Categorie
Analisi e Tendenze Vino

A Roberto Costa il premio “Angelo Betti” 2018

Al vignaiolo Roberto Costa, pioniere piemontese dei vini senza solfiti aggiunti, è stato assegnato il riconoscimento 2018 del Vinitaly per la Regione Piemonte. Titolare insieme al fratello Marco dell’azienda di famiglia, 50 ettari vitati tra Langhe e Roero quasi totalmente dedicati ai vitigni piemontesi – cui recentemente si è aggiunta una proprietà di 40 ettari
in Alto Monferrato che presto ritroverà nuova vita – vede così riconoscere la sua instancabile vena creativa che lo ha portato a intraprendere con la sua azienda sempre nuove strade.

“Con la designazione per il Piemonte di Roberto Teobaldo Costa per il premio “Angelo Betti” al 52° Vinitaly – ha spiegato l’Assessore Regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero – abbiamo voluto premiare la passione, l’umiltà contadina, il forte attaccamento al territorio, il rispetto delle tradizioni unito all’innovazione e alla volontà di affrontare sempre nuove sfide. Il premio è un omaggio a una famiglia, a una azienda e al suo territorio”.

IL RITRATTO DI TEO COSTA
Roberto Teobaldo Costa, per tutti ormai Teo, 53 anni e tre eredi tutti avviati a restare in cantina, è dal 1986 alla guida dell’azienda di famiglia e rappresenta la quarta generazione di viticoltori. A fondare l’azienda, sul finire dell’ 800, è stato il bisnonno Antonio Costa, in paese famoso con il soprannome di Giobbe per la sua pazienza, che deve avere lasciato ai  discendenti una vena della sua positività.

Ottimista e tenace, Teo Costa è stato fra i primi in Italia e primo in Piemonte a puntare sulla
vinificazione senza solfiti aggiunti, mettendo a punto un metodo specifico che ha poi brevettato nel 2007. Dopo il primo spumante rosato “SO2 free” che ha ottenuto riconoscimenti nazionali e la lusinghiera recensione della giornalista e Master of Wine Jancis Robinson, la gamma dei vini senza solfiti aggiunti si è andata ampliando per andare incontro sempre a nuovi consumatori con una linea dedicata anche in in grande distribuzione.

Negli ultimi anni, poi, ha intrapreso il progetto “Libera Natura” in collaborazione con altre aziende agricole di Castellinaldo, il paese del Roero dove ha sede il nucleo originale dell’azienda. Si tratta di un accordo tra produttori che li impegna a ridurre in modo sostanziale gli interventi chimici nella coltivazione del vigneto e nella produzione del vino e a incrementare la fertilità naturale nei terreni vitati.

Diventato famoso nel 1995 per la realizzazione di un’intera linea di vini con le etichette riproducenti i quadri di Ligabue grazie alla collaborazione con il più grande collezionista italiano del famoso pittore naïf, il senatore Giuseppe Amadei, non ha mai finito di stupire con le sue iniziative che offrono sempre nuovi spunti all’economia aziendale.

DA VITICOLTORE AD ALLEVATORE
Recentemente Teo Costa ha intrapreso una nuova sfida che riprende la vecchia passione del padre Antonio, viticoltore e, un tempo, anche allevatore: ricostituire una razza di maiali neri piemontesi che riproduca le caratteristiche dell’antico ed estinto Maiale di Cavour. L’allevamento è contiguo all’azienda viticola e sfrutta i terreni boschivi non adatti alla viticoltura. Liberi di scorrazzare tra il bosco e il prato, sembra che i suoi maiali neri siano ghiotti delle vinacce esauste prodotte in azienda. Forse per questo i salami che produce si adattano così bene alle degustazione dei suoi vini.

Categorie
news ed eventi

Vinitaly intitola ad Angelo Betti i ”Benemeriti della Vitivinicoltura Italiana”

Nell’anno della sua cinquantesima edizione, Vinitaly celebra questo importante traguardo intitolando al suo ideatore, Angelo Betti, il Premio ”Benemeriti della Vitivinicoltura Italiana”. Già Premio Cangrande, il riconoscimento, anch’esso ideato da Betti, viene assegnato fin dal 1973 ai grandi interpreti del mondo enologico italiano. Nella seconda metà degli anni ’60, quando prese vita l’idea di realizzare una fiera esclusivamente dedicata al vino, Angelo Betti era capo ufficio stampa e responsabile nuovi progetti di Veronafiere, successivamente ne divenne anche segretario generale. ”Quella di Angelo Betti fu una vera e propria intuizione che anticipava i tempi – dichiara Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. Non tutti in quel momento storico capirono l’importanza del progetto e del nome scelto, ma Betti fu perseverante nella sua visione, tanto che Vinitaly diventò subito un punto di riferimento internazionale, che si è consolidato nel corso di cinquanta edizioni”.Il Premio ”Benemeriti della Vitivinicoltura” è un prestigioso riconoscimento che viene assegnato seguendo le indicazioni degli Assessorati regionali all’agricoltura; a loro il compito di segnalare coloro che, con la propria attività professionale o imprenditoriale, abbiano contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese. Consegnato tradizionalmente durante l’inaugurazione di Vinitaly, nel 1990 venne assegnato per la Regione Veneto anche allo stesso Angelo Betti.
Exit mobile version