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degustati da noi vini#1

Venezia Giulia Igt Bianco Arbis Blanc 2021, Borgo San Daniele


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Venezia Giulia Igt bianco 2021 Arbis Blanc, Borgo San Daniele (14,5%).

Fiore: 8
Frutto: 8.5
Spezie, erbe: 9
Freschezza: 8
Tannino: 0
Sapidità: 7.5
Percezione alcolica: 6
Armonia complessiva: 9.5
Facilità di beva: 8
A tavola: 9
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

Migliori Alta Langa 2021. «Il nostro segreto? Un disciplinare da Champions League»

Migliori Alta Langa 2021.Se l’Alta Langa fosse un treno, sarebbe un JR-Maglev MLX01. Modello che forse non dice nulla, in Italia. Ma che, in Giappone, si vede sfrecciare a 531 chilometri orari, lungo la tratta sperimentale della Yamanashi Maglev Test Line. Bollicine piemontesi ad “alta velocità”, sui mercati. Pronte ora a conquistare l’export, che ha raggiunto il 15% nel 2024 grazie all’aumento della produzione e alle prime mosse del Consorzio per far conoscere – anche fuori dai confini nazionali – le cuvée di Pinot Nero e Chardonnay. Il numero record di cantine presenti alla Prima dell’Alta Langa 2025 – 82 a La Centrale di Nuvola Lavazza, a Torino – dimostrano che la velocità è nulla senza convogli. Ben 180 le cuvée in degustazione all’anteprima di un millesimo, il 2021, che si rivela il più omogeneo di sempre. Per il livello della qualità, molto alta. Ma, ancor più, per l’uniformità tra le espressioni delle varie cantine. Pardon, maison. Gli Alta Langa 2021 da non perdere? Ecco la Top 15, in rigoroso elenco alfabetico.https://www.altalangadocg.com/wp-content/uploads/2025/03/Elenco-vini-La-Prima-dellAlta-Langa-2025-3.pdf

MIGLIORI ALTA LANGA 2021: top 15 ALLA PRIMA DELL’ALTA LANGA 2025

  • Anna Maria Abbona, Alta Langa Docg Clara Rose Extra Brut 2021
  • Cascina Fonda, Alta Langa DocgExtra Brut 2021
  • Cerrino, Alta Langa Docg Pas Dosé 2021
  • Colombo, Alta Langa Docg Blanc de Blancs Brut 2021
  • Coppo, Alta Langa Docg Luigi Coppo Pas Dosé 2021
  • Daffara & Grasso, Alta Langa Docg PN CH Brut 2021
  • Ettore Germano, Alta Langa Docg Extra Brut 2021 (Best of Show)
  • Gallo, Alta Langa Docg 1831 Brut 2021
  • Garesio, Alta Langa Docg Pas Dosé 2021
  • Marco Capra, Alta Langa Docg Seitremenda Extra Brut 2021
  • Mauro Sebaste, Alta Langa Docg Avremo Extra Brut 2021
  • Paolo Berutti, Alta Langa Docg Rosé Brut 2021 (Magnum)
  • Roberto Garbarino, Alta Langa Docg Le Radipe Extra Brut 2021
  • Sara Vezza, Alta Langa Docg Extra Brut 2021
  • Tenuta Carretta, Alta Langa Docg Airali Blanc de Blanc Extra Brut 2021

CASTELLETTA: «IL SEGRETO DELL’ALTA LANGA? IL RIGIDO DISCIPLINARE DELLA DOCG»

Ventimila i brindisi alla Prima dell’Alta Langa 2025, settima edizione della degustazione annuale organizzata dal Consorzio Alta Langa. La più grande di sempre per numero di produttori presenti, etichette di Alte Bollicine Piemontesi in assaggio (circa 200), e professionisti accreditati (circa 1700). Immancabile la presidente Mariacristina Castelletta di Tosti1820. La cantina, al pari dell’altro noto brand Gancia, ha portato in degustazione i vini del millesimo più vecchio presente alla Prima dell’Alta Langa 2025. Si tratta, rispettivamente, dell’Alta Langa Docg Riserva Giulio I Blanc de Noirs Pas Dosé 2010 e dell’Alta Langa Docg Riserva Cuvée 120 Mesi Brut 2010.migliori alta langa 2021

Presidente Mariacristina Castelletta: Alta Langa sempre più a gonfie vele?

Direi di sì. Siamo cresciuti con un’eredità molto preziosa. Siamo il primo Metodo classico che è nato in Piemonte, a metà del 1800. Ma la denominazione è ragionevolmente molto più giovane, perché è nata nel 2002. Questi 23 anni sono stati molto importanti per la denominazione. A dirlo sono i numeri. Se pensiamo che nel 2021 mettevamo insieme 600 mila bottiglie e nel 2024 abbiamo raggiunto i 2 milioni di bottiglie contrassegnate dalla Docg, capiamo la portata del fenomeno.

“Fenomeno Alta Langa”, appunto. Ogni anno nuovi produttori, nuove cuvée e nuove espressioni di una Docg che dimostra di avere una grandissima dinamicità interna.

La cosa sorprendente e che ci riempie di orgoglio è la crescita dei produttori. Nel 2018 eravamo 18 e ora, qui alla Prima dell’Alta Langa 2025, settima edizione, ci ritroviamo con 82 produttori e circa 200 etichette di Alta Langa. L’andamento della denominazione si potrebbe spiegare semplicemente con questo confronto. I nostri numeri, comunque, rimangono relativamente piccoli se li paragoniamo alla globalità del mondo degli spumanti italiani e, ancor più, internazionali, come per esempio alla Champagne.

Un mondo in cui l’Alta Langa si distingue in maniera chiara. Come state gestendo la crescita?

La nostra volontà è quella di crescere in valore a livello internazionale, restando saldi e fedeli alle caratteristiche che sono insite nel nostro DNA. Vogliamo fare un Metodo classico di altissima qualità e vogliamo che questo concetto sia scalfito nella pietra. Abbiamo intenzione di portarlo avanti crescendo insieme a un territorio che ha delle sorprendenti capacità ancora non completamente espresse. Un territorio piuttosto vasto, che include le “alte terre” delle tre province di Asti, Alessandria e Cuneo. Abbiamo la possibilità di diventare più grandi, sì. Ma vogliamo farlo da tutti i punti di vista. Soprattutto da quello del valore.

“Al di là della collina”, per usare un eufemismo utile a identificare l’Oltrepò pavese, il Consorzio sembra aver preso una piega completamente diversa rispetto al passato. Ora, per statuto, i “piccoli” contano. In Alta Langa non sembra esserci questa necessità, nonostante la presenza di colossi e grandi cantine in Consorzio come la sua Tosti1820, o Fratelli Gancia. La differenza è solo nel peso dei brand dei due territori?

L’Alta Langa, sin dagli esordi, punta a diventare riferimento assoluto del Metodo classico in Italia. In confronto ad altri territori, credo sia importante sottolineare una delle caratteristiche più peculiari: in Alta Langa non ci sono “grandi” e “piccoli” produttori, dal momento che tutti insieme produciamo circa 2 milioni di bottiglie annue. Qui da noi c’è sempre stata una grande unione, dettata dal fatto che iniziare a produrre Alta Langa è una scelta coraggiosa, alla base della quale serve convinzione e grandi investimenti. Il nostro segreto? Abbiamo scelto di dotarci di un disciplinare da Champions League e di percorrere, tutti insieme, una strada comunque per nulla banale. Le regole di produzione dell’Alta Langa Docg dicono chiaramente che vogliamo primeggiare nel panorama enologico del Metodo classico. migliori alta langa 2021

Terreni con altitudine non inferiore ai 250 metri sul livello del mare. Solo millesimati. Ma anche 30 mesi minimi di affinamento sui lieviti per l’Alta Langa, a differenza dei 18 della Franciacorta (che ammette i non millesimati) e dei 15 mesi del Trento Doc. È così che si vince la Champions League del Metodo classico, insomma?

Di certo, questo è un buon inizio ed è la nostra intenzione! I produttori di Alta Langa devono essere molto determinati nel volersi approcciare alla denominazione e nel voler proseguire il percorso intrapreso. Fare Alta Langa è una scelta, non una conseguenza dei trend di mercato. E il fatto che il numero di produttori di Alta Langa stia crescendo così tanto, dimostra che abbiamo fatto le scelte giuste sin dal principio, quando abbiamo scritto le “regole del gioco”. Senza usare altri giri di parole, vorrei davvero cogliere l’occasione di questa intervista per dire ciò che penso profondamente di questo nostro Metodo classico: ovvero che è veramente un’espressione dell’orgoglio piemontese, per le nostre origini. Il Metodo classico è nato da noi, in Piemonte, nell’Ottocento. E quindi dobbiamo per forza dare del nostro meglio. Affinché rimanga nella storia.

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Ansonica Doc Costa dell’Argentario 2021 Eroica barrique, Santa Lucia


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Ansonica Doc Costa dell’Argentario 2021 Eroica barrique, Santa Lucia
(14%).

Fiore: 8.5
Frutto: 9
Spezie, erbe: 9.5
Freschezza: 8
Tannino: 3
Sapidità: 8
Percezione alcolica: 6
Armonia complessiva: 9
Facilità di beva: 7
A tavola: 9
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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Casavecchia di Pontelatone Dop Riserva 2021 Trebulanum, Cantine Alois


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Casavecchia di Pontelatone Dop Riserva 2021 Trebulanum, Cantine Alois (13%).

Fiore: 8.5
Frutto: 8.5
Spezie, erbe: 7
Freschezza: 7.5
Tannino: 7.5
Sapidità: 6.5
Percezione alcolica: 5.5
Armonia complessiva: 8
Facilità di beva: 7
A tavola: 8.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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Sarzi Amadè prende Castello di Volpaia: profezia al sapore di Gran Selezione


Più che un sodalizio commerciale, una partnership scritta nelle stelle. A pochi giorni dall’ufficializzazione dell’accordo di distribuzione esclusiva tra Sarzi Amadè e Castello di Volpaia, emergono i dettagli di una collaborazione che sa di profezia. Era il 1966 quando Nicola Sarzi Amadè fondava a Milano l’omonima azienda di distribuzione. Nello stesso anno, Raffaello Mascheroni Stianti posava il primo mattone della rinascita di Castello di Volpaia, borgo medievale fortificato con una storia vitivinicola che affonda le radici nel 1172. Oggi, la seconda e terza generazione delle due famiglie raccoglie un’eredità preziosa, nel nome dell’eccellenza nei rispettivi settori. Degno simbolo di questo accordo è un vino, su tutti: il Chianti Classico Gran Selezione Radda Docg 2021 Coltassala (97/100). Esempio fulgido del perché, la Gran Selezione del Chianti Classico, sfidi ormai a testa altissima i mercati internazionali. Con un giro d’affari di circa 50 milioni di euro.

SARZI AMADÈ DISTRIBUTORE ESCLUSIVO DI CASTELLO DI VOLPAIA

«Seguiamo il magnifico lavoro di Federica e Nicolò fin dall’inizio – commenta Alessandro Sarzi Amadè – ovvero dal loro ingresso nell’azienda di famiglia. Castello di Volpaia è una delle cantine che, secondo noi, rappresenta al meglio l’eccellenza dell’Alto Chianti Classico, in una produzione autenticamente impegnata nella ricerca di pratiche sostenibili e all’avanguardia come espressione del proprio terroir. È questo che ricerchiamo nei produttori che selezioniamo per la nostra clientela».

La scelta di Sarzi Amadè come esclusivo distributore dei vini della cantina sul territorio nazionale non è stata casuale. E a confermalo sono Federica e Nicolò Mascheroni Stianti: «Abbiamo sempre guardato con ammirazione la capacità distributiva di Sarzi Amadè. Le nostre filosofie – spiegano – si completano perfettamente: la sua competenza e conoscenza del mercato con il nostro impegno a produrre un Chianti Classico che nasce dal rispetto della terra. La partnership si fonda sulla ricerca della qualità e sull’impegno comune verso un’evoluzione sostenibile del business. Valori che guidano anche la conservazione del borgo di Volpaia, luogo capace di ospitare un turismo culturale, profondamente consapevole».

CASTELLO DI VOLPAIA

Con 45 ettari di vigneti, situati tra i 400 e i 650 metri sul livello del mare, Castello di Volpaia rappresenta una delle massime espressioni del Chianti Classico. Il suolo di arenaria favorisce la produzione di vini eleganti e longevi, con un profilo aromatico raffinato e una struttura armonica. Il tratto distintivo della gamma è la purezza del frutto, sostenuto da una vibrante acidità e da una piacevole vena salina. Una realtà che ha visto crescere, nei decenni, il grado alcolico medio dei propri vini, oggi tutto sommato ancora contenuto – e certamente integrato nei vini, a livello tecnico – grazie all’altitudine dei vigneti, quasi al limite consentito per la produzione del Gallo Nero.

La cantina ha investito nella selezione clonale del Sangiovese e nella riscoperta di varietà autoctone come il Mammolo. Dando vita a Cru iconici come appunto Coltassala. Ma anche l’altra Gran Selezione Chianti Classico Il Puro Casanova (da Sangiovese in purezza) e il Balifico, Sangiovese-Cabernet Sauvignon prodotto dal 1985 e subito incasellato sui magici binari dei Supertuscan. L’impegno di Castello di Volpaia nella sostenibilità si traduce in una transizione biologica certificata dal 2000, seguita dall’abolizione totale delle sostanze chimiche di sintesi, da pionieri della zona.


Castello di Volpaia

Loc. Volpaia
53017 Radda in Chianti (SI)
Tel. +39 0577 738066
Email: info@volpaia.com

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Migliori Barolo 2021 a Grandi Langhe 2025


Migliori
Barolo 2021 a Grandi Langhe. Non stupiamoci di trovare prossimamente, sul dizionario dei sinonimi, questa definizione alla voce “eleganza” (“perfezione” era già intasata). Quello che emerge dagli assaggi di Barolo 2021 a Grandi Langhe 2025 è infatti la raffigurazione un’ottima annata, in quest’angolo di Piemonte. Vini già aperti, in molti casi “pronti”. Già assolutamente godibili. Al contempo, di assoluta prospettiva. Baroli che mostrano grande equilibrio tra frutto (primari), acidità (freschezza), tannino e alcol. Del resto, l’annata 2021 del Barolo viene descritta dai produttori come una delle più promettenti degli ultimi anni, grazie a condizioni climatiche particolari che hanno influenzato (positivamente) la qualità delle uve Nebbiolo.

VENDEMMIA BAROLO 2021: L’ANDAMENTO CLIMATICO

L’inverno 2020-2021 è stato contraddistinto da abbondanti nevicate, in grado di garantire una riserva idrica ottimale alla vite. Tuttavia, ad aprile, si sono verificate gelate tardive che hanno interessato alcune aree, causando danni limitati ai germogli, nelle zone a quote più basse. Successivamente, la primavera e l’estate hanno registrato precipitazioni inferiori alla media, con un’estate particolarmente secca ma senza picchi di calore eccessivi.

Le temperature notturne fresche, soprattutto dalla seconda metà di settembre, hanno favorito una raccolta di uve Nebbiolo da Barolo 2021 molto sane, con una maturazione fenolica ottimale e un’elevata concentrazione di polifenoli. Tutti elementi fondamentali per la struttura e la longevità dei vini destinati a lungo invecchiamento. La combinazione di acini più piccoli e bucce spesse ha portato inoltre a una maggiore concentrazione, bilanciata da un’acidità sostenuta, grazie alle escursioni termiche di fine stagione.

MIGLIORI BAROLO 2021 A GRANDI LANGHE: PUNTEGGI IN CENTESIMI

ABRIGO FRATELLI RAVERA 2021 Molto profumato, floreale. Frutto succoso, ciliegia, piccoli frutti più rossi che neri. Al palato si lascia apprezzare per una buona apertura sul frutto, che si conferma per lo più rosso e succoso. Tannini maturi, già piuttosto integrati. Chiusura leggermente sapida, piacevolissima. 91/100
AGRICOLA MARRONE CASTELLERO 2021 Primo naso sul bel gioco tra vena balsamica e frutto. Sorso polposo, materico, tannini fini. Bello da bere. 89/100
ALESSANDRIA FRATELLI MONVIGLIERO 2021 Meno aperto rispetto ad altri campioni, elegantemente austero. Scuro il frutto, più che rosso. Così la speziatura, raffinatissima. Sorso materico, polposo. Leggera vena sapida in chiusura, che rende ancora più piacevole la beva. Vino a cui dare tempo, espressione elegante e, al contempo, di una certa potenza del cru di Verduno. 95/100
ALESSANDRIA FRATELLI GRAMOLERE 2021 Colore leggermente più carico dei precedenti. Il naso conferma una certa concentrazione di aromi. Ampio spettro balsamico e speziato. In bocca però è ancora piuttosto contratto sul tannino, pur avendo tutto per diventare grande. Ha solo bisogno di tempo. 92/100
ALESSANDRIA GIANFRANCO SAN GIOVANNI 2021 Legno piuttosto presente e marcante, sul frutto. Barolo da grandi portate, di struttura e corpo, caldo e avvolgente. Di un’opulenza ben tenuta a bada da tannini eleganti. Bella prova. 91/100
ALESSANDRIA GIANFRANCO 2021 Frutto e balsamicità, elegante speziatura. In bocca si rivela teso e longilineo, slanciato sul frutto e sulla freschezza. Migliorerà ancora nel tempo. 89/100
AMALIA CASCINA IN LANGA BUSSIA ‘VIGNA FANTINI’ 2021 Profumatissimo di fiori e frutto rosso, apertissimo, generoso. Si conferma tale al palato, su una bella vena sapida che accompagna il sorso, dall’ingresso alla chiusura. Elegante, in cravatta. 92/100
AMALIA CASCINA IN LANGA LE COSTE DI MONFORTE 2021 Un Barolo che parla di freschezza e sapidità, di frutta croccante e slancio sapido. Tannini che si integreranno. 90/100
ARNALDORIVERA ROCCHE DI CASTIGLIONE 2021 Frutta matura e poutpourri per la componente floreale. Sanguigno e materico. Molto ricco anche al palato, che riserva note di frutta surmatura e una speziatura dolce molto piacevole. Tannini ruggenti, che chiamano a gran voce l’attesa. 92/100
ARNALDORIVERA VIGNARIONDA 2021 Ben aperto sul frutto, goloso. Nota balsamica che richiama la liquirizia. Frutta rossa appena matura, croccante. Tannini integrati, che non coprono una chiusura cremosa, su richiami di torrefazione. Parola d’ordine “eleganza”. In questo caso, già esplicita. 94/100
GAGLIASSO MARIO AZIENDA AGRICOLA TRE UTIN 2021 Frutto, spezia e balsamicità. Più generoso in bocca che al naso, specie sulla componente fruttata. Già bello da bere – con tannini che andranno a integrarsi ulteriormente – pur l’evidente potenza. 92/100
AZ. AGR.VIRNA BORGOGNO CANNUBI 2021 Pieno sul frutto, perfettamente maturo, rosso, d’una ciliegia succosa. Tannini integrati. Bella balsamicità e “potente eleganza”, che non sottrare al sorso una beva già piuttosto agile. 90/100
AZ. AGR.VIRNA BORGOGNO SARMASSA 2021 Già aperto, generoso, sul frutto. Bel tocco balsamico. In bocca potente, elegante. Il frutto è goloso, la sapidità ci danza attorno. Tannini fini, di prospettiva. 93/100
AZ. AGR. ROCCA GIOVANNI DEL COMUNE DI MONFORTE D’ALBA 2021 Altro campione piuttosto aperto sul frutto, al naso. In bocca si perde un po’ di precisione, su note che tendono alla frutta secca (nocciola). 85/100
BOASSO FRANCO AZIENDA AGRICOLA LAZZARITO 2021 Primo naso scuro, leggermente contratto. Si apre piano, generoso, su un frutto di perfetta maturità. Bella vena salina ad accompagnare dal centro alla chiusura del sorso, lunga e polposa. Un Barolo golosissimo. 91/100
BOASSO FRANCO AZIENDA AGRICOLA GABUTTI 2021 Naso-bocca piuttosto timidi. Palato che non lascia il segno, se non per freschezza e beva, su tinte d’arancia rossa. Se di interpretazione si tratta, è tutto sommato ben riuscita. 87/100
BOROLI BRUNELLA 2021 Naso aperto, pieno, sul frutto goloso, maturo. Una precisione non riscontrabile al palato. 85/100
BOROLI DEL COMUNE DI CASTIGLIONE FALLETTO 2021 Qui è il naso a non convincere in termini di precisione e pulizia. Frutta matura al palato. Vino a cui dare tempo, nella speranza di un migliore assestamento. 86/100
BOSCO AGOSTINO LA SERRA 2021 Bella balsamicità sul frutto maturo, pieno. Naso aperto, così come slanciato risulta il frutto, polposo, anche grazie a una leggera vena minerale-salina che accompagna il sorso fino alla chiusura. Tannini potenti, da integrarsi. Buon equilibrio complessivo. 89/100
BOSCO PIERANGELO BOIOLO 2021 Piccoli frutti rossi e scuri, maturi, su sottofondo intenso di spezia, al limite del balsamico. In bocca risulta piuttosto slanciato sul frutto e sulla freschezza. Bella sapidità, ancora una volta, a chiudere insieme al frutto. 88/100
BOVIO ARBORINA 2021 Bel frutto e balsamicità. Vena floreale che aggiunge stratificazione e marca in eleganza. Sorso già disteso, goloso, carnoso. Chiusura su ritorni balsamici. 90/100
BREZZA DAL 1885 CANNUBI 2021 Naso dominato da un floreale generoso, in compagnia del frutto. Sorso ancora contratto, ma con tutto per esprimersi bene nel tempo. 89/100
BRICCO CARLINA CASTELLO 2021 Naso e bocca che non convincono del tutto, in termini di precisione e pulizia. 85/100
BRICCO CARLINA RAVIOLE 2021 Stilistica ben più chiara, sulla freschezza e sulla beva. Tannino ancora una volta un po’ ruvido, con possibilità di integrazione positiva. 87/100
BRICCO MAIOLICA DEL COMUNE DI DIANO CONTADIN 2021 Naso generoso, gentile, pur nella sua pienezza. Bella speziatura elegante, a corredo. In bocca è un Barolo che va dritto al punto, con estrema autenticità. Note ferrose, sanguigne, accompagnano i piccoli frutti rossi. Chiusura sapida, che chiama il sorso successivo. 92/100
BROCCARDO PAIAGALLO 2021 Naso generoso, largo sul frutto, maturo. Fresca speziatura a corredo. Sorso che ha tutto: tensione fresco-acida, sapidità, polpa. Tannini in integrazione. 89/100
BRUNA GRIMALDI CAMILLA 2021 Un po’ contratto al naso, rivela un palato slanciatissimo, fresco, teso come una corda di violino. La prova che il Barolo può essere anche questo: un vino da bere quasi d’un fiato, senza perdere il gran ventaglio di abbinamenti cui è consono e l’attesa longevità. 89/100
BRUNA GRIMALDI BADARINA 2021 Tanto fiore e frutto in questo Barolo, piuttosto preciso ed elegante. 87/100
CA’ DI PRESS PERNO 2021 Aperto, gentile, largo. Semplice. Forse anche troppo. 87/100
CA’ VIOLA SOTTOCASTELLO DI NOVELLO 2021 Bel naso, aperto. Frutto e balsamicità. Altro campione sulla beva, senza rinunciare alla struttura. Tannini che si integreranno meglio, ma convince per la precisione del frutto e per la bella componente salina. 90/100
CA’ VIOLA CAVIOT 2021 Naso che si apre piano sul frutto e sul floreale di rosa e viola. In bocca ha tutto per regalare un sorso ancora più equilibrato, nel tempo. Al momento già molto godibile. 89/100
CARLO REVELLO & FIGLI 2021 Naso aperto sul fiore e sul frutto. Palato in ottima corrispondenza, su ricordi di ciliegia croccante, succosa. Tannino fine, già integrato, ma che troverà ulteriore equilibrio. Un Barolo già godibile, con ottime prospettive. 92/100
CARLO REVELLO & FIGLI GIACHINI 2021 Frutto, spezia, profondità balsamica. Corrispondenza ottima al palato: sorso fresco, di buona tensione acida e di leggera cremosità. Già estremamente godibile, con grandi prospettive. 93/100
CASA E. DI MIRAFIORE LAZZARITO 2021 Aperto sul frutto, gentile, floreale, frutto croccante. Palato corrispondente, senza troppi fronzoli su beva, freschezza ed eleganza. 88/100
CASA E. DI MIRAFIORE PAIAGALLO 2021 Più materico e terroso rispetto a Lazzarito: sanguigno, ferroso. Al palato tannini fitti, un tocco di balsamicità. Possibile attendersi un filo di più dalla persistenza aromatica. 89/100
CASCINA GALARIN DEL COMUNE DI MONFORTE D’ALBA 2021 Naso delizioso, sul frutto e su una elegantissima speziatura. Palato altrettanto elegante. Frutto, sapidità, lunghezza, freschezza. 92/100
CASCINA SÒT BRICCO SAN PIETRO 2021 Naso sul frutto, con buona precisione. Palato corrispondente, slanciato sulla ciliegia. Tannini fitti, in fase di integrazione. Bella prova in divenire. 90/100
CASCINA SÒT DEL COMUNE DI MONFORTE D’ ALBA 2021 Naso un po’ contratto, timido. Ben più espressivo il palato, sul frutto, goloso. Chiusura sapida. Barolo già molto godibile, con assoluta prospettiva. 91/100
CAVALIER BARTOLOMEO ALTENASSO 2021 Frutto pieno, goloso. Spezia calda. Barolo potente e al contempo elegante. Bella prova. 91/100
CHIONETTI BUSSIA VIGNA PIANPOLVERE 2021 Parola d’ordine “frutto”. Croccantezza e freschezza contraddistinguono questo Barolo di Chionetti. Un’interpretazione nel segno della stilistica della cantina. Molto interessante subito e, ancor più, in prospettiva. 91/100
CORDERO DI MONTEZEMOLO MONFALLETTO 2021 Frutta matura, scura più che rossa, al primo naso. Tannini e freschezza che tengono testa a una certa opulenza, al palato. Il risultato è, in poche parole, l’equilibrio. Giovane, di prospettiva, pur già godibilissimo. 90/100
CORINO GIOVANNI GIACHINI 2021 Naso aperto, più sul calore della spezia che sul frutto, croccante e maturo. Bella vena balsamica. Al palato è tra i migliori assaggi per pulizia del sorso, soprattutto nella componente del frutto. Vena sapida a chiudere, splendida. 94/100
CORINO GIOVANNI BRICCO MANESCOTTO 2021 Naso-bocca meno aperti di alcuni precedenti campioni, ma qui si sale di livello in termini di stratificazione e complessità. Frutto più maturo del precedente, più polpa. 93/100
CRISSANTE ALESSANDRIA DEL COMUNE DI LA MORRA 2021 Bel frutto al primo naso, ciliegia, nota speziata elegante. Tocco balsamico caldo, bella beva. Sapido in chiusura, teso, fresco, gran beva. Prospettiva. 90/100
DE SIMONE CARPEGNA 2021 Frutto generoso al naso, maturo, rosso. Ottima corrispondenza gusto-olfattiva, a delineare un palato di gran freschezza e agilità di beva, con chiusura sulla spezia. 89/100
DIEGO CONTERNO DEL COMUNE DI MONFORTE 2021 Tanta frutta croccante al naso, più polposa e piena, matura al palato. Una “caramellina”. Barolo di gran beva, pronto e con grandi prospettive. 91/100
DIEGO E DAMIANO BARALE 2021 Generoso al naso, dal frutto maturo alla spezia. Palato corrispondente, che abbina beva e frutto maturo, in un quadro generale molto equilibrato. Buono da subito. 89/100
DIEGO MORRA MONVIGLIERO 2021 Frutto e spezia ben bilanciate, al naso. Buona corrispondenza al palato, con vena sapida che accompagna sino alla chiusura. Barolo sulla beva e sull’immediata finezza, che non lascia attendere anni prima di trovare l’equilibrio. 90/100
DOMENICO CLERICO GINESTRA – CIABOT MENTIN 2021 Gran bella balsamicità sul frutto, di ottima maturità. Al palato, al momento, tannino e frutto farinoso. 86/100
DOMENICO CLERICO DEL COMUNE DI MONFORTE D’ALBA 2021 Contratto ma di prospettiva assoluta. Ha tutto per farsi apprezzare. Anche il tempo. Vino da aspettare. 90/100
ENZO BOGLIETTI CASE NERE 2021 Generoso sul frutto e sul fiore, tutt’altro che timido. Così risulta al palato. Polpa, croccantezza, allungo sapido e chiusura piena, sul frutto, con una leggera deriva della percezione alcolica che potrebbe integrarsi col tempo, col resto del corredo. 88/100
ETTORE GERMANO CERRETTA 2021 Fiore, frutto croccante, polpa, leggera vena balsamica. Vino estremamente goloso al palato, per il frutto che si conferma croccante e per la vena salina che accompagna il sorso, dall’ingresso alla chiusura. Bella prova: pronto e di prospettiva. 91/100
FENOCCHIO GIACOMO CASTELLERO 2021 Gran balsamicità sul frutto, golosa, su ricordi di liquirizia dolce. Vino che sembra avere peso, struttura ed “estratto” sin dal naso. Si conferma tale al palato, pur ben slanciato e di gran beva. Pregevole chiusura fresca, balsamica, su ricordi di mentuccia. 93/100
FENOCCHIO GIACOMO BUSSIA 2021 Spezia e frutto, elegantissimi al naso. In bocca più contratto, fresco, teso, tannino fine, allungo su note di arancia rossa, ferrose. Vino all’inizio di un lungo percorso. 93/100
CASA E. DI MIRAFIORE DEL COMUNE DI SERRALUNGA D’ALBA – RENAISSANCE 2021 CAMPIONE MANCANTE
FRATELLI SERIO & BATTISTA BORGOGNO CANNUBI 2021 Spezia, balsamicità e frutto. In bocca buona corrispondenza, a disegnare i contorni di un vino improntato sulla freschezza e sulla beva. Bene. 90/100
GHËDDO 2021 Colore leggermente più carico della media. Nota di zafferano al naso, sul frutto. In bocca beva e concretezza, su tannini che meglio si definiranno, pur risultando già piuttosto integrati. 91/100
GIAN LUCA COLOMBO NICBARR 2021 Chiudi gli occhi e, per eleganza estrema dei piccoli frutti rossi, ti ritrovi in Borgogna. Che non significa mancanza di tipicità o paragon sperticato, ma metro di giudizio “nazional-popolare” utile a comprendere la portata dell’etichetta in questione. Una precisione che si riverbera dal naso al palato, concreto, carnoso e diretto, su tannini già elegantissimi. Di interpretazione del Nebbiolo, trattasi: una di quelle davvero grandi. 94/100
GIOVANNI ROSSO CERRETTA 2021 Frutto rosso e cipria, carattere e profondità da vendere. Splendido aspettarlo, per chi ci riuscirà. 94/100
GIOVANNI ROSSO SERRA 2021 Frutto pieno, naso-bocca, goloso, giustamente maturo al naso. Frutto e sapidità al palato, su tannini fitti e levigati, prima di una chiusura che prova ad essere cremosa, oltre a raccontare del tempo necessario per trovare il perfetto equilibrio del calice. 93/100
GRIMALDI GIACOMO SOTTO CASTELLO DI NOVELLO 2021 Colore più carico della media. Palato in concordanza, su un legno che deve ancora integrarsi. In prospettiva, “Barolo gourmet”. 91/100
GRIMALDI LUIGINO SORANO 2021 Venatura minerale, quasi vulcanica, sul frutto pieno. Al palato si conferma golosissimo sul frutto. Allungo su note dolci, piacevolissime. Molto bene ora, ma anche in prospettiva. Goloso. 91/100
JOSETTA SAFFIRIO CASTELLETTO – PERSIERA 2021 Polpa, slancio sapido-minerale: un Barolo che ti prende alla gola e si fa Bere. Sì, con la “b” maiuscola. 92/100
JOSETTA SAFFIRIO RAVERA 2021 Una maggiore percezione del legno al primo naso, rispetto al precedente calice. Frutto maturo, leggera fenolica a controbilanciarne l’opulenza. Tannino fitto al sorso, a riequilibrare una chiusura opulenta. 91/100
LA SPINETTA CAMPÉ 2021 Naso avvolgente. Note golose di frutta a polpa nera, come la mora, più che rossa. Al palato tannini fitti e “giovani”, a supportare correttamente l’opulenza del frutto. Già godibile e gastronomico, non potrà che affinare benissimo. 93/100
LE STRETTE BERGERA-PEZZOLE 2021 Croccantezza e profondità, succo e balsamicità. Le Strette, con l’annata 2021, ha trovato una quadra perfetta sul Barolo del Cru Bergera-Pezzole, nel Comune di Novello. Vino dai tannini e dal sorso potente, già piuttosto godibile, che darà tuttavia il meglio di sé nel lungo affinamento: una garanzia. 93/100
LIVIA FONTANA VILLERO 2021 Tanto fiore e frutto, al primo naso. Vino aperto, deciso. Al palato beva e il giusto apporto di legno, da integrarsi meglio col tempo. 90/100
MAURO MARENGO ANGELA 2021 Balsamicità e frutto croccante al primo naso. Corrispondente al palato, forse un po’ troppo esile sul frutto, quasi timido. Ci guadagna la beva, più che la stratificazione. 88/100
MAURO MOLINO CONCA 2021 In linea col precedente in termini di beva, ma prova meglio riuscita sul fronte della profondità. 89/100
MAURO MOLINO GALLINOTTO® 2021 Campione al momento duro sul tannino ed esuberante sull’alcol. 85/100
MAURO SEBASTE CERRETTA 2021 Bella componente fruttata, al naso. Ciliegia succosa, croccante, che si ripresenta anche al palato, su sottofondo sapido, goloso. Tannini ben levigati, di prospettiva ma già ben integrati. “Funziona” già bene al sorso, fresco e di prospettiva. 91/100
MAURO VEGLIO ARBORINA 2021 Bel frutto pieno al naso. Gran pienezza anche al sorso, con la balsamicità a corredo, dal centro bocca alla chiusura. 91/100
MAURO VEGLIO CASTELLETTO 2021 Frutto al naso un po’ cotto, surmaturo. Bel tannino a reggere una certa opulenza del frutto. Precisa trama tannica e freschezza accompagnano verso un finale equilibrato, di assoluta prospettiva. 90/100
MONCHIERO FRATELLI ROCCHE DI CASTIGLIONE 2021 Si torna su un frutto più maturo, golosissimo. Sorso goloso, teso. Bella prova, tra prontezza e prospettiva. 92/100
NADIA CURTO ARBORINA 2021 Primo naso su frutto e fiore tipico del Nebbiolo. Al palato, un po’ di pulizia in più, avrebbe dato maggiore slancio e dinamicità. 87/100
NADIA CURTO LA FOIA 2021 Alla vista di un bel rubino. Naso più concentrato del precedente, frutta più matura. Convince anche al palato, dal tannino vivo al lavoro sulla polpa. Già godibile, se servito sulla portata corretta. Da aspettare, per trovare maggiore equilibrio e l’attesa piacevolezza. 91/100
OLIVERO MARIO BRICCO AMBROGIO 2021 Nettare a cui dare tempo, per assorbire al meglio il legno. 89/100
PALLADINO PARAFADA 2021 Struttura, corpo, allungo sapido sul frutto: lo stesso su cui aveva aperto, in maniera generosa. Barolo tecnicamente ineccepibile. 94/100
PALLADINO DEL COMUNE DI SERRALUNGA D’ALBA 2021 Balsamico sul frutto, pieno. Un naso aperto, goloso, che incuriosisce anche per la nota quasi iodica, marina. Splendido al palato, croccante sul frutto e dal tannino di prospettiva. Uno straordinario Barolo “di Comune”. 94/100
PAOLO MANZONE DEL COMUNE DI SERRALUNGA D’ALBA 2021 Frutto pieno, golosissimo. Tannini elegantissimi, a sostenere questa opulenza. Grandissima prova, in pienezza ed eleganza. 94/100
PAOLO MANZONE MERIAME 2021 Frutto pieno, come il precedente, ma qui alzano l’asticella spezia e balsamicità. Sapido, lungo, teso, fresco, goloso. Uno spettacolo. 95/100
PICO MACCARIO CANNUBI 2021 Leggera nota di miele sul frutto, maturo. Bella balsamicità al palato, tra la mentuccia e la liquirizia, che giocano sul frutto croccante e sul sale “da scoglio”. Vino da aspettare, di gran prospettiva. 92/100
PIO CESARE ORNATO 2021 Teso, contratto, ma elegantissimo. Ha solo bisogno di tempo, tanto, per esprimersi sui propri livelli. 92/100
PIO CESARE PIO 2021 Pieno, goloso, pronto e di prospettiva. Gran persistenza, già capace di chiamare il sorso successivo per equilibrio e raffinatezza. 91/100
PODERI COLLA BUSSIA 2021 Beva e concretezza, tannini di prospettiva, frutto piuttosto pieno in termini di maturità. 93/100
PODERI MARCARINI LA SERRA 2021 Naso su balsamicità spinta, mentuccia. Bella sapidità a slanciare il sorso, prima di godersi un allungo goloso. 91/100
RAINERI GIANMATTEO CASTELLETTO 2021 Succoso, pieno, ricco, evidenzia un netto floreale di viola. Palato straordinariamente gustoso, largo e fresco, presumibilmente con ottimale utilizzo di legni piccoli almeno parzialmente nuovi. Ottima la struttura, raffinato il tannino. Una bella sorpresa. 93/100
RAINERI GIANMATTEO 2021 Meno profondo e stratificato di Castelletto, ma comunque una buona prova. 87/100
RAMELLO GIANNI E MATTEO MONVIGLIERO 2021 SV
RENZO SEGHESIO DEL COMUNE DI LA MORRA – CA’ D’ NALIN 2021 Gran beva, tannini al loro posto sul frutto goloso. Pronto e di prospettiva. 90/100
RENZO SEGHESIO GINESTRA – VIGNA PAJANA 2021 Gran beva, freschezza. Tra i più pronti del tasting di Barolo 2021. 89/100
RÉVA 2021 Altro nettare che al naso parla di piccoli frutti rossi di bosco. Palato in perfetta corrispondenza, succosissimo. Tannini fini per questo Barolo carnoso, già godibilissimo e di ottima prospettiva. 92/100
RÉVA CANNUBI 2021 Barolo elegante, raffinato, che apre al naso su un floreale netto di rosa e viola. Polposo il palato, su note succose di ciliegia e richiami di liquirizia. Vino strutturato, ma al contempo molto elegante, già godibile e di sicura prospettiva. 93/100
REVELLO FRATELLI CONCA 2021 Spezia e frutto croccante, al naso. Palato piuttosto scorrevole, su una bella espressione di frutto rosso, maturo. Già piuttosto godibile. 88/100
REVELLO FRATELLI 2021 Frutto goloso, polpa, tannino al suo posto. Un ottimo lavoro sull’annata. 91/100
RINALDI FRANCESCO & FIGLI CANNUBI 2021 Teso sulla freschezza, ma anche tannico e rustico il giusto, sul frutto di piena maturità. Bella speziatura a rendere ancora più profondo il sorso. 90/100
SCHIAVENZA DEL COMUNE DI SERRALUNGA D’ALBA 2021 Balsamico, frutto croccante, tensione. Sulla beva, tra i migliori in questo campo. 89/100
SCHIAVENZA PRAPO’ 2021 Naso cupo, scuro, sulle spezie e piccoli frutti rossi e neri. Palato in perfetta corrispondenza, scuro e un po’ contratto, sui piccoli frutti sotto spirito. Giovane e di prospettiva. 90/100
SIMONE SCALETTA VITICOLTORE CHIRLET 2021 Naso ben stratificato, dal frutto al legno. Palato corrispondente, a cui dare tempo. Vino di struttura importante, più orizzontale che verticale. 91/100
SIMONE SCALETTA VITICOLTORE BUSSIA 2021 Naso aperto, generoso, sul frutto, sul fiore. Bella componente speziata a corredo. Corrispondente in bocca, già godibile, pur dal tannino che deve ancora integrarsi. Al pari la componente del legno (nuovo, almeno parzialmente?). Dare tempo. 90/100
SOBRERO FRANCESCO PARUSSI 2021 Tutto frutto rosso al naso, con una componente speziata dolce che rende il quadro ancora più elegante e goloso. Corrispondenza perfetta al palato, con chiusura speziata calda, dolce. 90/100
SORDO GIOVANNI ROCCHE DI CASTIGLIONE 2021 Primo naso piuttosto ridotto, ma si apre con ossigenazione. Componente fruttata in cui si mescolano rosso e scuro. Balsamicità. In bocca ferroso, sanguigno, materico. 88/100
TENUTA L’ILLUMINATA SANT’ANNA 2021 Naso aperto sul frutto rosso, preciso. Tocco di liquirizia e balsamicità, in sottofondo. In bocca tannini dolci, per un vino che si rivela già godibile e disteso, pur con evidenti margini di evoluzione positiva. 89/100
VIBERTI GIOVANNI BUON PADRE 2021 Colore leggermente più carico della media. Mela rossa matura, ciliegia, piccoli frutti rossi e scuri , molto precisi. Tannino fine, che si accompagna a una sottile sapidità dal centro bocca alla chiusura. Vino sulla finezza e sull’eleganza, con ampia prospettiva. 91/100
VIETTI 2021 Colore più carico della media. Al naso fine, sul frutto perfettamente maturo, su leggero sottofondo balsamico. Palato perfettamente corrispondente, goloso, fine, con il tannino che riequilibra la componente fruttata e glicerica. 90/100
VILLADORIA DEL COMUNE DI SERRALUNGA D’ALBA 2021 Anche qui il colore leggermente più carico della media. Vena speziata calda sul frutto. Palato troppo condizionato dalle note verdi, che coprono il frutto. 85/100

IL PROFILO DEL BAROLO 2021, TRA COMUNI E MGA

Un ampio banco di assaggio, quello di Grandi Langhe 2025, appena conclusosi a Torino (27-28 gennaio), che non solo consente di redigere una rassegna dei migliori Barolo 2021. Ma spinge anche a tratteggiare le diverse espressioni dei Comuni e delle Mga del Barolo nell’annata 2021, così riassumibili.

  • Verduno (Monvigliero): Eleganza e finezza, con frutto scuro e spezie raffinate.
  • La Morra (Arborina, Brunate, La Serra). Profili più freschi e slanciati, con frutto croccante e balsamicità.
  • Barolo (Cannubi, Sarmassa, Castellero, Paiagallo). Equilibrio tra potenza ed eleganza, con frutto maturo e tannini ben calibrati.
  • Castiglione Falletto (Rocche, Villero). Struttura importante, frutto pieno e spezia elegante.
  • Monforte d’Alba (Bussia, Ginestra, Gramolere, Perno). Strutturati, tannici, con grande profondità e bisogno di tempo.
  • Serralunga d’Alba (Vignarionda, Lazzarito, Gabutti, Ornato, Serra, Parafada). Potenza, tannini robusti, grande longevità, spesso con vena sapida e ferrosa.

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degustati da noi vini#02

Vino Bianco Derthona 2021 “il Barone”, Pomodolce

Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Vino Bianco Derthona 2021 “il Barone”, Pomodolce (13,5%).

Fiore: 9
Frutto: 8.5
Spezie, erbe: 8.5
Freschezza: 8.5
Tannino: 0
Sapidità: 7.5
Percezione alcolica: 5.5
Armonia complessiva: 9.5
Facilità di beva: 8.5
A tavola: 9
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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Guida Vinialsuper Vini al supermercato

Appassimento Rosso Salento Igp 2021, Notte Rossa


(5 / 5) L’Appassimento Rosso Salento Igp 2021 Notte Rossa è una delle ultime novità della gamma della cantina pugliese Terre di Sava. Un vino morbido, che conquista con i suoi profumi intensi, il suo sapore pieno e la lunga persistenza. Un nettare ottenuto da una selezione di uve a bacca rossa tipiche del territorio salentino, raccolte quando gli acini risultano lievemente appassiti. Un modo per “concentrare” in maniera del tutto naturale le fragranze, arricchendo il profilo aromatico.

Grazie a questo procedimento, le uve che arrivano in cantina con 10-15 giorni di ulteriore attesa rispetto all’epoca di maturazione ottimale – sul finire del mese di settembre – sono dotate di una struttura maggiore, in grado di reggere un breve affinamento in barrique di legno francese e americano. Il risultato è quello di aumentare, nel calice, l’armonia e la piacevolezza. Un appassimento cercato, voluto e sperimentato dalla cantina salentina per regalare ai clienti delle maggiori insegne di supermercati – dove questo vino è reperibile – un’etichetta che trasporta ovunque il sole della Puglia.

APPASSIMENTO ROSSO SALENTO NOTTE ROSSA: LA DEGUSTAZIONE

Alla vista, Appassimento Rosso Salento Igp 2021 Notte Rossa si presenta di un colore granato intenso. Al naso ricordi di ciliegia e frutta più rossa che scura (prugna), tendente alla confettura. Note terziarie – ovvero quel ventaglio di aromi dati dall’affinamento in legno – molto ben integrate, che aggiungono complessità al bouquet. Evidenti i ricordi di spezie come cannella e vaniglia. Al palato siamo in presenza di un vino di una certa densità, eppure di gran beva. Tannino integratissimo e sorso morbido, setoso, addirittura dissetante, ben oltre le attese. Un vino che non stanca mai e che fa proprio della piacevolezza e della beva un punto forte. A proposito di abbinamenti, l’Appassimento Rosso Salento Igp 2021 Notte Rossa accompagna bene primi piatti ricchi, carni rosse e formaggi di media stagionatura.

APPASSIMENTO NOTTE ROSSA: UNA TRADIZIONE ANTICA

L’appassimento delle uve rosse nel Salento, proprio come nel caso Notte Rossa, è una pratica tradizionale che mira a concentrare zuccheri, aromi e polifenoli, esaltando le qualità naturali dei vini della zona. Questa tecnica sfrutta il clima caldo e ventilato della regione e può avvenire direttamente in vigna, attraverso una vendemmia tardiva, o con il taglio del peduncolo (ovvero della parte più alta del “gambo” del grappolo), che blocca il flusso della linfa, favorendo un appassimento naturale. In alternativa, le uve vengono essiccate su graticci o in cassette ben aerate. Le varietà autoctone più utilizzate includono il Negroamaro, il Primitivo e la Malvasia Nera, che offrono rispettivamente struttura, morbidezza e complessità degli aromi.

L’Appassimento Rosso Salento Igp 2021 Notte Rossa è un emblema dei vini che si possono ottenere con questa tecnica. Generalmente sono ricchi e avvolgenti, con note di frutta matura, confettura e spezie dolci, oltre ad essere caratterizzati da corpo pieno e lunga persistenza. Negli ultimi anni, la tecnica dell’appassimento si è evoluta grazie a metodi di cantina più controllati e scientifici, come l’appassimento in stanze condizionate. Ma molte cantine, come Terre di Sava, vogliono mantenere viva la tradizione. Combinando sapere antico e innovazione, per valorizzare il territorio e creare autentici vini del Salento.

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degustati da noi vini#02

Sudtirol Alto Adige Doc Riserva Lagrein 2021 Taber, Cantina Bolzano


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Sudtirol Alto Adige Doc Riserva Lagrein 2021 Taber, Cantina Bolzano (14%).

Fiore: 8.5
Frutto: 9
Spezie, erbe: 9
Freschezza: 8.5
Tannino: 7.5
Sapidità: 8
Percezione alcolica: 6
Armonia complessiva: 9.5
Facilità di beva: 7
A tavola: 9.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#02

Südtirol Alto Adige Doc Gewurztraminer Passito 2021 “Cresta”, Rottensteiner


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Südtirol Alto Adige Doc Gewurztraminer Passito 2021 “Cresta”, Rottensteiner (10%).

Fiore: 9
Frutto: 9.5
Spezie, erbe: 8.5
Freschezza: 8.5
Sapidità: 7
Tannino: 0
Percezione alcolica: 5.5
Armonia complessiva: 10
Facilità di beva: 8.5
A tavola: 9.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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degustati da noi vini#02

Toscana Igt 2021 Franchesato, Terre del Marchesato


Dalla Guida Top 100 Migliori Vini italiani 2025 di Winemag: Toscana Igt 2021 Franchesato, Terre del Marchesato (14%).

Fiore: 8
Frutto: 9
Spezie, erbe: 9.5
Freschezza: 8.5
Tannino: 7.5
Sapidità: 7.5
Percezione alcolica: 5.5
Armonia complessiva: 9.5
Facilità di beva: 7
A tavola: 9.5
Quando lo bevo: subito / oltre 3 anni

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Analisi e Tendenze Vino

Grandi formati Tua Rita all’asta di beneficienza in Canada


La cantina Tua Rita di Suvereto (Livorno) ha ottenuto complessivamente 23 mila dollari per i grandi formati di Giusto di Notri 2021 e Redigaffi 2021 all’asta di beneficienza organizzata dalla Fondazione Ataxia Charlevoix-Saguenay. Le bottiglie sono state battute il 28 novembre a Montreal, in Canada. All’asta hanno partecipato anche diverse maison di Champagne. L’Ataxia Charlevoix-Saguenay Foundation punta a sviluppare un trattamento per l’atassia spastica autosomica recessiva di Charlevoix-Saguenay (Arsacs). Si tratta di una patologia genetica neurodegenerativa rara. La Fondazione, nata nel 2006, è un ente di beneficenza registrato a livello federale. Non ha dipendenti ed è sostenuta interamente da donazioni private e volontari per finanziare la ricerca scientifica sull’Arsacs.

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La lezione di Jac


Jac
 come Jacopo (Di Battista). Diminutivo, non acronimo: chi si aspetta Just another cabernet, insomma, sbaglia due volte. Si chiama così l’ultimo vino della cantina Querceto di Castellina. Un Toscana Igt Cabernet Franc 2021 con cui l’azienda agricola bio di Castellina in Chianti (Siena) si proietta fuori dalla dimensione del Gallo Nero in cui ha già dimostrato di saper eccellere, con il Chianti Classico Gran Selezione “Sei” (vero capolavoro, di annata in annata).

Jac, sì. Tre lettere e una dedica personale, che Jacopo Di Battista si regala subito dopo il giro di boa dei 25 anni di Querceto. Come a voler provare d’essere maturo. D’essere cresciuto, esorcizzando quel nomignolo, Jac, che gli veniva affibbiato dagli amici, da ragazzino. D’esser pronto a spingersi oltre. Misurandosi con i grandissimi (toscani e non solo) che già interpretano il Cabernet Franc in purezza. Un vino, Jac, che è prima di tutto coraggioso e sfidante.

JAC CABERNET FRANC: IL NUOVO VINO DI QUERCETO DI CASTELLINA

Di fatto sbaglia, assai, chi cerca analogie. Jac non è come gli altri toscani. Non è come i Franc della Loira: non è né léger, né complexe. E non è neppure come i francesi di Bordeaux, il territorio “galeotto” che diede a Jacopo Di Battista, agli inizi degli anni Duemila, l’idea di produrre un Cabernet Franc in purezza a Castellina in Chianti, divenuta realtà oltre 20 anni dopo, reinnestando la varietà su 3 mila ceppi di un vigneto di oltre 10 anni. Cos’è, allora, Jac? Se stesso e basta. Un vino che ti sbatte in faccia la propria unicità, un secondo prima d’iniziare a farti pensare a qualsiasi paragone.

Illude, è vero, quel gran bel frutto che si presenta al naso, più sulla bacca rossa croccante, che nera. Illude pure quella bella speziatura candida, elegantissima, in sottofondo. Cosa sarà? Chi sarà il modello? Il palato non mente. Porta dritto in azienda, a Castellina in Chianti. Alla verticalità e alla tensione acida che contraddistingue tutti i vini di Querceto e la mano (leggera, dosatissima) dell’enologa Gioia Cresti, capace di restituire nel calice le specificità dei terreni al confine esatto con Radda.

L’ETICHETTA DI JAC

Jac è tutto tranne che qualcun altro. È un Cabernet Franc divisivo, che può piacere tanto quanto deludere nell’annata specifica (la 2021, prima annata ufficiale), proprio per quel suo essere carico d’aspettative tradite dall’impossibilità d’un assonanza. Jac è se stesso. Il via libera a una nuova frontiera per i vigneti “d’altitudine” del Chianti Classico, al di là del Sangiovese? Un Franc quasi “di montagna”, lontano dalle logiche e dai cliché sul vitigno. Quasi sottile, per quel tannino fitto che non sembra trovare il giusto contraltare nella polpa, al di là della spiccata gioventù attuale.

Eppure bello da bere, nel suo essere fresco e rusticamente raffinato. Ossimori che si riflettono persino sull’etichetta realizzata «dopo quasi un anno di ricerca» dallo studio milanese Aldo Segat & Partners. C’è chi ci vede un soffice grappolo d’uva; chi una sequenza d’acini (di Franc?) maturi. E chi, giustamente, la stilizzazione di un motore V8 cilindri, a sintetizzare la grande passione di Jacopo Di Battista per le auto e i motori. Cosa s’era detto? Tutto tranne che Just another cabernet, il buon Jac. Sin dall’etichetta.

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Igt Colli di Salerno Fiano 2021 “Vale”, Viticoltori Lenza

L’Igt Colli di Salerno Fiano 2021Vale” di Viticoltori Lenza è uno dei vini bianchi presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023 di winemag.it. Se tra i Colli di Salerno c’è una certezza, quella è appunto la cantina Viticoltori Lenza, che col suo Fiano (ma non solo) convince sempre più, di vendemmia in vendemmia.

“Vale” si presenta nel calice di un giallo paglierino intenso. Al naso agrumi, dalla buccia al succo, oltre a un tropicale intenso, di grande precisione e succulenza. Erbe della macchia mediterranea a fare da contorno e a rendere ancora più intrigante il bouquet.

Al palato il Fiano “Vale” rivela una bella tensione d’agrume, con ritorni di frutta esotica ed erbe aromatiche, sul filo conduttore della sapidità. Vino che sancisce, anzi consacra, la crescita assoluta della cantina guidata dall’appassionato vignaiolo Guido Lenza.

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Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner 2021 “Aristos”, Cantina Valle Isarco

L’Alto Adige Valle Isarco Doc Kerner 2021Aristos” di Cantina Valle Isarco è uno de presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023 di winemag.it. Alla vista si presenta di un colore giallo paglierino, con riflessi verdolini.

Vino che mostra le potenzialità del vitigno e la sua grande chance nel parterre dei vini bianchi italiani ed internazionali. Pienezza del frutto, verticalità, freschezza: il Kerner ha tutto per diventare un trend. E Valle Isarco è una cantina che lo interpreta in maniera esemplare.

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Derthona Timorasso sempre più “bianco di Langa”: i 10 migliori 2021 in anteprima

C’è il nuovo cru di Borgogno, Scaldapulce, in vendita a 99 euro (in cantina): lassù, non per tutti i portafogli; manifesto dell’intenzione, del progetto, delle aspirazioni e delle aspettative degli storici produttori di Langa, in “trasferta” sui Colli Tortonesi. Ci sono poi La Spinetta, Vietti, Vite Colte, Voerzio Martini e “ragazzi d’oro” come Claudio Viberti di Giovanni Viberti, a dare ulteriore peso a quella che, ormai, è una certezza: il Derthona Timorasso è sempre più il vero “bianco di Langa”, l’alter ego di Barolo e Barbaresco, in Piemonte e nel mondo. Senza nulla togliere a Favorita o Nascetta / Nas-cëtta, il vitigno risollevato negli anni Novanta da un manipolo di vignaioli guidato dal genio Walter Massa è ormai sulla strada della definitiva consacrazione, nell’olimpo dei fine wines internazionali.

I passi compiuti sui Colli Tortonesi sono degni di un gigante. Il Timorasso (oggi al secolo “Derthona”, per la lungimirante decisione di legare il territorio al vino, non il nome del vitigno) è passato dai 3 ettari della fine degli anni Ottanta ai 330 ettari attuali, sui complessivi 1.257 ettari vitati del tortonese (56 comuni). La produzione supera di poco il milione di bottiglie, ma l’obiettivo è di arrivare a 3 milioni entro il 2030. Nei prossimi tre anni, in zona, si pianteranno ulteriori 160 ettari. Consentendo così ai produttori di fare massa critica sui mercati, soprattutto internazionali, forti anche della spinta dei grandi nomi che hanno investito nelle “nuove Langhe” del Piemonte “in bianco”.

Il tutto accompagnato da un rigido disciplinare che esclude il fondo valle ed esalta le peculiarità microclimatiche delle 6 valli della denominazione (Ossona, Grue, Curone, Scrivia, Borbera e Spinti) che da nord a sud disegnano un territorio costellato – tra l’altro – da suoli simili a quelli langaroli, per la presenza di Marne di Sant’Agata Fossili, molto comuni nella Docg Barbaresco (Barbaresco, sud di Neive e Treiso) ed in una porzione estesa della Docg Barolo (oltre a una buona porzione del territorio di Barolo, le troviamo nella parte est di La Morra, a Novello, a ovest e nord-est di Monforte, nonché a nord di Serralunga e a Grinzane Cavour).

Fondamentale, da queste parti più che altrove, la gestione agronomica del vigneto. A testimoniarlo è Davide Ferrarese, tra i massimi esperti italiani con la sua società di consulenza Vigna Veritas, con sede a Gavi, in Piemonte. «La prima vendemmia di Timorasso – riferisce – è stata uno shock per uno dei produttori di Langa che ha investito sui Colli Tortonesi. Le uve arrivate in cantina gli sembravano brutte. Mi ha chiamato preoccupatissimo. Una volta vinificate, è rimasto altrettanto scioccato, ma in positivo, dagli incredibili valori analitici, soprattutto in termini di acidità e pH. Il Timorasso è così: un po’ brutto da vedere, magari, ma in grado di dare risultati eccezionali, una volta vinificato».

Da buone ad ottime, di fatto, anche le impressioni della nuova annata del Timorasso. A Derthona Due.Zero 2023, lo scorso weekend, è stata presentata la vendemmia 2021 del grande bianco di Langa (pardon, dei Colli Tortonesi). L’impressione è che sia migliorata, in larga scala, in primis la gestione agronomica del vigneto del Timorasso, soprattutto sul fronte del controllo del tenore alcolico (il Tortonese è tra le zone più siccitose d’Italia). Lo dimostra l’assaggio alla cieca dei 41 campioni di altrettante cantine. Tra i nuovi trend un utilizzo più massiccio del legno rispetto al passato, con risultati non sempre ottimali in termini di bilanciamento e rispetto del varietale. Ecco i migliori Derthona Timorasso all’anteprima 2021.

I MIGLIORI DERTHONA TIMORASSO 2021 A DERTHONA DUE.ZERO 2023

(in ordine di degustazione alla cieca)

Derthona 2021, Canevaro Luca

Colore più carico del precedente, un giallo paglierino intenso, dai riflessi dorati. Naso sul frutto giallo, pesca, albicocca matura. Buon corredo di erbe aromatiche di contorno. Al palato è pieno, succoso, polposo, ricco di materia, con la componente glicerica ben controbilanciata da una freschezza viva. Vino di ottima prospettiva.

Colli Tortonesi Doc Timorasso 2021 “Rugiada del mattino”, Cascina I Carpini

Giallo dorato. Al naso albicocca sotto sciroppo, bei ricordi mentolati, erbe aromatiche. Al palato è intenso, di grandissima concentrazione e opulenza sul frutto giallo, ben riequilibrato da un’acidità vibrante. Componente salina importante, per un vino all’inizio del suo percorso, ma già godibile.

Derthona 2021, Borgogno

Giallo paglierino intenso. Nota netta di pirazinica, è Tenuta Pastura? Il frutto giallo non manca di polpa e controbilancia le note verdi, dando slancio e setosità al sorso. Un campione già molto godibile, con del leggero residuo zuccherino apparente che contribuisce a rendere la chiusura intrigante. Vino gastronomico, sin d’ora godibile.

Derthona 2021, Oltretorrente

Giallo paglierino riflessi dorati. Altra impronta umami, salinità e frutto giallo. Bellissima espressione del frutto al palato, sferzata da ricordi agrumati, speziati di zenzero. Tra i campioni più attaccati al territorio. Vino giovanissimo, all’inizio di un lungo percorso di vita.

Derthona 2021 “Thimos”, Alvio Pestarino

Giallo paglierino. Bel naso tra frutto giallo, polposo, ed erbe aromatiche. Al palato è intenso sul frutto giallo e sull’agrume, ben controbilanciati dalla vena glicerica. Vino che premia la beva, l’immediatezza, ma non rinuncia a tutte le caratteristiche del vitigno, compresa la prospettiva di lungo affinamento.

Terre di Libarna Doc 2021 “Archetipo”, Ezio Poggio

Giallo paglierino tendente al dorato. Bel naso generoso, sulla frutta di maturità piena, con accenti terziari. Al palato è goloso, sulla frutta gialla (pesca, albicocca) e deviazioni tropicali. Chiude asciutto ma equilibrato, nonostante l’opulenza del frutto, dalla texture cremosa.

Derthona 2021 “Grue”, Pomodolce

Giallo tendente all’oro. Vino che brilla in termini di espressione del varietale, compatto e goloso. Bella fragranza del frutto e chiusura asciutta che invita al sorso successivo. Vino di terroir.

Colli Tortonesi Doc Timorasso 2021 “Francesca”, Vigne Marina Coppi

Giallo paglierino intenso. Ottima intensità e precisione sul frutto, sulla maturità della pesca e dell’albicocca. Al palato freschezza viva, d’agrume (ricordi di pompelmo rosa), a controbilanciare la vena glicerica. Vino all’inizio di una lunga vita.

Derthona 2021, Vigneti Repetto

Giallo paglierino. Al naso e al palato un’ottima corrispondenza che si dipana su note di pesca gialla e agrumi, tra tensione acida e mineralità che danno vita a sensazioni umami e ricordi di pietra bagnata. Palato teso e fruttato, per uno dei campioni più completi in termini di rispetto, espressione ed esaltazione del varietale del Timorasso.

Derthona 2021, Voerzio Martini (BEST IN SHOW)

Al naso netta mentuccia, sul frutto, che ricorda alcune espressioni di Timorasso della Val Borbera. Splendida espressione, sia al naso che al palato, della componente agrumata, che si accosta a un frutto giallo polposo. Sorso croccante, sapido, di gran pulizia e goloso, ad anticipare una chiusura tesa, minerale, che incita la beva. Vino di prospettiva assoluta e miglior campione dell’annata 2021: best in show di Derthona Due.Zero 2023.

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Derthona Due.Zero 2023: ecco il Timorasso 2021


Manca ormai poco alla terza edizione di Derthona Due.Zero, evento organizzato dal Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi per valorizzare e diffondere la conoscenza del vino bianco ottenuto dal vitigno Timorasso, ormai simbolo del Rinascimento di questa fetta della provincia di Alessandria, in Piemonte.

Domenica 12 e lunedì 13 marzo 2023 la storica sede del Museo Orsi di Tortona ospiterà per due giorni il grande banco di assaggio dove sarà possibile degustare in anteprima i vini dell’annata 2021, ma allo stesso tempo anche bottiglie con più anni di invecchiamento che mostreranno lo straordinario potenziale evolutivo del Timorasso.

NUOVE E VECCHIE ANNATE A DERTHONA DUE.ZERO 2023

Territorio e longevità saranno i temi centrali di questa edizione di Derthona Due.Zero, per scoprire un vino fortemente legato alla propria zona di produzione. Ormai quasi estinto alla fine degli anni ’80, nel 2009 il Timorasso aveva una superficie vitata di soli 25 ettari.

Grazie all’impegno e alla tenacia di un gruppo di giovani vignaioli locali, a partire dai primi pionieri come Walter Massa, Andrea Mutti e Paolo Poggio, oggi sono 330 gli ettari dedicati a questa varietà e, di pari passo, la compagine sociale del Consorzio è cresciuta raggiungendo 90 soci, uniti dal desiderio di valorizzare quello che ormai possiamo definire il più importante vitigno a bacca bianca del Piemonte relativamente a superficie dedicata e quantità prodotte.

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degustati da noi vini#02

Falerno del Massico Doc Bianco 2021, Villa Matilde Avallone

Il Falerno del Massico Doc Bianco 2021 della cantina Villa Matilde Avallone è uno dei vini bianchi presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023 di winemag.it. Falanghina in purezza, che si presenta nel calice di un giallo paglierino, con riflessi dorati. Una Falanghina sui generis, vinificata parzialmente in anfora di terracotta, oltre che in acciaio.

Una vinificazione che garantisce, anzi regala, un’esplosione dei primari a questo vino della piccola Doc della provincia di Caserta. Frutto e caratteristiche del suolo vulcanico si amalgamano in un tutt’uno unico. Il frutto, polposo, bianco e giallo, accarezza la spina dorsale minerale. Gran beva, senza rinunciare al carattere. Una chicca.

Guida top 100 – 2023

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degustati da noi vini#02

Chiaretto di Bardolino Doc 2021, Azienda agricola Gorgo

Il Chiaretto di Bardolino Doc 2021 dell’Azienda agricola Gorgo è uno dei vini rosati presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023 di winemag.it. Corvina, Rondinella, Molinara. Rosa salmone, bel floreale al naso, oltre a pesca gialla, susina, agrume e piccoli frutti rossi. Corrispondenza perfetta al palato, che vira deciso sui piccoli frutti rossi maturi.

Si lascia bere benissimo questo Chiaretto di Bardolino, esemplare per tipicità e fattura, che non disdegna di mostrare – con garbo assoluto – un tocco leggero di tannino, tanto ben dosato da essere in grado di lavorare sulla componente glicerica. Lungo, gastronomico, da godere anche da solo, ben freddo. Interessante in prospettiva, per un ulteriore medio affinamento.

Guida top 100 – 2023

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degustati da noi vini#02

Spoleto Doc Trebbiano Spoletino 2021 “Poggio del Vescovo”, Cantina Ninni Spoleto

Lo Spoleto Doc Trebbiano Spoletino 2021Poggio del Vescovo” di Cantina Ninni Spoleto è uno dei vini bianchi presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023 di winemag.it. La vendemmia 2020 del “Poggio del Vescovo” è quella che più ci ha convinto, nella gamma di straordinari vini di Gianluca Piernera, a decretare Ninni “Cantina dell’anno – Centro Italia”, nel 2022.

Ci aspettavamo una conferma, che è arrivata con l’annata 2021. Un bianco giovanissimo, all’inizio della sua lunghissima, promettente vita. L’ennesima conferma che Ninni sia un interprete d’eccellenza assoluta di quello straordinario vitigno che è il Trebbiano Spoletino.

Guida top 100 – 2023

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Benvenuto Brunello 2022: punteggi Brunello 2018, Riserva 2017 e Rosso di Montalcino 2020, 2021


Gli assaggi di winemag.it a Benvenuto Brunello 2022, con i punteggi a Brunello di Montalcino 2018, Brunello di Montalcino Riserva 2017 e Rosso di Montalcino della vendemmia 2020 e 2021, raccontano le ultime annate di alcuni dei vini icona del Made in Italy enologico. L’anteprima dell’annata 2018 del Brunello mostra vini di buona prontezza, senza rinunciare alla prospettiva. Un’annata giudicata forse troppo frettolosamente come “minore”, che dovrebbe essere in grado di dare buone soddisfazioni dal punto di vista del medio-lungo affinamento, almeno nella maggior parte degli assaggi.

Annate agli antipodi per caratteristiche come la 2017 e la 2018 – calda e secca la prima, piovosa la seconda – rivelano quanto i produttori di Montalcino abbiano ormai raggiunto un livello qualitativo medio superiore a molte altre regioni vinicole italiane (e internazionali). Giustificando, così, il successo e la tenuta sul mercato delle tre denominazioni toscane, anche in periodi di crisi e di congiunture economiche sfavorevoli.

BENVENUTO BRUNELLO: UN EVENTO INSODDISFACENTE

Ciò che invece è da rivedere, da capo da fondo, è il sistema di accreditamento della stampa all’annuale anteprima denominata “Benvenuto Brunello”, organizzata dal Consorzio di Tutela, presieduto da Fabrizio Bindocci e dal direttore Michele Fontana. A testate libere e indipendenti come winemag.it viene (letteralmente) impedito l’accesso, per lasciare il posto a numerosi “personaggi” e ai loro accompagnatori e accompagnatrici – soliti noti, neppure iscritti all’Ordine dei giornalisti, e il riferimento non è ai cosiddetti (spesso autoproclamatosi) “influencer” o ai blogger – che vengono spacciati per “stampa di settore“.

Quanto sono contenti i produttori di Brunello di questa gestione? A giudicare dai commenti giunti presso la nostra redazione, la formula attuale di Benvenuto Brunello è da rivedere per oltre il 90% delle cantine di Montalcino. C’è una bella differenza, del resto, tra un’anteprima riservata alla stampa di settore e una passerella, tra cui figura qualche giornalista in carne ed ossa.

Tornando al focus principale e scusandoci per una divagazione sul tema per noi più che mai necessaria – divagazione che accomuna, ahinoi, Benvenuto Brunello al sistema di accreditamento delle Anteprime Toscane, altro evento al quale non siamo evidentemente graditi – ecco vini e punteggi di winemag.it ai Brunello di Montalcino 2018, Brunello di Montalcino Riserva 2017 e Rosso di Montalcino della vendemmia 2020 e 2021 ricevuti in redazione.

BRUNELLO DI MONTALCINO 2018: LA DEGUSTAZIONE

 

VINO ANNATA CANTINA % ALCOL
Brunello di Montalcino Docg 2018 Villa I Cipressi 14
Bel granato, naso ampio, caldo, sul frutto rosso croccante e sulle erbe aromatiche, legno molto dosato, elegante speziatura che, con l’ossigenazione, vira sul balsamico. In bocca entra dritto, su note corrispondenti al naso. Tannino piuttosto fitto, in fase di integrazione, come normale. Centro bocca su frutto denso e ritorni di legno, prima di una chiusura asciutta, sapida. Vino che mostra una certa prontezza. 87/100
Brunello di Montalcino Docg “Zebras” 2018 Villa I Cipressi 14
Colore meno intenso del precedente. Naso elegantissimo, su piccoli frutti rossi e netti marcatori floreali (viola su tutti), oltre alla consueta macchia mediterranea. L’ossigenazione lascia spazio a note di cuoio e tabacco, liquirizia. Splendido al palato: la vena salina accoglie in ingresso di bocca e accompagna tutto il sorso. Il tannino è levigato, soffice, elegantissimo e va a braccetto con l’espressione del frutto, succosissimo, pur ancora croccante. 92/100
Brunello di Montalcino Docg 2018 Podere Casisano 14
Granato. Naso prezioso, floreale di viola, leggero accento di caseina sulla leggera speziatura e sulle venature di macchia mediterranea. In bocca premiata la morbidezza e la beva. Chiude asciutto, su ritorni garbati di frutto rosso maturo, stuzzicati da un tannino di buona morbidezza. Componente alcolica in fase di integrazione, respirabile in retro olfattivo.  89/100
Brunello di Montalcino Docg 2018 Bellaria di Bernazzi Gianni 14
Granato intenso, alla vista. Naso che si apre sul selvatico, sempre più integrato con l’ossigenazione. Resta tale la balsamicità e la profondità del naso, su tinte speziate scure che fanno da contraltare al frutto, denso, leggermente pastoso. Vino già piuttosto godibile, anche se il suggerimento è di attendere questo nettare, dal chiaro potenziale. 87/100
Brunello di Montalcino Docg “Assunto” 2018 Bellaria di Bernazzi Gianni 14
Granato intenso. Naso floreale, fruttato intenso, pienamente maturo: nettissima la ciliegia, croccante, succosa. In bocca si conferma un Brunello incentrato sul frutto, sulla sua pienezza. Il tannino, così come l’esuberanza alcolica, devono ancora integrarsi alla perfezione. Meglio attendere il vino: darà soddisfazioni. 89/100
Brunello di Montalcino Docg 2018 Fattoria La Fiorita 15
Granato luminoso. Naso sulla macchia mediterranea, oltre che sul frutto rosso (ciliegia) perfettamente maturo. Nota speziata scura, profonda. Terziari composti, sulla tostatura. In bocca conferma una certa densità, ben controbilanciata dalla vena sapida. Torna sulla ciliegia, così come sull’agrume rosso e sulla spezia per un palato già godibilissimo, che deve assorbire meglio solo l’esuberanza alcolica. Tannino elegante. Vino di sicura prospettiva. 91/100
Brunello di Montalcino Docg “No” 2018 Fattoria La Fiorita 15
Bel granato luminoso. Naso di buona stratificazione. Frutti rossi, floreale di viola, ma anche un ricordo goudron e di tamarindo: note che evidenziano un’inattesa e inaspettata prontezza, evoluzione. In bocca gran bella corrispondenza, con la freschezza che regala una beva sorprendente per la gioventù del nettare. Lungo, sapido, ritorna sul frutto rosso croccante prima della chiusura. Godibilissimo oggi, nel sapiente compromesso tra rusticità e piacevolezza, ma con grande potenziale di affinamento. 93/100
Brunello di Montalcino Docg 2018 La Gerla di Sergio Rossi 14,5
Bel granato luminoso, alla vista. Gran bella eleganza al naso, spezia scura, macchia mediterranea, tocco di zafferano, frutto croccante. Un naso di gran stratificazione, unico nella batteria. Sorso di gran masticabilità, eleganza, prospettiva. Frutto pieno, polposo, sapidità a fare da spina dorsale, controbilanciando le note dolci, dense, di liquirizia. Tannino soffice, che accompagna il sorso dal centro bocca alla chiusura, asciutta. Beva agilissima, nonostante il vino mostri un potenziale inesauribile. In definitiva, una grandissima prova. 95/100
Brunello di Montalcino Docg “La Pieve” 2018 La Gerla di Sergio Rossi 14,5
Bel naso ampio, di buona stratificazione. Alle note fruttate di ciliegia, arancia rossa, lampone, risponde una bella speziatura. In bocca è teso, elegante, senza rinunciare alla pienezza. Allunga sulla sapidità e gioca su un tannino elegantissimo per garantire, ancora una volta, una beva di prontezza eccezionale. Persistenza da campione. Vino, al contempo, dal grandissimo potenziale di lungo affinamento. Altra prova esemplare.  96/100
Brunello di Montalcino Docg 2018 Ridolfi 14
Granato luminoso. Naso di grande eleganza, sul floreale e sul frutto croccante. Terziari presenti, ma composti. Ancor più marcata la spezia e la vena balsamica, fresca, mentolata. In bocca conferma la grandissima eleganza. In bocca ciliegia, terziari composti. Tannini distesi. Chiusura su frutto pieno e leggera esuberanza alcolica. Vino già molto godibile, ma il consiglio è quello di aspettarlo. 91/100
Brunello di Montalcino Docg 2018 Patrizia Cencioni 14
Granato luminoso. Tanta spezia al naso, ad accompagnare un frutto pienamente maturo. Terziari ben integrati (burro salato, crema). Tannini piuttosto levigati fanno il paio con un’ottima corrispondenza del frutto. Retro olfattivo sul bel gioco tra primari e terziari, col risultato di esaltare la beva. Vino già godibilissimo. 90/100
Brunello di Montalcino Docg “Ofelia” 2018 Patrizia Cencioni 14,5
Granato luminoso. Frutto e macchia mediterranea al naso, premiata così la speziatura, elegantissima. Elegantissimo al palato, giocato in prospettiva pur mostrando già una gran bella beva, con la polpa in grado di riequilibrare in maniera magistrale il tannino, ancora ruggente. Vino che, più di altri, evidenzia la maestria in vigna e in cantina di Patrizia Cencioni. 94/100
BRUNELLO DI MONTALCINO RISERVA 2017: LA DEGUSTAZIONE
VINO ANNATA CANTINA % ALCOL
Brunello di Montalcino Docg Riserva 2017 Ridolfi 14,5
Granato pieno, luminoso. Naso sul frutto, pienamente maturo, succoso. Floreale intenso, di viola. Bella speziatura, elegantissima. Terziari dosatissimi, perfettamente integrati. Al palato una perfetta corrispondenza. Vino di grandissima beva, godibilissima, con ampie prospettive di evoluzione. 95/100
Brunello di Montalcino Docg Riserva “Colombaiolo” 2017 Podere Casisano 14
Granato. Naso elegante, floreale e fruttato: ciliegia, lampone, arancia rossa. Note tostate. L’ossigenazione apre al cuoio, al tabacco dolce, al fumo dolce di pipa. In bocca una perfetta corrispondenza, per una Riserva di Brunello di grande immediatezza e, al contempo, prospettiva. Bel finale asciutto, ottima persistenza. 95/100
Brunello di Montalcino Docg Riserva “123” 2017 Patrizia Cencioni 14,5
Granato mediamente carico. Naso che si apre su un’elegantissima speziatura e sulle aromatiche della macchia mediterranea, che non nascondono comunque il frutto. Al palato una straordinaria prontezza: terziari di cioccolato e cuoio giocano sul frutto rosso (ciliegia) ancora croccante. Lunga persistenza, su tinte balsamiche. 94/100
ROSSO DI MONTALCINO DOCG 2020 E 2021: LA DEGUSTAZIONE
VINO ANNATA CANTINA % ALCOL
Rosso di Montalcino Docg 2020 Fattoria La Fiorita 14
Granato luminoso. Balsamicità e fiore, oltre al frutto e ai richiami alle erbe della macchia mediterranea. In bocca croccante, teso, fresco, lineare. Bel Rosso di Montalcino, tipico e godibile, morbido e gastronomico, con leggera esuberanza alcolica sul resto delle componenti. 89/100
Rosso di Montalcino Docg 2020 Bellaria di Bernazzi Gianni 14
Granato intenso. Speziatura regina all’olfatto, a disegnare un naso profondo, fresco, molto balsamico, quasi denso anche nella componente fruttata. In bocca ben si abbinano la “leggerezza” e la “leggiadria” del frutto, piuttosto concentrato, e i ritorni freschi, mentolati e balsamici anticipati dal naso. Vino piuttosto grasso, pieno, che chiama il piatto e rivela una costruzione enologica che guarda ai mercati internazionali. 88/100
Rosso di Montalcino Docg 2020 Ridolfi 14,5
Color rubino. Naso che abbina profondità di spezia e frutto rosso, unitamente ad eleganti note tostate dolci: ciliegia, fragolina di bosco, lampone, ancora croccanti. In bocca corrispondenza perfetta. Lungo, teso, fresco, leggermente sapido in chiusura: chiama il sorso successivo. Utilizzo del legno magistrale, sottolineato da un retro olfattivo golosissimo. 92/100
Rosso di Montalcino Docg 2021 Podere Casisano 13,5
Rubino. Naso elegante, pieno: frutto maturo, non solo rosso ma anche scuro. Speziatura equilibrata, fresca. In bocca esuberanza alcolica e frutto pienamente maturo disegnano i contorni di un vino incentrato sulla godibilità e sull’immediatezza, pur al cospetto di un tannino e di una componente alcolica futuribile. 90/100
Rosso di Montalcino Docg 2021 La Gerla di Sergio Rossi 14
Granato pieno. Ancora una volta il naso è nel segno della pienezza e della gradevolezza, come in tutti i vini di La Gerla. Lampone, ciliegia. Corrispondenza perfetta naso bocca, croccante, balsamico, speziato, fruttato. Lunghezza da campione per un vino di gran carattere e con potenziale di evoluzione. 93/100

 

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Analisi e Tendenze Vino

Terre Cevico, fatturato 2021-2022 a 189,6 milioni di euro


Numeri in crescita per Terre Cevico che chiude l’esercizio di bilancio 2021/2022 (01.08.2021 – 31.07.2022) con un fatturato aggregato di 189,6 milioni di euro (+15,3% sui precedenti 164,3 mln) e una crescita dell’export a 72,9 milioni di euro (+40%). I dati sono stati presentati in occasione dell’Assemblea di bilancio svoltasi a Faenza presso casa Spadoni.

La cooperativa Terre Cevico deve la crescita del fatturato soprattutto alle scelte sui mercati esteri, tra cui figura l’acquisizione del 60% di Orion Wines. L’export incide per il 43% sui ricavi del consolidato. In sostanza quasi una bottiglia su due arriva dai mercati oltreconfine, con una presenza in 70 Paesi in giro per il mondo. I mercati di maggiore incidenza per quanto riguarda l’imbottigliato sono Giappone, Cina, Svezia, Danimarca, Usa, Francia e Germania.

In crescita anche il patrimonio netto aggregato arrivato a 86 milioni di euro (+16,3%), mentre il plusvalore riconosciuto ai soci, ovvero l’incremento della liquidazione dei vini conferiti ai prezzi di mercato per l’esercizio 2021/22, ammonta a 6,9 milioni di euro (6,4 mln in precedenza).

TERRE CEVICO, CRESCE IL NUMERO DI DIPENDENTI

In continua crescita il vino biologico venduto, oltre in Italia, anche in 40 Paesi del mondo, che ha registrato un +7% rispetto all’esercizio precedente. Vi è stata l’apertura a nuovi mercati come la Corea del sud, così come in crescita le performance in Oriente e nord Europa. In ordine di fatturato questi i mercati principali: Corea del Sud, Svezia, Svizzera, Taiwan, Danimarca, Giappone, Spagna.

Altri dati interessanti arrivano dalla presentazione del bilancio di sostenibilità. Il numero dei dipendenti è in crescita, arrivato a 343 (+3,3%), così come le ore di formazione (+12,6%). Secondo il credo dell’economia circolare, il 98% dei rifiuti è destinato al recupero. Riduzione del -8,6% nel prelievo dell’acqua, con un +7,8% nel recupero di fecce da lavorazione.

Ammontano a 7,4 milioni di euro gli investimenti nell’esercizio approvato. Le aree di intervento sono state orientate nella messa in rete di tutte le fasi di gestione e produzione, e nella impiantistica con particolare riferimento alla linea di confezionamento.

NANNETTI: «COSÌ ABBIAMO AFFRONTATO LA CRISI»

«Terre Cevico, come tante altre imprese della filiera agroalimentare – ha commentato il presidente di Terre Cevico, Marco Nannetti – non si è mai fermato in questi anni caratterizzati da pandemia, crisi energetica e materie prime, guerra tra Russia ed Ucraina. Abbiamo attraversato mille difficoltà, ci siamo reinventati un modello organizzativo e stiamo rivedendo anche il riassetto del Gruppo per i prossimi anni».

Questo per consentire ai nostri soci di essere sempre protagonisti sui mercati nazionali ed internazionali. Oltre a garantire liquidazioni competitive ai soci, abbiamo anche garantito lavoro a oltre 300 collaboratori e, in questi anni, non abbiamo mai attuato ammortizzatori sociali come la Cassa Integrazione; anzi è perdurato il trend di consolidamento dei rapporti di lavoro».

Oltre al presidente di Terre Cevico, all’Assemblea di bilancio svoltasi a Faenza sono intervenuti Lauro Giovannini e Massimo Gallina. Ceo e Cfo di Terre Cevico. Nella stessa giornata sono intervenuti anche Cristian Maretti, presidente Legacoop Agroalimentare, Luca Rigotti, presidente Copa Cogeca Vino e Coordinamento ACI Vino, Giovanni Monti, presidente Legacoop Emilia Romagna, Mario Mazzotti, presidente Legacoop Romagna e Mauro Lusetti, presidente Legacoop.

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

Il Cannonau di Sardegna 2021 Martis Sero di Vignaioli Cadinu è Miglior rosato italiano 2023

Il Cannonau di Sardegna Doc rosato 2021 Martis Sero di Vignaioli Cadinu è il Miglior rosato italiano 2023 per la Guida Top 100 Migliori vini italiani di winemag.it. Il riconoscimento va all’ultimo nato della cantina guidata dai fratelli Pino e Giovanni Cadinu, vignaioli interpreti della Sardegna più profonda, intima e autentica: quella di Mamoiada, in provincia di Nuoro.

Una tipologia non così nota fuori dall’isola, il Cannonau in versione rosata, che merita di essere scoperta. Nel calice, Martis Sero 2021 si presenta di un rosa salmone intenso, completamente penetrabile alla vista e di grande luminosità.

Al naso ricordi di piccoli frutti a polpa rossa, ribes, fragolina. Ampio il corredo di piante aromatiche tipiche della macchia mediterranea, su cui spicca il mirto. Splendido binomio tra morbidezza e carattere in un palato generosissimo, che si sviluppa fiero, su una perfetta corrispondenza gusto olfattiva.

IL CANNONAU MARTIS SERO, UN OMAGGIO A MAMOIADA

Frutta grande protagonista anche in chiusura, mentre la persistenza regala ritorni di mirto. Il risultato è una beva inappagabile, freschissima, che sfiora il balsamico. Un vino rosato, in definitiva, che parla di Sardegna, incollato com’è ai profumi e ai sapori tipici dell’isola.

La bottiglia degustata in occasione dei tasting alla cieca utili all’ingresso nella Guida Top 100 Migliori vini italiani di winemag.it è la numero 522 di 620. Di fatto, il Cannonau di Sardegna Doc 2021 Martis Sero di Vignaioli Cadinu è un vino prodotto in tiratura limitatissima, che si accosta a un’altra grande interpretazione del Cannonau di Mamoiada, vinificato in rosso (sempre in tiratura limitata).

Le vigne della cantina Vignaioli Cadinu si trovano in località Su Tutturighe, a 750 metri sul livello del mare. Colpo d’occhio unico sulle vallate circostanti e peculiarità altrettanto uniche per Cannonau della zona. La scelta dei fratelli Pino e Giovanni Cadinu è quella di produrre vini da viticoltura biologica, nel massimo rispetto dei pichi filari di vite ad alberello ereditate dal padre, nel 2019.

“Martis Sero”, che dà il nome sia al rosato che al rosso, è un altro segnale di attenzione al territorio di Mamoiada e al suo celebre Carnevale. Un omaggio a Juvanne Martis Sero, personaggio che incarna più di altri la sacralità del vino per i sardi, in occasione del Martedì Grasso.

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Vino italiano, indagine Mediobanca: Cantine Riunite-Giv resta leader nel 2021

I maggiori produttori di vino si attendono per il 2022 una crescita del 4,8%, che arriverebbe al 5,6% per la sola componente export. A spingere le vendite il successo delle bollicine (+5,7% i ricavi complessivi, +7,5% l’export) mentre i vini fermi si aspettano un +4,6% (+5,3% l’export). Più scettici sul futuro gli operatori esposti sul canale off trade (Gdo e Retail), mentre il maggior ricorso alla vendita diretta garantisce maggiore sicurezza. Sono solo alcuni dei dati che emergono dall’indagine dell’Area Studi Mediobanca sul settore del vino italiano.

Lo studio riguarda 251 principali società di capitali italiane con fatturato 2020 superiore ai 20 milioni di euro e ricavi aggregati pari a 9,3 miliardi di euro. Una cifra pari all’85,3% del fatturato nazionale del settore.

MIGLIORA L’EXPORT DI VINO ITALIANO NELL’UE

Il 2021 dei maggiori produttori italiani di vino ha chiuso con un aumento del fatturato del 14,2% (+14,8% il mercato interno, +13,6% l’estero). L’Ebit margin ha riportato un lieve aumento al 6% rispetto al 5,4% del 2020, il risultato netto è passato dal 4,2% al 4,3% del fatturato.

I vini frizzanti (+21%) hanno accelerato più dei vini fermi (+12,4%) mentre le cooperative hanno contenuto la crescita al +9,2% (+19,6% le non cooperative). Prevalgono i mercati di prossimità (Paesi UE) con il 41,2% dell’export, seconda area di destinazione il Nord America (34,1%); crescita importante (+22,8%) per l’America centro-meridionale.

Il 2021, secondo lo studio Mediobanca, ha preservato il canale Gdo che, stabile al 35,6% del mercato, è cresciuto a valore del 13,5% e ha decretato la ripresa dell’Ho.Re.Ca. (+28,1%), che passa dal 15,6% al 15,9%. Due i trend in consolidamento: la premiumizzazione dei consumi e la maggiore attenzione alla sostenibilità.

Aumenti a doppia cifra per i vini Icon (+33,2%) e Premium (+20,2%), più contenuti per i vini Basic (+8,7%), pari a metà delle vendite complessive. Tiene il bio, con vendite 2021 in aumento dell’11%, per una quota di mercato del 3,3%; balzo in avanti per il vino vegan (+24,8%) al 2,2% del totale.

Sempre secondo lo studio di Mediobanca, cresce l’interesse anche per i vini naturali (+6,9%) e biodinamici (+2,4%) ciascuno confinato all’1% del mercato.

LE CANTINE ITALIANE BEST PERFORMER

Nel 2021 importanti operazioni di M&A nel mondo del vino hanno trasformato la classifica dei principali produttori nazionali. La leadership di vendite nel 2021 resta appannaggio del gruppo Cantine Riunite-GIV, con fatturato a 635,2 milioni (+9,7% sul 2020).

Al secondo posto la Italian Wine Brands (423,6 milioni di euro) che sale di cinque posizioni dopo l’acquisizione di Enoitalia e della statunitense Enovation Brands Inc. Completa il podio il polo Botter-Mondodelvino (Clessidra) in crescita del 19,3% sul 2020 a 415 milioni.

Seguono altre cinque società con ricavi superiori a 200 milioni di euro: la cooperativa romagnola Caviro, il cui fatturato 2021 pari a 389,9 milioni di euro è cresciuto del 7,7%, la trentina Cavit (fatturato 2021 pari a 271 milioni di euro, +29,2% sul 2020), la toscana Antinori (265 milioni di euro, +24,6% sul 2020), la veneta Santa Margherita (220,6 milioni, +28,3%) e la piemontese Fratelli Martini che ha realizzato una crescita del 5,4%, portandosi a 219,4 milioni di euro.

In merito ai maggiori incrementi di fatturato nel 2021, Tenute Piccini (miglior cantina Gdo 2019 per Vini al Supermercato – winemag.it) domina la scena con un +61% sul 2020 che la colloca davanti al gruppo Lunelli (+57,6%), a Terra Moretti (+47,6%), a Serena Wines 1881 (+40,1%) per chiudere con il +32,7% di Villa Sandi.

Osservando la redditività (rapporto tra risultato netto e fatturato), il 2021 vede in testa le società toscane e venete: Frescobaldi (25,6%), Santa Margherita (21,3%) e Antinori (17%). Alcune aziende hanno una quota di export molto elevata, in alcuni casi quasi totalitaria: Fantini Group tocca il 97,4%, Ruffino il 94,5% e il polo Botter-Mondodelvino il 91,1%.

I TERRITORI DEL VINO ITALIANO

Dai conti aziendali emergono le specificità regionali. Nel 2020 il miglior Roi tocca alle aziende piemontesi (8,2%), seconda posizione per quelle venete (5,5%) e sul gradino più basso del podio le toscane (4,4%).

Secondo lo studio Mediobanca, i produttori toscani eccellono nella marginalità: con un Ebit margin al 14,6% distanziano i piemontesi (9,8%) e i lombardi (6,7%). In Toscana anche la maggiore stabilità finanziaria, con i debiti finanziari pari ad appena il 22,5% del capitale investito.

Grandi esportatori i produttori piemontesi (72,2% del fatturato) e toscani (63,8%). Nel 2020 la maggiore proiezione internazionale ha salvaguardato le vendite dei produttori piemontesi (+10,8%) spinte dall’export (+20,1%) ma non è riuscita a fare altrettanto per quelli toscani (-11,2% in totale).

Recupero della Toscana nel 2021 con vendite in crescita del 24,9%. In avanzamento anche i produttori lombardi (+22,4% le vendite totali e +23,8% quelle oltreconfine) favoriti dalla maggiore diffusione degli spumanti (46,1% del fatturato).

IL SUCCESSO DEL VINO ONLINE

Oltre il 90% del wine e-commerce dei principali produttori è intercettato da piattaforme online specializzate con vendite in esplosione nel 2020 (+132,8% sul 2019). La classifica dei principali pure player , sempre secondo l’indagini dell’Area Studi Mediobanca, è guidata da Tannico, che nel 2020 ha registrato ricavi per 37,1 milioni di euro, in crescita dell’83% sul 2019.

Aumenti in tripla cifra per Vino . com (+218,7%) che, superando i 30 milioni di euro, ricopre la seconda posizione e per Bernabei (+160,4%) a 25,9 milioni. Sopra i 10 milioni di euro anche il fatturato di Callmewine (12,4 milioni), in aumento del 93,3%. XtraWine, raddoppiando il proprio fatturato rispetto al 2019, supera i 7 milioni di euro.

Winelivery si avvicina allo stesso importo dopo una crescita del 491,6%. Il 2020 è stato un anno di forte sviluppo anche per realtà di minori dimensioni, alcune delle quali, come Etilika, nate proprio in pieno boom. Per il 2021 è previsto un ulteriore balzo superiore al +60%.

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Asolo Prosecco verso lo sblocco della riserva vendemmiale 2021

L’Asolo Prosecco ha chiuso il primo quadrimestre 2022 con 8,6 milioni di bottiglie certificate. Il 33,4% in più rispetto ai 6,4 milioni registrati alla fine di aprile del 2021. Il confronto con il periodo pre-pandemia conferma l’esplosione dell’Asolo Prosecco, con l’85,8% di bottiglie in più certificate rispetto ad aprile 2019.

Per questo motivo, il Consiglio di Amministrazione del Consorzio veneto ha deciso di vagliare lo svincolo della riserva vendemmiale 2021. «Una scelta espansiva – spiega l’ente – ipotizzata per consentire a tutti i produttori di Asolo Prosecco di assecondare la forte domanda proveniente dal mercato». L’assemblea dei Soci sarà chiamata ad esprimersi domani, mercoledì 11 maggio.

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9,2 milioni di bottiglie di Champagne in Italia nel 2021

Nel 2021 le bottiglie di Champagne spedite in Italia sono state 9,2 milioni. Un incremento del 32,8% rispetto al 2020 e del 10,8% rispetto al 2019. A valore l’Italia raggiunge quota 200,1 milioni di euro e fa registrare una crescita del 36,3% sul 2020 e dell’11,3% sul 2019.

Nello scenario globale il mercato italiano si conferma il quinto mercato all’export per giro d’affari e il settimo a volume. Le spedizioni totali di Champagne nel 2021 ammontano infatti a 322 milioni di bottiglie, in aumento del 32% rispetto al 2020.

Il giro d’affari globale dello Champagne nel 2021 ha raggiunto un nuovo record con 5,7 miliardi di euro e una crescita del 36% rispetto al 2020 e del 14% rispetto al 2019. Il mercato francese è in crescita del 25% con quasi 142 milioni di bottiglie, tornando al livello del 2019. Le esportazioni continuano a crescere con un nuovo record a 180 milioni di bottiglie.

«Questo rimbalzo è una bella sorpresa per gli Champenois dopo un 2020 al -18% dato dalla chiusura dei principali luoghi di consumo e dall’assenza di eventi in tutto il mondo», commenta Maxime Toubart, presidente del Syndicat Général des Vignerons, co-presidente del Comité Champagne. Toubart si dichiara inoltre soddisfatto del «buon andamento del mercato nazionale».

Champagne: +32% delle vendite nel 2021

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Vino Nobile di Montepulciano 2021: voto e “stelle” alla vendemmia quando entrerà in commercio

Il voto espresso in “stelle” al Vino Nobile di Montepulciano 2021 sarà comunicato dal Consorzio di tutela quando l’annata entrerà in commercio, ovvero nel 2024. Si tratta della svolta decisa dall’ente del noto vino della Toscana, guidato da Andrea Rossi. Non resta che attendere, dunque, con la premessa che la vendemmia 2021 è stata più che buona. In commercio nel 2022 si potranno trovare il Vino Nobile di Montepulciano 2019 e la Riserva 2018.

LA VENDEMMIA DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO 2021

Il 2021 ha avuto un andamento meteorologico decisamente straordinario, sia in termini di piovosità, sia per alcuni picchi termici registrati in primavera. La piovosità totale annua è stata pari a 510 mm, valore decisamente basso. Circa il 25% meno della piovosità media annua della zona.

Relativamente alle temperature, i mesi che si sono discostati fortemente dalle medie del periodo sono stati marzo e soprattutto aprile, che hanno fatto registrare valori delle minime particolarmente bassi. In aprile, nella notte tra il 7 e l’8, le temperature notturne sono scese sotto lo zero per molte ore, raggiungendo nei fondivalle anche i -7°C, e arrecando criticità in fase di schiusura.

Il germogliamento è avvenuto tra il 28 marzo e il 27 aprile; la fioritura tra il 2 e il 15 giugno e l’invaiatura tra il 27 luglio e il 26 agosto. La vendemmia si è sviluppata tra la metà di settembre i primi di ottobre.

I vini del 2021, degustati dopo le fermentazioni malo-lattiche, presentano colori molto decisi, profumi intensi dominati da sentori di frutta matura e una notevole struttura caratterizzata da abbondante tannicità e buona acidità. A livello analitico si rilevano valori elevati di intensità e tonalità di colore, di alcool, di estratti e di polifenoli totali e livelli medi di acidità e pH.

LE PIEVI NEL DISCIPLINARE DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO 2021

Sono oltre 40 le aziende di Vino Nobile di Montepulciano che, a partire dalla vendemmia 2021, hanno selezionato una partita di Vino Nobile di Montepulciano atto a divenire “Pieve”. Circa 500 mila le bottiglie previste in uscita per la prima annata disponibile (la 2024), pari al 10% circa della produzione di Vino Nobile di Montepulciano.

Rispetto allo scorso anno, data di presentazione del disciplinare, dopo la delibera positiva da parte della Regione Toscana (primo step dell’iter), ora il Consorzio aspetta l’ok definitivo dalla Comitato Vini del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Nella giornata dedicata alla stampa sono state degustate le 12 Pievi al loro secondo anno di maturazione.

Lo studio storico della geologia e della geografia del territorio ha portato alla individuazione di 12 zone, definite nel disciplinare di produzione UGA (Unità geografiche aggiuntive), che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta.

Questo aspetto rappresenta l’identità del Vino Nobile di Montepulciano che guarda appunto al passato. La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall’epoca tardo romana e longobarda, nasce da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico e produttivo vitivinicolo.

In particolare la volontà del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica, che ha caratterizzato il territorio poliziano fino all’epoca moderna e che trova la sua eco anche nel catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo, che suddivideva il territorio in sottozone definite con il toponimo.

IL VINO NOBILE VALE UN MILIARDO DI EURO

Un miliardo di euro circa. È questa la cifra che quantifica il Vino Nobile di Montepulciano tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. Circa 65 milioni di euro è il valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che circa il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino.

Una cifra importante per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, circa 2.000 ettari sono vitati, ovvero il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. Di questi 1.210 sono gli ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano Docg, mentre 305 gli ettari iscritti a Rosso di Montepulciano Doc.

A coltivare questi vigneti oltre 250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori in tutto dei quali 75 associati al Consorzio dei produttori). Circa mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali.

Nel 2021 sono state immesse nel mercato 6,8 milioni di bottiglie di Vino Nobile (+21,4% rispetto al 2020) e 2,6 milioni di Rosso di Montepulciano (+6,4% rispetto al 2020).

IL MERCATO DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO

Il 2021 è stato un anno importante per il mercato del Vino Nobile di Montepulciano, rispetto a quello precedente caratterizzato dalle chiusure di ristoranti e ridimensionamento dell’export. Le vendite del Vino Nobile di Montepulciano nel 2021 hanno visto un incremento significativo del mercato interno.

Le esportazioni, che tuttavia restano il principale canale di sbocco, hanno fatto segnare un 70% (negli anni passati si era arrivati al 78%), mentre il restante 30% viene commercializzato in Italia. Continua la tendenza di crescita degli ultimi anni la vendita diretta in azienda che nel 2021 ha raggiunto il 30%.

Per quanto riguarda il mercato nazionale inoltre le principali vendite sono registrate in Toscana per il 40%. Al nord viene venduto il 34,4% (+20% rispetto al 2019). Per quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile con il 39% della quota esportazioni.

Il secondo Paese di riferimento è quello degli Stati Uniti, arrivando a rappresentare il 26% dell’export del Vino Nobile di Montepulciano (+4% rispetto al 2019). Successo anche per i mercati asiatici, balcanici ed extra Ue con oltre il 4% delle esportazioni.

Continua il trend di crescita del Canada che da solo vale il 4% delle esportazioni. Un dato davvero significativo è la fetta di mercato del Vino Nobile di Montepulciano a marchio bio. Nel panorama italiano vale il 42% delle vendite.

A livello internazionale rappresenta invece il 69%. Un dato che rispecchia anche la produzione biologica a Montepulciano. Più della metà dei soci del Consorzio è ormai biologico o in conversione. E va nella direzione della certificazione Equalitas.

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Colli di Luni Doc Vermentino 2021 Oro d’Isée, La Baia del Sole – Cantine Federici

Colli di Luni Doc, terra di mezzo tra la Liguria e la Toscana. È qui che nasce il Vermentino Oro d’Isée de La Baia del Sole – Cantine Federici. Un’etichetta da iscrivere tra quelle che meglio rappresentano il vitigno, su scala nazionale.

Un vino bianco che mostra, sin dal naso, l’approccio maniacale al Vermentino da parte di questa realtà famigliare con base a Luni, in provincia della Spezia. Selezione delle uve, macerazione in pressa a temperatura controllata per 24 ore e pressatura soffice sottovuoto, con utilizzo di solo mosto fiore, sono scelte enologiche precise, che premiano tipicità ed espressione del varietale.

Seguono il raffreddamento a 10 gradi centigradi, con decantazione naturale. E una fermentazione a temperatura controllata di 16- 17° per 15 giorni. L’ultimo segreto del Vermentino Oro d’Isée 2021 de La Baia del Sole – Cantine Federici è la sosta di 90 giorni sulle fecce fini. Il tutto, ça va sans dire, in solo acciaio.

Il nettare veste il calice di un giallo paglierino pieno, con netti riflessi dorati. Al naso è intenso ma finissimo, nel solco della migliore espressone semi-aromatica del Vermentino. Le note eleganti chiamano frutta a polpa bianca e gialla, pronta a farsi petalo e macchia mediterranea. La sosta prolungata sur lie dona concretezza e materia, senza rinunciare al garbo.

Una trama che si ripresenta al palato, tra la pienezza della frutta – dalle tinte tropicaleggianti – i ritorni freschi e speziati della macchia mediterranea e una sapidità a fare da spina vertebrale al sorso. Il finale è lungo, ancora una volta materico, polposo e “in cravatta”, asciutto.

L’abbinamento perfetto? Il pesce o il divano, con un buon libro, al termine di una lunga giornata di lavoro, specie durante le stagioni più calde dell’anno. In definitiva, un vino manifesto del Vermentino, questo Oro d’Isée 2021 de La Baia del Sole – Cantine Federici.

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Morellino di Scansano: 9,2 milioni di bottiglie nel 2021, ma la domanda supera l’offerta

La domanda di Morellino di Scansano Docg supera l’offerta con una produzione di 9,2 milioni di bottiglie, circa il 7% in più rispetto al 2019. Sono alcuni dati che fotografano l’attuale situazione della nota denominazione toscana.

L’indagine, condotta da LT Wine & Food Advisory per il Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano, ha preso in esame alcuni dei principali indicatori che evidenziano una denominazione molto dinamica, che continua costantemente a migliorare il posizionamento dei suoi vini in tutti i canali di distribuzione nei quali è presente.

Il Morellino di Scasano Docg – commenta Alessio Durazzi, direttore del Consorzio Tutela Morellino di Scansano – evidenzia da alcuni anni un trend di crescita grazie alla strategia messa a punto dal Consorzio per consolidare il valore e la qualità della denominazione. Sono in costante aumento le vendite, con indicatori molto positivi per la nostra base produttiva».

I 9,2 milioni di bottiglie prodotti hanno un valore alla produzione di circa 51 milioni di euro, distribuite per l’80% in Italia e per la restante quota principalmente in paesi come Stati Uniti d’America, Germania, Belgio e Svizzera.

I CANALI DEL MORELLINO DI SCANSANO DOCG

Nei canali di distribuzione moderna il Morellino di Scansano emerge non solo per crescita dei volumi, +5,3%, ma anche a valore, +6,7% grazie ad un incremento del prezzo medio dell’1,2%. Notizie positive arrivano anche dal canale Horeca, all’interno del quale spicca l’ottimo posizionamento, sia in Italia che all’estero, con una presenza sempre maggiore nelle carte dei vini dei ristoranti.

Ottimo, infine, è anche l’andamento del vino sfuso, con il prezzo per ettolitro del Morellino di Scansano Docg in continua ascesa a partire dal 2019. A gennaio 2022 si è registrato un aumento del 47% con un valore di 330 euro per ettolitro.

Il valore dello sfuso – commentava a winemag.it Alessio Durazzi durante Wine Paris 2022 – è un indicatore molto importante. Siamo passati dai 170, 180 euro all’ettolitro del 2016 a cifre di scambio che variano dai 300 ai 350 euro ad ettolitro. Abbiamo superato Denominazioni importanti.

Il Consorzio sta gestendo la Denominazione, tutelando il territorio in termini di valore. La richiesta cresce, ma non dobbiamo lasciarci ingolosire da questa crescita. Il nostro lavoro è proprio questo: gestire la Docg».

«Non possiamo che essere soddisfatti dei risultati emersi da questa indagine – aggiunge Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio Tutela Vini Morellino di Scansano. La costante crescita di interesse verso i vini del nostro distretto produttivo è evidente.».

«Dobbiamo continuare lungo questo percorso – conclude il massimo rappresentante del Consorzio della Docg toscana – che consolida il posizionamento dei vini della nostra denominazione, attraverso lo sviluppo di un’identità sempre più legata al territorio, alla sua storia ed alla consapevolezza di essere sempre più una delle denominazioni di riferimento in Toscana».

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Amarone superstar del 2021: cresce e traina la Valpolicella

Ultimo anno da incorniciare per il vino in Valpolicella e, in particolare, per l’Amarone. Una crescita in doppia cifra in tutti gli aspetti chiave. È quanto emerge dall’outlook 2021 del Consorzio tutela vini Valpolicella. Cresce di poco il vigneto, ora a 8.573 ettari (+2%). E aumenta significativamente la produzione (+8,6% sul 2020).

Ma arriva soprattutto dal mercato il dato più eclatante, con un risultato sulle vendite che registra un incremento di oltre il 16% sul 2020, in linea con la crescita complessiva dell’imbottigliato (+15,3%).

Secondo l’indagine compiuta da Nomisma Wine Monitor su un campione di imprese rappresentativo del 50% della produzione imbottigliata, il rimbalzo che si è registrato lo scorso anno ha interessato in particolare la domanda italiana. Lo scatto rispetto al 2020 è del 31% a valore. L’export è in crescita dell’8% anche grazie ad un incremento del prezzo medio.

«Tale discrasia nelle performance delle imprese – evidenzia il Consorzio – discende dagli impatti della pandemia e dalle restrizioni di natura sanitaria che avevano portato le vendite 2020 dei vini della Valpolicella a registrare un calo di quasi il 10% sul mercato nazionale rispetto al 2019».

VINI DELLA VALPOLICELLA: AMARONE SUPERSTAR DEL 2021

La miglior performance la fa segnare l’Amarone, protagonista di un autentico boom di vendite (+24%) ben oltre la media nazionale sia nelle esportazioni (+16%) che soprattutto in Italia, dove segna un +39% a valore.

Per il re della Valpolicella, il cui prodotto prende la strada per l’estero per oltre il 60% delle bottiglie vendute, i top mercati sono stati Canada, Stati Uniti e Svizzera, seguiti a ruota da Regno Unito e Germania.

Il trend nelle singole piazze vede in forte crescita la domanda dei Paesi anglosassoni, con Usa a +27%, Canada a +22% e Uk a +18%. Sopra la media anche le vendite in Germania e nel sempre più consolidato Benelux, entrambi a +17%.

IL COMMENTO DEL CONSORZIO

«I risultati presentati oggi – spiega il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini – confermano l’ottimo stato di salute di una denominazione che ha saputo reagire nel migliore dei modi all’emergenza».

Il lavoro però non è finito, soprattutto relativamente alla promozione del nostro vino identitario. Per questo valore, qualità e rilancio del Valpolicella saranno al centro della politica del Consorzio anche per quest’anno».

«Il forte rimbalzo delle vendite sul mercato nazionale – aggiunge Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor – sposta leggermente in basso il grado di propensione all’export dei vini della denominazione, che si assesta sul 61% del fatturato totale contro il 69% del 2020».

Stati Uniti, Cina e altri Paesi del Sud-Est Asiatico come Corea del Sud, Vietnam e Tailandia sono i mercati esteri che, a detta dei produttori, mostreranno le migliori prospettive di crescita per i vini della Valpolicella nei prossimi anni.

VALPOLICELLA RIPASSO IN SCIA

Bene, sempre secondo il focus commissionato dal Consorzio, anche il Valpolicella Ripasso che chiude l’anno a +15%, complice anche qui l’exploit sul mercato interno (+34%; dato che si alza al +43% per le piccole imprese).

Il tutto a fronte di una variazione più timida dell’export (+5%) e di un prezzo medio sostanzialmente stabile. Il Canada domina la domanda, con il 22% del totale delle vendite a valore. Seguono Svezia, Regno Unito e una Germania cresciuta del 44% nell’import di Ripasso in un solo anno.

Aumenti importanti anche per Usa (+24%) e Danimarca (+19%), mentre si riducono gli acquisti in Norvegia dopo la forte crescita che si era registrata nel corso del 2020. Meno luminoso il quadro per il Valpolicella, che chiude a +1,2% a valore (+3% a volume).

Anche in questo caso l’Italia registra un segno positivo (+9%, con le piccole aziende a +29%), mentre l’export frena a -4%. Le maggiori richieste arrivano ancora una volta dal Canada, con oltre un terzo degli ordini. Seguono Usa e Benelux. In netta crescita la Russia, che fa segnare un +31%.

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