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Agriturismi, pioggia di disdette a causa della variante Omicron

Agriturismi, pioggia di disdette a causa della variante Omicron

Pioggia di disdette anche negli agriturismi italiani a causa della variante Omicron. «Nonostante fosse stata già considerata l’assenza di ospiti stranieri – spiega Augusto Congionti, presidente di Agriturist-Confagricoltura – le premesse erano decisamente buone con molte strutture al completo fin dopo Capodanno. In soli due giorni la situazione si è ribaltata e molti agriturismi, affogati dagli annullamenti delle prenotazioni, hanno deciso di chiudere per l’ultimo dell’anno».

Nel Lazio circa un terzo delle strutture è rimasto chiuso. Quelle aperte hanno registrato un calo dal 70 all’80% per Natale. Non Meglio il Capodanno: meno 50% per la ristorazione e 20% per gli alloggi. Per l’Epifania il crollo è maggiore, con punte che arrivano al 90%.

Bene, invece, le cene da asporto. La Lombardia ha registrato un meno 40% per la ristorazione. Una perdita compensata in parte dall’aumento del 20% della vendita di prodotti per cesti natalizi e regali aziendali. Sono cresciute, in controtendenza, tra il 10 e il 15% le richieste di alloggio per il fine anno. Si tratta di chi ha dovuto rinunciare ai viaggi all’estero.

CONFAGRICOLTURA: «SERVE STRATEGIA TURISTICA»

In Toscana gli operatori degli agriturismi hanno lavorato molto a Natale. Ci si aspettava un Capodanno all’insegna del tutto esaurito, invece è stato un continuo di sospensioni e cancellazioni. Molte le strutture salvate da conferme e prenotazioni dell’ultimo minuto.

In Puglia si è registrato un Natale positivo. Poi sono fioccate le disdette, soprattutto da ospiti provenienti dal Nord Italia. Veglioni all’80% della capienza con il turismo di prossimità, un meno 40% per il primo dell’anno. Lentissima l’Epifania, con un’occupazione delle strutture che arriva al 30-40%.

La Sicilia rileva un crollo per Capodanno, dopo un Natale con presenze diminuite di circa un terzo. Molti agriturismi rimasti chiusi, in particolare le strutture più piccole. I più grandi, con un Natale che ha segnato un meno 20%, sono rimasti comunque aperti, pur lavorando al di sotto delle aspettative. Male anche a Bologna dove, a Capodanno, gli agriturismi rimasti aperti sono riusciti a malapena ad arrivare al 30% della capienza.

«La situazione – aggiunge Augusto Congionti – continua ad essere difficile e la ripartenza per gli operatori agrituristici non deve rappresentare né una strada sempre in salita né, tantomeno, un miraggio. Occorre predisporre una concreta strategia turistica per il Paese, capace di agevolare il ritorno degli ospiti internazionali, con un tavolo di consultazione stabile tra tutti gli attori della filiera. Le istituzioni considerino l’importanza del settore turistico, all’interno del quale gli agriturismi sono una componente fondamentale per l’economia e il futuro dell’Italia».

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Enoturismo: in Lombardia basta una segnalazione certificata di inizio attività

MILANO – Via all’enoturismo in Lombardia. È stato infatti approvato dalla Regione lo schema di SCIA (segnalazione certificata inizio attività) per l’esercizio dell’attività enoturistica. Si tratta di un servizio che potranno offrire le aziende agricole e, dunque, le cantine. Ricomprende la produzione e la vendita del vino associata alla degustazione funzionale alla vendita.

Attraverso questo decreto, le aziende vitivinicole regolamenteranno le loro attività di accoglienza, di divulgazione e degustazione, proponendo particolari percorsi esperienziali e turistici incentivando il mercato dei viaggi, delle vacanze e del turismo.

Burocrazia zero in Lombardia per le aziende agricole che vorranno attivare i percorsi enoturistici – ha dichiarato Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia – basterà compilare una scia semplificata”.

“La Lombardia è una straordinaria regione vitivinicola, agricola e turistica. Unire questi aspetti è una scelta vincente e lungimirante per garantire redditività e futuro alle nostre imprese”.

“Stiamo già creando un registro regionale dedicato all’enoturismo – ha aggiunto Rolfi -e attivando corsi di formazione per operatori professionali. La Lombardia vuole sfruttare il forte legame tra vino e attrattività turistica”.

“Nella nostra regione – precisa Rolfi – ci sono agriturismi e cantine che già fanno degustazione di vino o di altre bevande con notevole indotto e con flussi turistici straordinari. Per il nostro territorio era indispensabile definire i requisiti per l’esercizio dell’attività”.

Sempre per Rolfi: “Questo decreto è frutto di un lavoro scrupoloso realizzato insieme ai consorzi lombardi. I nostri imprenditori agricoli chiedono di poter dedicare più tempo al lavoro e meno alle carte bollate. Vogliamo accompagnarli in un percorso di crescita che possa essere valore aggiunto per tutto il territorio regionale”.

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Vendemmia 2018 all’insegna dell’abbondanza in Lombardia: +55% di vino


CAPRIANO DEL COLLE –
Sono stati presentati in mattinata, presso la cantina Lazzari di Capriano del Colle (BS) i dati della produzione di uva e di vino della vendemmia 2018 in Lombardia. Un appuntamento voluto dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi, che ha chiamato a raccolta i rappresentanti di tutti i Consorzi del vino lombardi.

La produzione in ettolitri della vendemmia 2018 in Lombardia supera gli 1,572 milioni di ettolitri di “vino finito” (+55,03% rispetto alla sfortunata vendemmia 2017). La produzione totale di uva è di 2,415 milioni di quintali, su una superficie rivendicata di 21.213,85 ettari.

L’INTERVENTO
Un settore in cui Regione Lombardia intende investire risorse importanti, in un’ottica di consolidamento. “Negli ultimi anni – ha dichiarato l’assessore Rolfi – stiamo assistendo a una crescita costante del comparto, non soltanto qualitativa ma quantitativa. La Lombardia sta diventando sempre più una regione vitivinicola e questo non può che riflettersi direttamente nelle scelte politiche”.

Tracciate dunque le parole chiave del 2019 e dei prossimi anni: promozione locale e internazionale del vino lombardo, maggiore attenzione alle carte dei vini – soprattutto negli agriturismi – ed enoturismo.

“Sul fronte della promozione – ha annunciato Rolfi – intendiamo dedicare risorse importanti all’internazionalizzazione. Saremo presenti al prossimo Prowein di Dusseldorf in maniera ben strutturata e investiremo risorse importanti nel Gambero Rosso“.

“Tutte le risorse in termini di internazionalizzazione a disposizione di Regione Lombardia saranno destinate al vino. Non per togliere importanza ad altri settori, ma perché riteniamo che il vino sia il settore lombardo con le maggiori potenzialità di crescita in termini export. Da qui il nostro completo sostegno alle aziende del comparto”, ha aggiunto l’assessore regionale.

GLI AGRITURISMI

Importanti novità, appunto, anche sul fronte interno. “I lombardi – ha dichiarato Rolfi – devono avere la massima consapevolezza di ciò che si produce in Lombardia. La regione è in grado di mettere sulle tavole tutte le tipologie di vino possibili, dal frizzante al vino dolce. Per questo vogliamo che gli agriturismi siano portabandiera e vetrina della produzione lombarda”.

Come? “Gli agriturismi dovranno servire al 100% vino lombardo“, ha spiegato l’assessore regionale. “Inoltre – ha aggiunto Rolfi – abbiamo incaricato Ersaf di realizzare un osservatorio sulla carta dei vini dei ristoranti lombardi, in modo da favorire la promozione del vino della Lombardia all’interno di tutte le attività del settore della ristorazione regionale”.

Una leva importante sarà anche l’enoturismo. “Abbiamo una grande opportunità di fidelizzazione del winelovers in Lombardia, che deve essere abbracciato e condotto alla scoperta della nostra produzione”, ha evidenziato Rolfi. Senza dimenticare i nuovi trend del mercato, con i consumatori sempre più attendi alla produzione biologica.

“Gli sforzi delle aziende nella direzione della sostenibilità ambientale della produzione vanno valorizzati – ha spiegato Rolfi – e in regione abbiamo un modello replicabile altrove, in questi termini: la Franciacorta. Quella tracciata da questa Denominazione è la via giusta. La Franciacorta è un esempio di sistema da prendere assolutamente come esempio”.

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