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Fabio Zenato resta presidente del Consorzio Lugana: secondo mandato


Continuità, visione strategica e rinnovata ambizione. Con la riconferma di Fabio Zenato alla presidenza del Consorzio Lugana si apre un nuovo capitolo per una delle denominazioni più dinamiche del panorama vitivinicolo italiano. Dopo un primo mandato segnato da importanti traguardi, Zenato è pronto a guidare il Consorzio per il secondo mandato. Un nuovo ciclo all’insegna della valorizzazione del territorio, dell’innovazione e della proiezione internazionale.

Originario di Peschiera del Garda, Fabio Zenato è un nome ben noto nel mondo del vino. Con il fratello Paolo è alla guida dell’azienda di famiglia Le Morette, che si estende su circa 50 ettari di vigneti nel cuore della zona del Lugana. Agronomo di formazione, laureato in Scienze Agrarie presso l’Università di Milano, Zenato ha alle spalle un’importante esperienza nel campo della ricerca scientifica, in particolare sulla caratterizzazione del vitigno autoctono Turbiana. Il suo lavoro sul miglioramento genetico e sulla selezione clonale ha posto solide basi per l’evoluzione qualitativa del Lugana.

SECONDO MANDATO DA PRESIDENTE PER FABIO ZENATO AL CONSORZIO LUGANA

«Sono onorato di continuare a guidare il Consorzio e di affrontare insieme a un team solido e coeso le sfide future», ha dichiarato Zenato, sottolineando come il primo mandato abbia gettato le fondamenta per un percorso ancora più ambizioso. L’obiettivo è quello di continuare a lavorare su quattro direttrici fondamentali: rafforzare l’identità della denominazione, migliorare la qualità dei vini attraverso pratiche sostenibili, stimolare la ricerca e l’innovazione nelle tecniche agricole, e incrementare la presenza del Lugana sui mercati internazionali con strategie di comunicazione sempre più efficaci e moderne. fabio zenato presidente consorzio lugana.

Il nuovo Consiglio d’Amministrazione, appena eletto, rappresenta una governance più inclusiva, grazie alla presenza di figure provenienti da tutte le anime della filiera: viticoltori, vinificatori e imbottigliatori. A fianco del presidente Zenato e del direttore Edoardo Peduto, i nuovi vicepresidenti Roberto Girelli, Francesco Mascini, Paolo Pasini e Alberto Zenato contribuiranno a consolidare le linee strategiche e a rafforzare il lavoro sinergico del Consorzio.

CONSORZIO TUTELA LUGANA DOC: GLI OBIETTIVI DEL PROSSIMO TRIENNIO

Nel prossimo triennio, l’attenzione sarà concentrata anche sul ruolo dell’enoturismo come leva strategica per promuovere il territorio del Lago di Garda, creando sinergie locali capaci di fare del Lugana una destinazione d’eccellenza per gli amanti del vino. Contestualmente, si punterà con decisione a coinvolgere le nuove generazioni, sia nel tessuto imprenditoriale sia tra i consumatori, adottando un linguaggio contemporaneo che sappia raccontare in modo autentico e coinvolgente l’identità di questo vino. «Lugana non è solo un vino – ha concluso Zenato – è una storia di passione e innovazione che vogliamo continuare a raccontare in tutto il mondo». https://www.consorziolugana.it/

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Le Famiglie Storiche: 13 magnum per l’asta “Rescue the Grapes”

L’associazione Le Famiglie Storiche parteciperà, con un lotto di 13 Magnum dei suoi migliori Amarone, alla prestigiosa Asta online “Rescue the Grapes“. L’asta sarà attiva per 15 giorni sul sito web di Christie’s a partire dal prossimo 15 marzo. Partecipano all’asta oltre 40 aziende internazionali del gotha del vino offrendo lotti di vini rari, degustazioni uniche e tour nelle aziende.

«Abbiamo accolto con favore l’invito – spiega il Presidente in carica di Le Famiglie Storiche Alberto Zenato – consapevoli delle vaste problematiche che i mutamenti climatici pongono alla vitivinicoltura. La responsabilità di impresa su questi temi e la ricerca della sostenibilità produttiva sono diventate un dovere così come contribuire a sostenere ricerche e studi che ne favoriscano l’implementazione».

L’INIZIATIVA

L’evento, istituito dal Ceo di Gfh Global Arlene Willis, si propone come risposta ai drammatici cambiamenti che stanno interessando la vitivinicoltura con regioni viticole storiche costrette a considerare nuovi vitigni e la vitalità di intere aree minacciata.

L’iniziativa è stata promossa da Arlene Willis insieme a Miguel Torres, tra i più importanti produttori spagnoli e co-fondatore dell’International Wineries for Climate Action, e al giornalista Hugh Johnson.

I proventi ricavati dalle vendite dei vari lotti saranno devoluti ad alcune organizzazioni impegnate nella elaborazione di soluzioni climatiche per la vitivinicoltura. Tra esse The Porto Protocol, Tasting Climate Change, Climate Adaptation Certificate Program e Napa Valley Vintners Association oltre che a partners storici Yamba Malawi e Has Haiti.

IL LOTTO MESSO IN ASTA

Il lotto di 13 magnum di Amarone, ciascuna firmata dal suo produttore, che Le Famiglie Storiche hanno messo a disposizione è composto da:

  • Allegrini – Amarone della Valpolicella Classico Docg 2017
  • Begali- Amarone della Valpolicella Classico Docg  2017
  • Brigadara – Case Vecie, Amarone della Valpolicella Docg 2015
  • Guerrieri Rizzardi – Amarone della Valpolicella Docg Cl. Villa Rizzardi 2011
  • Masi – Riserva di Costasera Amarone Classico della Valpolicella Docg 2015
  • Musella – Amarone della Valpolicella Docg 2012
  • Speri – Sant’Urbano, Amarone Classico della Valpolicella Docg 2015
  • Tedeschi – Capitel Monte Olmi, Amarone della Valpolicella Docg Classico Riserva 2015
  • Tenuta Sant’Antonio – Antonio Castagnedi, Amarone della Valpolicella Docg 2016
  • Tommasi – Amarone della Valpolicella Classico Docg 2016
  • Torre d’Orti – Amarone della Valpolicella Docg 2017
  • Venturini – Amarone della Valpolicella Classico Docg  2015
  • Zenato – Amarone Classico della Valpolicella Docg Riserva Sergio Zenato 2008
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Guerra dell’Amarone: Le Famiglie Storiche replicano al Consorzio Vini Valpolicella

VERONA – “Leggendo il comunicato stampa diramato dal Consorzio Vini Valpolicella immediatamente dopo la nostra conferenza stampa, sento la necessità di fare alcune precisazioni”. Inizia così la nota firmata dal referente delle Famiglie Storiche dell’Amarone, Alberto Zenato., in merito alla bocciatura dell’ipotesi di donare al Consorzio gli oltre 160 mila euro necessari per pubblicare su due quotidiani la sentenza avversa alle Famiglie.

“Vorrei sottolineare che ciò che ci contrappone (involontariamente) al Consorzio è un giudizio di natura esclusivamente civile – scrive Zenato – nel quale non è parte il Ministero. Un giudizio che le Famiglie hanno subìto su iniziativa del Consorzio”.

“Ricordo anzi – prosegue – che il Ministero stesso ha più volte auspicato la fine di ogni contenzioso e, ad onor del vero, rammento che quando il Ministero ci ha chiesto di partecipare ad un tavolo di confronto noi abbiamo accettato senza riserva, mentre il Consorzio non si è presentato”.

Desidero chiarire che ogni causa civile si può sempre e in ogni momento risolvere con un accordo stragiudiziale: nessun provvedimento giudiziale civile è sottratto alla volontà delle parti ed anzi è subordinato ad essa”.

“Nella lettera che avevamo inviato al Consorzio il 19 dicembre scorso – continua Zenato – avevamo tra le altre cose dato la disponibilità di rientrare (a discrezione di ciascuna singola azienda de Le Famiglie Storiche) all’interno della compagine del Consorzio stesso. Abbiamo fatto proposte costruttive proprio per chiudere la querelle, mettendo gli stessi soci del Consorzio nelle condizioni di ridurre le spese del contenzioso legale che gravano anche sui bilanci dell’ente di tutela”.

Per ultimo – ha concluso Zenato – ribadisco che non ci siamo mai sottratti dal dare esecuzione alle varie sentenze, tant’è che abbiamo spontaneamente già tre anni fa modificato il nostro nome ed eliminato dalle bottiglie il bollino delle allora ‘Famiglie dell’Amarone d’Arte“, e intendiamo continuare a rispettare le indicazioni di legge”.

Il presidente ribadisce quindi che Le Famiglie Storiche mettono a disposizione del Consorzio Valpolicella la somma superiore ai 160 mila euro per finalità più utili rispetto alla pubblicazione sui quotidiani che risulta essere “superata e priva di utilità pratica”.

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Famiglie storiche dell’Amarone, porta chiusa dal Consorzio

Porta chiusa nei confronti della proposta delle Famiglie Storiche dell’Amarone, pur nell’auspicio di una futura riconciliazione, nelle sedi opportune. Questa la posizione del Consorzio tutela vini Valpolicella nei confronti delle aziende guidate da Alberto Zenato.

“Sottolineiamo la gravità di una condotta che a nostro avviso non può essere risolta con un semplice ‘lascito’ di una somma di denaro, la cui proposta è stata per altro già bocciata dal consiglio di amministrazione dell’ente consortile”, scrive il Consorzio in una nota stampa.

“Non ci siamo mai sottratti dal valutare tutte le proposte provenienti dalle ‘Famiglie Storiche’ – esordisce l’ente presieduto da Andrea Sartori (nella foto sopra) – una valutazione, però, che implica il principio di coerenza e di rispetto delle leggi vigenti in materia di esecuzione delle sentenze”.

“Quindi – continua il Consorzio – il doveroso atteggiamento di apertura e di ascolto non può ribaltare quanto disposto dalla causa civile intrapresa nei confronti delle ‘Famiglie Storiche’ in difesa della denominazione, in quanto il Consorzio ha già dato corso circa 3 mesi fa a quanto disposto dal Tribunale di Venezia”.

“Ci preme inoltre ricordare come sulla vicenda giuridica il Consorzio abbia agito in prima istanza su richiesta del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. È infatti obbligo dell’ente di tutela – continua la nota – procedere in ragione dei princìpi e dei doveri statutari attribuiti dallo stesso ministero, e così è stato fatto”.

“Quanto occorso in seguito, ovvero il ricorso in appello promosso dalle ‘Famiglie Storiche’, il relativo rigetto delle istanze e ora il ricorso in Cassazione attengono all’esclusiva sfera decisionale delle Famiglie Storiche”, precisa il Consorzio di Tutela Vini Valpolicella.

In merito alla comunicazione delle Famiglie Storiche per cui l’Associazione è disponibile in caso di accordo a rinunciare a far valere le due decisioni ottenute in sede europea dall’Ufficio per la proprietà intellettuale (Euipo), il Consorzio precisa che “Euipo è un organo amministrativo europeo e che il giudice d’appello ha stabilito non corretta la sua decisione”.

“Nel ribadire il proprio rammarico per una querelle giudiziaria la cui coda non ha certo reso onore a una produzione tra le più apprezzate al mondo – prosegue la nota stampa – il Consorzio tutela vini Valpolicella ricorda che la sentenza accerta, tra l’altro, atti di concorrenza sleale in entrambi i gradi di giudizio, con condanna a risarcimento del danno da definirsi in separato procedimento”.

“Ci si augura infine che le proposte di riconciliazione possano in futuro essere gestite da professionisti e non attraverso una conferenza stampa. Quando le condizioni lo permetteranno saremo pronti a investire insieme in favore della promozione del territorio”, conclude il Consorzio.

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Amarone Valpolicella, il Tribunale (ri)boccia le Famiglie Storiche: “Marchio nullo”

VENEZIA – Con la sentenza numero 4333/2019, la Corte d’Appello di Venezia ha respinto l’appello de “Le Famiglie Storiche” – ex Famiglie dell’Amarone d’Arte, associazione oggi presieduta da Alberto Zenato – e ha confermato integralmente quanto stabilito dal giudizio di primo grado.

Nel merito, la Sezione del Tribunale specializzata in materia d’impresa, presieduta da Guido Santoro, ha confermato gli atti di concorrenza sleale, ha ribadito il divieto all’utilizzo del nome “Famiglie dell’Amarone d’Arte” e ha di fatto definito “nullo” il marchio e del cosiddetto “Manifesto dell’Amarone d’Arte“.

Resta poi confermato l’obbligo di rimozione dalle etichette del marchio ormai nullo e quello di pubblicazione della sentenza su 2 tra i principali quotidiani italiani, con spese a carico dei convenuti.

La Corte d’Appello di Venezia ha infine bocciato anche la valutazione sulla validità del marchio della compagine privata espressa dall’ufficio Euipo, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale.

Come parte appellata, assieme al Consorzio tutela vini Valpolicella erano le aziende Roccolo Grassi, Zymè, Cantina di Colognola ai Colli, Cantina sociale di Soave, Cantina vinicola Sartori, Corte Figaretto, Corte Rugolin.

Il Consiglio di amministrazione del Consorzio tutela vini Valpolicella, riunitosi nelle scorse ore, ha deciso all’unanimità di “dare corso integralmente a quanto disposto dalla sentenza”.

“L’auspicio del Consorzio – evidenzia la nota ufficiale diramata dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella – è che d’ora in poi vi sia una presa di coscienza dei singoli, tornando a discutere in modo corale e più sereno della crescita di una denominazione tra le più apprezzate al mondo”.

“Nel ritenere doveroso procedere in ragione dei princìpi e dei doveri statutari attribuiti dal ministero delle Politiche agricole Alimentari e Forestali – si legge ancora sul comunicato dell’organismo presieduto da Andrea Sartori – il Consorzio considera esemplare e destinato a fare giurisprudenza internazionale quanto accertato dalla sentenza in materia di difesa e tutela di patrimoni collettivi quali sono le denominazioni”.

CHI SONO LE FAMIGLIE STORICHE
L’Associazione “Le Famiglie storiche”, nata nel giugno del 2009 dall’unione di dieci storiche cantine della Valpolicella, vanta 13 soci. Si tratta di prestigiose aziende vitivinicole, consolidate a livello famigliare nella produzione di Amarone: Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre D’Orti, Venturini e Zenato.

“Le Famiglie – si apprende dalla presentazione ufficiale – fondano le proprie radici nei valori di storicità e artigianalità, espresse in ogni accezione e volte a far conoscere e preservare non solo i vini, ma anche una delle più strategiche zone di produzione vitivinicole italiane: la Valpolicella”. Non commenta la sentenza, per ora, il presidente dell’associazione delle famiglie storiche, Alberto Zenato.

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Consorzio Tutela Lugana, Ettore Nicoletto nuovo presidente: “Consolideremo la Doc a livello mondiale”

PESCHIERA DEL GARDA – Ettore Nicoletto è il nuovo presidente del Consorzio Tutela Lugana Doc. Inizia un nuovo capitolo per l’istituto che dal 1990 difende, valorizza e promuove questo piccolo territorio-gioiello, situato a sud del Lago di Garda, e i suoi vini, facendo leva sulla loro preziosa unicità.

Amministratore Delegato di Santa Margherita Gruppo Vinicolo dal 2008, Amministratore Delegato di Cà Maiol S.r.l., Vicepresidente di Italia del Vino – Consorzio e del Gruppo Vini di Federvini, Ettore Nicoletto si dice “onorato dalla recente nomina” ed “entusiasta nell’intraprendere un percorso all’insegna della continuità con l’ottimo lavoro svolto dal suo predecessore, Luca Formentini, nell’ottica di un continuo miglioramento in termini di creazione di valore, innovazione e ampliamento del mercato”.

Nicoletto sarà affiancato dal nuovo CdA formato da Igino Dal Cero, Francesco Montresor, Nunzio Ghiraldi e Luca Formentini (Imbottigliatori), Emanuele Urbani, Sonia Brunello, Francesco Franzoni, Marida Benedetti (Viticoltori) e da Francesco Mascini, Alberto Zenato, Roberto Girelli e Piergiuseppe Crestani (Vinificatori)

I nostri obiettivi sono molto chiari ed in linea con la strategia del precedente mandato – dichiara Nicoletti – iniziando da un ulteriore sviluppo del valore economico della Denominazione, favorendo un’equilibrata ripartizione dello stesso attraverso tutti i comparti della filiera vitivinicola, e impegnandoci a consolidare il trend positivo registrato negli ultimi anni, con un rafforzamento dell’attività di comunicazione e promozione al livello internazionale”.

Una linea d’azione tesa quindi al “consolidamento e al rafforzamento della conoscenza e consapevolezza della Doc a livello mondiale. La Doc Lugana gode già, del resto, di una forte presenza nei mercati internazionali con un export che raggiunge il 70%, e che si traduce in una strategia di allargamento degli orizzonti distributivi oltre la “home area”.

In Italia e nei Mercati Terzi (USA ed Estremo Oriente in particolare), la Denominazione ora guidata da Nicoletto registra una presenza al momento marginale, ma dove si intravede “un grandissimo potenziale di crescita”.

Il Lugana – evidenzia il neo presidente – per le qualità organolettiche che lo caratterizzano, si presenta come la scelta perfetta del consumatore di oggi, giovane e attento, che cerca un prodotto fresco, fragrante, approcciabile, moderno. Il suo stile piacevole e contemporaneo lo rende, potenzialmente, uno dei vini del futuro.

“Un potenziale che dovrà essere pienamente sfruttato – conclude Ettore Nicoletto – nel raggiungimento degli obiettivi del nuovo Consiglio, che dovrà lavorare compatto, al fianco di una filiera unita e consapevole, per trasformare il Lugana da DOC emergente a territorio protagonista dello sviluppo del vino italiano di qualità nei nuovi mercati”.

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