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Nasce “Legàmi di Vite”, il progetto di sviluppo “green” dell’Emilia Romagna

Nasce “Legàmi di Vite“, importante contratto di sviluppogreen” nel comparto vitivinicolo dell’Emilia Romagna che prevede interventi per oltre 115 milioni di euro di cui 81 milioni sul versante ambientale. Il progetto, con il coordinamento di Enoteca Regionale e il supporto tecnico della società Artemis e dello Studio Salami, è stato presentato al Ministero dello Sviluppo Economico per il tramite di Invitalia.

Obiettivo del contratto è lo sviluppo di una filiera sostenibile e circolare, anche con la messa a punto di un protocollo ambientale. Un nuovo modello virtuoso di integrazione e aggregazione per valorizzare al meglio l’immagine del vino regionale, ottenuto con il supporto dalla Regione Emilia Romagna con gli Assessorati allo Sviluppo economico e green economy e all’Agricoltura e agroalimentare ed Art-Er.

Gli interventi realizzati saranno molteplici, tra i quali la trasformazione di prodotti agricoli del settore vitivinicolo e loro sottoprodotti (circa 67.000 tonnellate/anno derivanti dai processi di vinificazione) in acido tartarico naturale e biocarburanti avanzati, efficientamento energetico nei processi produttivi, riduzioni dei gas effetto serra.

Previste inoltre azioni per la riduzione dell’impatto ambientale dei processi, la realizzazione e potenziamento di sistemi di depurazione delle acque reflue in uscita dagli stabilimenti (attualmente 560 mila m³/anno di reflui da attività agroalimentare ceduti in depurazione), il miglioramento dei sistemi di confezionamento e di stoccaggio, oltre ovviamente, a un ampliamento della capacità produttiva.

“Il progetto, che la Regione sostiene e promuove – affermano gli assessori regionali Vincenzo Colla (Sviluppo economico) e Alessio Mammi (Agricoltura) – ha caratteristiche davvero innovative per il contesto nazionale: cooperative e aziende, che di norma competono, hanno avuto l’intelligenza e la lungimiranza imprenditoriale di mettersi insieme e strutturarsi per essere ancora più forti, mantenendo un fortissimo legame con il territorio, gli agricoltori e i produttori, salvaguardando la qualità dei loro prodotti e creando al contempo le condizioni per stare su un mercato sempre più globalizzato”.

“Un progetto – concludono Colla e Mammi – davvero capace di raccontare e attuare il modo di fare impresa e creare lavoro del nostro territorio, coerente con una direttrice strategica del Patto per il Lavoro e per il Clima, poiché investe sull’economia circolare in un’idea di riciclo, recupero e riuso della materia prima utilizzata, che è il grappolo d’uva”.

“Una quota importante dell’investimento – sottolinea il presidente di Enoteca Regionale, Giordano Zinzani – servirà anche per proiettare le aziende regionali verso un’industria 4.0, digitalizzata e con un alto grado di innovazione tecnologica. Il tutto si tradurrà anche in un aumento occupazionale stimato in circa 70 nuove assunzioni”.

Al progetto hanno aderito le più importanti realtà regionali cooperative, rappresentative di 12 mila imprese agricole socie, per un totale di 470 mila tonnellate di uva lavorata (il 61 % della produzione dell’Emilia Romagna, dato 2019) e di 3.400.000 ettolitri di vino imbottigliato all’anno.

Numeri importanti anche sotto il punto di vista occupazionale, con ben 1.232.000 giornate/lavoro agricolo e con circa 2.800 unità impiegate nelle cantine. Le aziende aderenti al progetto sono: Caviro Extra, Caviro, Agrintesa, Cantina Forlì Predappio, Cantina di Carpi e Sorbara, Terre Cevico, Le Romagnole, Medici Ermete, Cantine Riunite & Civ, Enomondo.

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Aceto Balsamico Made in Slovenia: «Scippo da 1 miliardo di euro»

«L’inaccettabile scippo del nome di “aceto balsamico” da parte della Slovenia mette a rischio un miliardo di euro di valore al consumo e rappresenta un attacco all’intero sistema del Made in Italy di qualità». È quanto denuncia la Coldiretti nel commentare la decisione del Governo sloveno di varare una norma con la quale qualsiasi miscela di aceto di vino con mosto concentrato si potrà chiamare, e vendere, come “aceto balsamico”.

Una scelta, peraltro già notificata alla Commissione Europea, «che va contro – rileva Coldiretti – le attuali norme comunitarie che tutelano Dop e Igp e disciplinano il sistema di etichettatura e informazione del consumatore».

La questione è arrivata sul tavolo del neo Ministro delle Politiche Agricole, Senatore Stefano Patuanelli e proprio in queste ultime ore, la Direzione Qualità del Mipaaf sta predisponendo la documentazione tecnica necessaria per completare il dossier che dovrà essere notificato alla Commissione.

Il tempo non è molto perché l’atto di opposizione dovrà essere notificato in Commissione entro il 3 marzo 2021 e la preoccupazione dei Consorzi cresce con il passare dei giorni.

Secondo la Confederazione nazionale Coltivatori diretti, l’iniziativa slovena «rischia di andare a ingrossare il mercato internazionale del falso Made in Italy, che fattura già oltre 100 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che, secondo un’analisi Coldiretti e Filiera Italia, si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale».

Un’industria del falso sempre più fiorente che ha i suoi centri principali in Paesi come Australia, Canada e Stati Uniti e in tutto il Sudamerica. Una spinta importante alle imitazioni sarebbe stata data proprio dai dazi aggiuntivi nei confronti dei formaggi e salumi italiani, che hanno favorito le “brutte copie” locali.

La manovra slovena sull’aceto balsamico rischia dunque di diventare un precedente pericoloso contro il quale occorre – sottolinea Coldiretti – attivarsi immediatamente a livello comunitario per garantire la difesa di uno dei prodotti simbolo del Made in Italy».

Sono riconosciuti e tutelati dall’Unione Europea l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, l’Aceto Balsamico di Modena Igp (Indicazione Geografica Protetta), l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Dop, e l’Aceto Balsamico di Reggio Emilia Igp. Prodotti ottenuti nel rispetto di specifici disciplinari di produzione, il cui savoir-faire è trasmesso di generazione in generazione.

LE REAZIONI DEL SETTORE

Non ci gira attorno il il direttore del Consorzio Aceto Balsamico di Modena, Federico Desimoni, che parla di «grande offesa della tradizione e degli sforzi fatti dai produttori delle eccellenze modenesi e dell’insieme di attività di divulgazione dei Consorzi, che lo hanno reso famoso nel mondo».

L’operazione della Slovenia viene definita «illegittima ed in contrasto con i regolamenti comunitari che tutelano Dop e Igp e disciplinano il sistema di etichettatura e informazione del consumatore». Un «attacco diretto al sistema agroalimentare di qualità europeo, al diritto dei consumatori ad un’informazione corretta e trasparente e degli operatori commerciali ad una concorrenza leale».

Ci troviamo nuovamente di fronte ad una situazione che rischia di danneggiare non solo il comparto dell’Aceto Balsamico di Modena ma tutto il sistema delle Dop e delle Igp italiane – commenta il Presidente del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Igp Mariangela Grosoli – e sarà fondamentale, anche stavolta, fare leva sulla collaborazione delle Istituzioni».

Il riferimento è al Ministero Politiche Agricole, ed in particolare la Direzione Qualità, che Grosoli ringrazia «per il prezioso sostegno nella tutela del nostro settore, già direttamente coinvolta e al lavoro sul dossier».

Grande sostegno è arrivato dall’associazione di riferimento dei Consorzi di Tutela, OriGIn Italia, che si è immediatamente attivata chiedendo al Governo di opporsi formalmente a livello comunitario alla proposta slovena.

«Chiediamo al Governo che formalizzi al più presto l’atto di opposizione – afferma il Presidente del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Enrico Corsini – e con l’occasione rivolgiamo a nome dei due Consorzi i più sentiti auguri di buon lavoro al nuovo titolare del Dicastero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali».

Alla voce dei Consorzi si affianca quella della politica a difesa del mondo delle Dop e Igp, e in particolare dell’Aceto Balsamico di Modena: “La problematica evidenziata dal Consorzio è grave ed urgente e rappresenta una priorità per la tutela del sistema Paese ed in particolare di un asset fondamentale del sistema economico nazionale», afferma con decisione l’onorevole Benedetta Fiorini, Segretario della Commissione Attività Produttive.

Proprio per questo chiediamo al Governo di assicurare un intervento formale puntale e tempestivo che garantisca una tutela efficace. La salvaguardia delle produzioni tipiche italiane, vere eccellenze nel mondo come l’aceto balsamico di Modena, deve essere una assoluta priorità.

Inoltre, è necessario rafforzare concretamente l’azione di tutte le strutture della filiera per garantire sostegno, tutela e promozione. Tutelare la qualità significa garantire identità».

Il supporto e la richiesta di un’azione decisa e tempestiva del Governo arriva anche dalla Regione Emilia-Romagna. «Le due Dop dell’Aceto Balsamico tradizionale, di Modena e di Reggio Emilia, e l’Igp Aceto Balsamico di Modena rappresentano un solidissimo legame con il territorio emiliano e una risorsa preziosa per l’economia regionale», sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi.

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