EurHop Roma Beer Festival 2022 birra protagonista nella capitale
EurHop Roma Beer Festival torna nella capitale, con l’attesissima ottava edizione, targata 2022. L’evento che si terrà al Salone delle Fontane dell’Eur il 7, 8 e 9 ottobre propone un ricco calendario di appuntamenti.
Sarà infatti dato spazio a un programma di workshop, meeting e presentazioni incentrati sul mondo della birra artigianale italiana. Dalle riflessioni e opportunità per il settore, alle nuove tecniche di produzione.
E ancora: dall’utilizzo di mezzi di comunicazione alternativi per la diffusione della cultura birraria alle strategie per la valorizzazione delle attività produttive legate al territorio. Info e biglietti sul sito ufficiale dell’evento.
EurHop! Roma Beer Festival – Il Salone Internazionale della Birra Artigianale Salone delle Fontane, Via Ciro il Grande 10-12, Roma (quartiere Eur)
EurHop! Roma Beer Festival 2022 seguirà i seguenti orari:
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Alla scoperta Aceto Balsamico di Modena successo nel weekend Acetaie Aperte 2022
Hanno risposto in tantissimi all’appello di Acetaie Aperte 2022. Molti modenesi e tanti turisti arrivati anche da altre regioni d’Italia hanno scelto di trascorrere domenica 25 settembre in mezzo alle botti e ai tini delle 40 acetaie aderenti. Un’iniziativa del Consorzio Aceto Balsamico di Modena e del Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, per scoprire i segreti dell’«oro nero», ascoltarne la storia e le differenze, degustarne il sapore.
«Abbiamo contato veramente tantissima gente – commenta il Presidente del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena, Mariangela Grosoli – e di tutte le età: famiglie intere con figli, tutti uniti dalla passione per il balsamico e la curiosità di capire come e dove questo prodotto d’eccellenza dell’agroalimentare italiano viene prodotto».
Al centro dell’attenzione infatti, gli ambienti delle acetaie e la spiegazione sui metodi produttivi, ma anche gli assaggi e gli abbinamenti proposti sono stati molto partecipati e apprezzati».
«Questa giornata – aggiunge Enrico Corsini, Presidente del Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena – si porta dietro anche un altro messaggio significativo. Ovvero la dimostrazione di come l’agire uniti per perseguire obiettivi comuni premia e non è un’eccezione.
Lo stesso gioco di squadra che oggi ha portato nelle acetaie molti visitatori è determinante anche quando si portano avanti battaglie per la tutela del prodotto nelle varie sedi istituzionali».
L’aceto balsamico è una delle punte di diamante dell’export italiano nel mondo, con oltre il 92% della produzione che varca i confini nazionali. A spingere sempre di più i consumatori a partecipare a questo tipo di iniziative, è soprattutto una crescente voglia di crearsi una vera e propria “cultura”, dotandosi degli strumenti più adatti per riconoscere l’originale dalle imitazioni.
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La vendemmia 2022 nella Valle del Douro Vini mai cosi leggeri. E sara un grande Porto 2 1
Alcol e acidità moderate, ottima espressione del frutto. Contrariamente alle aspettative, una scarsa presenza di uve surmature, secche o disidradate. La vendemmia 2022 nel Douro è stata tra le più impegnative e sfidanti di sempre, con un calo della produzione che va dal 30 al 50%. Ad assicurarlo sono i Douro Boys, gruppo di vignaioli riunitosi nel 2003 «per formare una perfetta “Cuvée”» e mostrare al mondo le potenzialità del Porto e dei vini bianchi e rossi secchi prodotti nella più famosa regione vinicola del Portogallo.
Come in tutta Europa, anche nella Valle del Douro la vendemmia 2022 è stata caratterizzata da un clima molto secco. Le precipitazioni sono scese al 30% rispetto alla media del periodo 1971/2000 e al 37% rispetto alle ultime due annate del 2020 e del 2021.
A seconda della posizione della valle e del vigneto, le precipitazioni totali prima dell’inizio del raccolto (da gennaio a luglio) sono state solo tra 170 e 260 ml. Circa un terzo rispetto alla media di 500-700 ml. La temperatura media da maggio a settembre è stata più alta che mai. Per 23 giorni consecutivi il termometro ha superato i 35 gradi. Raggiungendo i 48 gradi a luglio nella zona di Pinhão.
Viste le condizioni di super-secchezza, i Douro Boys si aspettavano un’elevata quantità di uve secche. Sorprendentemente questo non è avvenuto, come confermato durante la conferenza online odierna tutti i vignaioli del gruppo: João Ferreira Álvares Ribeiro e Francisco Ferreira (Quinta do Vallado), Cristiano Van Zeller (Van Zellers & Co.), Francisco “Xito” Olazábal (Quinta do Vale Meão), Tómas e Miguel Roquette (Quinta do Crasto) e Dirk van der Niepoort (Niepoort).
DOURO, VEMDEMMIA 2022: VINI BIANCHI E ROSSI “LEGGERI” E FRUTTATI
Le uve raccolte – dichiarano pressoché all’unisono i Douro Boys – sono vitali, fresche e fruttate, il grado zuccherino è inferiore a quello delle annate normali, sino a un minimo di 12,5% vol.
Probabilmente è così perché le viti hanno interrotto la fotosintesi durante l’estate molto secca, a causa della mancanza di umidità. Anche la resa è ovviamente ridotta. Il peso dell’uva è solo l’80% di quello di un’annata media e ha conservato pochissimo succo».
La vendemmia delle varietà di uva a bacca bianca è iniziata intorno al 10 agosto nel Douro Superior e in altre sottoregioni. Nonostante la scarsa escursione termica tra giorno e notte, le uve risulterebbero molto fruttate. L’acidità è invece inferiore alla media, ma a un buon livello per produrre vini freschi, specie in caso di scelta dell’uvaggio.
I vini rossi 2022 del Douro sono meno alcolici. Per alcuni Touriga Franca si arriva addirittura all’11%. Tuttavia, i vini rossi presentano colori rossi e violacei molto intensi e al naso sono molto puri e intensi. I tannini morbidi ed equilibrati.
LA VENDEMMIA 2022 DEL PORTO NEL DOURO
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La vendemmia delle uve del Porto è appena iniziata nel Douro e sembra «molto promettente, con un’alta concentrazione di frutta e intensità». Si tratta sicuramente di un’annata molto buona, «forse addirittura eccezionale», si spinge a dire qualcuno, tra i Douro Boys. Maggiori indicazioni si avranno attorno al mese di maggio 2023, dal momento che i vini al momento si trovano ancora in acciaio. Ma le aspettative, ad oggi, sono alte.
Scarse le quantità di Porto 2022, in linea con gli altri vini della regione. «Ma le uve sono molto aromatiche, molto intense, non molto acide, ma ben equilibrate, soprattutto quelle provenienti da vecchie vigne», garantisce per tutti Daniel Niepoort.
Nella Valle del Douro, le viti sono abituate a sopravvivere in condizioni molto calde e secche, lungo ripidi pendii pietrosi e scistosi. Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui le piante hanno affrontato meglio le condizioni estreme della vendemmia 2022, rispetto ad altre regioni.
Le vigne vecchie e molto vecchie (50-80 anni) sono molte nel Douro e le radici profonde hanno aiutato la pianta a superare il periodo critico e le condizioni della superficie del terreno. I produttori locali, del resto, si interrogano da anni sui cambiamenti climatici.
IL FUTURO DEL DOURO: IMPIANTI AD ALTA QUOTA E PASSAGGIO AL GUYOT
Tra le mosse dei Douro Boys, l’interruzione del cordone e il passaggio al guyot doppio, meno vigoroso. Il Douro ha 43 mila ettari di vigneti tra gli 80 e gli 800 metri. I nuovi vigneti, soprattutto per i vini bianchi, sono per lo più piantati in altitudine.
È stato poi interrotto l’uso delle colture di copertura, preferendo e tornare a mobilitare il suolo (redra) all’inizio di luglio. In questo modo si riduce la capillarità dello strato più alto del suolo, impedendo alla già scarsa umidità e alla piccola quantità d’acqua presente nel suolo di evaporare.
Mosse anche sul fronte dell’esposizione e della selezione dei vitigni più adatti. Soprattutto per i vini bianchi, l’esperienza ha dimostrato che varietà come Arinto, Rabigato, Gouveio e Viozinho sono meno produttive rispetto a Malvasia Fina, Codega e Fernao Pires, utilizzate in passato per la produzione di vini di stile “pop”. Inoltre, producono meno zucchero e quindi meno alcol e più acidità.
Per questo motivo, sono ideali per produrre vini bianchi equilibrati, anche in anni di clima estremo. Il Touriga Nacional, probabilmente il vitigno più conosciuto nel Douro, si è adattato bene al caldo e continua a produrre vini equilibrati, anche in annate secche o torride. Una risorsa ottimale, anche per il Porto.
Per i vini rossi, alcuni produttori preferiscono il Touriga Franca, fresco e a maturazione tardiva. Le piantagioni miste riservano vantaggi: con diversi vitigni si ha sempre un equilibrio tra la maturazione eccessiva e la freschezza.
L’EXPORT DEL VINO PORTOGHESE TRAINATO DALL’ENOTURISMO
Il Portogallo ha attraversato momenti difficili, ma è riuscito a raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea. Allo stesso tempo, gli ottimi investimenti in un turismo di qualità hanno aiutato il Paese a imboccare con decisione la via dell’enoturismo.
Non a caso, il 2022 è stato un anno record per il Portogallo, grazie soprattutto a un un forte aumento degli ospiti provenienti dagli Stati Uniti. «Il boom del turismo aiuta molto l’industria vinicola portoghese», sottolinea João Ferreira di Quinta do Vallado, cantina con ospitalità, grazie ad alcuni hotel in posizione mozzafiato sulla Valle del Douro (Quinta do Vallado Régua e Casa do Rio Foz Côa).
Le vendite di vino sono aumentate del 100% nell’Horeca rispetto all’anno scorso, che è stata già un’ottima annata. Il 42% in più di ospiti ha soggiornato alla Quinta e il 70% in più di visitatori nel 2022 fanno di questo l’anno migliore di sempre».
Unica nota dolente per i Douro Boys, la mancanza di bottiglie che ha impedito di imbottigliare per tempo tre vini destinati ai festeggiamenti per i 20 anni dalla nascita dell’associazione. Si sarebbe trattato di un Porto e di due cuvée – una bianca e una rossa – che saranno presentati ad aprile 2023.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
migliori assaggi Mercato dei Vini dei Vignaioli Fivi Piacenza 2019 tenuta del conte mariangela parrilla
L’appuntamento per l’undicesima edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti è fissato per i prossimi 26, 27 e 28 novembre 2022 a Piacenza, grazie alla rinnovata collaborazione tra Fivi e Piacenza Expo.
Dopo il grande successo ottenuto nel 2021, con 20mila ingressi e più di 670 espositori, quest’anno il Mercato torna ed esplode registrando la partecipazione di oltre 850 Vignaioli provenienti da tutte le regioni italiane.
Per ospitare tutte le aziende iscritte al Mercato e il pubblico che da anni affolla la manifestazione, quest’anno saranno ben tre i padiglioni dedicati al vino, dove si potranno conoscere, assaggiare e acquistare migliaia di vini frutto del lavoro e della passione delle Vignaiole e dei Vignaioli Fivi.
Una tensostruttura dedicata accoglierà infine l’area della gastronomia, dove gli artigiani del cibo completeranno la rassegna con le loro proposte. Dopo il successo delle ultime due edizioni, viene confermata la giornata del lunedì, in aggiunta al tradizionale weekend, con un occhio di riguardo quindi per operatori e professionisti del settore.
A disegnare il manifesto dell’edizione il maestro Guido Scarabottolo, illustratore e grafico dalla personalità e dal tratto «che ben rispondono alla natura della Fivi».
11° Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti
Data: sabato 26, domenica 27 e lunedì 28 novembre 2022 Luogo: PiacenzaExpo – Via Tirotti, 11 – Piacenza Orario di apertura al pubblico: sabato e domenica dalle 11.00 alle 19.00, lunedì dalle 11.00 alle 17.00 Parcheggio: gratuito Acquisto biglietti sul portale Vivaticket Ingresso giornaliero: in fiera € 30 (2 gg € 50); online € 25 (2 gg € 40) comprensivo di bicchiere. Ingresso ridotto: € 20 per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV – AIES – ASPI – ASSOSOMMELIER e SLOW FOOD (il socio deve mostrare tessera valida dell’anno in corso). Info utili: 800 i carrelli disponibili per gli acquisti Per info su riduzioni per gruppi: telefonare a 0523/602711 o scrivere a mercatodeivini@fivi.it
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni.
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Un’annata soddisfacente per quantità e sorprendente per qualità. Secondo le previsioni vendemmiali dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini, presentate oggi al Mipaaf, la siccità e il caldo record di quest’anno non hanno compromesso il vigneto Italia. All’avvio della campagna vendemmiale, la promessa è quella di uve di qualità dal buono all’ottimo, con una quantità in linea con la media delle ultime annate.
A garantire la tenuta del prodotto finale, oltre alle provvidenziali piogge di agosto, il lavoro straordinario di ricerca e applicazione dei produttori su una vite sempre più resiliente alle avversità climatiche e metereologiche. Secondo i dati presentati oggi alla presenza, tra gli altri, del ministro e del sottosegretario alle Politiche agricole, Stefano Patuanelli e Gian Marco Centinaio, la produzione 2022 dovrebbe infatti attestarsi intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino.
la stessa quantità dello scorso anno (50,23 milioni di ettolitri di vino il dato Agea 2021) e a +3% rispetto alla media del quinquennio 2017-2021, anche se rimane cruciale l’andamento meteorologico delle prossime settimane. Condizioni climatiche favorevoli alla maturazione delle uve potrebbero infatti far virare le previsioni in segno positivo, mentre un clima inadatto per le varietà tardive influirebbe negativamente sul prodotto vendemmiale.
Secondo Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale Ismea: «In termini di mercati l’Italia ha chiuso la campagna 21/22 con rialzi dei listini soprattutto nei vini al vertice della piramide qualitativa. Le prime battute della nuova campagna delineano uno scenario ancora incerto dove a pesare sono le molte incognite legate anche alle tensioni sui costi e alla logistica, che già lo sorso anno avevano creato preoccupazioni agli operatori ma che ora sono ancora più pressanti».
I buoni risultati produttivi stimati, a dispetto dei timori estivi sulla siccità, fanno sì che ci sarà disponibilità di prodotto di qualità anche in questa campagna e, mentre sul fronte estero la domanda sembra tenere seppur non con i brillanti risultati del 2021, su quella interna si evidenzia qualche segnale di cedimento negli acquisti presso la distribuzione moderna anche se si deve considerare il recupero del fuori casa».
«La vendemmia in corso ci sta consegnando una qualità delle uve che va da buona a ottima – ha dichiarato Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi -. Molto dipende dalle aree di riferimento, mai come in questa stagione il giudizio quanti-qualitativo è totalmente a macchia di leopardo e questo è dovuto essenzialmente a un clima estremo che ha pesantemente condizionato, in particolare, i mesi di maggio, giugno e soprattutto luglio con punte di calore che hanno superato i 40 gradi e una siccità tanto prolungata».
Fortunatamente, in agosto, su gran parte del Paese – tranne che per qualche eccezione – sono arrivate delle piogge ‘intelligenti’ e cioè che non hanno procurato danni, così da permettere alla vite la sua ripresa vegetativa e di portare a maturazione le uve senza particolari stress. Ma a contenere gli effetti negativi dei cambiamenti climatici è stato anche l’approccio scientifico che noi enologi abbiamo messo in campo a sostegno dei vigneti».
«Oggi più che mai – continua Cotarella – sono fondamentali scienza e ricerca nella viticoltura e in cantina, spazio ad apprendisti stregoni del vino non c’è più, se mai ci fosse stato in passato. Da qui alla fine di settembre confidiamo in un tempo soleggiato, caldo il giusto e magari accompagnato da una leggera brezza, così che le uve ancora da raccogliere possano arrivare alla perfetta maturazione così da andare a produrre vini capaci di imporsi ancora una volta sugli scenari enologici nazionali e internazionali».
Per il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi: «La vigna si è rivelata ancora una volta il pivot della filiera, dimostrando come anche con caldo e siccità si possa fare vini di alta qualità e volumi soddisfacenti. Un plauso va poi a imprese e produttori, che una volta di più hanno aiutato le piante a fronteggiare nel migliore dei modi le avversità del clima».
VENDEMMIA 2022: ANDAMENTO CLIMATICO E VEGETATIVO
Con un -46% di precipitazione cumulata da inizio anno a fine luglio rispetto alla media degli ultimi 30 anni, il 2022 si è distinto come l’anno più siccitoso dal 1800 ad oggi, aggravato anche dalle temperature più calde delle ultime cinque decadi.
Una congiuntura climatica eccezionale, mitigata dalle piogge di agosto, che non ha danneggiato il vigneto Italia dove, pur mantenendo alta la soglia di attenzione al meteo delle prossime settimane, si attende un’annata più che buona con uve caratterizzate da gradazioni potenziali medio alte.
Particolare attenzione è rivolta ai tenori polifenolici delle uve a bacca rossa che determinano potenziali aspettative di eccellenza per i vini da invecchiamento. Dal punto di vista fitosanitario, la situazione del vigneto italiano appare generalmente ottima, con rarissimi attacchi di patogeni.
LA VENDEMMIA 2022, REGIONE PER REGIONE
Resta stabile anche la classifica delle Regioni italiane, capeggiata dal Veneto che, con 11,5 milioni di ettolitri, produce da solo oltre 1/5 del vino italiano. Seguono Puglia ed Emilia-Romagna, con rispettivamente 10,6 e 7,4 milioni di ettolitri, per un prodotto complessivo delle tre Regioni pari al 59% dell’intero vigneto italiano.
Sul fronte degli andamenti, la peculiarità della stagione non consente di formulare previsioni omogenee neanche nello stesso areale. Nel Nord Ovest si assiste alla importante flessione della Lombardia (-20%), seguita da quella più moderata del Piemonte (-9%) e della Liguria (-5%) mentre si stima in crescita la Valle d’Aosta (+10%).
A Nord-Est segnalate in recupero rispetto allo scorso anno sia Trentino Alto Adige (+10%) che Emilia Romagna (+4%) mentre perdite di lieve entità potrebbero esserci in Veneto (-3%), con il Friuli Venezia Giulia sostanzialmente stabile. Meno variabile la situazione al Centro, dove si assiste al deciso rialzo dei volumi per Umbria (+10%) e Toscana (+12%), seguito da un più moderato aumento nelle Marche e nel Lazio (entrambe a +5%).
Al Sud il lieve incremento della Puglia (+3%) si contrappone alla leggera flessione della Sicilia (-5%); si prevede una produzione stabile per l’Abruzzo, il Molise e la Calabria. In crescita anche Campania (+4%), Sardegna (+15%) e Basilicata (10%).
Per quanto riguarda la qualità, in linea generale si aspettano vini eccellenti in Trentino Alto Adige e Sicilia, mentre puntano l’asticella sull’“ottimo” Piemonte, Val d’Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna, con Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria più caute su previsioni “buone/ottime”. “Buone” invece le attese per le etichette lombarde e venete.
Secondo le stime produttive rilevate oggi dal segretario generale dell’associazione degli imprenditori europei Ceev, Ignacio Sánchez Recarte, anche nel Vecchio Continente si registra un’alta variabilità delle produzioni dovuta al clima.
Nel complesso il vigneto Europa ha tenuto, con una crescita della Francia sulla media del quinquennio (+3,5%, a 44 mln di hl), mentre scala la Spagna, dove è prevista una contrazione sul periodo del 16%. Stabili i livelli produttivi in Germania e Portogallo.
IL MERCATO, IL PRIMO SEMESTRE 2022 DELL’EXPORT TRICOLORE
Con la vendemmia 2022 l’Italia del vino mantiene il primato produttivo mentre quello del fatturato rimane in casa francese. Sul fronte del mercato, secondo le ultime elaborazioni su base Istat, l’Italia ha chiuso il primo semestre con il record in valore di 3,8 miliardi di euro (+13,5% sul pari periodo 2021) mentre è piatto il trend dei volumi esportati: +0,4%.
I fermi e frizzanti imbottigliati segnano un +10,3% in valore ma cedono in volume l’1,2%. Inarrestabile la performance del comparto spumanti, che nella prima parte dell’anno sfiorano il miliardo di euro in valore (+25,5%), con i volumi a +10,6%.
In netta crescita – soprattutto per effetto dell’inflazione – il prezzo medio che sale del 13,1% e addirittura di quasi il 18% negli Stati Uniti, il cui mercato è tenuto in piedi anche dal dollaro forte. Nel primo buyer al mondo la crescita tricolore in valore è infatti del 13,3%, con i volumi in contrazione del 3,8%.
Produzione di vino e mosto in Italia (migliaia di ettolitri)
Media 2017-2021
2021
2022*
Var.% 2022*/2021
Piemonte
2.708
2.770
2.510
-9%
Valle d’Aosta
15
15
16
10%
Lombardia
1.386
1.318
1.050
-20%
Trentino-Alto A.
1.356
1.237
1.360
10%
Veneto
11.502
11.750
11.456
-3%
Friuli-V.Giulia
1.868
2.019
2.019
0%
Liguria
41
41
39
-5%
Emilia-Romagna
7.627
7.117
7.380
4%
Toscana
2.169
2.050
2.290
12%
Umbria
374
346
380
10%
Marche
836
853
895
5%
Lazio
788
854
895
5%
Abruzzo
3.260
3.348
3.348
0%
Molise
223
243
243
0%
Campania
680
673
700
4%
Puglia
9.193
10.368
10.630
3%
Basilicata
81
87
95
10%
Calabria
110
117
117
0%
Sicilia
4.192
4.577
4.331
-5%
Sardegna
415
449
515
15%
Italia
48.825
50.232
50.270
0%
Fonte: Agea per il 2021 e *stima Assoenologi, Ismea e UIV per il 2022
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Campania Stories 2021 e lanno del Piedirosso. Pere Palummo nuovo asso dei produttori campani Agnanum Campi Flegrei Raffaele Moccia 1
Campi Flegrei protagonisti a Campania Stories 2022, l’evento dedicato alla stampa specializzata nazionale e internazionale riunita ogni anno in Campania per la presentazione delle nuove annate dei vini prodotti nelle principali denominazioni campane.
La sede prescelta per i tasting, che si svolgeranno da lunedì 5 a giovedì 8 settembre, è Pozzuoli. Un luogo unico, a ridosso della città di Napoli, dove si fondono storia, mito e leggende. La rassegna si aprirà lunedì 5 settembre al Palazzo dell’Ostrichina, nel Parco Vanvitelliano del Fusaro, tra il lago Fusaro e la Casina Vanvitelliana.
Uno scenario unico al mondo in cui si darà il benvenuto alla stampa nazionale e internazionale attraverso una importante iniziativa di valorizzazione del pescato campano.
Tra i momenti che arricchiranno ulteriormente il programma di Campania Stories 2022, la Masterclass sulla Falanghina dei Campi Flegrei in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini Campi Flegrei, Ischia e Capri.
Sempre giovedì 8 settembre l’atteso Campania Stories Day, degustazione per operatori e appassionati di tutta Italia, in programma all’Hotel Gli Dei di Pozzuoli (Napoli).
CAMPANIA STORIES 2022: LE CANTINE PARTECIPANTI
Avellino
Amarano, Barbot Stefania, Bellaria, Borgodangelo, Cantina del Barone, Cantine dell’Angelo, Cantine di Marzo, Colli di Lapio, Contrade di Taurasi, De Beaumont, De’ Gaeta, Di Meo, Di Prisco, Donnachiara, Ferrara Benito, Feudi di San Gregorio, Fonzone Caccese, I Capitani, I Favati, Le Otto Terre, Il Cancelliere, Nativ, Passo delle Tortore, Perillo, Petilia, Petra Marzia, Pietracupa, Sanpaolo di Claudio Quarta, Sertura, Tecce Luigi, Tenuta Cavalier Pepe, Tenuta De Gregorio, Tenuta del Meriggio, Tenuta Madre, Tenuta Sarno 1860, Tenuta Scuotto, Tenute di Pietrafusa di Villa Matilde Avallone, Traerte, Vesevo, Vigne Guadagno, Villa Raiano.
Benevento
Cantina di Solopaca, Cantine Tora, Fattoria La Rivolta, Fontanavecchia, La Fortezza, La Guardiense, Monserrato 1973, Mustilli, Rossovermiglio, Tenuta 33 Filari, Tenuta Sant’Agostino, Terre Stregate, Torre a Oriente.
Caserta
Alois, Calatia, Cantina di Lisandro, Caputo 1890, Galardi, Il Verro, Masseria Piccirillo, Paparelli Luca, Sclavia, Torelle, Vestini Campagnano, Vigne Chigi, Villa Matilde Avallone.
Napoli
Agnanum, Astroni, Bosco de’ Medici, Cantine Carputo, Cantine dell’Averno, Cantine del Mare, Cantine Federiciane, Cantine Olivella, Casa Setaro, Contrada Salandra, Farro, La Sibilla, Portolano Mario, Quaranta Angelina, Salvatore Martusciello, Scala Fenicia, Sorrentino.
Salerno
Albamarina, Alessandra, Cuomo Marisa, Polito Viticoltori, Montevetrano, Sammarco Ettore, San Salvatore 19.88, Tempa di Zoè, Vuolo.
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Dopo l’ottimo debutto del 2021 – 660 mila euro raccolti grazie alle donazioni di 15 benefattori – torna l’asta del Barolo En Primeur. L’appuntamento è per il 28 ottobre 2022 al Castello di Grinzane Cavour. Ancora 15 barrique, questa volta della vendemmia 2021, verranno assegnate a chi deciderà di sostenere uno dei progetti solidali già individuati, oppure un progetto scelto dallo stesso donatore.
Lo scorso anno, l’asta internazionale battuta da Christie’s in contemporanea tra Grinzane e New York, ha destinato a 17 progetti no-profit il ricavato della vendita di 300 bottiglie di Barolo della Vigna Gustava, annata 2020. A firmare l’etichetta, il celebre artista Giuseppe Penone.
Il progetto è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, insieme alla Fondazione CRC Donare e al Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. I donatori riceveranno le bottiglie dell’annata 2021 al termine dei 4 anni di affinamento, curato dall’enologo Donato Lanati.
LE NOVITÀ DI BAROLO EN PRIMEUR 2022
Novità Barolo en Primeur 2022 è la partecipazione all’asta dei produttori del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. Le cantine, unite sotto il nome del Comune di produzione, metteranno in asta lotti composti dalle loro più pregiate bottiglie di Barolo e Barbaresco dalla vendemmia 2021.
Con questa operazione, unica nel suo genere – commenta Ezio Raviola, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo – realizziamo una gara di beneficenza di livello nazionale e internazionale, mettendo al centro un territorio, le sue bellezze e peculiarità, dando vita ad un evento innovativo, in grado di generare importanti ricadute sociali».
«L’evento benefico “Barolo en primeur” ha non solo una grande importanza storica e sociale, ma è anche fortemente significativo per il comparto enologico del Barolo, proiettato a livello internazionale», aggiunge Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani.
«L’evento Barolo en primeur – conclude l’enologo Donato Lanati – rappresenta un’iniziativa di alto valore scientifico, educativo e umano in grado di coniugare diversi aspetti: la valorizzazione del territorio viticolo, di cui il vigneto è il vero protagonista, la ricerca con la didattica sul campo e le importanti finalità sociali portate avanti dalla Fondazione CRC».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Vendemmia 2022 eccezionalmente precoce in Germania. Ricorda la calda annata 2018. Le stime del German Wine Istitute DWI
La vendemmia 2022 in Germania sarà «eccezionalmente precoce». Merito del meteo costantemente soleggiato, che ricorda la calda annata 2018. Secondo il German Wine Institute (DWI), le prospettive per un’annata 2022 di alta qualità sono comunque «molto promettenti».
«Questo spiega l’Istituto tedesco – perché gran parte dei vigneti hanno risposto bene all’estrema siccità. Le uve godono di buona salute e finora non si sono verificate grandi eventi atmosferici capaci di compromettere il raccolto».
Le varietà di uva a bacca rossa, in particolare, starebbero beneficiando del tempo soleggiato. Il che, sempre secondo le previsioni del DWI, farebbe «ben sperare in vini rossi corposi e ricchi di colore». Le varietà di uva a bacca bianca presenterebbero già «un ottimo corredo aromatico, unito a un’acidità moderata».
Si può ipotizzare che la vendemmia 2022 in Germania procederà abbastanza rapidamente – commenta il German Wine Institute -. Il contenuto di zucchero negli acini aumenterà rapidamente con il tempo soleggiato e molte varietà raggiungeranno la maturità vendemmiale nello stesso momento. La raccolta si concluderà con il Riesling, che dovrebbe essere pronto per la raccolta a metà settembre».
VENDEMMIA 2022 IN GERMANIA: SICCITÀ, SFIDA IMPORTANTE
Tuttavia, la siccità rappresenta una grande sfida per i viticoltori della Germania. Le condizioni delle viti, come in altre zone del mondo, sono estremamente eterogenee all’interno delle regioni vinicole tedesche.
Mentre i vigneti più vecchi godono al momento di un buono stato di vigoria produttiva, grazie al loro sistema di radici profonde, le viti più giovani soffrono in modo significativo per la mancanza d’acqua.
«Un fenomeno – precisa l’Istituto – che si verifica soprattutto su terreni leggeri, che non sono in grado di trattenere molta acqua. Anche la maturazione dell’uva è molto più lenta. Le piante giovani vengono irrigate dove possibile. Nei vigneti molto stressati è addirittura necessario rimuovere i grappoli d’uva per proteggere le viti o, per lo meno, per mantenerle in vita».
Un altro effetto della siccità è riscontrabile dalla grandezza degli acini, che rimangono relativamente piccoli. «Questo – conclude il German Wine Institute – ci fa prevedere rese piuttosto moderate, nonostante i grappoli siano complessivamente buoni». Le piogge moderate delle prossime settimane potrebbero avere un effetto positivo sulla vendemmia 2022 in Germania.
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Alta Langa Docg alta qualita iniziata la vendemmia 2022 chardonnay e pinot nero
Ha preso il via il 10 agosto la raccolta delle uve Pinot nero per i vini Alta Langa Docg. I primi grappoli della vendemmia 2022 , che si preannuncia di ottima qualità, sono stati vendemmiati nelle vigne di Canelli, Castel Boglione, Castel Rocchero, San Marzano Oliveto e Santo Stefano Belbo, tra Astigiano e Cuneese.
La raccolta delle uve Chardonnay, nella norma dell’Alta Langa, si vendemmiano solitamente 7/10 giorni dopo il Pinot nero. Con le operazioni che si concluderanno entro la fine del mese di agosto.
«L’anticipo dei tempi rispetto alla norma è collegato al periodo della fioritura della vite, avvenuto quest’anno intorno al 15/20 maggio: solitamente avviene tra gli ultimi giorni di maggio e l’inizio giugno», spiega il vicepresidente del Consorzio Alta Langa, Giovanni Carlo Bussi.
Le alte temperature del mese di maggio hanno accorciato notevolmente le differenze tra le quote più basse e quelle più alte, che in annate normali possono differenziarsi anche di 25/30 giorni.
La qualità delle uve può definirsi ottima: non vi sono stati danni causati dalle classiche patologie della vite, grazie alla scarsità di precipitazioni. La siccità potrebbe ridurre i quantitativi di produzione, ma la vendemmia anticipata, seguita con cura dai tecnici delle aziende, garantirà la perfetta qualità”.
VENDEMMIA 2022 IN ALTA LANGA: VALLE BELBO E BORMIDA LE ULTIME
Nelle vigne più alte e fresche, tra Valle Belbo e Valle Bormida, le maturazioni sono più lente e le temperature massime sono leggermente inferiori: seppure in anticipo di una decina di giorni rispetto al 2021, le maturazioni stanno avvenendo in maniera regolare.
«La nostra compagine – sottolinea Mariacristina Castelletta, presidente del Consorzio Alta Langa – sta vivendo un momento molto positivo. Assistiamo a un solido aumento della produzione a cui si accompagna l’incremento degli associati al Consorzio, che a oggi sono 134.
«C’è entusiasmo – continua Castelletta – e la volontà è quella di continuare a perseguire la strada dell’alta qualità, a partire proprio dalla vendemmia che adesso si trova nel pieno del suo svolgimento. Ci sono i presupposti per un’ottima annata, che ritroveremo nei calici tra non meno di tre anni. A tutti i produttori di Alta Langa auguro un buon raccolto».
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Sapresti rispondere alle domande per diventare Master of Wine nel 2022 mw institute
L’Institute of Masters of Wine ha pubblicato le domande dell’esame Master of Wine 2022, compresa la lista dei vini per la parte pratica (degustazione). Dal 26 al 29 luglio 103 studenti hanno sostenuto gli esami teorici e pratici ad Adelaide, Londra e Napa.
I test costituiscono la seconda fase del programma di studio Master of Wine. Nell’arco di quattro giorni, gli studenti hanno sostenuto tre prove pratiche alla cieca da 12 vini. Cinque le prove teoriche su temi che hanno spaziato dalla viticoltura alla vinificazione, dalle procedure di pre-imbottigliamento alla lavorazione dei vini in cantina. Quesiti anche su tematiche legate al business del vino e all’attualità.
Gli aspiranti Master of Wine che hanno superato con successo gli esami teorici e pratici della seconda fase passeranno alla terza fase, quella del “Research paper“: la fase finale del programma di studio MW. Solo ottantasei dei 103 studenti che hanno sostenuto la degustazione alla cieca di 12 vini al mattino e l’esame teorico nel pomeriggio hanno superato la prima fase, il 25 luglio.
L’elenco dei vini e delle domande in inglese utilizzate per la valutazione della prima fase è stata resa nota dall’Institute of Master of Wine. Winemag.it è in grado di pubblicarle qui sotto. Sapresti rispondere alle domande per diventare Master of Wine?
STAGEONEASSESSMENT(S1A)2022 PRACTICALPAPER
Question 1
Wines 1-3 come from three different regions within the same country and are made from three different, single grape varieties.
With reference to all three wines:
Identify the (15 marks)
For each wine:
Identify the origin as closely as possible, with reference to the grape variety (3 x 8 marks)
Comment on style, quality and commercial (3 x 12 marks)
Question 2
Wines 4-6 come from the same region. With reference to all three wines:
Identify the region, specifying the origins of each wine as closely as (30 marks)
Compare and contrast quality in the context of the region of origin. (24 marks) For each wine:
Discuss maturity with reference to (3 x 7 marks)
Question 3
Wines 7-9 come from three different countries. Each is made from a different, single grape variety.
For each wine:
Identify the grape variety and the origin as closely as (3 x 10 marks)
Comment on (3 x 7 marks)
Comment on style and commercial (3 x 8 marks)
Question 4
Wines 10-12 come from the same region. With reference to all three wines:
Identify the (15 marks)
For each wine:
Assess quality in the context of the region of (3 x 8 marks)
Comment on maturity and capacity to age, with specific reference to (3 x 12 marks)
ESAME MASTER OF WINE 2022: I VINI ALLA CIECA
Heytesbury Chardonnay, Vasse Felix, Margaret River, Australia. (13.0%)
Sauvignon Blanc, Shaw+ Smith, Adelaide Hills, Australia. (12.5%)
The Florita Riesling, Jim Barry, Clare Valley, Australia. (12.5%)
Julien, Chateau Langoa Barton, 2010. Bordeaux, France. (13%)
Estephe, Chateau Les Ormes de Pez, 2018. Bordeaux, France. (14.5%)
Emilion Grand Cru, Chateau Moulin St Georges, 2015. Bordeaux, France. (14.5%)
Quarts de Chaume Grand Cru, Demaine des Forges, Loire Valley, France. (11.0%).
Noble One, De Bertoli, New South Wales, Australia. (12.7%)
Vin de Constance, Klein Constantia, Constantia, South Africa. (14%)
Vintage Port, Taylor’s, Douro Valley, Portugal. (20.5%)
Quinta de Vargellas Vintage Port, Taylor’s, Douro Valley, Portugal. (20%)
LBV Port, Taylor’s, Douro Valley, Portugal. (20%)
THEORY PAPER – MASTER OF WINE 2022
TWO questions to be answered, ONE from Section A and ONE from Section B.
Section A Question 1
Can small independent wine retailers compete with large chains on price? How else can they compete effectively? (Paper 4)
Section B Question 2
Discuss the current role and potential future use of hybrids in viticulture (Paper 1).
Question 3
Outline the key considerations in deciding which pre-bottling treatments to use for each of the following:
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Iniziata la vendemmia 2022 in Sicilia la piu lunga Italia si concludera su Etna
Uve eccellenti e sane, ottimo stato vegeto-produttivo, assenza di stress idrico. Queste le premesse della vendemmia in Sicilia, stando ai dati raccolti tra le 90 cantine che aderiscono ad Assovini. La vendemmia 2022 è al via proprio in questi giorni nella parte occidentale dell’isola, nei territori che rientrano nelle province di Palermo e Trapani. Sarà la raccolta più lunga d’Italia: oltre 100 giorni, dall’estate sino a Novembre, tra i vigneti di quota dell’Etna.
Al momento l’uva raccolta sarà utile alle basi degli spumanti siciliani. Si prosegue poi con le varietà internazionali, come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc, seguite dai vitigni autoctoni. Le buone notizie per il vino siciliano vengono dal fronte climatico e fitosanitario. Grazie ad un inverno mite, nessuna gelata in primavera, l’andamento meteo è stato regolare, le temperature registrate sono in linea con il 2020 e il 2021.
Le piogge invernali hanno imbibito i terreni e riempito gli invasi, un clima estivo soleggiato e con scarsa umidità ha bloccato la diffusione delle principali malattie della vite, come peronospora e oidio. Tutto ciò ha portato le uve ad uno stato fitosanitario sano e di eccellenza.
Le previsioni parlano di stime di produzione in linea con il 2021. Non sarà un’annata ricchissima, ma sicuramente più produttiva del biennio 2019/2020, che è stato sotto la media regionale.
OTTIMA QUALITÀ PER LA VENDEMMIA 2022 IN SICILIA
«Nonostante il caldo, possiamo dire che sia quantitativamente che qualitativamente le uve sono eccellenti», commenta Filippo Buttafuoco, agronomo di Cantine Settesoli che ha inaugurato il taglio della vendemmia 2022 con la raccolta delle uve di Pinot Grigio.
«Le piante hanno utilizzato molte delle riserve accumulate durante il periodo invernale. In questo momento non notiamo stress idrici – aggiunge Francesco Spadafora, titolare dell’azienda Dei Principi di Spadafora. Per Alessandro di Camporeale, «nel complesso le quantità si attestano nella media e la qualità è molto elevata, data l’assenza di malattie».
I dati delle ultime due vendemmie, con una qualità sempre più alta, e le previsioni della vendemmia 2022 – commenta il presidente di Assovini Sicilia, Laurent de la Gatinais – confermano che la Sicilia mostra una buona resistenza rispetto ai sempre più evidenti cambiamenti climatici, grazie alla sua posizione nel cuore del Mediterraneo, ai suoi microclimi, ai suoi terroir e alle sue varietà indigene».
«Assovini Sicilia – conclude il presidente – vuole essere portavoce e pioniera nel guidare, con nuovi modelli, il futuro della vitivinicoltura siciliana e sviluppare nuove conoscenze e know-how in grado di affrontare le sfide in legate al climate change».
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Torna il Festival Franciacorta in Cantina, l’appuntamento per trascorrere un weekend alla scoperta dei luoghi dove nasce il Franciacorta. L’edizione 2022 è ormai la numero tredici. Non solo cantine aperte, ma anche proposte gastronomiche e iniziative culturali e sportive. Un doppio weekend , il 10-11 e il 17-18 settembre, per immergersi nell’atmosfera di Franciacorta.
Saranno 65 le cantine partecipanti, tra consuete visite guidate con degustazione ed eventi speciali come tour nei vigneti, pic nic tra i filari, gite in bicicletta e altro.
LE 65 CANTINE ADERENTI AL FESTIVAL FRANCIACORTA 2022
Abrami Elisabetta, Alberelle, Antica Fratta, Azienda Agricola Fratelli Berlucchi, Azienda Agricola Massussi Luigi, Barboglio de Gaioncelli, Bariselli Gabriella, Barone Pizzini, Bellavista, Berlucchi Guido, Bersi Serlini, Biondelli, Boccadoro, Bonfadini, Bosio, Ca’ del Bosco, Cantina Clarabella, Caruna, Castello Bonomi Tenute in Franciacorta, Castello di Bornato, Castello di Gussago La Santissima, Castelveder, Cavalleri.
E ancora: Contadi Castaldi, Corte Aura, Corte Fusia, Derbusco Cives, Due Gelsi, Faccoli, Ferghettina, IBARISEI, Il Dosso, La Costa di Ome, La Fiorita, La Manèga, La Montina, La Riccafana di Riccardo Fratus, La Torre, Lantieri de Paratico, Le Cantorie, Le Marchesine, Majolini, Marchesi Antinori Tenuta Montenisa, Marzaghe Franciacorta, Mirabella.
Infine, saranno presenti al Festival Franciacorta in Cantina 2022: Monzio Compagnoni, Monte Rossa, Mosnel, Plozza Ome, Priore, Quadra, Ricci Curbastro, Romantica, Ronco Calino, San Cristoforo, Santus, Spensierata, Tenuta Ambrosini, Tenuta Moraschi, Turra, Vezzoli Ugo, Villa Crespia Fratelli Muratori, Vigna Dorata, Villa Franciacorta, Villa Giuliana.
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Saranno 850 i vignaioli presenti al Mercato Fivi di Piacenza 2022, che si terrà da sabato 26 a lunedì 28 novembre a Piacenza Expo. Tre i padiglioni, con una tensostruttura che accoglierà l’area della gastronomia.
«I tre padiglioni messi a disposizione dal polo fieristico – evidenzia Fivi in una nota – consentiranno di accogliere tutti gli associati Fivi che hanno fatto richiesta di partecipazione».
CESCONI: «IL MERCATO FIVI È LA NOSTRA FESTA»
«Il Mercato di Piacenza – dichiara Lorenzo Cesconi, presidente Fivi – nasce con la volontà di incontrare il pubblico e promuovere la nostra identità di Vignaioli Indipendenti. È la nostra festa, prima ancora di essere una fiera: per questo motivo abbiamo ritenuto giusto che potessero partecipare tutti i soci che ne hanno fatto richiesta, aumentando gli spazi espositivi».
«Dopo due anni complessi, con un’edizione rinviata e una condizionata dalla pandemia – aggiunge Cesconi – con questo undicesimo Mercato vogliamo dare un segno di speranza ancora più forte. I Vignaioli sono un elemento centrale nell’economia e nella cultura italiana e il Mercato dei Vini è l’evento che meglio di qualsiasi altro racconta e mette in luce questa centralità».
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Elezioni Ais 2022 i risultati alta affluenza dei sommelier alle elezioni online 2022 2026
Sono stati pubblicati da pochi minuti i risultati delle elezioni Ais – Associazione italiana sommelier 2022. Le votazioni si sono svolte esclusivamente online e hanno registrato un’alta affluenza, pari al 45% degli iscritti. Hanno votato ben 15.718 iscritti, su 34.709. Nel 2018 avevano espresso la loro preferenza solo 9.253 sommelier su 31.789.
Ha dunque premiato la scelta del Consiglio Nazionale dell’Associazione italiana sommelier che, per il rinnovo degli organi sociali nazionali e regionali/territoriali 2022-2026 ha scelto la piattaforma elettorale predisposta dalla società tedesca Polyas. Uno strumento “digitale” già utilizzato dai maggiori partiti politici tedeschi, dalla Banca d’Italia, da alcuni ordini professionali e da Istat.
L’esito del voto online, aperto dalle ore 10.00 del 26 giungo alle ore 14.00 del 27 giugno, è stato preceduto da un vivace dibattito tra candidati, protagonisti di un fuoco incrociato che ha avuto come teatro i social media.
Colpi bassi che non hanno risparmiato neppure le quote rosa, con attacchi (anche feroci) fra candidate. Sullo sfondo, i commenti delle varie fazioni e dei semplici osservatori, impegnati a difendere i membri della propria lista o stigmatizzare i toni troppo accesi.
VERSO L’ELEZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE AIS NAZIONALE
Anticipate dall’intervista esclusiva rilasciata a winemag.it dal presidente uscente Antonello Maietta, non più candidabile, le elezioni nazionali Ais 2022-2026 hanno visto i seguenti risultati.
CONSIGLIO NAZIONALE AIS
Bonera Nicola 7534 Eletto Gargiulo Nicoletta 6994 Eletta Aldegheri Marco 6866 Eletto Mosetti Angelica 6714 Eletta Baldassarre Giuseppe 6439 Eletto Camilli Sandro 6123 Eletto Zorzi Renzo 5402 Eletto Privitera Camillo 5248 Eletto Luchetti Giovanni 5243 Eletto Dani Andrea 3570 Dessanti Roberto 2964 Balsarin Giulio 2681 Molinari Alex 2627 Starace Marco 2390
REVISORI LEGALI NAZIONALI
Colella Chiara 9562 Eletta Testa Michele 5215 Eletto Guetta Guido Ascer 5067 Eletto Rigon Stefano 3670 Dal Lago Graziano 2130
ABRUZZO
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Angela Di Lello 229
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Andrea Mennilli 196
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
L’AQUILA
Serenella Di Battista 21
CHIETI
Adriana Terreri 59
MARSICA
Walter Tullio 30
PESCARA
Luca Panunzio 42
TERAMO
Antonio Iannetti 13
SULMONA
Elisa Colella 9
VASTO – VAL DI SANGRO
Chiara Mascitelli 34
ALTO ADIGE
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Elvis Costa 113 Eletto
Paolo Tezzele 93
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Helmuth Zingerle 166
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Bassa Atesina – Oltradige
Verena Rauch 8
Bolzano
Sigrid Innerebner 56 Eletta
Andreas Meraner 39
Merano – Val Venosta
Michael Baumgartner 15 Eletto
Katrin Holzl 10
Val Gardena – Val Badia
Egon Perathoner 8 Eletto
Devid Vinatzer 6
Valle Isarco – Val Pusteria
André Senoner 22 Eletto
Hubert Kastlunger 10
BASILICATA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Eugenio Tropeano 158
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Giovanni Luigi Corrado 131 Eletto
Simona Martulli (supplente) 20
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Vulture – Alto Bradano
Daniele Scapicchio 11
Potenza
Biagio Motta 107
Matera
Samuele Olivieri 37
CALABRIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Antonio Fusco 515
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Andrea Casazzone 313 Eletto
Giuseppe D’Urso (supplente) 165
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Arbereshe e Alto Ionio
Carmela Chimento 52
Catanzaro
Vincenzo Celi 59
Cosenza
Simona Cairo 185
Locride – Piana di Gioia Tauro
Angela Parrello 50
Reggio Calabria
Riccardo Cannistraci 77
Vibo Valentia
Attilia De Vito 44
CAMPANIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Tommaso Luongo 1326
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Maria Rosaria Grimaldi 1.043 Eletto
Daniela Casale 971 Eletto
Annarita Panza 890 Eletto
Anna Merola (supplente) 199
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Avellino
Annito Abate 88
Benevento
Maria Grazia De Luca 81
Caserta
Pietro Iadicicco 227
Cilento – Vallo di Diano
Maria Sarnataro 122
Costa d’Amalfi
Antonio Amato 43
Ischia e Procida
Tommaso Mascolo 22
Napoli
Gabriele Pollio 253
Penisola Sorrentina – Capri
Emanuele Izzo 113
Salerno
Nevio Toti 240
Vesuvio
Ernesto Lamatta 135
EMILIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Luca Manfredi 714 Eletto
Gaetano Palombella 280
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Barbara Guidi 507 Eletta
Davide Zappoli 267 Eletto
Alessandro Grossi 260 Eletto
Giuseppina Cenacchi (Supplente) 243
Danilo Ricardi (Supplente) 200
Antonio Camoni 96
Paolo Rollo 93
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Bologna
Giuseppe Todisco 243
Modena
Paolo Benetti 169
Parma
Anna Maria Compiani 112 Eletta
Arnaldo Rampini 37
Reggio Emilia
Paolo Ferretti 123 Eletto
Carlo Favella 83
FRIULI VENEZIA GIULIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Renato Paglia 426
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Sonia Feruglio 367 Eletta
Tommaso Vidale (Supplente) 36
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Gorizia
Michele Paiano 78
Pordenone
Pierangelo Dal Mas 90
Trieste
Bruno Cataletto 82
Udine
Wladimiro Tulisso 184
LAZIO
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Francesco Guercilena 486 Eletto
Annamaria Iaccarino 260
Luigi Di Tofano 128
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Riccardo Sperti 459 Eletta
Benedetto Maurizi 410 Eletto
Luca Brienza 256 Eletto
Roberto Di Lelio (Supplente) 151
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Castelli Romani
Fabrizio Gulini 107
Colli della Sabina
Gabriele Giacomozzi 40
Fiumicino – Ostia
Ilaria De Donato 49
Frosinone
Maurizio Mazzucchi 69
Latina
Antonio Iaccarino 147
Rieti
Roberto Peron 43
Roma
Marco Sanfilippo 234
Valle dell’Aniene
Giovanni Rinaldi 49 Eletto
Claudio Piazza 11
Viterbo
Marco Isidori 70
LIGURIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Marco Rezzano 400
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Federica Dell’Acqua 368
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Genova
Marco Quaini 138
Imperia
Giovanni Carlo Orengo 40
La Spezia
Laura Picardi 81
Savona
Giancarlo Alfano 46
Tigullio – Promontorio di Portofino
Nicola Garibotto 65
LOMBARDIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Hosam Eldin Abou Eleyoun 1590 Eletto
Lisetta De Simeis 368
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Elena De Marziani 1171 Eletta
Massimo Piacentini 830 Eletto
Roberto Cassanelli 825 Eletto
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Bergamo
Luigi Mascheretti 136
Brescia
Alessandro Caccia 355
Cremona – Lodi
Maurizio Milani 74
Lecco
Tiziano Tosetti 73
Mantova
Luigi Bortolotti 153
Milano
Fabio Scaglione 536
Monza e Brianza
Stefano Balconi 139
Pavia
Miriam Prencisvalle 103
Sondrio
Luigi Scaramuzzi 62
Varese
Matteo Tunisi 92
MARCHE
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Stefano Isidori 373
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Tania Rossi 342
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Ancona
Daniele Sordoni* 65
Ascoli Piceno
Marica Spuria 59
Fabriano – Alta Vallesina
Luca Gambucci 38
Fermo Porto San Giorgio
Barbara Paglialunga 39
Jesi e Castelli
Luca Giaccaglia 43
Macerata
Cesare Lapadula 33
Pesaro
Raffaele Papi 66
Urbino-Montefeltro
Franco Morena 40
*da verificare in quanto alla commissione elettorale centrale
risultano due candidati
MOLISE
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Carlo Pagano 74
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Antonella Di Lena 65
Giovanni Di Palma 56
Giampiero Mancini 56
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Campobasso
Carmine Guidone 22
Isernia
Daniela Tonti 38
PIEMONTE
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Mauro Carosso 1213
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Vincenzo Milanese 776
Francesco Napolitano 543
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Alessandria
Edi Perissinotto 122 Eletto
Antonino Catalano 21
Biella
Daniela Drago 55
Canavese
Lorenzo Labriot 71
Casale Monferrato
Daniele Guaschino 46
Cuneo – Alba
Rosalba Rolando 153
Novara
Stefano Brustia 129
Torino
Fabio Gallo 416
Verbano Cusio Ossola
Luca Molino 50
Vercelli – Valsesia
Luca Ferrero 35
PUGLIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Giacomo D’Ambruoso 1608
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Germano Farina 1.234 Eletto
Cosimo Damiano Balestrucci (Supplente) 326
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI
DELEGAZIONE
Bari
Raffaele Massa 280
BAT- Svevia
Maria De Tullio 113
Brindisi
Rocco Coliandro 164
Foggia
Amedeo Renzulli 142
Lecce
Marco Cristian Albanese 260
Murgia
Vincenzo Carrasso 473 Eletto
Michele Fasani 21
Taranto
Domenico Stanzione 181
ROMAGNA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Adolfo Treggiari 213 Eletto
Raffaele Nanni 190
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Roberto Gasperini 319
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Cesena
Vincenzo Tardino 124
Faenza
Mirko Morini 40
Forlì
Caterina Valbonesi 49
Imola
Stefano Luppi 20
Ravenna
Antonio Corsini 83
Rimini
Nunzia Tesoro 46
SARDEGNA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Antonio Furesi 430
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Mario Graziano Marras 301 Eletto
Sergio Cugliolo (Supplente) 43
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Cagliari
Simona Gulli 89
Gallura
Attilia Giovanna Medda 108
Nuoro
Francesco Deriu 44
Oristano
Alessandro Benini 55
Sassari
Pier Paolo Fiori 137
SICILIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Francesco Baldacchino 705
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Luigi Grasso 596
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI
DELEGAZIONE
Agrigento – Caltanissetta
Calogero Trupia 157
Catania Città e Sud
Maria Grazia Barbagallo 178
Catania Jonico – Etnea
Paolo Pennisi 18
Messina
Francesco Italiano 6
Palermo
Luigi Salvo 97
Ragusa
Fabio Gulino 20
Siracusa
Alessandro Carrubba 61
Taormina
Gioele Carmelo Micali 105 Eletto
Rocco Davide Federico 9
Trapani
Alessandro Sciacca 53
TOSCANA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Cristiano Cini 1.311
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Alessandro Bellini 792 Eletto
Francesco Luchetti 792 Eletto
Marco Ciabatti 632 Eletto
Riccardo Corti (Supplente) 271
Alessio Marcucci (Supplente) 190
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Apuana
Lorenzo Chiappini 68
Arezzo
Massimo Rossi 130
Firenze
Massimo Castellani 194
Grosseto
Sabrina Diligenti 115 Eletta
Massimo Groppi 70
Isola d’Elba
Antonio Arrighi 23
Livorno
Massimo Tortora 71 Eletto
Alessandro Malvasi 43
Lucca
Olimpia Bertolucci 107
Pistoia
Luca Carmignani 84
Prato
Bruno Caverni 122 Eletto
Stefano Tascini 108
Siena
Marcello Vagini 90
Val d’Elsa
Luigi Pizzolato 60
Versilia
Claudio Fonio 61
TRENTINO
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Gyorgyi Fieszl 148
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Edgardo Moncher 140
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Trentino Centrale
Patrizia Pensini 78
Trentino Occidentale
Elisa Ressegotti 34
Trentino Orientale
Giulio Rizzi 29
UMBRIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Pietro Marchi 422
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Andrea Sattin 374
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Assisi – Nocera Umbra
Gianluca Falcinelli 38
Città di Castello
Tiziana Croci 47
Gubbio
Christian Belardi 58
Montefalco – Spoleto
Claudio Ciotti 19
Perugia – Trasimeno
Anna Chiara Baiocchi 113
Terni
Maurizio Orlandi 90 Eletto
Giovanni Lampis 53
VALLE D’AOSTA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Alberto Levi 103
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Alessandro Framarin 52
Umberto Aglietta (Supplente) 40
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Aosta Provincia
Simone Clerin 41
Aosta Città
Gianluca Arcaro 57
VENETO
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Gianpaolo Breda 1.225
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Bettina Solimando 673 Eletta
Mauro Carrazzai 620 Eletto
Alberto Matteazzi 531 Eletto
Mattia Villan (Supplente) 299
Marco Carlesso (Supplente) 284
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Belluno
Ivan Del Puppo 76
Padova
Rossano Moretto 282
Rovigo
Giovanni Geremia 106
Treviso
Wladimiro Gobbo 208
Venezia
Lorena Ceolin 176
Verona
Paolo Bortolazzi 240
Vicenza
Luca Grezzani 140
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
La vendemmia 2022 sarà precoce in Borgogna. L’inizio della raccolta è previsto intorno al 25 agosto per i vini fermi e attorno alla metà di agosto per il Il Crémant de Bourgogne. Le piante stanno crescendo a ritmo sostenuto, soprattutto grazie alle temperature, costanti dal 12 aprile.
L’abbondante soleggiamento della stagione ha portato a uno sviluppo vegetativo molto intenso, che incide sul carico di lavoro dei viticoltori. I primissimi fiori sono stati notati verso la metà di maggio. Una precocità vicina all’annata 2020, nonostante il germogliamento più tardivo.
La fioritura è avvenuta in condizioni molto buone, grazie a molto sole e a temperature ideali (20-25°C). Il 2022, secondo il consorzio locale, sembra quindi «destinato a entrare nel club delle annate più precoci, dopo il 2020, il 2011 e il 2007».
Considerando i 90-100 giorni che intercorrono tra la fioritura e la vendemmia, a pari condizioni meteo, le forbici della vendemmia 2022 dovrebbero entrare in azione nell’ultima decade di agosto per i vini fermi.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Enovitis in campo 2022 focus su crisi idrica e robotica
Un focus sul vigneto, proprio quando la grave crisi idrica minaccia la penisola. Si terrà giovedì 23 e venerdì 24 giugno Enovitis in campo 2022, manifestazione itinerante organizzata da Unione italiana vini e diventata punto di riferimento per il settore dei prodotti, delle tecnologie, dei macchinari e dei servizi dedicati alla cura dei vigneti.
Una sedicesima edizione che radunerà 171 espositori, in un momento in cui il comparto agricolo è in allarme per la mancanza d’acqua. In tale contesto, la gestione e l’ottimizzazione della vigna assumono quindi un’importanza strategica.
Grande attenzione dunque all’itilizzo di pratiche sostenibili come l’irrigazione a goccia, che permette di consumare quantità minori di acqua ed energia. Spazio anche all’inerbimento permanente e al sovescio, utili nel contrastare gli effetti della siccità.
LA CHALLENGE SULL’INNOVAZIONE IN VITICOLTURA
Ospitato per la prima volta in Friuli Venezia Giulia, presso la Tenuta Ca’ Bolani di Cervignano del Friuli, Enovitis pone al centro l’area tematica Robot&Automazione, dedicata alle attrezzature di ultima generazione che si relazionano al vigneto in modo autonomo e che non richiedono quindi il supporto di un operatore umano.
L’attenzione alle tecnologie più futuristiche è ribadita dall'”Innovation Challenge Enovitis in campo 2022“, che anche quest’anno premia i macchinari più innovativi del settore attraverso l’attribuzione dei riconoscimenti Technology Innovation Award e New Technology.
Riflettori accesi sulle tecniche biologiche, grazie alla rinnovata collaborazione con FederBio Servizi, che porterà all’allestimento di un vigneto biologico dimostrativo. Diversi gli eventi e i workshop dedicati ai vari aspetti che caratterizzano il processo di coltivazione sostenibile, al fine di esplorarne caratteristiche e criticità.
All’inaugurazione, che si terrà giovedì 23 giugno alle ore 11, interverranno il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, il proprietario della Tenuta Ca’ Bolani, Domenico Zonin, il direttore della Tenuta Ca’ Bolani, Roberto Marcolini, il sindaco di Cervignano del Friuli, Andrea Balducci e l’assessore alle Infrastrutture e territorio del Friuli Venezia Giulia, Graziano Pizzimenti.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Prima dellAlta Langa 2022 migliori assaggi il Metodo classico piemontese e al giro di boa
L’Alta Langa si conferma il vero fenomeno della spumantistica italiana Metodo classico degli ultimi anni. Diverse aziende piemontesi (e non solo) stanno investendo nell’acquisto di vigneti di Pinot Nero e Chardonnay, per ampliare la gamma e offrire al mercato una bollicina tipica e raffinata, che inizia a stuzzicare la curiosità dei buyer, anche all’estero. È quanto emerge dalla Prima dell’Alta Langa 2022, occasione unica per degustare 115 cuvée di 46 soci del Consorzio di Tutela che ha sede ad Asti. E tastare il polso alla Docg.
Nove ore non-stop, lunedì 6 giugno, dedicate a operatori professionali, buyer, enotecari, ristoratori, distributori, barman e stampa di settore, al Museo di Italdesign di Moncalieri, in provincia di Torino.
L’annata in anteprima nel 2022 è la 2018. Ma, in degustazione, i produttori hanno portato anche spumanti Alta Langa di oltre 10 anni. Tutti in gran forma. Il vero trend della Prima dell’Alta Langa 2022 è tuttavia il livellamento della denominazione verso “spumanti d’entrata” di qualità media indiscutibile, posizionati su fasce prezzo di tutto riguardo, rispetto alla piramide degli altri sparkling italiani.
Se è vero che all’interno del Consorzio astigiano sono parecchie le cantine che investono nei lunghi affinamenti sui lieviti, il millesimo 2018 può essere considerato quello della presa di coscienza dei produttori piemontesi della massa critica ormai non più trascurabile, assunta dall’Alta Langa.
Numeri alla mano (3 milioni di bottiglie prodotte nel 2021, su 377 ettari dislocati nelle province di Cuneo, Asti ed Alessandria), l’Alta Langa è ormai in grado di rosicchiare quote di mercato alle bollicine leader nazionali indiscusse, Franciacorta e Trento Doc.
Tra i calici degustati alla Prima dell’Alta Langa 2022, pare tra l’altro in aumento l’utilizzo dello Chardonnay. Un fenomeno nel fenomeno. Il vitigno, che continua comunque ad occupare un solo terzo del vigneto complessivo dell’Alta Langa, consente di produrre spumanti più “pronti”, in cuvée con i corpulenti e muscolari Pinot Nero di collina ed alta collina. Il tutto senza perdere di vista la qualità, imposta dal rigoroso disciplinare di produzione.
IL CASO: CANTINA CLAVESANA “CONVERTE” IL DOLCETTO IN ALTA LANGA
Una denominazione, l’Alta Langa, che cresce anche grazie all’interesse di diversi “big”. È il caso di Cantina Clavesana, cooperativa cuneese in cui è in corso una vera e propria rivoluzione. «Abbiamo 200 soci e 300 ettari di vigneti – spiega a winemag.it il direttore Damiano Sicca – e il Dolcetto è il vitigno che più ci ha rappresentato, negli anni. Di recente, abbiamo scelto l’Alta Langa come prodotto distintivo».
Stiamo assistendo a una riclassificazione del nostro parco vigneti che ha portato a una crescita da 5 a 50 mila bottiglie, dal 2015 ad oggi. Nel 2011 avevamo 480 ettari di Dolcetto. Oggi siamo a 380.
Nello stesso anno, oltre il 90% del vigneto di Cantina Clavesana era piantato a Dolcetto, mentre oggi è al 75%. La differenza è a metà rappresentata dal Langhe Nebbiolo e dall’Alta Langa».
Una risposta, per di più, al cambiamento climatico. «Le riconversioni – spiega ancora Damiano Sicca – sono avvenute in zone che godono di una certa vocazionalità, ovvero dai 450 ai 600 metri. L’obiettivo, se il Consorzio aprirà ad ipotesi di incremento della produzione e degli ettari vitati, è di passare dalle attuali 50 alle alle 100 mila bottiglie nel giro dei prossimi 5 anni».
«Il tutto – conclude Sicca – si traduce in un maggior reddito per i soci di Cantina Clavesana. Il Dolcetto è pagato 1 euro al Kg, mentre le uve da Alta Langa 1,30 / 1,40 euro. Meglio ancora il Nebbiolo, che si assesta attorno ai 1,50, più o meno come il Barbera. Per le uve da Barolo si sale a 3,50 / 4 euro al Kg».
Non sta a guardare, sempre in provincia di Cuneo, l’altra cooperativa Terre del Barolo. È di quest’anno l’uscita sul mercato di due Alta Langa della linea VinumVitaEst, per un totale di 25 mila bottiglie tra il Blanc de Blancs Brut (Chardonnay in purezza, 30 mesi di affinamento sui lieviti) e il (quasi) “Blanc de Noir” Extra Brut (Pinot Nero da un ettaro di vigneto a Diano d’Alba, con un 15% di Chardonnay).
«Pensiamo che la Langa oggi abbia bisogno di tutelare il patrimonio di biodiversità – commenta per la cantina Gabriele Oderda – . Questa biodiversità, oggi, si ritrova nelle varietà tradizionali e nella ricerca del miglior territorio possibile sulla base della varietà.
Il Nebbiolo la fa da padrona ma ha anch’esso territori d’elezione. Altre zone di Langa possono essere messe a frutto con progetti diversi, come quello dell’Alta Langa: un’esplorazione che si spinge ad altezze di 400, 500 metri, con Pinot Nero e Chardonnay».
CRESCITA E STILE DEL’ALTA LANGA: IL PUNTO CON PECCHENINO
Gli interrogativi sul futuro della denominazione interessano anche cantine che si cimentano ormai da anni con l’Alta Langa. È il caso di Pecchenino. La cantina di Dogliani (CN) vive un momento cruciale della propria storia aziendale, con l’ingresso delle nuove generazioni, tutte “quote rosa”.
«Il nostro progetto nell’Alta Langa parte nel 2010 – rivela a winemag.it Lisa Pecchenino – con l’acquisto di alcuni ettari a Bossolasco. La prima annata Alta Langa risale al 2014, con l’iscrizione dei vigneti alla Docg. Amiamo da sempre la personalità che può esprimere questo spumante, ma ultimamente stiamo ragionando sulla cifra stilistica aziendale, pensando di sostituire legni piccoli con il legno grande per il Pinot Nero, per i vini base. Il territorio in cui viviamo ci permette di sperimentare su tutte le denominazioni, anche nella spumantistica».
Dalle 8 mila bottiglie del 2014, col millesimo 2018 Pecchenino raggiungerà quota 18 mila. «La tendenza del Consorzio è quella di chiudere ai nuovi impianti – chiosa ancora Lisa Pecchenino -. Se questo serve a tutela della qualità, sono d’accordo. Penso però che, a fronte di una denominazione in forte crescita, sia anche giusto avere le bottiglie per rispondere alla crescente richiesta».
A crescere sono anche piccole realtà come l’Azienda Agricola Terrabianca di Mango (CN), che firma uno degli Alta Langa con la più interessante espressione “di terroir”, a 600 metri di altitudine. «Siamo partiti nel 2016 – commenta a winemag.it Andrea Alpiste – raggiugendo con il millesimo 2018 le 3 mila bottiglie. Con il tiraggio 2021 arriveremo a 10 mila». Solo Chardonnay all’esordio di Terrabianca, oggi affiancato dal Pinot Nero.
CERRUTI: «L’ALTA LANGA? UN FENOMENO»
Esordio nell’Alta Langa con il millesimo 2018 anche per la Mascarello Michele e Figli. Raggiunta quota 10 mila bottiglie, la cantina di di La Morra punta dritta verso le 15 mila. Con un obiettivo ben preciso: «Offrire spumanti che si devono bere facilmente, nello stile dei nostri Barolo», riferisce a winemag.it Fabio Mascarello.
A contribuire alla crescita e all’affermazione dell’Alta Langa c’è anche Daffara&Grasso di Calosso (AT). «Siamo partiti con 7, 8 mila bottiglie – commenta Walter Daffara – continuando a vedere le basi ad altri produttori. Per noi, il core business era e resta il Moscato, con oltre 100 mila bottiglie. Ma ci siamo lasciati affascinare da questo Metodo classico, al punto da decidere di produrre anche una Riserva, millesimo 2014, 80 mesi sui lieviti, che sarà sul mercato a partire da quest’estate».
Esponenziale il salto anche in casa di uno dei vignaioli Fivi dell’Alta Langa, Cascina Cerutti. «Siamo partiti con 2, 3 mila bottiglie – sottolinea a winemag.it Gianmario Cerutti – e oggi abbiamo raggiunto le 6 mila. Dal prossimo anno arriveremo a 10 mila. L’Alta Langa è in una fase dinamica di crescita e la politica è quella giusta: crescere piano, con moderazione».
La cosa bella è siamo molte aziende, con clientela che attende i nostri spumanti. È un fenomeno, frutto di una bella alchimia tra il territorio, che lo richiede, e il mercato lo apprezza.
Siamo in una fase magica che non avremmo mai potuto preventivare, neppure a fronte di un piano marketing ben studiato! Basta dire “Alta Langa” che la gente lo prova. E poi lo ricompra, convinto dalla qualità».
I MIGLIORI ALTA LANGA ALLA PRIMA DELL’ALTA LANGA 2022
Millesimo 2018
ViteColte – Brut “Cinquecento”
Tenuta Carretta – Pas Dosé “Airali”
Azienda agricola Terrabianca – Extra Brut
Mauro Sebaste – Dosaggio Zero
Cantine Amerio – Pas Dosé
Pianbello – Rosé Brut
Pecchenino – Pas Dosé “Psea”
Matteo Giribaldi – Extra Brut
Roberto Garbarino – Rosé Dosaggio Zero
La Fusina – Extra Brut (miglior sboccatura recente – 2022)
Avezza – Dosaggio Zero e Riserva 72 mesi
Deltetto – Brut
Enrico Serafino – Extra Brut Parcellaire
Calissano – Pas Dosé
Rizzi – Pas Dosé
Banfi – Cuvée Aurora Rosé Extra Brut
Millesimi precedenti
Tosti – Extra Brut 2012 “Riserva Giulio I”
Matteo Giribaldi – Pas Dosé 2016, 2015, 2013 (magnum)
Ettore Germano – Extra Brut 2016
Fontanafredda – Rosé Brut Riserva 60 mesi “Contessa Rosa”
Fontanafredda – Blanc de Noirs Pas Dosé Brut Nature 72 mesi “Vigna Gatinera”
Coppo – Riserva 2016 Extra Brut
Enrico Serafino – Brut 2017
Enrico Serafino – Riserva 2009
Enrico Serafino – Zero 2014 (Best in show – Prima dell’Alta Langa 2022)
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Sicilia en Primeur 2022 viaggio tra Nero d Avola Frappato Cerasuolo di Vittoria e Grillo 1
Differenze nelle differenze. Nel «continente in miniatura», come definisce la regione Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia, la zona sud occidentale è a sua volta un mosaico di diversità, che si conferma tale anche a Sicilia en Primeur 2022.
Un areale, quello che si estende fra Noto (SR) e Vittoria (RG), che punta ad affacciarsi sul mercato con vini identitari e riconoscibili. Non solo sulla base dell’internazionale Syrah, ma soprattutto con gli autoctoni Nero d’Avola, Frappato (leggi Cerasuolo di Vittoria) e Grillo.
Sono convinto che questa zona stia parlando di un Nero d’Avola diverso – sottolinea Filippo Mazzei di cantina Zisola – migliore e di più alto livello. All’inizio, fino ad una decina di anni fa, anch’io ero spaventato dalla percezione che c’era del Nero d’Avola».
«Ce n’era molto sul mercato – aggiunge – ed era un prodotto di prezzo. Ora Noto e Pachino si stanno distinguendo come sottozone in cui questo vitigno dà il meglio di sé. Il nostro limite è solo quello di non avere molti produttori».
IL NERO D’AVOLA
Ne è un esempio il Sicilia Noto Rosso Doc “Doppiozeta”, annata 2018, di Zisola. Nero d’Avola in purezza dai due appezzamenti più vocati della tenuta, tra le tappe toccate dal tour di Sicilia en Primeur 2022. Un vino che fa di struttura e freschezza la sua chiave di lettura. Naso ricco che alterna frutto rosso maturo a spezie delicate ed un tocco boisé. Fine ed elegante.
Coltivazione ad alberello per il Nero d’Avola. Forma di allevamento tradizionale che consente alla vite di proteggere i grappoli dai raggi solari grazie alla folta chioma. Un approccio, quello della coltivazione ad alberello, utilizzato anche Feudo Maccari.
L’azienda, sempre nell’areale di Noto, alleva il Nero d’Avola a partire da marze di proprietà. Una scelta ben precisa fatta per mantenere il più possibile l’identità della singola sotto zona finanche al cuore del clone della vite.
Il Sicilia Doc Nero d’Avola “Nerè”, annata 2019, di Feudo Maccari è un rosso agile ma non banale. Naso intenso che apre sul frutto rosso maturo per poi arricchirsi con piacevoli note di macchia mediterranea ed erbette aromatiche. Di buon corpo ha un tannino presente e vivo cui fa da contraltare la grande freschezza, per un sorso piacevole e beverino.
Meno verticalità e più morbidezza per i Nero d’Avola della zona di Vittoria, nel ragusano, altra zona interessata da Sicilia en Primeur 2022. Il Vittoria Doc Nero d’Avola “Sole e Terra” 2019 di cantina Horus apre su note di marasca, fragola e prugna. Segue una vena speziata con liquirizia in primo piano. Sorso rotondo e pieno con tannino molto vellutato.
Maggiore rotondità per il Sicilia Doc Nero d’Avola “Kudyah” 2019 di Terre di Giurfo. È il frutto surmaturo a guidare lo spettro olfattivo, condito da un tocco di cannella. La buona acidità supporta il sorso e fa da contraltare al corpo pieno ed al tannino.
IL FRAPPATO
Se nel ragusano il Nero d’Avola si esprime con pienezza e rotondità è il Frappato a regalare una bevuta più semplice, agile e moderna. Estremamente godibile il Vittoria Doc Frappato “Belsito” 2020 di Terre di Giurfo. Ciliegia, ribes, mirtillo, un tocco di geranio. Il tannino c’è ma è bilanciato dalla viva freschezza.
Il Vittoria Doc Frappato “Sole e Terra” 2020 di Horus si presenta rosso rubino intenso. Fresco già alla vista. Frutti di bosco, geranio ed un tocco di pepe. Morbido e giustamente tannico regala un sorso gradevole, giovane e scorrevole.
CERASUOLO DI VITTORIA
Dall’unione di Nero d’Avola e Frappato nasce il Cerasuolo di Vittoria, unica Docg Siciliana che non poteva mancare all’appello di Sicilia en Primeur 2022. Il Cerasuolo di Vittoria Docg “Maskaria” di Terre di Giurfo tra il nome proprio da dall’utilizzo dei die due vitigni autoctoni che si “mascherano” vicendevolmente lavorando in modo sinergico.
Ne risulta un vino dal colore rosso rubino molto intenso che apre al naso su note di mora, lampone, ciliegia molto matura. Seguono un piacevole sentore erbaceo ed un tocco di spezie scure. In bocca è scorrevole eppur pieno. Il tannino, vellutato, è supportato da una piacevole freschezza.
Parla la stessa lingua il Cerasuolo di Vittoria Docg “Pittore contadino” 2018 di Horus. L’etichetta è un omaggio a Francesco Giombarresi, pittore di Comiso (RG) famoso per i suoi dipinti della dimensione di un francobollo. Nota speziata più marcata, cacao e liquirizia. Caldo al palato mantiene una piacevole bevibilità.
IL GRILLO
Anche la bacca bianca autoctona più rappresentativa racconta una storia che attraversa il territorio, nell’ambito del tour di Sicilia en Primeur 2022. Se ad est, verso Noto, i vini sono più pieni ed aromatici a ovest, verso Vittoria, i vini si fanno più freschi e diretti.
Il Sicilia Doc Grillo “Olli” di Feudo Maccari è pieno al naso. Fiori e frutta bianca in evidenza. Scorrevole e beverino al palato. Il Sicilia Doc Grillo “Family and Friends”, sempre di Feudo Maccari, ha una maggiore rotondità data la passaggio in legno.
Il Sicilia Doc “Azisa” 2021 di Zisola si completa con 15% di Catarratto. Naso simile ad “Olli” ha in più una nota calcarea ed una maggiore sapidità al palato data dai terreni dell’azienda. Il Sicilia Doc Grillo “Sole e Terra” di Horus ed il Sicilia Doc Grillo “Suliccenti” di Terre di Giurfo risultano invece più semplici e diretti al naso. Più erbacei e meno fruttati con una maggiore vena citrica al sorso.
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Il presidente in ciabatte e il vino in camicia anteprima sagrantino 2018 2022
EDITORIALE – Fosse suo, il Sagrantino di Montefalco 2018 cotto, marmellatoso e ossidato che ha popolato in lungo e in largo i tasting in sala consiliare, saremmo tutti autorizzati a gridare allo scandalo. Ovvero al tentativo di far prevalere l’immagine sulla sostanza, nel solco triste e beffardo del marketing distorto dei tempi moderni.
Invece, il presidente in ciabatte Giampaolo Tabarrini, con la sua scelta di presentarsi alla stampa e al pubblico riunito ad Anteprima Montefalco 2022 uguale a se stesso, nonostante l’investitura pesante, da successore del (lui sì) presidente in camicia Filippo Antonelli, non fa altro che stressare, ancor più, il concetto di un’annata andata pressoché storta: la 2018 del Sagrantino.
Una di quelle vendemmie giudicate “così, così” dagli (onesti) produttori locali, che hanno dovuto fare “i conti” – sorpresi ma non troppo, voglio credere – con le (ben) “Quattro stelle” assegnate (invece) dall’annuale commissione di esperti chiamati a giudicare, prima della stampa di settore, nelle segrete stanze del perbenismo enologico italico, l’ultima annata del portentoso rosso umbro.
Fatto sta che Giampaolo Tabarrini che si presenta in ciabatte da mare alla presentazione ufficiale del Sagrantino di Montefalco 2018, tra politici locali di professione (loro sì, c’era pure il presidente della Regione Umbria) e ministri del vino del Bel paese, ha brillato più del Sagrantino di Montefalco stesso, durante i tasting in sala consiliare (25 e 26 maggio).
Quel che resta davvero della vendemmia 2018, di fatto, è un Tabarrini sempre più alieno a casa propria. Un presidente che interpreta e comunica il Sagrantino di Montefalco come nessun altro riesce a fare, attraverso vini che si raccontano molto più che con l’andamento della singola annata. Diventando fenomeno. Volesse Dio, a guardar bene, “regola”.
Se nel 2021, ad Anteprima Sagrantino 2017, le etichette di Tabarrini avevano segnato lo stacco tra l’orizzonte e il presente di Montefalco, ad Anteprima 2022, col Sagrantino 2018, il neo eletto presidente pare aver allargato il gap con molti dei conterranei. Segnando una linea di demarcazione ancora più netta.
Non che questo, immaginiamo, possa fare a lui (o a chiunque) davvero piacere. Soprattutto se a rimetterci, con l’annata 2018 del Sagrantino di Montefalco, sono produttori come Romanelli. Fino a ieri sulle orme del presidente in ciabatte; oggi vittime illustri, vien da dire, di un’annata davvero complicata per il vino rosso simbolo dell’Umbria.
In un quadro di generale delusione, alla faccia delle “Quattro stelle” che, per ammissione pubblica dello stesso Giampaolo Tabarrini, non sembrano convincere o, meglio, “consolare” neppure i diretti interessati (ovvero i locali produttori), qualcuno brilla ancora e qualcun altro sembra aver imbroccato una promettente via.
Chi si conferma, tra le voci fuori dal coro delle ossidazioni e delle “marmellate” del Sagrantino di Montefalco 2018, è certamente Bocale. Vini da assaggiare (tutti) i suoi: dal Rosso di Montefalco al Sagrantino, senza dimenticare l’ottimo Trebbiano Spoletino.
Consola, come la tela di Pelenope, la prestazione del giovane Pardi. Uno che è riuscito a mettere in campo, in quest’annata, tutto l’amore per la tensione acida e la freschezza inculcata negli anni di studi dalle parti di Conegliano. Insomma, non è tutto da buttare in quest’annata di Sagrantino di Montefalco confusa e sbattuta. Quella in cui certe ciabatte saranno ricordate più eleganti di certe camicie.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Prowein 2022 38 mila visitatori a Dusseldorf. Nel 2019 erano stati 61 mila
ProWein 2022 chiude oggi la sua terza giornata con un bilancio di 38 mila visitatori provenienti da 145 Paesi. Lo comunica Messe Düsseldorf GmbH, nel sottolineare che la fiera «è l’evento centrale del settore e la piattaforma commerciale internazionale per eccellenza».
«A causa del picco di Covid nel primo trimestre dell’anno, abbiamo dovuto posticipare tutte le nostre fiere primaverili a maggio e giugno e/o annullarle completamente, come nel caso dello stivale», spiega il direttore generale Erhard Wienkamp. I visitatori erano stati 60 mila nel 2018 e 61.500 da 142 Paesi nel 2019, anno del record e ultima edizione andata in scena, prima della pandemia.
«A questo punto vorremmo ringraziare esplicitamente i nostri espositori e visitatori per aver approvato il rinvio a maggio e per aver sostenuto la ProWein! Ovviamente, il loro impegno è stato ripagato, perché gli espositori ci hanno riferito di numerosi affari conclusi durante la Fiera».
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Cantine Aperte 2022 tutto pronto per la festa degli enoturisti movimento turismo del vino
FOTONOTIZIA – Cinquecentonovanta Cantine Aperte in 19 regioni. Il Movimento Turismo del Vino si prepara a celebrare la 30a edizione della kermesse. Tante le iniziative in programma sabato 28 e domenica 29 giugno, da Nord a Sud Italia.
Dalla montagna al mare, dal lago alla collina, gli enoturisti potranno essere protagonisti di passeggiare tra le vigne a piedi, in bici o a cavallo. Un’edizione, quella numero 30 di Cantine Aperte, che vedrà come sempre al centro il vino italiano, tra musica, prodotti tipici, picnic e suggestive cene al tramonto. Il programma completo delle iniziative è sul sito del Movimento Turismo del Vino.
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Inghilterra distilleria a settimana Milano Distillo Expo trend italiano 17 18 maggio Officine del Volo prima fiera dedicata fenomeno emergente micro distillerie
Negli ultimi 8 anni, l’Italia è riuscita a colmare, con gli interessi, la crisi di vocazione delle distillerie registrata negli ultimi 60. Trenta nuove aziende con licenza di distillazione sono state fondate negli ultimi 5 anni. Un’altra cinquantina di distillerie dovrebbero aprire i battenti entro la fine 2023 (20 solo nel 2021). A Milano arriva così Distillo Expo 2022, in programma martedì 17 e mercoledì 18 maggio alle Officine del Volo di via Mecenate, 76/5.
La fiera dedicata al fenomeno emergente delle micro-distillerie è organizzato da Craft Distilling, alias dai guru Claudio Riva e Davide Terziotti. È il primo evento in Italia dedicato interamente alle attrezzature per le micro-distillerie, con un programma di seminari e approfondimenti sulle novità del settore.
«Una Fiera all’insegna del mix tra artigianalità e nuove tecnologie», assicurano gli organizzatori. «Fino a 5 anni fa – commenta a winemag.it Davide Terziotti – in Italia risultavano 130 licenze per la distillazione, ma non tutte attive in questo settore. Molte aziende registrate come distillerie, non distillavano. Un esempio su tutti? Quello di Fratelli Branca Distillerie, di nome ma non di fatto».
I produttori attivi nella distillazione di acqueviti, dunque non di etanolo e alcoli industriali, erano 70 circa. Pochissime le nuove aziende nate negli ultimi 60 anni.
Negli ultimi 5, abbiamo invece assistito a un vero e proprio boom, che ha consentito all’Italia di recuperare il gap degli ultimi 70 anni. Raddoppiando il numeri di distillerie presenti sul territorio nazionale».
LA RISCOPERTA DEL GIN TRAINA IL FENOMENO DEL CRAFT DISTILLING
Numeri impressionanti, che non tengono peraltro conto del fenomeno delle micro distillerie dell’Alto Adige. Nella regione speciale del Nord Italia, infatti, risultano attive circa 50 altre piccole distillerie con accisa forfettaria. Un modello molto simile a quello di Paesi come Germania, Austria e Svizzera, che assieme riuniscono 50 mila micro distillerie con questo genere d’imposta.
A smuovere il settore, da Nord a Sud nel Bel paese, è la riscoperta del Gin da parte dei consumatori. «Le distillerie attive storicamente sul territorio nazionale – evidenzia ancora a winemag.it Davide Terziotti – sono legate principalmente alla produzione di grappa».
Si concentrano quindi in poche regioni, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Quell nuove, invece, sono sparse per il Paese. Il Gin non soffre della polarizzazione cui è soggetta la grappa.
È apolide. Così si può assistere all’apertura di una nuova distilleria a Varese, di un’altra in Puglia e di un’altra a Roma. Un fenomeno a macchia di leopardo».
Alla fiera Distillo Expo 2022, focalizzata sugli incontri B2B, sono attesi circa 600 operatori, tra distillerie attive e aspiranti distillatori. Seicento rappresentanti di un giro d’affari di circa 350 milioni di euro legato al mondo della grappa. Più risicata la rappresentanza di altri distillati, tra cui spiccherà però la presenza di 200 etichette di gin.
Ennesimo dato, quest’ultimo, in grado di fotografare il fenomeno e gli obiettivi della Fiera Distillo 2022. «La maggior parte di queste bottiglie di gin – sottolinea Terziotti – sono prodotte in conto terzi. Pochi dei brand che saranno presenti possono contare su una distilleria propria. Ma ciò che è interessante è che molte stanno facendo il passo verso l’autonomia produttiva».
IN INGHILTERRA APRE UNA DISTILLERIA A SETTIMANA
Il trend, del resto, non riguarda solo l’Italia. Se il craft distilling è infatti partito dagli Stati Uniti, dove si contano oltre 2 mila realtà attive, anche in Europa si sta velocemente espandendo. In Inghilterra le distillerie hanno superato come numero quelle in Scozia. Il tasso di aperture è di circa una a settimana. Anche in Francia si è abbondantemente superato il centinaio di unità.
«Temevamo che lo spostamento di Distillo Expo 2022 a causa dell’emergenza Covid, oltre alla fitta agenda di eventi e fiere avrebbe potuto portare alcune aziende a riconsiderare la presenza», evidenzia Claudio Riva.
Con enorme piacere, oltre alle conferme abbiamo ricevuto nuove iscrizioni e questo ci ha dato ulteriore fiducia. Questo conforma, assieme ai dati ufficiali, come l’interesse per la produzione di distillati premium abbia la capacità di espandersi anche nei periodi di difficoltà».
Il mercato premium dei distillati, di fatto, regge e addirittura cresce durante la crisi. Le vendite di gin nel 2020, nel canale offtrade, hanno fatto segnare una crescita del +33,5% in valore e del +24,8% in volume nel mondo. Cifre in cui l’Italia può (e vuole) pesare sempre di più.
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Asolo Prosecco verso lo sblocco della riserva vendemmiale 2021
L’Asolo Prosecco ha chiuso il primo quadrimestre 2022 con 8,6 milioni di bottiglie certificate. Il 33,4% in più rispetto ai 6,4 milioni registrati alla fine di aprile del 2021. Il confronto con il periodo pre-pandemia conferma l’esplosione dell’Asolo Prosecco, con l’85,8% di bottiglie in più certificate rispetto ad aprile 2019.
Per questo motivo, il Consiglio di Amministrazione del Consorzio veneto ha deciso di vagliare lo svincolo della riserva vendemmiale 2021. «Una scelta espansiva – spiega l’ente – ipotizzata per consentire a tutti i produttori di Asolo Prosecco di assecondare la forte domanda proveniente dal mercato». L’assemblea dei Soci sarà chiamata ad esprimersi domani, mercoledì 11 maggio.
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Val de Loire Millesime 2022 tra certezze Cabernet Franc e novita a Champtoceaux e Anjou
A Val de Loire Millésime 2022, i vini ottenuti da Cabernet Franc in purezza si confermano ad alti livelli a Saumur-Champigny, tanto quanto a Chinon e Bourgueil. Le novità arrivano dalla zona occidentale della Valle della Loira, dove Champtoceaux ha avviato il procedimento per il riconoscimento di Cru Communaux del Muscadet (già in etichetta, come consentito dalla legislazione francese).
Nel distretto di Anjou, lungo le sponde dell’affluente Layon, continua invece l’affermazione dei vini secchi da Chenin (localmente chiamato Pineau de la Loire). Una tipologia che si fa sempre più largo all’interno della nota denominazione di vini dolci Coteaux du Layon.
Questi i trend in evidenza in occasione dell’ultima “passerella” dei vini della Loira. Ad ospitare la stampa internazionale che ha preso parte a Val de Loire Millésime 2022 è stata la città di Angers, patrimonio Unesco e capoluogo del dipartimento del fiume Maine.
TUFFEAU E SAVOIR-FAIRE: I MIGLIORI CABERNET FRANC DI SAUMUR-CHAMPIGNY
Poco spazio per Sancerre in questa edizione della kermesse. In compenso, è salita in cattedra l’Aoc Saumur-Champigny, parte integrante del triangolo delle meraviglie del Cabernet Franc della Loira, assieme a Chinon e Bourgueil.
Al di là della qualità indubbia dei vini della zona, è interessante l’approccio dei produttori locali a una varietà tutt’altro che semplice da lavorare. Oltre alle basse rese, la catalogazione dei vini 100% Cabernet Franc Aoc Saumur-Champigny prevede due macro-categorie, legate alle caratteristiche della beva.
Si passa dai “Vin léger“, (quasi) tutto frutto e agilità, ai “Vin complexe“, per l’appunto più “complessi” e adatti a un medio-lungo affinamento. La vera discriminante è tuttavia il suolo, composto da Tuffeau. A dispetto del nome non si tratta di tufo vulcanico, bensì di un composto calcareo-sabbioso robusto, ma facile da lavorare.
Non a caso è stato utilizzato per la costruzione dei famosi castelli della Loira. Diverse cantine, case, chiese e cunicoli sono stati scavati nel Tuffeau, creando un sistema di Troglodytes (Trogloditi) lungo 1.500 chilometri, unico in Europa. È tra queste spettacolari caverne che molti vignerons della Loira accolgono gli enoturisti.
Il Tuffeau è il risultato di depositi di organismi fossili e sabbia sul fondale del mare che, nel Mesozioico, copriva interamente la Valle della Loira. Una componente che si riflette nei fini Cabernet Franc di Saumur-Champigny.
Altra prerogativa dei rossi locali è la tecnica di vinificazione, con i vignaioli impegnati a non eccedere nell’estrazione. Preservando ed esaltando, piuttosto, i primari della varietà. Tracce evidenti di queste caratteristiche nei migliori Cabernet Franc degustati a Val de Loire Millésime 2022.
Aoc Saumur Champigny Aoc 2020 Vielles Vignes Chateau de Chaintres cabernet franc
Aoc Saumur Champigny 2020 Les 2 vents Gatien Deze cabernet franc
Aoc Saumur Champigny 2020 Le clos Saint Pere Chateau de Targe cabernet franc
Una ventina di ettari allevati in biodinamica per la cantina che riesce a convincere più di tutte – trasversalmente tra bianchi e rossi – a Val de Loire Millésime 2022. In particolare, questo Franc in purezza nasce da Clos du Château, connotato da viti di 60 anni. Frutto, freschezza, sapidità, perfetto equilibrio tra estrazione e slancio ne fanno oggi un vino di estrema eleganza e raffinatezza, tanto quanto dal luminoso futuro.
“Vin léger” che, per concentrazione del frutto e potenziale, si avvicina molto al concetto di “Vin complexe”. Brilla nella categoria per precisione e succosità del frutto, nonché per la capacità di risultare, al contempo, pieno ed estremamente godibile. Pronto e di prospettiva.
Aoc Saumur-Champigny 2020 “Le clos Saint Pere”, Château de Targé
Colore che si avvicina al rosato intenso e chiarisce subito l’intenzione del giovane Paul Pisani-Ferry: un “Vin Léger” tutto su frutto e primari, che esalti il suolo con prevalenza calcarea. Missione centrata al naso e al sorso. Uno di quei vini che piace trovare nel frigo, tornati dal lavoro.
Aoc Saumur Champigny 2020 Terroir de craie Domaine de la Perruche cabernet franc
Aoc Saumur Champigny 2018 Les Loups Noirs Domaine de Nerleux cabernet franc
Aoc Saumur Champigny 2020 Encore La Folie Luce cabernet franc
Altro “Vin Léger” che sintetizza suolo, varietale e savoir-faire del vigneron in maniera ineccepibile. Naso-bocca su ottima intensità del frutto rosso. Beva sorretta da una spina dorsale minerale elegantissima, che chiama il sorso successivo, assieme alla vibrante freschezza. Giovane e di prospettiva.
Forse non è un caso se questa etichetta riesce più di altre a rendere l’idea del “Vin complexe” ottenuto da Cabernet Franc, nell’ambito della denominazione. A produrlo è la presidente del consorzio locale, Amélie Neau. Parte della massa trascorre 18 mesi in legno.
Una scelta che regala al vino un volume importante, unitamente alle note di frutta rossa più matura del resto dei campioni. Profilo del sorso ricco e pieno, senza rinunciare all’agilità di beva. Vino che può ancora affinare, perfetto per abbinamenti importanti.
Les Poyeux richiama il nome della località in cui le viti di Cabernet Franc affondano le radici tra Tuffeau, argilla e sabbia. Un terreno dalla composizione più “calda” rispetto ad altri della zona, tanto da dare accenti particolari e distinguibili al nettare prodotto da Céline Sanzay, ben oltre la trama tannica elegante e distesa.
Netti accenti floreali, di violetta, sul frutto pienamente maturo, oltre a tinte d’agrume rosso, si aggiungono al corredo classico dei Franc di Saumur-Champigny. Il risultato è un vino che premia ancora una volta la beva, pur risultando più stratificato e opulento di altri. Alto gradiente di gastronomicità, per un etichetta con tanta vita davanti.
Solo cemento per il Cabernet Franc di Loïc Terquem, che risponde ai complimenti senza falsa modestia: «È la prova che si possono fare grandi vini sulla sabbia». Nulla di più vero. Quello di “Encore” è il naso più intenso, ricco e materico tra i Franc dell’Aoc.
Ricordi di prugna e amarena sul frutto rosso grondante di succo anche al palato, in cui una freschezza elettrica riequilibra il sorso e rende la beva irresistibile. Precisione e finezza abbinate ad intensità e potenza, qui in maniera magistrale.
CHAMPTOCEAUX, L’ULTIMA FRONTIERA DEL MUSCADET DI NANTES
Dalle certezze dei Franc di Saumur-Champigny, ai desiderata dei produttori al confine tra le sottoregioni di Angers e Nantes, il passo è breve a Val de Loire Millésime 2022. L’idea dei vignaioli di Champtoceaux è infatti quella di dar vita a un nuovo Cru Communaux (Cru comunale), che porti il nome della località e valorizzi le specificità locali del Melon de Bourgogne.
Champtoceaux sarebbe l’unico tra i Crus Communaux a trovarsi nell’areale del Muscadet Coteaux de la Loire. Un modo per distinguere l’espressione locale del vitigno, allevato da 14 produttori, da quelle del Muscadet Sèvre et Maine e del Muscadet Côtes de Grandlieu.
«In Coteaux de la Loire – spiega a winemag.it Benoit Landron di Domaine Landron Chartier – non ci sono vigne ovunque. Le piante sono collocate solo nei posti migliori, sulla base dell’analisi del terreno. Riteniamo che Champtoceaux meriti il riconoscimento di Cru Communaux per la presenza di parcelle che già vinifichiamo separatamente, in grado di dare caratteristiche uniche al Melon».
«Il procedimento – continua Landron – è già avviato e giungerà a compimento nei prossimi 2, 3 anni. Il governo francese ci ha autorizzato a mettere già sull’etichetta il nome Champtoceaux, per aiutare i consumatori a familiarizzare con l’espressione particolare del Melon de Bourgogne da suoli ricchi di micascisti, gneiss, leptinite e anfibolite».
Aop Coteaux de la Loire Muscadet 2018 Champtoceaux di Domaine des Genaudieres
CHAMPTOCEAUX LULTIMA FRONTIERA DEL MUSCADET DI NANTES
In questa zona il microclima è favorevole per la vite, grazie alle sferzanti correnti fresche provenienti dall’Oceano Atlantico, anche d’estate. «Abbiamo selezionato solo alcuni appezzamenti di terreno – commenta ancora Benoit Landron – definendoli Cru Champtoceaux. Come i cru vicini di Clisson, Gorges, Château Thébaud e così via, la nostra zona ospita dei terroir superbi».
Ciò implica una selezione rigorosa delle parcelle, un lungo invecchiamento sui lieviti di almeno due anni e uve di qualità impeccabile. I vini di Champtoceaux sono morbidi, setosi.
Da giovani profumano di frutta fresca, agrumi, pesca e fiori d’arancio. Con l’età, sviluppano note di spezie ed erbe come timo, salvia e liquirizia. Delicate note amaricanti e una leggera sapidità completano un quadro di equilibrio fresco ed elegante».
Da provare, su tutti, l’Aop Coteaux de la Loire Muscadet 2018 Champtoceaux di Domaine des Génaudières (nella foto, sopra) Il Melon de Bourgogne della cantina di Le Cellier, nota anche come Athimon et Ses Enfants, sfodera un naso d’agrume e pesca, frutta a polpa gialla e bianca.
Al palato estremo equilibrio tra pienezza del frutto e freschezza, sinonimo di una perfetta epoca di raccolta delle uve, precoce ma non prematura. Aiutano, certamente, i 24 mesi trascorsi sui lieviti, ben oltre il “disciplinare” degli Champtoceaux. Uno dei quei vini capaci di rappresentare alla perfezione chi lo produce, nello specifico la vigneron independantAnne Athimon.
IN COTEAUX DU LAYON SI PUNTA SULL’ANJOU BLANC: CHENIN SECCO IN 5 CRU
Più che un vero e proprio trend di Val de Loire Millésime 2022, una conferma: ad Anjou e, in particolare in Coteaux du Layon, zona rinomata per la produzione di vini dolci che può contare sul 1er Cru Chaume (100 ettari, 30 produttori) e sul Grand Cru Quarts de Chaume (30 ettari, 18 produttori), è ormai data per assodata la produzione di vini secchi da Chenin.
Patrick Baudouin, patriarca dei vigneron del distretto di Anjou, è tra i più strenui sostenitori del binomio dolce-secco. Ritiene, infatti, che le due tipologie possano, anzi debbano, convivere. «Così facendo – risponde Baudouin alla domanda di winemag.it – si innalza la qualità dei vini dolci. Prodotti, a maggior ragione della coesistenza con i vini secchi, solo nelle annate davvero favorevoli».
Sono quasi 20 anni che ad Anjou (e in Coteaux du Layon) ci si interroga su quale debba essere lo stile dei vini bianchi secchi da Chenin. Al di là delle tecniche di vinificazione (malolattica sì, malolattica no? Acciaio o legno? Quale?), i produttori hanno convenuto sulla necessità di identificare 5 Cru dell’Anjou Blanc: Ronceray, Ardenay, Pierre Bise, Bonnes Blanches e Saint Aubin.
I vini da cru, già etichettati come tali ma non ancora approvati dall’Institut National de l’Origine et de la qualité (Inao) – come Champtoceaux per il Muscadet Coteaux de la Loire – occupano una quota rilevante del vigneto dell’Anjou Blanc: ben 100 ettari sui circa 800 complessivi. Ecco i migliori della degustazione di winemag.it a Val de Loire Millésime 2022.
Chateau de Plaisance Vanessa Cherruau winemaker enologa anjou blanc e1652173105110
Aoc Anjou 2020 Zerzilles Chateau de Plaisance e1652173161934
Aoc Anjou 2020 Chevalier Le Bascle Chateau du Fresne e1652173187773
Vanessa Cherruau (nella foto, sopra) è uno dei volti nuovi della denominazione, ma ha già le idee chiare. Ha scelto la biodinamica per far esprimere al meglio le proprie vigne e regalare vini di terroir. Espressione sincera del vitigno, dell’annata e del suolo di Ronceray (il cru più promettente, almeno dagli assaggi effettuati, tra quelli in fase di approvazione), dal nome della locale abbazia, sulla collina di Quarts de Chaume.
Non fa eccezione Zerzilles, il cui nome richiama l’appezzamento condiviso con Patrick Baudoin, Domaine de la Bergerie e Cédric Bourrez. Scisto e arenaria per un bianco tesissimo, dal finale minerale. Da non perdere anche l’Aoc Anjou Ronceray 2020Grande pièce di Chateau de Plaisance, altro manifesto dei nuovi cru allo Chenin.
Scisto degradato su suolo argillo gessoso per questo bianco di grande dinamicità. Colpisce per l’espressione abbondante, generosa del frutto esotico, riequilibrata da una splendida spalla acida. Ottima anche la persistenza, che ne esalta la gastronomicità. Ottimo rapporto qualità prezzo.
Aoc Anjou 2019 Le Paradis de Juchepie Domaine Juchepie
Aoc Anjou 2019 Ledit Vin Chenin Domaine de la Tuffiere
Aoc Anjou Ronceray 2019 Les Zersiles Domaine Patrick Baudouin e1652173579773
Un “vino naturale”, per definizione degli stessi produttori, ottenuto dalla vigna più vecchia a disposizione del Domaine (60-100 anni), a Bellevigne en Layon. Eddy e Mileine Oosterlinck – Bracke, di origini belghe, riescono a mettere in bottiglia uno Chenin che rompe la barriera del tempo.
Pare uscito dagli anni Novanta, per l’utilizzo di un 50% di legno nuovo e per l’importante concentrazione del frutto. Ma al contempo vibra della freschezza elettrica che ha reso celebre il vitigno nel mondo. Vino con le spalle larghe, come quelle di Eddy. Una chicca: solo 1.310 bottiglie.
Convince per la purezza delle note fruttate lo Chenin di Domaine de la Tuffière. Alle note d’agrumi perfettamente maturi (pompelmo, arancia) che marcano il profilo fresco e teso del sorso, si accostano ricordi di mela e pesca bianca.
A far da sottofondo, una mineralità stuzzicante. Dopo un ingresso sulle durezze, centro bocca e chiusura si distendono in un allungo setoso, pieno, che esalta ancor più la perfetta maturità delle uve. Gioventù da vendere: le note vanigliate leggere andranno a uniformarsi ulteriormente al corredo.
Non può mancare tra i migliori Anjou Blanc quello del pioniere Patrick Baudouin (nella foto, sopra). Un vino che definisce e conferma il carattere unico del terroir di Roncery. Esaltandolo all’ennesima potenza. Freschezza affilata e pienezza del frutto di dividono il palco di questo Chenin.
A legare il sorso, dall’ingresso alla chiusura, quella nota minerale, pietrosa, dettata dalla ricca presenza di scisto nel suolo. C’è un fil-rouge netto che lega questo vino all’Aoc Anjou 2020 “Zerzilles” di Chateau de Plaisance. Una sorta di passaggio di consegne in atto tra generazioni diverse, da Patrick Baudouin alla giovane enologa Vanessa Cherruau. Il futuro dell’Anjou Blanc è luminoso.
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Vendemmia 2022 in Sudafrica poca uva ma di qualita eccellente Jordan harvest
A due mesi dal report finale, le massime autorità della filiera del vino sudafricano comunicano le prime stime sulla vendemmia 2022 in Sudafrica. Ad oggi, più della metà delle uve sono già state portate nelle cantine. Abbastanza per dire che il raccolto 2022 sarà ancora più risicato di quello 2021, in termini di quantità. Superiore, tuttavia, alla media degli ultimi cinque anni.
«Anche se abbiamo iniziato più tardi del normale con la vendemmia 2022, tutte e dieci le regioni produttrici di vino hanno raccolto una quantità significativa di uva in questa fase, il che dà una buona indicazione dei volumi consegnati alle cantine fino ad ora», evidenzia Conrad Schutte.
Il manager del servizio di consulenza viticola di Vinpro è già alla quarta stima sulla vendemmia 2022, realizzata con Sawis (SA Wine Industry Information & Systems). «Anche la qualità dell’uva sembra buona in questa fase – aggiunge – il che significa che possiamo aspettarci vini eccezionali dall’annata 2022».
«Secondo il software di gestione delle informazioni WineMS – aggiunge Christo Spies, Ceo della piattaforma digitale – circa il 65% del raccolto medio di uva da vino è stato già portato in cantina. Una settimana dopo rispetto al normale, dunque. Le regioni costiere sono ormai prossime a terminare la vendemmia 2022, mentre la maggior parte delle regioni interne hanno superato la metà».
LE CONDIZIONI CLIMATICHE DELLA VENDEMMIA 2022 IN SUDAFRICA
La maturazione delle uve della vendemmia 2022 è stata caratterizzata da condizioni climatiche più fresche dall’inverno a metà dicembre 2021. Un fattore che ha portato a un germogliamento, una fioritura, un’invaiatura e una maturazione più tardive.
I periodi caldi di dicembre e gennaio hanno accelerato la maturazione. Ma il programma di raccolta per la maggior parte delle cultivar è stato comunque ritardato di circa sette-dieci giorni.
«Il raccolto meno abbondante – sottolinea ancora Conrad Schutte – può essere attribuito principalmente ai rovesci nelle zone Northern Cape e Klein Karoo, che hanno favorito malattie fungine e marciume».
Al contrario, danni da scottature dovute a ondate di calore si sono verificate nelle regioni di Swartland, Paarl e Robertson. Sulla vendemmia incidono anche alcune scelte di estirpare vigneti a causa delle difficili condizioni finanziarie di alcune cantine».
Difficoltà legate alle conseguenze della pandemia e alle misure restrittive del governo. Sorridono invece i produttori di Stellenbosch e della Cape South Coast, che hanno registrato un raccolto maggiore. Merito, sottolinea Vinpro, «delle condizioni di maturazione favorevoli, del controllo efficace delle malattie fungine e della disponibilità di acqua per l’irrigazione».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Decretati i migliori Sauvignon blanc del mondo al Concours 2022
Sono 1.120 i campioni provenienti da 23 paesi produttori che hanno partecipato al Concours Mondial du Sauvignon 2022, il più grande e prestigioso concorso internazionale interamente dedicato al vitigno Sauvignon. Oltre alle medaglie d’Oro e d’Argento, il Concours Mondial du Sauvignon ha assegnato trofei speciali ai vini che hanno ottenuto i punteggi più alti nelle categorie Miglior Blend, Miglior Sauvignon barricato, Miglior Sauvignon dolce e Miglior Sauvignon del concorso.
L’Italia ha ottenuto un totale di 31 medaglie. Oltre la metà grazie ai Sauvignon friulani: Friuli Venezia Giulia (22), Trentino Alto Adige (4), Veneto (2), Lombardia (1), Piemonte (1), Silcilia (1). Il miglior Sauvignon italiano è il vendemmia 2020 di Cantina Rauscedo.
Dai risultati ottenuti all’ultima edizione del Concorso Mondiale del Sauvignon – commenta Mariano Paladin, il direttore del Consorzio tutela vini Friuli Colli Orientali e Ramandolo– fa piacere constatare che i produttori del Friuli Venezia Giulia continuano ad ottenere dei risultati importanti sia in termini numerici che di valore, questo consolida ulteriormente la lunga tradizione della nostra Regione di grandi produttori di Sauvignon sia a livello nazionale che internazionale».
I VINI IN CONCORSO
Quest’anno il concorso ha registrato un altissimo numero di iscrizioni di vini “barricati”. Ben 225 vini, ossia un quinto del totale delle iscrizioni, in larga parte provenienti dalla Stiria e da Bordeaux. Ottimi i risultati di questa categoria con il 35% di vini premiati.
I primi cinque paesi ad aver riportato il maggior numero di medaglie nell’edizione 2022 del concorso sono la Francia, l’Austria, l’Italia, il Sudafrica e la Repubblica Ceca. La regione con il più alto numero di riconoscimenti è la Valle della Loira con ben 100 medaglie. La Stiria è al secondo posto con 71 medaglie, e il Friuli e Bordeaux condividono il terzo posto con 22 medaglie ciascuno.
All’interno della Valle della Loira, le denominazioni che hanno avuto più successo sono Touraine (34), Sancerre (23) e Pouilly Fumé (12). La D.O. Touraine Chenonceaux ha avuto particolare successo: il 63% dei vini di questa denominazione è stato premiato, riportando anche il prestigioso Trofeo Denis Dubourdieu 2022 per il miglior Sauvignon del concorso, assegnato a Domaine Jean Christophe Mandard Blanc 2020.
FRANCIA E AUSTRIA SUGLI SCUDI
È un grande orgoglio per noi, produttori di vino della Touraine, essere riconosciuti tra i migliori Sauvignon del mondo – sottolinea Thierry Michaud, presidente della Aop Touraine -. Gli eccellenti risultati ottenuti al Concours Mondial de Sauvignon premiano il know-how dei nostri viticoltori e dimostrano che la Touraine è un grande terroir di Sauvignon».
Anche la D.O. Sancerre ha avuto un’elevata percentuale di successo (34%), confermato dal Trofeo Rivelazione Loira attribuito a Caillottes 2020 di Joël e Sylvie Cirotte in occasione dei tasting del Concours Mondial du Sauvignon 2022.
Con 39 medaglie d’Oro e 32 d’Argento, i Sauvignon Blancs della Stiria (Austria) hanno dimostrato ancora una volta la loro eccellenza. La Stiria ha raccolto il maggior numero di riconoscimenti nella categoria barricati (42), tra cui il trofeo Rivelazione Sauvignon barricato 2022, assegnato al Sauvignon blancRied Kranachberg Reserve 2015 di Peter Skoff. Circa il 60% dei vini stiriani premiati sono barricati.
Il terroir della regione vinicola stiriana è predestinato alla varietà Sauvignon Blanc, ciò ci permette di produrre vini di fama mondiale in tutte e tre le regioni della Stiria – evidenzia Stefan Potzinger, presidente dei vini della Stiria -. E quando così tanti viticoltori di qualità si concentrano su una varietà, il successo è inevitabile».
LE RIVELAZIONI DEL CONCOURS MONDIAL DU SAUVIGNON 2022
Il miglior vino nella categoria “Sauvignon dolce” del Concours 2022 Concours Mondial du Sauvignon 2022 viene dalla Repubblica Ceca: è il Sauvignon slámové víno 2015 di Skalák. Nella stessa categoria, sono stati premiati vini provenienti da Romania, Austria, Cile, Repubblica Ceca e Moldavia.
Il trofeo Rivelazione per il miglior Blend è stato assegnato al greco Ktima Biblia Chora White 2021 – un blend di Sauvignon Blanc e Assyrtiko. Di seguito, tutte le “Rivelazioni” del Concours Mondial du Sauvignon 2022.
Trofeo Dubourdieu 2022 (Miglior Sauvignon in gara) Domaine Jean Christophe Mandard Blanc 2020
Touraine Chenonceaux, Valle della Loira, Francia
Trofeo Tonnellerie Sylvain 2022 (Rivelazione Sauvignon barricato) Peter Skoff Sauvignon blanc Ried Kranachberg Riserva 2015
Stiria, Austria
Rivelazione Blend 2022 Ktima Biblia Chora Bianco 2021
Monte Panego, Macedonia, Grecia
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Murgo Tenuta San Michele Vino Vacanze sullEtna sette cantine che offrono ospitalità 3
Novanta cantine e oltre 50 giornalisti già accreditati per la XIII edizione di Contrade dell’Etna, l’evento che promuove i vini del vulcano con il coinvolgimento delle cantine del territorio. L’appuntamento è per il 2, 3 e 4 aprile 2022 al Picciolo Etna Golf Resort di Castiglione di Sicilia.
L’organizzazione, per volere del fondatore Andrea Franchetti già due anni fa, è adesso affidata alla società Crew che ha raccolto il testimone e porterà Contrade dell’Etna verso nuovi e ambiti traguardi di promozione.
La manifestazione si apre sabato 2 aprile alle 9.30 con una breve cerimonia di inaugurazione e il ricordo di Franchetti, recentemente scomparso. Alle 11.15 spazio all’ospite d’eccezione, Attilio Scienza, docente universitario, tra i maggiori esperti al mondo di vitivinicoltura, che terrà una conferenza dal titolo: “L’Etna, il vino: un grande mosaico“.
A seguire le master class dedicate ai vini dell’Etna, condotte da Federico Latteri: ore 12.30 i Rosati (vini annata 2020). Alle ore 14.30 i Bianchi (vini annata 2019). Alle ore 16.30 i Rossi (vini annata 2019). Alle ore 18.30 i Rossi (vini annata 2017). Alle 20.30, sempre al Picciolo, rinfresco di benvenuto.
La seconda giornata, domenica 3 aprile, si apre alle 9.30 con la presentazione dei vini en primeur ai giornalisti di settore, enologi, critici del vino. Dalle 12.30 alle 19 grande banco d’assaggio aperto al pubblico, i biglietti sono disponibili sul sito www.lecontradedelletna.com e sul circuito TicketOne.
Lunedì 4 aprile (9.30-16.30) è l’ultimo giorno dedicato agli operatori commerciali, enoteche, ho.re.ca., importatori, grossisti e agli ospiti delle cantine presenti.
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Barrio de la Estacion Haro Wine Station 2022 la Rioja incontra Bordeaux Sei Chateau ospiti nel luogo di culto della viticoltura spagnola. I migliori assaggi
Chiamatelo incontro, più che confronto. La Rioja abbraccia in questi giorni Bordeaux, in uno dei luoghi simbolo, oltre che storici, dell’intera viticoltura spagnola: il Barrio de la Estación, noto a livello internazionale come Haro Wine Station. È il Quartiere della Stazione ferroviaria della cittadina di Haro, nel nord della Spagna, nel quale hanno sede ben 6 cantine: Roda, Muga, La Rioja Alta, Gómez Cruzado, Cvne e Bodegas Bilbaínas – Viña Pomal.
La stessa Haro teatro della “Battaglia del vino”, ricorrenza annuale che vede contrapposte due bande a suon di getti di vino rosso, ospita a partire da ieri 6 cantine francesi di prim’ordine: Château Rauza-Ségla & Château Canon, Château Lynch Bages & Ormes de Pez, Château Smith Haut Lafitte, Château Léoville Barton, Château Petit Village & Château Beauregard e Château Canon La Gaffelière.
Una Bordeaux che torna, per certi versi, alle origini. Tra i mercati principali dei vini da taglio spagnoli commercializzati sui binari del Barrio de la Estación, tra la metà e la fine dell’Ottocento (i maligni dicono ben oltre, specie nelle annate sfavorevoli), c’era proprio la Gironda, casa della pregiata denominazione bordolese. L’Alta Rioja, del resto, dista meno di 400 chilometri da Bordeaux.
«RIOJA E BORDEAUX VICINI PER FILOSOFIA E RICERCA ECCELLENZA»
«I partecipanti – commenta María Urrutia, presidente dell’Associazione delle Cantine del distretto di Haro – hanno goduto di un’esperienza irripetibile ed esclusiva. Un vero privilegio, che ha dimostrato quanto Rioja e Bordeaux siano vicini nella loro filosofia e nella ricerca dell’eccellenza».
Caratteristiche – prosegue Urrutia – che collocano entrambi tra le regioni vinicole più importanti del mondo. Questo legame Haro-Bordeaux è stato mantenuto vivo perché, i nostri obiettivi nel 21° secolo sono gli stessi del 19° secolo: fare i migliori vini possibili nella nostra terra».
Incontro più che confronto, si diceva. Qualcosa di praticabile nella teoria e, per certi versi, anche nella pratica. Un po’ meno, calici alla mano. Ecco allora i migliori assaggi nella giornata d’esordio di Barrio de la Estación – Haro Wine Station, International Wine Encounters I – Bordeaux.
BARRIO DE LA ESTACIÓN, RIOJA-BORDEAUX: I MIGLIORI ASSAGGI
BORDEAUX
Chateau Canon La Gaffeliere 2016 e Chateau dAiguilhe 2016 Chateau Canon La Gaffeliere Magali Malet Serres 1
Chateau Canon La Gaffeliere 2016 e Chateau dAiguilhe 2016 Chateau Canon La Gaffeliere Magali Malet Serres 3
Chateau Canon La Gaffeliere 2016 e Chateau dAiguilhe 2016 Chateau Canon La Gaffeliere Magali Malet Serres 2
Château Canon La Gaffelière 2016 e Château d’Aiguilhe 2016, Château Canon La Gaffelière
Convincono entrambi i vini mostrati da Magali Malet-Serres, referente Sales Marketing & communications di Château Canon La Gaffelière. Li lega un netto fil rouge nella lavorazione del Merlot e nella profondità che contraddistingue naso e sorso. Vengono da parcelle diverse (ed è chiaro) e non si tratta di Merlot in purezza (50% nel primo, 80% nel secondo).
Ma la pulizia e voracità dei primari, accostata a un ventaglio di spezie che tendono il sorso dalla liquirizia all’umami, oltre alla precisione dei tannini, mostrano la mano, unica, del winemaker. Nonché il lavoro di questo Château su cloni e selezione massale, che rendono unico il patrimonio genetico dei bordolesi a disposizione del 1° Grand Cru Classé di Saint- Émilion (19,5 ettari complessivi).
Château Canon La Gaffelière 2016 degustato all’Haro Wine Station è maestoso, col suo 40% di Cabernet Franc e 10% di Cabernet Sauvignon a far da spalla al re delle varietà d’assemblaggio di Saint- Émilion (il Merlot, per l’appunto). Château d’Aiguilhe 2016 è chiaramente più morbido, ma tutt’altro che seduto. Il 20% di Cabernet Franc lavora sull’opulenza controllata del Merlot e rende questo vino tra i migliori assaggi qualità prezzo dell’intera Bordeaux.
Chateau Leoville Barton 2011 e Chateau Langoa Barton 2016 1
Chateau Leoville Barton 2011 e Chateau Langoa Barton 2016 2
Château Léoville Barton 2011 e Château Langoa Barton 2016
Diversi tra loro ma entrambi da segnalare i vini proposti da Château Léoville Barton, vere e proprie gemme della piccola Saint-Julien. C’è più Cabernet Sauvignon nel vino del 2011 rispetto al 2016 (80% contro 55% completati da Merlot e Cabernet Franc). Tannini finissimi per entrambi, con l’annata più vecchia che abbraccia una terziarizzazione compostissima, tra note terrose e cioccolato scuro.
Eccezionalmente fragrante il frutto della straordinaria vendemmia 2016, che ha appena iniziato il suo lungo percorso di crescita (anzi di ascesa) verso le vette che le competono, tra la freschezza e il garbo che contraddistingue la Médoc. Due pezzi da novanta, con la possibilità di privilegiare la 2011 in termini di dolcezza dei tannini, o la 2016 in caso di spazio libero – da occupare bene – in cantina.
Red 2019 Chateau Smith Haut Lafitte
Chateau Petit Village 2017 bordeaux
Red 2019 Château Smith Haut Lafitte
Cabernet Sauvignon per il 59%, poi Merlot e un poco di Cabernet Franc e Petit Verdot. Vino che abbina in maniera esemplare frutto, freschezza e sapidità. Riempie il palato su tinte fruttate scure e lo stuzzica con un tannino sottilissimo, elegante e una vena sapido-minerale golosissima. In due parole, eleganza e potenza. Da vendere.
Château Petit Village 2017
Vino che rischia di pagare lo scotto tipico dell’annata successiva a quella considerata “eccezionale”. E invece no, nemmeno per idea. Settanta Merlot, 21 Cabernet Franc, 9 Cabernet Sauvignon, i numeri vincenti. Naso splendido, diviso tra succo e tensione, ciliegia e un tocco d’agrume che ricorda l’arancia sanguinella.
L’ossigenazione tratteggia pennellate ematiche e terrose capaci di ravvivare quel 50% di legno nuovo scelto in vinificazione. Al palato apre in perfetta corrispondenza. Spettacolare l’allungo, ancora una volta tra polpa e freschezza. In allungo, il tannino in cravatta gioca coi ritorni di fondo di caffè e le venature balsamiche. Buona vita davanti.
RIOJA
Rioja Doc 2011 Gran Reserva 904 La Rioja Alta
Rioja Doc La Vicalanda Gran Reserva 2015 Bodegas Bilbainas Vina Pomal
Rioja Doc 2011 Gran Reserva 904, La Rioja Alta
Tempranillo da vigneti di 60 anni (89%), completato da un 11% di Graciano. Colore che sfida il tempo: un bel rubino graffiato da unghie granata. Il naso è prezioso, ricco ed elegante. Abbina la polpa scura matura a quella rossa e più croccante, spaziando dalla mora alla ciliegia e dal ribes nero al lampone. Terziari molto ben integrati completano il quadro, conferendo profondità e balsamicità.
Sorso in perfetta corrispondenza, contraddistinto da tannini seducenti, A far da spina dorsale al sorso è un’elegante vena fresca, d’arancia sanguinella, che accosta le note speziate sino alla chiusura, asciutta. Se fosse Bordeaux, sarebbe un Saint-Julien. Uno di quei rossi che rimandano ad atmosfere confortanti. Soft rock.
Rioja Doc La Vicalanda Gran Reserva 2015, Bodegas Bilbaínas – Viña Pomal
Bella coppia quella portata da Bodegas Bilbaínas – Viña Pomal all’Encounters I – Bordeaux del Barrio de la Estación / Haro Wine Station. Viña Pomal Gran Reserva 2014 e La Vicalanda Gran Reserva 2015 sono vini molto diversi tra loro, per annata e per stile, che comunicano il savoir-faire enologico, oltre che la capacità di leggere il Tempranillo e le sue peculiarità in maniera esemplare.
Tra le due si fa comunque preferire La Vicalanda Gran Reserva 2015: vino elegante, che esalta la purezza dei primari del Tempranillo (qui in purezza ed allevato proprio ad Haro), nonostante l’affinamento in botti nuove di rovere francese d’Allier, per 24 mesi. Vino che viene immesso in commercio solo dopo ulteriori 36 mesi di “riposo” in bottiglia.
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Vigneti Aperti 2022 benvenuta Primavera con il Movimento Turismo del Vino
FOTONOTIZIA – Torna Vigneti Aperti, l’iniziativa lanciata per la prima volta lo scorso anno dal Movimento nazionale Turismo del vino. L’appuntamento è per il 20 marzo 2022, data che coincide con l’inizio della Primavera.
Gli appuntamenti locali saranno diffusi dalle cantine aderenti e dalle delegazioni locali del Movimento cardine dell’enoturismo italiano. Il calendario del Mtv proseguirà poi con Calici di Stelle (29 luglio-15 agosto), Cantine Aperte in Vendemmia (settembre – ottobre), Cantine Aperte a San Martino (dal 5 al 13 novembre) e Cantine Aperte a Natale (nel Dicembre 2022).
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