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Ais Lombardia fa il botto nel 2024: 8.300 sommelier in regione

Ais Lombardia fa il botto nel 2024 8.300 sommelier in regione nel 2025 anniversario 60 anni ais associazione italiana sommelier
Cresce l’offerta formativa di Ais Lombardia nel 2024. Con 8.300 soci, è la sezione regionale più numerosa dell’Associazione Italiana Sommelier. Quest’anno più di 3.500 persone hanno frequentato i corsi di qualificazione professionale organizzati nelle 10 delegazioni provinciali. Questi sono alcuni dei numeri che hanno contraddistinto l’attività di Ais Lombardia nel 2024, che ha visto inoltre 558 eventi come serate di approfondimento, seminari e master, viaggi studio sia in Italia che all’estero. E ancora: banchi di assaggio gratuiti, spesso organizzati in collaborazione con i Consorzi di Tutela. E tante “palestre didattiche”, rivolte a chi sta frequentando i corsi e vuole ulteriormente approfondire la tecnica della degustazione.

«È stato un anno davvero molto intenso – sottolinea Hosam Eldin Abou Eleyoun, presidente di Ais Lombardia – ma al tempo stesso ricco di soddisfazioni, grazie al prezioso lavoro che tutte le delegazioni provinciali della nostra regione hanno messo in campo. È cresciuto anche quest’anno sia il numero degli eventi, sempre più articolato e che si compone di appuntamenti con obiettivi differenti tra loro per andare incontro alle esigenze dei nostri soci, sia quello dei corsi di qualificazione professionale, che invece rappresentano il cuore pulsante della nostra offerta formativa».

AIS COMPIE 60 ANNI NEL 2025

Dieci le delegazioni regionali di Ais Lombardia: Bergamo, Brescia, Cremona-Lodi, Lecco-Como, Mantova, Milano, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio Varese. «Dopo la pausa dovuta al periodo pandemico, che comunque ha visto tutto il team attivo nell’organizzazione di molti webinar, – continua il presidente – gli eventi sono tornati ad essere appuntamenti imprescindibili per tutti i nostri soci, coprendo l’intera programmazione annuale». Con oltre 8.300 soci, Ais Lombardia è ora pronta a iniziare il nuovo anno con entusiasmo e fiducia.

«Il 2025 sarà un anno molto importante – sottolinea ancora Abou Eleyoun – e vedrà l’Associazione Italiana Sommelier, nata il 7 luglio del 1965, festeggiare i suoi 60 anni. Lo faremo anche noi in Lombardia, attraverso una serie di eventi, a partire da “Enozioni a Milano”, la nostra grande festa che apre come di consueto il nuovo anno. La VII edizione si terrà da venerdì 31 gennaio a domenica 2 febbraio. Sono previsti tre premi dedicati a grandi personaggi del mondo enogastronomico e tante importanti masterclass e banchi di assaggio. Il modo migliore per iniziare a festeggiare questo importante anniversario».

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Novant’anni di bollicine: inizia la festa del Consorzio dell’Asti

FOTONOTIZIA – Fino al 16 ottobre, il Consorzio dell’Asti presenta la mostra storica “Novant’anni di bollicine“. L’esposizione, ospitata a Palazzo Mazzetti, in corso Vittorio Alfieri 357 ad Asti e curata da Pier Ottavio Daniele, celebra il percorso storico dei produttori dell’Asti.

I visitatori saranno condotti in un viaggio tra passato, presente e futuro della denominazione storica italiana. Prosegue così la marcia di avvicinamento al 17 dicembre 2022, data in cui il Consorzio di Tutela festeggerà il traguardo dei 90 anni.

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Gróf Degenfeld, 25 anni a Tokaji: un quarto di secolo in cui è cambiato tutto

I voli da Stoccarda a Budapest, di venerdì pomeriggio, con i figli piccoli. Le auto prese a noleggio all’aeroporto. I viaggi verso Tokaj che duravano 4 ore, su strade gruviera, piene di buche. Gli slalom, al volante, tra le nuvole di gasolio dei tir targati Ucraina. Come scordare, poi, quel bagno della pensione, in centro al villaggio. Ci si doveva inchinare per fare la doccia, perché il tetto era troppo basso. Thomas Lindner e consorte, la contessa Marie Degenfeld, ricordano ogni singolo dettaglio dei loro primi passi nella regione vinicola di Tokaji, dove oggi la tenuta Gróf Degenfeld compie 25 anni (1996-2021).

Era il 1994 quando il conte Sándor Degenfeld decise di tornare là dove gli era stato sottratto tutto, durante la Seconda Guerra mondiale. Una scelta condivisa con la figlia e il genero, desiderosi di tenere viva la memoria di uno dei padri fondatori della della viticoltura a Tokaj: il Conte Imre Degenfeld, le cui tracce affondano nell’800.

I viaggi dalla Germania – paese in cui la famiglia era emigrata – in un’Ungheria che stava riprendendo in mano le proprie sorti dopo la fine dell’epoca comunista, servivano a questo. «Dopo un discreto girovagare – ricorda Thomas Lindner – ci fu proposta una tenuta a Tarcal. Erano le 11 di un mattino ventoso, umido e freddo. Ma per noi fu amore a prima vista».

PAROLA D’ORDINE ENOTURISMO

Il castello che oggi ospita l’Hotel 4 stelle con ristorante gourmet targato Gróf Degenfeld, operativo dal 2003, è solo uno dei grandi rinnovamenti apportati all’area dall’architetto Ferenc Salamin, ingaggiato dai conti. La struttura, risalente al 1873, ospitava un istituto voluto dal Re, per supportare l’industria del vino ungherese dopo l’epidemia di fillossera. Divenuta proprietà statale, fu lasciata in stato di abbandono.

La stessa sorte toccò ai vigneti circostanti, recuperati e reimpiantati tra il 1999 e il 2010, grazie al prezioso contributo dell’agronomo István Varkoly. Nel 1996 il momento più atteso: l’inaugurazione della moderna cantina, scopo primario del ritorno di fiamma in Ungheria, situata alle spalle del castello-hotel.

A finanziare il progetto, oltre all’eredità nobiliare, anche l’attività imprenditoriale di Thomas Lindner, presidente del consiglio di sorveglianza di Groz-Beckert, azienda tedesca del settore manifatturiero. Oggi la tenuta Gróf Degenfeld, diretta da Máté Tóth, può contare su 35 ettari vitati, situati tra Tarcal e Mád, pregiate sottozone della regione vinicola di Tokaji.

LE NOVITÀ TRA VINI BIOLOGICI, HOTEL E BENESSERE

Dal 2009 la scelta di dare un’impronta biologica all’azienda, con la certificazione ufficiale arrivata da Biokontroll Hungária nel 2017. Altro anno importante è il 2015, quando viene rinnovata la cappella Terézia, che domina la collina sopra la tenuta. Un luogo divenuto iconico per le foto di matrimoni, cresime, fidanzamenti e anniversari.

Venticinque anni, dunque, in cui la famiglia Degenfeld ha cambiato la propria vita e influenzato vini ed enoturismo a Tokaj. All’orizzonte, altri progetti all’insegna soprattutto della viticoltura green. La linea di vini biologici, che conta anche uno spumante Metodo classico Tokaji Extra Brut, sarà allaragat con altri vini secchi curati dall’enologo Balázs Sulyok.

In cantina riposano anche i primi, pregiati Aszú e Szamorodni bio. Ma la punta di diamante sarà l’Essencia 2017, il secondo prodotto da Gróf Degenfeld dopo l’annata 1999. Tra le novità in programma, anche l’espansione dell’area benessere e Spa del castello-Hotel di Tarcal, con l’allestimento di un’area jacuzzi per il periodo invernale.

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Five Roses Leone De Castris: 75 anni e non sentirli

SALICE SALENTINO – Venerdì 1 febbraio la famiglia Leone de Castris ha festeggiato il 75° anniversario di Five Roses. Un vino senza tempo, che ha elevato il Salento a ‘terra di rosato’ e che ha aperto la strada alla nobilitazione della Puglia enologica. Il primo rosé ad essere stato imbottigliato in Italia.

La serata di festeggiamenti si è aperta con la presentazione del nuovo enologo di famiglia, Matteo Esposito. Al consulente di sempre, Riccardo Cotarella, la conduzione della degustazione di cinque vini di casa Leone De Castris. Oltre alla nuova annata 2018 del Five Roses 75° Anniversario, è stata degustata una rarissima verticale del Metodo Classico rosato da uve Negroamaro.

Gli ospiti hanno potuto assaggiare la verticale di Five Roses Metodo classico 2015 e di Five Roses Anniversario Metodo Classico 2013 e 2010 che ha esaltato la diversa e interessante permanenza sui lieviti per 30, 48 e a seguire 72 mesi (quest’ultimo in formato magnum).

Festa per il palato anche grazie al raffinato buffet del Ristorante Milo del Wine Hotel Villa Donna Lisa di ‘casa’ Leone de Castris, messo a punto per l’occasione dal talentuoso chef Antonio Serravezza. Il tutto allietato dalla voce di Carla Petrachi, che si è esibita in un duo di eccezionale bravura.

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Il rosato salentino Five Roses cambia etichetta

SALICE SALENTINO – “Rinnovarsi è sempre una scelta coraggiosa, necessaria per mantenere accesa la curiosità nel consumatore e per essere al passo con i tempi e le evoluzioni del mercato”. Con queste parole la Leone de Castris annuncia al mercato le modifiche all’etichetta del suo vino simbolo: il Five Roses.

“La nostra azienda ha una chiara e forte identità storica – continua in una nota l’azienda salentina – ben comunicata nel marchio e nel packaging dei prodotti che la rappresentano. È proprio tenendo conto di questi concetti che presentiamo con orgoglio il nuovo marchio. E quale dei nostri prodotti poteva essere il miglior ambasciatore di rinnovamento, se non il Five Roses nella versione classica ed anniversario?”.

Il rosato che ha fatto la storia dell’azienda di Salice Salentino, antesignano del successo dei rosati italiani nel mondo, cambia volto ma non contenuto. Si tratterà sempre di due prodotti distinti: uno destinato alla Gdo, l’altro al canale della ristorazione e delle enoteche. Entrambi ottenuti da uve Negroamaro e Malvasia Nera.

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