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Miglior Martinotti/Charmat 2025: Valdobbiadene Docg Extra Dry 2023 Nazzareno Pola, Andreola

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Il Miglior Martinotti/Charmat per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2025 di Winemag è il Valdobbiadene Docg Rive di Santo Stefano Extra Dry 2023 Nazzareno Pola Dirupo di Andreola. Il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca è di 94/100. Di seguito il profilo del vino.

VALDOBBIADENE DOCG RIVE DI SANTO STEFANO EXTRA DRY 2023 NAZZARENO POLA DIRUPO, ANDREOLA

  • Perlage: 9
  • Fiore: 8.5
  • Frutto: 8.5
  • Freschezza: 8.5
  • Sapidità: 6
  • Percezione alcolica: 4
  • Armonia complessiva: 9.5
  • Facilità di beva: 9.5
  • A tavola: 8.5
  • Quando lo bevo: subito / entro 3 anni
  • Punteggio Winemag: 94/100 (Miglior spumante italiano Martinotti/Charmat Guida Winemag 2025)

Andreola

Via Cavre, 19
31010 Col San Martino (TV)
Tel. 0438 989379 – 0438 989635
Email info@andreola.eu

MIGLIOR MARTINOTTI CHARMAT: NAZZARENO POLA, ANDREOLA

Andreola TERROIR L’Etichetta del Fondatore è uno spumante dalle caratteristiche uniche che nasce come ulteriore selezione di uno dei nostri vini più rappresentativi, ovvero il Dirupo. In qualità di azienda che molto ha investito e creduto in questo territorio negli ultimi anni, abbiamo il privilegio di poter scegliere tra numerosi appezzamenti distribuiti all’interno dei 15 comuni che compongono la nostra denominazione. Prima di procedere con la creazione di questo esclusivo assemblaggio, il fondatore Nazzareno Pola sceglie ogni anno il vigneto che più lo ha impressionato per piacevolezza ed eleganza e di conseguenza ne viene tenuto isolato il vino base. All’interno del nostro territorio, notevole è la diversità nella conformazione dei terreni, degli strati e della varietà dei minerali in essi contenuti: passiamo infatti da marne calcaree, arenarie e conglomerati rocciosi a terreni molto più evoluti e profondi come per esempio i Feletti.

NAZZARENO POLA ANDREOLA, VALDOBBIADENE EXTRA DRY

In questo susseguirsi di condizioni molto variabili, troviamo vigne che sono state piantate in zone che vanno da un’altitudine media di circa 200 m s.l.m. fino a toccare alcuni dei punti più estremi per la coltivazione della vite ad un’altitudine di 500 m s.l.m., dove ogni singola operazione deve essere svolta manualmente. L’altitudine elevata comporta condizioni di forte pendenza: ecco perché la viticoltura che ricama queste colline Patrimonio Unesco viene definita “eroica”. Si sfiorano infatti, nei vigneti più impervi, 1000 ore/ettaro di duro lavoro manuale in un anno: non potendoci avvalere dell’ausilio delle macchine operatrici ne esce un vino letteralmente “fatto a mano”.

DIRUPO Valdobbiadene DOCG EXTRA DRY

Spumantizzato dall’Azienda Agricola Andreola di Stefano Pola Col San Martino – Farra di Soligo (TV) – Prodotto in Italia – Contiene solfiti NAZZARENO POLA ETICHETTA DEL FONDATORE andreola.eu NOTE DI DEGUSTAZIONE Figlio dell’intuizione del fondatore Nazzareno Pola, ogni anno questo spumante rappresenta la sua personale visione del massimo livello qualitativo che la nostra denominazione è in grado di dare alle uve, sapientemente lavorate in cantina sulle orme dei suoi insegnamenti. L’ardua selezione avviene all’interno di disparate situazioni territoriali che conferiscono ai vini base caratteristiche molto diverse: di anno in anno, a seconda delle variabili climatiche che possono influenzare la qualità delle uve, vediamo alternarsi come protagoniste l’eleganza dell’arenaria, la finezza del calcare o la profondità delle marne.

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Miglior Metodo classico italiano Guida Winemag 2025: Roccapietra Blanc de Noirs


Roccapietra Blanc de Noirs Metodo Classico Vsq Pinot Nero Extra Brut della cantina Scuropasso è il Miglior Metodo classico italiano dell’anno per la Guida Winemag 2025. Lo “Champenoise” prodotto da Fabio e Flavia Marazzi, padre e figlia, torna a far brillare la luce degli spumanti base Pinot Nero dell’Oltrepò pavese. Il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca è di 96/100. Di seguito il profilo del vino.

ROCCAPIETRA BLANC DE NOIRS METODO CLASSICO VSQ PINOT NERO EXTRA BRUT, SCUROPASSO

  • Perlage: 10
  • Fiore: 9.5
  • Frutto: 9.5
  • Freschezza: 9.5
  • Sapidità: 7
  • Percezione alcolica: 5
  • Armonia complessiva: 10
  • Facilità di beva: 9.5
  • A tavola: 10
  • Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni
  • Punteggio Winemag: 96/100 (Miglior spumante Metodo classico italiano Guida Winemag 2025)

Cantina Scuropasso

Frazione Scorzoletta, 40/42
27040 Pietra de’ Giorgi (Pavia)
Tel 0385.85143
Email info@scuropasso.it

MIGLIOR SPUMANTE METODO CLASSICO ITALIANO: ROCCAPIETRA BLANC DE NOIRS CANTINA SCUROPASSO

Cantina Scuropasso nasce nel 1962 quando Federico e Primo De’ Contardi, rispettivamente padre e zio paterno di Fabio Marazzi, decidono di dedicarsi alla cura dei vigneti di proprietà siti in Valle Scuropasso (Oltrepò pavese, Pavia) per la la produzione di basi spumante di pinot nero e di Buttafuoco da vitigni autoctoni. Fabio Marazzi, terza generazione, incoraggiato e seguito dallo zio Primo, entra in azienda alla fine degli anni ’80 e subito cerca di dare un’impronta propria. La sua grande passione e l’esperienza maturata a fianco di importanti enologi piemontesi danno vita al nostro primo Metodo Classico nel 1989. Flavia Marazzi, la figlia di Fabio, dopo gli studi in enologia e alcune esperienze fuori dal territorio, affianca oggi con grande passione e determinazione il papà. Il loro dialogo tra tradizione e innovazione è il punto di forza della crescita dell’azienda.

MIGLIORI SPUMANTI METODO CLASSICO ITALIANI: ROCCAPIETRA DI SCUROPASSO, OLTREPÒ PAVESE

Nel 1991 debutta lo Scuropasso Metodo Classico Brut: la prima delle nostre “bollicine pazienti” – come amiamo definirle -, già allora caratterizzata da un lungo affinamento sui lieviti. Dal 1998 i nostri spumanti escono con il marchio Roccapietra, sintesi dei nomi dei due comuni simbolo della Valle Scuropasso (Rocca de’ Giorgi e Pietra de’ Giorgi). Un nome che racconta il forte legame che la nostra famiglia ha con il territorio. Oggi, le bollicine Roccapietra hanno quattro diverse espressioni. Il Blanc de Noirs Roccapietra, omaggio al primo Metodo Classico prodotto. Il Cruasé, la veste rosa del pinot nero. Lo Zero, il Pas Dosé che dal 2006 è la più autentica espressione delle caratteristiche uniche del pinot nero del territorio. E infine, l’ultimo nato, il Blanc de Blancs, da una vigna di chardonnay dell’Alta Valle Scuropasso, in Oltrepò pavese.

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Luca Leggero Cantina Rivelazione Guida Winemag 2025: Villareggia caput mundi


Villareggia. Mai sentito il nome di questo paesello di poco più di mille abitanti, situato a una quarantina di chilometri da Torino? Se un giorno il nome di questa località sarà noto ai più, il merito sarà di un giovane viticoltore, classe 1990, che da qualche anno sta impiegando anima e corpo per dimostrare che lì, a Villareggia e dintorni, si possono produrre grandi vini bianchi col vitigno Erbaluce di Caluso e grandi vini rossi da uve Nebbiolo, localmente chiamate Picotener o Picotendro). Quel giovane viticoltore si chiama Luca Leggero, patron dell’omonima cantina che ha l’ambizioso progetto di mettere Villareggia sulla mappa del vino italiano che conta. Le premesse ci sono tutte: Luca Leggero è la Cantina Rivelazione per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2025 di winemag.

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Ricordate il “claim” che abbiamo scelto per questa edizione? È “La forza dei sogni“. Luca è un vignaiolo che sta sognando in grande, a cui vogliamo dare sostegno e fiducia, attraverso uno dei massimi riconoscimenti della Guida. A parlare, del resto, è una gamma di vini capace già di chiarire, senza ombra di dubbio, quale sia l’obiettivo della cantina, ovvero l’eccellenza. Ma ancora una volta, flashback. Dopo gli studi in Giurisprudenza, il richiamo della campagna in cui era cresciuto insieme al nonno – viticoltore per autoconsumo – è stato irresistibile per Luca Leggero.

Radici agricole a Villareggia per l’intera famiglia, indietro un secolo tra le generazioni. È così che, nel 2019, iniziano i primi, veri esperimenti di vinificazione delle uve del vigneto del bisnonno – risalente al 1920 e poi trasformato in un campo sperimentale per il recupero e la selezione massale di tre varietà un tempo molto diffuse del Canavese: Picotener, Bonarda e Neretto di Bairo – a cui si combinano alcune acquisizioni di terreni nella zona, sino ad arrivare a un totale di 8,5 ettari, raggruppati grazie a un centinaio di atti notarili.

ERBALUCE E NEBBIOLO: A CASA DI LUCA LEGGERO, CANTINA RIVELAZIONE WINEMAG 2025

La realizzazione dell’attuale, moderna cantina, molto ben integrata nel verde dei campi di Villareggia e costruita secondo rigidi dettami di sostenibilità ambientale, risale al 2021. Un periodo molto complicato per avviare un’impresa, tanto è vero che i lavori sono tuttora in corso per l’ultimazione delle parti esterne dell’edificio. A pensarci bene, il “work in progress” è un altro elemento che rivela la grande determinazione di questo vignaiolo piemontese, che sta realizzando il suo sogno come un puzzle, pezzo per pezzo, dopo aver dato priorità assoluta alle sale per la vinificazione e alle relative attrezzature.

La produzione attuale si aggira attorno alle 35 mila bottiglie, con la consulenza enologica di Gianluca Colombo, che si avvale per tutti i vini di vinificazioni in anfora (Tava) e tonneau, con lieviti interamente indigeni. «Ho sempre avuto la convinzione – spiega Luca Leggero – che a Villareggia si potesse fare qualcosa di grande. È sempre stato questo il mio sogno, il mio pallino, suffragato dai risultati ottenuti per oltre un decennio dalla vinificazione di grandi uve insieme al nonno, in una cantina che somigliava più a un garage, con pochissime attrezzature professionali».

LIEVITI INDIGENI, ANFORA E TONNEAU: I VINI DI LUCA LEGGERO

«Produrre vino in una zona sconosciuta al mondo, in cui la ricerca agronomica ed enologica è pari a zero – continua – è una grande sfida da intraprendere in solitaria. Tutti mi chiedevano cosa stessi facendo, ma ho tirato dritto. A suffragare questo mio sogno sono evidenze storiche che ho raccolto in diversi anni di ricerca, che dimostrano come il territorio di Villareggia, dal X secolo dopo Cristo fino a 200 anni fa, fosse ampiamente vitato, dalla collina alla pianura. In un libro del 1868, la produzione di Villareggia figurava tra i “vini di lusso” reperibili sin dalla prima Esposizione agraria realizzata a Torino».

Un ruolo determinante nella scommessa e nel sogno di Luca Leggero lo giocano i suoli. Le vigne, comprese quelle impiantate nel 2015 in seguito alle ultime acquisizioni di terreni nudi, sono ricche di sabbia e scheletro morenico lasciato dalle glaciazioni del Canavese, il cosiddetto “Anfiteatro morenico di Ivrea”. In particolare, le vigne si trovano nella parte di sversamento centrale, dove si è accumulata la maggior parte dei detriti. Completa il quadro un approccio alla viticoltura di tipo biologico-biodinamico, con certificazione bio che riguarda la vigna e i vini rossi, ma non i vini bianchi, prodotti anche con vigne di proprietà di due giovani del posto.

IN ARRIVO IL METODO CLASSICO PAS DOSÉ LUCA LEGGERO

Ciliegina sulla torta è la produzione di spumante, rigorosamente Metodo classico, Pas Dosé – in tiratura limitata a 1.800 bottiglie per la vendemmia 2022 (quella d’esordio, non ancora sul mercato) e 3 mila per la vendemmia 2023 – oltre a un rosso Riserva, da uve Nebbiolo, al momento in affinamento in bottiglia il passaggio in anfora e 10 mesi di tonneau. Ma dove vuole arrivare Luca Leggero, Cantina Rivelazione della Guida Winemag 2025? «Non so se riuscirò mai a realizzare il mio vero obiettivo – ammette – che è quello di arrivare alle grandi vette del mondo sul fronte della qualità del vino. Abbiamo costruito questa cantina alla luce della voglia di mostrare ciò che Villareggia può produrre, ovvero grandi vini».

«La mia ispirazione – continua – è arrivare là: ci proviamo tutti gli anni e abbiamo tutta la strada davanti per centrare gli obiettivi, poco per volta”. Interessanti, in quest’ottica, i nomi di fantasia scelti per i vini della gamma. Già, perché se il sogno (e l’obiettivo) è il vertice della produzione mondiale, il terreno su cui poggia la rampa di lancio di Luca Leggero è quello della rivincita. “Maura nen” e “Rend nen“, ovvero “Non matura” e “Non rende“, scelti sfidando con ironia le dicerie sui vitigni Nebbiolo ed Erbaluce nella zona, mostrano il carattere di questo giovane vignaiolo piemontese. Determinato a mostrare coi fatti, oltre che con le parole, la grandezza di Villareggia.

Guida top 100 Migliori vini italiani 2025

Cantina Luca Leggero

Via Amorosa
10030 Villareggia (TO)
Tel. 3515478256

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Valle dell’Acate Cantina Bio dell’anno per Guida Winemag 2025: «Green per vocazione»


Tre vini dagli ottimi punteggi – Vittoria Doc Frappato Vigna Biddine Sottana 2023 vino di contrada: 95/100; Grillo Doc Sicilia 2023 Zagra: 90/100 e Vittoria Doc Frappato 2023 Il Frappato: 92/100 – e un approccio alla viticoltura sostenibile per vocazione, non per questioni di marketing, valgono a Valle dell’Acate il riconoscimento di “Cantina Bio dell’anno” 2025 per la Guida Top 100 Migliori vini italiani.

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Condotta oggi da Gaetana Jacono, sesta generazione della famiglia fondatrice, Valle dell’Acate sorge a Feudo Bidini, in provincia di Ragusa. Si tratta di uno dei tanti siti di rilevanza archeologica della Sicilia, puntellato da 70 ettari di vigneti dislocati sui colli disegnati dal fiume Dirillo, a cui si deve il nome della valle (in epoca romana era chiamato Achates, “Acate”). A posare la prima “prima pietra” del progetto vitivinicolo che conta oggi su una produzione di 400 mila bottiglie annue, fu Giuseppe Jacono alla fine dell’Ottocento.

All’epoca, Vittoria era il centro siciliano più attivo nell’esportazione del vino destinato al mercato francese e vino simbolo del ragusano, il Frappato, era già all’epoca esportato dal porto di Scoglitti a Marsiglia, in botticelle di castagno. Lo spirito imprenditoriale della famiglia porta, sin dagli inizi del Novecento, ad introdurre un innovativo sistema di pigiatura dell’uva, con moderni torchi accanto allo storico Palmento. L’azienda agricola assume nel 1981 il nome di Valle dell’Acate, per iniziativa di Giuseppe Jacono Jr, padre di Gaetana Jacono, entrata in azienda nel 1996 con un impatto decisivo sul brand e sul fronte dell’internazionalizzazione del Frappato Docg.

Obiettivi che vengono perseguiti senza perdere di vista la sostenibilità ambientale. Valle dell’Acate è infatti impegnata nella viticoltura biologica e sostenibile e, proprio sotto la guida dell’illuminata imprenditrice Gaetana Jacono, l’azienda ha intrapreso un percorso volto alla sostenibilità ambientale, con l’obiettivo di produrre vini che rispettino il territorio e le tradizioni locali. La conversione verso l’agricoltura biologica è stata «una scelta consapevole, per garantire il minimo impatto ambientale, preservando al contempo la qualità delle uve e dei vini».

VALLE DELL’ACATE E LA SOSTENIBILITÀ, DA SEMPRE

L’attenzione della cantina alla biodiversità, al rispetto dei cicli naturali e all’uso di tecniche ecocompatibili riflette il profondo legame con il territorio della Sicilia sud-orientale, ben oltre la semplice certificazione biologica. Valle dell’Acate adotta infatti numerose pratiche che mirano a ridurre l’impatto ambientale in tutte le fasi della produzione. Sul fronte del risparmio idrico, la “Cantina Bio dell’anno” per la Guida Top 100 winemag 2025 persegue una gestione oculata delle risorse idriche, fondamentale in una regione come la Sicilia, caratterizzata da estati calde e siccitose. La cantina utilizza sistemi di irrigazione efficienti e tecniche che riducono al minimo l’uso di acqua.

Valle dell’Acate investe inoltre nell’energia solare per alimentare le proprie strutture, riducendo la dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili e l’impatto sul clima. Il mantenimento della biodiversità è centrale. Accanto ai vigneti, la cantina promuove la coltivazione di altre specie vegetali e preserva gli ecosistemi naturali, contribuendo alla ricchezza della flora e della fauna locali. Altro caposaldo dell’azienda condotta da Gaetana Jacono è l’economia circolare: l’azienda riduce al minimo gli sprechi, riciclando i materiali di scarto della produzione. Come le vinacce, che vengono riutilizzate per produrre compost organico da impiegare nei vigneti.

VITIGNI AUTOCTONI SICILIANE: IL FOCUS DELLA CANTINA BIO 2025 GUIDA WINEMAG

Il tutto, senza dimenticare che il percorso biologico è strettamente legato alla valorizzazione delle varietà autoctone siciliane. Valle dell’Acate coltiva principalmente vitigni come Nero d’Avola, Frappato, Grillo, Moscato di Noto e Insolia, vero cuore della tradizione enologica della regione. L’approccio biologico diventa così un modo per esaltare le caratteristiche uniche di queste uve, consentendo loro di esprimere al massimo il potenziale aromatico e gustativo e di rispecchiare le peculiarità del territorio. Un vero e proprio approccio olistico, che si riflette qualità enologica e tecnica dei vini di Valle dell’Acate.

Valle dell’Acate

C.da Biddine Soprana
97011 Acate (RG)
Tel. 0932874166

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Santa Barbara Miglior Cantina Centro Italia per Guida Winemag 2025: «Bevete e sorridete»


Metti una cantina all’interno di un antico monastero. È Santa Barbara, Cantina italiana dell’anno per il Centro Italia della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2025 di Winemag. Siamo nelle Marche, non lontano da Senigallia, in un altro borgo del vino italiano il cui nome si intreccia con la storia. È Barbara, paese chiamato così dal Cinquecento, quando un esercito di “Barbari”, Longobardi, si insediò alle porte della Senigallia bizantina. Nei secoli successivi, la Martire divenne protettrice di Barbara e una statua della Santa è tuttora custodita nelle sale del Municipio, venerata dagli abitanti.

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Quella della Cantina Santa Barbara è una storia nella storia. Che fonde epoche, paesaggi, vite e, ancora una volta, sogni e ritorni alle origini contadine. L’azienda, oggi composta da 45 ettari distribuiti sulle colline di Barbara, Serra de Conti, Montecarotto, Arcevia, Morro D’Alba e Cupramontana, deve la sua nascita a Stefano Antonucci.

«La mia storia è fortemente legata al paese di Barbara – spiega il fondatore – perché qui mio padre aveva un forno, nel quale lavorava anche mia madre, che però era prima di tutto insegnante elementare. I miei genitori sono stati il mio punto di riferimento, a loro devo la mia voglia di innovare, di guardare al futuro, ma partendo dalle mie origini, dalla mia terra. Ed è proprio a Barbara che sono tornato quando ho lasciato il mio posto in banca intorno al 1994 per inseguire il mio sogno».

“LA FORZA DEI SOGNI”: GUIDA WINEMAG 2025 CELEBRA STEFANO ANTONUCCI

Stefano Antonucci ci ha convinto con tutti i suoi vini – in particolare con Moss Blanc, Vino bianco italiano 2025, un Verdicchio dei Castelli di Jesi capace di raccontare e territorio e prospettive non ancora valicate dalla denominazione marchigiana – per il suo estremo approccio, consentiteci l’ossimoro, da “sognatore pragmatico” nel “fare vino”, capace di rivelarsi ad ogni sorso. La gamma di Santa Barbara, piuttosto vasta ma composta da “pezzi unici” perfettamente identificabili, senza sovrapposizioni tra etichette e inutili “doppioni”, è in grado di mostrare la vena creativa e l’idea di territorio di Antonucci. Un uomo che, “stretto” con la sua cantina tra l’Adriatico e gli Appennini, rivolge uno sguardo “ampio”, concreto e caratteristico agli amanti del vino. Riuscendo a superare confini e barriere spesso insormontabili. Tanto da riuscire a mescolare vita, vino, arte. Musica.

“If you ever meet your inner child, don’t cry
No, no, oh
Tell them everything is gonna be alright

World, hold on
Come on, everybody in the universe
World, hold on
One day you will have to answer to the children of the sky”

«BEVETE E SORRIDETE»

Avete riconosciuto il testo? È World Hold On – Children of the Sky di canzone lanciata da Bob Sinclar, con Steve Edwards. Provate per credere, è la “colonna sonora” che accompagna la lettura della storia dell’azienda Santa Barbara e quella di Stefano Antonucci, sul sito web della cantina. La musica parte all’improvviso, senza preavviso. Senza premere “play”. Passato, presente e futuro al ritmo di una realtà tutta da scoprire, dal Verdicchio dei Castelli di Jesi al Montepulciano, passando per le espressioni locali di varietà come Merlot, Syrah e Cabernet Sauvignon. Dettagli che fanno l’uomo, la cantina. I sogni. Il progetto. Il motto, di Stefano Antonucci e di Cantina Santa Barbara: «Bevete e sorridete».

Guida top 100 Migliori vini italiani 2025

Cantina Santa Barbara – Stefano Antonucci

Borgo Mazzini, 35
60010 Barbara (AN)
Tel. 0719674681

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Ecco la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2025 winemag


Settima edizione per la Guida Top 100 Migliori vini italiani
winemag 2025 (acquistabile a questo link), che si arricchisce di qualche novità, a partire dal claim che accompagnerà d’ora in avanti l’annuale pubblicazione. Per il 2025 abbiamo scelto “La forza dei sogni” e sarà chiaro comprendere la ragione, tra le righe delle storie delle cantine simbolo dell’anno (e non solo). Anche quest’anno, la selezione delle etichette e il conseguente ingresso nella Guida 2025, avvenuto tramite rigorose sessioni di degustazione alla cieca e suddividendo i campioni per regione e/o denominazione, è giustificata da pochi, semplici dettami.

In primis, la voglia di raccontare l’Italia del vino più autentica, trincerandoci dietro al blind tasting: una modalità che premia espressione territoriale, tipicità e carattere del vino, senza lasciarsi distrarre dal “marketing” legato alla singola etichetta e al “rumore” generato da ciò che fa (sempre più) da contorno al calice. Il nostro approccio alla degustazione è il medesimo riservato alle notizie che quotidianamente appaiono online, sul nostro wine magazine indipendente. Un focus sull’oggettività che mette al centro il lettore, nel nostro duplice ruolo di semplici “megafoni” del mondo del vino italiano (da un lato) e di degustatori appassionati, curiosi e propositivamente critici (dall’altro).

LINGUAGGIO, FILOSOFIA E METODO: L’UNICITÀ DELLA GUIDA VINI WINEMAG

Crediamo che questo sia il valore aggiunto della nostra Guida Vini, molto distante dal mondo delle Guide italiane ed internazionali che hanno finito per allontanare il pubblico. Per linguaggio, filosofia e metodologia di lavoroL’edizione 2025 della Guida Top 100 Migliori vini italiani di Winemag segna un altro punto di distanza rispetto ad altri simili “prodotti editoriali” del settore: abbiamo abolito le note di degustazione. Una scelta drastica, speriamo definitiva, dettata dalla presa di coscienza dell’inutilità della sfilza di sentori – profumi e sapori, veri o immaginari – troppo spesso elargiti, un “tot al chilo”, da questo o quel degustatore.

Ci sarà sempre chi sentirà più pesca che albicocca; più sandalo di monaco tibetano che reminiscenze di farina di ciabatta; più erba appena sfalciata che ricordi di pino mugo valdostano. Siamo gente pragmatica, che bada al sodo e che, soprattutto, frequenta non solo “salotti bene” del vino italiano ed internazionale, ma anche la gente “comune”: quella che beve (ancora) vino per davvero e a cui non manca mai la bottiglia sul tavolo; la gente che ci ispira e guida nella scelta quotidiana di un linguaggio capace di arrivare a tutti, semplice e diretto, comprensibile e fermo nell’essere strenuamente lontano da elitarismi e caste, da spillette sulla giacca e da medagliette da brandire come spade.

LA DESCRIZIONE DEI VINI DELLA GUIDA TOP 100 MIGLIORI VINI ITALIANI 2024 WINEMAG

Ecco, dunque, che i vini presenti sulla Guida 2025 finiscono per essere descritti attraverso numeri e pochissime parole, capaci di definirne il profilo sensoriale e, ancor più, aiutare il lettore a comprendere se quell’etichetta fa per lui, o meno. Come? Con una manciata di punti, da 1 a 10, che definiscono quanto sia floreale, fruttato, speziato, fresco, tannico, sapido, alcolico, armonico, facile da bere e abbinabile un vino, nonché quale sia il periodo migliore per stapparlo. Il tutto accompagnato da un voto in centesimi, in continuità (questo sì) con la critica di settore internazionale.

La Guida Top 100 Migliori vini italiani 2025 vede uni accanto agli altri grandi nomi e cantine che si affacciano da pochi anni sul panorama enologico italiano ed internazionale, con la medesima garanzia: tutti vengono “trattati” con la medesima dignità, garantita appunto dalla degustazione alla cieca e dal nostro approccio caldo ma distaccato. Vini prodotti da grandi cantine e piccoli vignaioli artigianali. Nomi storici e realtà desiderose di affermarsi, che meritano di essere scoperte. Nella Top 100 Migliori vini italiani di WineMag.it trovano spazio vini di impronta tecnica e di “metodo” – in grado ovviamente di sfoggiare la propria identità territoriale – e altri che trasmettono l’emozione dell’artigianalità e della cura manuale, esenti da difetti di natura chimica o accidentale.

GUIDA MIGLIORI VINI ITALIANI WINEMAG 2025: IL VINO È EMOZIONE

Sfumature che convivono, perché accomunate dalla bontà e dalla capacità intrinseca di comunicare prima a sorsi e, poi, a parole. Pochi, semplici dettami, dicevamo. Bando, tra le altre cose, all’esasperazione del cosiddetto “gusto internazionale” – concetto ormai cambiato, anche grazie a consumatori sempre più attenti all’autenticità e alla territorialità – e a scelte commerciali che tendono a uniformare le diverse Denominazioni del vino italiano. Snodo importante nella “costruzione” della nostra Guida, è il desiderio di sotterrare l’ascia dell’integralismo e di quello che ci piace definire “razzismo enologico”: ciò che deve colpire è il vino nel calice, non la filosofia produttiva (“convenzionale”, “naturale”, “biologico” etc.).

L’altro focus della Top 100 winemag è su produttori e vignaioli che puntano sulla valorizzazione delle espressioni dei singoli “cru” del proprio “parco vigneti”. Alla parcellizzazione e alla valorizzazione della macro eccellenza nella micro-selezione. Il tutto ricordando sempre che siamo sognatori, prima che commentatori e critici del nettare di Bacco. Amiamo le persone vere e i vini in grado di trasmettere personalità, nerbo, carattere, gusto e passione. In una parola? Amiamo il coraggio e chi osa. Come ogni anno, il nostro sogno, tradotto in questa Guida, è quello di essere riusciti a costruire l’ennesima “carta dei vini” alla portata di tutti (dal professionista al consumatore meno esperto, ma desideroso di bere bene). Una selezione in cui regioni e denominazioni perlopiù si mescolano, per mostrare il quadro delle bellezze dell’Italia, racchiuse in “bottiglie sparse” di vino.

LE CANTINE DELL’ANNO DELLA GUIDA TOP 100 MIGLIORI VINI ITALIANI 2025 WINEMAG

Importante anche lo sguardo sulle “Cantine dell’anno 2025“, di cui vi invitiamo a scoprire l’intera produzione (invito che vale ovviamente anche per le altre realtà premiate): Cà du Ferrà (Cantina italiana dell’anno 2025); Azienda agricola Sosol (Cantina dell’anno Nord Italia 2025), Santa Barbara (Cantina dell’anno Centro Italia 2025); Fontanavecchia (Cantina dell’anno Sud Italia 2025). Ci sono poi Luca Leggero (Cantina italiana Rivelazione 2025), Valle dell’Acate (Cantina italiana Biologica 2025). Più che cantine, famiglie del vino italiano.

È proprio da loro che vogliamo iniziare il racconto di un altro anno che ci ha reso fieri del nostro lavoro e di una Guida che non smette mai di emozionarci (prima, durante e dopo la sua pubblicazione) e di offrire spunti propositivi e soprattutto nuovi al panorama giornalistico e della critica enologica italiana. Obiettivo degli obiettivi di questa Guida è, insomma, mostrarvi che c’è ancora qualcuno, in Italia, capace di portare avanti un progetto editoriale. Senza “se” e senza “ma”, nel solo interesse dei lettori. Buone bevute, con la nostra Guida Top 100 WM – 2025.

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      Guida top 100 Migliori vini italiani 2025

       

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      degustati da noi news news ed eventi vini#02

      Anticipazioni Guida Migliori Vini italiani 2025 Winemag: vini e cantine premiate

      Mai così partecipate le selezioni della Guida Migliori Vini italiani 2025 winemag, che si sono tenute nel mese di luglio e agosto attraverso rigorose degustazioni alla cieca. In attesa di conoscere tutte le etichette che sono riuscite a piazzarsi nella Top 100 Migliori vini italiani, oppure tra i “Vini raccomandati” da winemag, o ancora tra i “Vini quotidiani“, ecco le anticipazioni sui vini e le cantine premiate dall’edizione 2025.

      – Cantina italiana dell’anno 2025

      Cà du Ferrà (Liguria)

      – Cantina dell’anno 2025 – Nord Italia

      Azienda agricola Sosol Ivan (Friuli Venezia Giulia)

      – Cantina dell’anno 2025 – Centro Italia

      Santa Barbara – Stefano Antonucci (Marche)

      – Cantina dell’anno 2025 – Sud Italia

      Fontanavecchia (Campania)

      – Cantina Bio dell’anno 2025

      Valle dell’Acate (Sicilia)

      – Cantina Rivelazione 2025

      Luca Leggero (Piemonte)

      MIGLIORI VINI ITALIANI 2025 – GUIDA TOP 100 WINEMAG

      – Miglior vino italiano 2025

      Alto Adige Doc Riserva Pinot Nero 2020 Burgum Novum, Castelfeder (Alto Adige)

      – Miglior spumante/frizzante italiano 2025 (tre categorie)

      – Vsq Metodo classico Pinot Nero Extra Brut Blanc de Noir Roccapietra, Scuropasso (Lombardia)
      – Valdobbiadene Docg Rive di Santo Stefano Extra Dry 2023 Nazzareno Pola, Andreola (Veneto)
      – Moscato d’Asti Docg 2023, Fabio Perrone (Piemonte)

      – Miglior Vino bianco italiano 2025

      Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2021 Moss Blanc, Santa Barbara – Stefano Antonucci (Marche)

      – Miglior vino rosato italiano 2025

      Costa d’Amalfi Doc Rosato 2023, Marisa Cuomo (Campania)

      – Miglior Vino rosso italiano 2025

      Toscana Igt 2020 Tenuta Il Pareto, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute (Toscana)

      – Miglior vino dolce italiano 2025

      Liguria di Levante Igp Passito Bianco Ruzzese 2020 Diciassettemaggio, Cà du Ferrà (Liguria)

      – Miglior vino orange/macerato italiano 2025

      Venezia Giulia Igt bianco Macerato 2018 Vis Uvae, Azienda agricola Il Carpino (Friuli Venezia Giulia)

      – Miglior vino biologico italiano 2025

      Toscana Igt Biologico non filtrato 2022 Pa’Ro Orange, Buccia Nera (Toscana)

      – Miglior vino Piwi italiano 2025

      Venezia Giulia Igt bianco 2022 Limine, Terre di Ger (Friuli Venezia Giulia)

      – Premio winemag 2025 “Vecchia annata”

      Amarone della Valpolicella Doc Classico 2009 “Costa delle Corone”, Monteci (Veneto)

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