Sotto la lente di ingrandimento di WineMag, il suo Provincia di Pavia Igt 2015 Pinot Nero “Al Negrès”. Un bel calice elegante, segno che la strada intrapresa è quella corretta, in attesa di un Metodo Classico base Noir che faccia davvero sognare. E’ senza subbio questo il grande obiettivo di Alessio Brandolini. Ed è solo questione di tempo: siamo pronti a scommetterci.
LA DEGUSTAZIONE
Etichetta firmata dall’artista Pasciutti per il Pinot Nero “Al Negrès”. Alla vista un bel rosso tendente al granato, mediamente carico. Naso profondo e allo stesso tempo etereo: frutti di bosco, more, bei richiami d’incenso e di viola secca. Vino da aspettare nel calice, per goderne l’evoluzione.
In bocca ingresso su frutti di bosco e mora, con nota terrosa, gessosa e minerale che sottolinea bene l’appartenenza al terroir oltrepadano. La frutta, precisa e decisa in centro bocca, lascia spazio a una chiusura salina, corroborata da un accenno di tannino che conferisce al sorso una certa austerità, dopo la giocosità fruttata iniziale.
Un rosso nel complesso equilibrato, giunto a un buono stato di maturazione, ma con ampi margini di ulteriore affinamento. Perfetto per accompagnare primi con ragù e secondi a base di carne, anche di buona complessità.
LA VINIFICAZIONE
Il Pinot Nero “Al Negrès” viene prodotto sono nella annate favorevoli. Una volta pigiate, le uve vengono fatte fermentare a contatto con le bucce per circa quindici giorni. La maturazione avviene in tonneaux di rovere francese.
Dodici mesi in legno, anche per stabilizzare in maniera naturale il vino, senza l’utilizzo di chiarificanti. Prima della commercializzazione, il nettare riposa in bottiglia per un minimo di 10 mesi.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.