sua freschezza e vivacità, ma anche le diversità stilistiche e la capacità di trasformarsi in un vino complesso”.

UN LABORATORIO ENOGASTRONOMICO
“Spatium Pinot Blanc” aprirà i battenti giovedì 3 maggio con una speciale serata enogastronomica dal titolo “Eleganza pura e armonia: raffinate specialità culinarie & Pinot Bianco”, presso la Cantina Cornaiano.

L’evento sarà curato dalla chef stellata Anna Matscher con il supporto dello chef Manuel Ebner (due cappelli della guida Gault Millau).

I partecipanti avranno la possibilità di toccare con mano la straordinaria versatilità di questo vino e scoprire come le diverse tipologie di Pinot Bianco si possano combinare in maniera eccellente con le straordinarie creazioni culinarie della chef stellata.

Sarà possibile assaporare la molteplicità di aromi esaltati dagli abbinamenti gastronomici. Un viaggio nei cinque sensi, dal piatto al calice.

La serata all’insegna dei piaceri del palato prevede un menù di sei piatti, un buffet di dolci e una selezione di squisite specialità casearie di altissima qualità firmate Capriz, proposte in abbinamento a 15 Pinot Bianco d’eccellenza.

I MIGLIORI PINOT BIANCO
La giornata di venerdì 4 maggio è dedicata a coloro che desiderano approfondire la conoscenza dell’universo Pinot Bianco e scoprirne l’essenza, i produttori e le regioni di produzione.

Il programma prevede degustazioni masterclass alle 17 e alle 19 e una degustazione aperta al pubblico presso la Cantina San Michele-Appiano dalle 16 alle 22.

Sarà possibile non solo degustare i migliori Pinot Bianco provenienti da Italia, Germania, Austria, Svizzera e Francia ma anche conoscere di persona i produttori e ottenere informazioni direttamente da chi crea i migliori Pinot Bianco d’Europa.

“Si tratta di un’occasione unica – evidenzia ancora Hans Terzer – che solo Spatium Pinot Blanc è in grado di offrire nel panorama europeo. La manifestazione fornisce una panoramica a 360 gradi sul mondo del Pinot Bianco, permettendo agli appassionati di approfondire le proprie conoscenze e diventare dei veri intenditori”.

FOCUS SUL VITIGNO
Il programma di venerdì mattina si rivolge principalmente ad un pubblico di esperti e specialisti. Illustri referenti internazionali esporranno le più recenti novità e risultati scientifici che riguardano il Pinot Bianco e vaglieranno le nuove possibilità di posizionamento e commercializzazione di questo vino.

Tra i relatori di spicco presenti al convegno anche il critico di vini David Schildknecht (“Come può una varietà di nicchia conquistare la scena del mercato internazionale?”), la Master of Wine Madeleine Stenwreth (“Uno sguardo ai mercati del Nord, ai loro monopoli e al ruolo del Pinot Bianco oggi e domani”) e il Prof. Dott. Ulrich Fischer, direttore dell’Istituto per la Viticoltura ed Enologia del Centro Rheinpfalz.

Sarà lui a illustrare le linee guida più attuali per creare un migliore profilo qualitativo del Pinot Bianco. A seguire, una tavola rotonda durante la quale diversi rappresentanti del panorama vitivinicolo locale, nazionale ed internazionale discuteranno dei diversi stili del Pinot Bianco.

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Live Wine Milano 2018: i migliori assaggi

Si è conclusa da una settimana la rassegna enologica milanese Live Wine 2018. Quattromila i visitatori, tra pubblico di appassionati di vini naturali e operatori.

Per alcuni un’edizione sottotono, nonostante il gran traffico al Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi. A contribuire a questo giudizio, forse, le tante novità.

Tra queste, l’esordio di molte cantine estere, accanto ai soliti nomi e a qualche new entry nostrana.

I MIGLIORI ASSAGGI  A LIVE WINE 2018
Quest’anno siamo andati anche noi a caccia di novità. Pescando soprattutto fuori dai confini italiani. Sempre lontani dai soliti cliché enofighetti e dalle convenzioni della “Milano da Bere”. La prima “bollicina” che segnaliamo – non a caso – è un Cava, il Metodo Classico spagnolo.

Azienda sorprendente quella di Recaredo, 50 ettari di vigneto a conduzione famigliare nella zona del Riu de Bitlles, comarca de l’Alt Penedès, vicino Barcelona. La linea offre interessanti variazioni sul tema e sugli affinamenti.

Magnifico il Terrers 2012 Brut Nature (58% Macabeo, 39% Xarel-lo, 3% Parellada) rimasto per 57 mesi sui lieviti. C’e tutto in questo prodotto di ingresso della cantina. Perlage finissimo, freschezza e sapidità spiccanti,  mineralità data dal terreno calcareo. Poi note di frutta bianca e gialla con qualche accenno fumè. Bocca cremosa e mediamente persistente. Ottimo finale.

Gran reserva 2007 (64% Macabeo, 36 Xarel-lo), 117 mesi di affinamento sui lieviti. Qui l’espressività del territorio e la freschezza del frutto lasciano spazio alla complessità e alle note evolute. Giallo dorato dal finissimo perlage, note di pane tostato, biscotti, frutta secca poi agrumi e anice. Bottiglia completa.

Serral del Vell Brut Nature 2008 è quello dei tre che ci convince di meno, ma merita comunque una menzione. Sempre combinazione di Macebeo e Xarel-lo in diverse percentuali. Quest’ultimo fermenta parzialmente in barrique poi la seconda fermentazione in bottiglia e la sosta per 96 mesi. Vino potente e al tempo stesso raffinato, pasticceria, nocciole tostate, agrumi canditi. Lunga la  persistenza. Una bolla cremosa, complessa.

Ci spostiamo su un distributore che presenta sparkling francesi. Champagne in prevalenza, ma noi vi consigliamo il Best/buy del banchetto .

Domaine des Marnes Blanches e il suo Cremant du Jura 100% Chardonnay. Due giovani ragazzi che lavorano in biologico dieci ettari di vigneti (alcuni dei quali hanno 100 anni) situati nel sud del Revermont, a Saint Agnes.

Pressatura soffice delle uve e fermentazione in vasche d’acciaio per 6 mesi, mentre la seconda fermentazione avviene in bottiglia per 18 mesi. Giallo paglierino intenso, bollicina fine e persistente.

All’olfatto richiama aromi fruttati e di agrumi. In bocca si nota subito la bollicina cremosa, frutta acidula , arancia, limone, ribes, ben equilibrati tra loro.

Crémant Brut Nature Flèche Saignante, Domaine Brand & Fils (40% Pinot Blanc, 30 % Pinot Gris, 30% Pinot Noir). Zero dosato. Diciotto mesi sui lieviti in barrique. Aromi intensi e fortissimo carattere minerale per questo gioiellino, abbinabile a tutto pasto.

Impossibile non citare l’Azienda Agricola TerreVive Bergianti  con il suo “Per Franco”, metodo classico di Lambrusco Salamino 100% del 2015. Fermentazione in cemento con lieviti indigeni e rifermentazione in bottiglia con sosta di 36 mesi. Rosato brillante, fragoline in esplosione , poi violette e fiori di campo. Freschezza da non farne mai a meno. Da avere sempre pronto a temperatura a 8° dalla pizza ai salumi al pesce. Incredibile.

Nando Wine si trova invece a cavallo tra il Carso italiano e quello sloveno. Dei 5,5 ettari totali, infatti, il 60% è nel Collio italiano, il 40% a Pleviso, Brda, nella regione della Primorska.

Clima mediterraneo e vigne di famiglia da sempre, con età massima intorno ai 40 anni. Proviamo un po’ tutta la linea ma quello che ci rimane di più è la magnifica semplicità della Rebula 2016. Pochi giorni di macerazione poi acciaio dove matura per 6 mesi.

Bocca setosa , palato morbido ma aromatico , paglia , fieno e frutta gialla fino al mango sorretti da una freschezza e da una mineralità ben bilanciate. Altro best/buy.

Torniamo a riassaggiare i vitigni Piwi – ovvero vitigni resistenti agli attacchi fungini e quindi meno esposti alle temibili malattie dell’oidio e della peronospora – del giovane Thomas Niedermayr titolare del maso Hof Gandberg di Appiano (BZ).

Straordinario il Solaris 2016 uno degli ultimi nati in casa. Piante ancora molto giovani ma dalla grande prospettiva. Fermentazione spontanea del mosto, 8 mesi di maturazione con le fecce in acciaio, 14 settimane in botte di rovere usata da 500 litri.

Imbottigliato in agosto 2017, non filtrato. Aromatico, fresco, sapido e minerale, bouquet di fiori, sambuco, poi frutta bianca come l’uva spina, mela, fino a note tropicali di ananas. Caleidoscopico nel bicchiere.

Allo stand dell’Azienda Agricola Nino Barraco ci lasciamo conquistare non dai soliti (splendidi) bianchi o dalle vendemmie tardive tipiche della tradizione di Marsala, ma da quello che c’è sotto il banchetto.

Un metodo classico di nero d’Avola fuori commercio, ormai rimaste pochissime bottiglie in cantina, che Nino ci confida non rifarà più. Almeno per ora. Sessanta mesi di permanenza sui lieviti. Colore rosato e tutta la gamma dei frutti piccoli rossi caldi del sud esplodono nel bicchiere. Persistenza lunghissima, freschezza e acidità.

Assaggiamo poi tutta la gamma di Frank Cornelissen cercando di soffermarci sui singoli cru in degustazione. Sette per la precisione. Ogni cru una vigna, una contrada, un’altezza dei vigneti, un suolo, un’esposizione. E’ come giocare al cubo di Rubik. Mille sfaccettature di un terroir che è il più stimolante di tutto lo stivale: l’Etna.

A colpirci sono Zottorinoto, cru Chiusa Spagnolo 2016, 700 metri versante nord, vigne di oltre 60 anni a piede franco. Lunga macerazione di 2 mesi e affinamento in vasche neutre di resina da 1500 a 2500 litri per diversi mesi.

Di colore rosso rubino. Al naso intensi profumi di frutta rossa e note di spezie dolci, poi salamoia. Al sorso è fine, elegante, corposo, equilibrato con un finale lungo e profondo.

Campo Re 2016, Nerello 100%, vigne di oltre 70 anni. Snche qui macerazione per due mesi. Colore rosso rubino. Molto più intensa la nota di frutta rossa, in particolare di ribes e di mora. A seguire note speziate molto gradevoli. Morbido, caldo ben equilibrato dalla freschezza e dalla trama tannica.

Sempre Sicilia, sempre Etna, sempre un mosaico affascinante quello di Etnella i vini di Davide Bentivegna, già segnalato da vinialsuper tra i migliori assaggi a VinNatur 2017.

Assaggiamo Anatema 2016, assemblaggio di Nerello Mascalese (85%) e Nerello Cappuccio (15%) da parcelle allevate ad alberello con oltre 30 anni di età situate in contrada Porcaria a Passopisciaro, a circa 700 metri di altitudine sul versante nord dell’Etna.

La particolarità in questo cru è che dopo la macerazione di circa una settimana e la fermentazione alcolica, si passa a un affinamento per circa 12 mesi in botti grandi di castagno. E’ meno varietale rispetto al Kaos ma la rotondità conferita dal legno scarico ne completa la complessità.

Incredibile l’intreccio di frutta rossa come ribes, amarena e della tipica macchia mediterranea siciliana, ginestra, cappero. Il retro olfattivo è un esplosione di mirtillo e amarena. Kaos 2016 è un intreccio di vendemmie, una in agosto, una in settembre, una in ottobre per cogliere il meglio di ogni fase di maturazione.

Una precoce, una matura e una surmatura. Anche qui un passaggio in castagno grande, poi torna in acciaio e infine affina in bottiglia. Fantastico perché il gioco è il perfetto bilanciamento tra la parte più acida della vendemmia prematura e il frutto della fase tardiva.

Un blend meraviglioso per una esplosione di frutta con trama fresca e acida sorretta da un tannino non invadente. Al naso sentori di frutta rossa matura, confettura di amarena e di ciliegie, prugna, poi esce il balsamico come liquirizia e sullo sfondo cannella.

Chiudiamo al nord, più esattamente nelle Langhe, in Piemonte. Con il Barbaresco 2014 di Cascina Roccalini. E chi parlava di un’annata debole, a Barbaresco, dovrà ricredersi. Il solito bellissimo frutto rosso, la solita eleganza, la solita acidità.

Quando c’è il tocco sapiente del produttore, il vino esce sempre bene. Sessanta giorni di macerazione a cappello sommerso, poi solo botte grande. Un grandissimo vino.

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vini#1

Gewurztraminer 2014, Weingut Abraham

Martin Abraham è un vignaiolo atipico, schivo, definirlo timido è quasi un eufemismo. Quando lo si incontra, che sia in cantina, che sia al banchetto di una fiera pare sempre meravigliato.

È come se non si rendesse conto dell’immensa bellezza dei suoi vini, ma non si può non restarne folgorati. Sotto la lente di ingrandimento di vinialsuper, il Gewurztraminer di Weingut Abraham, annata 2014.

LA DEGUSTAZIONE
Il Gewurztraminer di Weingut Abraham ha un colore giallo dorato carico, limpido e trasparente.

Il naso è al primo impatto di frutta tardiva ed essiccata come albicocca, papaya, con una punta di agrume candito, arancio. Parte poi immediatamente un sentore speziato meraviglioso, zenzero , anice stellato e cardamomo.

Ma è al palato che spiazza maggiormente: non ha un  residuo zuccherino stancante, ma è secco elevato alla seconda con 1,3 g/l di zucchero.

Caldo e morbido, come si addice al vitigno e anche in parte al  minimo passaggio in rovere grande  è un vino estremamente complesso. Perfetto come da accompagnamento a piatti asiatici e con uno straordinario  rapporto q/p.

LA VINIFICAZIONE
Il vitigno dal quale provengono le uve utilizzate è un clone locale di Traminer, chiamato Laimburg 14. Allevato su terreno morenico, misto a pietrisco vulcanico ricco di minerali come porfido e quarzo è stato piantato nel 2000.

Dopo la vendemmia tardiva, con uva parzialmente attaccata da botrite nobile segue fermentazione spontanea sulle bucce per quattro settimane. Dopo la pressature soffice avviene la fermentazione normale, la malolattica ed un affinamento in botti di rovere.

Weingut Abraham si trova ad Appiano (Bz) sulla strada del vino. La filosofia dell’azienda si basa sul riconoscimento della sapienza e della creatività dei propri avi da trasmettere ai propri figli secondo il principio della sostenibilità: umiltà, senso di responsabilità e libertà di pensiero.

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Vini al supermercato

Kalterersee Auslese SudTirol Alto Adige Doc ‘”1840″ H.Lun (Girlan)

(4 / 5) Un vino fresco, “facile”, ma non banale. Sotto la nostra lente di ingrandimento il Kalterersee Auslese (Lago di Caldaro Scelto) Doc, linea 1840, di cantina H.Lun vendemmia 2016.

LA DEGUSTAZIONE
Colore rosso rubino, luminoso e trasparente. Al naso è fine, delicato. Emergono da subito note fruttate, piccoli frutti rossi come ciliegia e fragola seguiti da un leggera nota di pesca.

In bocca, con tannini fini appena accennati ha una bella acidità che ben si integra nel corpo leggero donando freschezza e piacevolezza di beva.

Il finale, non molto lungo, ripercorre le sensazioni del sorso per chiudere con un tratto leggermente mandorlato. Un vino vellutato, completo nella sua semplicità.

Il Kalterersee Auslese 1840 di H.Lun viene vinificato in fusti di cemento dopo attenta selezione delle uve, 100% Schiava.

LA CANTINA
Nata nel 1840, da cui il nome della linea, per volere di Alois H. Lun, la cantina fu una delle prime realtà imprenditoriali nella storia della vitivinicoltura Alto Atesina.

Volere del fondatore era quello di produrre vini di qualità dai terreni più vocati per ogni singolo vitigno. Anche dopo l’acquisizione da parte di Cantina Girlan, H.Lun continua a produrre e commercializzare con marchio proprio i propri vini, mantenendo immutata la propria filosofia.

Cantina e vigneti sono collocati a Cornaiano, un fazzoletto di terra, un terroir, ben noto agli amanti dei vini Alto Atesini. Quella striscia della Val d’Adige che parte da Termeno e sale verso nord attraverso Caldaro ed Appiano per arrivare a Terlano dove le forti escursioni termiche fra il giorno e la notte ed il clima mite garantiscono condizioni ideali per la viticultura.

Prezzo: 5,25 euro
Luogo d’acquisto: Despar

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Vini al supermercato

Gewurztraminer Sudtirol Alto Adige Doc, Viticoltori Alto Adige

(4,5 / 5) Neppure 6 euro per il Gewurztraminer Sudtirol Alto Adige Doc della cantina Viticoltori Alto Adige. E’ la sorprendente promozione messa in atto dalla catena Ipercoop, per smaltire quelli che – evidentemente – erano dei “fondi” di magazzino dell’annata 2012.

Attualmente in commercio in Gdo, come spiega Stefan Unterhauser, Sales Assistant Germania e Unione Europea della cantina di Appiano, Bolzano, c’è già la vendemmia 2015, mentre la 2013 non è stata prodotta.

Ne approfittiamo per proporvi l’esito di una degustazione sorprendente, che dimostra come l’evoluzione in bottiglia di un bianco di tendenza come il Gewurztraminer, solitamente reperibile in pronta beva sugli scaffali dei supermercati italiani – dunque con annate più recenti, come la 2014 o, ormai, la 2015 – regali invece emozioni inaspettate, almeno ai più.

LA DEGUSTAZIONE
Di un giallo dorato acceso con riflessi verdolini, il Gewurztraminer Sudtirol Alto Adige Doc dei Viticoltori Alto Adige mostra già di aver passato indenne gli anni nei magazzini e sugli scaffali del supermercato. Al naso, alcun segno di appassimento sgradito.

Anzi: è spiccatamente fruttato, aromatico per la precisione: a note ancora fresche di litchi e pesca fanno eco quelle più strutturate dal tempo, di albicocca sciroppata e pera matura. Ecco poi le spezie: chiodi di garofano, zenzero, una punta di cannella, in piacevole contrasto con la freschezza conferita dai sentori di mentuccia.

Un naso davvero complesso. Che, solo per intenderci, avvicina questo Gewurztraminer alle percezioni olfattive di certi passiti. Al palato, poi, risulta rotondo, grazie evidentemente al buon apporto della glicerina, sostanza che conferisce morbidezza alla beva.

A dominare sono nuovamente le sensazioni fruttate e speziate già ritrovate al naso, in perfetta armonia tra loro. Un Gewurztraminer che, giunto a questa fase di maturazione ottimale, possiamo definire strutturato, molto caldo in termini di alcolicità, ma anche fresco (acidità) e sapido. Tutti elementi in perfetto equilibrio tra loro.

Ottimo anche il quadro retro olfattivo: molto intenso, spiccato e penetrante, fine e persistente. L’abbinamento perfetto è quello con il sushi. Ma restando in Italia, è ottimo non solo come aperitivo, ma anche per accompagnare secondi a base di pesce, crostacei o pietanze molto saporite e piccanti. Importante servire a una temperatura di 10-12 gradi.

LA VINIFICAZIONE
Ci ha sorpreso constatare, visto l’esito della degustazione, che la cantina Viticoltori Alto Adige consigli di consumare questo prodotto entro 2-3 anni dalla data di vendemmia: noi di vinialsupermercato.it ci sentiamo di regalare a questo prodotto almeno altri 12 mesi di “vita”, certo consapevoli che la bottiglia diventi appannaggio di bevitori più esperti e consapevoli delle potenzialità del vitigno.

E a proposito, parliamo di un vitigno aromatico, autoctono del Sudtirol, come tiene a specificare la cantina sociale bolzanina, che raggruppa “circa 2.000 piccoli produttori locali, per lo più aziende agricole a conduzione familiare da tante generazioni che sono associate alle diverse cantine di spicco della Regione”.

La vite viene allevata col sistema della controspalliera, nei terreni compatti e ad alto contenuto di materiali calcarei e argillosi dell’Oltradige. La pigiatura avviene in maniera delicata, per non disperdere gli aromi. La decantazione è statica, con fermentazione a temperatura controllata. Il vino matura dunque 6 mesi in vasche di acciaio, prima di essere commercializzato.

Cosa ci insegna il Gewurztraminer Sudtirol Alto Adige Doc 2012? Che non tutti i bianchi “invecchiano” male. Anzi: se il supermercato vuole liberarsi degli avanzi con promozioni come questa (45% di sconto sul prezzo pieno) è bene approfittarne. Purché si sappia distinguere il “pacco” dall’affare. E anche per questo ci siamo noi ad aiutarvi.

Prezzo pieno: 10,90 euro
Acquistato presso: Ipercoop

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