Categorie
eventi news ed eventi

Amarone Opera Prima 2023: a febbraio l’Anteprima 2018

Amarone Opera Prima 2023: a febbraio l'Anteprima 2018
Una sfilata di 64 aziende pronte a celebrare il millesimo 2018 del re dei vini della Valpolicella, il protagonista di Amarone Opera Prima 2023 in programma a Verona, al Palazzo della Gran Guardia, il 4 e il 5 febbraio. Organizzato dal Consorzio vini Valpolicella, l’evento di punta della denominazione torna così alla tradizionale collocazione invernale, mantenendo però il restyling del nome dell’anteprima straordinaria del giugno scorso a beneficio di un format versatile realizzabile anche fuori stagione, seppure con focus tematici diversificati.

In apertura della due giorni di Amarone Opera Prima a Verona, città che detiene il primato del vigneto urbano più esteso dello Stivale, la conferenza stampa inaugurale (sabato 4 febbraio, Auditorium Gran Guardia ore 11) con la presentazione dei dati di mercato della denominazione, il valore del ricambio generazionale e prospettive dell’enoturismo in Valpolicella a cura del presidente del Consorzio, Christian Marchesini, e dell’annata viticola 2018 introdotta da Giambattista Tornielli, professore associato di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell’Università scaligera.

È iniziata l’Amarone revolution: come cambia (e cambierà) il Re dei vini della Valpolicella

AMARONE OPERA PRIMA 2023: IL PROGRAMMA

A seguire riflettori puntati sull’ultimo step della candidatura della tecnica secolare dalla messa a riposo delle uve della Valpolicella a patrimonio immateriale dell’Unesco, con i contributi di Pier Luigi Petrillo, professore e direttore della cattedra Unesco sui Patrimoni culturali immateriali dell’Università Unitelma Sapienza di Roma e di Elisabetta Moro, professoressa ordinaria di Antropologia culturale dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Al talk show intervengono Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, Gianmarco Mazzi, sottosegretario al ministero della Cultura, Luca Zaia, presidente della Regione Veneto e Damiano Tommasi, sindaco di Verona.

Dopo le call to action sul territorio realizzate l’anno scorso dal Comitato promotore (di cui il Consorzio è coordinatore) l’iter della candidatura entra ora nella fase finale con la presentazione ufficiale del dossier che successivamente sarà trasmesso ai ministeri della Cultura e dell’Agricoltura e alla Commissione nazionale per l’Unesco (organismo interministeriale che fa capo al ministero degli Affari esteri), che entro il 30 marzo dovrà scegliere la candidatura italiana da inviare a Parigi per la complessa valutazione da parte dell’Unesco. 

Al via, dalle 12.30 della prima giornata, le degustazioni presso gli stand delle aziende riservate alla stampa nazionale e internazionale, mentre dalle 16.30 alle 19.00 Amarone Opera Prima aprirà anche agli operatori e ai winelover che potranno replicare i tasting il giorno successivo, domenica 5 febbraio, dalle 10.00 alle 19.30 (ingresso a pagamento riservato ai maggiori di 18 anni. Ticket: 35 euro in prevendita e 40 euro nelle giornate di manifestazione).

Categorie
degustati da noi news news ed eventi vini#02

Anteprima Amarone 2017: i migliori

Chiamatela pure “prova del nove”. L’Amarone revolution passa anche, anzi soprattutto, dai calici di Anteprima Amarone 2017. I migliori riescono a interpretare la “new wave” senza stiracchiarsi troppo, riducendosi a surrogati del Valpolicella Rosso da un lato, o del Recioto dall’altro. Chi resta indietro, invece, continua a costruire la propria cifra stilistica sulle richieste dei mercati più profittevoli; o, peggio, su quelle dei buyer poco lungimiranti della grande distribuzione.

Dividere in tre macro gruppi i 39 campioni in assaggio domenica 19 giugno al Palazzo della Gran Guardia di Verona è un compito mai stato così semplice. È il segnale evidente che un gruppo piuttosto cospicuo di cantine della Valpolicella ha compreso la lezione dei mercati. Iniziando a lavorare duro, per correggere il tiro. O costruire una nuova identità.

La svolta decisiva pare essere quella di Novaia, cantina che investe sul bio e indica a tutta la denominazione la direzione giusta. Tra gli altri, in rigoroso ordine alfabetico, convincono per motivi diversi Bertani, Corte Figaretto, Costa Arènte, Salvaterra, Secondo Marco. E ancora: Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani, Terre di Leone, Tinazzi, Vigneti di Ettore e Zeni 1870.

I MIGLIORI AMARONE 2017 AD ANTEPRIMA AMARONE 2022
Bolla (Classico Riserva “Le Origini”) – non ancora in commercio

Rubino medio, alla vista. Bel cioccolato, ma anche note verdi, al primo naso. Bel frutto che esce con due giri di calice. Buon prontezza di beva generale. Centro bocca un po’ debole, chiusura leggermente sbilanciata sull’alcol che andrà ad armonizzarsi.

Clementi (Classico) – campione di botte

Colore rubino carico, purpureo. Frutta stramatura, tra la ciliegia e la prugna. Buona profondità speziata, scura. Gran bella concentrazione al palato, sorso pulito, tannino levigato, beva succosa. Amarone che coniuga bene, sul fronte dell’equilibrio, la cifra stilistica del residuo zuccherino importante.

Le Guaite di Noemi – campione di botte

Rubino intenso, unghia giovane. Impronta verde al naso, piuttosto importante. È il consueto tratto dell’Amarone de Le Guaite di Noemi. Marmellata, prugna e ciliegia, terziari corpulenti. In bocca corrispondente, con terziari sul frutto. Tannino polveroso, cacao amaro. Vino giovanissimo, all’inizio del suo percorso.

Massimago – campione di botte

Bel rubino, alla vista. Così come apprezzabile è l’espressione del frutto al primo naso, al centro del quadro. Si conferma tale anche al palato, che guadagna terziari cioccolatosi, sullo sfondo. Sorso che manca di un po’ di concentrazione, per quanto riguarda il frutto. Tannino che si rivela così piuttosto ruvido, in chiusura.

Cantina di Soave (Riserva “Rocca Sveva”) – campione di botte

Colore carico, impenetrabile. Buona concentrazione del frutto, che non sfora nella marmellata. Sorso agile, alcol molto ben integrato. Amarone di beva, “da pasto”.

Sartori di Verona (Classico “Reius”) – campione di botte

Altro Amarone che premia l’agilità di beva, con la nota inconfondibile di banana, quasi sempre presente in questa fase degli Amarone di Sartori. Il legno assume un ruolo importante nella cifra stilistica della cantina. Caratteristica un po’ superata, anche in Gdo.

Secondo Marco – campione di botte

Bel colore, rubino. Splendida espressione dei varietali. Ecco l’Amarone come dovrebbe essere da qui al futuro. Tannino che sarà elegantissimo, già in cravatta. Freschezza inebriante, anche in allungo.

Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani (Classico Riserva) – campione di botte

Rubino-granato mediamente carico. Altra gran bella interpretazione dell’Amarone 2017, sulla scia di San Marco, ma più in profondità e balsamicità, a riguardo delle note speziate. Spina dorsale massiccia: oltre alla freschezza, ecco una bella nota “salina” che tiene retto il sorso e fa da controcanto all’importante componente glicerica.

Valentina Cubi (Classico “Morar”) – campione di botte

Tende al granato. Leggerissima vena ossidativa, comunque integrata (al momento) nel quadro. Frutta che guarda al sotto spirito. Sorso teso, succoso, di struttura importante. Vino da abbinamento corpulento, nella vecchia concezione dell’Amarone da meditazione.

Villa San Carlo Wine – campione di botte

Bel rubino, mediamente carico. Legno importate, vaniglia. Vino che si inserisce perfettamente nella cifra stilistica attuale della cantina, con prevalenza dei terziari sui primari.

Bertani (Valpantena)

Bel rubino, piuttosto carico. Al naso mora, prugna, ciliegia fresca, di gran precisione. Grande è l’eleganza al sorso: freschezza da vendere, tannino che si integrerà meglio col tempo, ma che già ora fa il suo dovere, “asciugando” un succo polposo, di grandissima precisione. Vino centratissimo, millimetrico.

Ca’ del Sette “Appassionante 1944 M.C.”

Colore purpureo, poco penetrabile. Bel frutto che tende al surmaturo, più che alla marmellata. Al palato predominanza della ciliegia scura, stuzzicata da un tannino piuttosto polveroso. Beva comunque agile, che perde un po’ di peso e sostanza in centro bocca.

Ca’ la Bionda (Classico “Ravazzol”)

Rubino. Primo naso sul peperone verde. L’ossigenazione premia l’espressione del frutto, piuttosto preciso. Corrispondente al palato, tannino un po’ asciutto.

Ca’ Rugate “Punta 470”

Rubino, mediamente carico. Frutto polposo, ancora croccante, tannino che si integrerà ancora meglio e ci lavorerà sopra. Pecca in allungo (corto), ma su questo fronte ha solo bisogno di tempo.

Cantine di Verona Sca “Torre del Falasco”

Bel rubino. Legno e componente fruttata si dividono naso e sorso, con leggera prevalenza del primo sulla seconda. Tannino piuttosto asciutto, chiusura che tende all’amaricante.

Gerardo Cesari (Classico)

Rubino mediamente carico. Naso scuro, speziato, così come il palato, che tende tuttavia all’amaro. Sorso scarico che denota non solo la mancanza di adeguata concentrazione, ma anche un tannino piuttosto aggressivo. Chiusura scorbutica, col frutto che prova a sopravvivere all’amaro. Al momento non pare una grande prova.

Corte Figaretto (Valpantena “Brolo del Figaretto”)

Bel rubino, alla vista. Al naso una ciliegia netta, fragrante, succosa, avvolta in un circo di spezie. Vena sanguigna, ferrosa, in sottofondo. Sorso che abbina freschezza, tensione, polpa e un tannino in fase di integrazione. Bella prova, oggi e in divenire.

Costa Arènte (Valpantena)

Colore carico. Frutto che tende al maturo, senza sforare nella marmellata. Gran bella beva, sinuosa e larga, con tannino che arriva al momento giusto, a rallentare piano la scorrevolezza del sorso. Bel vino, anche in prospettiva, quando il legno si integrerà del tutto.

Domini Veneti (Classico)

Colore piuttosto carico, naso su frutta, speziatura ed erbe aromatiche, quasi a richiamare la macchia mediterranea. Il sorso è largo, d’un fruttato giustamente glicerico, affiancato da una componente terziaria piuttosto importante. Funziona, questo Amarone, facile da immagine anche in tavola. Parola d’ordine equilibrio, per un target piuttosto basico.

Falezze di Luca Anselmi

Rubino piuttosto carico. Naso su caramello salato, frutto sulla ciliegia, succosa, ancora croccante. Bella prova al palato, dove le figure si cambiano il posto sul palco, almeno in ingresso: frutto al centro del sorso, prima di una chiusura sui ritorni caramellati avvertiti al naso. Vino da riassaggiare, giovanissimo e di buona prospettiva.

Fattori (Riserva)

Rubino tendente al violaceo. Naso sul frutto rosso, una ciliegia che tende al sotto spirito. Componente acida e tannino al momento disconnessi dal quadro, ma chiaro tentativo di produrre un Amarone 2017 che premi la freschezza, più della concentrazione. Avanti così, è la strada giusta.

Ilatium Morini “Campo Leon”

Colore carico, impenetrabile. Legno al naso, latte e menta. Residuo e dolcezze molto ben giocate al palato, in assoluto equilibrio con le durezze. Sbrodola solo la chiusura, cui si arriva in fretta per via della morbida avvolgenza del sorso e dei tannini piuttosto setosi. Amarone che, per caratteristiche, strizza l’occhio a precisi mercati internazionali.

La Collina dei Ciliegi “Ciliegio”

Granato. Amarone 2017 giocato al naso sull’equilibrio tra le note scure (frutti e spezia), più che rosse. Acidità che slancia un frutto croccante, con la ciliegia in gran vista. Alcol importante, un po’ invadente in chiusura. Tannino lavorato, “pronto”.

Monte Zovo – Famiglia Cottini

Rubino intenso. Terziari preponderati al naso. Recupera al palato il frutto, comunque tendente allo stramaturo, più che alla marmellata. Amarone 2017 che sembra provare a imboccare la strada della freschezza, ma ha ancora le catene della concentrazione eccessiva e di una terziarizzazione imponente.

Monteci (Classico)

Porpora. Naso e bocca su frutti rossi ancora croccanti, beva premiata. Manca un po’ di complessità, di stratificazione, attese in un Amarone.

Cantine Giacomo Montresor

Rubino mediamente carico. Vino che ha tutto per piacere, sin da oggi: frutto, freschezza, equilibrio, residuo zuccherino ben bilanciato, tannino che lavora bene sul succo. Un Amarone “da pasto”, ben concepito dalla vigna alla cantina.

Novaia (Classico “Corte Vaona”)

Rubino. Naso e bocca corrispondenti, su una bella vena fruttata rossa, più che scura. Bel lavoro su alcol e tannini, nonché sull’estrazione. Un Amarone che pare un grande passo avanti nella cifra stilistica di una cantina che da tempo ha imboccato una strada di perfezionamento, forte peraltro degli investimenti nel bio. Un Amarone che impegna l’intero gruppo di produttori (e il Consorzio) a interrogarsi sul futuro e sulle sfide dell’Amarone revolution, dentro e fuori dal calice.

Pasqua Vigneti e Cantine “Famiglia Pasqua”

Colore piuttosto carico. Naso e palato condizionati dal legno. Residuo e dolcezze fuori dal quadro dell’equilibrio. Snaturato.

Cantine Riondo “Casalforte”

Carico. Amarone giocato sulla piacevolezza dell’appassimento, ben bilanciato con le durezze in ingresso. In chiusura, residuo un po’ troppo preponderante. Sei meno in “pagella”.

Roccolo Grassi

Colore piuttosto impenetrabile. Amarone 2017 molto ben giocato tra frutto e terziari, specie al naso. In bocca, al momento, troppa prevalenza delle note dolci (residuo) e del legno. Vino comunque giovanissimo, in divenire.

Salvaterra (Classico)

Bel rubino, alla vista. Nel complesso, l’Amarone al momento più centrato in tutte le sue componenti e fasi. Ha il frutto, l eleganza, la materia, lo slancio, il tannino, l’integrazione del residuo e il suo bilanciamento con le componenti dure. La strada spianata davanti per un futuro luminoso.

Santa Sofia (Classico)

Colore mediamente carico. Appassimento in risalto al naso, ma senza eccessiva opulenza. Al palato, invece, il residuo sbilancia il sorso. Tannino che richiama quei leggeri tratti verdi, già avvertiti al naso.

Santi (Classico “Santico”)

Vino al momento sbilanciato su salinità e durezze.

Terre di Leone (Classico “Il Re Pazzo”)

Bel rubino, riflessi granati. Appassimento in primo piano, al naso, unito a una componente speziata scura, importante. Corrispondenza perfetta al sorso, per un Amarone che premia la beva, senza rinunciare a carattere e tipicità. Vino all’inizio del suo lungo percorso di crescita, su cui è in corso un evidente lavoro stilistico, al momento a metà fra le tendenze tradizionali e future. Cantina a cui dare grande fiducia e su cui scommettere ad occhi chiusi per il futuro.

Tinazzi “Ca’ de Rocchi – La Bastia”)

Rubino carico. Nota netta di mora di rovo, sulla ciliegia. Note scure e rosse si abbinano bene. Sorso corrispondente, che designa il vino più pronto ed equilibrato di Anteprima Amarone 2017, in tutte le sue componenti. Al momento, quello da bere senza troppe “menate”.

Torre di Terzolan “Torre di Terzolan”

Colore carico. Altra prova sul filone della beva agile, con maggiore preponderanza dei terziari, sul frutto. Vino che pecca solo in chiusura, dove residuo e note speziate dolci hanno la meglio sul frutto.

Az. Agricola Vigna ‘800 (Classico Riserva “Virgo Moron”)

Campione non giudicabile.

Vigneti di Ettore (Classico)

Colore mediamente carico. Vino elegante, teso il giusto, fresco, pronto tendenzialmente. Un’altra etichetta che è possibile iniziare a bere oggi, con buone probabilità di crescere ancora nel tempo.

Zeni 1870 (Classico “Vigne Alte”)

Altro Amarone 2017 che mette già in scena l’equilibrio tra durezze e residuo, frutto, freschezza e “calore” del tannino. Buona prova sul frutto (note nette di ciliegie) e vena salina a fare da spina dorsale al sorso. Buona prospettiva.

Categorie
degustati da noi news news ed eventi vini#02

È iniziata l’Amarone revolution: come cambia (e cambierà) il Re dei vini della Valpolicella

EDITORIALE – L’obiettivo è talmente alto da costringere tutti a fare, prima, un passo indietro. L’Amarone revolution non è, e non sarà, qualcosa di cui vedremo i risultati – nel calice – domani. Almeno in larga scala. È, e sarà, un processo lento. Di cui oggi si iniziano a scorgere le (solide) fondamenta. Amarone Opera Prima, grande evento che ha accompagnato la presentazione in anteprima del millesimo 2017 del Re dei vini della Valpolicella, non passerà dunque alla storia come il punto d’arrivo. Piuttosto, come l’appuntamento che sancisce il (presumibile) giro di boa collettivo del gruppo di produttori legati al Consorzio.

La nuova direzione? Quella di un Amarone che resta, sì, “vino di metodo“. Ma si interroga, forse per la prima volta così profondamente, sui nuovi “gusti” del consumatore e sulle tendenze dell’alta cucina internazionale. Nonché sul “terroir”.

Ecco dunque che la tecnica dell’appassimento, prossima al riconoscimento a Patrimonio dell’Unesco, diventa un “mezzo” e smette di essere un “fine”. Giusto percepirne i sentori caratteristici, nel calice. Sbagliato rinunciare alla freschezza o, meglio, all’equilibrio.

Il tutto nel nome di un nuovo concetto di Amarone della Valpolicella, adatto ad accompagnare anche crostacei e pesce (ebbene sì, dalla capasanta all’anguilla). Scrollandosi di dosso la nomea di “vino da meditazione”, da abbinare necessariamente a piatti molto strutturati, di carne, oppure a un buon sigaro.

L’AMARONE A TAVOLA: ABBINAMENTI CON L’ALTA RISTORAZIONE

Esemplificativa, in tal senso, la riuscitissima masterclass condotta da Davide Scapin con i piatti (geniali) dello chef duestellato Nicola Portinari del ristorante La Peca di Lonigo (VI), nella giornata di apertura di Amarone Opera Prima.

I quattro stili di Amarone identificati per gli abbinamenti (fresco, “reciotato”, elegante / austero e potente), possono essere considerati solo a prima vista come un rischio di confondere (ulteriormente) il consumatore sul reale profilo dell’Amarone della Valpolicella (che, al momento, non è certo univoco).

A conti fatti, si tratta piuttosto di un colpo di scena (geniale) del Consorzio, per mostrare ai soci la via da seguire: quella di un Amarone che rinuncia alla pomposità, al residuo zuccherino sbilanciato, alle note di legno preponderanti.

Un “vino di metodo” che resti tale, ma riduca il gap (della bevibilità e dell’attaccamento a terroir e varietale, nonché dell’ampiezza del ventaglio del pairing) con il Valpolicella Rosso, vero cavallo di Troia della zona per irrompere nei mercati e tra i nuovi trend di consumo internazionale. In due parole, la strada verso l’Amarone revolution.

Un passo indietro, di fatto, mostrando stili differenti. Per indicare, sommessamente ma chiaramente, in punta di piedi ma dal palco istituzionale di Amarone Opera Prima, la stilistica da seguire, per non perdere il treno del mercato e dell’alta ristorazione, suggerita dal presidente del Consorzio, Christian Marchesini, come La Mecca dell’Amarone del futuro.

AMARONE E STORYTELLING

Un po’ meno centrati i vini scelti «in totale autonomia» da JC Viens per la seconda masterclass di Amarone Opera Prima. Scontroso e soprattutto poco giustificato e appagato dai calici l’invito, rivolto alla stampa dall’italian wine ambassador e wine educator, ad abbandonare le “grandi cantine” della denominazione per concentrarsi, invece, su «piccole realtà della Valpolicella che producono meno di 100 mila bottiglie» (poche bottiglie uguale qualità? Un retaggio del passato, ormai ampiamente sdoganato).

Quello che è mancato ad almeno quattro dei 6 vini in degustazione (per l’esattezza tre e e mezzo, come spiegherò più avanti) è proprio la luce in fondo al paventato baratro di quella che Viens ha definito «miopia» dei media: «Parlate di queste cantine – ha dichiarato, rivolgendosi alla platea di ospiti professionali di Amarone Opera Prima – o non farete altro che riprodurre e replicare una visione miope della Valpolicella ai vostri lettori». Tra i calici di Villa Spinosa, Romano Dal Forno, Ca’ la Bionda – Ravazzol, Le Guaite di Noemi, Vigneti di Ettore e Villa San Carlo, brillano (solo) i primi due.

DAL PASSATO IL FUTURO: VILLA SPINOSA E DAL FORNO

L’Amarone della Valpolicella Doc Classico 1998 Villa Spinosa (Negrar) è un concentrato di freschezza che non mostra neppure lontanamente lo scorrere delle lancette sotto al sughero. Quello che si libera dal vetro è un vino che parla, a fine anni Novanta, delle necessità e delle speranze di oggi della denominazione. Un vino già interprete dell’Amarone Revolution che sarà.

Fa lo stesso l’Amarone della Valpolicella Doc 2003 di Romano Dal Forno (vigneto Monte Lodoletta), pur con altri canoni e non essendo la bottiglia al top degli standard della cantina di Cellore d’Illasi (VR). Al consueto sorso profondo e materico risponde più il tannino che la freschezza, ma la figura finale è comunque centrata e, a sua volta, innovativa e caratteristica. E gli altri quattro calici?

Ancora troppo legati, nonostante il ricambio generazionale in corso e il numero “risicato” di bottiglie indicato da Viens come la panacea alla “miopia”, a uno stile che guarda più alla concentrazione e ai terziari che ai canoni dell’Amarone revolution (fa eccezione l’Amarone Ravazzol 2007 di Ca’ la Bionda, sbilanciato sull’acidità e scarno in centro bocca; la cantina, tuttavia, sembra aver trovato la quadra nelle annate più recenti, guidata da uno dei winemaker più appassionati della denominazione, Alessandro Castellani). La prova provata che lo storytelling non basta. A maggior ragione quando provano a convincerti che “storytelling” non è.

LA SORPRESA DI ANTEPRIMA AMARONE 2017 È NOVAIA

Che l’Amarone revolution sia iniziata, lo confermano anche alcuni calici in degustazione ad Anteprima Amarone 2017, domenica 19 giugno al Palazzo della Gran Guardia di Verona.

Il dettaglio di tutti i campioni sarà pubblicato nei prossimi giorni, ma vale la pena di spendere subito due parole sulla cantina che, realmente, quasi da “ousider”, ha sorpreso più di tutte con un Amarone finalmente pulito – rispetto ad altre annate – e decisamente “rivoluzionario”.

Il riferimento è a Novaia Organic Wines, capace di mettere nel calice un nettare davvero convincente, dal frutto alla struttura, al pari di alcuni nomi noti e garanzie della denominazione.

L’Amarone della Valpolicella Docg Classico 2017 “Corte Vaona” segna un grande passo avanti nella cifra stilistica della cantina di Marano di Valpolicella. Una realtà da sempre votata al “Bio”, tema caldo per la viticoltura italiana ed internazionale rimasto invece piuttosto ai margini di Amarone Opera Prima. La “Revolution” non potrà farne a meno.

Categorie
eventi news news ed eventi

Amarone Opera Prima 2022: l’Anteprima del re della Valpolicella ha un nuovo volto

FOTONOTIZIA – Si terrà al Palazzo della Gran Guardia di Verona, domenica 19 e lunedì 20 giugno 2022, Amarone Opera Prima. Si tratta del riposizionamento di Anteprima Amarone, evento con cadenza annuale organizzato e promosso dal Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella.

La manifestazione, giunta nel 2020 alla 17esima edizione, è considerata la punta di diamante nel calendario della denominazione veronese. Vede infatti come protagonista esclusivo il “Grande Rosso della Valpolicella”.

Anteprima Amarone 2021 non è andata in scena a causa della pandemia, sostituita dall’evento digitale “Valpolicella Annual Conference“. Amarone Opera Prima è dunque il nuovo “volto” di Anteprima Amarone 2022.

La kermesse era in programma al Palazzo della Gran Guardia di Verona il 4 e 5 febbraio scorsi, ma è stata a sua volta posticipata a giugno. Lo slittamento è stato comunicato dal Consorzio a gennaio 2022. Oggi l’annuncio delle nuove date e del “restyling”. I dettagli dell’evento saranno comunicati dagli organizzatori nelle prossime ore.

Anteprima Amarone posticipata a giugno

Categorie
eventi news news ed eventi

Anteprima Amarone posticipata a giugno

Anteprima Amarone, inizialmente prevista a Verona il 4 e 5 febbraio 2022 prossimi, slitta a giugno. Una riprogrammazione decisa all’unanimità dal Consorzio tutela vini Valpolicella, «per garantire un adeguato svolgimento della manifestazione con la consueta presenza di esperti e stakeholder di livello internazionale».

Le nuove date dell’evento scaligero saranno comunicate a breve. Resta confermato il programma originariamente previsto, impossibile da rispettare a febbraio, a cui si aggiungeranno eventi speciali dedicati al re della Valpolicella, l’Amarone.

«Vogliamo tornare in presenza – commenta il presidente del Consorzio, Christian Marchesini – e vogliamo farlo nel migliore dei modi. Lo dobbiamo ai nostri produttori e a una denominazione che nel 2021 ha registrato una stagione importante sul fronte delle vendite».

«Per questo a febbraio – conclude Marchesini – assieme a Nomisma Wine-Monitor, presenteremo un focus di mercato sulle performance di Amarone, Ripasso e Valpolicella in Italia e nel mondo».

Categorie
news news ed eventi

Niente Anteprima Amarone 2021

Il Consorzio tutela vini Valpolicella che ha deciso di rimandare al 2022 l’Anteprima Amarone dedicata all’annata 2017 a causa della pandemia. Al contempo l’attenzione sul territorio sarà rilanciata con un evento online multicanale, previsto il 26 e 27 febbraio del prossimo anno, che coinvolga a livello internazionale produttori, istituzioni, buyer e stampa specializzata.

Stiamo lavorando – ha detto il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini – per essere la prima denominazione italiana che in questo periodo di difficoltà vira su una soluzione smart all’avanguardia, aperta ai più moderni sistemi di condivisione in streaming e tasting a distanza con personal-delivery di campionature ad hoc.

“Con il ‘Valpolicella annual conference‘ in formato digitale – ha sottolineato Marchesini – saremo in grado di dialogare con tutti gli stakeholder interessati a una denominazione che conta ogni anno su un giro d’affari di circa 600 milioni di euro”.

Si parte venerdì 26 febbraio con un focus dedicato ai produttori sui nuovi scenari distributivi di vino nel mondo e sulle nuove scelte in materia di marketing e strategie commerciali. A seguire le degustazioni a distanza di Amarone, Ripasso e Valpolicella con la stampa e i buyer internazionali.

Sabato 27 febbraio, spazio all’evento istituzionale con i principali rappresentanti di governo del settore Ue e italiani. In primo piano, le politiche nazionali ed europee a sostegno dei mercati. Si prosegue con gli approfondimenti sulla denominazione, un’indagine sul mercato della Valpolicella, e un focus sul cambiamento climatico.

Ad anticipare la due-giorni di evento, giovedì 25 febbraio verrà inoltre organizzato un momento di aggiornamento sempre digitale dedicato ai Valpolicella wine specialist. Nucleo centrale dell’evento, sarà una piattaforma che gestirà le dirette streaming utilizzabile direttamente da browser e in grado di essere trasmesso in diretta sui principali canali social internazionali.

Sono quasi 8.300 gli ettari vitati nei 19 comuni della Doc veronese Valpolicella. Nella provincia leader in Italia per export di vino, sono 2.273 i produttori di uve e 272 le aziende imbottigliatrici in una denominazione in cui il Consorzio vanta oltre l’80% della rappresentatività.

Categorie
Approfondimenti

Vino: in Valpolicella la rivoluzione green dell’Amarone

VERONA – Il colore simbolo è quello del rosso Amarone, ma nei 19 comuni della Doc Valpolicella si fa sempre più largo il verde, quello della sostenibilità.

È quanto emerge – alla vigilia di Anteprima Amarone – dalle rilevazioni di Avepa (l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura), che registra una repentina rivoluzione verde nelle aree enologiche simbolo del veronese.

In pochi anni (dal 2012 a fine 2019) il biologico in vigna è infatti cresciuto del 152% in termini di superficie, con un’impennata solo nell’ultimo anno di circa il 14% a fronte di una media nazionale ferma nel 2019 a +1%. “Una tendenza bio – ha detto il direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella, Olga Bussinello – cominciata forse un po’ tardi ma che ora non accenna a rallentare, se si considera che anche gli ettari in conversione sono cresciuti nell’ultimo anno del 10,5%”.

Ma a trainare i vigneti green in Valpolicella è soprattutto il progetto RRR (Riduci, Risparmia, Rispetta), la certificazione voluta per le aziende dal Consorzio a tutela dell’ambiente, che prevede l’adozione di tecniche innovative in vigneto ma anche la sostenibilità sociale e la tutela del paesaggio. Anche qui la crescita è in doppia cifra: +31% gli ettari RRR dall’inizio della certificazione, il 2017, a oggi.

Complessivamente, rileva Avepa, in un’area di poco meno di 8.300 ettari Dop, poco meno di 1/4 sono green o lo stanno per diventare ufficialmente dopo il periodo in conversione (dati Sian, Avepa, Consorzio Valpolicella).

Anteprima Amarone 2016 (Verona, Palazzo della Gran Guardia, 1-2 febbraio) vedrà protagonista una delle annate più promettenti degli ultimi anni per il Re di un territorio che vanta un giro d’affari da circa 600 milioni di euro l’anno, per oltre la metà ascrivibile alle vendite del Grande Rosso.

L’economia dell’Amarone nei 19 comuni della Valpolicella è portata avanti da un microcosmo di 2.273 produttori di uve e 272 aziende imbottigliatrici con 373 fruttai destinati all’appassimento – la tecnica enologica candidata a rientrare sotto la protezione Unesco – per un giro d’affari che, secondo l’indagine interna svolta da Nomisma Wine Monitor, nel 2019 sfiora i 345 milioni di euro. Circa 15 milioni le nuove bottiglie di Amarone che entreranno in commercio quest’anno.

Tra le iniziative del Consorzio in tema di monitoraggio, è in arrivo anche la stipula di un protocollo d’intesa con Avepa per la creazione dell’ “Osservatorio Valpolicella“. Un outlook che consentirà di tenere sotto controllo le dinamiche socioeconomiche della filiera.

Categorie
news news ed eventi

Anteprima Amarone 2016: in vetrina il grande rosso di 53 cantine della Valpolicella

VERONA – Conto alla rovescia iniziato per Anteprima Amarone 2016, in programma sabato 1 e domenica 2 febbraio 2020 a Verona, come di consueto al Palazzo della Gran Guardia di piazza Bra, 1. Saranno 53 le cantine della Valpolicella protagoniste di un’Anteprima che si preannuncia interessante nel percorso del grande rosso veneto, che sta cercando una nuova identità sul mercato, senza perdere il contatto con le radici.

I calici dovrebbero confermare le impressioni lasciate dai 69 campioni dell’Anteprima 2015: una rassegna, quella dello scorso anno, segnata dalla ricerca di una maggiore facilità di beva, nel segno del gusto dei consumatori internazionali. Un Amarone, in sostanza, più “fresco” e “immediato”.

Cosa aspettarsi dalla vendemmia 2016? I tecnici del Consorzio di Tutela definiscono l’annata “nella norma”, con una abbondante allegagione in tutti gli areali per tutte le cultivar e con la maturazione tecnico-fenologica che si è raggiunta senza difficoltà.

Sabato 1 febbraio sarà la giornata riservata alla stampa e alle autorità. Aprirà le danze, alle 9.30, l’accredito dei produttori, seguito da quello della stampa e delle autorità, previsto per le 10. Alle 11, nella sala Convegni della Gran Guardia, la conferenza utile alla presentazione della vendemmia 2016, a cura di Diego Tomasi, del Crea-Ve.

Dal vigneto al mercato: l’Amarone e l’identità del vino italiano” è la conversazione sulle prospettive e sulle sfide dell’Amarone: intervengono il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova, il presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Andrea Sartori e il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella. Modera Andrea Andreoli, direttore di Telenuovo.

Il banco di degustazione riservato alla stampa sarà aperto dalle 10 alle 17, con servizio a cura dei sommelier Ais del Veneto, nella Sala Polifunzionale. Il banco di degustazione dell’Amarone 2016 con i produttori aprirà invece alle 12.30 e sarà attivo fino alle 17. Domenica 2 febbraio la giornata aperta al pubblico, dalle 10 alle 20, previo acquisto del biglietto sul sito web istituzionale dell’evento.

Anteprima Amarone è un evento a cadenza annuale organizzato e promosso dal Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella. La manifestazione, giunta ormai alla 17esima edizione, è considerata la punta di diamante degli appuntamenti con la Denominazione veronese. Vede infatti come protagonista esclusivo il “Grande Rosso della Valpolicella”.

Nata alla fine degli anni Novanta, Anteprima Amarone propone ufficialmente a stampa, operatori e appassionati l’annata che entra in commercio, ma non solo. Cinquantatré produttori racconteranno in questo 2020 il loro Amarone della Valpolicella 2016 e un’annata storica a scelta.Ad accompagnare gli assaggi ci saranno le delizie a cura del Ristorante Nicolis.

LE AZIENDE PARTECIPANTI

1. Accordini Stefano 2. Albino Armani 3. Aldegheri 4. Bennati 5. Bertani 6. Bolla 7. Bottega 8. Brolo Dei Giusti Soc. Agr. 9. Cà Dei Frati 10. Ca’ Rugate 11.Camerani Marinella 12. Campagnola Giuseppe 13. Cantina Valpantena Verona 14. Clementi

15. Corte Figaretto 16. Costa Arènte 17. Dal Cero In Valpolicella 18. F.Lli Degani 19. Domini Veneti By Cantina Valpolicella Negrar 20. Falezze Di Luca Anselmi 21. Fasoli Gino 22. Fattori 23. Gamba 24. Giovanni Ederle

25. I Tamasotti 26. Ilatium Morini 27. La Collina Dei Ciliegi 28. Lavagnoli 29. Le Bignele 30. Le Guaite Di Noemi 31. Monte Del Frà 32. Monteci 33. Cantine Giacomo Montresor 34. Novaia 35. Pasqua Vigneti E Cantine 36. Riondo – Collis 37. Roccolo Grassi 38. Santa Sofia 39. Santi 40. Sartori 41. Secondo Marco

42. Selùn Di Marconi Luigi 43. Tenuta Chiccheri 44. Tenuta Santa Maria Di Gaetano Bertani 45. Tinazzi 46. Valentina Cubi 47. Vigna ‘800 48. Vigneti Di Ettore 49. Villa Rinaldi 50. Villa San Carlo 51. Zanoni Pietro 52. Zeni 1870 53. Zýmē di Celestino Gaspari.

Categorie
Gli Editoriali news

Perché non diciamo (semplicemente) che il vino deve rispettare l’annata?


EDITORIALE –
In questi giorni di Anteprime di Toscana ho avuto modo di assaggiare più di 700 vini, tra prelievi di botte ed etichette che stanno per essere messe in commercio.

A mente fredda, dopo tanti commenti sentiti da direttori, presidenti, tecnici dei Consorzi e addirittura politici che c’azzeccano col vino come Belen al telegiornale (categoria nella quale non rientra ovviamente Studio Aperto) mi viene spontanea una domanda: perché facciamo tutti così fatica ad ammettere che il vino deve semplicemente rispettare l’annata?

Ho assaggiato con “piacere” vini quasi irrimediabilmente compromessi da percezioni “verdi”, dovute alle difficoltà di maturazione dell’uva, per via delle avversità climatiche. E’ il caso della Vernaccia, in un’annata difficile come la 2018.

D’altro canto mi sono stupito (in negativo) di trovare frutti esasperati in annate fresche e regolari per altre Denominazioni del vino toscano, segno di un lavoro in vigna e in cantina funzionale solo al mercato.

Credo che nel dare le “stelle” alle vendemmie, le istituzioni del vino debbano privilegiare il confronto con quei produttori che guardano al mercato domestico come priorità, piuttosto che quello con le cantine che interpretano l’export come “costruzione” di vini adatti al “gusto internazionale”.

Il rischio, altrimenti, è che molte Denominazioni faccianla fine dell’Amarone. Già, uno dei vini bandiera del Made in Italy che, forse per la sostanziale convivenza-complesso di inferiorità regionale col (fenomeno) Prosecco, sembra aver perso la propria identità, intesa come equilibrio organolettico tra “polposità” del frutto e freschezza.

Dell’Amarone 2014 e 2015 si è detto e scritto di tutto. Tranne che tanti produttori paiono ormai brancolare nel buio con un lumino in mano, a caccia di consensi della critica nazionale e – soprattutto – internazionale. Passatemi la provocazione: oggi, sul mercato, ci sono dei Primitivo di Manduria che sembrano più Amarone di certi Amarone “veri”.

LA SUPERCAZZOLA DELLA “FINEZZA”
E’ così – nel nome della “finezza” e della tanto decantata “eleganza” – che tanti Amaroni sono diventati copie dei Ripasso. Che tanti Sagrantino di Montefalco assomigliano più ai Rosso di Montefalco. Che il divario tra il Nobile di Montepulciano e il Rosso di Montepulciano si sta sempre più assottigliando. Ma a nome di chi? Delle stelle?

E allora, quest’anno, ho trovato una gran consolazione nel caro, buon, vecchio Piemonte. All’Anteprima Grandi Langhe di Alba, l’inversione di tendenza (in questo caso positiva) è sembrata palese. I Nebbioli sono tornati ad essere Nebbioli, e i Barolo ad essere Barolo e basta. Non più l’uno l’immagine sbiadita dell’altro.

Una regione, il Piemonte, che sta tra l’altro tornando a puntare in maniera straordinaria su vitigni come il Dolcetto d’Alba e il Grignolino, oltre alla Freisa. Segno che mentre tanti parlano degli autoctoni, qualcuno li valorizza per davvero.

E allora mettiamoci tutti d’accordo e facciamo un favore al vino italiano: torniamo a parlare di stelle ai vignaioli che puntano tutto sulla tipicità, al posto di lodare stelle e stelline di chi punta solamente sul “mercato”, dimenticandosi da dove viene.

Facciamolo per noi. Per non gettare a mare (scegliete voi quale, dalla Liguria alla Sicilia) tutto il patrimonio di viticoltura italiana, intesa anche come stile e filosofia produttiva volta alla valorizzazione dei nostri vitigni e terroir. Roba che pure i francesi si sognano, ma che saprebbero certamente vendere meglio di noi. Cin, cin.

Categorie
news

Amarone 2015: è davvero una grande annata? I migliori assaggi all’Anteprima


VERONA –
 Doveva essere un’annata speciale per l’Amarone, la 2015. Sarà soprattutto il mercato a dare ragione ai tecnici del Consorzio di Tutela Vini Valpolicella e del Crea di Conegliano, che parlano di una vendemmia speciale, quasi irripetibile. La “migliore degli ultimi 30 anni”.

Di certo si fatica a vedere tutta quest’eccellenza nei calici dell’Anteprima Amarone 2015, andata in scena ieri al Palazzo della Gran Guardia di Verona. Sessantanove etichette che il pubblico di winelovers e appassionati potrà gustare oggi, dalle 10 alle 19: sessantacinque le aziende della Valpolicella protagoniste, anche con annate più vecchie (porte aperte anche il 4 febbraio, ma solo per gli operatori del settore).

La verità è che molti campioni di botte promettono meglio dei vini già in bottiglia. Segno di un nuovo stile di produzione, che pare incentrato su una sorta di alleggerimento dei toni più “mascolini” dell’Amarone.

Il risultato (spesso) non è male. Ma a rimetterci è la tipicità della Denominazione, alla luce delle richieste del mercato. E’ un fenomeno tutto italiano. Di fatto, all’Anteprima di Verona 2019, si è assistito al medesimo “trend” in voga dall’altra parte del pianeta dei fine wines italiani: il Piemonte.

All’Anteprima “Barolo, Barbaresco e Roero” di Alba di inizio settimana (qui i migliori assaggi) è parso evidente l’assottigliarsi delle differenze tra Nebbiolo “base” e Nebbioli più affinati, atti a diventare Barolo o Barbaresco.

Così, in Valpolicella, sin troppi Amaroni paiono l’emblema (cosciente) di un’occasione persa: quella di una “annata perfetta”. Le scelte enologiche di molti produttori sembrano aver privilegiato la bevibilità rispetto alla struttura. E a sentire gli stessi vignaioli (tanti), questo era – appunto – l’obiettivo.

Ecco dunque le valutazioni effettuate ieri sui campioni in degustazione all’Anteprima Amarone 2015, suddivise tra vini “già imbottigliati” e “campioni di botte”. Un tasting avvenuto rigorosamente alla cieca, senza cioè conoscere il nome del produttore e dell’etichetta prima di valutarla. Enjoy.

AMARONE DELLA VAPOLICELLA DOCG GIA’ IMBOTTIGLIATO

Zanoni Pietro 2015 “Zovo”: 92/100
Roccolo Grassi 2015: 91/100
Boscaini Carlo 2015 “San Giorgio”: 90/100 — Giovanni Ederle 2015: 90/100

Monte del Frà Classico 2015 “Lena di Mezzo”: 86/100
Albino Armani Classico 2015 “Albino Armani”: 86/100
Tinazzi 2015 “Cà de’ Rocchi La Bastia”: 86/100

Antiche Terre Venete 2015: 85/100
Corte Figaretto Valpantena 2015 “Graal”: 85/100
Riondo-Collis 2015 “Castelforte”: 85/100
Vigneti di Ettore Classico 2015: 85/100
Gamba Classico 2015 “Campedel”: 85/100
Fratelli Degani Classico 2015 “La Rosta”: 85/100

Gerardo Cesari Classico 2015 “Cesari”: 84/100
Corte Archi Classico 2015 “Gli Archi”: 84/100
Bertani Valpantena 2015: 84/100
La collina dei ciliegi 2015: 84/100
Bottega 2015 “Il Vino degli Dei”: 84/100
Accordini Stefano Classico 2015 “Acinatico”: 84/100

Cà dei Maghi Classico 2015 “Camparsi”: 83/100
Zeni 1870 Classico 2015 “Vigne Alte”: 83/100
San Cassiano 2015: 83/100
Domini Veneti Classico 2015 “Domini Veneti”: 83/100
Capurso 2015: 83/100

Pasqua Vigneti e Cantine 2015 “Famiglia Pasqua”: 82/100
Recchia Classico 2015 “Masùa di Jago”: 82/100
Fratelli Degani Classico 2015: 82/100

Aldegheri Classico 2015: 81/100
Ilatium 2015 Campo Leòn: 81/100

CAMPIONI DA BOTTE: VALUTAZIONI 02/02/2019

Valentina Cubi Classico 2015 “Morar” (campione di botte): 90/100
I Tamasotti 2015 (campione di botte): 90/100
Giacomo Montresor Classico 2015 “Capitel della Crosara” (campione di botte): 89/100

Zýmē Classico 2015 (campione di botte): 86/100
Massimago 2015 “Massimago” (campione di botte): 86/100
Cantina Valpantena 2015 “Torre del Falasco” (campione di botte): 86/100

Cà dei Frati 2015 “Pietro Dal Cero” (campione di botte): 85/100
Cà la Bionda Classico 2015 “Vigneti di Ravazzòl” (campione di botte): 85/100
Famiglia Cottini – Montezovo 2015 (campione di botte): 85/100

Monteci Classico 2015 (campione di botte): 84/100
Secondo Marco Classico 2015 (campione di botte): 84/100
Selùn di Marconi Luigi Classico Riserva 2015 (campione di botte): 84/100
Tenuta Chiccheri 2015 “Campo delle Strie” (campione di botte): 84/100
Santi Classico 2015 “Santico” (campione di botte): 84/100
Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani Classico 2015 (campione di botte): 84/100
Novaia Classico 2015 “Corte Vaona” (campione di botte): 84/100
Corteforte Classico 2015 “Corteforte” (campione di botte): 84/100
Fasoli Gino 2015 “Alteo” (campione di botte): 84/100
Fattori 2015 (campione di botte): 84/100
Flatio Classico 2015 (campione di botte): 84/100

Dal Cero in Valpolicella 2015 “Dal Cero” (campione di botte):: 83/100
Falezze Luca Anselmi 2015 (campione di botte): 83/100
Marinella Camerani 2015 (campione di botte n. 50 Vigneto Adalia): 83/100
Clementi Classico 2015 (campione di botte): 83/100
Corte Archi Classico 2015 Riserva “Is” (campione di botte): 83/100
Ceschi Brugnoli Classico 2015 “Cà del Mato” (campione di botte): 83/100
Scriani Classico 2015 (campione di botte): 83/100
Bolla Classico 2015 (campione di botte): 83/100
Santa Sofia Classico 2015 (campione di botte): 83/100

Vigna ‘800 Classico 2015 “Virgo Moron” (campione di botte): 82/100
Marinella Camerani 2015 (campione di botte n. 57 Vigneto Dietro Casa): 82/100
Le Bignele Classico 2015 (campione di botte): 82/100
Cà Rugate 2015 “Punta Tolotti” (campione di botte): 82/100
Benedetti Corte Antica Classico 2015 (campione di botte): 82/100
Cà Botta 2015 “Tenute Cajò” (campione di botte): 82/100

Villa San Carlo 2015 (campione di botte): 81/100
Sartori Classico 2015 “Reius” (campione di botte): 81/100
Le Guaite di Noemi 2015 (campione di botte): 81/100

[URIS id=29320]

Categorie
news

Al via la Red Week: il Valpolicella Education Program apre l’Anteprima Amarone 2015

VERONA – Sono 60 le candidature per il Valpolicella education program (Vep) 2019, il corso di formazione sulla prima Dop di vino rosso del Veneto, rivolto agli operatori internazionali del settore ideato dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella in collaborazione con i docenti delle Università degli studi di Verona, Università Cattolica di Milano, Alma – Scuola internazionale di cucina italiana, Nomisma e SIB (Società Italiana Brevetti).

Un programma unico in Italia per un Consorzio che martedì 29 gennaio dà il via alla Red Week di Anteprima Amarone 2015 (palazzo della Gran Guardia 2-4 febbraio) e che punta a creare una rete di “Valpolicella wine specialist” nel mondo.

Un titolo al quale aspirano 25 “studenti” selezionati tra gli iscritti, provenienti da 14 paesi: Usa, Brasile, Giappone, Corea del Sud, Cina, Repubblica Ceca, Canada, Germania, Svezia, Ucraina, Taiwan, Emirati Arabi, Regno Unito e Russia.

Due le giornate di lezioni (29 e 30 gennaio) presso la sede del Consorzio (Villa Brenzoni Bassani, Sant’Ambrogio di Valpolicella), suddivise in 5 ambiti tematici: dagli aspetti legali di etichettatura e promozione allo scenario di mercato, dalle caratteristiche del terroir alle nozioni enologiche, fino alla degustazione.

Tra i professori in cattedra Osvaldo Failla, direttore del Dipartimento di scienze agrarie e ambientali dell’Università degli studi di Milano, Denis Pantini, direttore Nomisma Agroalimentare e Wine Monitor, Paolo Veronesi, avvocato specializzato in diritto della proprietà intellettuale dello studio legale SIB di Verona, Maurizio Ugliano, docente di chimica enologica ed enologia dell’Università di Verona.

E ancora: Pier Luigi Gorgoni, docente di degustazione ed enografia alla scuola Alma e Filippo Bartolotta, giornalista di Decanter Magazine e Spirito di Vino. L’esame finale è previsto per giovedì 31, con verifica scritta e prova pratica in modalità blind tasting, al termine delle quali solo gli studenti con punteggio positivo riceveranno il certificato di specialist.

L’ANTEPRIMA AMARONE 2015
Ricco anche il programma dell’Anteprima Amarone 2015, che si apre sabato 2 febbraio al Palazzo della Gran Guardia di Verona, con il consueto assaggio riservato agli operatori, dalle ore 10 alle 17 (accredito dalle ore 9) con servizio sommelier dedicato.

Alle 11 è previsto il convegno dal titolo “Brand, Valore, Export e Turismo: il poker per l’Italia nel calice”. Un dialogo tra Andrea Sartori, Presidente Consorzio Tutela Vini Valpolicella e il senatore Gian Marco Centinaio, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo.

Segue “Red Passion e sorsi di Cultura” con Giordano Bruno Guerri, scrittore, giornalista e storico e Laura Delli Colli, giornalista e scrittrice (moderatore:Andrea Andreoli, vicedirettore di Telenuovo). Dalle 12.30 si apre la degustazione ai banchi delle aziende, al pianterreno. In vetrina l’annata 2015 e quelle precedenti.

Il 3 febbraio l’Anteprima Amarone 2015 apre al pubblico, dalle 10:00 alle 19:00. Biglietto di ingresso 40 euro (35 euro con acquisto online). Il 4 febbraio è l’ultima giornata dedicata agli operatori di settore, dalle 10:00 alle 17:00. Biglietto di ingresso: 40 euro (30 euro con acquisto online). Qui l’elenco delle aziende partecipanti.

Categorie
news ed eventi

Sgarbi shock: “L’Amarone mi sta sul cazzo. Io bevo Lambrusco”

VERONA – Ride la platea. Ride l’intervistatore. Ridono le autorità, in prima fila. Tutto bene, insomma. Bene. Ma non benissimo. “L’Amarone mi sta sul cazzo. Io bevo Lambrusco” è l’ultima sparata di Vittorio Sgarbi.

Una boutade – in verità poi corretta, anzi argomentata – che fa discutere. Soprattutto perché proferita in occasione della giornata inaugurale di Anteprima Amarone 2014, sabato 3 febbraio al palazzo della Gran Guardia di Verona.

Qualche mugugno in sala, mentre l’istrionico critico proseguiva nel suo intervento attaccando anche gli organizzatori di alcune mostre, a cui è stato invitato come ospite d’onore.

“Io sono poco adatto a questa riunione – ha spiegato Sgarbi – perché sono un sostenitore totale, fanatico, universale, europeista del Lambrusco. A me l’Amarone sta sul cazzo. Io non capisco perché agli eventi sul Lambrusco non mi invitano mai: un vino che sembra la Coca Cola, che spumeggia, un vino inutile”.

L’ELOGIO AL LAMBRUSCO. O QUASI
“Il Lambrusco – ha aggiunto Vittorio Sgarbi – è la variante volgare dell’Amarone. Quando pensate che la bevanda più bevuta al mondo è la spremuta di merda che si chiama ‘Coca Cola’, vuol dire che il mondo è pieno di malati mentali. Non puoi chiedere Coca Cola quando c’è l’Amarone. E non dico Lambrusco…”.

La platea sembra gradire. Sgarbi non nota che, nella sala gremita, qualcuno inizia a storcere il naso. E allora rincara la dose.

“Negli ultimi 10 anni mi chiamano a parlare sempre di ‘arte e vino’. Io farei volentieri a meno, ma è come se il vino avesse necessità di essere riportato nell’ambito suo, trovando una radice artistica che prima nessuno cercava”.

“Il contadino non pensa a questo – ha proseguito il critico – ma qui è stata fatta addirittura una mostra con la mia amica dell’Amarone, la Allegrini, che ha avuto minor successo di quanto si poteva attendere”.

“Dopo i primi giorni c’è stato un calo di visitatori, perché la mostra non si chiamava, com’era giusto, ‘Da Tiziano a Picasso’, ma ‘Arte e vino’. Uno pensava che si facesse l’esposizione di bottiglie, con delle fotografie. Un titolo del cazzo, come fanno spesso i curatori di mostre. Chi va a Vinitaly beve e va via per i cazzi suoi. Se ne sbatte i coglioni di arte e vino. Bisogna mantenere gli ambiti”.

Esatto, gli ambiti. Qualcuno allora spieghi a Sgarbi che i “campi di Amarone” non esistono. Mica è Lambrusco.

Categorie
news ed eventi

Anteprima Amarone 2014: i nostri migliori assaggi

VERONA – In attesa che l’Unesco riconosca il metodo dell'”Appassimento” come “Patrimonio immateriale dell’Umanità” – iter già avviato, che richiede ancora un minimo di 3 anni – Verona celebra all’Anteprima della vendemmia 2014 i 50 anni dal riconoscimento della Doc Amarone della Valpolicella.

Ieri, al palazzo della Gran Guardia di piazza Bra, sono stati presentati alla stampa 43 campioni. Oggi l’evento è aperto al pubblico, dalle 10 alle 19 (biglietto in vendita qui). Un tasting numericamente dimezzato rispetto all’Anteprima 2017, quando nei calici c’era l’Amarone 2013.

Due i motivi. Molti produttori, a causa delle avverse condizioni meteo, hanno deciso di non imbottigliare l’Amarone 2014, declassando i vini ottenuti da uve Corvina, Corvinone e Rondinella. Duecentocinquanta i millimetri di pioggia caduti solo a luglio. Circa il 50% della produzione è andato perduto, col 30% in meno dell’uva messa a riposo.

In secondo luogo, è in atto da diversi anni una scissione tra le “Famiglie storiche” dell’Amarone (le cosiddette “Famiglie dell’Amarone d’Arte”) e il Consorzio di Tutela Vini Valpolicella. Una partita che si gioca su temi legati alla qualità del Re dei Vini della Valpolicella, “minata dall’aumento delle produzioni nei vigneti di pianura”.

La mancanza di marchi pregiati come Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d’Orti, Venturini e Zenato ha certamente impoverito le batterie in degustazione.

I NOSTRI TOP
Tra i 43 campioni della vendemmia 2014, a dire la verità, la qualità è media, con poche punte d’eccellenza. Accanto a tanti vini puliti e dignitosi, ma comunque non memorabili, segnaliamo una decina di assaggi che si “staccano”. Mostrando buoni margini di miglioramento in bottiglia, negli anni a venire.

Tra questi, molti sono prodotti da giovani aziende, condotte da giovani produttori. Un aspetto che fa ben sperare per il futuro della Valpolicella e dell’Amarone. Un vino che, da solo, accentra 2 miliardi di export. Gli ultimi dati, di fatto, risultano positivi: 600 milioni di euro di fatturato complessivo per la Denominazione, nel 2017.

Rendita fondiaria giunta a quota 24 mila euro. E un +10% di crescita sui mercati internazionali, con la Germania che segna il vero boom (+30%). Al top anche l’Italia: +20%. Alla Gdo “un ruolo marginale”, ma comunque a doppia cifra (25%), con una crescita altrettanto positiva nel 2017: +13%.

Tra gli Amarone delle vecchie annate la spunta, su tutti, la straordinaria produzione di Celestino Gaspari, con la sua Zýmē. L’allievo di Quintarelli cammina ormai da anni sulle proprie gambe, portando avanti con grandissima coerenza la propria filosifia. Zýmē, di fatto, è ormai un must quando si parla di Veneto, Valpolicella e vini italiani ai vertici della qualità.

1) Amarone della Valpolicella Classico Docg 2014 “Acinatico”, Accordini Stefano. Non è un caso se, tra i promossi, troviamo l’Amarone della Accordini Stefano. SI tratta dell’azienda collocata gegraficamente più in alto nella Valpolicella Classica, a 550 metri sul livello del mare.

“Un giusto mix tra innovazione, tradizione e moda”, come piace definirlo a Marco Accordini. Una definizione perfetta per un Amarone che, nel calice, presenta un naso suadente, intenso. Corrispondente al palato, sfodera una persistenza tra le migliori dell’intera Anteprima, su note saline e di liquirizia.

Convince appieno anche “Il Fornetto” 2011, nome del vigneto di 1,4 ettari dal quale prende il via la storia della cantina, grazie al nonno di Marco, Stefano Accordini.

Un vero e proprio “cru” sui 26 ettari complessivi attuali dell’azienda (250 mila bottiglie l’anno). Solo 3 mila bottiglie per questa gemma, su cui vale davvero la pena investire, anche in prospettiva.

2) Amarone della Valpolicella Classico Docg 2014 Albino Armani. Non certo un Amarone “grasso”, come tanti altri. Di Armani premiamo l’eleganza e la raffinatezza, soprattutto dopo l’assaggio di un’altra etichetta, ai banchi di degustazione. Grazie a “Cuslanus” Riserva 2013, la filosofia produttiva di questa azienda è finalmente chiara.

Albino Armani cerca Amaroni in cravatta. Di poche parole, ma diretti. Un vino pulito, pronto, senza fronzoli, quello uscito dalla vendemmia 2014. Un Amarone quotidiano, che non richiede abbinamenti particolarmente complessi ed elaborati. La vittoria della semplicità, senza cadere nell’esilità di tanti altri campioni dell’Anteprima 2018.

La Riserva 2013 “Cuslanus” si inserisce nello stesso filotto. Ma una selezione più accurata nel vigneto posto a 500 metri sul livello del mare, rende la spezia più integrata nel contesto. Un Amarone più strutturato, senza perdere tuttavia la consueta eleganza.

3) Amarone della Valpolicella Docg 2014, Bertani. Menzione Valpantena per l’Amarone 2014 della storica Bertani, una delle aziende che ha deciso di non produrre l’Amarone “top di gamma”. Quello nei calici dell’Anteprima, tuttavia, pare molto più di un semplice ripiego.

Un Amarone che – come conferma poi ai banchi di degustazione Rossana Schioppetto, Trade Marketing & Communication di Bertani – punta a un target ben preciso: i giovani che si affacciano per le prime volte alla degustazione del Re della Valpolicella. Tradotto: facilità di beva, freschezza e sentori accattivanti ma tutt’altro che ruffiani. Un buon prodotto, ma certo non un Amarone da intenditori.

4) Amarone della Valpolicella Docg 2014 “Punta Tolotti”, Ca’ Rugate. Il “cru” di Montecchia di Crosara, a 440 metri circa sul livello del mare, regala un Amarone di buona prospettiva. Botte grande di rovere austriaco e tonneaux (al 90% di quinto passaggio) per l’affinamento di “Punta Tolotti”.

Caldo che pare abbiano scaldato il bicchiere, prima di servirlo, rivela uno dei nasi migliori delle batterie in Anteprima. Sbuffi di pepe nero ed erbe di campo fanno da contorno alla frutta rossa. Corrispondente al palato, con piacevoli richiami erbacei freschi che lo rendono balsamico.

Di Ca’ Rugate assaggiamo anche l’Amarone 2007, affinato solo in tonneaux. Una conferma delle ottime prerogative di Punta Tolotti 2014: 10 anni sulle spalle e ancora tanta vita davanti.

5) Amarone della Valpolicella Classico Docg 2014, Corte Lonardi. E’ stato imbottigliato appena 15 giorni fa l’Amarone 2014 Corte Lonardi in degustazione al palazzo della Gran Guardia. Ma si capisce subito che non si tratta di un’etichetta spinta da logiche commerciali.

Vigne a 400 metri sul livello del mare a Marano di Valpolicella e doppio passaggio in tonneaux di 25 e 50 ettolitri per un Amarone che si prepara a sfidare il tempo, nelle logiche aziendali ben esposte da Silvia Lonardi, a capo delle Vendite dell’azienda condotta dal padre Giuseppe.

Frutta, spezia e componente vegetale sono ben integrate nel sorso, asciugato da un tannino che deve ancora arrotondarsi. Un vino prospettiva, appunto. Così come la Riserva 2012 di Corte Lonardi (3 e mezzo di tonneaux e 1 anno e mezzo di bottiglia), altro assaggio che ci convince in pieno.

6) Amarone della Valpolicella Docg 2014, I Tamasotti. Giacomo Brusco, 28 anni, e Sabrina Zantedeschi, 25, si sposeranno presto. Ma “I Tamasotti” sono già un riuscitissimo matrimonio d’intenti: quelli di Giacomo, agrotecnico che ha ereditato i vigneti (3 ettari) e l’agriturismo di famiglia, e Sabrina, enologa fresca di laurea all’università di Verona.

Il loro Amarone 2014 (1100 bottiglie prodotte) colpisce per lo stile moderno ma non ruffiano e per la “verità” del naso e del palato. Un vino tutto sommato pronto, con ampi margini di miglioramento in bottiglia, negli anni. Naso caldo e suadente, che spazia dalla marasca al ribes, passando per grassi richiami di toffee.

Li troveremo anche al palato, uniti a un tannino vivo, ma non disturbante. La prima vendemmia di Amarone, per questa coppia di giovani produttori veronesi, è la 2013: solo 600 bottiglie. Ragazzi di cui si sentirà parlare in futuro, ne siamo certi.

7) Amarone della Valpolicella Docg 2014, Le Guaite di Noemi. Quello de Le Guaite di Noemi è l’unico campione prelevato da botte che ci convince, durante il tasting della vendemmia 2014. Il successivo assaggio di altri Amarone, di vendemmie precedenti, conferma le aspettative.

L’annata 2014 si presenta tutto sommato pulita al naso in tutte le sue componenti, dalla frutta al vegetale, passando per le spezie, ben integrate. La bocca è ancora scomposta, ma serve tempo per valorizzare quello che pare il “plus” dell’etichetta: una componente minerale davvero interessantissima.

Ottimi gli Amarone 2008 e il 2009 serviti dalla giovanissima Noemi Pizzighella. Una che ci sa fare davvero: entrata di recente nell’azienda di famiglia, ha rivisto il packaging e rilanciato le vendite in Italia, con un esemplificativo +120% nel primo anno di attività.

I modelli sono Dal Forno e Quintarelli. I vicini di casa Giacomo Brusco e Sabrina Zantedeschi de “I Tamasotti”. Tutto bene, insomma, per un’altra realtà tutto sommato recente, che si affaccia sulla Valpolicella dal 2002.

8) Amarone della Valpolicella Dop Classico 2010 “Campedel”, Gamba. Menzione particolare per questo Amarone ottenuto dal vigneto Campedel di Gnirega, nel cuore della Valpolicella Classica, a un’altitudine di 300 metri sul livello del mare.

Bel frutto e un’evoluzione tutta giocata su sentori speziati pregevoli, uniti a una mineralità che chiama il sorso successivo. Uno di quegli Amarone che non stancano mai. Da mettere in tavola subito, con almeno un paio di bottiglie di “scorta” in cantina.

Categorie
news ed eventi

Terminata “Anteprima Amarone 2013”: successo crescente

Si è chiusa oggi la XIV edizione di Anteprima Amarone, manifestazione di punta del Consorzio di Tutela Vini Valpolicella, dedicata all’annata 2013 raccontata da 78 aziende espositrici (dal 28 al 30 gennaio al Palazzo della Gran Guardia a Verona).

Ad aprire virtualmente Anteprima Amarone con un video è stato Maurizio Martina. “La crescita dell’Amarone della Valpolicella oltreconfine è straordinaria – ha sottolineato il ministro dell’agricoltura – e anche la sua performance positiva sul mercato nazionale, tendenza quasi unica nel panorama enologico italiano. Credo dobbiate insistere sul lavoro che avete impostato sul fronte della sostenibilità per qualificare sempre meglio le vostre produzioni” – ha incitato Martina, facendo riferimento al Protocollo Risparmia Riduci Rispetta del Consorzio di Tutela e al marchio RRR che certifica i Vini della Valpolicella.

“Quest’anno abbiamo prolungato l’Anteprima al lunedì per dare l’opportunità agli operatori di degustare i vini e parlare con i produttori con tranquillità. Abbiamo riservato il sabato per la stampa e dedicato la domenica agli appassionati – racconta Olga Bussinello, direttore del Consorzio. Continua ad aumentare il numero delle aziende partecipanti a questa vetrina che offre in degustazione ai visitatori, accanto alla 2013 che entra in commercio, anche annate precedenti selezionate dai produttori. La curiosità verso il Grande Rosso veronese è crescente e la formula permette a chi partecipa di conoscerne le differenti espressioni attraverso il racconto di aziende blasonate, ormai conosciute in tutto il mondo, ma anche di nuove realtà produttive che incuriosiscono con le loro produzioni di nicchia”.

Circa 2.800 le presenze fra operatori, stampa e appassionati. L’evento ha visto la partecipazione di 235 giornalisti con una massiccia presenza estera, (16 i Paesi di provenienza: Australia Austria, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, Hong Kong, Kazakistan, Olanda, Polonia, Russia, Spagna, Stati Uniti e Svizzera), oltre a delegazioni AIS, FISAR e ONAV.

Preponderante nella giornata di domenica dedicata ai winelover – per un totale di 2.000 ingressi a pagamento –  la presenza di giovani under 30 tra cui molte donne. Per la prima volta la manifestazione è stata prolungata al lunedì per gli  operatori (300 presenze): i produttori si sono detti molto soddisfatti della novità.

L’appuntamento è per il 2018, nell’anno in cui si festeggerà il cinquantesimo anniversario dal riconoscimento della Denominazione di Origine Valpolicella.

Il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella
Nato nel 1924 il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella è una realtà associativa comprendente viticoltori, vinificatori ed imbottigliatori della zona di produzione dei vini della Valpolicella, un territorio che include 19 comuni della provincia di Verona.

Grazie alla rappresentanza di oltre l’80% dei produttori che utilizzano la denominazione «Valpolicella», il Consorzio realizza iniziative che valorizzano l’intero territorio: il vino e la sua terra d’origine, intendendo con questa anche la storia, le tradizioni e le peculiarità che la rendono unica al mondo.

Il Consorzio annovera importanti ruoli istituzionali: si occupa della promozione, valorizzazione, informazione dei vini e del territorio della Valpolicella, della tutela del marchio e della viticoltura nella zona di produzione dei vini Valpolicella, della vigilanza, salvaguardia e difesa della denominazione.

Categorie
Approfondimenti

Amarone 2013, “qualità medio alta”. All’Anteprima debutta il calice istituzionale

Un “millesimo” di qualità medio alta. E’ quella che devono aspettarsi winelovers e professionisti all’Anteprima Amarone 2013, dal 28 al 30 gennaio al Palazzo della Gran Guardia a Verona. L’evento, organizzato dal Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella, presenta l’annata del grande rosso veronese, appena entrata in commercio.

Si tratta del millesimo 2013 che la commissione del Consorzio, riunita poche settimane fa per tracciarne il profilo e il valore, ha definito appunto di qualità medio-alta.

Accanto alla 2013 le cantine partecipanti, che sono 78 per oltre 150 etichette da degustare, presenteranno anche alcune annate precedenti: un’opportunità per godere di vini che l’affinamento ha reso ancor più interessanti. Diverse le novità di quest’anno, a partire dal debutto del calice “istituzionale” in cui sarà versato il prezioso Amarone. Una commissione di esperti, infatti, ha selezionato un modello della VDglass che ne esalta l’espressione.

IL PROGRAMMA
Domenica 29 gennaio l’Anteprima Amarone accoglierà, dalle 10 alle 19, i wine lover che già numerosi stanno acquistando l’ingresso on line. Gli appassionati potranno deliziarsi accompagnando l’Amarone, protagonista della manifestazione, con gli assaggi gastronomici proposti dal Ristorante Nicolis e le creazioni della Pasticceria Perbellini.

Per la prima volta nella storia dell’Anteprima Amarone, ci sarà una terza giornata – lunedì 30 gennaio dalle 10 alle 17 – interamente dedicata ai professionisti di settore, che potranno così con calma degustare i vini e parlare d’affari con i produttori.

LE NOVITA’
Altre novità riguardano la giornata inaugurale dedicata esclusivamente alla stampa. Sabato 28 gennaio è in programma un talk show in cui il critico d’arte Philippe Daverio e il giornalista e scrittore appassionato di vino Andrea Scanzi (nella foto) dialogheranno sul parallelo, forse un poco spericolato e probabilmente divertente, tra le opere d’arte, icone di stile senza tempo la cui fruizione crea anche un indotto economico, e l’Amarone.

Il Grande Rosso della Valpolicella, infatti, nell’immaginario collettivo è già un’icona di stile enologico, viste le sue peculiarità legate all’originalità dei vitigni autoctoni da cui si ottiene, al metodo e al territorio di produzione. Un territorio che, a giudicare dai numeri, interessa sempre più i turisti che ricercano la qualità del vino nel paesaggio e nell’attenzione all’ambiente, che in Valpolicella sono tutelati grazie alla certificazione “Riduci Risparmia Rispetta” del Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella.

I DATI
Diversamente dal solito, gli approfondimenti sulla denominazione – come la ricerca dell’Osservatorio Vini Valpolicella a cura di Wine Monitor di Nomisma sull’Amarone nel mercato Usa, i dati sui flussi turistici in Valpolicella, l’aggiornamento sul protocollo “Riduci Risparmia Rispetta” e gli stessi dettagli relativi all’annata – non saranno presentati diffusamente, ma dettagliati nella cartella stampa, ferma restando la disponibilità, per chi lo volesse, di approfondire i diversi argomenti con i responsabili del Consorzio e con gli esperti, quali Denis Pantini di Nomisma, Diego Tomasi del Crea Viticoltura ed Enologia di Conegliano e Renzo Caobelli consulente agronomico del Consorzio Valpolicella.

Una scelta questa che punta “a non sottrarre tempo alle degustazioni e al contatto con i produttori”. La degustazione nelle sale riservate alla sola stampa con servizio sommelier sarà disponibile, infatti, dall’apertura alle 9,30 fino alle 17.

Categorie
news ed eventi

Anteprima Amarone 2012, appello di Cantina Negrar ai sindaci della Valpolicella

È un invito a gettare lo sguardo (e il cuore) oltre l’ostacolo e a pensare alla gestione del territorio confrontandosi con il carattere internazionale che contraddistingue i migliori territori vitivinicoli al mondo, quale è la Valpolicella, quello che Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar (230 soci, oltre 700 ettari di vigneto) rivolge ai sindaci di Negrar, San Pietro in Cariano, Marano, Fumane e Sant’Ambrogio, i cinque comuni della ValpolicellaClassica. “Una grande denominazione come la Valpolicella, che ha nell’Amarone il vino simbolo a livello mondiale, avrebbe bisogno di una gestione del territorio e del paesaggio più coordinata, con regole condivise da tutte le amministrazioni comunali che la governano”, afferma Bighignoli (nella foto). Cinque Comuni, ma per i produttori, un unico territorio. “Quando vendiamo all’estero i nostri vini, noi produttori vendiamo il brand Valpolicella, non certo l’appartenenza a una singola vallata, che rimane un’importante peculiarità da raccontare ai consumatori per far apprezzare ancor più i nostri vini”, aggiunge Daniele Accordini, direttore della Cantina. “A nostro avviso, anche le 5 amministrazioni della Valpolicella Classica dovrebbero riuscire a pensare come fossero un unico ente territoriale in grado di mediare tra i vari portatori d’interesse: i viticoltori, gli ambientalisti, e gli enti istituzionali extraterritoriali che vengono di volta in volta coinvolti nella progettualità di un’area vitivinicola. Per continuare a competere nello scenario mondiale, sarebbe importante per i produttori poter contare su una politica unica di gestione che abbia a cuore l’interesse del territorio nella sua interezza. Comprendiamo la difficoltà, ma è uno sforzo che una grande denominazione come la Valpolicella dovrebbe saper fare”, conclude Bighignoli. L’invito della Cantina rivolto ai Sindaci della Valpolicella Classica ad un’unitarietà vitivinicola di intenti arriva a pochi giorni da Anteprima Amarone, evento di interesse mondiale organizzato dal Consorzio Valpolicella (30-31/1/16, Verona, Palazzo della Gran Guardia), ed a cui la cantina Cooperativa negrarese parteciperà servendo in degustazione l’annata protagonista dell’evento, il 2012, e come annata storica, l’Amarone Vigneti di Jago 2008. “Il 2012 è stata un’annata molto calda, l’Amarone che ne è uscito è molto concentrato e con note marmellatose. Perde un po’ di territorialità, qualità che si esprime nelle annate più fresche, ma rimane una delle migliori annate degli ultimi 10 anni”, dichiara Accordini, enologo della Cantina. Che però, è completamente conquistato dall’andamento della vendemmia 2015. “Rischio di apparire banale nel definirla eccezionale, ma è quanto penso. La ritengo più equilibrata della vendemmia 2011, fino ad oggi l’annata che ritenevo qualitativamente migliore, perché era stato un anno in cui aveva piovuto con regolarità, senza lasciare la vite in stress idrico, ma nel 2015, più siccitoso, abbiamo potuto contare sulla scorta d’acqua del piovoso 2014, e dunque il caldo notevole ha sviluppato notevolmente la fotosintesi, per cui c’è stata più concentrazione di zuccheri e coloranti. L’annata 2015 sarà quindi di grande equilibrio e longevità, con tannini molto morbidi e dolci”.
Exit mobile version