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App Fivi per Apple e Android: vignaioli indipendenti a portata di smartphone

Si chiama App Fivi l’applicazione ufficiale della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, la prima tra le associazioni di vignaioli in Europa a utilizzare questo strumento di comunicazione e condivisione via smartphone. Al momento hanno aderito all’iniziativa ben 800 dei 1.300 iscritti all’associazione presieduta da Matilde Poggi.

L’app apre un canale diretto sul mondo Fivi, con la possibilità di accedere facilmente al sito web della Federazione e di restare aggiornati sulle news. L’applicazione consente inoltre di fare una ricerca dei soci per ordine alfabetico, regione e parola chiave.

Ogni cantina aderente alla Fivi sarà infatti geolocalizzata, consentendo agli utenti di avviare il navigatore per raggiungerla e mettersi in contatto per organizzare visite e degustazioni. Non solo.

Tra le funzioni dell’applicazione ci sono la localizzazione delle cantine più vicine alla propria posizione e la selezione di una lista di quelle preferite. È possibile anche mettersi facilmente in contatto con i Vignaioli e acquistare i loro vini, “attraverso dei tasti rapidi”.

Un’alternativa all’e-commerce allestito da alcuni soci Fivi, a partire da quelli della Toscana, che tanto ha fatto e fa discutere all’interno della Federazione. Nella sezione “Eventi” sarà inoltre inserito il programma delle fiere a cui parteciperà la Federazione, con le relative informazioni sugli stand e sugli espositori.

“Lo sforzo collettivo dei vignaioli che hanno aderito all’app Fivi – spiega la Federazione – è volto a offrire maggiori possibilità di contatto con appassionati e sostenitori, dopo il rinvio del Mercato dei Vini 2020 di Piacenza, a causa della pandemia di Covid-19. L’app è uno strumento per rafforzare la rete dei Vignaioli, favorire l’incontro sul territorio e sostenere sempre di più l’enoturismo“.

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Gli Editoriali news

Come si diventa influencer nel food & wine: (pessime) istruzioni dal Gambero Rosso

/// EDITORIALE /// “Gambero Rosso International ha iniziato a seguirti”. Wow. “Follow back” scontato, per me che sono da poco su Instagram col simpatico account @the.wine.traveller. Peccato duri poco. Due giorni, per l’esattezza. Dal 15 settembre ad oggi, 17 settembre, il Gambero ci ripensa. Zac. Passo dal (presunto) colpo di culo al doloroso (ma anche no) colpo di chela. Il crostaceo più educato d’Italia mi toglie il “follow”. Sperando che non me ne accorga.

Fanno tutti così, o quasi, gli ormai noti influencer del food & wine. Una pratica internazionale per alzare la “media” di uno degli elementi statistici fondamentali per giudicare la “social reputation”: il rapporto tra follower e account seguiti.

Il fatto è che molti di questi account sono gestiti da veri e propri professionisti dei social media. Che al posto di concentrarsi sulla proposizione di contenuti seri, originali, professionali, perdono tempo zigzagando come bisce a caccia di inutili fan sui social.

COME SI CUCINA IL GAMBERO
Il gioco, tutto sommato, è semplice. Non ci vuole una laurea in marketing. Per incrementare la reputazione social di un brand, gli espertoni delle agenzie specializzate iniziano a seguire tutti quegli account potenzialmente interessati agli argomenti e contenuti trattati dal cliente di turno.

Il “follow back” da parte del popolo dei social, specie su Instagram, è pratica ormai scontata. Il brand si ritrova così, in poche ore di follow compulsivi, con un gruzzolo di fan in più. Che non conteranno un cazzo, nella maggior parte dei casi, in termini di conversione del “like” in acquisti, visite. Ma che fanno figo, accanto all’immagine del profilo e alle ultime Instagram Stories.

Dopo qualche giorno – a volte addirittura dopo poche ore – quel brand smette però di seguirli. Che figura ci farebbe Gambero Rosso International, al di là della sua indubbia credibilità mediatica, se seguisse tutti gli account da cui è seguito? Un “giochino”, questo, che dovrebbe far ragionare le aziende del settore Food & Wine sulla loro scelte in campo di comunicazione.

I RIMEDI
Ma non tutto è perduto. Esistono delle app come Follow Cop – per chi come me ha Smartphone con sistema Android – che consentono di smascherare le centinaia di furbetti (cantine, aziende o singoli fenomeni) che ogni giorno provano a costruirsi un ruolo da influencer, ovviamente a scopo di lucro.

L’app consente di togliere il “follow” a chi non vi segue. Vi aiuta, insomma, a sgamare gli “Unfollowers“. Consentendo, così, di scegliere coscientemente se continuare a seguire qualcuno che ci ha aggiunto solo per sfoggiare un punto in più nel rapporto tra “follower” e “account seguiti”.

Non avendo mire da influencer, bensì da umile informatore del settore vino in Italia, uso Follow Cop ogni due giorni per scremare tra chi è realmente interessato ai contenuti che propongo su vinialsuper – e veicolo appunto attraverso i social – da chi, invece, vuole usare il mio “follow” per guadagnare credibilità e denaro.

Detto ciò, dopo queste rivelazioni apocalittiche e rivoluzionarie (!) siete tutti invitati a seguire il mio nuovo account Instagram. Senza che poi vi segua a mia volta. Ma questo era scontato.

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