Inizia la vendemmia 2023 in Lombardia, in controtendenza rispetto al resto del Paese, flagellato da peronospora, maltempo e non solo (le prime stime parlano di 43 milioni di ettolitri complessivi, contro i 50 milioni registrati lo scorso anno nel Bel Paese). Secondo Coldiretti, è prevista una leggera crescita della quantità a livello regionale: +5% rispetto al 2022, nonostante su diverse zone del territorio si siano abbattute grandinate, nubifragi e vento forte. Intanto si iniziano a raccogliere i primi grappoli di Pinot Nero e Chardonnay, per le basi spumante dell’Oltrepò pavese, in provincia di Pavia.
Nel 2023 la grandine ha colpito a più riprese e in maniera diffusa il territorio mantovano, oltre che alcune aree della Valtellina e del Bresciano. Il pavese, primo territorio vitivinicolo regionale, dopo un 2022 da dimenticare a causa di siccità ed eventi estremi, quest’anno è stato invece (pressoché) risparmiato dai fenomeni climatici più violenti, con conseguente ripresa produttiva. In Lombardia, secondo la Coldiretti regionale, ci si attende comunque un’annata soddisfacente dal punto di vista della qualità.
Per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo bisognerà aspettare l’evoluzione dei mesi di agosto e settembre. Sono oltre 20 mila gli ettari vitati in Lombardia, destinati per circa il 90% a vini di qualità grazie a 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT. Produzioni sempre più apprezzate anche all’estero, come testimonia il valore delle esportazioni regionali che nel 2022 hanno raggiunto il record storico sfiorando quota 320 milioni di euro.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Produzione in crescita al pari della reputazione, anche a livello internazionale, per l’Albana di Romagna. Di seguito tutti i punteggi all’Anteprima Vini ad Arte 2023, andata in scena nella seconda metà di luglio, a Faenza (seguirà nei prossimi giorni il focus sul Sangiovese di Romagna delle Sottozone). Un modo per scoprire le migliori dell’annata 2022 e 2021, pur considerando la visione parziale rispetto al numero di etichette sul mercato. La varietà romagnola a bacca bianca si conferma una delle più versatili presenti in Italia.
Ormai “riadattata” alla perfezione nella versione secca – in passato era nota come passito – copre una superficie di 818 ettari, per una produzione annuale di poco inferiore al milione di bottiglie. L’imbottigliato ha subìto una frenata solo nel 2020, passando a 756.400 rispetto agli 872.533 “pezzi” del 2019. Nuovo exploit nel 2021, con 915.600 bottiglie, sino a giungere al record di 956.133, nel 2022. Ecco dunque le migliori Albana di Romagna, con i relativi punteggi in centesimi.
NOME
ANNO
DENOMINAZIONE
AZIENDA
ZONA
DESCRIZIONE
SCORE
Albena
2022
Romagna Albana Secco Docg
ASSIRELLI
IMOLA
Vena balsamica tra naso e bocca, sapidità e piacevole espressione del frutto.
87
Dutia
2022
Romagna Albana Secco Docg
BRANCHINI
IMOLA
Naso e bocca su frutta perfettamente matura, leggere note mielate, tanto fiore fresco, mandorlo. Beva agile, su una buona concentrazione aromatica.
88
Campo Mamante
2022
Romagna Albana Secco Docg
CANTINA BRASCHI
MERCATO SARACENO
Fresca, agrumata, verde di erbe della macchia mediterranea e dal frutto croccante. Beva agile, al momento afferita ai soli agrumi.
86
Alba Nuova
2022
Romagna Albana Secco Docg
CANTINA DI CESENA – TENUTA AMALIA
CESENA
Vino agile, beverino, corretto.
84
Volo d’Aquila
2022
Romagna Albana Secco Docg
CANTINA FORLÌ
PREDAPPIO
PREDAPPIO
Molto profumata. In bocca tanta mandorla, leggera percezione tannica. Distensione e persistenza sufficiente: vino spensierato.
85
Tratti d’Autore
2022
Romagna Albana Secco Docg
CANTINA FORLÌ
PREDAPPIO
PREDAPPIO
Convince nel finale, per la buona concentrazione aromatica che riequilibra la leggera percezione tannica.
86
I Croppi
2022
Romagna Albana Secco Docg
CELLI
BERTINORO
X
X
A
2022
Romagna Albana Secco Docg
FATTORIA DEL MONTICINO ROSSO
IMOLA
Tra le più tipiche, dall’espressione del frutto, alla tensione acida, passando per la sapidità. Vino di buona personalità, frutto di un’azzeccata interpretazione stilistica.
89
Bianco di Ceparano
2022
Romagna Albana Secco Docg
FATTORIA ZERBINA
MARZENO
Vino di buona concentrazione sul frutto, con note aromatiche che regalano un sorso pieno, pur slanciato e verticale.
89
Cleonice
2022
Romagna Albana Secco Docg
FIORENTINI
CASTROCARO
La gran aromaticità al naso è confermata al palato, su tinte tropicaleggianti. Parola d’ordine “piacevolezza”.
88
Neblina
2022
Romagna Albana Secco Docg
GIOVANNA MADONIA
BERTINORO
X
X
GioJa
2022
Romagna Albana Secco Docg
GIOVANNINI
IMOLA
Morbidezza assoluta e calore alcolico per un vino piuttosto potente, ma equilibrato.
85
8000
2022
Romagna Albana Secco Docg
GIOVANNINI
IMOLA
Albana macerata in anfore georgiane. Necessita di tempo e pazienza nel calice per regalare le note migliori, di frutta a polpa gialla matura. Buona corrispondenza gusto-olfattiva.
87
Fondatori GP
2022
Romagna Albana Secco Docg
MERLOTTA
IMOLA
Si cambia passo con questa Albana che coniuga aromaticità, frutto goloso, allungo sapido e gran freschezza. Vino di prospettiva.
90
Damadora
2022
Romagna Albana Secco Docg
PODERE DELLA GROTTA
CESENA
Bel naso su erbe aromatiche, frutto bianco (mela) e giallo (pesca, ancor più albicocca). Vino che ha già trovato uno splendido equilibrio tra polpa e verticalità, sale e frutto.
91
Sette Note
2022
Romagna Albana Secco Docg
PODERI MORINI
ORIOLO
Note mielate al naso, oltre al tipico frutto giallo e biancospino. Alcol un po’ invadente, ma si uniformerà rendendo ancora più piacevole il sorso.
87
Valleripa
2022
Romagna Albana Secco Docg
TENUTA CASALI
MERCATO SARACENO
Mineralità “vulcanica”, polpa, croccantezza. Ottima espressione in termini di tipicità, eleganza e persistenza. Gran profilo gastronomico.
90
Frangipane
2022
Romagna Albana Secco Docg
TENUTA LA VIOLA
BERTINORO
Vino teso, lungo, concreto, sapido, che non disdegna di mostrare una certa struttura, anche tannica. Vino molto, molto promettente, da aspettare.
90
Amorosa
2022
Romagna Albana Secco Docg
TENUTA UCCELLINA
RAVENNATE
Buon compromesso tra polpa e sapidità, connotato poi da una dolcezza piuttosto marcata del frutto in retro olfattivo. Vino goloso.
89
Bacana
2022
Romagna Albana Secco Docg
TENUTE BACANA
BRISIGHELLA
Naso molto bello, pieno, maturo, tipico, di ottima concentrazione. Al momento pecca di corrispondenza col palato.
84
Vitalba
2022
Romagna Albana Secco Docg
TRE MONTI
SERRA
Note da passito, di frutta stramartura, al naso. Si fa spesso e profondo con l’ossigenazione, virando su ginger e agrumi maturi. In bocca conferma l’espressione varietale e la gran versatilità del vitigno, anche a fronte di interpretazioni stilistiche.
90
Vigna Rocca
2022
Romagna Albana Secco Docg
TRE MONTI
SERRA
Tanta polpa, agrume, pesca e albicocca matura. Bella concretezza e buona struttura al palato.
88
Arlus
2022
Romagna Albana Secco Docg
TRERE’
BRISIGHELLA
Vino che non si trova nella sua curva evolutiva migliore, ma che sembra avere tutto per poter convincere.
85
Colle del Re
2022
Romagna Albana Secco Docg
UMBERTO CESARI
IMOLA
Naso tutto sul frutto esotico. Gran beva oltre a una certa profondità e stratificazione, capaci di chiamare agilmente l’abbinamento gastronomico.
88
–
2022
Romagna Albana Secco Docg
ZAVALLONI
CESENA
Frutta molto matura al naso, così come al palato. Vino equilibrato e giocato su una equilibrata piacevolezza.
87
Masselina Albana
2022
Romagna Albana Secco Docg
TENUTA MASSELINA
SERRA
Mineralità salina, frutta a polpa bianca e gialla, e poi – di nuovo – un gran allungo sapido, unito a una marcata tensione acida e a una corretta percezione tannica. Vino emblema della varietà e delle sue prospettive sui mercati nazionali e internazionali.
92
Albana di Ca’ di Sopra
2022
Romagna Albana Secco Docg
CA’ DI SOPRA
MARZENO
X
X
Codronchio
2021
Romagna Albana Secco Docg
FATTORIA DEL MONTICINO ROSSO
IMOLA
Tanto tropicale al naso. Superlativo al palato, dove sfodera l’abbraccio tra sapidità e frutto esotico. Lunga persistenza per un altro vino da non perdere.
92
Alba della Torre
2021
Romagna Albana Secco Docg
LA SABBIONA
ORIOLO
Vino all’insegna dell’equilibrio e di una beva piuttosto agile, su freschezza e frutto.
85
Drusiana
2021
Romagna Albana Secco Docg
PODERI DELLE ROCCHE
IMOLA
X
X
–
2021
Romagna Albana Secco Docg
TENUTA DEL GELSO
BERTINORO
Il finale piuttosto tannico è ben congeniato: conferisce carattere e invita al sorso successivo.
87
–
2021
Romagna Albana Secco Docg
TENUTA FRANZONA
IMOLA
Naso che conquista per aromaticità e palato concreto, giocato tra l’espressione del frutto giallo maturo (corrispondente all’olfatto) e una tannicità leggera. Vino giovane, di ottima prospettiva.
91
InTerra Bianco
2021
Romagna Albana Secco Docg
TENUTA LA VIOLA
BERTINORO
Giallo dorato. Vino macerato in anfore georgiane che mostra toni cupi di brace, oltre ad agrume e ginger. Percezione tannica equilibrata, al palato.
85
Amedeo Bianco
2021
Romagna Albana Secco Docg
ZAVALLONI
CESENA
Piacevole nota aromatica al naso, che poi si conferma al palato. Vino sul frutto maturo, esotico, dotato di una struttura corpulenta, come gli abbinamenti gastronomici che certamente riuscirà a sostenere.
90
G.G.G.
2021
Romagna Albana Secco Docg
GIOVANNINI
IMOLA
Vino al momento sbilanciato sulle dolcezze, che al naso intrigano e al palato chiedono una maggiore integrazione.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
La vendemmia 2023 in Sicilia sarà, come sempre, la più lunga d’Italia, mediamente oltre cento giorni. Ma peronospora e condizioni climatiche estreme causeranno un calo del 35% della produzione in alcune aree. È quanto riferisce Assovini Sicilia, mentre il cielo sull’isola sembra essersi di poco rasserenato, viste le stime iniziali di un taglio del 40% del raccolto. Le uve sono in ritardo di maturazione di 10 giorni rispetto alla media. Nonostante il susseguirsi di piogge torrenziali nei mesi di maggio e giugno e degli incendi dovuti al caldo estremo di giugno e luglio, i produttori parlano di qualità delle uve siciliane «non compromessa».
Si comincia nella Sicilia Occidentale, con la raccolta della base spumante, per poi proseguire con le varietà internazionali come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc, seguite dai vitigni autoctoni. A chiudere questa lunga vendemmia siciliana saranno i produttori dell’Etna, a fine ottobre.
«A rendere unica la vendemmia siciliana – commenta Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia – è la varietà degli areali siciliani. Ogni territorio presenta delle condizioni climatiche e dei suoli unici che si traducono nella straordinaria diversità e varietà della produzione vitivinicola siciliana. A circa una settimana dall’inizio della vendemmia è ancora difficile e prematuro fare stime accurate sulla produzione. Sicuramente la Sicilia dimostra di saper governare, grazie ad una agricoltura e tecniche agronomiche sempre più sostenibili, l’effetto dei cambiamenti climatici, puntando sulla qualità e non sulla quantità».
VENDEMMIA 2023 IN SICILIA OCCIDENTALE
Ad oggi la qualità delle uve è ottima, non essendosi registrati problemi di oidio o botrite particolari. A causa del grande caldo in alcune aree si è perso circa il 40% delle uve, ma le attuali temperature più fresche potrebbero ridurre complessivamente l’ammanco. In provincia di Palermo, i mesi di marzo e aprile, tendenzialmente asciutti e freddi, hanno determinato un ritardo nel germogliamento generale di circa 10 giorni.
Questo ritardo ha contribuito a rendere più gestibile il successivo periodo molto piovoso ma tendenzialmente freddo, e reso la pressione delle patologie della vite, quali la peronospora, meno invasiva. Attualmente le vigne presentano una chioma adeguata. Sono sane e si registra una buona maturazione delle uve a partire dall’invaiatura di Pinot nero e Chardonnay che sta avvenendo in questi giorni. Riguardo alle quantità, ci si aspetta una certa continuità rispetto allo storico.
VENDEMMIA 2023 IN SICILIA: ETNA E NORD EST
Manca ancora qualche mese all’arrivo della vendemmia sull’Etna, dove fino a fine giugno si sono registrate basse temperature e piogge continue, tali da rendere difficili gli interventi in vigna, seguite dal caldo estremo di fine luglio con ridotte escursioni termiche tra giorno e notte e vento caldo. Grazie alle sabbie vulcaniche molto drenanti, alle altitudini importanti e ventilazione costante, non c’è stata eccessiva presenza di peronospora e, nonostante i picchi di temperature alte, le piante si mantengono bene.
Dal versante Nord dell’Etna arrivano conferme che la peronospora è sotto controllo, grazie all’arrivo del caldo e delle alte temperature. Nelle zone alte, intorno a 900 metri, si notano uve stupende grazie alla diversa ventilazione e anche alla struttura dei suoli. A Capo Milazzo, nel Nord- Est dell’Isola, i venti che tante volte possono diventare una sfida quest’anno stanno dando pace. L’allegagione sta procedendo bene.
VENDEMMIA 2023 IN SICILIA: LA SITUAZIONE A SUD-EST
La vendemmia 2023 sarà una delle più difficili degli ultimi tempi nel Sud Est della Sicilia. Caldo torrido di questi giorni a parte, le piogge torrenziali e le forti raffiche di vento dei mesi di maggio e giugno, importanti per la fioritura delle uve, hanno messo in ginocchio diversi produttori. L’arrivo consistente della peronospora ha causato danni considerevoli per il 30-35 % circa della nostra produzione. I trattamenti di zolfo e rame, in concentrazione maggiore, non sono bastati a contenere il problema. Questo non vuol dire però che la qualità delle uve sarà messa in discussione. Anzi, si parla di «meno quantità e una maggiore qualità».
A Vittoria molto dipende dalla posizione e dal suolo dei vigneti. Nelle zone con un puro strato superiore sabbioso, che affaccia il mare, sopra Marina di Acate, sabbia e vento sono alleate contro l’umidità costante. Le precisioni sono buone per Nero d’Avola e Frappato, ma i vigneti sono sotto stretta osservazione per controllare la presenza di cocciniglie e cicaline. A Noto, come generalmente in tutta l’isola, confermati dai 7 ai 10 giorni di ritardo nelle fasi fenologiche, con uve sane e molto promettenti.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Terre Cevico compie 60 anni e si rilancia sui mercati sotto una nuova veste. Da gennaio 2024 avrà un nuovo modello organizzativo, passando da “consorzio cooperativo“, ovvero da società cooperativa di secondo grado, a cooperativa agricola di primo grado. L’annuncio ufficiale è stato diramato ieri dal presidente di Terre Cevico, Marco Nannetti, in occasione della conferenza stampa che ha dato il via al pomeriggio di festeggiamenti per i 60 anni del Gruppo. La cornice scelta per celebrare l’anniversario è stata Tenuta Masselina, vera e propria boutique winery di proprietà di Terre Cevico a Castel Bolognese, in provincia di Ravenna (16 ettari di vigna e 6 di bosco per una produzione complessiva di circa 50 mila bottiglie, tutte destinate al segmento Horeca).
«Terre Cevico – ha spiegato Nannetti – si è sviluppato in questi anni come consorzio di secondo grado, fornendo servizi tecnici e commerciali alla propria base sociale, creando opportunità di sviluppo verso nuovi prodotti e mercati, innovando sempre, in ambito agronomico, enologico e tecnologico. Oggi sentiamo l’esigenza di accelerare ulteriormente per sviluppare il gruppo, mettendo in sinergia la crescita industriale dell’impresa e l’interesse collettivo dei nostri viticoltori soci. Terre Cevico diverrà presto un sistema inclusivo dell’intera filiera vitivinicola. Un nuovo assetto che da consorzio porterà Cevico ad essere definitivamente cooperativa agricola di primo grado, con il socio viticoltore protagonista e sempre di più al centro del sistema d’impresa».
TERRE CEVICO COOPERATIVA DI PRIMO GRADO DA GENNAIO 2024
Un processo che sottintende a un piano industriale triennale che ha come obiettivo l’aumento dei ricavi, il miglioramento dei margini, l’efficienza da integrazione dei diversi ambiti aziendali. E ancora: su un piano di investimenti consolidato, su una gestione integrata degli aspetti economico finanziari del gruppo e, non ultimo, su progetti correlati al miglioramento dell’impatto ambientale, alla ricerca e allo sviluppo di una viticoltura moderna e orientata al cambiamento climatico. «L’orgoglio delle radici – ha sottolineato ancora il presidente Marco Nannetti – diventa elemento trainante e centrale, ove la matrice agricola ed enologica del gruppo assume rilevanza sempre più strategica».
La storia di Terre Cevico inizia appunto 60 anni fa, per l’esattezza il 19 febbraio del 1963. Profonde radici in Romagna, con una base di soci viticoltori che abbraccia l’areale compreso tra la pianura di Ravenna alle colline di Rimini, sino a Casola Valsenio, passando per i territori di Forlì e Faenza, fino ai terreni sabbiosi del Parco del Delta del Po, a nord-est. Romagnole Società Cooperativa Agricola e Cantina dei Colli Romagnoli sono, ad oggi, le cooperative di soci viticoltori che, assieme alle Cooperative Agricole Braccianti rappresentano la base e l’anima storica della filiera produttiva dei vini Terre Cevico.
FATTURATO 2023 TERRE CEVICO: VOLA L’EXPORT
I festeggiamenti per i 60 anni di Terre Cevico a Tenuta Masselina
Il sistema produttivo, attraverso le cooperative di base, comprende circa 2200 soci viticoltori in Romagna per 6700 ettari di vigneto e 5000 viticoltori in totale in altre regioni. Ventitré le unità produttive, cinque gli impianti di imbottigliamento e ben nove le aziende controllate – di cui 5 al 100% – in regioni d’Italia come Veneto, Puglia, Emilia, Trentino e ovviamente Romagna. Si tratta di Sprint Distillery Srl, Italian Trading, DAI – Distribuzione alcoli Italia, Tenuta Masselina Srl Agricola, Medici Ermete e figli Srl, Rocche Malatestiane Rimini Srl, Cantine Giacomo Montresor Spa e Orion Wines, che controlla a sua volta a Masseria Borgo dei Trulli.
Terre Cevico si colloca così al sesto posto nella classifica dei primi 10 gruppi cooperativi nazionali e al dodicesimo della graduatoria delle prime 115 imprese produttive italiane del mondo del vino. Motivo in più per festeggiare l’anniversario dei 60 anni sono le prime indiscrezioni relative al bilancio 2023, che si chiuderà il prossimo 31 luglio. Dovrebbero infatti essere confermati i 72,8 milioni di euro di fatturato derivanti dall’export, da sempre ago della bilancia e pallino del Gruppo, che commercializza in 70 nazioni, in particolare Giappone, Cina, Svezia, Danimarca, Stati Uniti, Francia e Germania.
Il tutto nonostante la possibile, flessione del fatturato consolidato totale, che dovrebbe toccare i 175 milioni, contro i 189,6 dell’esercizio agosto 2021 – luglio 2022. Le prime stime sul valore del conferimento soci si assestano invece su 53,2 milioni di euro, per 1.140.000 di ettolitri. Cifre lontane anni luce da quel 19 febbraio 1963 in cui dieci rappresentanti di cantine sociali e cooperative braccianti del territorio ravennate si riunirono dal notaio, per costituire un consorzio cooperativo dotato di un capitale sociale di 1.050.000 lire. L’allora Centro Vinicolo Ravennate è divenuto Terre Cevico. «Adesso – ha ricordato il presidente Marco Nannetti ieri, durante le celebrazioni dei 60 anni – c’è un’altra storia da scrivere, lunga almeno altri 60 anni». Prosit.
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Vigneron e Maison della Champagne si sono riuniti in queste ore a Epernay, presso il Comité Champagne, per definire le condizioni della vendemmia 2023. La resa commerciabile per il 2023 è stata fissata a 11.400 kg/ha. Il provvedimento più atteso, ora all’esame delle istituzioni nazionali francesi, è l’aumento della riserva vendemmiale da 8 a 10 mila chilogrammi per ettaro. Ad oggi, lo stato di salute dei vigneti è «buono e molto omogeneo da una zona all’altra». Pochi i danni causati da gelo (1,5% del vigneto) e grandine (0,3%). Peronospora e oidio contenuti, a differenza di quanto sta avvenendo in Italia. Solo le riserve di acqua dei suoli destano preoccupazione in Champagne. I grappoli sono ben formati e la «promettente vendemmia» dovrebbe iniziare nella prima decade di settembre.
Le incognite del clima, il deperimento della vite causato dalle malattie e l’invecchiamento dei vigneti hanno un impatto sulle rese della zona, diminuite del 26% in dodici anni. In questa situazione, si è scelto di sfruttare al massimo le annate favorevoli, quando si presentano, al fine di «migliorare ulteriormente la resilienza della filiera». «L’anno scorso – ricorda Maxime Toubart, presidente dei Vigneron – la Champagne ha applicato il sistema dello sblocco differito della riserva. Quest’anno è stato individuato il plafond della riserva individuale, per portare a 10 mila kg/ha invece degli 8 mila kg/ha previsti finora. L’INAO ha accettato di esaminare la misura con urgenza, per consentire ai viticoltori di mettere a riserva la bella vendemmia che si annuncia».
L’obiettivo è quello di «assicurare ogni anno gli strumenti per raggiungere la resa commerciabile fissata dall’Interprofessione per garantire l’equilibrio dei mercati». «Per determinare la resa commerciabile dell’anno – commenta David Chatillon, presidente delle Maison – i Vigneron e le Maison si sono accordati sulle previsioni delle spedizioni dei prossimi quattro anni. Insieme alla fiducia nella denominazione, le previsioni hanno tenuto conto al tempo stesso di una certa cautela rispetto alla congiuntura economica globale e agli effetti dell’inflazione».
Nel 2023 le spedizioni dovrebbe raggiungere i 314 milioni di bottiglie. Nel primo semestre del 2023 le spedizioni di Champagne (Francia inclusa) sono state pari a 125,8 milioni di bottiglie, in calo del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’export con 77,7 milioni di bottiglie, è in calo del 3,7%, mentre la Francia è in calo del 6,3% con 48,1 milioni di bottiglie. Questi risultati vanno visti nel contesto di un 2022 straordinario (nello stesso periodo dell’anno scorso le vendite erano aumentate di quasi il 14%).
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Si chiudono bene i parziali del 2023 per il Pinot Grigio delle Venezie. Il trend di imbottigliamenti nel primo semestre segna il +10% sul 2022. Nell’ottica di quella che viene definita una «attività costante di monitoraggio e gestione del Cda consortile», è stata approvata la riclassificazione del prodotto stoccato proveniente dalla stagione produttiva 2022. «Una misura – spiega il presidente del Consorzio, Albino Armani – che ha lo scopo di supportare il valore economico della Doc. Dai mercuriali delle Camere di Commercio si evince un trend di stabilità nel valore che dura da ormai due anni. La nostra Doc è una garanzia di equilibrio di Sistema per la filiera vitivinicola del Nordest».
È inoltre in fase di pubblicazione l’adozione da parte delle tre Amministrazioni delle misure relative alla ormai prossima stagione produttiva 2023, che vede confermata, come per il 2022, la gestione della resa produttiva ad ettaro e lo stoccaggio amministrativo. Ciò si traduce in una produzione massima consentita di 160 q/ha con 30 q/ha stoccati, a esclusione del prodotto Biologico e delle produzioni sostenibili SQNPI per una eventuale gestione diversificata al momento del loro svincolo.
Sul fronte dell’andamento dei mercati, è stato giugno a segnare la migliore performance di un semestre sempre in positivo sul 2022, trainando l’avanzamento della DO, che rispetto allo stesso mese del 2022 ha visto mettere in bottiglia il 38% in più di Pinot grigio DOC per un totale di 898.951 hl da inizio anno. Inoltre, gli imbottigliatori esteri – Stati Uniti, Regno Unito e Germania in testa – da gennaio hanno preso in carico oltre 100 mila hl, di cui 22.621 hl nel solo mese di giugno. Bene anche le certificazioni che nel periodo gennaio-giugno, nonostante un lieve rallentamento alla fine della primavera, osservano un rassicurante +4% rispetto ai primi sei mesi del 2022.
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Il Gorgonzola Dop si conferma uno dei prodotti caseari più amati in Italia e all’estero. La produzione di Gorgonzola Dop nei primi 6 mesi del 2023 (gennaio-giugno) si attesta su 2.520.741 forme, con un aumento di 109.484 forme (+4,54%) rispetto all’anno precedente e di 37.205 forme (+1,50 %) rispetto al 2021. Positivo anche il dato sulle esportazioni, il cui rilevamento si ferma al primo trimestre dell’anno, con 6.323 tonnellate esportate al 31 marzo 2023.
Numeri, quelli diffusi oggi dal Consorzio per la Tutela del Formaggio Gorgonzola Dop con sede a Novara, che sanciscono un aumento dell’1,15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Delle 6.323 tonnellate relative alla quota export, 5.454 tonnellate hanno raggiunto i Paesi Ue, facendo registrare un aumento dello 0,8% rispetto al 2022. La restante parte è finita nel resto del mondo (+3,1%).
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Sempre più pesanti gli effetti della peronospora in vista della vendemmia 2023 in Italia. A causa delle forti piogge, la malattia della vite di primavera sta diventando un’emergenza nazionale. Le perdite previste in diverse regioni italiane sono stimate fino al 40%. Lo rileva l’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv) attraverso le interviste alle imprese del vino compiute sui territori. Maggiormente colpita, in generale, la viticultura biologica che, in alcune aree, risulta fortemente compromessa. Le regioni più danneggiate sono quelle della dorsale adriatica, a partire da Abruzzo e Molise, con perdite fino al 40%. Molti areali di Marche, Basilicata e Puglia si affacciano alla vendemmia 2023 con cali previsti nell’ordine del 25-30%.
Complicata la situazione anche in Umbria, Lazio e Sicilia, specie nel trapanese, mentre in Romagna sono ancora da valutare gli effetti dell’alluvione, in particolare del fango nei vigneti. «In generale – ha detto il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi – la stagione pre-vendemmiale era partita bene un po’ ovunque, poi da maggio in avanti la situazione si è guastata. Siamo passati repentinamente dal problema degli stock in eccesso, attualmente confermato con le Dop in eccedenza a +9% sullo scorso anno, a uno scenario di probabile importante riduzione dei volumi di raccolta previsti in diverse regioni». Per le altre aree poco colpite dalla peronospora si prevede una buona vendemmia.
PERONOSPORA – LA SITUAZIONE NELLE PRINCIPALI REGIONI
Piemonte: la situazione appare sotto controllo: siccità fra marzo e aprile, piogge nella norma, più oidio che peronospora.
Lombardia: in Valtellina si registrano problematiche di peronospora su una produzione tendenzialmente abbondante. Pressione su foglia e su grappolo, con cali mediamente del 5%.
Veneto: pochi e localizzati attacchi grandinigeni, con perdite anche al 50%. La produzione attesa in regione per ora è molto abbondante.
Friuli-Venezia Giulia: bene Collio, qualche problema a macchia di leopardo nel resto della regione. I vigneti rimangono comunque carichi.
Emilia e Romagna: la situazione appare per ora sotto controllo per quanto riguarda la peronospora. Resta problematico il post-alluvione, sia, soprattutto in collina, per l’accesso ai vigneti, sia per il fango in pianura.
Toscana: a causa delle forti piogge a maggio, la peronospora è presente e si registrano difficoltà di accesso ai vigneti per i trattamenti. Per ora si prevede una riduzione su una produzione che si annunciava comunque abbondante (in media 10% di infezioni). Riportati problemi anche di botrite e grandinate locali.
Umbria: la pressione è molto forte, con cali dal 10 al 15%, con punte fino al 30%. La produzione iniziale prevista era abbondante, quindi si dovrebbe arrivare a una raccolta nella norma.
Abruzzo e Molise: è piovuto costantemente dal 4 aprile. A causa della conformazione del terreno (colline e vallate) è stato difficile accedere agli appezzamenti per poter eseguire i trattamenti fitosanitari. La peronospora ha attaccato in forma abbastanza importante entrambe le regioni e si stima un calo di produzione del 30-40 % sulle uve convenzionali (50-60% in Molise), mentre si arriva anche al 70-80% sulle uve biologiche. Il danno maggiore sembra comunque subìto dalle varietà a bacca rossa, non trattate perché al momento dell’attacco erano ancora in fase primordiale, nelle zone collinari. Per tutta questa serie di situazioni, oggi le aziende produttrici hanno rallentato le vendite e qualcuna le ha addirittura fermate.
Marche: situazione non omogenea. In linea di massima è stata colpita di più la zona più prossima alla costa, ma le infezioni sono un po’ ovunque. È difficile quantificare la perdita ma sicuramente si profila un’annata di scarsa produzione (-20%), su una stagione ancora in ritardo nello sviluppo della fase fenologica rispetto al 2022.
Lazio: la stagione era partita bene, ma la pioggia di maggio ha innescato forti focolai, attorno al -25% di produzione prevista (su una partenza abbondante).
Basilicata: la peronospora ha avuto un forte impatto sul Vulture e anche sui bianchi, in alcuni areali le previsioni sono a -60%.
Puglia: la peronospora si è diffusa sia a Nord (tendoni tasso a 50%) sia a sud, su Malvasia, Negroamaro e Primitivo, con cali attesi del 25%.
Sicilia: la peronospora è diffusa, soprattutto nel Trapanese: quelli che non hanno trattato a ciclo completo per questioni di costi avranno forti perdite, le aziende strutturate avranno una buona vendemmia. Siamo attorno a un’incidenza del 10-15%.
Calabria: secondo fonti di winemag.it, la situazione in Calabria è disastrosa in alcune zone. Sino a 20 giorni fa era impossibile entrare in vigna in alcune zone, come la provincia di Cosenza, per la presenza di fango. Le piogge hanno poi causato attacchi di peronospora. Una situazione che viene definita «apocalittica», tanto da compromettere l’intera annata.
Campania: sempre secondo fonti di winemag.it, situazione molto difficile anche in Campania. La vendemmia 2023 risulta fortemente compromessa in tutte le zone. Alcuni produttori parlano senza mezzi termini di «disastro». Si stimano perdite intorno al 40%. Ancora una volta, i danni maggiori sono dovuti dall’impossibilità di entrare in vigna a causa del fango. Incomberebbe anche l’ombra della larvata, che sta attaccando in maniera importante anche le piante a valle. Le uve rosse sono quella più compromesse. Molto meglio i bianchi, soprattutto la Falanghina che conferma la naturale rusticità e una certa resistenza.
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Si aggira intorno ai 10 miliardi di euro il valore complessivo dell’imbottigliato certificato da Valoritalia nel 2022. Secondo l’Annual Report 2023 della società leader in Italia nella verifica delle fasi di produzione, dal vigneto alla bottiglia, il 2022 registra una flessione pari al 3,8%. Ma i primi mesi del 2023 inducono a un «cauto ottimismo». I dati emergono dall’analisi dei processi di certificazione di 218 denominazioni di origine italiane. Evidente il cambio di scenario rispetto alla situazione presentata un anno fa.
«Se il 2021 aveva fatto registrare numeri estremamente positivi, nonostante problematiche importanti – sottolinea Francesco Liantonio, presidente di Valoritalia – i dati del 2022 mostrano un rallentamento su cui pesa il conflitto russo-ucraino con il suo corollario di crisi energetica, che ha evidentemente imposto minori flussi economici in tutti i settori. Del resto, il vino deve essere considerato a tutti gli effetti un sensibile indicatore degli andamenti economici generali ed era quindi lecito attendersi questa contrazione.
Va però sottolineato come, nel suo insieme – aggiunge Liantonio – il sistema vino italiano abbia tenuto botta soprattutto a partire dal secondo semestre dello scorso anno e come i dati del primo quadrimestre del 2023 inducano a un cauto ottimismo. È un segnale importante, la cartina tornasole di come il mondo delle DO, a livello italiano, possa contare su una solidità che gli consente di attraversare anche momenti di grandi incertezza e difficoltà».
ANNUAL REPORT VALORITALIA: LE DENOMINAZIONI PIÙ PERFORMANTI
La ricerca evidenzia infatti un dato fondamentale: nonostante le difficoltà sopra descritte, circa un terzo delle denominazioni tra quelle certificate Valoritalia ha comunque registrato una crescita dei volumi con le significative performance del ”Sistema Prosecco” formato dalle Dop Prosecco, Asolo Prosecco e Conegliano Valdobbiadene. Ottimi anche i comportamenti del Franciacorta, dell’Asti e Moscato D’Asti, dell’Alta Langa, del Collio, del Lugana, dell’Oltrepò Pavese, del Vino Nobile di Montepulciano, del Frascati e del Castel del Monte. Un’altra trentina di Denominazioni ha registrato cali contenuti entro la soglia del 5%, alcune dei quali di natura fisiologica.
Più in generale, i risultati dell’Annual Report 2023 Valoritalia si basano sui dati relativi alla certificazione di 47 DOCG, 184 DOC, e 37 IGT. Una massa critica che rappresenta il 56% della produzione nazionale DO, con 5 mila tipologie di vino per una produzione certificata che nel 2022 ha riguardato oltre 21 milioni di ettolitri. Quasi 2 miliardi di bottiglie certificate e 1.353.930.245 contrassegni di Stato gestiti, per un valore complessivo che supera ampiamente 9 miliardi di euro e che impiega circa 95 mila operatori inseriti nel sistema dei controlli. Una enorme mole di numeri che lascia emergere anche i principali punti di forza e di debolezza della Viticoltura italiana di qualità.
«Tra i plus – evidenzia Valoritalia – l’ampiezza quantitativa della Denominazione di Origine e le loro dimensioni, in grado di garantire risultati performanti grazie alla capacità di affrontare i mercati con mezzi e continuità. Viceversa, il limite maggiore del nostro sistema è costituito proprio dalla frammentazione delle Denominazioni di Origine. Basti pensare appunto che le prime 20 DO coprono l’84% dell’imbottigliato e che solo 27 Denominazioni su 218 commercializzano volumi annui superiori ai 10 milioni di bottiglie. Tutto questo, ha una sua precisa rilevanza soprattutto quando ci si confronta sui mercati esteri».
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FOTONOTIZIA – La quarta edizione della Como Lake Cocktail Week 2023 è pronta al decollo. Dal 28 giugno al 4 luglio la mixology internazionale e di qualità si ritrova nuovamente sulle sponde del Lago di Como per celebrare la miscelazione d’autore. Tema guida della nuova edizione sarà il viaggio. Protagonisti della Como Lake Cocktail Week 2023 più di 30 cocktail bar ospitati tra hotel 5 stelle, storici street bar e ristoranti stellati. Programma completo sul sito web dell’evento.
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Si chiama Marco Pezone il miglior barista italiano. Il 30enne di Falconara Marittima, in provincia di Ancona, è il vincitore dell’Espresso Italiano Champion 2023, dell’Istituto Espresso Italiano. Il titolo viene assegnato al migliore professionista in tema di espresso e cappuccino italiano. Pezone ha sfidato altri 11 professionisti nella competizione organizzata dall’IEI a Lipomo, in provincia di Como, presso Caffè Milani, marchio italiano tra i soci fondatori dell’Istituto. In un tempo di soli 11 minuti ha dovuto tarare la sua attrezzatura la Macchina Classe 20 SB Mooboiler e il macinadosatore KRYO65 on demand, entrambi targati Rancilio, e dimostrare di sapere preparare quattro espressi e quattro cappuccini.
Al secondo posto della finale si è classificato Andrea Nulli di Essse Caffè, mentre al terzo posto Gabriele Sechi di Altogusto. Entrambi concorreranno insieme al vincitore alla fase internazionale della gara in programma in ottobre alla fiera Host di Milano. Marco Pezone ha cominciato la professione di barista nel 2017, attualmente in forza al Forno Taccalite di Falconara Marittima (AN), caffetteria che ha puntato sulla qualità del prodotto offerto. Ha concorso con la miscela Jolly Crema, prima miscela certificata per Espresso Italiano di Jolly Caffè.
«Penso che la figura del barista sia fondamentale per contribuire alla crescita culturale e di conoscenza dell’espresso e dei suoi derivati – ha spiegato il campione di espresso italiano – sviluppare la qualità vuol dire anche comunicare al cliente finale quello che sta dietro e dentro la tazzina». «Tradizione e progressione – ha aggiunto il neo eletto miglior barista italiano – fanno innovazione. Dobbiamo cominciare a comunicare con passione e amore il prodotto al cliente finale».
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NielsenIQ (NIQ) analizza l’andamento dei consumi e delle abitudini di acquisto delle famiglie italiane per il mese di maggio 2023 attraverso “Lo stato del Largo Consumo in Italia“, indagine mensile che fotografa lo scenario della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo). Nel mese di maggio 2023 il fatturato della Grande Distribuzione Organizzata in Italia a totale Omnichannel è pari a 7.2 miliardi di euro, un valore in crescita del +8,9% rispetto alla performance dello scorso anno.
L’indagine condotta da NIQ evidenzia che l’indice di inflazione teorica nel Largo Consumo Confezionato (LCC), ovvero il settore di mercato che comprende tutti i beni di consumo primario e i prodotti confezionati dall’industria, a maggio è scesa al 14,1%, in calo rispetto al valore registrato il mese di aprile (14,4%). La variazione reale dei prezzi invece è pari al 12,4%, con una riduzione dell’1,7% del mix del carrello della spesa. Questo dato evidenzia come le variazioni di scelta dei consumatori sui prodotti e sulle quantità acquistate incidano sull’importo finale della spesa.
Per quanto riguarda i canali distributivi, tutti registrano un trend positivo rispetto allo stesso periodo del 2022. Nello specifico, a maggio la crescita è guidata da Supermercati e Superstore (+9,4%), seguiti dai Discount (+9,1%), Iper>4.500mq (+8,4%), Liberi Servizi (+7,8%) e Specialisti Drug (+6,6%). Stando ai dati di NielsenIQ (NIQ), inoltre, continua la riduzione dell’incidenza promozionale a totale Italia nel mese di maggio 2023 (22,9%), un dato in calo di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Infine, a maggio la scelta di prodotti a marchio del distributore (MDD) registra un valore pari al 22,4% del LCC nel perimetro Iper, Super e Liberi Servizi mentre sale al 31,9% a Totale Italia Omnichannel – inclusi i Discount.
IL CARRELLO DELLA SPESA DEGLI ITALIANI
Continua anche a maggio 2023 l’ascesa dei prodotti dedicati agli Animali Domestici (+16,6%) e il Cibo Confezionato (+8,3%), che da molti mesi a questa parte si collocano in testa alla classifica delle aree merceologiche con l’incremento a valore più significativo. Per quanto riguarda invece l’andamento a volume, l’unica categoria che registra un trend positivo è il Food Confezionato (+4,2%), mentre tutte le altre mostrano una tendenza negativa, in particolar modo i prodotti per la Cura della persona (-8,2%), il Freddo (-9,5%) e le Bevande (-9,8%).
In merito alla relazione tra valore e volume in ambito Grocery, a totale Italia Omnichannel nel mese di maggio 2023 (vs 2022) l’andamento a valore è positivo (+9,3%), mentre è negativo a volume (-3,1%). Il Fresco (Peso Fisso + Peso Variabile) risulta in crescita in tutti i format distributivi. Nello specifico il trend migliore si osserva negli Iper>4500 (+11,1%), mentre i Liberi Servizi registrano l’incremento minore tra tutti i canali (+6,7%).
A livello di categoria, Formaggi (+17,9%) e Pane & Pasticceria & Pasta (+17,1%) sono quelle più dinamiche, mentre Salumeria (+4,5%) e Frutta e Verdura (+4%) registrano i trend di crescita più bassi. Alla guida della TOP10 del mese di maggio 2023 per quanto riguarda i prodotti Grocery invece troviamo Zucchero (+59,9%), Passate (+40,9%) e Surgelati Vegetali – Patate (+39,5%).
Vini al supermercato è la rubrica dedicata al vino in vendita nelle maggiori insegne di supermercati presenti in Italia. Nella Gdo viene venduta la maggior percentuale di vino italiano. Qui potrai trovare recensioni, punteggi e opinioni sui migliori vini in vendita nella Grande distribuzione organizzata, valutati con cognizione di causa, spirito critico costruttivo e l’indipendenza editoriale che ci caratterizza. Inoltre, una rubrica sempre aggiornata sui migliori vini in promozione presenti sui volantini delle offerte delle maggiori insegne di supermercati italiani. Vini al Supermercato è la guida autorevole ai vini in vendita in Gdo, con una pubblicazione annuale delle migliori etichette degustate alla cieca dalla nostra redazione. Seguici anche su Facebook ed Instagram. Sostieni la nostra testata giornalistica indipendente con una donazione a questo link.
È in programma dall’8 al 17 settembre ad Asti la Douja d’Or 2023. La storica rassegna richiama ogni anno migliaia di visitatori da tutta Italia e dall’estero e sarà anche quest’anno proposta con la formula dell’evento diffuso ed itinerante, tra le piazze, le strade e le più suggestive dimore storiche di Asti. Protagonista della Douja d’Or 2023 sarà come ogni anno il vino, con 10 giorni di talk, degustazioni, masterclass, incontri, letture, spettacoli e cene per raccontarne e scoprirne tutte le sfumature e offrire a turisti, addetti ai lavori ed appassionati spunti di conoscenza e di approfondimento.
La Barbera d’Asti e i Vini del Monferrato, l’Asti spumante e il Moscato d’Asti Docg, le denominazioni piemontesi, tante varietà di vini biologici e una vasta selezione di vermouth da abbinare a piatti della tradizione. E ancora: il futuro del vino, l’importanza della diffusione della cultura e della conoscenza enologica. Saranno questi i temi che attraverseranno tutta la manifestazione, nata per valorizzare un prodotto d’eccellenza sempre più importante per la Regione Piemonte e sempre più amato e apprezzato in tutto il mondo.
Il programma sarà ricco di iniziative in tutta la provincia alla scoperta del territorio di Asti, del Monferrato e delle sue colline, patrimonio dell’Unesco. Da non perdere l’Enoteca della Douja d’Or che raccoglie e mette in vendita le produzioni vinicole del territorio per scoprire, conoscere e acquistare le migliori etichette piemontesi.
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FOTONOTIZIA – Il centro storico di Pontelatone (Caserta) si prepara ad accogliere la nuova edizione del Casavecchia & Pallagrello Wine Festival 2023. Tre giorni di degustazioni, laboratori, musica e cucina di alta qualità dal 30 giugno al 2 luglio prossimi. Un evento che mette al centro i due vitigni autoctoni Casavecchia e Pallagrello. In programma banchi d’assaggio, momenti dedicati al food, musica in piazza Cutillo e seminari di approfondimento.
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La vendemmia 2023 in Sudafrica sarà ricordata come una delle più scarse dell’ultimo decennio, ma solo in termini di quantità. Il calo dell’uva raccolta, dovuta soprattutto a una stagione più fresca della media, consentirà comunque di produrre vini di qualità eccellente. È quanto emerge dal rapporto annuale di Sawis e Vinpro, le due più importanti società del settore nel Paese africano. Nel dettaglio, il raccolto di uva da vino per il 2023 è stimato in 1.180.093 tonnellate. Si tratta di una quantità inferiore del 14,2% rispetto alla vendemmia 2022. Come già anticipato da winemag.it a marzo, a pesare sul calo finale è anche la crisi energetica registrata in Sudafrica nel corso della stagione di maturazione delle uve, a cavallo tra il 2022 e il 2023.
«Rispetto ad altre stagioni – sottolinea Conrad Schutte, responsabile dei servizi di consulenza di Vinpro – il raccolto del 2023 è molto simile alle precedenti stagioni più fresche, come il 2014, il 2015, il 2018, il 2019 e il 2021. In particolare, assomiglia alla combinazione di freddo e umidità del 2014 e del 2019. In termini di volume, il 2023 potrebbe essere una delle vendemmie più scarse degli ultimi 10 anni».
Lo snodo fondamentale della vendemmia 2023 in Sudafrica si è registrato a nella seconda settimana di dicembre. Le forti piogge hanno portato sollievo alle piante, sino ad allora alle prese con condizioni estreme di calore e aridità. Si è così alleggerita la pressione sulla programmazione dell’irrigazione, in un momento in cui i livelli delle falde acquifere erano inferiori alla norma e le interruzioni della rete nazionale erano all’ordine del giorno. Oltre alle piogge, si sono verificati danni da grandine a Paarl, Worcester e Robertson, pur in modo sporadico e limitato. Il timore di malattie fungine della vite, in particolare oidio e la peronospora, è tuttavia aumentato a causa delle condizioni umide.
UNA VENDEMMIA SFIDANTE PER LE CANTINE SUDAFRICANE
Germogliamento e allegagione sono arrivate in anticipo rispetto alla stagione precedente. Le condizioni più fresche hanno tuttavia ritardato la maturazione delle uve e la vendemmia è iniziata come di consueto all’inizio di febbraio 2023. Sempre secondo quanto riferisce Vinpro, i produttori sono rimasti «impressionati dalle analisi dell’uva, che hanno mostrato livelli di pH, acidi e zuccheri ideali». Le condizioni di siccità hanno in sostanza condizionato le dimensioni degli acini, più piccoli rispetto alla norma, a vantaggio della qualità dell’uva. Sono stati osservati eccellenti profili cromatici e organolettici dei mosti.
«Nonostante quella che è stata a tutti gli effetti una vendemmia difficile per i nostri viticoltori – afferma Siobhan Thompson, Ceo di Wines of South Africa (WoSA) – siamo convinti di poter contare su superbi vini dell’annata 2023 da condividere con i nostri consumatori in tutto il mondo. Abbiamo visto crescere la domanda di vini sudafricani e prevediamo che i nostri vini continueranno a fornire l’eccellente qualità per cui stiamo diventando famosi». Nel dettaglio, il Sudafrica è il nono produttore di vino al mondo con il 4% del vino mondiale.
L’industria vinicola contribuisce al Pil del Paese per oltre 55 miliardi di Rand (1 rand equivale a 0,050 euro) e impiega 269.069 persone lungo tutta la filiera, di cui 80.173 lavorano nelle aziende agricole e nelle cantine. Buone anche le condizioni degli stoccaggi. «I livelli delle scorte dell’industria vinicola sudafricana – evidenzia Rico Basson di Vinpro – sono attualmente in equilibrio, a differenza di quanto avvenne durante la pandemia di Covid-19, quando l’industria vinicola non fu autorizzata a commerciare per 200 giorni e i livelli delle scorte erano pari a 650 milioni di litri».
VENDEMMIA 2023 SUDAFRICA: IL DETTAGLIO DELLE REGIONI VINICOLE
Breedekloof
L’annata sarà ricordata per una vendemmia pressoché dimezzata, per le piccole dimensioni degli acini e per i problemi legati alla riduzione delle rese di molte aziende e cantine.
Cape South Coast
I vini di inizio stagione riflettono un’annata eccellente, mentre i vini di fine stagione, che interessano le varietà più tardive, mettono in mostra l’esperienza e il savoir-faire dei winemakers.
Cape Town
La vendemmia 2023 è stata caratterizzata da vini freschi e da volumi inferiori, a causa dei fattori naturali che hanno preceduto la vendemmia.
Klein Karoo
Un’annata precoce, con una buona qualità delle uve e precipitazioni estive eccezionalmente elevate.
Cape North
Una stagione difficile per le uve ha dato luogo a un raccolto notevolmente ridotto, con un aumento della concentrazione di aromi e della qualità del vino. Le prospettive del Colombar sembrano particolarmente buone.
Olifants River
La vendemmia 2023 in questa regione vinicola del Sudafrica sarà ricordata per le temperature fresche e per il tempo umido e afoso, da dicembre in poi. La sicurezza idrica e la buona disponibilità di energia per l’irrigazione determinano in larga misura il raccolto di uva da vino della regione.
Paarl
Condizioni climatiche ideali e assenza di gravi ondate di calore. La qualità dell’uva è stata eccellente.
Robertson
La produzione è stata inferiore alla media. Condizioni ideali hanno prevalso fino alle prime piogge importanti di marzo, durante le quali è stata osservata una qualità dell’uva tra le migliori degli ultimi decenni.
Stellenbosch
Un periodo di maturazione più fresco ha garantito vini di alta qualità con le cultivar precoci. Le varietà tardive sono state più impegnative, ma le buone pratiche di gestione hanno prodotto uve di alta qualità.
Swartland
La vendemmia 2023 è stata caratterizzata da condizioni climatiche ideali durante la prima parte della vendemmia, con cultivar precoci e di mezza stagione che hanno raggiunto una maturazione ottimale e completa, con zuccheri più bassi della media.
Worcester
Un inverno e un’estate relativamente secchi e una stagione di crescita più calda hanno portato a una riduzione delle dimensioni degli acini in tutte le varietà di uva. Un fattore determinante per il minore raccolto della regione.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Record di espositori e visitatori a Enovitis in campo 2023, 17^ edizione dell’evento itinerante di Unione italiana vini dedicato alle tecnologie per la viticoltura che si è tenuto gli scorsi 7 e 8 giugno a Polpenazze del Garda (BS). Oltre quota 5.500 le presenze, nonostante il maltempo. Per il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti: «Enovitis in campo si conferma la manifestazione di riferimento in Italia per le macchine e attrezzature da vigneto, un appuntamento unico per rappresentatività, vivacità delle proposte e attualità del dibattito tecnico. La pioggia non ha compromesso la buona riuscita di un’edizione ancora una volta capace di mettere al centro le più moderne tecnologie per le operazioni agronomiche».
Sono 172 le aziende che hanno portato le proprie proposte tra i filari bresciani di Enovitis in Campo 2023, attirando l’attenzione di visitatori anche esteri, quest’anno in particolare dalla Germania, dalla Slovenia e dal Kazakistan. Sotto la lente, le soluzioni più innovative nel campo della robotica, dell’elettrificazione, della riduzione della chimica, dal biologico agli agrofarmaci fino ai biostimolanti.
E il testimone passa ora a Enovitis Extrême, il “clone” di Enovitis in campo dedicato ai vigneti di montagna e in elevata pendenza, che il 13 luglio andrà live nei vigneti della Cantina Valle Isarco – Eisacktal (Chiusa, BZ) per la seconda edizione della rassegna dinamica riservata alla viticoltura eroica. Si tratta di un approfondimento specifico sull’utilizzo di macchine operatrici e attrezzature destinate all’impiego in condizioni orografiche impervie a fronte di elevatissimi costi di produzione.
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Inizia a prendere quota il movimento del vino rosato in Campania. Mai come nell’edizione 2023 di Campania Stories i rosé hanno convinto così in massa durante la consueta degustazione alla cieca in anteprima delle nuove annate. Sempre più interessanti, in particolare, le vinificazioni in rosa dei vitigni Aglianico e Casavecchia, nelle aree del Casertano, dell’Avellinese e del Beneventano. Ecco cinque vini rosati 2022 della Campania da non perdere.
Terre del Volturno Rosato Igp Campanus 2022, Caputo 1890
60% Casavecchia, 40% Aglianico. Rosa salmone. Naso ricco, frutto rosso, bel floreale fresco, tocco minerale e ricordi di erbe della macchia mediterranea. In bocca una bella morbidezza bilanciata con la spalla fresco-acida. Sorso che si conferma ricco e goloso. 90/100
Aglianico in purezza. Naso su piccoli frutti rossi di maturità croccante (ribes, lampone), oltre ad arancia sanguinella e più morbidi ricordi di frutta a polpa gialla (pesca, accenni di ananas). Leggerissimi accenni di erbe della macchia mediterranea. In bocca si conferma sul profilo fruttato avvertito al naso, in ottima corrispondenza. Buon equilibrio tra frutto, freschezza e un accenno minerale. Vino che darà il meglio di sé a partire dai prossimi mesi. 90/100
Irpinia Rosato Dop biologico 2021, Il Cortiglio
Aglianico in purezza. Al naso ricordi agrumati, minerali e un tocco di amarena e prugna. Corrispondente al palato, nel gioco tra morbidezza e freschezza. Ritorni di frutta perfettamente matura ed erbe della macchia mediterranea. Chiude sapido, lungo, fresco. Altro rosato campano di prospettiva. 90/100
Aglianico del Taburno Rosato Dop Lady Pink 2022, Cantine Tora
Aglianico in purezza. Rosa cipria, luminoso. Naso e palato generoso, sul frutto rosso e a polpa gialla, ben riequilibrato da freschezza e mineralità. Bell’allungo fresco, speziato. Un sorso chiama l’altro: gran beva e agilità, senza scadere nel banale. 90/100.
Terre del Volturno Rosato Igp Sciròcco 2022, Sclavia
Casavecchia in purezza. Rosa salmone. Naso-bocca seriose, per un rosato che può assolutamente puntare a uscire dai canoni della “beva d’annata”. Pregevole la vena speziata in chiusura, che invita a riassaggiare e ad abbinare questo rosato al food. Una bella sorpresa a Campania Stories 2023. 91/100
Cinque vini bianchi 2022 della Campania da non perdere
Colli di Lapio, Ettore Sammarco, San Salvatore 1988 e Borgodangelo brillano tra i migliori vini bianchi a Campania stories 2023
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Conto alla rovescia per la 36ª edizione della rassegna Müller Thurgau: Vino di Montagna, in programma dal 6 al 9 luglio a Cembra. Quattro giorni alla scoperta delle migliori espressioni del vitigno creato a fine Ottocento dal prof Hermann Müller incrociando Riesling Renano e Madeleine Royal, il cui profilo sensoriale è stato di recente stabilito da un gruppo di ricercatori italiani. La terza varietà più coltivata in provincia di Trento sarà protagonista di un calendario di incontri tecnici, masterclass e degustazioni a Palazzo Maffei, oltre a trekking tra i vigneti eroici della Valle di Cembra, soste gastronomiche, tour in bike tra le cantine e intrattenimento, sino alla cena sotto le stelle lungo il viale alberato.
Da segnare in agenda anche il secondo appuntamento con il Giro del Mondo in 80 Müller, che quest’anno fa tappa in Sri Lanka. Nicky Brian, tra i protagonisti dell’undicesima edizione di MasterChef Italia, abbinerà alcune ricette del paese d’origine della sua famiglia al Müller Thurgau. La scelta sarà quella di ricorrere a vini con qualche anno di vita sulle spalle, per valorizzarne non solo la qualità, ma anche la grande versatilità e longevità. A presentare questo showcooking dai sapori esotici sarà il sommelier Andrea Amadei.
Altro momento atteso è la premiazione dei vini vincitori del 20° Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau, la rassegna che mette a confronto Müller Thurgau provenienti da diverse zone d’Italia e dall’estero. E per chi non soffre di vertigini, ci sarà la possibilità di ammirare la perfetta geometria dei vigneti eroici della Valle di Cembra dall’alto, a bordo di un elicottero. Il programma completo è reperibile sul sito ufficiale della Mostra Müller Thurgau.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Doveva essere l’edizione delle certezze ritrovate, in quell’Irpinia dove tutto ha preso vita. Invece, il programma di Campania Stories 2023, all’insegna della parola «sinergia», si è già rivelato ricco di sorprese nella giornata d’esordio, ieri pomeriggio al Castello di Gesualdo, Comune inserito tra i Borghi più belli d’Italia. Tanta commozione tra gli organizzatori e qualche accenno al grande progetto di una Doc Campania che potrebbe costituire la ciliegina sulla torta dello stesso percorso di Campania Stories, format ideato dall’agenzia di comunicazione Miriade & Partners che giunge quest’anno all’ottava edizione, come evoluzione di “Anteprima Taurasi”, “Taurasi Vendemmia”, “BianchIrpinia” e “Terra Mia”.
DOC CAMPANIA SULLO SFONDO
La Doc non viene mai menzionata, ma i rimandi sono molteplici, tra le righe dei vari interventi. Secondo quanto riferito alla stampa italiana e internazionale accorsa in Irpinia, i tempi sarebbero maturi in Campania per un progetto corale, che vedrebbe i produttori riuniti – non è ancora chiaro in che forma e con quali, eventuali rinunce – sotto il medesimo “cappello” di una Denominazione di origine controllata Campania, sul modello del Piemonte o, ancor meglio, della Sicilia. «Consorzi e produttori non hanno mai collaborato come invece fanno oggi», ha sottolineato Miriade & Partners, nell’annunciare peraltro che «Campania Stories 2024 si svolgerà nel Sannio».
Solo un accenno all’argomento anche da parte di uno dei principali promotori della Doc Campania, ovvero l’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo. «È un momento magico per il vino campano – ha sottolineato l’esponente della giunta De Luca nel suo video intervento da Bruxelles, dove si trova per impegni istituzionali – e stiamo facendo grandissimi sforzi per avere un maggiore riconoscimento e una maggiore percezione sui mercati». «Riconoscimento» e «percezione» che, come apertamente dichiarato più volte, potrebbero arrivare proprio grazie a una Doc regionale.
CAMPANIA CHIAMA BASILICATA: ECCO “GENERAZIONE VULTURE”
Certo, in un’ottica di potenziali “anteprime regionali”, dovrà forse essere rivisto lo stesso format di Campania Stories, che al momento prevede costi che variano da 500 a 850 euro + Iva (da 1 a 8 etichette) per l’iscrizione dei campioni ai tasting riservati alla stampa di settore nazionale e internazionale (elemento che scoraggia una più ampia partecipazione di cantine campane). Il programma di Campania Stories 2023 entra infatti nel vivo oggi, con gli assaggi delle nuove annate di spumanti e vini bianchi prodotti nelle principali denominazioni campane.
Domani sarà poi il turno dei vini rossi, sempre all’Hotel Villa Calvo – Ristorante La locandina di Aiello del Sabato (Avellino). Oltre 90 le adesioni da tutta la regione alla rassegna organizzata da Miriade & Partners con le aziende partecipanti. Un modo per «celebrare la sinergia tra tutte le componenti del mondo del vino: le cantine campane, Associazione italiana sommelier Ais Campania e Regione Campania». Ma non solo.
Tra le soprese della giornata di esordio di Campania Stories 2023, ancora una volta in un’ottica di espansione del progetto iniziale, si è registrata la presenza di due produttori del progetto “Generazione Vulture” (nella foto, sopra), Elena Fucci e Andrea Piccin (Grifalco). Per la prima volta in 8 edizioni, l’evento targato Miriade & Partners ha dunque aperto le porte a esperienze che superano i confini regionali, per mostrare come «confrontarsi e fare gruppo non può che arricchire».
Campania Dop, ricerca shock: «Un consumatore di vino su due non conosce i vini campani»
Campania Dop, ricerca shock: «Un consumatore di vino su due non conosce i vini campani». Intervento assessore Nicola Caputo a Vinitaly 2023
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
L’Igt Colli di Salerno Fiano 2021 “Vale” di Viticoltori Lenza è uno dei vini bianchi presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023 di winemag.it. Se tra i Colli di Salerno c’è una certezza, quella è appunto la cantina Viticoltori Lenza, che col suo Fiano (ma non solo) convince sempre più, di vendemmia in vendemmia.
“Vale” si presenta nel calice di un giallo paglierino intenso. Al naso agrumi, dalla buccia al succo, oltre a un tropicale intenso, di grande precisione e succulenza. Erbe della macchia mediterranea a fare da contorno e a rendere ancora più intrigante il bouquet.
Al palato il Fiano “Vale” rivela una bella tensione d’agrume, con ritorni di frutta esotica ed erbe aromatiche, sul filo conduttore della sapidità. Vino che sancisce, anzi consacra, la crescita assoluta della cantina guidata dall’appassionato vignaiolo Guido Lenza.
Guida top 100 - 2023
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Riflettori puntati sulla qualità dell’annata 2022 a Sicilia en primeur 2023, l’anteprima vini siciliani organizzata da Assovini. In attesa di pubblicare i migliori assaggi di winemag.it effettuati alla cieca, ecco il focus sulle caratteristiche dei vini ottenuti dall’ultima vendemmia. «L’annata 2022 – ha spiegato Mattia Filippi, enologo e fondatore della società di consulenza agronomica ed enologica Uva Sapiens – è stata una delle più eterogenee degli ultimi anni, qualitativamente molto ricca e diversificata, come si può riscontrare dall’eleganza, dalla maturità fenolica e fragranza dei vini prodotti».
I territori viticoli siciliani, estremamente diversi per peculiarità orografiche, ampelografiche e microclimatiche – ha aggiunto Filippi – hanno vissuto una buona annata produttiva, nella media degli ultimi anni, con un incremento nella ricchezza delle diverse espressioni qualitative per le diverse varietà».
Antonio Rallo, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, ha poi ripercorso la storia del Consorzio Doc Sicilia sin dal 2012, anno della sua fondazione. «La ricchezza dell’isola è data da un clima invidiabile ma anche da un territorio che presenta più di 70 varietà autoctone e 42 mila ettari di viticoltura sostenibile. Tra i nostri impegni prioritari c’è quello di dedicarci alla conservazione della biodiversità generata da 3 mila anni di viticoltura nell’isola».
LA VENDEMMIA 2022 IN SICILIA
La vendemmia 2022 ha avuto una produzione inferiore dell’8,9% rispetto alla media degli ultimi 13 anni. La minore produzione è in parte legata alla diminuzione degli ettari vitati. Secondo le informazioni fornite da Assovini, l’isola ha perso tra il 2008 e il 2018 circa 40 mila ettari vitati, arrivando oggi a un’estensione totale del vigneto di circa 110 mila ettari. La Sicilia si è comunque confermata nel 2022 tra le regioni vitivinicole più produttive in Italia, in linea con i livelli degli ultimi 10 anni, con una resa media di 67 q.li/ha. Fa eccezione la zona Sud Est, in cui si è registrato un calo della produzione del 29,2% rispetto alla media.
Sul fronte delle temperature e della somma termica, la primavera è stata leggermente più fredda in Sicilia e ha determinato un ritardo medio di 2 giorni sul germogliamento. L’inizio dell’estate si è rivelato più caldo della media, ma con una fase di fioritura e maturazione ottimale. Nel 2022, sempre secondo il report presentato da Mattia Filippi durante il convegno conclusivo di Sicilia en Primeur 2023, le piogge del periodo vegetativo hanno rappresentato il 37% delle piogge annuali. Buone notizie dall’indice SPI riferito al rischio siccità, che evidenzia «una situazione stabile». Le ottime piogge autunno/primaverili hanno anzi garantito «una situazione idrica molto buona, grazie alle risorse di acqua accumulate nei suoli».
BASI SPUMANTI SICILIA: 5 GIORNI DI ANTICIPO NELLA RACCOLTA
La stagione primaverile leggermente più fredda ha generato un ritardo nella ripresa vegetativa di 3-7 giorni nelle diverse zone del trapanese. Maggio, giugno e luglio sono stati caratterizzati da temperature massime più alte della media, ma anche da una fase vegetativa contenuta che ha permesso di affrontare le anomali climatiche, soprattutto l’assenza di precipitazioni a giugno, luglio e agosto.
La vendemmia è iniziata i primi di agosto, con lo Chardonnay per le basi spumante, in media 5 giorni in anticipo rispetto al 2021. La vendemmia del Grillo è stata nella media storica, mentre il Catarratto è stato raccolto in ritardo di 6 giorni. La vendemmia delle uve rosse è iniziata a fine agosto con il Nero d’Avola e si è conclusa con il Perricone, a fine Settembre nelle aree collinari del palermitano.
«Le uve nere precoci, così come quelle derivanti da viti giovani – ha sottolineato Filippi – hanno avuto leggeri sintomi di blocco della maturità fenolica, con estrazione degli antociani più limitata durante le fasi di macerazione fermentativa. Le uve nere e bianche raccolte dalla prima decade di settembre in poi hanno goduto, al contrario, di condizioni ideali, con escursioni termiche nettamente sopra la media e precipitazioni che hanno permesso alle viti di produrre uve toniche, con grande maturità fenolica e spiccata aromaticità».
SICILIA OCCIDENTALE: TRAPANI E PALERMO
Il Lucido – nome adottato nel 2018 per il Catarratto – è la varietà che ha resistito meglio alle anomalie climatiche, segnando una settimana di ritardo alla raccolta. Un’ottima annata, con una buona acidità e un’impronta varietale elegante e di tono internazionale.
Il periodo vegetativo del Grillo è stato regolare e ha portato ad un’ottima maturazione, con produzioni medie inferiori anche del 15%, un buon equilibrio acido e un ottimo profilo aromatico molto interessante. Tempestività di raccolta fondamentale.
Capitolo Perricone. Il lungo periodo vegetativo ha permesso di avere una perfetta evoluzione aromatica e fenolica. L’enologo Mattia Filippi lo ha definito «Slow vine». Syrah incasellato invece tra le «garanzie» della viticoltura siciliana. La varietà ha «un’ottima capacità di adattabilità all’annata» e ha raggiunto in occasione dell’annata 2022 «un’ottima complessità fenolica ed aromatica, con più frutta che spezia».
SICILIA CENTRO-SUD: AGRIGENTO E CALTANISSETTA
L’area della Sicilia centro-meridionale è stata caratterizzata da una stagione primaverile mite, con pochi fenomeni piovosi e sotto la media. Andamento vegetativo regolare e contenuto durante tutta la stagione: estate con temperature più alte della media, ma le buone escursioni termiche e l’ottima umidità notturna ha favorito la maturazione delle uve. La vendemmia è iniziata i primi di agosto, con la raccolta dello Chardonnay. La vendemmia delle uve nere è iniziata a inizio settembre con il Nero d’Avola e il Syrah.
Chardonnay «sempre molto performante e plastico», in questa macro zona. L’equilibrio vegetativo durante la stagione ha contribuito a produrre vini molto equilibrati con ottime espressioni varietali. Fondamentale, anche in questo caso, la tempestività alla raccolta. Il Viognier, raccolto da inizio settembre, ha avuto una maturazione ottimale, con profili aromatici tipici della varietà: «Didattico».
Ecco poi il Nero d’Avola: nei territori più vocati grande maturazione delle uve, con un buon risultato di struttura e di profilo aromatico nei vini: «Identitario», lo ha definito Filippi. Infine il Syrah: maturità fenolica e buona espressione varietale raggiunta soprattutto nelle zone con raccolta più tardiva. Le leggere piogge di agosto hanno salvato l’annata. «Una riconferma».
SICILIA SUD ORIENTALE: RAGUSA E SIRACUSA
L’annata 2022 è stata caratterizzata da precipitazioni sotto la media della zona. Una primavera mite ed un’estate con buone escursioni termiche, sono state le condizioni ottimali per un buon sviluppo vegetativo. Maggio, giugno e luglio sono stati caratterizzati da temperature massime più alte della media, limitando la crescita vegetativa. Ma le forme di allevamento tipiche della zona sono state un ottimo alleato.
La vendemmia è iniziata ad sgosto con le varietà bianche a partire dal Moscato bianco, ed è proseguita a Settembre con la vendemmia delle uve Frappato e Nero d’Avola. Quanto al profilo delle singole varietà, il Moscato Bianco nel 2022 ha avuto «una buona produzione e ottima qualità, caratterizzata da una buona maturità aromatica». Ma questa fetta di Sicilia è uno dei territorio più vocati per il Nero d’Avola.
La buona stagione vegetativa ha permesso di avere una buona maturazione fenolica ed aromatica, mantenendo un buon corredo acidulo, con colori leggermente meno intensi. Per il Frappato «caratteristiche varietali tipiche», sempre nella descrizione di Uva Sapiens, grazie al lungo periodo vegetativo che ha garantito un’«aromaticità fragrante» ai vini. La maturazione delle uve è stata ottimale con tannini setosi.
SICILIA NORD ORIENTALE: CATANIA, MESSINA ED ENNA
La stagione vegetativa nell’area nord orientale è stata caratterizzata da una primavera mite e poco piovosa, con un’estate più secca della media, condizioni ottimali per la maturazione delle uve sull’Etna. La vendemmia è iniziata a metà agosto con l’internazionale varietà vicino al mare, è proseguita a metà settembre sull’Etna con l’inizio della vendemmia di Carricante e Nerello Mascalese per i vini rosati.
Il periodo vendemmiale delle uve rosse è stato probabilmente uno dei più lunghi, partito in anticipo e conclusosi nell’ultima decade di ottobre con il Nerello Mascalese dell’Etna, grazie a -75% di pioggia a settembre e ottobre rispetto alla media. Il focus sulla vendemmia 2022 in quest’angolo di Sicilia vede un Carricante raccolto con qualche giorno di anticipo rispetto alla media. L’annata leggermente più secca ha influito su un anticipo di maturazione, rallentata da qualche precipitazione ad agosto, che ha favorito «un’ottima dotazione aromatica e un grande equilibrio acidico delle uve», capace di dare «vini di spessore».
Grande annata per il Nerello Mascalese sull’Etna. Le poche piogge durante la fase di maturazione hanno permesso una maturazione lunga e regolare, come nelle migliori annate. Il Nerello Mascalese ha raggiunto la maturazione fenologica ottimale. Vini, in sostanza, da acquistare en primeur. Per il Nocera, varietà siciliana tipica del messinese, una stagione vegetativa lunga, con una perfetta evoluzione aromatica e grande struttura e complessità. Chi ha saputo attendere ha ottenuto vini di grande spessore.
LA VENDEMMIA SULLE ISOLE DELLA SICILIA: PANTELLERIA ED EOLIE
Focus anche sulle caratteristiche della vendemmia 2022 sulle isole siciliane in occasione del convegno finale di Sicilia en Primeur 2023. La stagione primaverile leggermente più fredda ha generato un ritardo nella ripresa vegetativa di 4 giorni rispetto alla media a Pantelleria. Tutto il periodo vegetativo ad esclusione di marzo e aprile è stato caratterizzato da temperature massime più alte della media, ma con una fase vegetativa equilibrata e non sofferente.
Nel periodo di sviluppo e accumulo della componente aromatica ci sono state escursioni termiche ben oltre la media che ne hanno favorito una ricca dotazione di aromi, soprattutto per lo Zibibbo. La vendemmia dello Zibibbo, varietà ormai divenuta sinonimo di Pantelleria senza neppure la necessità di nominarla, è iniziata nella terza decade di agosto per la produzione di vini secchi. Si è atteso inizio settembre per lo Zibibbo destinato all’appassimento e alla produzione del passito di Pantelleria. Dotazione acida nella norma e un ottimo profilo aromatico, tipico del varietale.
Le Eolie hanno avuto una stagione vegetativa caratterizzata da una primavera mite e tendenzialmente più secca della media stagionale e con gran parte dell’estate senza pioggia. Il vero marker dell’annata è stato il mese di agosto. Precipitazioni triplicate, sommatorie termiche del 22% sotto la media ed escursioni tra notte e giorno da record. Tutte condizioni perfette per ottenere grandi uve. Le varie fasi vegetative sono state regolari, ma con un leggero anticipo rispetto alla media degli anni scorsi.
Regina delle Eolie (Lipari e Salina) è la Malvasia, raccolta in occasione della vendemmia 2022 a partire dall’inizio di settembre. La varietà ha avuto una maturazione ottimale, con profili qualitativi tipici della varietà. Estremamente fine nella sua delicata aromaticità. Il Corinto, altra varietà tipica delle Eolie, ha avuto una stagione vegetativa regolare, con una perfetta evoluzione aromatica e fenolica. Ha goduto appieno delle condizioni di agosto e settembre.
Enoturismo, Sicilia tra le top destination italiane: «Modello California»
Enoturismo, Sicilia tra le top destination italiane: «Modello California». La scommessa delle cantine aderenti ad Assovini
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
L’Alta Langa cresce nei numeri e nella testa. Il millesimo 2019, presentato in anteprima alla stampa e agli addetti del settore alla Reggia di Venaria lunedì 8 maggio in occasione della Prima dell’Alta Langa 2023 conferma l’attitudine alla qualità dei padri fondatori del Consorzio e dei loro “discepoli”. Altra costante della denominazione piemontese è la lettura fedele dell’annata nel calice. L’ultima annata si dimostra generalmente più verticale e tesa rispetto alla 2018 e perfetta per i lunghi affinamenti, con qualche (rara) eccezione dovuta alla scelta del dosaggio. Da poco sul mercato anche gli Alta Langa Riserva 2016, tra i quali spicca la doppietta di gran classe firmata Ettore Germano: un Blanc de Blancs e un Blanc de Noirs assolutamente da non perdere.
Tutti elementi che contribuiscono a disegnare in maniera sempre più netta i contorni di una Denominazione che non punta alla massa, ma al consumatore attento, formato, esperto. Molte aziende che negli ultimi anni hanno investito nell’Alta Langa hanno una reputazione consolidata nella produzione di vini fermi di pregio, come Barolo e Barbaresco. Cantine per le quali il Metodo classico non potrà mai essere un semplice “accessorio”, bensì la ciliegina sulla torta del puzzle di vini d’eccellenza, targati Piemonte.
Tra gli esordienti, a convincere su tutti è Anna Maria Abbona con il suo “San Bartomé” Extra Brut 2019 (4000 bottiglie per l’annata 2019, che diventeranno già 15 mila col millesimo 2021). «Per noi – spiega il cantiniere Lorenzo Schellino – l’Alta Langa, ad oggi, rappresenta un vino fatto in vigna. Sfruttando le zone a disposizione e i nostri suoli, otteniamo vini base predisposti per la spumantizzazione, senza grandi ritocchi in cantina. Vini di vigna, competitivi sul mercato anche a confronto con Champagne e altre grandi denominazioni».
Grandi conferme dell’intera gamma di Enrico Serafino che, con il direttore commerciale Lino Lanfrancone, analizza ancora più a fondo il fenomeno: «L’Alta Langa è prima di tutto una riappropriazione dei piemontesi delle origini del Metodo classico italiano, dato che siamo stati i primi in Italia a produrlo. I terreni sono di qualità indiscutibile: siamo in Langa, dove vengono prodotti Baroli e Barbareschi, al di sopra dei 250 metri. Il disciplinare è l’unico che dà un minimo di altitudine. Il Franciacorta, per esempio, dà un massimo di altitudine.
C’è voglia di rimettersi in gioco, di riproporre il grande Metodo classico italiano con vitigni internazionali come Pinot Nero e Chardonnay e di lavorare con vigneti di altissimo pregio per ottenere cuvée rappresentative di una parte del territorio e del vitigno.
Noi lavoriamo all’85% con il Pinot Nero perché reputiamo lo Chardonnay un vitigno adattivo, capace di adattarsi a dove lo si pianta: è un orgoglio avere grandi vigne di Pinot Nero, qui capace di dare grande longevità, piacevolezza, durezza, grinta, carattere. Non abbiamo timore di aspettare, anzi: oggi abbiamo portato uno Zero millesimo 2014 sboccato tre anni fa, quando in vendita abbiamo un 2017».
Eppure, tra i recenti ingressi nel mondo Alta Langa, non mancano interpretazioni “timide” del vigneto e del varietale, con dosaggi zuccherini volti a rendere – per ammissione stessa di alcuni produttori – più «commerciale» e «vendibile» la novità dell’assortimento. «A chi si approccio alla Denominazione – è il messaggio di Lino Lanfrancone – posso solo dire che l’esperienza fa la differenza. La Fiat ha sempre cercato di accontentare tutti, ma non è mai diventata leader. Puntando solo sulla qualità, Audi è arrivata in alto. Questo vale per auto, orologi, borse e vino. L’idea di base è distinguersi: dieci anni fa bevevano tutti roba tendenzialmente dolce, ma da quando i Pas Dosé hanno iniziato ad essere buoni, la gente si è spostata su questa tipologia».
Della stessa idea Sergio Germano (Ettore Germano): «Ho scelto di presentare alla Prima dell’Alta Langa 2023 le due riserve 2016, sboccate a novembre 2022. Per il Blanc de Blancs è la seconda annata, dopo la 2015. Per il Blanc de Noir si tratta invece della terza annata. Dopo un esperimento con meno di 2 mila bottiglie nel 2014 sono seguite 3.500 bottiglie per entrambe le tipologie nel 2015, sino ad arrivare alle 6 mila bottiglie per ciascuna delle Riserve 2016. I clienti hanno apprezzato queste nuove selezioni, abbiamo esaurito tutte le bottiglie delle annate precedenti. L’idea è quella di dare un messaggio alla tipologia riserva dell’Alta Langa, con uno spumante che permane sui lieviti 65 mesi, 5 in più dell’obiettivo minimo che si porrà il nuovo disciplinare, per la tipologia Riserva».
Secondo la mia esperienza, ed è un’opinione condivisa con altri colleghi – commenta ancora Sergio Germano – la differenza nell’Alta Langa di qualità la fa l’attenzione nella pressatura, la scelta delle frazioni, per non avere amari e acidità aggressive, partendo ovviamente da uve di qualità, con l’idea di fare un Pas Dosé. Esce così questo territorio che regala vini sapidi, minerali, freschi, connotati al contempo da un’estrema piacevolezza, nonché dalla tipica gastronomicità dei vini piemontesi. Il tutto con l’annata sull’etichetta, ovvero il millesimo. Sono poi convinto che il tempo è galantuomo con l’Alta Langa: bisogna lasciarlo sui lieviti, e con il tappo dopo la sboccatura»
E sul successo della denominazione: «È fisiologico – aggiunge il patron della Ettore Germano – che l’Alta Langa abbia iniziato a destare l’interesse di molti. Qualcuno più motivato, qualcuno più aggressivo e volenteroso di saltare su un treno che adesso viaggia veloce. Dobbiamo andare avanti così, senza abbassare l’asticella, convincendo i nuovi arrivati a condividere con noi gli obiettivi originari. Il fatto che l’Alta Langa sia veicolata dal Piemonte e dai suoi produttori è una garanzia di qualità anche per il futuro: un biglietto da visita pesante, in linea con la personalità e identità molto definita di questa denominazione, in un periodo in cui l’interesse internazionale cresce nei confronti delle bollicine».
Sabrina Perrone parla a nome di un’altra azienda che si affaccia per il secondo anno a un Alta Langa Pas Dosé, l’Azienda Agricola Fabio Perrone di Valdivilla, frazione di Santo Stefano Belbo (CN): «Il nostro Brut Nature 2019, 80% Pinot Nero e 20% Chardonnay, 2 mila bottiglie complessive, proviene da un vigneto a 650 metri sul livello del mare. Il vigneto può arrivare a produrre 6.500 bottiglie e le raggiungeremo, perché crediamo molto in questo vino e nella scelta di un dosaggio zero dettata dal nostro approccio: non aggiungere zucchero o liqueur ci consente di non “conciare” il vino, presentandolo in tutto il suo carattere e “pulizia”. Con il nostro ingresso nell’Alta Langa vogliamo puntare sul mercato italiano di nicchia».
Simone Allario Piazzo di Piazzo Comm. Armando di Alba (CN), è tra i sostenitori di una linea più “moderata”. «Siamo all’esordio nell’Alta Langa con le prime 3.600 bottiglie – spiega – e abbiamo dunque pensato a di partire tenendo conto innanzitutto dei risvolti commerciali. Siamo produttori di Barberesco e di Barolo e, anche in questo caso, con alcune etichette, ci stiamo concentrando sul concetto di bevibilità, propendendo per un Brut. In gamma, del resto, abbiamo anche un Nebbiolo in purezza Metodo classico Vsq non dosato, più incline al nostro gusto personale certamente non per tutti. L’idea, senza alcuna fretta, è quella di produrre in futuro anche un Alta Langa Pas Dosé, magari Riserva».
Daniele Cusumano, classe 1983 titolare ed enologo di Tenute Rade – Poderi in Calamandrina (AT) ha invece percorso una terza via. «Per il nostro Alta Langa Riserva preferiamo lavorare bene sulla cuvée ed evitare di intervenire con la liqueur d’expedition. Per questo abbiamo scelto la fermentazione malolattica al posto del dosaggio, ottenendo così un bilanciamento degli acidi. Non è una ricetta: in occasione del millesimo 2015 è stata svolta al 30%, in altre annate potrà essere diverso».
Sylla Sebaste, figlia di Mauro Sebaste che deve il nome alla nonna, fondatrice dell’azienda agricola di frazione Gallo, ad Alba (CN), presenta la seconda annata della cantina, la 2019, ancora una volta Pas Dosé. «Siamo voluti entrare in questo mondo per volontà di mio padre, che crede moltissimo in questa denominazione e siamo sicuri che si svilupperà ulteriormente nel prossimo futuro. Per arrivare alla nostra idea di Alta Langa ne abbiamo assaggiati molti alla cieca, traendone ispirazione. Crediamo che debba essere un vino molto rappresentativo del territorio e siamo entrati a gamba tesa in questo segmento, con un Alta Langa distinguibile». Molto particolare l’approccio della cantina Mauro Sebaste, che può contare su una cuvée frutto di 4 cloni di Pinot Nero e altrettanti di Chardonnay, selezionati appositamente in Champagne.
Un’altra donna al timone è Sara Vezza, dell’omonima azienda agricola che può contare anche sul brand Josetta Saffirio per il Barolo, a Monforte d’Alba. Si tratta di una delle aziende che sta investendo maggiormente nell’Alta Langa, con 3.500 bottiglie nel 2018 che arriveranno a 11 mila col millesimo 2022. Circa 4 mila le bottiglie del 2019 in assaggio alla Prima dell’Alta Langa 2023, frutto di uve acquistate a Perletto e Clavesana, poi interamente lavorate e confezionate. «Abbiamo investito in un progetto di vigneto molto ambizioso, a 680 metri di altitudine, a Murazzano (CN), non ancora entrato in produzione, per arrivare a una superficie complessiva di 8 ettari. L’Alta Langa risponde a requisiti di grande qualità ed è un brand che vuole focalizzarsi sulle bollicine di alto livello.
Speriamo che il Consorzio lasci spazio ai piccoli produttori artigianali presenti nella base sociale, consentendo loro di costruire una rete di sostegno alla denominazione. L’esempio da seguire è quello del Consorzio del Barolo e Barbaresco, vera e propria costellazione di vignaioli custodi e interpreti del territorio, con il minimo comun denominatore della qualità.
Forse sarebbe il caso di rivedere lo statuto, riflettendo sull’opportunità di rimodulare la rappresentatività dei soci tenendo maggiormente in considerazione vignaioli e piccoli produttori e non solo il numero di bottiglie prodotte. Se non ci si sente coinvolti in un progetto comune è difficile condividere gli obiettivi: al contrario, se si fa parte di una visione comune, ci si sente molto più motivati. Accentrare è un peccato».
Invita alla massima fiducia la presidente del Consorzio Alta Langa Mariacristina Castelletta (Tosti 1820). «Abbiamo scelto questa location non solo perché la Reggia di Venaria è strepitosa, ma perché dispone di questa sala, con dimensioni particolari: è lunga 80 metri, larga 12 e alta 15. Dai 18 produttori dell’edizione 2018 siamo diventati 60 e ci tenevo che ci presentassimo tutti insieme, uniti, al cospetto del pubblico qualificato di operatori che ha risposto con grande entusiasmo alla Prima dell’Alta Langa 2023, quinta edizione della kermesse. La crescita, del resto, è avvenuta sotto tutti i profili».
«Credo che il segreto sia l’unicità dell’Alta Langa – aggiunge Castelletta – uno spumante diverso da qualsiasi altro Metodo classico italiano e internazionale e per questo ricercato. Registriamo nel 2022 un +67% di bottiglie sul mercato rispetto al 2021: 1,7 milioni di bottiglie già vendute rispetto ai 3 milioni di bottiglie prodotte, grazie ai 377 ettari attuali. Visto l’interesse, che si respira anche qui, abbiamo programmato nuovi impianti per ulteriori 220 ettari nel triennio 2023-2025, nel segno della grande fiducia che muove tutti noi produttori». Il futuro è solo da scrivere.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Scendono i consumi di vino nella Grande distribuzione italiana, ma salgono i prezzi. Le elaborazioni dell’Osservatorio Uiv-ismea su base NielsenIQ relative al primo trimestre 2023 confermano le analisi di Vinialsuper, la rubrica di winemag.it dedicata ai vini in vendita al supermercato. Nel periodo preso in considerazione, così come evidente anche dai volantini promozionali delle maggiori insegne di supermercati, i valori – spinti dagli effetti dell’inflazione sui prezzi – salgono di 2 punti percentuali a 673 milioni di euro. Al contempo si registrano i livelli più bassi di vendite allo scaffale anche rispetto al pre-Covid (2019), con i volumi di vino acquistati in calo tendenziale del 6,1%.
Una partenza ad handicap, che si riflette in particolare nei volumi commercializzati di vino fermo (-7,3%) e ancora di più per i prodotti Dop, a -9,2% e con i rossi a -10,5%. Secondo l’analisi dell’Osservatorio, una «riprova del fatto che il rialzo dei valori non è legato a una domanda maggiormente orientata verso il segmento premium (i vini comuni perdono la metà rispetto alla media) ma a un surplus di costi produttivi che ha generato un rincaro medio dei prezzi allo scaffale del +8,7%».
In controtendenza la tipologia spumanti, che cresce in volume del 3,9% (+9,8% i valori), ma l’incremento è interamente generato dall’exploit degli spumanti low cost (+15,6%), segmento che presenta un prezzo medio allo scaffale di appena 4,47 euro/litro. Come evidenziato anche da Vinialsuper, gli spumanti generici a basso costo stanno prendendo soprattutto il posto del Prosecco, tanto da arrivare a sfiorare il 40% dei volumi venduti in Gdo tra le bollicine italiane. Lo spumante veneto-friulano cala del 2,8% a volume, mentre lo Champagne il rosso è del 5,8%. Salgono l’Asti Spumante (+11,8%) e i Metodo classico (+4% volume), da confrontare però con il -35% registrato nell’omologo periodo del 2022.
GDO: LE DENOMINAZIONI IN CADUTA
In generale, la dinamica più sfavorevole coinvolge – oltre i vini fermi a denominazione – anche gli Igp (volumi a -8,4%). I vini comuni si fermano a -4,6%. Più pesanti le perdite per i vini rossi, che cedono l’8,2% volumico contro il -5,6% dei bianchi e il -11,2% dei rosati. Sopra la media la contrazione dei vini bio (-8,6%). A livello di canali, i più in sofferenza sui volumi risultano i discount (-10%), a fronte di iper e super che chiudono il trimestre rispettivamente a -4% e -5%. Profondo rosso per l’e-commerce: nonostante il sostanzioso taglio dei prezzi, le vendite online segnano a marzo -19,6%.
Andando nel dettaglio dei vini IG più venduti in Gdo, troviamo picchi negativi del -9% per il Chianti, -14% per il Montepulciano d’Abruzzo, -20% per la tipologia Salento, -18% per il Nero d’Avola Sicilia, -20% per la Bonarda oltrepadana, -13% per la Barbera piemontese e -9% per il Lambrusco Emilia e il Cannonau di Sardegna. Stabili – tra i top seller – le Igt Terre siciliane e Puglia, in leggera contrazione Valpolicella e Dolcetto piemontese (-5%). L’unico tra i big che si conferma in buona salute, anzi in costante crescita è il Vermentino di Sardegna, con +1% in volume. Molte le denominazioni che registrano aumenti di listino sopra la media nazionale: Montepulciano +13%, Barbera piemontese +11%, Nero d’Avola a +13%, Bonarda a +12%, Verdicchio a +20%.
«Come previsto – evidenzia il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti – non sarà un anno facile per il vino italiano, che anche nelle esportazioni registra a gennaio un calo del 4,3% su pari periodo del 2022, con variazioni fortemente negative nella domanda extra-Ue. Il limitato potere di acquisto in Italia e nel mondo, assieme a un surplus dei costi delle materie prime secche, impongono la massima attenzione e concertazione da parte di una filiera le cui imprese stanno assorbendo direttamente parte dei rincari alla produzione. Ma evidentemente non basta».
Vini al supermercato è la rubrica dedicata al vino in vendita nelle maggiori insegne di supermercati presenti in Italia. Nella Gdo viene venduta la maggior percentuale di vino italiano. Qui potrai trovare recensioni, punteggi e opinioni sui migliori vini in vendita nella Grande distribuzione organizzata, valutati con cognizione di causa, spirito critico costruttivo e l’indipendenza editoriale che ci caratterizza. Inoltre, una rubrica sempre aggiornata sui migliori vini in promozione presenti sui volantini delle offerte delle maggiori insegne di supermercati italiani. Vini al Supermercato è la guida autorevole ai vini in vendita in Gdo, con una pubblicazione annuale delle migliori etichette degustate alla cieca dalla nostra redazione. Seguici anche su Facebook ed Instagram. Sostieni la nostra testata giornalistica indipendente con una donazione a questo link.
Circa 39 milioni di bottiglie vendute per un fatturato totale di 489 milioni di euro. Sono i numeri del 2022 delle 200 cantine riunite nell’associazione tedesca VDP – Verband Deutscher Prädikatsweingüter, il più antico gruppo di aziende vitivinicole al mondo. Un anno complicato dagli strascichi della pandemia e dalle nuove sfide del conflitto Russia-Ucraina, oltre che dagli aumenti generalizzati dei costi di produzione (gas, energia, vetro). Buona comunque la tenuta sui mercati delle aziende dell’Aquila, che in media hanno fatturato 2,45 milioni di euro a testa.
I dati diffusi dalle VDP Prädikatsweingüter in seguito all’appuntamento con la VDP.Weinbörse 2023 di Mainz (23-24 aprile) dimostrano la «buona sopravvivenza» del gruppo di cantine al periodo ostile. Nel 2022 tengono prezzi e quota percentuale rispetto al totale della produzione dei quattro livelli di classificazione: Vdp.Gutswein a 11,00 euro (63%), Vdp.Ortswein a 14,00 euro (20%), Vdp.Erste Lage® a 20,00 euro (12%) e Vdp.Grosse Lage® a 37,00 euro (5%). Il prezzo medio di una bottiglia di vino tedesco è infatti pari a 3,71 euro al litro (2,84 in Italia e 5 euro in Francia, secondo un recente studio Unicredit-Nomisma).
EXPORT IN CRESCITA PER LE CANTINE VDP
Le vendite si sono concentrate per il 73% sul mercato interno, con un calo rispetto al 79% del 2021. Sale infatti al 27% l’export, in crescita rispetto al 21% del 2021. La classifica dei principali Paesi di esportazione dei vini Vdp vede in testa la Scandinavia (Danimarca e Norvegia), seguita da Stati Uniti e dal duo Paesi Bassi – Belgio. L’analisi del vigneto 2022 mette in evidenza la diminuzione delle rese, passate dai 71 hl/ha del 2018 ai 62 hl/ha della vendemmia 2022.
Un trend comunque in crescita, come dimostrano le raccolte intermedie del quinquennio (52 hl/ha nel 2019, 55 hl/ha nel 2020 e 53 hl/ha dell’annata 2021. Circa 5.588 gli ettari complessivi a disposizione delle 200 cantine del Vdp (circa 28 ettari a testa) pari a circa il 5,5% della superficie viticola tedesca. Mentre il gruppo dell’Aquila lavora all’obiettivo 2025 della certificazione sostenibile per il 100% degli associati – la risoluzione risale al 2021 – al momento sono 76 le tenute VDP che lavorano con metodo biologico o sono in fase di conversione.
VDP VERSO IL 100% DI CANTINE CERTIFICATE SOSTENIBILI ENTRO IL 2025
Il che significa che poco meno del 40% della superficie viticola VDP è coltivata con metodo biologico, contro il 12,5% del vigneto tedesco. Il 16% della superficie viticola biologica tedesca è coltivata dalla VDP. Sono 17 le tenute che optano per la viticoltura biodinamica, mentre il numero sale a 43 per la certificazione di sostenibilità (1.881 ettari complessivi, pari al 34% della superficie viticola VDP).
Siamo grati che il nostro approccio artigianale sia apprezzato anche in tempi difficili – commenta Steffen Christmann, presidente della VDP – e che i nostri vini orientati al territorio siano molto richiesti. Le restrizioni, ma anche la chiara profilazione degli ultimi anni, stanno dando i loro frutti. Tuttavia, siamo preoccupati per la situazione economica generale, soprattutto per la viticoltura tedesca nel suo complesso».
«Il fatto è che l’enorme aumento dei costi, così come le normative sempre più severe, si scontrano con mercati in cui il potere d’acquisto della popolazione nel suo complesso sta sprofondando. Siamo ancora più convinti – conclude Christmann – che i vini di alta qualità provenienti dai nostri paesaggi vitivinicoli siano un grande successo e non siano intercambiabili con altri».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Un viaggio tra i vini dell’Alto Piemonte corrisponde ad un tour nelle profondità geologiche dell’antico supervulcano della Valsesia. Ogni collina, ogni zona, ogni Doc, ogni Docg sono caratterizzate da una diversità di terreni e di dislocazioni, di temperature e di consistenze della terra. Di colori e di microclima. Ad unire tutto è il vitignoNebbiolo, che qui assume la denominazione di Spanna. Una varietà vinificata principalmente in purezza a Gattinara, Ghemme e Lessona. A Boca, Bramaterra, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Fara, Sizzano e Valli Ossolane viene corroborato da altri vitigni, come Vespolina e Uva Rara, in percentuale diversa.
Il colore, i profumi e i gusti dei vini sono oltremodo diversi, specifici in alcuni casi, ma al tempo stesso unici per molti tratti. Alla vista i vini non sono molto carichi, rispettando le caratteristiche cromatiche del Nebbiolo. Al naso però risultano generalmente intensi e penetranti, grazie all’affinamento in botte. Al palato, i Nebbioli dell’Alto Piemonte sono forti, sontuosi, appaganti, talvolta tannici, dimostrando la possibilità di affinamento nel tempo e di una evoluzione medio-lunga, verso canoni di eleganza e maggiore morbidezza.
Una terra vocata alla produzione di vini rossi, dunque. Partendo dal Nebbiolo e dagli altri vitigni, i produttori locali danno vita anche ad ottimi rosati e persino a spumanti Charmat. Non mancano i vini bianchi, prodotti per la maggior parte con il vitigno Erbaluce (noto in zona come Greco novarese), che qui esprime molte delle sue potenzialità. Un’occasione unica per degustare questo mosaico è Taste Alto Piemonte, andato in scena il 15, 16 e 17 aprile 2023 al Castello di Novara. Di seguito i migliori assaggi di winemag.it tra i vini delle quarantasei cantine che hanno aderito all’annuale rassegna del Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte.
I MIGLIORI ASSAGGI A TASTE ALTO PIEMONTE 2023
Colline Novaresi Doc Nebbiolo 2020, Cantina la Smeralda
Nebbiolo al 100%. Al naso sembra poco intenso, nonostante i sei mesi trascorsi in barrique di rovere francese, e il colore appare piuttosto scarico, ma al palato esplode in una serie di gusti di rosa passita e viola, di cuoio e tabacco. Spettacolare. Chissà tra qualche anno…
Nebbiolo al 100%. Al naso sono molto evidenti le note di vaniglia e di frutta rossa. In bocca esplode una sensazione di prugne rosse e ciliegie sotto spirito, è un vino forte e potente che stupisce e che è molto indicato con arrosti o con carni alla brace.
Coste della Sesia Doc Nebbiolo 2015 “Castellengo”, Centovigne – Castello di Castellengo
Nebbiolo al 100%. Al naso è intenso e molto elegante, il calice sprigiona note floreali e balsamiche in maniera molto intensa. In bocca il vino conferma le premesse olfattive e si conferma vino elegante, con tannini delicati e senza peccati di giovinezza. Austero, signorile, affascinante, davvero molto piacevole.
Boca Doc 2013 Vigna Cristiana, Podere ai Valloni
Nebbiolo70%, Vespolina 20%, Uva Rara 10%. Vino che al naso già lascia prevedere le sue qualità: intenso, con piacevoli note fruttate e di boisè, di cuoio e di vaniglia, compie 36 mesi in botte di rovere e 12 mesi in bottiglia e l’affinamento porta a realizzare un vino d’autore. Il gusto ricorda frutti rossi e di sottobosco, viola di campo e lampone, ciliegie sotto spirito. Eccellente.
Nebbiolo 70%, Croatina 20%, Vespolina 7%, Uva Rara 3%. E’ un vino che mantiene le premesse e le speranze che vengono riposte in un prodotto proveniente da uno dei terreni più scoscesi dell’Alto Piemonte. Al naso è un vino fortemente balsamico e floreale, che penetra nel naso con la forza della sua giovinezza e del suo tannino nemmeno troppo tagliente. In bocca conferma le sue peculiarità e le caratteristiche già espresse al naso, piacevole e decisamente pronto alla beva.
Fara Doc 2020 “Barton”, Boniperti Gilberto
Nebbiolo 70% Vespolina 30%. Questo giovane vino realizzato con Nebbiolo e Vespolina si caratterizza per la sua aromaticità e per l’impatto dei suoi profumi nell’analisi olfattiva. Merito dei 20 mesi trascorsi nella botte grande di Slavonia che ha affinato il tannino, mentre l’analisi del palato fa risaltare tutto il meglio, come le spezie e i sentori di frutti rossi: ciliegie, fragole e more su tutto.
Gattinara Docg 2017, Az. Agr. Vegis Stefano
Nebbiolo 100%. Questo vino si impone subito per il suo profumo intenso e piacevole, corroborante e ricco di sfumature di frutti rossi e vaniglia. In bocca riecheggiano note di mandorla, frutti rossi, viola e lamponi appena colti. Il tannino è delicato e morbido, in bocca scivola con facilità ed appare decisamente persistente, ha le sembianze, nemmeno troppo nascoste, di un vino da meditazione. O forse lo è.
Ghemme Docg 2015 “Victor”, Cà Nova
Nebbiolo al 100%. Il Nebbiolo in purezza è forte e potente, e si rivela come una chicca da osservare e da pregustare solo con una analisi sensoriale attraverso il calice. Dal quale scaturiscono piacevoli profumi di frutti rossi, intensi e ricchi di sfumataure. La degustazione conferma le speranze riposte nell’analisi olfattiva. Il vino ha un bouquet ricco ed elegante, tannino morbido, sapienti riferimenti al sottobosco e alle ciliegie sotto spirito. Decisamente intrigante.
Ghemme Riserva Docg 2018 Ronco Maso Riserva, Platinetti Guido
Nebbiolo al 100%. Il calice dal quale scaturiscono effluvi molto intensi lascia ben sperare per la successiva degustazione. In effetti questo nebbiolo conferma gli auspici ben riposti, e si presenta con gusti molto avvolgenti di liquirizia e di frutti rossi, confetture di more e gelso, con sfumature leggermente ferraginose.
Lessona Doc 2015, Az. Vitivinicola La Badina
Nebbiolo al 100%. Vino dalla consistenza aromatica spiccata e piacevole, ricca di riferimenti ai fiori e alla frutta rossa, alla vaniglia e al cuoio, con note speziate che colpiscono nel profondo. È un Nebbiolo che piace, affascina, che in bocca fa scaturire la sua migliore dimensione di vino che ha trascorso quasi due anni in botti di rovere e il resto dell’affinamento in bottiglia. La conseguenza è un vino che piace, e che si beve bene con secondi piatti forti e succulenti, di carne sugosa, proprio per la sua aromaticità e la sua maturazione.
Sizzano Doc 2015, Vigneti Valle Roncati
Nebbiolo 70%, Vespolina 20%, Uva Rara 10% prodotto da una delle aziende presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023 di winemag.it. Vino maturo, ricco di sensazioni piacevoli e note aromatiche speciali. Qui il Nebbiolo viene integrato con Vespolina e Uva Rara e il risultato si stabilizza verso una sensazione di aromaticità speziata piuttosto evidente. Frutto anche dell’invecchiamento di due anni in botti grandi di rovere francese. Al palato è ricco di belle sensazioni e molto piacevole, gustoso, in cui travalicano i profumi di viola, mammola speziata e frutti rossi.
Valli Ossolane Nebbiolo Superiore Doc 2019 Prunent, La Cantina di Tappia
Nebbiolo al 100%. Nonostante la giovane età questo Nebbiolo a 14,5% sorprende e si fa apprezzare per la sua maturità gustativa. Colore rubino, profumi di frutta rossa e di sottobosco, di boisé nemmeno troppo sfumati frutto di dodici mesi in barrique, questo Prunent (dal nome del clone di Nebbiolo) si distingue per la sua fragranza e per la sua innata capacità di piacere e di farsi ammirare da parte dei suoi stimatori.
TASTE ALTO PIEMONTE 2023: I MIGLIORI VINI ROSATI
Il Nebbiolo e i vitigni utilizzati per la realizzazione dei vini dell’Alto Piemonte ben si prestano per produrre vini rosati. E varie cantine offrono proposte interessanti. Vini molto piacevoli, sia al naso che in bocca. Qualche esempio.
Il Rosato di Ioppa si chiama “Rusin” – Lucca Ioppa ne aveva raccontato qui l’epopea a winemag.it, nel gennaio 2020 – ed è un Nebbiolo tradizionalmente vinificato in rosa, con un colore tenue, delicato, ma ricco di profumi fruttati. Ioppa è una cantina secolare che ha recentemente sviluppato la sua zona ospitalità e ampliato la zona dedicata alle vasche d’acciaio. Siamo nel cuore del Ghemme, e Ioppa nella sua politica di espansione e rinnovo ha ricreato una gigantesca vasca riservata al rosato, capace di contenere 1225 ettolitri. Segno che l’azienda punta molto su questa varietà di vino che è molto ricercato proprio per la sua piacevolezza e la sua capacità di accompagnare tutto –o quasi- il pasto.
Il rosato di Cogo, piccola cantina a Gattico-Veruno (Colline Novaresi) che fa coltivazione biologica, è Nebbiolo al 100% si chiama “Il Sornino” ed ha un colore rosa intenso, quasi rosso, di una potenza visiva davvero superiore alla media. Merito delle 12 ore che passa sulle bucce. Il naso e il gusto confermano le aspettative: il vino, realmente stuzzica la curiosità e rivela una percezione di profumi e di gusto davvero inimitabile. E’ un vino giovane come Stefania, la sua curatrice, e fa scaturire un ricco bouquet di sensazioni che fa rimanere soddisfatti.
Nelle Colline Novaresi si staglia Il Roccolo di Mezzomerico, cantina che vinifica in bio. Oltre a produrre rossi di grande spessore propone “La chimera”, un freschissimo rosato. Un vino dai profumi di frutta fresca, ribes, mandorla, e violetta, mentre in bocca è ricco di piacevoli sensazioni. Sarà che “La Chimera” è espressamente dedicata al Monte Rosa, che dai vigneti si scorge in lontananza, ma nel calice è un certezza, più che un desiderio lontano. Della stessa cantina, splendido il Gilgamesh, passito di Nebbiolo, per accompagnare adeguatamente tutti i formaggi ed i biscotti della tradizione novarese.
In Val d’Ossola, a Domodossola, la cantina Edoardo Patrone cala il poker con due tipologie di rosati. Il primo è il Rosato “Testa Rϋsa”, vino fermo, dal colore salmone intenso, e aromatizzato quanto basta per goderne della sua bellezza e della sua bontà. Ha sentori molto evidenti di pesca, albicocca, fiori bianchi e persino di frutti agrumati. Ottimo per accompagnare pesci di lago e formaggi. Il secondo è uno spumante extra dry “Basin”, un’ottima interpretazione di come il Nebbiolo possa trasformarsi in autoclave e diventare speciale. Il colore ricorda il salmone, e si gusta piacevolmente quando sprigiona in bocca sapori di fragole, e di frutti delicati. Perfetto come aperitivo.
I MIGLIORI VINI BIANCHI A TASTE ALTO PIEMONTE 2023
A farla da padrone tra i vini bianchi dell’Alto Piemonte è il vitigno Erbaluce, chiamato l’Innominata o più semplicemente Greco / Greco novarese. Ecco alcune cantine in cui trovare un ottimo bianco che può essere abbinato a pesce di lago o di mare, perfetto anche per gli aperitivi.
La Piemontina è una realtà recentissima, dalla sede si coglie in lontananza la bellezza austera del Monte Rosa e ha una splendida vista sui vigneti della cantina. La Piemontina è situata a Ghemme, e produce alcuni interessanti prodotti fra cui un bianco delle colline novaresi che fa il paio con un ottimo metodo classico, entrambi con uvaggio Erbaluce che qui fa da padrone. Si tratta di vini freschi, piacevoli, profumati, che al palato raccontano una storia fatta di sole, aria fresca, venticello alpino e profumi proveniente dal verde delle colline.
Il bianco fermo della cantina La Smeralda di Eleonora Menaggia a Briona, Colline novaresi doc, è l’esempio che la qualità può essere raggiunta anche da piccole realtà che gestiscono tutta la filiera con un lavoro familiare. La produzione è limitatissima, solo 600 bottiglie, ma i profumi delicati e campestri, oltre al gusto sapido, minerale, e strutturato conquistano al primo sorso.
“Longitudine 8.10” è l’etichetta del bianco di Villa Guelpa. La cantina si colloca nel centro di Lessona, a pochi passi dall’arco alpino, ed è un complesso che abbina la lavorazione dell’uva all’ospitalità, le visite alla cantina al relax. In un ambiente naturale e tranquillo. Il bianco è notevolissimo, piacevole, fresco, profumato, che dice molto della realtà in cui viene imbottigliato.
Giornalista, ex direttore di giornali e riviste, autore di due libri, blogger, sommelier e da qualche anno viticoltore sulle colline di San Colombano al Lambro. I miei interessi sono focalizzati sul mondo del vino e del buon cibo. Proprio per questo motivo presto molta attenzione ai giusti abbinamenti.
Presentata oggi, insieme allo studio Unicredit Nomisma sul vino siciliano, Sicilia en Primeur 2023, l’annuale anteprima dei vini siciliani organizzata da Assovini Sicilia, in programma a Taormina e Radicepura dal 9 al 13 maggio. Saranno oltre ottanta i giornalisti italiani e stranieri che parteciperanno alla kermesse; a questi si aggiunge la presenza di Master of Wine e professionisti del settore che guideranno i seminari tecnici in programma.
L’evento, ideato ed organizzato da Assovini Sicilia sin dal 2004, si conferma l’appuntamento più importante per il vino siciliano. Il tema di Sicilia en Primeur 2023 è dedicato al vino come complesso fattore culturale, all’enoturismo nelle sue molteplici declinazioni ma soprattutto al ruolo dei soci di Assovini Sicilia come custodi di cultura e territorio, e al vino come ambasciatore del turismo siciliano.
Il pay-off scelto da Assovini Sicilia per la XIX edizione di Sicilia en Primeur è “Ambasciatori e custodi di cultura e territori“, sottolineando il ruolo dell’associazione nel farsi portavoce della conoscenza di un territorio attraverso i vini e i suoi produttori, quali promotori di qualità, di bellezze paesaggistiche, dell’unicità del patrimonio storico-archeologico della Sicilia. «La Sicilia – commenta Laurent Bernard de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia – ha tutte le carte in regola per diventare una wine destination di eccellenze. E oggi, i soci di Assovini hanno il duplice merito di viaggiare nel mondo per far conoscere il brand Sicilia e promuovere il territorio e la cultura attraverso l’esperienza dell’ospitalità siciliana nelle loro aziende. Dietro ogni vino c’è sempre una grande storia da scoprire e raccontare».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Una bottiglia di vino rosso Isola dei Nuraghi Igt ai nuovi nati del 2023 a Sennori, comune di 7.300 abitanti della provincia di Sassari, nel Nord della Sardegna, affacciato sulla sul Golfo dell’Asinara. È l’iniziativa promossa dalla locale amministrazione comunale, che ha deciso di aderire con una precisa delibera all’idea lanciata da una cantina locale, con il patrocinio dell’Associazione nazionale Città del Vino.
Sull’etichetta della bottiglia omaggio c’è la scritta “Benennidos“, ovvero “Benvenuti”, insieme a un’immagine realizzata dall’artista sassarese Angelo Maggi. Sul retro, lo spazio in cui scrivere il nome del nuovo nato, la data di nascita e la firma del sindaco. Il tutto «per omaggiare il lieto evento della tua nascita, momento intriso di emozioni forti, complessità individuali e relazionali e grandi cambiamenti».
Il vino Isola dei Nuraghi Igt donato ai nuovi nati 2023 può invecchiare (anzi, «evolversi»), secondo le stime della cantina produttrice, per 18 anni: «Il neonato di oggi potrà brindare alla maggiore età con una bottiglia a lui dedicata». Il Comune di Sennori celebra in questo modo originale la sua appartenenza alle Città del Vino italiane.
Un contributo, spiegano gli amministratori, «alla cultura del vino, educando ad un consumo consapevole e favorendo buone pratiche agronomiche e di sostenibilità». Come stabilisce la delibera n. 53 del 7 aprile approvata dalla giunta comunale, le spese del vino sono interamente a carico dell’azienda vitivinicola produttrice. L’amministrazione di Sennori avrà il compito di personalizzare l’etichetta e di consegnare al nuovo cittadino il pregiato omaggio di benvenuto.
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