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Contrada Palui è Cantina Rivelazione dell’anno per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024

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È Contrada Palui la Cantina Rivelazione dell’anno per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it (disponibile a questo link in prevendita)
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Contrada Palui – di cui abbiamo scritto anche qui – è capitata sulla nostra strada quasi per caso, in Valpolicella, e ci ha subito “sconvolto” (in senso positivo, ça va sans dire). Non esageriamo. L’incontro con il fondatore “tuttofare” di questa giovane realtà della Val Squaranto – vallata che domina Verona e rappresenta il futuro della denominazione, meritando a nostro avviso un’identificazione ufficiale come sottozona – è Hans Karl Pichler, altoatesino innamoratosi di un fazzoletto di terra di poco più di due ettari.

Dove c’era un pascolo, ha piantato vigna. E ha iniziato a produrre vini dalla chiara impronta territoriale, ricchi di fascino e di più di un pizzico di follia. Non potrà che passare alla storia della denominazione il suo Valpolicella da 11,5%, che in altri tempi sarebbe stato ritenuto un vero e proprio “affronto”. I vini di Pichler sono questo: innovativi ed identitari, eppure al contempo irresistibilmente intimi (ecco le “tre i” con cui riassumeremmo Contrada Palui). Specchi fedeli del micro terroir di una Doc che si sta trasformando con estrema coscienza, sotto la spinta di un ricambio generazionale senza pari e di un Consorzio che lavora al fianco dei produttori, col suo team di giovani menti preparate e illuminate, come nessun altro in Italia.

CONTRADA PALUI E LA “NUOVA VALPOLICELLA” IN VAL SQUARANTO

Per dirla con Hans Karl Pichler, Contrada Palui «non è solo un non è solo un bel posto con vista mozzafiato sulla città di Verona e gli Appennini, a 150 km di distanza oltre la Pianura Padana: è anche un terroir speciale». I terreni sono ricchi di tre tipi di roccia: calcare bianco, basalto nero e selce tagliente. Questa combinazione conferisce ai campi una mineralità unica che si riflette nei vini. I vigneti sono nati su campi a fieno incontaminati e vengono lavorati con la massima cura e attenzione all’ambiente, naturalmente in biologico. Situati a circa 500 metri sul livello del mare – posizione alta per la Valpolicella – la maggior parte dei vigneti si estende lungo il versante sud di un crinale, esponendoli al sole dalla mattina alla sera. Allo stesso tempo, i venti caldi rampicanti e quelli freschi delle Alpi Lessine assicurano un’intensa ventilazione.

Queste peculiarità microclimatiche e geologiche formano un emozionante contrasto con le intense note fruttate che l’uva riceve dall’appassimento praticato in Valpolicella. I vini sono intensi e complessi ma allo stesso tempo eleganti, speziati e freschissimi. L’approccio enologico di Contrada Palui? «È eterogeneo – spiega Hans Karl Pichler – e non segue una singola scuola di pensiero. L’unico filo conduttore è la sostenibilità che guida il nostro lavoro. Crediamo sia nostro dovere lavorare con grande cura e in modo rispettoso verso la natura. Cerchiamo di offrire ai nostri vini l’habitat giusto e il tempo affinché sviluppino la loro specifica identità ed un’eleganza che lascia il segno. Questo significa l’assenza di pratiche di cantina invasive e l’impiego rispettoso di acciaio, legno e anfore di terracotta in affinamento». L’invito è quello di scoprire la Cantina Rivelazione dell’anno della nostra Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024. Finirete per innamorarvene. Almeno quanto noi. Promesso.

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Feudo Montoni è Cantina Bio dell’anno per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024

È Feudo Montoni la Cantina Bio dell’anno per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it (disponibile a questo link in prevendita). L’azienda di Contrada Montoni Vecchi (Cammarata, Agrigento), stella sempre più fulgida della costellazione di Assovini Sicilia, esprime anche il Miglior Vino rosato 2024, il Terre Siciliane Igt Nerello Mascalese Rosato Biologico 2022 “Rosa di Adele”, che si è aggiudicato 95/100 nella degustazione alla cieca. Non potevamo scegliere parole migliori di quelle del titolare, Fabio Sireci, per introdurre Feudo Montoni e spiegare le motivazioni del premio Cantina Bio dell’anno 2024. Parole capaci di traslarsi, immutate, dalla filosofia aziendale al calice.

C’è un detto siciliano che dice: Curri quanto voi che cà ti aspetto… Corri quanto vuoi che qui ti aspetto… E a volte mi sembra che questo possa essere quello che pensa la Terra osservando il comportamento dell’uomo. La parola biologico trae origine dal greco ‘bios’ che significa ‘vita’ e da ‘logia’ che significa ‘discorso’, ‘studio’. Quindi ‘discutiamo di bios’.

Parlare di agricoltura biologica non è facile per vari motivi, è una filosofia, un sistema di vita, un complesso di azioni. Biologico è un concetto molto delicato e molto ampio, non significa soltanto non utilizzo di chimica, di pesticidi e pratiche agricole che ogni agricoltore applica nel rispetto della terra. Nelle sedicenti aree civili e sviluppate, non vedo felicità dell’anima, che piano, piano muore. Non vedo Bios».

LA SICILIA DI FEUDO MONTONI, VINI BIOLOGICI PER VOCAZIONE

La purezza di cui parla questo appassionato viticoltore siciliano è la stessa che si ritrova in ognuno dei suoi vini. La storia di Feudo Montoni affonda le radici nel 1469, quando nel cuore della Sicilia, all’interno del Principato di Villanova, viene edificato dalla nobile famiglia aragonese Abatellis il baglio (tipica costruzione siciliana a corte quadrangolare). Dopo seicento anni, nelle stesse cantine, dalle stesse terre vengono prodotti i vini firmati da Fabio Sireci.

È alla fine del 1800 che la storia del baglio si lega a quella di Rosario Sireci, nonno di Fabio che acquistò il Feudo riconoscendo in esso particolari caratteristiche legate al terroir ed alla sua biodiversità. Trovò antiche piante di Perricone, Nero d’Avola, Catarratto, innamorandosi dei vini ottenuti con quelle uve. A suo avviso, presentavano tratti eleganti ed inconsueti.

IL VINI DI TERROIR DI FEUDO MONTONI, CANTINA BIO 2024

Nella seconda metà degli anni Sessanta, a dare impulso alla produzione fu Elio Sireci, padre di Fabio che selezionò le migliori piante presenti nella tenuta attraverso Selezione Massale e, con esse, impiantò i nuovi vigneti. Negli stessi anni avvenne il completo ammodernamento della cantina. Elio Sireci fu in grado di trasmettere al figlio Fabio la passione ed il rispetto per la Natura che oggi valgono a questa realtà il massimo riconoscimento tra le cantine biologiche italiane assegnato dalla Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024. Non solo: Elio insegna a Fabio «l’etica del lavoro, del sacrificio per l’ottenimento di un obiettivo».

Un «lavoro» che oggi, il titolare di Feudo Montoni descrive come «un meraviglioso viaggio da vivere, se fatto con dedizione ed amore». Sono passati oltre trent’anni da quando Fabio Sireci ha iniziato a mettere i pratica quegli insegnamenti, proseguendo il «lavoro» del nonno e del padre nel ruolo di «custode delle antiche piante e delle loro uve». In particolare, è lui a seguire in prima persona tutte le diverse fasi del processo di produzione, dal vigneto alla cantina. E il suo amore per questa terra è in ogni calice. In ogni sorso. Provare per credere Feudo Montoni, Cantina Biologica dell’anno per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024.

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