Quattro serate durante la prima settimana di gennaio che vedono protagonisti gli amuse-bouche diventati cult a Imola: i tortellini fritti proposti nel cono di bamboo, i bonbon di Parmigiano Reggiano con mousse di mortadella e i mini toast croccantissimi.
Food lovers, edonisti e gourmands si sono dati appuntamento per un assaggio sport&chic della cucina di uno dei ristoranti stellati storici d’Italia in pairing con Veuve Clicquot.
E in libreria, edito da Minerva nella collana “Ritratti di Gusto”, c’è la prima fatica su inchiostro dello chef. L’autobiografia “Massimiliano Mascia, il San Domenico di Imola. Piatti e sogni di un cuoco tra le stelle”.
Il libro racchiude la storia di uno dei ristoranti cardine della grande cucina italiana, visto con gli occhi del suo chef, oggi 34enne.
Tra i quattro menù rigorosamente stagionali troviamo le ricette cult del San Domenico, eredità dello zio Valentino Marcattilii (assieme nella foto, sotto), ma anche piatti nuovi e freschi che testimoniano il recupero della tradizione e la necessità di innovare.
Nel cilindro anche altre novità per lo chef, che annuncia un ciclo di cene al Ristorante di Identità Golose, dal 10 al 13 aprile a Milano. “Per me il rispetto della materia prima e della stagionalità sono elementi essenziali e costituiscono la base di partenza nel processo di ricerca e innovazione delle tecniche di preparazione”, spiega Mascia.
Nel capoluogo lombardo, Mascia porterà lo “sbuzzo”. Non un ingrediente segreto, bensì: “La sintesi tutta romagnola di fantasia, estro, tecnica, intuito e manualità. Lo ‘sbuzzo’ – confida lo chef – è ciò che può fare la differenza portandoti, magari, a mettere insieme una cosa che hai visto a New York, con un’altra che hai visto altrove, per farne un qualcosa di nuovo e di buono per te”. E per gli altri, c’è da scommetterci.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.