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A Udine la quinta edizione di Borderwine – Salone transfrontaliero del Vino Naturale

Torna a Udine per la quinta edizione Borderwine – Salone transfrontaliero del Vino Naturale. Protagonisti, domenica 25 e lunedì 26 luglio dalle 18 alle 23.30 al giardino esterno del Cinema Visionario, 30 vignaioli provenienti da Italia, Austria e Slovenia.

Restano «ferrei» i criteri richiesti ai vignaioli, per poter essere ammessi all’evento. «Per poter partecipare a Borderwine – spiegano gli ideatori della kermesse, Valentina Nadin e Fabrizio Mansutti – occorrono scelta dei terreni, rispetto della loro biodiversità, esclusione di qualsiasi tipo pesticidi, additivi o di manipolazione chimica o fisica.

Produrre vino naturale per Borderwine significa guardare al futuro non solo dell’enologia, ma dell’agricoltura in genere, opponendosi alla logica che vuole una produzione continua e massiccia ad ogni costo».

LA MASTERCLASS SULLA VITOVSKA

Tra gli eventi in programma Borderwine – Salone transfrontaliero del Vino Naturale, la masterclass verticale dedicata alla Vitovska, antico vitigno autoctono a bacca bianca. Ad accompagnare i vini, un’ampia offerta gastronomica.

«Borderwine – commentano ancora Nadin e Mansutti – vuole essere un viaggio enogastronomico tra diversi confini, proprio come è la nostra cultura regionale, a partire dalla tavola e dal bicchiere. Questa edizione rappresenta per noi e per tutti i produttori presenti un momento importante simbolico, in cui ritrovarsi e confrontarsi dopo un periodo difficilissimo, davanti ad un buon bicchiere di vino». L’ingresso a Borderwine costa 20 euro; 35 euro per le due giornate.

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Torna la carica delle Sbarbatelle: 50 giovani viticoltrici “invadono” il Monferrato

Torna Sbarbatelle – Giovani gemme dalle radici profonde, appuntamento che vede protagoniste circa 50 giovani viticoltrici italiane. La quarta edizione andrà in scena sabato 17 e domenica 18 luglio alla Tenuta Marchesi Alfieri di San Martino Alfieri (AT), sotto l’egida della delegazione Ais di Asti.

Oltre ai banchi d’assaggio, previsto un ricco palinsesto di eventi che comprende un percorso gastronomico e un’ampia proposta artistica e musicale. «In un’estate segnata dalla voglia di stare insieme – commenta Paolo Poncino, delegato Ais Asti – siamo felici di accogliere in Monferrato le Sbarbatelle, ovvero le nuove generazioni di vignaiole e produttrici di tutta Italia. Un evento all’insegna della socialità e del buon vino».

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Doc Sicilia, exploit dell’imbottigliato nei primi 5 mesi del 2021

Nei primi cinque mesi del 2021 è stato imbottigliato il 6% in più di vino Doc Sicilia, rispetto allo stesso periodo del 2020. Sono state 41.138.908 le bottiglie prodotte dalle aziende della Doc Sicilia. Lo scorso anno la cifra si era fermata a 38.778.711 nel periodo gennaio-maggio.

«Un risultato che conferma la validità della strategia decisa dal Cda del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia che coinvolge una filiera di circa 8.000 aziende», commenta il presidente Antonio Rallo.

I COMMENTI

«Le iniziative messe in campo dal Consorzio – aggiunge Giuseppe Bursi, vicepresidente del Consorzio – puntano a valorizzare le produzioni siciliane, attraverso messaggi che sottolineano sempre di più la capacità della Sicilia di produrre in maniera sostenibile, tema di grande attualità.

In questa direzione vanno in particolare le iniziative sui canali digital che coinvolgeranno sempre più i giovani al consumo dei vini siciliani».

«Le azioni decise dal Cda sono in linea con il raggiungimento degli obiettivi di promozione che ci siamo prefissati – precisa Filippo Paladino, altro vicepresidente del Consorzio Vini Doc Sicilia. Sperando che si torni presto ad una normalità di vita quotidiana, stiamo lavorando anche attraverso i canali digital, per supportare il brand Sicilia e le nostre aziende per creare nuove opportunità di sviluppo».

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I migliori Sagrantino di Montefalco 2017 all’Anteprima 2021

Tanta frutta ed esuberanza, abbinata nei migliori dei casi a una riequilibrante freschezza e balsamicità. Il Sagrantino di Montefalco 2017 si presenta all’Anteprima 2021 in una veste diversa da quella comune. Ovvero con una prontezza di beva maggiore rispetto ai canoni della Denominazione.

«Un’annata difficile – evidenzia Filippo Antonelli, presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco – a cui abbiamo assegnato 3 stelle su 5, pari a 88 centesimi. L’annata precedente, la 2016, era stata valutata 5 stelle, pari a 95/100»

Per noi produttori, la 2017 è stata un’annata drammatica. Non certo dal punto di vista qualitativo, bensì sotto il profilo quantitativo. Basi pensare che sono stati rivendicati 22 mila ettolitri, rispetto alla media di 40 mila.

Quasi un 50% di differenza, derivato non solo da una stagione calda e da una generale carenza di acqua, almeno sino alla seconda decade di settembre 2017, ma anche da una gelata primaverile».

Una vendemmia, in definitiva, molto simile alla 2003. «Con la differenza – precisa Antonelli – che siamo diventati molto più bravi in vigna, nell’arco dei 18 anni che separano le ultime due annate molto calde. L’esperienza maturata si è tradotta in un risultato di molto superiore al 2003».

L’assaggio alla cieca dei 44 campioni di Sagrantino di Montefalco 2017 conferma la visione di Antonelli. L’estate torrida di Montefalco si è trasferita dalla vigna al calice, col suo carico di frutta matura.

Un’annata sfidante, che mette in risalto le abilità agronomiche ed enologiche dei produttori della Denominazione. A preoccupare, piuttosto, è la presenza di qualche campione condizionato da agenti che, con il meteo, hanno poco a che fare.

I MIGLIORI SAGRANTINO DI MONTEFALCO 2017

Moretti Omero: 86/100
Frutto succoso, perfettamente maturo. Ricordi lontani di tamarindo, macchia mediterranea e mentuccia. In bocca conferma il suo carattere giocato su frutto, succosità e bevibilità. Tannini che lavorano bene, nel contesto di un sorso di buona prontezza e godibilità.

Fattoria le Mura Saracene – Goretti: 87/100

Naso ampio, esuberante. Mora di rovo in gran evidenza in un quadro che, per pienezza, sfiora i canoni dell’aromaticità. Con l’ossigenazione, il frutto si fa sotto spirito, tra la fragolina di bosco e la ciliegia. Tannino che risponde piuttosto bene alla sollecitazione glicerica. Vino in netta evoluzione positiva.

Tenute Baldo: 89/100

Rosso rubino mediamente trasparente. Al naso risulta profondo e balsamico, andando ben oltre le note fruttate pronte. Vira su ricordi di amarena, erbe aromatiche e chiodo di garofano. In bocca è elegante, strutturato ma fine, molto gastronomico e territoriale.

Antonelli San Marco: 91/100

Sagrantino di Montefalco di un rosso rubino mediamente trasparente. Al naso una buona componente balsamico vegetale affianca il frutto pieno, di perfetta maturità. Ciliegia, fragola, mentuccia, un tocco di mora di rovo. In bocca una buona morbidezza in ingresso, seguita poi da una riequilibrante fase fresco acida. Tannino presente, elegante. Buona persistenza. Ottima gastronomicità ed equilibrio. Naso cambia poi su verde e fieno.

Terre de la Custodia: 87/100

Vino giocato sulla prontezza di beva: frutto pieno ma non strabordante, buona freschezza ed equilibrio tattile.

Agricola Mevante: 91/100

Naso e bocca interessanti per prontezza e, al contempo, prospettiva. Particolarmente apprezzabile la pienezza del frutto, tra succosità e croccantezza. Bene anche la componente vegetale e balsamica. Incuriosisce la nota d’arancia rossa, tra il succo e la buccia, che in bocca conferisce freschezza. Tannino elegante, di prospettiva.

Tudernum “Fidenzio”:  88/100

Prontezza e grande bevibilità, tra frutto e note balsamiche.

Colpetrone – Tenute del Cerro “Memoira”: 90/100

Bella presenza al naso, mentre la palato si potrebbe chiede un po’ più della semplice piacevolezza del frutto. In realtà, dopo un centro bocca sull’altalena delle morbidezze, il nettare torna teso, pieno e fresco, anche grazie a un apporto non sbavato dei terziari. Vino con ottime prospettive di ulteriore crescita, in un’annata difficile da cogliere nel pieno come quella del Sagrantino di Montefalco 2017.

Terre de’ Trinci: 86/100

Un Sagrantino fresco e sanguigno, su chiare note di arancia rossa e venature ematiche. In bocca tannino sostanzialmente pronto. L’ottimo lavoro in vigna, per centrare l’epoca di raccolta in un’annata calda, si traduce in un nettare di pronta beva. Un rosso agile e schietto, che sulla via della semplificazione ha perso un po’ di tipicità.

Valdangius “Fortunato”: 88/100

Vino carico, nel colore e nei profumi. Fiori, frutta, una buona componente vegetale, balsamica. Nota quasi di inchiostro e di arancia rossa. In bocca un’esplosione di frutta (ciliegia, fragolina di bosco, lampone) ben corroborata dalla freschezza e da un tannino ben calibrato. Pronto e di prospettiva.

Lungarotti: 87/100

Color rubino dai riflessi granati, luminoso, per questo Sagrantino di Montefalco 2017. Bella componete di frutto al naso, che al naso vira sullo stramaturo. Vino al momento molto shakerato, ma di buona prospettiva.

Tenuta Colfalco: 90/100

Naso elegante e bocca che si divide tra frutto e note vegetali eleganti. Apprezzabile anche al palato la vena vegetale e di arancia rossa, su tannino piuttosto elegante. Vino che ha bisogno di tempo per amalgamarsi, ma che lascia intravedere un’ottima visione d’insieme.

Montioni: 90/100

Bel naso elegante, su frutto preciso, millimetrico in termini di maturità ed espressione (tra i più notevoli della degustazione). Non mancano venature balsamiche e un tocco di spezie dolci. Il palato conferma le aspettative: ottima prontezza, tannino dolce e freschezza. Manca solo il graffio finale: quel po’ di carattere in più, per il salto assoluto di “categoria”.

Colle Ciocco:  85/100

Vino che convince più al naso che al palato, con le sue note quasi aromatiche di frutta nera, come una netta mora di rovo. In bocca scivola via sull’esuberanza del frutto e dell’alcol, su tinte di liquirizia.

Pardi: 87/100

Colore piuttosto carico e note che portano alle more e ai frutti di bosco. Vino emblema della prontezza di beva della vendemmia 2017. La speranza è che il futuro affinamento in bottiglia integri bene le note di legno.

Perticaia: 92/100

Uno dei “nasi” più convincenti in assoluto della degustazione, tra frutto rosso di bosco, una tipicissima nota di mora di rovo e nette venature talcate. Il legno è presente sia al naso che al palato, ma è ben controbilanciato dalla “matericità” del frutto. A rendere elegante il profilo di questo Sagrantino è anche la spinta fresco acida, ben abbinata a profondità di spezia e balsamicità. Vino pronto e di prospettiva.

Terre di San Felice: 87/100

Vino che si apre col passare dei minuti nel calice, regalando un naso ampio, più in profondità che sulla larghezza del frutto. Note nette di sottobosco, fogliame primaverile bagnato, origano, accenni di liquirizia dolce e chiodo di garofano. In bocca una vena balsamica che non appesantisce il sorso, anzi conferisce freschezza. Tannino tipico, in fase di integrazione. Buono oggi, ancora meglio domani.

Benedetti&Grigi: 87/100

Succosità, tannino in fase di integrazione, accenni balsamici e resinosi. Vino destinato ad amalgamarsi presto e dare soddisfazioni nel medio periodo.

Bocale: 95/100

Naso ampio, pieno, su frutto ed erbe aromatiche: splendido, stacca gran parte dei campioni in degustazione. Variegata alternanza di note: si passa da una ciliegia matura, molto precisa, a una mora di rovo densa, tipicissima. Pregevole anche la trama balsamica, che si allunga dal naso al palato, al retro olfattivo. Il tutto con un tannino in camicia e di prospettiva. Uno dei migliori Sagrantino di Montefalco 2017 all’Anteprima 2021.

Tenuta di Saragano “Saragano”: senza voto

Naso non pulitissimo, che spinge sullo fondo un bel frutto. La vena succosa si conferma al palato, sempre in secondo piano rispetto a note vegetali e balsamiche al momento disordinate. Campione in affinamento, certamente da rivalutare nei prossimi mesi.

Plani Arche “Apoca”: 87/100

Bel naso ampio, su un frutto piuttosto preciso, ampio, che con l’ossigenazione si fa sotto spirito. Tannino chiaramente in fase di integrazione per un campione in punta di piedi. Con un tocco in più di materia, al palato, sarebbe stato ancora più apprezzabile.

Luca di Tomaso: 95/100

Vino decisamente sulla strada giusta. Un campione di botte che rivela un frutto succoso, pieno, di rara concentrazione e pulizia nell’intero contesto dell’Anteprima 2021 del Sagrantino. Tannino che si sta vestendo a festa, tra i tratti che denotano prospettiva, carattere e tipicità, al lavoro su un frutto polposo e su una bella trama balsamica, profonda. Vino risultato di un lavoro certosino, tanto in vigna quanto in cantina.

Di Filippo “Etnico”: 89/100

Rosso carico. Al naso frutta piena, come ciliegia e lamponi, ma anche vene speziate, sia calde (quasi opulente) che mentolate, fresche, preziose. Super frutto e tannino di prospettiva, con le due fasi (dura e morbida) abbinate molto bene. Vino che nel tempo avrà grandissima godibilità ed equilibrio.

Tenuta Bellafonte “Collenottolo”: 93/100

Colore rubino mediamente trasparente per questo Sagrantino di Montefalco 2017. Naso su erbe officinali, mentuccia, liquirizia dolce. Al palato una buona componente fruttata viene riequilibrata da acidità e balsamicità. Tannini dolci, quasi sospesi, ad asciugare l’esuberanza del frutto.

Romanelli “Terra cupa”: 94/100

Bel compromesso tra fiori, frutto pieno, balsamicità e legno in integrazione. Vino piuttosto pronto, alcol ben integrato, che conferisce ulteriore piacevolezza. Buona rappresentazione del vitigno in una versione molto godibile e vera. Lettura autentica dell’annata, sia in vigna che in vinificazione.

Plani Arche: 85/100

Vino estremamente pronto sul fronte del tannino e del frutto, al momento in fase di assestamento.

Di Filippo: 91/100

Estrema tipicità, su tutti i fronti. Ma soprattutto uno sguardo fedele sull’annata, gestita in vigna (ancor più che in cantina) in maniera ottimale. Il frutto pieno scalpita sotto la coltre balsamica e speziata. Tannino di prospettiva, graffiante il giusto. Darà soddisfazioni.

Ilaria Cocco “Phosano”: difettato (5 bottiglie), senza voto
Fattoria Colsanto: 85/100

Vino condizionato dal legno, tanto in bocca quanto al naso. Chiude su vaniglia e caffe, tra i più netti dell’Anteprima, assieme al Sagrantino del Carapace. Poca espressività territoriale.

Moretti Omero “Vignalunga”: 84/100

Vino che non spicca in termini di pulizia e ordine.

Arnaldo Caprai “Valdimaggio”: 91/100

Vino pieno, dal frutto colto in maniera ineccepibile. Abbina la prontezza di beva dell’annata 2017 ad ottime prospettive di affinamento. Guarda certamente ai mercati internazionali, per il lavoro molto sapiente compiuto in vinificazione su tannini e tostature dei legni.

Adanti “Arquata”: 84/100

Altro vino che si rivela piuttosto morbido, nonostante la presenza di un tannino vivo. In fase di assestamento al momento, troverà un maggiore equilibrio a partire dai prossimi mesi.

Le Cimate: 86/100

Frutto grondante di succo, tannino elegante in fase di integrazione. Prospettiva media.

Scacciadiavoli: 88/100

Al naso note di arancia rossa, ematiche, oltre ai tipici frutti della Denominazione. Palato austero il giusto, bella prospettiva. Vino certamente giocato sull’eleganza più che sulla potenza, senza rinunciare alla tipicità.

Tenuta Castelbuono Lunelli “Carapace”: 85/100

Vino piuttosto commerciale, condizionato da un legno che copre l’espressione, l’integrità e l’interezza del varietale. Avrà comunque apprezzamento sicuro in precisi mercati internazionali.

Tenuta Alzatura: 88/100

Naso sul frutto pieno, cosi come il palato. Tannino vivo, che una volta disteso (nel tempo) servirà ad asciugare la materia e l’espansività della componente fruttata.

La Veneranda: 84/100

Vino color rubino, unghia granata. Naso pieno, su frutto ed erbe fresche. Frutto succoso, vena di agrume (sanguinella) sui consueti sentori rossi (ciliegia, piccolo sottobosco). Manca un po’ di materia in bocca, in una bocca dalla vena ossidativa.

Arnaldo Caprai “Collepiano”: 89/100

Bel rosso rubino. Al naso tanta frutta, dalla mora alla fragolina di bosco, dal lampone alla ciliegia. Apporto del legno garbato. Tannini eleganti. Nel complesso, un vino che si rivela piuttosto tipico, di pronta beva.

Terre di San Felice, Vinum Dei: 89/100

Colore rosso carico. Bella speziatura nera e vegetale fresco, talcato e mentolato. Pian piano esce il frutto, dolce, pieno, carico, succoso. Aspettative pienamente confermate al palato, di ottima corrispondenza. Tannino già integrato, buona freschezza a controbilanciare l’alcol. Campione molto buono oggi, prospettive medie.

Fattoria Colleallodole: 93/100

Naso fluido, succoso, materico, in continua evoluzione nel calice. Ottima precisione delle note fruttate, piene, grondanti di succo. Bella componente vegetale elegante, mentolata, talcata. In bocca si conferma un vino pieno, altrettanto in evoluzione, connotato da un’ottima precisione del frutto e da una gran freschezza.

Tabarrini “Colle Grimaldesco”: 94/100

Colore carico, poco trasparente. Naso più balsamico che fruttato al momento, vino che ha bisogno di tempo per aprirsi nel calice e parlare di sé. C’e un bell’agrume rosso (tra il succo e la buccia) sulle note di ciliegia e di frutti di bosco. In bocca abbina l’austerità elegante del tannino e di venature sapide alla gran pulizia del frutto. Chiude asciutto, in cravatta. Vino di assoluta prospettiva.

Tabarrini “Colle alle Macchie”: 93/100

Frutto gagliardo, pieno, succoso. Elegantissima speziatura e nota vegetale balsamica. Tannino di prospettiva, che asciuga la polpa. Vino delizioso, giocato al palato su un profilo elegante, sussurrato.

Fattoria Colleallodole “Colleallodole”: 94/100

Colore pieno. Naso bocca carichi di materia, di frutto, di presenza. Tannino elegante a lavorarci sopra. Bella corrispondenza naso bocca anche sulle note balsamiche e fresche, uso del legno esemplare, aggiunge complessità con note di fondo di caffè. Vino di assoluta prospettiva che ha solo bisogno di tempo per esprimersi, anche in allungo, su altissimi livelli. 94

Tabarrini “Campo alla Cerqua”: 97/100

Il campione numero 44, l’ultimo della batteria di Sagrantino di Montefalco 2017 degustato alla cieca, si rivela essere quello del vignaiolo alieno Giampaolo Tabarrini. A carte scoperte non sorprende che sia proprio lui ad aver centrato un vino così in un’annata calda come la 2017, che pare invece frutto di una vendemmia come la 2016, fresca dalle parti di Montefalco.

Il voto sopra le righe, assegnato durante la blind, è dovuto a questo. Campo alla Cerqua 2017 è un capolavoro di precisione che comincia dalla vigna e si trasferisce in cantina. Esemplare eleganza e pienezza, stratificazione, frutto, balsamicità, equilibrio e potenziale. È nelle annate difficili che si giudicano i fenomeni.

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Franciacorta in Fiore 2021: prove di ripartenza in 18 comuni

Prove di ripartenza in provincia di Brescia con la conferma di Franciacorta in Fiore 2021. La 22esima edizione della kermesse, da sempre promossa dal Comune di Cazzago San Martino e dalla Pro Loco di Cazzago San Martino, quest’anno allarga la collaborazione all’Associazione Terra della Franciacorta e al Consorzio Franciacorta.

La kermesse si svolgerà dal 21 maggio al 6 giugno e per la prima volta coinvolgerà tutti i 18 comuni della Franciacorta. Saranno interessati anche i 4 comuni Buffer Area (quelli confinanti) che compongono l’Associazione Terra della Franciacorta. Per tre settimane saranno messe in vetrina la bellezza dei fiori, le fragranze e i sapori della Franciacorta.

Franciacorta in Fiore 2021 diventa così un evento diffuso sull’intero territorio. Lungo le strade e i centri storici saranno disposte installazioni floreali. Il meglio del florovivaismo locale e nazionale, nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza ancora in atto.

Franciacorta in Fiore 2021 – XXII edizione

21 maggio – 6 giugno 2021
Comuni della Franciacorta: Adro, Capriolo, Cazzago San Martino, Cellatica, Cologne, Coccaglio, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo Saiano, Rovato.
Comuni Buffer Area (i comuni confinanti): Castegnato, Ospitaletto, Palazzolo sull’Oglio, Sulzano.

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Covid-19, bufera su Cantine Aperte 2021: le Marche rinunciano, produttori contrari

Monta la bufera su Cantine Aperte 2021. I produttori delle Marche, contrari a un’edizione ai tempi del Covid-19, hanno rinunciato in massa alla manifestazione bandiera del Movimento turismo del vino.

Tra i più acerrimi detrattori Lorenzo Marotti Campi, vignaiolo Fivi di Morro d’Alba, in provincia di Ancona: «Le Marche ovviamente non faranno Cantine Aperte – scrive sui social – non ci sono assolutamente le condizioni per svolgere Cantine Aperte e garantire la sicurezza del personale e degli avventori».

Tantomeno con un così breve preavviso – sottolinea il produttore – che rende impossibile una corretta logistica e gestione dei bicchieri e dei flussi di persone. Vorremmo condividere con i nostri ospiti un momento di serenità e di convivialità e non trasformarlo in occasione di ulteriori contagi».

La manifestazione Cantine Aperte 2021 è stata annunciata ufficialmente alla stampa alle 17.30 di giovedì 6 maggio. Sabato 29 e domenica 30 maggio le prime date utili, in calendario, per accogliere gli enoturisti.

Le parole d’ordine del Mtv per l’edizione ai tempi del Covid-19? «Sicurezza, salute, rispetto per l’ambiente, riscoperta dei territori, empatia e coinvolgimento», chiarisce il Movimento turismo del vino.

«L’iniziativa – confermano gli organizzatori – è regolata in base al colore di ogni singola regione. Piccoli gruppi e assoluta necessità di prenotazione, per garantire un’accoglienza di qualità e rispettosa delle normative previste». Rassicurazioni che non bastano, specie nelle Marche del vino.

MARCHE CONTRARIE

«Prima ancora che una questione organizzativa è una questione etica – scrive ancora Lorenzo Marotti Campi – voglio vedere quali saranno le cantine che usano il marketing della “sostenibilità” e si presteranno a questa scelta sbagliata. Sostenibilità molto prima di tutto il resto è innanzitutto nei confronti dei propri uomini».

Gli fa eco Paolo Lucchetti, altro produttore Fivi delle Marche: «Con 280 morti al giorno pensiamo a Cantine Aperte 2021? Una manifestazione che è il classico esempio di aggregazione sociale da evitare in questo momento».

Posizioni confermate ufficialmente anche dal Movimento Turismo del Vino delle Marche. «Abbiamo deciso di non partecipare quest’anno a Cantine Aperte – recita il comunicato ufficiale delle aziende – nelle canoniche date del 29 e 30 maggio, né il 19 e 20 giugno»

Ce lo avete chiesto in molti in questi ultimi giorni ed abbiamo aspettato il momento per noi sacro dell’Assemblea dei Soci per darvi una notizia ufficiale che era comunque nell’aria.

Cantine Aperte è un momento di festa, di convivialità, di gioia e tutte le nostre cantine lo vivono in questo modo e danno il massimo affinché gli enoturisti possano a loro volta viverlo a pieno. Nella condizione nella quale oggi ci troviamo, questo è assolutamente impossibile»

«I “nostri” produttori ci tengono troppo ad ognuno di voi – continua la nota del Mtv Marche – alla vostra salute e sicurezza, ed anche a quella dei propri dipendenti e di tutti i lori cari per dare il proprio avallo ad una manifestazione che si presenta complicata e per certi versi anche pericolosa nel corso di questa pandemia».

LIBERTÀ DI SCELTA A OGNI CANTINA
Ogni cantina socia è «comunque disponibile ed accogliere tutti i giorni gli enonauti su prenotazione ed in massima sicurezza», si legge infine nella nota ufficiale dei produttori marchigiani.

Non sono mancate le critiche per questa presa di posizione. «È bello scoprire che alcuni vignaioli marchigiani non vanno al ristorante, non vendono vino ai ristoratori e ai proprietari di bar e li reputano anche degli untori. Buono a sapersi», è uno dei commenti social in risposta ai produttori delle Marche.

Secondo indiscrezioni, avrebbero aderito ufficialmente all’iniziativa solo Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo. A confermare i dubbi, la mancanza di risposte del Movimento Turismo del vino agli enoturisti interessati ad avere maggiori informazioni sull’evento.

«Come si possono conoscere le Cantine partecipanti e gli eventi?», chiede una winelover. «Ho compilato anche il format per ricevere l’elenco in anteprima – aggiunge – ma non ho ricevuto nessuna mail». Un caso aperto, insomma, sul quale dovrebbe pronunciarsi il Movimento turismo del vino, nelle prossime ore.

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Brunello di Montalcino a gonfie vele nel primo trimestre 2021

Più 37% rispetto allo scorso anno e a +23% sulla media degli ultimi 10 anni: il Brunello di Montalcino naviga a gonfie vele nel primo trimestre 2021. Un inizio dell’anno da record per le vendite del grande rosso toscano. La Riserva 2015 e soprattutto la super annata 2016 fanno infatti volare le consegne delle fascette di Stato per le bottiglie pronte alla vendita, polverizzando i precedenti primati.

In particolare, dopo un primo bimestre a +19% sul pari periodo (Covid free) dello scorso anno, il mese di marzo è stato di gran lunga il migliore del decennio, con un +92% sulla media riscontrata dal 2011 a oggi.

Secondo il Consorzio del vino Brunello di Montalcino, in forte crescita sono segnalati in particolare i mercati esteri di sbocco della Docg, a partire dalla storica domanda statunitense che sta riaprendo la propria ristorazione.

Non è retorica affermare come le nostre ultime due annate, tra le migliori di sempre sul piano qualitativo, si stiano rivelando anche più forti della tragedia che stiamo vivendo», commenta il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci.

«I numeri – aggiunge – dicono che lo scorso anno le bottiglie immesse sul mercato erano state il 12% in più dell’anno precedente, e ora, dopo i successi riscontrati sulla critica internazionale, stiamo facendo i conti con una nuova annata che da metà novembre a oggi fa registrare consegne per oltre 5,2 milioni di bottiglie, che equivalgono a quasi la metà dell’intera nuova produzione in commercio nel 2021».

“Benvenuto Off”: i punteggi al Brunello di Montalcino 2016

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Rito della Spremitura del Vino Santo del Trentino 2021: il video e le immagini

La pandemia non ferma il Rito della Spremitura del Vino Santo del Trentino. Le Aziende Agricole Pedrotti, Pisoni, Giovanni Poli, Maxentia, Pravis e Francesco Poli hanno deciso di celebrare il momento incontrandosi, alla giusta distanza, attorno a un piccolo tornio, nella Casa Caveau Vino Santo, a Padergnone.

Un Rito che i Vignaioli hanno voluto raccontare per immagini, condensando in poco meno di un minuto una storia lunga secoli. «Un invito a festeggiare insieme il tempo dell’attesa che si fa vino nobile, di dolce eleganza e di straordinaria longevità», spiega il gruppo di produttori.

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Vinitaly Special Edition, Veronafiere ci riprova dal 17 al 19 ottobre 2021

Si chiama Vinitaly Special Edition ed è in programma a Verona dal 17 al 19 ottobre 2021 l’evento pensato da Veronafiere dopo l’annullamento della 54a edizione di Vinitaly.

«Un appuntamento b2b in presenza e sicuro – spiegano gli organizzatori – pensato e posizionato strategicamente come punto di arrivo delle prime iniziative commerciali all’estero al via dal 3 aprile in Cina, per poi ripartire con slancio verso il 54° Vinitaly, dal 10 al 13 aprile 2022».

«La Special Edition di ottobre 2021 – continua Veronafiere – ha l’obiettivo di riunire istituzioni, associazioni di filiera e aziende, coinvolgendole in un progetto di sistema che rappresenta il primo evento business del 2021 dedicato al settore vitivinicolo».

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Confagricoltura Veneto: «Rinvio Vinitaly 2021? Serve evento sostitutivo a giugno»

«L’annullamento di Vinitaly 2021 era nell’aria, dato che le condizioni pandemiche non avrebbero permesso uno svolgimento regolare della manifestazione. Credo però che sarebbe opportuno comunque tentare di organizzare un’edizione speciale in giugno, tra presenza e digitale, per non perdere anche il colpo del 2021». È il commento di Christian Marchesini, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Veneto.

Marchesini è anche il numero uno del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, che ha organizzato a fine febbraio la Valpolicella Annual Conference, grande evento digitale che ha coinvolto i professionisti del settore di tutto il mondo.

«È doveroso un ringraziamento alla dirigenza dell’Ente Fiera per l’impegno profuso nell’organizzare eventi collaterali – continua – tuttavia credo che la mancanza dell’edizione 2021 del Vinitaly rimanga una grandissima perdita»

Perciò sono convinto che, prendendo spunto anche dall’evento organizzato di recente dal Consorzio di tutela Valpolicella, in giugno si possa pensare a organizzare un Vinitaly in un mix tra digitale e in presenza, chiamandolo ad esempio Vinitaly New Edition, con tutte le aziende e i consorzi che vorranno partecipare.

Potrebbe essere un’occasione per ricordare a tutti che l’Italia del vino c’è, il Vinitaly c’è e che il mondo del vino è sempre disponibile a organizzare eventi che sostengano il sistema vitivinicolo».

Vinitaly posticipato al 2022

Aggiunge Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto: Con la terza ondata del virus c’era il grande punto interrogativo sull’arrivo degli operatori stranieri e quindi la scelta di annullare la manifestazione, anche se dolorosa, era inevitabile. Due anni senza Vinitaly sono un colpo duro per il comparto, che sta già soffrendo per il blocco del canale Horeca.

Gli eventi collaterali che verranno organizzati sono importanti, ma non sono ovviamente la stessa cosa. Auspichiamo perciò di ripartire a pieno ritmo nel 2022, mettendoci a disposizione per contribuire a quella che dovrà essere un’edizione davvero speciale, che dia grande risalto al mondo del vino italiano».

Sul rinvio di Vinitaly 2021 interviene anche Piergiovanni Ferrarese, presidente dei Giovani di Confagricoltura Verona e Veneto: «Ringraziamo Veronafiere per la capacità di ascolto delle aziende in questi mesi di incertezza. I Giovani di Confagricoltura si mettono fin d’ora a disposizione per pensare a proposte concrete per quella che sarà l’edizione Vinitaly del 2022, che non potrà essere una copia del 2019, perché in questi due anni è cambiato il mondo, così come sono cambiati il mondo vinicolo e i consumatori».

«Dovrà cambiare di conseguenza il modo di fare esposizione –  coclude Ferrarese – di presentare i prodotti e di coinvolgere gli operatori esteri. Occorre progettare un’edizione innovativa, capace di riportare il sistema vino italiano al centro dell’attenzione dei consumatori».

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Enoteche, preoccupazione per bozza nuovo Dpcm 6 marzo su divieto asporto vino

Divieto di asporto del vino dalle enoteche dalle ore 18. La norma, contenuta nella bozza del nuovo Dpcm 6 marzo 2021 che sta circolando in rete e dovrebbe essere approvata entro il 5 marzo, preoccupa Vinarius. L’associazione che raggruppa gli enotecari italiani è già costretta a fare i conti con la stessa misura sino alla scadenza del Dpcm 15 gennaio 2021, attualmente in vigore.

Verrebbe dunque «reiterato l’errore ampiamente denunciato e messo in luce» fin da subito proprio da Vinarius, relativo al divieto di vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica e analcolica da parte di tutti i negozi specializzati con codici Ateco 47.25.

Siamo seriamente allarmati e increduli – spiega Andrea Terraneo, Presidente Vinarius – all’idea che si possa nuovamente incorrere in quello che è stato in tutta evidenza un equivoco contenuto nel precedente decreto che aveva penalizzato l’operatività delle enoteche, dopo le ore 18.

In effetti le enoteche che hanno il 47.25 non sono enoteche di mescita ma negozi di vendita al dettaglio esattamente come la Grande distribuzione organizzata (i supermercati, ndr), gli alimentari non specializzati, fruttivendoli, macellerie che giustamente non sono stati colpiti da questa norma».

Un equivoco sottolineato alla Camera anche dall’onorevole Andrea Dara (Lega-Salvini premier), attraverso una interrogazione parlamentare. «Aveva fatto ben sperare gli enotecari italiani la risposta del ministro Patuanelli – sottolinea Vinarius – il quale ha dato prova che si fosse trattato di una svista».

Anche il senatore Gian Marco Centinaio (Lega Nord), ex ministro dell’Agricoltura, ha chiesto lumi sulla questione al governo. Ma i tempi al Senato, anche per l’inizio della crisi di governo, non hanno ancora visto la calendarizzazione dell’interpellanza.

Il Dpcm 16 gennaio mette Enoteche contro Supermercati. Vinarius: «Noi discriminati»

Ora che le forze politiche che ci hanno supportato in questo difficile iter sono al Governo – sottolinea Andrea Terraneo – è necessario intervenire fattivamente per una totale risoluzione del problema. Preghiamo pertanto le forze politiche di andare a rileggere la definizione del Codice Ateco 47.25».

La preoccupazione degli enotecari è acuita dal fatto che il nuovo provvedimento potrebbe interessare un periodo cruciale per le vendite di vino, come quello delle festività della Pasqua.

Le attività con Ateco 47.25, di fatto, dalle 18 alle 20 vedono mediamente il 30% del fatturato giornaliero, che diventa ancora più sostanzioso in concomitante delle festività, come quella pasquale.

«Ho apprezzato che molte altre associazioni si siano unite in queste ultime settimane al nostro richiamo di attenzione, che per primi ci siamo sentiti di denunciare. Ora noi tutti in Vinarius ci auguriamo che quella che è stata diffusa on line sia solo una bozza errata e che invece il nuovo Dpcm eviterà fattivamente una riedizione di questa stortura fortemente discriminatoria».

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Valpolicella alla Beaujolais accanto a Ripasso e Amarone sempre più di terroir

Sono terminate da poco le tre sessioni di degustazione della Valpolicella Annual Conference 2021, l’evento digitale organizzato dal Consorzio che tutela i vini rossi veneti capeggiati dall’Amarone. Diversi gli spunti di riflessione anche sul “base” Valpolicella e sul Ripasso, tutti sotto all’ombrello della parola “cambiamenti“: climatici, di mercato e d’approccio, sia sul fronte dei consumatori che della produzione.

Come nei film di successo, dove il finale è inatteso e tiene incollati allo schermo gli spettatori, gli spunti più interessanti sono arrivati dall’ultimo dei tre tasting. Merito, soprattutto, dell’intervento di Gabriele Gorelli, il primo Master of Wine italiano (nomina avvenuta proprio in mattinata), che ha parlato delle prospettive per il vino “base” della zona, il Valpolicella per l’appunto.

Secondo Gorelli, l’esempio da seguire è in Francia. Il Valpolicella avrebbe la grande opportunità di divenire “vino di terroir” guardando all’esempio del Beaujolais, ovvero attraverso un lavoro sui cru. Un percorso, c’è da dirlo, già avviato brillantemente da un’altra (vicina) denominazione del Veneto, quella del Bardolino e delle sue sottozone.

Si può essere “uncomplicated” (semplici, ndr) ma al contempo molto interessanti – ha suggerito il primo Master of Wine d’Italia – cambiando il paradigma e usando il concetto di “village” come opportunità. La Valpolicella, di fatto, viene considerata zona di produzione di vini da ricetta, di metodo, più che di terroir: attraverso il vino che sta alla base della piramide qualitativa, si potrebbe dare valore alla Denominazione».

Non a caso, come annunciato in occasione del secondo tasting in programma quest’oggi, il Consorzio ha varato la modifica del disciplinare che consente ai produttori di utilizzare lo screwcap, ovvero il tappo a vite, non solo sui Valpolicella – come consentito dal 2019 – ma anche sui vini con menzioni quali “Classico”, “Superiore” e “Valpantena”.

«L’obiettivo – ha spiegato Alberto Brunelli, enologo e advisor del Consorzio – è quello di aumentare le potenzialità dei vini in alcuni mercati». Il riferimento, per rimanere in Europa, è chiaro: Paesi come la Norvegia, dove un quinto dei rossi consumati annualmente proviene dal Veneto (parola di Tone Veseth Furuholmen, senior product manager del Vinmonopolet As, il monopolio norvegese) accoglie già senza ritrosie questa tipologia di chiusura.

Durante i tasting sono state ribadite poi le modifiche che riguardano il disciplinare del Ripasso (denominazione cresciuta del 128% nel decennio 2008-2018) introdotte sempre nel 2019 ma ancora poco note, anche tra i 100 professionisti collegati alla Valpolicella Annual Conference da 25 Paesi del mondo.

Tra queste, nell’ottica di una sua migliore qualificazione nell’ambito della piramide qualitativa che vede in testa l’Amarone, l’eliminazione del cosiddetto “contoterzismo” delle uve/vinacce atte alla produzione (devono provenire tutte da pertinenze aziendali); la presenza di una percentuale obbligatoria di un minimo del 10% e di un massimo del 15%, di vino atto a diventare Amarone e/o Recioto lasciato sulle vinacce dopo la loro svinatura.

O, ancora, l’obbligo di effettuare la pratica del “ripasso” in un’unica soluzione, con macerazione di almeno 3 giorni. «Regola che assicura l’estrazione delle componenti più nobili – ha ricordato Alessandro Bellotto, winemaker e advisor di Giotto Consulting – ma che non vieta di procedere oltre, in base alle scelte stilistiche dei produttori».

E l’Amarone? Se ne è discusso in occasione del tasting di apertura, alle ore 14. Alta la qualità dei vini presentati in forma anonima in batteria, ognuno con le proprie specificità, utili a dimostrare le diverse sfaccettature di un vino che è sì “di metodo”, ma che è in grado di preservare le caratteristiche intrinseche del terroir della Valpolicella.

Territorio e scelte dei produttori, come confermato dall’enologo Enrico Nicolis e dal professore di Enologia dell’Università degli Studi di Verona, Maurizio Ugliano, consentono infatti di presentare sul mercato vini rossi capaci di incontrare il gusto dei consumatori moderni.

La vera sfida dell’Amarone della Valpolicella è di fatto questa: restare al passo dei consumatori che prediligono sempre più vini rossi connotati dalla freschezza e da una beva non troppo impegnativa.

Tratti che possono essere assicurati anche dal “re dei vini del Veneto” (lo dimostrano le scelte stilistiche delle ultime Anteprime alla Gran Guardia di Verona), attraverso un attento lavoro in vigna volto alla ricerca della perfetta maturazione e a uno stile che predilige la freschezza all’abbondanza e opulenza glicerica.

Le altitudini non mancano nelle valli della Valpolicella e la presenza di uve autoctone naturalmente ricche di “rinfrescanti” componenti speziate, gioca dalla parte dei produttori. La sfida al mondo è aperta, senza perdere di vista la tipicità.

Al via la Valpolicella Annual Conference: il vino italiano ha retto alla pandemia

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Al via la Valpolicella Annual Conference: il vino italiano ha retto alla pandemia

Al via alle 11 odierne la Valpolicella Annual Conference 2021, con la prima sessione dedicata ai trend internazionali del vino italiano nel 2020, con focus su Horeca, Grande distribuzione ed e-commerce. Il quadro multicanale è a tinte tutto sommato positive per i rinomati vini rossi veronesi. A confermarlo Christian Marchesini, presidente del Consorzio Tutela vini che organizza l’evento digitale.

«Il sistema Valpolicella – ha dichiarato – ha risposto bene al 2020. Possiamo dirci felici, anche se fino a un certo punto, dal momento che abbiamo assistito a uno spostamento delle vendite da determinate aziende ad altre. Gli imbottigliamenti sono in linea con il 2019 e confermano la Valpolicella tra i sistemi più importanti a livello nazionale e mondiale, dal momento che l’80% dei vini prodotti nella nostra zona viene esportato».

In particolare, il 2020 chiude con 18 milioni e 200 mila bottiglie di Valpolicella, 30.3 milioni di Ripasso e 15.3 milioni di bottiglie tra Amarone e Recioto. Numeri che regalano fiducia anche quelli snocciolati da Denis Pantini di Nomisma Wine Monitor.

«L’Italia – ha annunciato – chiuderà il 2020 con un calo dell’export in valore di circa 200 milioni di euro, passando dalla cifra record di 6,4 miliardi a 6,2. Quanto ai mercati principali l’Italia, anche grazie ai dazi applicati ad altri Paesi, ha risposto meglio alla Pandemia da Coronavirus».

Il Paese più colpito, di fatto, è la Francia, che lascia sul campo un 10,8%. L’Italia si ferma a un -2,5% (dato novembre 2020) e riduce così il proprio gap dell’export in valore proprio nei confronti del transalpini, con la cifra record del – 40%, il miglior risultato degli ultimi 10 anni.

Cresce a livello mondiale solo l’export della Nuova Zelanda: +4,5%. Un dato, come spiegato da Denis Pantini, dettato soprattutto dai volumi del vino sfuso esportati nel mercato inglese. Eppure, proprio gli Uk segnano un dato drammatico nei bilanci delle imprese del settore Horeca: -80% rispetto al 2019.

GDO E ONLINE, IL PUNTO
Più in generale, a crescere in Italia sono la Grande distribuzione e l’e-commerce. La prima con un +7%, tasso record da decenni, dovuto in gran parte all’exploit dei discount; l’online invece raddoppia nel 2020, con vendite stimate in 203 milioni di euro.

I pure player, ovvero i siti specializzati nella vendita di vino online, hanno registrato un +83%. Un 2020 col botto anche quello di Amazon, le cui vendite “enologiche” crescono del 141%.

E il futuro? Il vino, come attendibile, sarà sempre più “digital”. Secondo una ricerca compiuta ancora una volta da Nomisma Wine Monitor su un campione di mille consumatori, gli acquirenti aumenteranno i loro clic sul web, assicurandosi a domicilio i vini preferiti, scelti online.

«Sono 8 milioni le persone che hanno compiuto acquisti di vino online nel 2020 – ha precisato Denis Pantini – pari al 27% del totale dei consumatori. Forte predominanza dei Millennial, anche se l’età media si spinge fino ai 50 anni. Hanno tutti un buon reddito medio e hanno spostato online i mancanti acquisti fuori porta, dettati dai lockdown e dalle misure anti Covid-19».

Non sta a guardare la Grande distribuzione organizzata, che lo scorso anno ha superato la soglia del 64% delle vendite complessive totali di vino in Italia, proprio grazie alle chiusure dell’Horeca (ristoranti, wine bar, enoteche).

COOP: PORTE APERTE AI PICCOLI PRODUTTORI
A confermalo Francesco Scarcelli, category buyer di Coop Italia. «L’aumento del segmento vini si assesta sul 5,5%, dato da un +4,8 dei fermi e da un +10,5% degli spumanti. È aumentata anche la battuta media, di circa 1 punto e mezzo, ma non per un fenomeno di speculazione su materia prima, bensì per due ordini di ragioni: in primis, i consumatori hanno deciso di bere un po’ meglio; è poi diminuita la pressione promozionale, di circa il 3%».

I clienti della Gdo sono oggi sempre più consapevoli e chiedono alle insegne brand riconoscibili e riconosciuti per qualità e garanzie di bontà, come è il caso della Valpolicella. Per vini con queste caratteristiche, sono disposti a spendere di più rispetto al passato».

Proprio per questo, Coop sta riorganizzando per quanto possibile il proprio assortimento locale. Scarcelli ha infatti confermato quanto già dichiarato a vinialsupermercato.it nei mesi scorsi, ovvero l’intenzione di ragionare su un assortimento più “local” e attendo alle produzioni medio-piccole, diverso di regione in regione (o provincia).

Abbiamo già isolato i vini da tavola dai vini di qualità superiore, avvicinandoli sempre più al food in logica cross category. Ed ora procederemo all’integrazione di nuove realtà su scala locale, garantendo un polmone a tante aziende penalizzate dalle chiusure dell’Horeca e delle perdite di quote export.

Un percorso, avvisa Scarcelli, non certo semplice: «Le piccole cantine devono essere consce di entrare in un mercato complesso – ha concluso il buyer vini di Coop Italia – dal momento che negli ipermercati contiamo già tra gli 800 e le mille referenze. Non sarà facile per le new entry farsi riconoscere velocemente e sarà molto importante creare un rapporto di fiducia e chiarezza, che ci consentirà di qualificare ulteriormente il nostro assortimento».

Valpolicella alla Beaujolais accanto a Ripasso e Amarone sempre più di terroir

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Vinitaly 2021, Lombardia alla finestra. Rolfi: «Sì a giugno se la vetrina è corretta»

Tiene banco la questione Vinitaly sì – Vinitaly no, nel flashback in bianco e nero che riporta dritti allo scorso anno. Dopo i rumors su Avito, il “Consorzio dei Consorzi” del vino della Toscana, intenzionato a chiedere l’annullamento dell’edizione 2021, è Regione Lombardia a esporsi su Vinitaly 2021. Con un sì condizionato dalle misure di sicurezza, da garantire anche attraverso una revisione degli spazi e della logistica.

«Vinitaly – commenta Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Regione Lombardia – è un evento internazionale che rappresenta un punto fermo nel panorama fieristico italiano. Non dobbiamo però perdere di vista l’obiettivo della manifestazione: consentire alle aziende vitivinicole di fare business».

La Regione Lombardia – continua – sta attendendo la decisione degli organizzatori. Probabilmente il periodo della seconda metà di giugno non è quello più funzionale alle esigenze aziendali dei produttori.

Ma se l’organizzazione dovesse decidere di procedere garantendo la sicurezza di espositori e visitatori, la Lombardia ci sarà e studierà tutte le possibili soluzioni logistiche per permettere la giusta valorizzazione commerciale dei vini del territorio».

Rolfi precisa infine di «non escludere anche una ricollocazione negli spazi fieristici». «Ricordo che nella nostra regione si produce per il 95% vino che va a Doc, Docg e Igt – conclude l’assessore – quindi riteniamo che ogni manifestazione debba essere una vetrina corretta per dare valore ai nostri prodotti».

Secondo le voci raccolte da WineMag.it tra i produttori e gli stakeholder, il maggiore timore è quello di un’edizione di Vinitaly in sordina. Disertato dai buyer e dagli operatori, impegnati in altre attività prioritarie per la ripartenza, nel mese di giugno.

Negli Usa, pochi hanno già pianificato un viaggio a Verona per partecipare alla kermesse e il tema Vinitaly sì – Vinitaly no non risulta «neppure in agenda per le prossime settimane». Valige nell’armadio anche in Europa, dove regna il medesimo scetticismo.

Tra i buyer e i produttori si cita peraltro come esempio virtuoso ProWein, con Messe Düsseldorf GmbH che ha comunicato già il 3 dicembre 2020 la propria intenzione di annullare l’edizione 2021, dando appuntamento al 2022.

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Richiesta di rinvio di Vinitaly 2021 al 2022: rumors dai Consorzi della Toscana

Rinvio di Vinitaly 2021 al 2022. È quanto si appresterebbero a chiedere i Consorzi del Vino della Toscana a Veronafiere, secondo rumors giunti alla redazione di WineMag.it. La decisione sarebbe stata presa nel contesto di una riunione di Avito, il “Consorzio dei 16 Consorzi” del vino toscano Dop e Igp, nato nel 2016.

Un organismo con un peso specifico rilevante nel comparto, in grado di racchiudere circa 5 mila imprese e oltre 20 mila addetti, con un fatturato che supera 1 miliardo di euro.

Una presa di posizione potrebbe condizionare l’intera filiera, in attesa che altri si espongano ufficialmente sull’edizione di Vinitaly 2021, in programma dal 20 al 23 di giugno.

In particolare, l’ultima settimana di Febbraio è fissata la riunione di Federdoc. Discussione aperta sul rinvio al 2022 di Vinitaly anche nella Fivi, che sta sondando internamente le opinioni dei vignaioli indipendenti. Già lo scorso anno, la Federazione guidata da Matilde Poggi aveva bocciato l’ipotesi di un Vinitaly “Summer Edition“.

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Fivi a Vinitaly 2021, parla Matilde Poggi: «Decisione in mano ai soci»

È tutt’altro che scontata la presenza dei vignaioli Fivi a Vinitaly 2021, quantomeno al completo o in crescendo di adesioni, come nelle passate edizioni. La messa in scena di “Fivitaly2021, dal 20 al 23 giugno prossimi a Verona, dipende dalla decisione delle singole cantine e non dal direttivo della Federazione italiana vignaioli indipendenti.

A chiarirlo è la presidente Matilde Poggi, raggiunta telefonicamente da WineMag.it. «Alcuni soci ci hanno confermato di aver ricevuto la mail con la richiesta di conferma della partecipazione entro il 1 marzo, altri no», commenta la patron de Le Fraghe.

«Abbiamo avviato una consultazione interna per capire come intendano muoversi i soci in vista di Vinitaly 2021 – aggiunge – ma resta il fatto che i rapporti sono tra Veronafiere e singole aziende, non tra Veronafiere e Fivi».

«In sostanza – precisa ancora Poggi – Fivi non acquista come Federazione lo spazio espositivo per poi rivenderlo ai soci. Siamo tutti sotto lo stesso tetto, ma i rapporti per gli spazi sono tra singole cantine e Fiera di Verona».

Secondo rumors di WineMag.it, Veronafiere avrebbe addirittura proposto uno sconto del 5% ai vignaioli. E sul fronte della sicurezza e delle misure anti contagio e distanziamento, una presenza ai banchi a giorni alternati.

Del resto, l’ultima volta di Fivi a Vinitaly è stata un successo. Nel 2019 sono state infatti ben 212 le adesioni alla più importante manifestazione fieristica dedicata al vino in Italia. L’appuntamento al padiglione 8, in uno spazio di ben 1.200 metri quadrati, è stato accolto grande favore dal pubblico di professionisti.

Nel 2018, anno in cui la Federazione ha spento le dieci candeline dalla fondazione, i vignaioli presenti erano 158, dislocati su 830 metri quadri. Senza il Covid-19, il 2020 sarebbe stato l’anno della definitiva consacrazione di Fivitaly, spinto dal successo dell’epica tre giorni del Mercato di Piacenza (22.500 accessi dal 23 al 25 novembre 2019).

Fivi si è invece resa protagonista – per l’esattezza con alcune frange interne – delle più acri proteste nei confronti dell’edizione 2020 di Vinitaly. Contestatissima anche la decisione di rinviare la kermesse a giungo 2020, con tanto di presa di posizione ufficiale della presidente Matilde Poggi, favorevole a un rinvio definitivo al 2021.

Il 10 marzo dello scorso anno, in occasione di un confronto con i vertici di Veronafiere e i rappresentanti di altre associazioni di filiera, Fivi faceva presente che «al di là dell’emergenza sanitaria, giugno è un mese in cui il lavoro in vigna è tanto», sottolineando «l’effettiva difficoltà delle cantine a conduzione familiare di essere fisicamente presenti».

Il sondaggio interno voluto dai vertici della Federazione aveva quindi confermato le perplessità. La quasi totalità dei vignaioli aveva propeso per la bocciatura della “Summed Editiondi Vinitaly. Per la seconda barricata, pare solo questione di giorni.

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Vini al supermercato

Vini in offerta sui volantini del supermercato: il 2021 parte fiacco

Per dirla con Pam: “L’anno finisce, il risparmio no”. E allora ecco l’ultima edizione del 2020 della rubrica sui vini in vendita al supermercato, presenti sui volantini delle offerte delle maggiori insegne Gdo.

Si tratta delle prime promozioni relative a gennaio 2021, in attesa che tutte le insegne aggiornino il proprio volantino (le promo valide fino al 31 dicembre 2020 sono state analizzate qui).

Anche per il settore del vino italiano finisce un anno contrassegnato dalle misure anti Covid-19 e ne inizia un altro, all’insegna di nuove sfide. Riuscirà la Grande distribuzione ad elevare ulteriormente la qualità media dei vini presenti a scaffale, nel 2021?

La strada, di certo, non è quella che inizia a tracciare Tigros, con il primo volantino dell’anno nuovo, intitolato non a caso “Capodanno”: tre pagine zeppe di vini di bassa qualità, poco rappresentativi dei territori di appartenenza e a prezzi stracciati. Si può fare di più.

Alti e bassi da Iper, la Grande i, che affianca buone proposte a vini senza pretese di “gusto”. Non male le offerte enologiche di Carrefour Express, mentre discount come Aldi, Eurospin (linea Integralmente prodotto), Penny Market e Lidl confermano di badare più al prezzo che alla qualità, nella corsia dei vini.


Volantino Aldi fino al 3 gennaio 2021, “50 prodotti scontati fino al 50%”
Cabernet Sauvignon Igt: 1,49 euro (1 / 5)
Blanc de Blancs Spumante: 2,49 euro (1 / 5)
Chardonnay Villa Gatti: 1,39 euro (1,5 / 5)

Zinfandel: 5,99 euro (2 / 5)
Prosecco Doc Giotti (magnum): 9,99 euro (2 / 5)
Pino Chardonnay Brut: 1,49 euro (1 / 5)


Volantino Carrefour Express fino al 6 gennaio 2021, “Benvenuto Anno Nuovo”
Spumante Muller Thurgau, Cavit: 3,29 euro (3,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva, Cantine Spinelli: 2,99 euro (5 / 5)
Spumante Prosecco Doc Coste Alte: 4,79 euro (3,5 / 5)

Prosecco Docg Valdo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Spumante Rosé Extra Dry Catturich, Catturich Ducco: 6,39 euro (3,5 / 5)
Prosecco di Valdobbiadene Docg, Carpenè Malvolti: 6,99 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg, Piccini: 3,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Conad fino all’11 gennaio 2021, “Buon Risparmio – La convenienza del nuovo anno”
Prosecco Valdobbiadene Docg, Maschio: 4,90 euro (3,5 / 5)
Gutturnio Doc, Cantina Valtidone: 2,68 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Giacobazzi: 2,59 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola Igt Li Raci: 3,29 euro (3 / 5)
Merlot Igt Maggi: 9,90 (confezione da 6) (0,5 / 5)


Volantino Eurospin fino al 6 gennaio 2021
Lambrusco Doc Secco / Amabile Integralmente prodotto: 1,50 euro (1,5 / 5)
Negroamaro / Chardonnay / Rosato Salento Igp Integralmente prodotto: 1,50 euro (1,5 / 5)
Pignoletto Doc Reno Frizzante, Integralmente prodotto: 2,00 euro (1,5 / 5)

Prosecco Doc Treviso Millesimato Extra Dry Integralmente prodotto: 2,49 euro (1,5 / 5)
Spumante Dolce Gran Dessert: 0,99 euro (0,5 / 5)
Vino Spumante Extra Dry Blanc de Blancs: 1,99 euro (1,5 / 5)


Volantino Iper La grande i fino al 6 gennaio 2021, “Grande affare”
Chianti Docg / Traminer aromatico Trevenezie: 2,49 euro (3 / 5)
Sangue di Giuda / Barbera / Riesling dell’Oltrepò pavese Crobara, Cantine Pirovano: 2,29 euro (2 / 5)
Barbera / Bonarda / Riesling dell’Oltrepò pavese, Villa Radiosa Vini: 1,99 euro (1,5 / 5)

Ribolla Gialla / Sauvignon / Pinot Grigio, Marco Felluga: 9,90 euro (4 / 5)
Lugana Doc Campo Tosini: 4,85 euro (4,5 / 5)
Muller Thurgau Vigneti delle Dolomiti Igt, Santa Margherita: 4,49 euro (4 / 5)

Grechetto Pietra Rosa / Assisi Rosso Doc Tignoso, Migliosi: 4,49 euro (5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc / Pecorino / Passerina, Spinelli: 1,99 euro (5 / 5)
Chianti Colli Senesi Docg, Chianti Geografico: 2,99 euro (3,5 / 5)

Vino bianco / rosso Sicilia Doc La Segreta, Planeta: 5,49 euro (5 / 5)
Valpolicella Ripasso Superiore Doc La Sorte: 4,99 euro (3,5 / 5)
Barbera Piemonte Doc Appassimento, San Silvestro: 5,39 euro (3,5 / 5)

Lambrusco dell’Emilia Igt secco / amabile, Modavin: 1,79 euro (2 / 5)
Gutturnio frizzante Cantagallo, Cantina Valtidone: 3,99 euro (4 / 5)
Brachetto d’Acqui Docg Vanitoso, Toso: 3,99 euro (3,5 / 5)

Champagne Brut Demonge: 16,90 euro (4,5 / 5)
Franciacorta Brut Cuvèe Bianca, Remouage di Baiguini Remo: 12,90 euro (4 / 5)
Trento Doc Metodo classico Brut Rosè Le Premier, Cesarini Sforza: 8,99 euro (5 / 5)
Prosecco Doc Rosè Brut / Extra Dry Doc, Gasparetto: 3,99 euro (3,5 / 5)

Spumante Blanc de Blancs / Rosè Extra Dry Babulle, Losito e Guarini: 1,99 euro (1 / 5)
Asolo Prosecco Superiore Docg / Extra Dry La Gioiosa: 4,99 euro (3 / 5)
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Valdo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Doc Extra Dry, Villa degli Olmi: 3,29 euro (3 / 5)

Spumante Ribolla Gialla Terre Nardin: 5,49 euro (1+1) (3 / 5)
Spumante Moscato Sprintoso, Toso: 2,99 euro (3 / 5)
Spumante Dolce / Brut, Gancia: 2,49 euro (2,5 / 5)


Volantino Lidl fino al 3 gennaio 2021, “Buone feste”
Asti Docg Millesimato Allini: 2,69 euro euro (2,5 / 5)
Chardonnay Terre Siciliane Igp: 1,39 euro (2,5 / 5)
Merlot del Veneto Igp: 1,19 euro (2 / 5)
Prosecco Dop Spumante Extra Dry: 1,59 euro (3 / 5)


Volantino Pam dal 30 dicembre al 13 gennaio 2021, “L’anno finisce, il risparmio no”
Bonarda Oltrepò pavese Doc Il Feudo, Losito e Guarini (Pavia): 1,79 euro (0,5 / 5)
Chianti Docg Gold, Sensi (Pistoia): 2,19 euro (3 / 5)
Prosecco Superiore Docg Valdobbiadene (Treviso): 3,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Penny Market fino al 6 gennaio, “Buon 2021”
Spumante Prosecco Extra Dry Doc: 2,49 euro (3 / 5)
Rosso Veneto Igt Appassimento: 2,99 euro (3 / 5)

Syrah Doc Ripensato, Palazzo Pisano: 3,19 euro (3,5 / 5)
Nebbiolo delle Langhe Doc (6 bottiglie): 3,33 euro a bottiglia (2,5 / 5)
Spumante Cuvèe Royale: 3,99 euro (2,5 / 5)


Volantino Tigros fino al 12 gennaio, “Capodanno”
Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg / Prosecco Doc Rosé, Valdo: 4,39 euro (3,5 / 5)
Spumante Pinot Noir LeBollè / Rosato LeBollè, Losito e Guarini: 2,99 euro (2,5 / 5)
Prosecco Treviso Doc, Casato del Leone: 2,99 euro (3 / 5)

Spumante Asti Docg, Martini: 3,99 euro (4 / 5)
Prosecchini, Zonin: 3,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Docg, Caval: 4,99 euro (3,5 / 5)

Spumante Perlage Brut, Cantina Valtidone: 6,99 euro (5 / 5)
Spumante Franciacorta, Solive: 11,90 euro (5 / 5)
Cartizze Valdobbiadene Superiore Docg, La Gioiosa: 9,90 euro (3,5 / 5)

Chianti Docg Rubentino, Le Chiantigiane: 2,99 euro (3 / 5)
Vini Frizzanti Igt Rosa dei Filari: 2 pezzi 3 euro (1,5 / 5)
Vini Terre Siciliane Shedar: 1,65 euro (1,5 / 5)

Montepulciano d’Abruzzo Doc Setanera: 1,69 euro [1,5]
Lambrusco Emilia Igt, Cavicchioli: 1,99 euro (3 / 5)
Lambrusco Grasparossa Doc Baluardo: 2,69 euro (5 / 5)

Ortrugo / Gutturnio Colli piacentini Doc Castelli del Duca, Medici Ermete: 2,69 euro (5 / 5)
Cortese Alto Monferrato Doc / Chiaretto Monferrato Doc, Barbera d’Asti, Francesco Capetta: 2,90 euro (3 / 5)

Vini Oltrepò pavese Doc Il Roccolo Bonarda / Barbera, Natale Verga (1,5 litri): 2,90 euro (0,5 / 5)
Vini Doc Sardegna Vermentino / Cannonau / Monica, Cantina Dolianova: 2,99 euro (3,5 / 5)

Vini Doc Trentino Muller Thurgau / Lagrein rosato / Teroldego Rotaliano, Mezzacorona: 3,99 euro (3,5 / 5)
Vini Doc e Docg Vignaioli Morellino di Scansano (Toscana): 4,90 euro (4,5 / 5)

Vini Doc Falanghina / Fiano / Greco di Tufo, Borgo San Michele (Campania): 4,90 euro (4 / 5)
Vini Doc Sauvignon / Pinot Grigio / Friulano, Tenimenti Civa (Friuli Venezia Giulia): 4,99 euro (4,5 / 5)

Vino Bianco Igt Turà Gruppo italiano vini (Giv): 6,90 euro (2,5 / 5)
Vini Doc Alto Adige Riesling / Sauvignon / Pinot Nero / Lagrein “Erste Neue”, Cantina Kaltern: 6,90 euro (4,5 / 5)

Vini Cantine San Giorgio (Puglia): 6,99 euro (4,5 / 5)
Vini linea Notte Rossa (Puglia): 1,99 euro (5 / 5)
Vini Puglia Igt Pietre del Sole, Losito e Guarini: 2,29 euro (2,5 / 5)

Vini Cantina Pedres (Sardegna): 9,90 euro (4 / 5)
Vini linea Versi Divini (Piemonte): 20% sconto (2,5 / 5)
Vini Igt Cielo e Terra Spa (Veneto): 2 pezzi 4 euro (2,5 / 5)

Igt Pavia / Oltrepò pavese Doc Le Cascine, Losito e Guarini: 2 pezzi 4 euro (1,5 / 5)
Vini da tavola Ronco (5 litri): 5,90 euro (2,5 / 5)
Lugana / Valpolicella Ripasso / Bardolino classico, Sartori Vini: 20& (4 / 5)

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Esteri - News & Wine

Sudafrica, vendemmia 2021 abbondante e di buona qualità

Tempo del primo bilancio per la vendemmia 2021 in Sudafrica. Come di consueto è stato pubblicato nel mese di dicembre il primo dei quattro report previsionali di Sawis e Vinpro, due delle maggiori associazioni di categoria nel paese africano. La qualità delle uve sarà buona sia in qualità sia in quantità, avvicinandosi agli 1,3 milioni di tonnellate della vendemmia 2020.

“La fase di crescita e maturazione procede senza intoppi – sottolinea Conrad Schutte, responsabile della divisione dei servizi di consulenza sulla viticoltura di Vinpro – il raccolto potrebbe essere leggermente superiore a quello del 2020, ma comunque inferiore alla media di dieci anni”.

A Western Cape, la provincia situata nella zona sudoccidentale del Paese, si sono registrate precipitazioni regolari durante i mesi invernali e il livello delle dighe non desta preoccupazioni in vista della vendemmia 2021.

“All’inizio della stagione, ovvero a metà settembre 2020, i principali bacini erano pieni al 98%, un miglioramento significativo rispetto agli ultimi due anni”, afferma ancora Conrad.

La diga di Clanwilliam, fonte di irrigazione per la regione vitivinicola che si sviluppa lungo le rive del fiume Olifants, è attualmente al 90% rispetto al 76% nel 2019.

Se i livelli del fiume Orange risultano notevolmente inferiori rispetto allo scorso anno, il Little Karoo sta meglio in termini di approvvigionamento idrico rispetto alla fine del 2019, ma continua a subire gli effetti della siccità in atto, che rende determinanti ulteriori piogge da Sud Est per una buona produzione in quest’area.

Nella regione di Robertson, la maggior parte dei produttori riceve l’acqua dalla diga di Brandvlei, più carica rispetto al 2019. Le previsioni per la vendemmia 2021, in generale, sono favorevoli per i produttori che dipendono dall’acqua di deflusso delle montagne.

La primavera è stata per lo più caratterizzata da condizioni umide e fredde, che hanno portato a ritardi nella crescita e grandi sfide in termini di controllo delle malattie. La neve era visibile sulle vette dei Monti Matroosberg fino alla fine di settembre.

“Sebbene sembrasse omogeneo – evidenzia Conrad Schutte – sia il germogliamento che la crescita iniziale sono stati ritardati a causa di queste temperature più basse. Le condizioni umide lungo la costa si sono rivelate impegnative in termini di tempistica per il controllo delle malattie”.

Durante questo periodo si sono verificati limitati danni da gelo nelle aree di irrigazione. Le parti basse del fiume Orange saranno le più penalizzate. Nel complesso, fioritura e allegagione sono state buone e regolari, con poche eccezioni: in alcune aree, le temperature più basse hanno prolungato questa fase.

“La regione costiera è stata sferzata da venti di tempesta alla fine di ottobre, ma a causa della fase iniziale di sviluppo dei vigneti, i danni sono stati fortunatamente limitati”, afferma Conrad. La crescita della vite, in termini di lunghezza dei germogli e crescita delle foglie, ha rapidamente recuperato le migliori condizioni entro la fine di ottobre e l’inizio di novembre.

La crescita generale è risultata “moderata a vigorosa” secondo le analisi di Vinpro e Sawis, “con sviluppo abbondante dei germogli e profili del suolo ottimali”. I produttori stanno attivamente gestendo questa rapida crescita della vite con appropriate pratiche di potatura e diradamento.

“In questa fase iniziale il vigore dei vigneti, le dimensioni dei grappoli e le dimensioni dei grappoli sembrano promettenti“, spiega ancora Conrad Schutte, ma l’ultima parola non è ancora detta.

Se le condizioni ambientali rimangono favorevoli e i produttori saranno in grado di applicare le pratiche di gestione dei vigneti in modo tempestivo, si prevede che il Sudafrica raccoglierà un raccolto migliore nel 2021 rispetto al 2020, ad eccezione delle regioni di Orange River e Cape South Coast“.

“Siamo grati per una stagione favorevole fino ad ora, che promette una qualità eccezionale dell’uva e del vino”, afferma il Managing director di Vinpro, Rico Basson. “L’industria vinicola sudafricana si è impegnata a espandere la nostra offerta di vini di alta qualità a prezzi sostenibili”.

Nel contesto dell’attuale surplus di vino, dovuto al divieto di consumo di alcol e delle restrizioni sulle vendite dettate dall’emergenza Covid-19, molti produttori di uve da vino sono stati proattivi nel garantire contratti con i produttori di succo d’uva concentrato per una parte del raccolto 2021, garantendo una certa stabilità”.

“Questo è uno dei modi in cui l’industria sta lentamente ma inesorabilmente iniziando a ricostruirsi dopo questo anno estremamente impegnativo e in vista della vendemmia 2021″, avverte ancora Basson. Che aggiunge: “Ci vorrà ancora del tempo prima che il settore si riprenda. Tuttavia, è incoraggiante vedere che i volumi delle esportazioni dall’inizio dell’anno sono mantenuti allo stesso livello del 2019″.

Positivi anche i volumi delle vendite locali, che hanno iniziato a riprendersi negli ultimi due mesi dell’anno in Sudafrica. “Ovviamente una buona notizia per il nostro settore – conclude Rico Basson – che deve ancora affrontare sfide serie”.

Secondo calcoli delle associazioni del settore, il lockdown imposto per arginare Coronavirus è stato pagato a caro prezzo dall’industria del vino e dei superalcolici sudafricana. Si calcola infatti un danno di 340 milioni di euro.

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Prowein 2021 annullata, cambia qualcosa? Silenzio stampa di Vinitaly

Annullata Prowein 2021. Cambia qualcosa per Vinitaly 2021, le cui nuove date sono state di recente fissate al 20-23 giugno 2021? Una domanda a cui Veronafiere non risponde con dichiarazioni ufficiali, lasciando così aperte tutte le possibilità per la 54a edizione: “No comment”.

Un silenzio che dimostra quanto sia noto agli organizzatori il dibattito in corso all’interno della filiera del vino italiano, in merito alla scelta di chiamare tutti a raccolta a Verona, all’inizio della prossima estate.

L’annuncio delle nuove date di Vinitaly 2021 da parte di Veronafiere, infatti, ha scatenato non poche critiche da parte di cantine, operatori Horeca e professionisti del settore Wine e Spirits italiano. Gli stessi che, invece, giudicano positiva la scelta prudente di Messe Düsseldorf, resa pubblica meno di 24 ore fa, dopo giorni di rumors.

“Non abbiamo preso questa decisione alla leggera – ha spiegato Erhard Wienkamp, amministratore delegato della Messe Düsseldorf GmbH – abbiamo soppesato con molta attenzione gli argomenti a favore e contro una fiera in questi tempi di pandemia, in stretta e approfondita consultazione con i nostri partner ed espositori. Il fattore decisivo per noi è stato l’interesse degli espositori e dei visitatori“.

In questo contesto la tempistica della decisione ha giocato un ruolo decisivo: “Gli espositori – continua Wienkamp – possono ora concentrarsi sulle prossime date della ProWein e predisporre la preparazione. Con questa mossa garantiamo la sicurezza della programmazione, necessaria per il successo dell’azienda”.

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Messe Düsseldorf ci ripensa: Prowein 2021 rimandato al 2022

“All good things come in 5: ProWein now 5 instead of 3 days”, recitava fino a ieri il claim di Messe Düsseldorf, nell’annunciare il prolungamento a 5 giorni della prossima Fiera al posto dei consueti tre. Tutto da rifare, dal momento che ProWein 2021 è stato rimandato al 2022. Già decise le nuove date: Prowein 2022 si terrà dal 27 al 29 marzo 2022.

“La maggiore fiera mondiale per i vini e gli alcolici – spiega Messe Düsseldorf – non si terrà come previsto dal 19 al 23 marzo a causa delle restrizioni legate al Covid-19. Gli attuali sviluppi delle infezioni da Covid-19, la situazione dei viaggi e il quadro giuridico hanno indotto la Messe Düsseldorf, in qualità di organizzatore della ProWein, a rivalutare la situazione“.

“Soprattutto a causa della decisione del governo federale e regionale del 25 novembre 2020, secondo la quale l’organizzazione di fiere continua ad essere vietata, ulteriori sviluppi sono imprevedibili”, continuano dalla Germania.

“Non abbiamo preso questa decisione alla leggera, abbiamo soppesato con molta attenzione gli argomenti a favore e contro una fiera in questi tempi di pandemia, in stretta e approfondita consultazione con i nostri partner ed espositori. Il fattore decisivo per noi è stato l’interesse degli espositori e dei visitatori”, spiega Erhard Wienkamp, amministratore delegato della Messe Düsseldorf GmbH.

In questo contesto la tempistica della decisione ha giocato un ruolo decisivo: “Gli espositori – continua Wienkamp – possono ora concentrarsi sulle prossime date della ProWein e predisporre la preparazione. Con questa mossa garantiamo la sicurezza della programmazione, necessaria per il successo dell’azienda”.

Novità anche per ProWine China, che si è appena conclusa con grande successo. La Fiera sarà ribattezzata ProWine Shanghai l’anno prossimo e tornerà al Shanghai New International Expo Center. Anche in questo caso, già decise le date: dal 9 all’11 novembre 2021.

Anche il prossimo ProWine Asia sarà rinominato ProWine Hong Kong e ProWine Singapore. La prima si svolgerà dal 18 al 21 maggio 2021, mentre la seconda è in programma nel 2022 a causa dei vincoli causati dalla pandemia di Covid-19 (le date iniziali erano dal 2 al 5 marzo 2021).

Confermate al momento anche le date ProWine Sao Paulo, rimandato quest’anno in Brasile per le difficoltà degli organizzatori con la politica locale. Sarà il prossimo evento della famiglia ProWein in ordine cronologico, dal 5 al 7 ottobre 2021.

La prossima ProWine Asia a Singapore sarà ribattezzata ProWine Singapore e sarà nuovamente in programma nel 2022 a causa dei vincoli causati dalla pandemia di Covid-19 (le date iniziali erano dal 2 al 5 marzo 2021).

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Vinitaly 2021, nuove date di Veronafiere: 20-23 giugno per la 54a edizione

Vinitaly 2021 si terrà dal 20 al 23 giugno 2021, a Verona. A comunicare le nuove date della 54ª edizione del Salone internazionale dei vini e dei distillati è Veronafiere. La kermesse si terrà in contemporanea con Enolitech e Sol&Agrifood. OperaWine 10th year anniversary Wine Spectator sarà il 19 giugno 2021.

Dopo l’annullamento di Vinitaly 2020, Vinitaly 2021 era stato programmato dal 18 al 21 aprile dagli organizzatori, in accordo con le associazioni di filiera. Pochi minuti fa l’ulteriore rinvio di due mesi.

“La decisione – riferisce Veronafiere – è il risultato di un’attenta verifica, anche con le più autorevoli istituzioni in grado di formulare previsioni attendibili sulla curva pandemica ed è stata presa dopo uno specifico sondaggio di mercato”.

“Lo spostamento a giugno – dice Maurizio Danese, presidente di Veronafiere Spa – è in linea con la revisione del posizionamento dei calendari delle principali fiere internazionali italiane ed estere”.

“Il consiglio di amministrazione della Fiera ed i soci hanno fatto una scelta ponderata in base alle informazioni più attendibili in campo medico, considerando anche l’incoming di buyer extra europei. Stiamo inoltre lavorando con la Fondazione Arena che organizza la stagione lirica e la città di Verona per offrire ai nostri ospiti internazionali un’edizione imperdibile”.

“Vinitaly con OperaWine e le rassegne concomitanti – sottolinea Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere Spa –, si svolgeranno in un contesto temporale in cui il governo avrà avuto il tempo di predisporre le procedure di ingresso dei buyer internazionali nel nostro Paese”.

“Nello stesso tempo in Europa vi saranno altri eventi rivolti alla promozione del settore vinicolo. Si tratta di una decisione strategica e sinergica per consentire agli operatori del mercato e dell’informazione, soprattutto quelli provenienti da Asia e USA, che sono tra i principali visitatori delle nostre rassegne, di poter ottimizzare la loro partecipazione con un solo spostamento”.

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Bastian Mingers, direttore di ProWein: “5 giorni a Düsseldorf? La migliore soluzione”

Bastian Mingers, direttore di ProWein, risponde alle domande di WineMag.it in merito alla decisione di spalmare su cinque giorni – invece dei consueti due – l’edizione 2021 della ProWein Trade Fair di Düsseldorf.

Un provvedimento che comporterà “maggiori costi per gli organizzatori”, ma soprattutto un maggior esborso da parte delle cantine e dei Consorzi internazionali. Serpeggia il malcontento tra le realtà medio-piccole del vino italiano, decise a boicottare la Fiera 2021.

Bastian Mingers, come pensa reagiranno le aziende ai maggiori costi che dovranno affrontare per l’edizione 2021 di ProWein (più notti in hotel, pranzi, cene, etc)?

Ai tempi del Covid-19, non possiamo organizzare eventi business come al solito. Con l’ampliamento a cinque giorni della Fiera ProWein di Düsseldorf abbiamo sviluppato un concept solido, che tiene conto del rispetto di tutti i regolamenti legati alla sicurezza e offre all’industria tutte le condizioni strutturali necessarie.

Gli espositori possono sin d’ora iniziare a organizzare concretamente i loro piani e appuntamenti per la fiera di marzo 2021. Anche noi incorreremo in qualche costo maggiore.

Alla fine, ovviamente, la questione è tutta legata al buon funzionamento e alla realizzazione di una piattaforma sicura e di successo per il business. E questo è l’obiettivo comune di tutto il comparto internazionale del vino.

Non c’era qualche altra opportunità da proporre agli espositori, al posto del prolungamento a 5 giorni della ProWein Trade Fair 2021?

Inutile sottolinearlo: abbiamo sondato varie opzioni e versioni, molto attentamente. Abbiamo esaminato nel dettaglio, per esempio, l’opportunità di dividere i visitatori nei padiglioni, per esempio per punti d’interesse o per giorno dell’evento.

All’inizio delle discussioni, questa ci sembrava un’ottima idea, con molti benefici. Entrando sempre più nel dettaglio e studiandone la fattibilità, ovviamente, ci siamo resi conto che non era fattibile: almeno non nell’interesse dei nostri clienti.

Al di là della decisione di spalmare su più date la Fiera, quali sono le novità di ProWein 2021?

Finora ci siamo concentrati sulla definizione delle condizioni generali della prossima edizione. Ora il compito è adattare il concetto di sicurezza di Messe Düsseldorf ai requisiti molto dettagliati e concreti di ProWein. Una volta completata questa fase, saremo in grado di fornire informazioni più concrete su questioni di contenuto, come temi, trend, e programmi di degustazione.

Dal momento che la decisione di spalmare su 5 giorni ProWein è stata ormai presa, quanto visitatori sono attesi?

È difficle dirlo ora, a questo stadio dell’organizzazione dell’evento. Ovviamente ci piacerebbe poter dire che il numero di visitatori sarà il più possibile simile a quello delle passate edizioni.

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Merano Wine Festival 2020 rimandato a marzo 2021: “Sarà primavera vino italiano”

Il Merano Wine Festival 2020 è stato rimandato al 2021. Lo conferma in esclusiva a WineMag.it l’organizzatore Helmuth Köcher, raggiunto telefonicamente dalla redazione. Si tratta dell’ultima vittima illustre di Covid-19 in un annus horribilis che ha già visto saltare Vinitaly, ProWein e Mercato dei Vini e dei Vignaioli Fivi.

La 29a edizione della kermesse altoatesina, in programma a Merano dal 6 al 10 novembre, è rinviata dal 26 al 30 marzo 2021, nella cittadina dell’Alto Adige. “Un periodo simbolico – commenta Helmuth Köcher a WineMag.it – dal momento che sarà primavera: sarà un po’ la primavera del vino italiano, quando, ci auguriamo, avremo messo ormai l’emergenza Coronavirus alle spalle”.

A causare la cancellazione del Merano Wine Festival 2020 sono state le misure intraprese in Alto Adige dove, nelle ultime ore, sono state chiuse anche alcune scuole.  Sono 124 i positivi al Covid-19, secondo le ultime statistiche, su un numero di tamponi pari a 1.573.

“Il presidente della giunta provinciale di Bolzano – commenta ancora Köcher – ha emanato un decreto che stabilisce che da lunedì fino 30 novembre non potranno essere organizzati eventi pubblici che prevedano somministrazione di bevande e cibi”.

“Una misura – continua il numero uno della kermesse meranese – che chiaramente ci interessa direttamente. Puntiamo dunque su un’edizione 2020 digitale, dal momento che la piattaforma a cui lavoro da maggio, prevista in parallelo, è pronta al salto in prima linea”.

La 29° edizione del Merano Wine Festival si terrà dunque online, con le date confermate dal 6 al 10 novembre. “Sarà possibile l’interazione con i produttori, partecipare a degustazioni online e show cooking, anche grazie all’apporto di app come Telegram“.

Continua Helmuth Köcher, in esclusiva a WineMag.it: “Metteremo in evidenza le schede tecniche dei vini premiati, le specifiche delle cantine e tutte le descrizioni utili a un’esperienza a 360 gradi. L’edizione digitale non sostituisce quella che abbiamo dovuto cancellare, ma darà comunque visibilità ad ogni azienda”.

Il tutto in attesa di quella che Köcher definisce la “primavera del vino italiano“. “L’obiettivo è organizzare una 29° edizione speciale: abbiamo già ottenuto la conferma delle disponibilità di tutte le sale, dal 26 al 30 di marzo. Un periodo simbolico, che segna la rinascita: saremo infatti in primavera e la temperatura, a Merano, supererà i 20 gradi. Un momento che si preannuncia molto bello e di buon auspicio per tutto il settore del vino italiano”.

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Mercato Fivi 2020 annullato per Covid-19: confermati i rumors di maggio

“Cari Vignaioli, dopo averne discusso a lungo e aver valutato con attenzione la situazione, scriviamo per comunicarvi che l’edizione 2020 del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti che si tiene ogni anno a Piacenza è rimandata all’anno prossimo”. Così il direttivo Fivi, nell’annunciare agli associati la cancellazione del Mercato Fivi 2020, in programma dal 28 al 30 novembre prossimi. Una notizia anticipata il 5 maggio da WineMag.it.

L’ufficialità dei rumors arriva oggi, 9 ottobre 2020, a conferma dei rumors che circolavano da mesi in merito alla necessità di rimandare al 2021 la kermesse piacentina e a seguito dei ripetuti problemi tecnici al sistema informatico della Federazione, per l’iscrizione dei vignaioli all’evento.

Un provvedimento “preso di comune accordo con Piacenza Expo, alla luce dell’emergenza Covid-19 in atto e della sua evoluzione, tenendo anche conto di quale sarà il periodo in cui sarebbe dovuto svolgersi il Mercato 2020“.

“Abbiamo però pensato che, se da una parte il buon senso deve prevalere, non è giusto che questa situazione ci fermi del tutto e se allora il nostro Mercato non si può svolgere è nostro dovere continuare a collaborare tra noi, con gli appassionati e con gli esercizi amici plasmandoci in maniera differente”, scrive il direttivo Fivi.

“Se non possiamo trovarci tutti insieme cambiamo formula – continua la missiva inviata ai soci Fivi – creiamo occasioni d’incontro più piccole, più contenute, dove possiamo comunque far assaggiare i vini e spiegare chi sono i Vignaioli Indipendenti, cosa fanno, quali sono le diverse storie che stanno dietro a ogni bottiglia”.

La Federazione ha dunque pensato a quattro appuntamenti che si svolgeranno durante il corso del mese di novembre 2020. I primi tre appuntamenti saranno i Mercoledì da Vignaioli, evento ormai di tradizione che “serviranno a metterci in contatto con appassionati e sostenitori in tre diverse serate, moltiplicando le occasioni d’incontro”, prevede il direttivo Fivi.

L’ultimo incontro, che si terrà il 29 novembre, data in cui avrebbe dovuto esserci il Mercato, è invece una formula nuova: “Una domenica dal vignaiolo”. “Si tratta – spiega Fivi – di una giornata in cui i vignaioli che vorranno aderire ospiteranno uno o più Vignaioli di altre zone d’Italia e apriranno le porte della propria cantina ai visitatori”.

“Un’occasione – continua il direttivo della Federazione – per raccontare Fivi, al fine di far comprendere cos’è esattamente e cosa vuole dire essere ‘vignaiolo’ oggi. L’idea è di creare un modo un po’ differente e curioso per parlare di vino, sottolineando che oltre al concetto fondamentale della tipicità promosso dalla Fivi esiste anche quello di cultura e di etica del vino, denominatori comuni dei Vignaioli Indipendenti, una comunione di intenti in qualunque territorio essi si trovino”.

I dettagli della giornata saranno declinati in base alla discrezione dei vignaioli: “Saranno i soci – annuncia Fivi – a decidere chi invitare e quale zona d’Italia presentare. Potrà essere anche una giornata organizzata a livello di delegazione, in cui vengono invitati uno o più Vignaioli in rappresentanza di un’altra zona”.

L’ingresso sarà gratuito e aperto a tutti, nei limiti delle norme anti contagio. Si potranno comprare le bottiglie, oltre ad assaggiarle. Già decide le date: 4 novembre 2020 – Un Mercoledì da Vignaioli; 11 novembre 2020 – Un Mercoledì da Vignaioli; 18 novembre 2020 – Un Mercoledì da Vignaioli; 29 novembre 2020 – Una Domenica dal Vignaiolo.

“La voglia di non arrendersi – dichiara la presidente Fivi Matilde Poggi – e di dare un forte segnale di ripresa ci ha spinto questa estate a confermare le date di novembre 2020 del Mercato dei Vini”.

“Dopo lunghe e sentite riflessioni ha prevalso però la convinzione che in questo momento la sicurezza e il buonsenso debbano avere la priorità. Facciamo la nostra parte evitando gli assembramenti – conclude la presidente Fivi – ma non rinunciamo alla possibilità di creare occasioni alternative di incontro con sostenitori e appassionati più sicure e contenute”.

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Terre di Petrara è la Miglior cantina d’Italia 2021 WineMag.it

ROMA – Il premio Miglior Cantina d’Italia 2021 di Winemag.it va alla cantina Terre di Petrara di San Mango sul Calore, comune della provincia di Avellino, in Irpinia. Una realtà capace di affermarsi in una fase cruciale: quella del passaggio generazionale, all’iterno della famiglia Simonelli.

“Questo premio che ci ha emozionato – sottolinea Giuseppe Simonelli, architetto e responsabile oggi della cantina di famiglia – perché abbiamo immaginato la gioia che avrebbe potuto dare ai nostri nonni e a chi ci ha messo in condizione di entrare in questa realtà. L’obiettivo di mantenere il sapore dei vini come era una volta si è rivelato un cardine fondamentale per raggiungere questo traguardo durante una degustazione alla cieca delle bottiglie”.

“Si tratta di un premio che ci stimola a continuare lungo la strada intrapresa e a ricercare una qualità sempre maggiore, pur conservando la tradizione”, fa eco Claudia Simonelli, economista e grande appassionata di vendemmia, appena reduce dalle fatiche sul campo.

Il grande valore aggiunto deriva proprio da quei terreni delle nostre proprietà e dalle loro caratteristiche straordinarie. Siamo sempre più certi che oltre il marchio ci sia un prodotto che offre la testimonianza dei sapori autentici: questo riconoscimento è proprio un invito a non cambiare mai le cose importanti”.

“Nell’ambito della degustazione alla cieca – commenta Davide Bortone, direttore di WineMag.it – la redazione si è espressa con voto unanime sul premio a Terre di Petrara, Miglior cantina d’Italia 2021. L’Irpinia è una terra straordinaria”.

“Dipinta così bene nel calice, mostra quanto la strada intrapresa da una larga parte della Campania del vino sia quella corretta: qualità, riconoscibilità delle peculiarità del terroir e grande lustro ai vitigni locali. Un premio – conclude Bortone – che, ci auguriamo, serva ad accendere la luce sull’Irpinia anche dal punto di vista dell’enoturismo, vera chiave del futuro di tutto il Made in Italy enologico”.

L’EVENTO
La premiazione e il momento conviviale con gli esperti del settore si è tenuto a Roma presso il ristorante Sa Cardiga, in sardo “La Graticola”. I titolari Alessandro Biagiotti e Alberto Boi con lo Chef Andrea Catania hanno proposto per una volta un menù dalle venature, dai colori e dai sapori della Campania felix e dell’Irpinia, con caciocavallo impiccato, scialatielli alle melanzane e manzo di prima qualità, innaffiato dall’ottimo Taurasi Docg e dal Fiano di nobile provenienza.

Dal prossimo 22 ottobre, a cadenza settimanale verrà inaugurata una Wine Experience in centro a Roma, presso lo Spazio Canova 22, nell’omonima traversa di Via del Corso, nei locali di un’antica fornace per il pane. Sarà proposta una degustazione di vini e prodotti tipici che vedrà come protagonista l’Irpinia.

“Periodicamente – prosegue Giuseppe Simonelli – vorremmo in futuro dare la possibilità di fare un’esperienza diretta nella nostra terra, per visitare i vitigni, la cantina e degustare i prodotti direttamente sul luogo di produzione. In termini di promozione e digitalizzazione, tra poche settimane attiveremo il nostro e-Commerce, che permetterà una più semplice e sicura pianificazione degli ordini”.

Il sito www.terredipetrara.it invece è attivo e consultabile per tutte le informazioni che riguardano l’azienda e i vini. “La logistica verrà semplificata in modo da ottimizzare ogni trasporto e velocizzare i tempi di risposta in modo intelligente e funzionale”, anticipa Simonelli.

“Gli obiettivi futuri della nostra azienda – prosegue il giovane manager – fanno parte di un ampio programma di pianificazione che prevede eventi, esperienze, promozione, logistica e nuovi prodotti”.

Per ora è stata avviata una produzione limitata che riguarda il Taurasi magnum ed il Taurasi riserva. A breve si intenderà inaugurare la commercializzazione dell’olio di oliva, altra eccellenza Irpina.

TERRE DI PETRARA E L’IRPINIA
Terre di Petrara si trova a San Mango al Calore, nella verde Irpinia, la parte più interna dell’entroterra campano. Questa zona, caratterizzata da un paesaggio collinare e dalle distese boscose, rappresenta un luogo intriso di memoria e di antica cultura.

Qui ha inizio la storia della famiglia Simonelli, che da secoli raccoglie i frutti della propria terra. Al 1816 risalgono le prime scritture ufficiali di questo percorso, oggi fedelmente riportati sulle etichette delle bottiglie.

La produzione a carattere locale era riservata a pochi intimi fino al 2009, quando i tre fratelli Giuseppe, Alberto e Mario Simonelli decisero di proporre i vini al pubblico affinché fossero apprezzati anche al di fuori dei propri confini. A vegliare sulle coltivazioni vi è una maestosa quercia centenaria, testimone della storia della Famiglia e del suo territorio, che oggi si pone quale simbolo nel logo di Terre di Petrara.

“Noi consideriamo il vino come convivialità e come atto di generosità – sottolinea Claudia Simonelli –. Nei tempi in cui le case dei nostri nonni erano aperte a tutti, si utilizzavano questi prodotti come momenti dello stare insieme. Ci piace immaginare che le persone che aprono questo vino vogliano cogliere l’occasione per condividere con i propri cari e amici i loro momenti più intimi”.

“Terre di Petrara – continua – è una realtà nuova per noi giovani che ci inseriamo in un mondo che prima vedevamo solo da lontano. Curiosi e determinati ad imparare il mestiere, abbiamo approfondito i temi legati alla terra, alla viticoltura e alla produzione, stimolando una grande passione per queste attività”.

La nostra missione consiste nel portare l’Irpinia al di fuori dei confini attraverso le sue meraviglie: questa terra può diventare un attrattore naturale nonché un motore che attiva un circuito basato sui prodotti e sui frutti della terra. Del resto le castagne, le nocciole, le olive, i formaggi e i salumi sono tutti prodotti che in Irpinia raggiungono altissimi livelli di qualità”.

“Noi giovani – conclude Claudia Simonelli – abbiamo il ruolo di proseguire un lavoro iniziato da molti anni e cercare di espandere la cultura dell’entroterra campano. La sfida più grande è stata quella di conservare il sapore originale gustato da chi stappò quel vino la prima volta, imbottigliando l’autenticità e lo stile che da sempre contraddistinguono la tradizione familiare”.

LE ORIGINI E LA CANTINA
La tradizione vitivinicola della famiglia Simonelli risale al 1816, anno in cui compaiono alcune documentazioni che testimoniano l’utilizzo dei terreni per la coltivazione della vite.

Terre di Petrara nasce nel 2009 dalla volontà di Giuseppe Simonelli, classe 1934, con la volontà di accrescere una produzione che in precedenza era destinata esclusivamente a famiglia e amici. Da subito l’azienda si pone il nuovo obiettivo di raggiungere un pubblico più ampio, comunque conservando i sapori dei vini che gustavano i nostri avi.

Ad oggi la produzione annua è di circa 30 mila bottiglie tra Taurasi Docg, Aglianico Dop e Fiano Dop, vini che hanno consentito alla cantina di aggiudicarsi il premio Miglior Cantina d’Italia 2021 di WineMag.it. I terreni appartenenti a Terre di Petrara hanno una dimensione di 8.5 ettari; 3 ettari sono dedicati alla coltivazione del vitigno Fiano e 5.5 ettari sono invece dedicati al vitigno Aglianico.

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Guida Top 100 migliori vini italiani 2021 WineMag.it: cantina dell’anno in Campania

Guida Top 100 Migliori vini italiani WineMag.it alla terza edizione, dopo l’esordio nel 2018. Confermata la scelta ecologica dell’e-book, in vendita su Amazon Kindle. Gli introiti serviranno a finanziare l’attività della nostra testata giornalistica, fieramente una delle poche realtà indipendenti nel panorama della critica enogastronomica italiana ed europea.

Anche quest’anno, la scelta delle etichette è giustificata da pochi, semplici dettami. Al centro dell’attenzione, su tutto, la tipicità e il rispetto del varietale: bando al cosiddetto “gusto internazionale” – ormai cambiato, anche grazie a consumatori sempre più attenti all’autenticità e alla territorialità – e a scelte “commerciali” che tendono a uniformare le diverse Denominazioni del vino italiano.

Fortemente connesso al primo caposaldo c’è il nostro desiderio di sotterrare l’ascia dell’integralismo e del “razzismo enologico“: ciò che deve colpire è il vino nel calice, non la filosofia produttiva (“convenzionale”, “naturale”, etc).

L’altro focus della Top 100 Migliori vini italiani di WineMag.it è su produttori e vignaioli che puntano sulla valorizzazione delle espressioni dei singoli “cru” del proprio parco vigneti.

In un anno come il 2020, segnato dalla pandemia Covid-19, capace di condizionare pesantemente anche il mercato internazionale del vino, speriamo di aver costruito una “carta” di vini italiani alla portata di tutti, capace di mostrare la bellezza dell’Italia, in una bottiglia di vino.

Un obiettivo centrato da Terre di Petrara, che WineMag.it premia “Miglior cantina dell’anno2021. L’azienda della famiglia Simonelli si trova in Irpinia, nel profondo entroterra della Campania.

Si tratta di una realtà storica, le cui prime tracce risalgono al 1816. “Una produzione a carattere locale riservata a pochi intimi fino al 2009”, spiegano i tre fratelli Giuseppe, Alberto e Mario Simonelli, che in quell’anno hanno deciso di “proporre i vini al pubblico, affinché fossero apprezzati anche al di fuori dei propri confini”.

Simbolo della cantina Terre di Petrara, una maestosa quercia centenaria, testimone della storia della famiglia e del suo territorio. Il manifesto della cantina è chiaramente in linea con la modernità elegante di cui WineMag.it vuole farsi testimone (e promuovere) nel mondo del vino italiano.

“La sfida più grande – sottolineano di fatto i fratelli Simonelli nel presentare la filosofia aziendale – è stata quella di conservare il sapore originale gustato da chi, quel vino, lo stappò la prima volta, imbottigliando l’autenticità e lo stile che da sempre contraddistinguono la tradizione familiare”. Missione compiuta. Nel calice.

Davide Bortonedirettore responsabile WineMag.it

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Covid-19, ProWine São Paulo 2020 rimandato al 2021: “Troppe incertezze in Brasile”

ProWine São Paulo 2020, in programma in Brasile il 21 ottobre, è stata rimandata al 2021 a causa dell’emergenza Covid-19. Rico Azeredo, direttore della manifestazione che avrebbe dovuto tenersi al Transamerica Expo Center di San Paolo, punta il dito sui politici locali, accusandoli di “mancanza di garanzie sul rilascio dei permessi di organizzare eventi”.

“Nonostante il grande sforzo che abbiamo fatto per sviluppare un Protocollo di Salute e Sicurezza che permettesse di tenere la fiera ProWine São Paulo 2020 con adeguati livelli di protezione contro il Coronavirus – evidenzia Azeredo – il rinvio della si è reso necessario poiché la Città di San Paolo non sta rilasciando permessi per lo svolgimento di eventi e non sarò in grado di assicurarli sino al 12 ottobre, data che non ci consentirebbe di tenere la fiera nella data prevista”.

Considerando poi le conseguenze che una cancellazione tardiva porterebbe ai nostri visitatori ed espositori, e consapevoli che il nostro ruolo nel settore è favorire il mercato delle opportunità e della conoscenza, e non con perdite finanziarie, abbiamo deciso di rimandarlo”.

L’evento, dunque, si terrà nel 2021. “Considerato il momento positivo per il settore vinicolo del Brasile, Paese in cui i consumi hanno battuto ogni record – sottolinea Azeredo – ProWine São Paulo sottolinea l’importanza di rimandare al prossimo anno l’evento, presentando presto le novità, i trend di consumo e, soprattutto, le opportunità per le aziende che guideranno il settore verso il futuro”.

Tra le iniziative, anche il lancio dell’app ProWine São Paulo. “Funzionerà da matchmaking”, annuncia il direttore Rico Azeredo, sul modello di quanto accade già da anni alla ProWein Trade Fair di Messe Düsseldorf (a sua volta rimandata al 2021).

Grazie alla nuova app, espositori e visitatori potranno relazionarsi tra loro e incontrarsi a San Paolo. L’accesso sarà valido per tutti gli espositori fino a ProWine 2021″.

“Il momento in cui viviamo – conclude Azeredo – è di grande incertezza e instabilità. Tuttavia, crediamo che con una pianificazione e una buona visione del mercato sia possibile prendere decisioni rapide ed efficaci. È così che ci comportiamo”.

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Chianti e Morellino insieme: nasce As.Co.T, Associazione Consorzi Toscani per la qualità Agroalimentare

Due Consorzi del vino italiano da 110 milioni di bottiglie e oltre 750 milioni di euro di giro d’affari totale si uniscono per “valorizzare e promuovere le produzioni di qualità dei propri associati con la partecipazione a fiere in Italia e all’estero e con iniziative comuni per la diffusione dell’informazione e dell’educazione alimentare”. Nase così As.Co.T, la nuova Associazione Consorzi Toscani per la qualità Agroalimentare, costituita dal Consorzio Vino Chianti e dal Consorzio a Tutela Del Vino Morellino Di Scansano.

As.Co.T potrà usufruire dei bandi del Programma di sviluppo rurale della Regione Toscana, richiedere contributi a enti pubblici o privati e incassare le relative erogazioni.

“Dopo la collaborazione iniziata con Chianti Lovers e Anteprima Morellino sono maturate le condizioni per creare qualcosa di più strutturato, e ci auguriamo duraturo, fra i due consorzi”, spiega Marco Alessandro Bani, direttore del Consorzio Vino Chianti, che presiederà As.Co.T.

La nostra prima iniziativa – annuncia – sarà al Vinexpo Paris 2021, dove andremo in avanscoperta con un’area espositiva istituzionale, e poi naturalmente saremo alla nuova edizione di Chianti Lovers il 7 febbraio 2021 alla Fortezza da Basso di Firenze”.

Alessio Durazzi, direttore del Consorzio del Morellino e vicepresidente di As.Co.T, sottolinea che “Morellino e Chianti da ormai alcuni anni collaborano con grande soddisfazione e la costituzione di As.Co.T. è la naturale evoluzione di una sinergia che si sta dimostrando vincente. Nel futuro auspichiamo l’ingresso di Consorzi del settore alimentare per poter presentare, insieme, le eccellenze enogastronomiche della Toscana”.

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