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Vini al supermercato

Terre di Chieti Igp Cococciola 2016 Niro, Citra Vini

(5 / 5) L’Abruzzo del vino deve il suo successo, specie negli ultimi anni, al Pecorino (oltre al classico Montepulciano). Ma sul mercato si fa largo un vitigno autoctono abruzzese a bacca bianca: la Cococciola. E’ Auchan a portarlo alla ribalta sui propri scaffali. Obiettivo centrato non solo nello straordinario rapporto qualità prezzo.

La valorizzazione dei vitigni autoctoni da parte delle insegne di supermercati è un aspetto che troppi buyer ancora sottovalutano. Giù il cappello per il coraggio dimostrato dalla catena francese del gruppo Adeo. Ennesima riprova delle positive ricadute di una “buona Gdo” sul tessuto vitivinicolo.

LA DEGUSTAZIONE
Sotto la lente di ingrandimento di vinialsuper finisce così la Cococciola 2016 “Niro” di Citra Vini, consorzio di 9 cantine sociali che ha come obiettivo quello di “selezionare, controllare e valorizzare la migliore produzione enologica della provincia di Chieti”.

Nel calice, il vino si presenta di un giallo paglierino limpido dai riflessi dorati. Al naso, la Cococciola parla una lingua esotica, capace di scaldare il cuore: una spremuta d’agrumi, papaya e pesche. Un olfatto ammiccante, reso più serioso da evidenti note minerali e da interessanti richiami di foglia di pomodoro secca.

L’ingresso in bocca di “Niro” è morbido e fa pensare a quel 13% d’alcol in volume indicato in etichetta. Una percezione che limita a tradursi in seta per il palato, carezzevole, tutt’altro che stordente. Poi arriva il pizzicotto dell’acidità e della sapidità. Durezze perfettamente equilibrate in un sorso che si fa sempre più interessante.

Non stiamo certo parlando di un vino particolarmente “complesso” in termini d’aromi. Quel che colpisce è la sua evoluzione fatta di gradini netti e ben definiti, come l’incedere dei capitoli di un libro che svela piccoli segreti, prima della verità finale. Frutta e i richiami floreali freschi. Poi l’acidità. Quindi la sapidità.

Prima della scritta “the end”, la Cococciola 2016 di Citra Vini regala una lunga chiusura su note piacevolmente fresche e agrumate, capaci di chiamare il sorso successivo e di accompagnare il piatto in maniera quasi spasmodica.

Accompagnamento perfetto, quest’autoctono Igp Terre di Chieti, per piatti a base di mare: dalle insalate ai crudi, passando per i crostacei. Da provare con il sushi. Un’etichetta che non disdegna neppure la carne bianca. Purché si badi a una temperatura di servizio tra i 10 e i 12 gradi.

LA VINIFICAZIONE
Di Cococciola, in Abruzzo, non ce n’è molta. Che la si chiami così, oppure “Cacciola” o “Cacciuola”, si parla di poco meno di 500 ettari. Citra Vini seleziona i grappoli e li raccoglie a mano. La tecnica di vinificazione di “Niro” prevede una pressatura soffice degli acini. Il mosto viene lasciato decantare diverse ore, prima della fermentazione a temperatura controllata.

Operativa dal 1973 in Contrada Cacullo a Ortona, in provincia di Chieti, Citra Vini si pone come “punto di riferimento” in un’area in cui la viticoltura è il pane quotidiano per molte famiglie. Non a caso, Chieti è la seconda provincia italiana (la prima in Abruzzo) per quantità di uva raccolta di vendemmia in vendemmia.

Prezzo: 5,13 euro
Acquistato presso: Auchan

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Il Milanese Imbruttito: linea di vini (e food) per Auchan e Simply

Da pagina Facebook a vero e proprio brand, capace di presentarsi nei supermercati Auchan e Simply con una linea di vini “a marchio”. Quella del “Milanese Imbruttito” è una scalata senza battute d’arresto.

Tre i “Vini imbruttiti” in vendita al supermercato: l’Ortrugo dei Colli Piacentini “Mollami!”, il Gutturnio Superiore “Oh, mi stai asciugando!” e l’immancabile bollicina, un Prosecco, dal nome di fantasia quasi scontato: “Oh, si sboccia o no?!”.

A produrre i primi due è la Fratelli Bonelli di Rivergaro, in provincia di Piacenza. Una interessante realtà che ha nel suo portafoglio, tra gli altri, due vini “bio” dall’ottimo rapporto qualità prezzo, in vendita da Lidl.

L’EPOPEA DEL MILANESE IMBRUTTITO
E’ il 7 marzo 2013 quando compare su Facebook il primo post della pagina goliardica dedicata a Milano e al particolare “slang” dei suoi abitanti. “Il Milanese Imbruttito non ha amici ma contatti”. Quasi una profezia. Di “contatti”, la pagina, ne macina milioni. In pochissimo tempo.

Passa da poco più di 200 “like” ai 16 mila ottenuti il 9 marzo 2017, a quattro anni dall’esordio. Nel “Case History” del Milanese Imbruttito si alternano campagne di sensibilizzazione per conto di Amsa – l’azienda che si occupa dello smaltimento di rifiuti a Milano – nonché per la community di carsharing “Car2Go”, ma anche per la chat di incontri “Happn”.

E’ luglio 2015 quando il sito del Milanese Imbruttito promuove Zalando. Seguono campagne su colossi come Mercedes-Benz Milano, Samsung, Goodyear, Tucano Urbano e Vodafone. Poi l’elaborazione di due “cocktail imbruttiti”, con big del calibro di Martini & Rossi (Gruppo Bacardi) e Campari Spa.

Un libro con Rizzoli, un diario per studenti firmato Pigna, un panettone con Vergani in vendita da Eataly Smeraldo. Tornei di calcio. E, infine, una linea di food & wine destinata ai clienti di due insegne del gruppo Adeo.

I VINI IMBRUTTITI
“L’idea di una linea di prodotti food a marchio ‘Il Milanese Imbruttito’ nasce circa un anno fa – spiega Marco De Crescenzio, uno dei tre fondatori – da una mail inviataci da Cristina Mazzariello di Simply/Auchan. Ci veniva chiesto di addentrarci in questo mondo. Dopo una serie di incontri, il progetto ha visto la luce ad aprile”.

“In occasione della Pasqua – continua il founder – abbiamo presentato tutte le referenze durante un evento in uno dei più grandi Simply di Milano. Patatine, zucchero, cioccolato, birra, Prosecco, la colomba e, ovviamente, i due vini, Gutturnio Superiore e Ortrugo dei Colli Piacentini”.

Una linea che punta tutto sull’immagine e sulla riconoscibilità del brand. “Il target – evidenzia De Crescenzio – è abbastanza ampio. L’acquisto del ‘Vino Imbruttito’ è d’impulso, per via delle frasi che ci sono scritte sopra, che sono poi la nostra caratteristica distintiva. Del resto facciamo ridere sui social, non siamo nel settore vinicolo”.

Vignaioli no, ma imprenditori sì, quelli del Milanese Imbruttito. Eccome. Inutile chiedere le “misure” del business: “Il fatturato chiama! Ora vado, ciàciàcià…”, è la risposta del fuggente De Crescenzio.

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Gewurztraminer Vin D’Alsace Aoc, Pierre Chanau

Partiamo da un punto fermo: Pierre Chanau non esiste. O, meglio: non è il nome del vigneron francese che produce il Gewurztraminer Vin D’Alsace Appelation Alsace Contròlée che vi sarà capitato di scorgere sugli scaffali di una catena francese di ipermercati. Rewind. Fate mente locale. Dov’eravate? Ve lo diciamo noi: da Auchan. “Chanau”, di fatto, non è altro che l’anagramma di “Auchan”. Si diverte (anche) così la famiglia Mulliez, che detiene il marchio della grande “A”, a sua volta parte della costellazione Adeo. Il vino bianco che finisce oggi sotto la lente di ingrandimento di vinialsupermercato.it rientra infatti tra quelli de “La Sélection”, “La Selezione” di vini realizzata da Auchan per i suoi clienti. In particolare, la vendemmia è la 2012. “Espressione del terroir e del sovoir-faire del produttore – si legge sul collarino apposto alla bottiglia – abbiamo degustato e selezionato per voi questo vino dall’eccellente rapporto qualità-prezzo”. Sveliamo l’ultimo ‘segreto’, prima di passare all’analisi gusto olfattiva: se Pierre Chanau non esiste, allora chi produce questo Gewurztraminer alsaziano? Vi spieghiamo anche questo. E’ la Wolfberger di Eguisheim, caratteristico borgo di 1.600 anime del dipartimento dell’Alto Reno, nel centro-sud della pregiata area vitivinicola francese. Cinquantotto milioni di euro il fatturato annuo del colosso Wolfberger, scelto non a caso da Auchan, anche per la sua consolidata esperienza nel mondo del vino, nel quale opera dal 1902.

LA DEGUSTAZIONE
Nel calice, il Gewurztraminer Vin D’Alsace Appelation Alsace Contròlée Pierre Chanau si presenta di un bel giallo dorato, ancora più intenso di quanto potessimo aspettarci. Al naso, gli evoluti sentori di albicocca sciroppata ricordano quelli di certi pregiati Viognier francesi e dei migliori passiti italiani (non prendeteci per “pazzi” se ci sbilanciamo in una citazione altisonante del Ben Ryé Donnafugata).

Sono questi a emergere maggiormente, in un corredo olfattivo ricco, intenso e complesso, che spazia dalla frutta esotica (ananas, mango maturo e gli immancabili litchi), alla scorza d’arancia. Completano il quadro fini sentori di spezie come pepe rosa e chiodi di garofano. Un olfatto più che soddisfacente, che preannuncia un palato sorprendente.

Di fatto, a sostegno della pregevole pulizia delle note fruttate fresche già avvertite al naso (in perfetta corrispondenza gusto-olfattiva) interviene una sostenuta mineralità, già in ingresso. Il Gewurztraminer Vin D’Alsace Appelation Alsace Contròlée Pierre Chanau si apre poi deciso ma soave sulla frutta matura. Chiude infine minerale, rivelando una decisa sapidità. Come direbbero in Francia: chapeau. Perfetto accompagnamento per pietanze piccanti, questo Gewurztraminer della Selezione Auchan può essere accostato con facilità alla cucina etnica indiana o thai. Provatelo, per esempio, con un pollo al curry. O con un formaggio saporito e speziato.

Prezzo: 5,59 euro
Acquistato presso: Auchan

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