Indicazione Geografica Grappa Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e organismo di controllo
FOTONOTIZIA – È stato ufficializzato da parte dell’Icqrf l’incarico all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) ad Organismo di Controllo per l’Indicazione Geografica Grappa. Una notizia accolta con grande soddisfazione da parte delle aziende associate al Consorzio Nazionale Grappa, che rappresentano una parte sempre più rilevante della produzione del distillato italiano.
Adm è l’Autorità che interagisce da sempre con le distillerie, presidiando tutto il processo di produzione delle acquaviti. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli garantisce i requisiti di qualità e costituisce un elemento di sicurezza per l’intero comparto e di tutela per i consumatori finali.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
La Marca del Distributore Mdd e sempre piu motore delleconomia
Marca by BolognaFiere accende i riflettori dell’edizione 2022, la numero 18: cinque padiglioni, quasi 900 espositori e 18 le insegne della Dmo. L’appuntamento con l’evento clou della Marca del distributore (Mdd) è per il 12 e 13 aprile 2022 al quartiere fieristico di Bologna.
I buyer sono tuttavia già pronti ad aprire le agende per l’Anteprima digital, in programma dal 4 all’11 aprile. Nel 2021, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, Marca by BolognaFiere è diventata un evento online con ottimi risultati.
Un patrimonio che BolognaFiere ha voluto conservare riproponendo Digital Session per creare in anteprima i contatti tra buyer e espositori, che potranno poi incontrarsi di persona in fiera. La partecipazione è gratuita per i buyer e gli espositori, previa registrazione.
A meno di un mese da Marca by Bolognafiere emergono anche le ottime prestazioni della Marca del Distributore, nel 2021. Ad anticipare i contenuti del convegno che aprirà la kermesse di Bologna è stata Adm – Associazione distribuzione moderna., in occasione di una conferenza stampa tenutasi il 15 marzo a Milano.
CONVENIENZA E QUALITÀ DELLA MARCA DEL DISTRIBUTORE
L’acquisto di prodotti a Marca del Distributore (MDD) ha consentito agli italiani di risparmiare 2,1 miliardi di euro, circa 100 euro per famiglia. Convenienza e qualità di questi prodotti sono sempre più apprezzate dai consumatori.
Un importante fattore di risparmio nell’attuale contesto, caratterizzato dagli aumenti dei costi delle materie prime, dell’energia e della logistica e dalle conseguenze del conflitto in Ucraina. La Marca del Distributore contribuisce inoltre al sistema economico del Paese.
Rappresenta il 7,7% del fatturato dell’industria alimentare e sostiene più di 1.500 aziende che forniscono i prodotti per i marchi della Distribuzione Moderna, 84,6% delle quali piccole e medie. Nel 2021 la MDD ha fatto registrare un fatturato di 11,7 miliardi di euro, con una quota di mercato del 19,8%, crescente rispetto al periodo pre-Covid, e in linea con i valori record registrati durante la pandemia.
«I dati della ricerca – commenta Marco Pedroni, Presidente di Adm – confermano l’importanza sociale della Distribuzione Moderna, che durante la crisi pandemica ha mostrato una rilevante capacità di resilienza».
Sentiamo oggi la responsabilità di offrire un punto di riferimento solido per le famiglie in una congiuntura economica caratterizzata da qualche mese di inflazione e fortemente peggiorata dalla drammatica guerra in Ucraina. In questa fase i prodotti MDD possono dare un contributo importante alla difesa del potere di acquisto dei consumatori».
LA CRESCITA DELLA MARCA DEL DISTRIBUTORE
La Marca del Distributore negli ultimi anni è cresciuta tre volte di più dell’industria alimentare. Merito della crescita dell’apprezzamento da parte del consumatore finale. L’incidenza della MDD sul fatturato totale dell’industria alimentare nel 2021 (pari al 7,7%, in crescita rispetto all’incidenza del 7,4% registrata nel 2019) spiega il 60% dell’incremento dell’industria alimentare nel mercato domestico negli ultimi 18 anni, al netto dell’export.
The European House – Ambrosetti ha investigato la galassia delle aziende MDD partner analizzando 50 indicatori di bilancio di un campione rappresentativo di 610 di esse. Dall’analisi dei bilanci emerge che la Marca del Distributore ha favorito il rafforzamento della loro dimensione industriale e competitiva negli ultimi 7 anni.
Rilevante anche il contributo in termini occupazionali: sono 240.000 i lavoratori della filiera (Industria alimentare, Intermediazione e Distribuzione). «La Marca del Distributore sostiene una filiera lunga – dichiara Valerio De Molli, Managing Partner & Ceo di The European House Ambrosetti – che coinvolge più di 50 sotto-comparti economici e 1.500 aziende MDD partner, con le quali instaura relazioni di collaborazione strategica di lungo periodo sostenendone la crescita, la competitività e l’innovazione».
IL RUOLO SOCIALE DELLA MDD
La Marca del Distributore svolge un importante ruolo sociale. Sostiene il potere d’acquisto delle famiglie italiane, con un impatto rilevante in un contesto di crescente pressione inflattiva e di elevata incertezza economica».
Al convegno di apertura di Marca, oltre a Valerio De Molli (The European House – Ambrosetti) e Nando Pagnoncelli (Ipsos) interverranno: Gianpiero Calzolari (Presidente, BolognaFiere); Vincenzo Colla (Assessore allo Sviluppo Economico e GreenEconomy, Regione Emilia-Romagna).
E ancora: Chiara Saraceno (Sociologa e filosofa; Presidente del Comitato per la Valutazione del Reddito di Cittadinanza del Governo italiano); Monica Poggio (Chief Executive Officer, Bayer Italia); Stefano Patuanelli (Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali); Gilberto Pichetto Fratin (Viceministro allo Sviluppo Economico); Marco Pedroni (Presidente, ADM).
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A seguito di una attenta attività di presidio del territorio, i funzionari Adm di Lecce, unitamente ai Carabinieri Nas di Lecce, hanno scoperto una fabbrica clandestina di liquori. Le operazioni di infusione e miscelazione di alcol per la produzione di liquori venivano svolte in un garage di pertinenza di una abitazione privata. Il tutto senza alcun tipo di autorizzazione fiscale e sanitaria.
I funzionari Adm e i Militari del Nas hanno sequestrato tutte le attrezzature presenti. Contenitori metallici, filtri, etichettatrici e ogni altro materiale utilizzato per la fabbricazione clandestina. Sequestrati inoltre prodotto semilavorato e 200 bottiglie di liquore già etichettate e imballate pronte per essere immesse in commercio avente diverse denominazioni (limoncello, arancello, cafè, alloro, ecc).
Il responsabile della frode è stato denunciato alla competente Procura della Repubblica per fabbricazione e commercializzazione di liquori senza le prescritte autorizzazioni. Le ipotesi di reato, in corso di accertamento attraverso il vaglio dell’A.G. ed eventualmente degli Organi giudicanti, riguardano la sottrazione all’accertamento e al pagamento dell’accisa sull’alcol e le bevande alcoliche.
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“Non sono mai stati così pochi i padroni del cibo con il potere concentrato nelle mani di un pugno multinazionali che controllano la filiera alimentare mondiale, dalle sementi ai pesticidi, dalla trasformazione industriale alla distribuzione commerciale”.
E’ l’allarme lanciato da una analisi della Coldiretti sul rapporto Ipes-Food presentata al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione dopo la rivoluzionaria acquisizione di Whole Foods Market da parte da parte di Amazon alla quale Google ha risposto con un’alleanza con WalMart, leader mondiale della distribuzione alimentare, mentre sul mercato delle sementi e dei pesticidi sono in corso tre megafusioni Dow-Dupont, Bayer-Monsanto e ChemChina-Syngenta.
Il miliardo e mezzo di produttori agricoli mondiali, sottolinea la Coldiretti, “sono stretti in una tenaglia da pochi grandi gruppi multinazionali che dettano le regole di mercato nella vendita dei mezzi tecnici necessari alla coltivazione e all’allevamento nelle aziende agricole, a partire dalle sementi, ma anche nell’acquisto e nella commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentare”.
La perdita di potere contrattuale – continua la Coldiretti – si traduce in difficoltà economiche e occupazionali per gli agricoltori a livello globale, ma l’elevata concentrazione mette a rischio anche la libertà di scelta dei consumatori e gli standard di qualità e sicurezza alimentare, oltre che la stessa sovranità alimentare dei vari Paesi.
Non a caso la Fao ha lanciato l’allarme per la crescente uniformità delle colture mondiali che ha portato nell’ultimo secolo ad una perdita del 75 per cento della biodiversità vegetale e ha stimato il rischio dal qui al 2050 della perdita di un terzo delle specie oggi rimaste.
A monte della produzione agricola al termine delle tre mega fusioni in atto tra Dow-Dupont, Bayer-Monsanto e ChemChina-Syngenta (alle quali si aggiunge la pianificata fusione con Sinochem nel 2018), tre sole società – sottolinea la Coldiretti – potrebbero controllare più del 70% dei prodotti fitosanitari per l’agricoltura e più del 60% delle sementi a livello globale.
Una situazione senza precedenti che ha fatto scattare le preoccupazioni della stessa Commissione Europea che ha deciso di aprire un’indagine approfondita sull’operazione per verificare se la fusione tra Buyer e Monsanto “limiti la concorrenza nei settori delle sementi e degli agrofarmaci”.
A valle della produzione agricola all’incirca il 90 % del mercato globale dei cereali e’ controllato da soli quattro gruppi mondiali, vale a dire ADM-Archer Daniels Midland (USA), Bunge (USA), Cargill (USA), Louis Dreyfus Commodities (Francia) mentre nella trasformazione alimentare per cibo e bevande si stima che le 10 più grandi aziende di cibo e bevande possiedano il 37,5 % della quota di mercato mondiale delle prime 100.
Nella distribuzione organizzata i 10 più grandi rivenditori di generi alimentari coprono il 29,3% delle vendite mondiali, che ammontavano in totale a 7,5 mila miliardi di euro, con il primo gruppo Walmart che fattura da solo 262,5 miliardi di dollari.
Di recente Amazon è sbarcata in questo mondo con l’acquisizione di Whole Foods e, considerando la sua capacità di intercettare i bisogni dei consumatori e di analizzare la domanda, ci si attende che possa entrare nella TOP 10 della distribuzione nell’arco di un decennio.
Il risultato è che per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti, “meno di 15 centesimi vanno a remunerare il prodotto agricolo mentre il resto viene diviso tra l’industria di trasformazione e la distribuzione commerciale che assorbe la parte preponderante del valore”.
Il prezzo di un prodotto aumenta quasi sette volte dal campo alla tavola “per colpa delle distorsioni e delle speculazioni lungo la filiera anche se la situazione – sottolinea la Coldiretti – varia da prodotto a prodotto con le situazioni peggiori che si registrano per i prodotti alimentari trasformati”.
“Stiamo vivendo – ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo – un furto di valore aggiunto che, senza alcun beneficio per i consumatori, vede sottopagati i prodotti agricoli spesso al di sotto dei costi di produzione. In Italia per pagare un caffè al bar, l’agricoltore tipo – continua Moncalvo – dovrebbe mettere sul bancone 5 chili di grano o 3 chili di risone o 1,5 chili di mele o una dozzina di uova”.
“Una ingiustizia da sanare – conclude il presidente Coldiretti – rendendo più equa e giusta la catena di distribuzione degli alimenti anche con interventi per limitare lo strapotere contrattuale dei nuovi poteri forti dell’agroalimentare come ha annunciato lo stesso Commissario Europeo all’agricoltura Phil Hogan”.
I SIGNORI DEL CIBO IN PILLOLE
Sementi e pesticidi – Dopo le fusioni di Dow-Dupont, Bayer-Monsanto e ChemChina-Syngenta, tre aziende potrebbero controllare più del 70% dei prodotti fitosanitari per l’agricoltura e più del 60% delle sementi a livello globale.
Commercio cereali – Il 90 % del mercato globale dei cereali e’ controllato da soli quattro gruppi mondiali, ADM-Archer Daniels Midland (USA), Bunge (USA), Cargill (USA), Louis Dreyfus Commodities (Francia).
Industria alimentare – Le 10 più grandi aziende di cibo e bevande possiedono il 37,5 % della quota di mercato mondiale delle prime 100.
Distribuzione organizzata – Nella distribuzione organizzata i 10 più grandi rivenditori di generi alimentari coprono il 29,3% delle vendite mondiali.
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