Nei mesi scorsi solo lo 0,18% dei 6,5 milioni di controlli effettuati nel complesso delle attività commerciali, ristoranti compresa, ha generato sanzioni. Un dato che viene accolto col favore della Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi, che ora “chiede in cambio al governo di lasciar lavorare le imprese del settore”.
“Non si possono spegnere dall’oggi al domani – è la denuncia – come se fossero automobili: molti locali hanno già iniziato ad acquistare le merci per le feste e organizzato il personale. Chi li risarcirà in caso di chiusura?”.
Fipe – Confcommercio interviene dunque sul dibattito in corso all’interno del governo, su eventuali misure restrittive da adottare durante le feste natalizie. “Noi vogliamo lavorare – aggiunge la Federazione – ma se il governo dovesse decidere di seguire il modello tedesco, si prepari a farlo al 100%”.
Per il mondo della ristorazione il mese di dicembre vale 7,9 miliardi di euro, mentre i soli pranzi di Natale e Capodanno valgono 720 milioni. Per ammortizzare queste perdite, secondo Fipe, “occorrono misure come quelle adottate in Germania: ristoro al 75% dei fatturati calcolato sui mesi di novembre e dicembre, riduzione dell’iva al 5% e tutela dagli sfratti”.
Una richiesta che arriva proprio dai dati positivi dei controlli effettuati negli ultimi mesi. “Un segno – sottolinea la dirigenza della Federazione – che i protocolli adottati a maggio sono stati rispettati e che le nostre imprese sono luoghi sicuri”.
“Per noi – conclude Fipe – la salute pubblica è al primo posto ma siamo pronti a fare di più, garantendo un maggiore distanziamento tavoli e concedendo a Natale e nel periodo festivo l’accesso ai ristoranti solo su prenotazione, dando così una mano sulla raccolta dei dati e rendendo più semplice ed efficace il tracciamento”.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
“Sì al dialogo coi vignaioli, iscritti o meno alla Fivi, nonché con le piccole realtà del vino italiano. Ma il rapporto deve essere continuativo: non possiamo essere usati solo in questo momento di difficoltà per Covid-19. I produttori devono metterci la faccia, affidandoci le stesse etichette dell’Horeca, dimostrando così di credere nel processo di qualificazione dello scaffale del vino della Grande distribuzioneorganizzata, ormai in corso da diversi anni”. Parole e musica di Francesco Scarcelli, buyer Wines, Beers and Spirits di Coop Italia.
Solo l’ultimo dei sì al “Patto sul vino di qualità” tra Gdo e Horeca, con la supervisione dal Mipaaf e della ministra Teresa Bellanova. Una proposta avanzata da WineMag.it per arginare le conseguenze devastanti di Coronavirus sulle produzioni dei vignaioli. E utile, più in generale, a riequilibrare i rapporti tra i due segmenti di vendita del vino, oltre a ridurre il contraccolpo dell’instabilità politica internazionale (vedi dazi Usa, Brexit e Russia).
Chiariamoci – commenta Scarcelli a WineMag.it – non è che fino ad oggi Coop Italia sia stata a guardare. Negli ultimi anni abbiamo referenziato sempre più vini di altissima qualità, come dimostra l’assortimento dei nostri 1.200 punti vendita dislocati in 88 province. Negli ipermercati arriviamo ad avere 800 referenze a scaffale”.
Possibile fare ulteriore spazio? “L’operazione non è semplice – risponde il buyer Scarcelli – ma da parte nostra c’è tutta la disponibilità di sedersi a un tavolo coi vignaioli, per capire come potrebbe essere gestita la ‘nuova enoteca‘ post Covid-19. Si dovrà razionalizzare e investire, ma deve esserci disponibilità anche dall’altra parte”.
“I clienti dei ristoranti – commenta Scarcelli – sono abituati a cercare le etichette scoperte per consumarle anche a casa, ma in Gdo numerose cantine offrono linee alternative. Crediamo sia arrivato il momento di fare un passo avanti, per i consumatori, fornendo alla Grande distribuzione le stesse etichette, senza timore di offendere l’Horeca”.
I numeri del vino di Coop sono quelli di una cantina gigante. Nel 2019 ha venuto 40 milioni di bottiglie a Denominazione e 15 milioni di bottiglie di spumanti. Sono 40 i milioni di litri di vino generico da tavola finiti nel carrello della spesa dei clienti della Cooperativa, principalmente nei formati bag in box, brik e dame.
Il 50% del vino venduto è sottoposto a promozione, a differenza dei vini di alta gamma che – a parte rarissimi casi – non viene neppure sfiorato dalla leva promozionale. Forte di questi numeri, Scarcelli va ben oltre al sì al “Patto sul vino di qualità”, avanzando una proposta che potrebbe risultare vincente.
“Una buona idea per venire incontro sia ai vignaioli sia alla Gdo, che necessita di dare continuità al proprio assortimento, potrebbe essere quella di operare con ordini in assegnazione dalla sede centrale ai punti vendita, sulla base delle stime di rotazione delle singole etichette di nicchia, regione per regione e provincia per provincia”.
La disponibilità di Scarcelli è massima, nell’ottica di coordinamento dell’operazione dalla sede centrale di Coop Italia. “Siamo convinti di essere già sulla strada giusta, anche grazie all’inserimento di personale qualificato nei giorni di maggiore affluenza – chiosa il buyer Coop – ma sappiamo che si può sempre migliorare, se ognuno fa la sua parte”.A fare la loro “parte”, dall’altro lato dello scontrino, sono vignaioli Fivi come Enrico Drei Donà e Giorgio Perego: tutto tranne che figli di un tappo minore. Si tratta infatti di due produttori che, ai tempi di Covid-19, festeggiano le Nozze di Porcellana – quelle dei vent’anni – col mondo dei supermercati. Donà opera con Conad, a livello locale. Perego con Esselunga, con contratto nazionale.
Una scelta che i due esponenti della Federazione italiana vignaioli indipendenti, iscritti rispettivamente alle delegazioni Emilia Romagna e Oltrepò pavese, esibiscono senza vergogna. Auspicando l’apertura di un dialogo articolato di Fivi con la Gdo, sul modello di successo dei Vignerons Indépendant francesi.
C’è di più: Perego fa addirittura parte di VinNatur, l’associazione che raggruppa diversi produttori di cosiddetto “vino naturale”. Nulla di più lontano dalle logiche della Gdo. La Croatina “Myrtò” di Perego (senza solfiti aggiunti e certificata vegan) e il Sangiovese “Notturno” di Drei Donà, sono un esempio di come la grande distribuzione non sia solo fatta di grandi numeri e vino venduto in sottocosto.
“Nei confronti della Gdo – commenta Enrico Drei Donà – c’è una vera e propria mistificazione. La grande distribuzione è un canale di vendita come un altro, che negli ultimi anni registra una sensibilità crescente nei confronti delle produzioni di nicchia”.
Quella di Drei Donà è una delle aziende più strutturate di Fivi, con una capacità produttiva che si assesta attorno alle 140 mila bottiglie annuali, di cui circa 12 mila finiscono in Gdo, spalmate su tre etichette.
“Ho sempre considerato tutti i clienti alla pari – sottolinea Drei Donà – compresa la Gdo. Purtroppo nell’ambiente c’è un po’ di snobismo. La stessa Fivi potrebbe trovare nella fascia prezzo che parte dai 9 euro, dove si colloca il Sangiovese ‘ Notturno’, ampi margini per un rapporto ottimale con la grande distribuzione, che al contempo non danneggi l’Horeca.
Più risicati i numeri di Giorgio Perego (nella foto, sopra). Quarantacinquemila bottiglie complessive per la sua cantina di Rovescala (PV), di cui 20 mila con la sola referenza realizzata in esclusiva per Esselunga. “Il rapporto con l’insegna – spiega Perego – è basato su un grande rispetto reciproco, su tutti i fronti. I pagamenti, a differenza di quanto avviene con alcuni ristoranti anche per cifre irrisorie, sono sempre puntuali, a 60 giorni dalla fattura“.
“In questo periodo di lockdown – continua il vignaiolo dell’Oltrepò pavese – la Gdo sta dando una grande mano a chi ha creduto in questo canale. Io produco vini senza solfiti aggiunti e vendo molto ai privati. Sono dunque un vignaiolo tendenzialmente lontano dalle logiche dei grandi volumi, eppure non capisco come si possa ancora, nel 2020, bistrattare la Grande distribuzione“.
Vorrei anche io un maggiore servizio nei punti vendita ma non solo per le mie etichette. Credo che la presenza di un esperto nella corsia vini dei supermercati sia una conquista culturale”.
“Un elemento che vada a sostegno della cultura del vino, in cui investono sempre più persone in Italia, sempre più capaci di distinguere tra le etichette di marketing e le etichette buone e basta, che non facciano venire il mal di testa il giorno dopo e rispettino l’ambiente e la filiera produttiva. Non smetterò mai di dire che la Gdo è un’opportunità. Anche per i vignaioli veri”.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Domanda secca, risposta che divide: “Se domani aprisse il tuo ristorante preferito, ci andresti entro la prossima settimana?”. Il risultato del sondaggio condotto sulla pagina Facebook di WineMag.it e Vinialsuper.it si è concluso con un 46% di “Sì, senza dubbio” e un 54% di “No, farei comunque passare più di una settimana. Al momento Coronavirus mi preoccupa e spaventa”.
Per l’esattezza, su un campione di 201 votanti, 109 si sono espressi per il “No”. Poco meno le persone che tornerebbero al ristorante senza farsi troppe domande, fiduciose nonostante tutto: 92.
Nei commenti al post, tutta l’incertezza della situazione della ristorazione italiana e dell’Horeca, alle prese con l’emergenza Covid-19 e con gli interrogativi – o meglio la necessità, per la sopravvivenza stessa delle aziende del comparto – di una riapertura pressoché immediata. Senza aspettare giugno, come disposto dal Governo.
“Dal mio punto di vista – scrive Gaetano R. – posso solo sperare in un atteggiamento responsabile e consapevole da parte di tutti. Da un lato ambienti puliti e utilizzo di dpi che rassicurino il cliente, dall’altro clienti che capiscano che sedersi tra tavoli distanziati in ambienti puliti può essere più sicuro che andare al supermercato, per esempio”.
Davide B. aggiunge: “Abbiamo due problemi. Quello più importante deriva dal fatto che i più non percepiscono reddito da 2 mesi, e quindi la vedo dura che abbiano la possibilità; il secondo è l’effettivo pericolo di contagio.
Ora sul secondo sta nel ristoratore ispirare fiducia nel consumatore. Sul primo non c’è molto da fare”.
“Ho timore del Coronavirus e non andrò per un bel po’ al ristorante”, commenta Vittorio C.. “Sì andrei – risponde Lori R. – magari non potrò più permettermi un pranzo completo ma ci andrei per incoraggiare la categoria. Andrei anche al bar e dal parrucchiere. E poi fino a poco fa ci ammassavamo nei supermercati, cosa ci stiamo raccontando? Comunque il gestore mi deve dare fiducia“.
Andrea è tranchant: “Senza pagliacciate di mascherine, plexiglas ecc, ecc, senza dubbio”. Gli fa eco Roberto G.: “Se per andare al ristorante bisogna indossare mascherina, guanti e stare tra lastre di plexiglas allora no, preferisco aspettare ancora quando si potrà andare normalmente“.
“Andrei subito perché ho piena fiducia nella ristorazione di qualità”, commenta Piero C., mentre Mony R. non aspetta altro che “fiondarsi subitamente nel bar per un buon espresso, per il ristorante aspetterei”. Lia M. è in linea con questo parere: “Aspetterei”.
Fanno seguito un elenco di no. “Con quali soldi?”, si chiede Gabriele C.. “No, non riuscirei a gustare un pranzo in modo rilassato”, fa eco Giovanni F.. Nessun dubbio anche per Gian Paolo G.: “No – scrive – andrei al mare”.
Un pubblico eterogeneo quello della pagina Facebook delle nostre due testate. Diecimila persone circa, tra consumatori abituali di vino nell’Horeca e in Gdo, amanti dei cosiddetti “vini naturali”, professionisti e operatori del settore Food & Beverage come sommelier ed enologi, ma anche colleghi della stampa.
Sui risultato del sondaggio, tutto sommato prevedibile, incidono le tempistiche di un ritorno alla cosiddetta normalità, davvero inimmaginabili con esattezza. D’altro canto, non è solo la paura del contagio a far titubare il pubblico Facebook di Vinialsuper WineMag.
Ad aleggiare c’è anche la perplessità verso le nuove “restrizioni”. Non aiuta il fronte “portafoglio“, con la crisi economica che ha toccato in molti. Dipendenti posti in cassa integrazione che all’orizzonte intravedono un possibile licenziamento, ma anche liberi professionisti “liquidati” con 600 euro dall’Inps.
Siamo pronti (forse) a riprendere la vita di prima. Ma a piccoli passi, soprattutto in uno scenario completamente diverso. Quella libertà tanto reclamata durante la quarantena spaventa e frena i consumi. Chi immaginava che la luce si riaccendesse improvvisamente, come dopo un blackout, non può che essere rimasto deluso.
Appare sempre più evidente che non sarà così, ancora per molto. E in questo contesto tornano in mente le parole del “Signor G.”, Giorgio Gaber: “La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione”. Perché senza la consapevolezza della nostra libertà non possiamo davvero sentirci liberi.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Buona la prima, anzi l’Anteprima. Italia del vino in fermento per l’avvio delle Anteprime di Toscana, a metà tra quelle di Barolo, Barbaresco e Roero (dedicate solo alla stampa e agli operatori del settore), Amarone, Sagrantino di Montefalco, Romagna Sangiovese e Albana. Ecco gli appuntamenti da non perdere dedicati ai winelovers.
AMARONE DELLA VALPOLICELLA
La giornata aperta al pubblico è quella del 3 febbraio. In degustazione l’Amarone 2015, dalle 10:00 alle 19:00 al Palazzo della Gran Guardia di Verona. Biglietto di ingresso 40 euro (35 euro con acquisto online). Qui l’elenco delle cantine partecipanti, che metteranno a disposizione anche le vecchie annate.
Ma la “Red Week” si apre martedì 29 gennaio con il Valpolicella education program (Vep) 2019, il corso di formazione sulla prima Dop di vino rosso del Veneto, rivolto agli operatori internazionali del settore ideato dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella per creare una rete di “Valpolicella wine specialist” nel mondo.
ANTEPRIME DI TOSCANA Dopo la PrimAnteprima riservata a stampa e operatori del settore, sabato 9 febbraio, dalle 9.30 alle 17.30 alla Fortezza da Basso di Firenze (Padiglione Cavaniglia, viale Filippo Strozzi, 1), il programma delle Anteprime di Toscana aperto al pubblico si apre con Chianti Lovers, il 10 febbraio.
Appuntamento sempre alla Fortezza da Basso, dalle 16.00 alle 21.00, con la degustazione delle nuove annate Chianti Docg 2018 e Riserva 2016, in uscita nel 2019.
Per il prossimo appuntamento dedicato ai winelovers occorre sposarsi a San Gimignano (SI), per la presentazione delle nuove annate in uscita sul mercato nel corso del 2019: la Vernaccia di San Gimignano 2018 e la Riserva 2017.
Due le date utili: domenica 10 febbraio, dalle 14.00 alle 19. al Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada (Via Folgore 11, San Gimignano), i banchi di assaggio con i produttori, a ingresso gratuito. Stessa location mercoledì 13 febbraio, dalle 15.00 alle 17.00.
Tutti a Montepulciano, nel cuore della Toscana, per l’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano, aperta al pubblico e agli operatori del settore sabato 9 dalle ore 15.00 alle ore 19.30, domenica 10 dalle ore 11.00 alle ore 18.30 e lunedì 11 dalle ore 10.30 alle ore 18.30.
SAGRANTINO DI MONTEFALCO L’Anteprima Sagrantino 2015 si svolgerà a Montefalco (PG) dal 18 al 20 febbraio 2019, evento promosso dal Consorzio Tutela Vini Montefalco. Tasting, visite in cantina, approfondimenti, iniziative e masterclass per un focus completo su Montefalco, le sue aziende ed i suoi produttori.
Una panoramica completa sulla nuova annata ma anche sulle capacità evolutive del Montefalco Sagrantino Docg, sugli abbinamenti gastronomici con il coinvolgimento diretto di chef provenienti da tutta Italia, sulla corretta comunicazione all’interno di un ristorante, con il coinvolgimento dei sommelier italiani.
I banchi d’assaggio aperti al pubblico sono in programma al Chiostro di Sant’Agostino, dalle ore 16 del 19 febbraio. Spazio anche per la cucina d’autore, il 18 febbraio. Dalle ore 10.30 si svolgerà la finale del Concorso nazionale “Sagrantino nel piatto” dedicato agli chef di tutta Italia.
Il Concorso ha l’obiettivo di selezionare e premiare il miglior piatto che abbia come ingrediente il Montefalco Sagrantino Docg e che abbia in abbinamento uno dei vini di Montefalco. Le ricette dovranno essere inviate entro il 4 febbraio prossimo (info e modulistica sul sito www.consorziomontefalco.it).
“Quest’anno – ricorda Filippo Antonelli, presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco – celebriamo i 40 anni dal riconoscimento delle denominazioni Montefalco Doc e Montefalco Sagrantino Docg, istituite nel 1979, testimonianza di un lungo ed importante processo di osmosi tra vitivinicoltura e territorio da valorizzare e tutelare sempre di più, da rafforzare evento dopo evento, iniziativa dopo iniziativa”.
“VINI AD ARTE” 2019, ANTEPRIMA SANGIOVESE DOC ROMAGNA
Al Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza in scena l’Anteprima della Doc Romagna. L’appuntamento per il pubblico e gli addetti del settore è il 17 e 18 febbraio con 50 produttori che presenteranno le nuove annate di Sangiovese e Albana.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
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