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Terre Sicane Wine Fest in scena il 29 agosto a Contessa Entellina

In scena sabato 29 agosto l’edizione 2020 del Terre Sicane Wine Fest, a Contessa Entellina. Ad ospitare l’evento enogastronomico che punta a valorizzare il territorio e i vini delle Terre Sicane, sarà l’Abbazia di Santa Maria del Bosco.

L’apertura dei banchi di assaggio è prevista per le ore 18.30. In virtù delle restrizioni e delle ordinanze emanate dal Governo, gli ingressi saranno contingentati. Risulta quindi fondamentale prenotare, inviando una mail all’indirizzo terresicanewinefest@gmail.com.

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Approfondimenti

Vendemmia 2020, Confagricoltura Toscana: “Bene in vigna, male in banca”

“Un’altra annata buona, possiamo anche azzardare a dire ottima, ma la situazione economica delle aziende è invece preoccupante”. Questo il commento Francesco Colpizzi, presidente della Federazione Vitivinicola di Confagricoltura Toscana, in merito alla vendemmia 2020 in Toscana.

La qualità delle uve dipenderà dall’andamento climatico dei prossimi 40 giorni, con una produzione – secondo le prime proiezioni – inferiore del 10% rispetto allo scorso anno.

La raccolta è già iniziata per alcune varietà precoci e i primi segnali sono positivi. La temperatura e le piogge sono state regolari e hanno favorito la buona maturazione delle uve. Non abbiamo riscontrato stress fisiologici, direi che le premesse sono più che positive”.

In ogni caso, non mancano le preoccupazioni. “Il problema principale è la liquidità delle aziende – spiega Colpizzi – Nel decreto Cura Italia è prevista una forma di finanziamento che mette a  garanzia i vini presenti in cantina”.

Lo strumento ci sembrava finalmente  snello e intelligente, ma  fa rabbia che gli uffici ministeriali non abbiano emanato i decreti attuativi a distanza di mesi, rendendo di fatto la misura inutile. Una beffa che sta danneggiando tantissime aziende”.

A subire i colpi del lockdown sono soprattutto le attività che non lavorano con la Grande distribuzione, ma con ristoranti e locali che hanno azzerato le vendite nei periodi da marzo a maggio e che tuttora sono in difficoltà nelle città d’arte.

Da giugno però si registrano  segnali di ripresa,  con aumenti delle vendite vicine al 30% che non compensano le perdite sofferte, ma lasciano sperare positivamente.

Ma è un anno particolare, il cui andamento sarà valutabile solo alla fine considerato il clima di incertezza. Di certo – aggiunge Colpizzi –  la decisione degli Usa di non introdurre i dazi per i vini italiani è stata più che positiva, considerando che la Toscana esporta circa il 30% dei suoi vini negli Stati Uniti”.

Ciò che non cambia mai, sono i danni da ungulati. “Ormai non parliamo più di emergenza, ma di danno strutturale con cui gli agricoltori devono fare i conti ogni anno. Manca la volontà politica di risolvere il problema e questo vuoto colpevole costa ogni anno anche un decimo della produzione. È necessario intervenire, non sappiamo più come dirlo all’amministrazione regionale”.

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eventi news ed eventi

Montefalco e i suoi “Abbinamenti”: la festa del vino e della gastronomia è in Umbria

L’Umbria si prepara ad Abbinamenti evento dedicato ai vini del territorio di Montefalco e Spoleto, tra gastronomia d’eccellenza, musica dal vivo, appuntamenti con l’arte, cultura del buon vivere, degustazioni, laboratori ed iniziative in cantina al calar del sole, dal 18 al 20 settembre a Montefalco (PG).

Il borgo famoso come “Ringhiera dell’Umbria” ospiterà un banco con oltre 20 cantine al Chiostro Sant’Agostino. Sicurezza e rispetto delle misure anti Covid-19 garantite, grazie all’accesso in fasce orarie della durata massima di un’ora e mezza, contingentato e su prenotazione disponibile dal 1° settembre sul sito web del Consorzio vini Montefalco.

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Cantine e Ospitalità news news ed eventi

Cantine e ospitalità in Puglia: 10 proposte da Foggia a Lecce, passando per Taranto

Dal camping a bordo spiaggia al fascinoso relais, il passo è breve nel Sud Italia. Le cantine che offrono ospitalità in Puglia costituiscono l’ottava tappa del tour di WineMag.it tra le migliori mete per le vacanze 2020 (d’estate e non solo) all’insegna del turismo di prossimità.

Dopo Oltrepò PaveseLazioCampaniaEmilia RomagnaAbruzzo e Sicilia, con il focus sull’Etna, ecco la rassegna delle migliori soluzioni per godere del trinomio vino, relax e gastronomia in Puglia, una delle regioni più rappresentative del Bel paese sul fronte dell’enoturismo.

A farla da padrona è la provincia di Taranto, terra del Primitivo di Manduria, ma non mancano le proposte anche in provincia di Foggia, a un passo dal Gargano, e in provincia di Lecce, tra cui spicca l’imperdibile areale di Gallipoli.

PROVINCIA DI FOGGIA

Alberto Longo – Masseria Celentano Relais Agriturismo

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La cantina di Lucera dell’imprenditore Alberto Longo, al Km 4 della Sp 5, merita di per sé una visita con annessa degustazione. All’ampia offerta di vini di qualità, Longo abbina un’intrigante proposta di ospitalità: Masseria Celentano, nella vicina San Severo (FG).

Cinque camere e una suite, per l’esattezza, con annesso ristorante. Situata nel cuore del Tavoliere delle Puglie, la Masseria Celentano conserva intatto il fascino tipico della masseria del ‘600. Le volte a vela delle camere, le travi in legno delle mansarde, il camino in mattoni che domina la sala ristorante, sono segni tangibili di una storia lunga oltre quattro secoli.

A un’idea di ospitalità all’insegna del relax, il “marinaio” Alberto Longo ha pensato di accostare un’esperienza per gli amanti della barca. Si tratta di “Seathink”, un modo per scoprire il nord della Puglia, lungo le coste del Promontorio del Gargano, fino alle Isole Tremiti (Peschici, Tremiti, Vieste, Pugnochiuso, Baia della Zagare, Mattinata e Rodi Garganico).

Il tour dura una una settimana, da sabato a sabato. In caso di maltempo, viene inserita nell’itinerario una visita a Monte Sant’Angelo, sede di due siti riconosciuti Patrimonio Unesco; le tracce longobarde nel Santuario di San Michele Arcangelo e le faggete vetuste della “Foresta Umbra”. L’avventura in mare, ovviamente, prevede la degustazione dei vini dell’azienda Alberto Longo.

Alberto Longo – Masseria Celentano Relais Agriturismo
S.P. 20 km 8,00
71016 San Severo (FG)
Tel. +39 0881 539080 / +39 340 3825932 / + 39 0881 539200
Email: info@masseriacelentano.cominfo@albertolongo.it


PROVINCIA DI TARANTO

Tenute Motolese – Agriturismo Masseria Rosario

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Situata a Grottaglie, a 37 km da Martina Franca, l’Agriturismo Masseria Rosario offre la possibilità di godere dell’Alto Salento e del suo clima accogliente. Le singole unità sono dotate di pavimenti piastrellati, cucina completamente attrezzata con frigorifero, zona pranzo, tv a schermo piatto con canali satellitari e bagno privato con bidet e asciugacapelli.

A disposizione degli ospiti, un piano cottura e una macchina da caffè. Attorno alla Masseria sono presenti numerosi percorsi ciclabili. Nelle Tenute Motolese si organizzano degustazioni e visite aziendali, alla scoperta dalle etichette di vino della cantina, dei vigneti e gli oliveti ultrasecolari.

Tenute Motolese – Agriturismo Masseria Rosario
Sp 83 Grottaglie-Monteiasi
74023 Grottaglie (TA)
Tel.  +39 099 5661533
Email: info@motolese.it


Vini Bosco – Masseria Bosco Relais Terre di Terre

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“Un ambiente cordiale e accogliente dove l’ospite è di casa già dal primo momento, il posto ideale per godere in tutta tranquillità dei colori e dei sapori della Puglia: l’amicizia, la simpatia, la festa e una cucina antica e ricercata”.

Basterebbe questa presentazione per farsi convincere a soggiornare a Masseria Bosco, trasformata in un struttura ricettiva. Nello spazio dedicato un tempo alla conta delle pecore è stata ricavata una rilassante piscina.

All’esterno dell’atrio si può osservare un tratto della antica mulattiera che conduceva ad Erchie e ad Oria e l’aia dove un tempo, con la ‘pisara’ (grossa pietra trainata dal mulo), si sgranavano le spighe e con ‘lu intulaturu’ (l’attrezzo per “dare al vento” il grano) si separavano i chicchi di grano dalla pula.

Ben 12 stanze, tra cui suites, alcune delle quali dotate di terrazze con vista. Camere e suites sono composte da camera da letto, bagno e corredate di aria condizionata, phon, tv satellitare, cassaforte, minibar e telefono, internet WiFi.

Diverse le tipologie degli ambienti. L'”Albergo”, al primo piano, è costituito da suites e camere per il soggiorno degli ospiti. La “Breakfast room”, adibita anticamente a deposito di paglia e fieno, ora ospita la sala per la prima colazione.

Spazio infine per la proposta legata alla “Ristorazione”: dove un tempo c’era la vecchia stalla, ora è sorta una sala ristorante dove vive la tradizione della rinomata cucina pugliese. Particolarità della sala è il vecchio forno, che serviva in origine a riscaldare gli ambienti. Oggi ospita una piccola sala per 10 persone: il privée.

Vini Bosco – Masseria Bosco Relais Terre di Terre
Strada Provinciale 143, Km 1
74020 – Avetrana (TA)
Tel. +39 099 970 4099
Email: info@masseriabosco.it


Vini Bosco – Masseria Strazzati

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A circa 2 chilometri a nord di Avetrana e a circa 500 metri da Masseria Bosco Relais Terre di Terre, in una località di certo archeologico per il ritrovamento di un ricco deposito di asce in bronzo, sorge Masseria Strazzati.

L’epoca di costruzione della masseria risale agli inizi del XVII secolo e si presume che l’evoluzione delle strutture aggiunte in epoche successive a quella originale abbiano completamente mutato la planimetria della masseria originaria.

Il complesso è composto di due piani: al piano superiore l’abitazione padronale; al piano inferiore alcuni vani, forse destinati ad abitazione del nucleo originario dei Padri Scolopi, adiacenti alla cappelletta. Per diversi locali è stato impossibile il recupero. Per tutti gli altri, l’ambientazione ha un fascino unico e secolare.

Vini Bosco – Masseria Strazzati
Strada Provinciale 143, Km 1
74020 – Avetrana (TA)
Tel. +39 099 970 4099
Email: info@masseriabosco.it


Masseria Cuturi 1881

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Il paesaggio pugliese, le sue meravigliose spiagge, un bosco incontaminato di lecci e macchia mediterranea e un ambiente tranquillo per una vacanza rigenerante. È quello che garantisce un soggiorno a Masseria Cuturi 1881, a Manduria.

Sei camere confortevoli, arredate con sobrietà ed eleganza, dotate di tutti i comfort, con affaccio sul vigneto e sull’oliveto. A pochi chilometri di distanza dalla masseria, la possibilità di fare attività fisica nel bosco de Li Cuturi o rilassarsi in spiaggia.

È anche possibile richiedere una degustazione dei vini della cantina, fare bike tour, yoga e prenotare massaggi rilassanti. Un’esperienza, garantiscono i titolari, capace di accendere i 5 sensi.

Masseria Cuturi 1881
Strada Provinciale 137
74020 Manduria (TA)
Tel: +39 327 541 3956 – +39 349 789 9985
Email: amministrazione@masseriacuturi.com


Trullo di Pezza – Manduria Vinilia Wine Resort

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Il Castello etico e l’idea di turismo pop culture. Contaminazioni. Cultura e identità. Tradizione e domotica applicata. È una visione moderna di turismo quella che si declina al Vinilia Wine resort della cantina Trullo di Pezza, storia del sogno di due sorelle, Marika e Simona Lacaita.

Vinilia è un Castello, un’antica dimora datata inizi del ‘900, quando era destinata ad essere la residenza estiva della nobile famiglia Schiavone. Oggi, dopo un’attenta e raffinata attività di restauro conservativo, è un punto di riferimento per l’accoglienza e per un’autentica esperienza nella terra del Primitivo.

Il piano terra, una volta destinato a deposito dei mezzi di famiglia, coperto da un sistema di volte che raggiunge i 7 metri di altezza, è stato trasformato in un’elegante ma informale salone, destinato all’accoglienza e al relax degli ospiti.

L’area reception è arredata con un enorme desk realizzato recuperando l’originale portone in ferro dell’antica struttura e da una serie di sedute originali pugliesi dei primi del ‘900 ravvivate da inusuali tappezzerie sartoriali. Completano gli ambienti una moderna cucina e un wine bar con saletta degustazione.

Vinilia dispone di 18 camere, ognuna con un’atmosfera esclusiva. Nelle diverse stanze i letti in tufo si alternano a quelli in ferro ed in legno realizzati da artigiani locali. Lo stile passa dal minimalismo più rigoroso al déco, secondo una logica di accostamenti inusuale ed irriverente.

Ciliegina sulla torta è “Casamatta”, il ristorante gourmet a cura dello chef Pietro Penna, capace di assicurare un’esperienza gastronomica in una cornice suggestiva. Casamatta Restaurant è Stella Michelin 2020, nonché la sfida enogastronomica più articolata di questo pezzo di Salento, dove la cucina gourmet non è solita abbracciare la tradizione locale.

Trullo di Pezza – Manduria Vinilia Wine Resort
Contrada Scrasciosa snc
74024 Manduria (TA)
Tel: +39 099 990 8013
Email: info@viniliaresort.com


Cantina Coppola 1489 – Camping La Vecchia Torre

In sintesi? “Un luogo dove fermarsi e dove tornare”. Nato nel 1967 da una intuizione dell’ingegner Niccolò Coppola, il Camping Village La Vecchia Torre fa della cinquantennale esperienza nel campo dell’accoglienza turistica il suo punto di forza.

La collocazione diretta sul mare rende la struttura unica offrendo la possibilità di utilizzare la spiaggia riservata agli ospiti, distante solo pochi passi da qualsiasi posizione o alloggio. È situato sulla litoranea nord, a pochi chilometri da Gallipoli che è là sullo sfondo, distesa sul mare, con la bellezza scritta nel suo nome. Dotato di market, edicola, bar e ristorante.

Cantina Coppola – Camping La Vecchia Torre
SP 108 Gallipoli – S. Maria al Bagno
Gallipoli (LE), 73014 Italy
Tel. +39 0833 209083
Email: info@lavecchiatorre.it


Cantina Coppola – Camping La Masseria

Il Camping la Masseria, fondato nel 1980 da Carlo Antonio Coppola, è un’oasi sul mare, nella quiete della campagna, a due passi dalla città di Gallipoli. La famiglia Coppola è da oltre cinquant’anni dedita all’ospitalità in una location in cui l’attenzione per l’ambiente e la sostenibilità si uniscono all’innovazione e al concetto di vacanza confortevole.

Meta ideale per le famiglie con bambini, la struttura si compone della zona campeggio con ampie piazzole per tende, camper e roulotte, e di quella “villaggio”, con bungalow in muratura e mobil home di moderna generazione. Al suo interno una grande piscina, un attrezzato parco giochi, spazi dedicati allo sport, il market e il ristorante.

Cantina Coppola – Camping La Masseria
Via tenuta di torre sabea
73014 Gallipoli (LE)
Tel. 0833 202295
Email: info@lamasseria.net


Cantina Coppola – Dimora Li Cuti e B&B Tenuta Doxi

Dimora Li Cuti è un’antica villa risalente alla fine dell’Ottocento, con ampio cortile, situata nella tenuta Li Cuti, da cui prende il nome, di proprietà della famiglia Coppola dal 1489. Si tratta dell’anno in cui Orsino Coppola sposò Laura Cuti. La struttura, circondata dallo storico vigneto e da rigogliosa vegetazione, è situata in agro di Sannicola, zona di produzione della Doc Alezio, a circa 7 Km da Gallipoli.

Cantina Coppola – Dimora Li Cuti
73017 Sannicola (LE)
Tel. +39 0833.518260
Email: info@dimoralicuti.it

Tenuta Doxi, che prende il nome dalla nobile famiglia gallipolina imparentata con i Coppola, sorge in uno dei più antichi appezzamenti agricoli della Cantina Coppola 1489, nel cuore dell’omonima tenuta. Circondata  da frutteti e vigneti, ristrutturata in stile retrò, elegante ed essenziale, è un’oasi di pace  a pochi chilometri da Gallipoli e dalle sue spiagge.

Cantina Coppola – B&B Tenuta Doxi
Sp 194, 73017 Sannicola (LE)
Tel. +39 340 3660378
Email: info@tenutadoxi.it

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Esteri - News & Wine

Covid-19, Sudafrica: industria del vino sul piede di guerra per divieto vendita alcolici

Continua il braccio di ferro tra l’industria del vino e il governo del Sudafrica. Per limitare l’abuso e il consumo di alcol, considerato d’ostacolo alle cure contro Covid-19, il presidente Cyril Ramaphosa ha introdotto alla fine di marzo 2020 il divieto di vendita di bevande alcoliche in tutto il Paese. Nel mirino anche la vendemmia 2020 e le esportazioni, poi riattivate da Pretoria su pressione delle associazioni di categoria.

“L’industria del vino sudafricana, incluso il turismo del vino, è in uno stato di disastro – denuncia Rico Basson (nella foto, sotto) amministratore delegato dell’ente dell’industria vinicola Vinpro – è necessario un intervento urgente, altrimenti una delle industrie agricole più antiche del paese non sopravviverà”.

Molte aziende vinicole hanno già chiuso a causa delle restrizioni commerciali precedenti e attuali, e il resto del settore semplicemente non sopravviverà al prolungarsi del divieto di alcol, lasciando decine di migliaia di dipendenti senza alcun reddito, possibilità o speranza”.

L’industria del vino sudafricano è favore “a riaprire il commercio interno e la distribuzione con tutte le norme di salute e sicurezza necessarie, concentrandosi sul cambiamento dei comportamenti in merito alla produzione, promozione, commercio e consumo responsabili”.

Una posizione che trova d’accordo, a livello istituzionale, il governo del Western Cape, il Capo Occidentale del Sudafrica, che ha chiesto “la riapertura sicura di tutte le attività commerciali e la vendita interna di alcolici, insieme a interventi mirati”.

Il premier locale, Alan Winde, è convinto che questa sia una soluzione ottimale: “Fintanto che il Western Cape può garantire l’accesso alle strutture sanitarie per tutti i pazienti con Covid-19, il divieto temporaneo di vendita di alcol dovrebbe essere revocato immediatamente, in concomitanza con l’implementazione di interventi intelligenti per frenare gli impatti negativi dell’alcol nel medio-lungo termine”.

Vinpro prosegue dunque le trattative con il governo centrale avviate sin da marzo 2020: in discussione, all’inizio del lockdown, erano state messe anche le operazioni legate alla vendemmia, ormai alle porte.

“Da quando è stato annunciato lo stato di crisi e l’intero Paese è stato completamente bloccato – sottolinea ancora Rico Basson di Vinpro – abbiamo negoziato con il governo per consentire all’industria del vino di completare la vendemmia 2020 e quindi di consentire le esportazioni e il commercio interno”.

Comprendiamo la gravità della situazione allora e adesso e abbiamo sostenuto e ancora sosteniamo gli sforzi del governo per salvare vite umane. Ci impegniamo al contempo a garantire che l’industria del vino aderisca a tutte le normative, con le informazioni e i protocolli di sicurezza necessari”.

“Salvare vite umane, tuttavia – continua Basson – deve essere in attento equilibrio con il salvataggio dei mezzi di sussistenza delle persone. Il vino è un prodotto agricolo, è stagionale, il che significa che le viti non aspettano che vengano tolte le restrizioni commerciali prima di produrre uva”.

In Sudafrica risultano quasi 300 milioni di litri di vino in eccedenza, in giacenza della cantina. “Molti potrebbero non avere spazio per il nuovo raccolto. La situazione è disastrosa”, denuncia Basson.

“Anche per questo motivo Vinpro, insieme al resto della filiera – annuncia l’ad dell’associazione di categoria sudafricana – ha lavorato per stabilire un nuovo patto sociale che perfezioni soluzioni a breve, medio e lungo termine e interventi mirati alle sfide sociali legate all’abuso di alcol e al suo impatto nel settore sanitario”.

“In qualità di custodi dell’industria vinicola sudafricana, ci sforziamo di garantire il futuro della nostra industria per le generazioni a venire. Scegliamo quindi di lavorare con il governo su soluzioni che stabilizzeranno il settore in questo momento, lo ricostruiranno a medio termine e faranno crescere il settore a lungo termine”.

L’industria del vino del Paese africano ha richiesto e analizzato i dati empirici su cui è stata formulata la decisione di divieto di vendita del vino e delle altre bevande alcoliche.

Vinpro ha proposto e accettato una serie di condizioni che sarebbero servite come prerequisiti per revocare il divieto, inclusi impegni su progetti di sostegno del sistema sanitario, azioni di marketing e promozione sulle conseguenze dell’abuso di alcol, nonché la creazione di un “pool” che sorvegli sull’attuazione delle norme a breve, medio e lungo termine.

“Un patto sociale è un accordo tra varie parti, non una decisione unilaterale. È un dare e avere. Al momento siamo frustrati dalla mancanza di impegno da parte del governo sui prossimi passi d’azione”, denuncia Rico Basson.

Nuove decisioni del governo sono attese dal 15 agosto, una data che potrebbe rivelarsi decisiva per le sorti future dell’industria del vino del Sudafrica. Secondo stime di Vinpro, il divieto iniziale di nove settimane sulle vendite locali e il divieto di cinque settimane sulle esportazioni comporteranno il fallimento di oltre 80 aziende vinicole e 350 produttori di uva da vino.

Una tragedia che si ripercuote sull’occupazione, con la potenziale perdita di oltre 21 mila posti di lavoro in tutta la filiera. Cifre che potrebbero salire drasticamente nei prossimi 18 mesi, qualora il divieto di consumo di vino e bevande alcoliche non fosse eliminato in Sudafrica.

Come sottolinea il presidente di Vinpro, Anton Smuts, l’industria del vino sudafricano è dominata da piccole imprese – il 40% degli agricoltori produce meno di 100 tonnellate di uva e un ulteriore 36% meno di 500 tonnellate – di cui la maggioranza “non dispone di finanziamenti temporanei sufficienti per ovviare alle mancate vendite e all’attuale siccità finanziaria”.

“La viticoltura – continua Smuts – è una delle industrie agricole più antiche del Sudafrica, le nostre uve sono coltivate da 2873 agricoltori e dai loro 40 mila dipendenti e i nostri vini sono prodotti da enologi esperti e dai loro assistenti nelle nostre 533 cantine, con molti più fornitori di input e fornitori di servizi nel la catena del valore dipende dalla riapertura del mercato”.

Per ogni posto di lavoro in un’azienda agricola, vengono creati altri 10 posti di lavoro nel resto della catena del valore. Siamo stufi della situazione. Il divieto è servito allo scopo e dovrebbe essere revocato immediatamente”. 

L’ad Basson ricorda inoltre che “l’industria del vino comprende che la situazione attuale rimane estremamente complessa, ma a causa del calo del tasso di contagi nel Western Cape e in altre province, l’aumento della capacità negli ospedali e le proposte concordate, non c’è assolutamente alcun motivo per mantenere l’attuale divieto di vendita di vino in atto”.

Quando è troppo è troppo – conclude – anche perché, pensandoci razionalmente, il divieto non ha più senso. Abbiamo fatto del nostro meglio per salvare vite umane. Ora è giunto il momento di salvare i mezzi di sussistenza delle persone che lavorano e dipendono dall’industria del vino sudafricana”.

 

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Approfondimenti

Vendemmia 2020 in Sicilia, il Consorzio: “Ottima annata per Grillo e vini rossi”

Si preannuncia un’ottima annata per il Grillo e per i vini rossi in Sicilia, dove la vendemmia 2020 è iniziata da pochi giorni. Lieve calo di produzione per il Nero d’Avola. Le stime di inizio raccolta, per i produttori del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, fanno prevedere un bilancio positivo grazie alle condizioni meteorologiche finora ottimali e alla dedizione al lavoro dei 8.300 viticoltori della Denominazione Doc Sicilia che conta su 25 mila ettari di vigneti rivendicati.

“La Sicilia è una delle regioni italiane tra le maggiori produttrici di vino: nel 2019 abbiamo ottenuto minori quantità ma vini di ottima qualità; sappiamo di avere potenzialità più elevate dato che abbiamo il vigneto più grande d’Italia”, evidenzia Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia.

È utile ricordare che nel 2019 la Doc Sicilia ha prodotto 95 milioni di bottiglie. E che negli ultimi mesi, a causa della pandemia che ha colpito tutto il mondo, il calo delle vendite ha interessato anche i vini italiani. La Doc Sicilia è stata colpita in maniera minore e già da luglio ha ripreso la sua corsa”.

LE VOCI DAL TERRITORIO

  • Maurizio Maurizi, enologo, vigneti in provincia di Agrigento

“Nella zona di Sambuca di Sicilia la raccolta del Pinot grigio è iniziata mercoledì 5 agosto. La vendemmia proseguirà con le varietà Chardonnay e Pinot nero e terminerà a metà settembre con Cabernet e con le uve in appassimento”.

La raccolta è stata avviata con un anticipo di dieci giorni rispetto allo scorso anno: è un dato che rispetta la media degli ultimi cinque anni. Prevediamo un calo di produzione del 10 per cento rispetto allo scorso anno. C’è una diminuzione di quantità di grappoli a causa della primavera più umida rispetto a quella del 2019. La qualità resta alta: prevediamo una gran bella vendemmia anche perché stiamo irrigando le vigne in questi giorni di inizio agosto”.

“Non ci sono problemi di sanità delle uve: un vigneto testimone ha subìto un po’ di pressione per le condizioni atmosferiche, ma grazie agli interventi dei viticoltori le uve sono sane. Il caldo di inizio agosto non sta avendo influenza sulle uve precoci. Per quanto riguarda i rossi è ancora presto per fare previsioni dettagliate ma pensiamo ad un bilancio favorevole”, conclude Maurizi.

  • Filippo Buttafuoco, agronomo, vigneti nella zona di Menfi.

“A Menfi, nell’Agrigentino, si è iniziato il 30 luglio col Pinot Grigio e dal 3 agosto con Chardonnay, Moscato e Sauvignon blanc. Si prospetta una vendemmia eccellente, con una quantità del 15 per cento di uve in più, sia per i bianchi sia per i rossi. Nella zona di Menfi il clima è stato ottimo anche in relazione alle temperature calde”.

A livello qualitativo ci sono uve sane, perfette grazie al mix di suoli, clima e tecniche colturali come la potatura e la difesa da eventuali malattie. La vendemmia nella zona di Menfi, secondo le previsioni, durerà fino alla prima decade di ottobre. L’ultimo vitigno da vendemmiare sarà il Grecanico dorato”.

  • Filippo Paladino, Cda Doc Sicilia, vigneti della fascia costiera in provincia di Trapani.

“Lungo la fascia costiera della provincia di Trapani la raccolta appena iniziata lascia prevedere un bilancio positivo dal punto di vista quantitativo, con una perfetta maturazione delle uve ottenuta da chi ha messo in pratica i giusti interventi sui vigneti. La qualità si preannuncia eccezionale”.

Fin da maggio la crescita delle piante è avvenuta in maniera corretta, e anche se le piogge intense registrate a giugno hanno esposto le vigne ad una maggiore pressione fitosanitaria, i trattamenti tempestivi adottati dagli agricoltori hanno consentito di difendere le piante, garantirne lo sviluppo regolare e una crescita consistente, e ottenere le migliori condizioni per una buona maturazione delle uve”.

“Il caldo registratosi nella settimana di fine luglio, con una temperatura che ha raggiunto i 35-38 gradi, ha anticipato di qualche settimana l’inizio della vendemmia di Pinot grigio, Chardonnay, Moscato e delle basi di spumante di Nero d’Avola e Grillo. Tutti i vigneti, in definitiva, stanno bene”.

  • Gaspare Baiata, Cda Doc Sicilia, vigneti versante nord in provincia di Trapani.

“Nel versante nord della provincia di Trapani, i cui territori comprendono anche Marsala e Mazara, si prevede un calo fisiologico del 10 per cento di raccolta a cui va aggiunto un 10 per cento in meno per la vendemmia verde. Il 3 agosto è stato il primo giorno di vendemmia, le condizioni meteorologiche sono state favorevoli”.

La qualità delle uve è buona: il Pinot Grigio, il Viognier e lo Chardonnay hanno grappoli in salute. Anche il Grillo, la cui raccolta inizierà intorno al 20 agosto, ha le stesse caratteristiche: si prevede un lieve calo di quantità e una buona qualità”.

  • Alberto Tasca, Cda Doc Sicilia

“Il gran caldo si sta attenuando, le piogge sono state fantastiche e le previsioni del tempo sembrano favorevoli per la maturazione delle uve che al momento sono sane. Come tutte le vendemmie viviamo giorno dopo giorno, però possiamo dire che la panoramica dai vitigni siciliani è omogenea e lascia prevedere un bilancio positivo”.

  • Laurent Bernard De La Gatinais, Cda Doc Sicilia e presidente di Assovini, vigneti zona Alcamo.

“L’inizio della raccolta nella zona della Doc Alcamo è prevista intorno al 10 agosto. Negli anni scorsi si è anticipato o slittato al massimo di una settimana rispetto a tale data. Le ultime campionature effettuate evidenziano un buono stato di salute delle vigne: la qualità si presenta ottima mentre si prevede una lieve diminuzione di quantità”.

L’aspetto positivo della vendemmia siciliana è che la raccolta dura quasi due mesi il che, in condizioni meteo normali, ci permette di raccogliere man mano ogni cultivar che arriva a maturazione. Ma, come ogni previsione impone, è meglio non sbilanciarsi troppo.

“Negli ultimi dieci anni è successo di tutto e di più durante il periodo di raccolta. Oggi, con questo bagaglio di esperienze, siamo in grado di affrontare qualsiasi situazione dovesse presentarsi”, conclude De La Gatinais.

  • Francesco Cucurullo, presidente Coldiretti Caltanissetta

“L’areale di Caltanissetta, tranne poche zone che si affacciano sul mare, comprende vigneti che vanno dai 350 metri di altitudine fino ai 500 metri. Ciò comporta che la vendemmia, solitamente, inizi a fine agosto. Non prevediamo anticipi dato che i vitigni precoci come lo Chardonnay seguono il normale calendario di maturazione delle uve”.

Anche il Grillo prosegue il suo percorso senza particolari problemi e il Nero d’Avola è a metà invaiatura e dovrebbe essere pronto per la vendemmia ai primi di settembre. La buona notizia è che nonostante la forte umidità dello scorso mese non registriamo problemi dal punto di vista fitosanitario”.

“Rispetto allo scorso anno caratterizzato da una raccolta poco generosa, quest’anno prevediamo un 30 per cento di quantità in più, sia per i bianchi sia per i rossi.  Le temperature in questi giorni si stanno abbassando e se non ci saranno sbalzi o precipitazioni patologiche la qualità delle uve sarà ottima”, conclude l’esponente Coldiretti.

  • Vigneti del Ragusano

Nel Ragusano, nella zona di Acate, la vendemmia è iniziata l’1 agosto col Pinot nero base spumante e col Pinot grigio. La produzione è nella media. Durante la fioritura del Grillo e del Nero d’Avola una settimana di scirocco ha provocato un rallentamento della maturazione.

Date le dimensioni generose degli acini di queste due varietà, “non è un problema”, evidenziano i tecnici siciliani. Anche in questa zona si prevede una buona annata. La speranza è che il caldo di agosto non sia eccessivo per consentire alle uve di mantenersi belle e sane. Ad Acate si prevede di ultimare la vendemmia a metà settembre.

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Approfondimenti

Vendemmia 2020 in Lombardia: +10% della produzione

Scatta l’ora della vendemmia 2020 in Lombardia. Secondo le previsioni vedrà un aumento medio nei raccolti di circa il 10% rispetto al 2019, nella regione. Ne è sicura Coldiretti Lombardia, nel giorno della raccolta dei primi grappoli di uva in Franciacorta. Nei prossimi giorni la vendemmia entrerà nel vivo anche in Oltrepò Pavese, mentre gli ultimi a partire saranno i viticoltori della Valtellina verso fine settembre.

Tra gli eventi di maltempo che si sono verificati nel corso della stagione, spiega la Coldiretti regionale, si segnalano alcune grandinate che hanno colpito a macchia di leopardo nella zona del basso Garda bresciano e in Valtellina, dove a fine luglio i chicchi di ghiaccio hanno mitragliato i vigneti in piena maturazione nella fascia che va da Sondrio a Ponte in Valtellina.

Nonostante questi episodi, quest’anno si prevede comunque un aumento nella quantità di uva raccolta rispetto alla scorsa vendemmia e una qualità ottima. In Lombardia ci sono più di 20 mila ettari a vigneto, oltre 3 mila imprese vitivinicole, con una produzione che per circa il 90% è costituita da vini di qualità grazie a 5 Docg, 21 Doc e 15 Igt.

Proprio queste tipologie di prodotto hanno subito un crollo nelle vendite a causa dell’emergenza Coronavirus: a pesare sia la chiusura forzata di alberghi, agriturismi, enoteche, bar e ristoranti, sia il calo delle esportazioni aggravato dalle difficoltà logistiche riscontrate nei mesi scorsi. La risposta di Regione Lombardia non si è fatta attendere, con una misura da 3 milioni di euro a firma dell’assessore Fabio Rolfi.

Con la vendemmia in tutta Italia si attiva un motore economico che genera oltre 11 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che offre opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio.

In Italia, per la vendemmia 2020 si prevede una produzione stimata attorno ai 45 milioni di ettolitri, che apre un entusiasmante testa a testa per il primato mondiale con la Francia, dove la produzione è stimata fra 44,7 e 45,7 milioni di ettolitri secondo il Servizio statistica e previsioni del ministero dell’agricoltura d’Oltralpe, mentre in Spagna si stimano fra 43 e i 44 milioni di ettolitri.

Le vendite di vino italiano nel mondo, spiega la Coldiretti sui dati Istat, dei primi 5 mesi dell’anno sono in calo del 4% nel 2020, con una storica inversione di tendenza che non ha precedenti negli ultimi 30 anni a causa delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza Coronavirus. Un dato preoccupante dopo il record storico di 6,4 miliardi fatto segnare lo scorso anno per le esportazioni di vino Made in Italy.

La vendemmia 2020 infatti, conclude la Coldiretti, è la prima segnata dagli effetti della pandemia mondiale, delle tensioni commerciali internazionali con la minaccia dei dazi e della Brexit con l’uscita dall’Unione Europea della Gran Bretagna, che è stata per lungo tempo il principale cliente del Prosecco, il vino italiano più esportato nel mondo.

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Vendemmia 2020, 45 milioni di ettolitri: sfida con la Francia per il primato

Al via la vendemmia 2020 in Italia con una produzione di vino Made in Italy stimata attorno ai 45 milioni di ettolitri in calo di circa il 5% rispetto allo scorso anno che apre un entusiasmante testa a testa con i cugini francesi per il primato mondiale. É quanto emerge da una analisi di Coldiretti in occasione della raccolta del primo grappolo di uva nella provincia di Brescia, in Franciacorta, tra le prime zone – assieme alla Sicilia – inaugura l’inizio della vendemmia lungo tutta la Penisola con le uve Chardonnay per la produzione di spumanti, le prime ad essere raccolte.

Si prospetta dunque una sfida all’ultimo acino con la Francia, dove la produzione è stimata fra 44,7 e 45,7 milioni di ettolitri secondo il Servizio statistica e previsioni del ministero dell’agricoltura d’Oltralpe, mentre in Spagna si stimano fra 43 e i 44 milioni di ettolitri.

Dal punto di vista temporale, l’inizio della vendemmia, secondo Coldiretti, è praticamente in linea con gli ultimi anni, per effetto dei cambiamenti climatici. Si evidenzia però un anticipo di circa un mese rispetto a 30 anni fa, che smentisce il proverbio “ad agosto riempi la cucina e a settembre la cantina”.

Nonostante un meteo pazzo con caldo africano alternato a bombe d’acqua e grandinate, sottolinea Coldiretti, “si prevede per l’Italia una annata di buona/ottima qualità anche se l’andamento della raccolta dipenderà molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo”.

Da nord a sud della Penisola la raccolta parte tradizionalmente con le uve Pinot e Chardonnay in un percorso che prosegue a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si conclude addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nerello, su 658 mila ettari coltivati a livello nazionale.

La produzione tricolore sarà destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt, sempre secondo i dati Coldiretti, con 332 vini a Denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a Denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a Indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola.

Sul territorio nazionale ci sono 567 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l’Italia che vanta lungo tutta la Penisola la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenar la vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera oltre 11 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino.

“Un’opportunità di lavoro nella filiera concessa a 1,3 milioni di persone, impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio”, ricorda il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “l’importanza di sostenere un settore che svolge un ruolo da traino del Made in Italy in Italia e all’estero”.

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Iniziata in Italia la vendemmia 2020: Sicilia in pole con il Pinot Grigio

È iniziata ieri, giovedì 30 luglio, la vendemmia 2020 in Sicilia. In particolare è a Gibellina, in provincia di Trapani, che si raccolgono tra i primi grappoli in assoluto in Italia. “Qualche giorno di anticipo rispetto agli anni precedenti, grazie anche alle ultime settimane di luglio che ha portato le uve ad una maturazione anticipata di circa 7-8 giorni rispetto ai normali tempi di raccolta”, racconta a WineMag.it il direttore tecnico di Cantine Ermes, Giuseppe Clementi.

I quasi 2.500 soci hanno già cominciato a raccogliere il Pinot Grigio e la vendemmia avverrà per circa il 40% a mano, il 60% a macchina sui circa 8 mila ettari vitati in Sicilia e gli altri 2 mila controllati da Ermes, tra Veneto e Puglia.

La raccolta delle uve, iniziata a Gibellina, proseguirà nei prossimi giorni su tutta la provincia trapanese, dalla Valle del Belìce a tutta la zona costiera e in particolare Mazara del Vallo e Marsala, poi le attività dell’azienda proseguiranno anche in Veneto con una settimana di anticipo (intorno al 20 agosto) rispetto ai tempi di raccolta (grazie ad un annata con piogge primaverili ma soprattutto al caldo torrido di questi ultimi giorni) ed in Puglia dove si aspetta una stagione normale a fine agosto con la raccolta del Primitivo.

Le attese per la vendemmia 2020 in Sicilia sono ottime. Il caldo di fine luglio ha provocato qualche attacco di peronospora, poi arginato, ma la qualità dell’uva è alta, seppur con una produzione leggermente in calo.

“Un’annata di buone aspettative qualitative e quantitative, con una riduzione del 20% rispetto agli standard produttivi – continua Clementi – caratterizzata da grandi escursioni termiche, con differenze di 10 gradi tra giorno e notte, importantissima per la sintesi degli aromi”.

Dopo il Pinot Grigio, Cantine Ermes proseguirà con la raccolta dello Chardonnay e a seguire Sauvignon Blanc. “Poi si procederà con la vendemmia delle basi spumanti quindi Grillo, Carricante e Catarratto”, conclude il direttore tecnico della cantina trapanese. Durerà circa 100 giorni la vendemmia 2020 in Sicilia, con l’Etna nel ruolo di fanalino di coda.

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Fivi, caos per le iscrizioni al X Mercato di Piacenza: nuovo rischio annullamento

Nuovo flop del sistema informatico di Fivi. Alle ore 9.10 odierne, ovvero a soli dieci minuti dall’apertura delle iscrizioni al X Mercato, risultavano quasi 2 mila richieste a una delle postazioni dell’evento in programma a Piacenza Expo (28-30 novembre 2020). Un numero che doppia quello dei soci della Federazione italiana vignaioli indipendenti ed è superiore al triplo dei posti messi a disposizione da Fivi (“circa 640”).

Il tutto a causa dell’assenza della conferma immediata di avvenuta iscrizione, che ha costretto diversi vignaioli a ripetere più volte l’operazione, dall’inizio. Ora il rischio è che anche questa tornata di iscrizioni venga annullata, come accaduto una settimana fa.

Oltre a lamentare i problemi tecnici del portale e il metodo stabilito per assicurarsi un posto all’evento, una parte consistente di vignaioli chiede più spazio per il X Mercato di Piacenza, in modo da assicurare a un numero più consistente di iscritti la possibilità di incontrare winelovers e professionisti del settore.

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Mercato Fivi 2020, oggi le iscrizioni dei vignaioli dopo il flop del 22 luglio

Tra le mille incertezze del 2020 del vino italiano, c’è anche quella sull’effettivo svolgimento del Mercato Fivi 2020 di Piacenza Expo, in programma – Coronavirus permettendo – da sabato 28 novembre a lunedì 30 novembre. Alle ore 9.00 odierne, 28 luglio 2020, si aprono per la seconda volta le iscrizioni dei vignaioli all’evento clou degli “Indipendenti“.

I posti a disposizione sono “circa 640”, come annuncia testualmente il management Fivi, rispondendo alle decine di domande e reclami giunti dopo il clamoroso flop della prima sessione di iscrizioni alla X edizione del Mercato piacentino, il 22 luglio 2020.

“Se la situazione dovesse cambiare nei prossimi tempi e non ci fossero più le condizioni, il Mercato non si farà, fermo restando che le quote versate dai Vignaioli verranno restituite – precisa Fivi in una mail inviata ai soci – ma per ora andiamo avanti con l’organizzazione impegnandoci a prevedere tutto quanto riportato nel protocollo Covid-19“.

Dal canto suo, Piacenza Expo sta adottando i protocolli e le misure previste dalle linee guida della Conferenza delle Regioni e dal Dpcm del 14/07/20, che disciplinano l’organizzazione di fiere e congressi nei quartieri fieristici.

“Precisiamo che la situazione è in completo divenire – continua la direzione Fivi – in funzione dell’andamento epidemiologico”. In ogni caso, quello del 2020 sarà un Mercato di Piacenza sui generis.

Tra le novità, come previsto dalle normative anti Coronavirus, la differenziazione degli accessi in entrata e in uscita; la promozione ‘prenotazione online della visita‘ da parte dei visitatori; l’accesso contingento nelle aree comuni; la segnaletica orizzontale per favorire il distanziamento sociale.

E ancora: la presenza di personale a presidio dell’osservanza delle disposizioni in vigore; l’intensificazione delle pulizie e dell’ igienizzazione degli spazi comuni e dei servizi igienici; l’obbligatorietà dell’accesso al padiglione con mascherina; la possibilità di effettuare le degustazioni attraverso il mantenimento del distanziamento sociale.

“Di pari passo agli adeguamenti normativi – conclude Fivi nell’ultima comunicazione inviata agli iscritti – sta partendo, come sempre, la campagna di comunicazione quest’anno potenziata, rivolta a Italia ed Europa nell’ottica di mantenere e migliorare la qualità dei visitatori e degli operatori del settore”.

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Iscrizioni al Mercato Fivi Piacenza 2020 sold out in un’ora: sito web ufficiale in tilt

Nuovo record per i Vignaioli indipendenti. I tentativi di iscrizione al Mercato Fivi di Piacenza 2020 da parte di centinaia di vigneron stanno mandando in tilt il sito web ufficiale della Federazione. Si prospetta il sold out nel giro di un’ora dall’apertura dei “cancelli”, avvenuta questa mattina alle ore 9.

Ancor meglio di quanto accaduto nel 2019, quando le 622 postazioni messe a disposizione a Piacenza Expo furono assegnate in 10 ore. Spazzato via nel giro di 60 minuti, dunque, lo scetticismo di una parte della “base” Fivi, che avrebbe preferito rimandare al 2021 l’edizione numero 10 del Mercato di Piacenza.


AGGIORNAMENTO

Fivi, annullate le iscrizioni al 10° Mercato dei Vini di Piacenza 2020: tutto da rifare


Le date sono state invece confermate (28-30 novembre, Piacenza Expo) e Matilde Poggi ha ribadito l’importanza della scelta: “Con la conferma del Mercato – ha sottolineato la presidente Fivi- i Vignaioli Indipendenti vogliono ritrovare il piacere dello stare insieme, ma anche mandare un messaggio forte per la ripartenza del settore vitivinicolo e non solo, dopo il lockdown e le restrizioni dovute al Covid-19“.

Grazie a un giorno in più di kermesse – tre al posto dei consueti due – il Mercato dei Vini dei Vignaioli Fivi 2019 (qui i migliori assaggi), ha segnato a sua volta il nuovo record di ingressi: 22.500 persone. Nel 2018 erano state 18.500, mentre nel 2017 15 mila. Cresce dunque l’attesa per la risposta del pubblico all’edizione 2020.

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Mercato Fivi 2020, dal 28 al 30 novembre: confermate le date di Piacenza

I Vignaioli Indipendenti confermano le date della decima edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2020, in programma dal 28 al 30 novembre a Piacenza Expo. Un’edizione in cui lo spazio espositivo sarà più ampio, nel rispetto delle norme del distanziamento sociale, gli orari di apertura estesi, con ingressi contingentati e monitorati.

Le iscrizioni delle cantine si apriranno mercoledì 22 luglio 2020, alle ore 9. Lo scorso anno, come riportato da WineMag.it, il Mercato di Piacenza ha registrato il tutto esaurito delle postazioni messe a disposizione, nel giro di sole 10 ore.

“Con la conferma del Mercato – dichiara Matilde Poggi, presidente Fivi- i Vignaioli Indipendenti vogliono ritrovare il piacere dello stare insieme ma anche mandare un messaggio forte per la ripartenza del settore vitivinicolo e non solo. Per la Fiera di Piacenza, nostro partner in questo progetto da anni, questa sarà la prima esposizione organizzata direttamente dopo il lockdown e le restrizioni dovute al Covid-19″.

I Vignaioli aderenti alla Fivi sono i rappresentanti di una viticoltura che vuole farsi custode del territorio e seguono l’intera filiera produttiva dalla coltivazione delle vigne fino alla produzione e alla vendita del vino. L’immagine della locandina della decima edizione è stata disegnata da Gianluca Folì, illustratore romano, già autore nel 2016 dell’immagine del Mercato: si tratta di un uomo e una donna ballano stretti con armonia e forza.

“Sono un vignaiolo e la Madre Terra – spiega la Federazione – abbracciati a loro volta dai tralci della vite che crea un legame profondo tra i due”. Questa l’illustrazione della nuova locandina, con cui i Vignaioli Indipendenti danno appuntamento a tutti gli appassionati di vino nell’atmosfera festante del Mercato. Sarà possibile accedere sabato 28 e domenica 29 novembre, dalle 11.00 alle 20.00, e lunedì 30 dalle 10.00 alle 18.00.


INFO IN BREVE | Mercato FIVI a Piacenza:
Quando: sabato 28, domenica 29 e lunedì 30 novembre 2020
Dove: PiacenzaExpo – Località le Mose, Via Tirotti, 11 – Piacenza
Orario di apertura al pubblico: sabato e domenica dalle 11.00 alle 20.00, lunedì dalle 10.00 alle 18.00
Parcheggio: gratuito
Info utili: 800 i carrelli disponibili per gli acquisti
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni.

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Barolo: lieve incremento delle vendite, ma cala prezzo dello sfuso rispetto al 2019

In seguito allo svolgimento dell’assemblea dei soci nella quale i produttori di Barolo hanno deciso di non introdurre provvedimenti emergenziali per la prossima vendemmia – come la riserva vendemmiale del 10% proposta dal Consiglio di Amministrazione – emerge con chiarezza la situazione della denominazione Barolo Docg.

Per quanto riguarda la vendita, si registra un incremento del 3% rispetto ai primi sei mesi del 2019. Per quanto riguarda il valore dello sfuso, il prezzo varia dai 5,50 euro/l ai 6 euro/l, con una flessione di circa il 15-17% rispetto allo stesso periodo del 2019, un valore che è in linea con la situazione post-pandemica di molte altre denominazioni di pregio.

Anche le giacenze, considerato il periodo di invecchiamento obbligatorio richiesto dal disciplinare, risultano in linea con la media degli ultimi anni. “Le condizioni in cui si trova la denominazione non hanno per il momento richiesto interventi tempestivi”, evidenzia l’ente piemontese in una nota.

“Il Consorzio e il suo CdA – si legge ancora – analizzeranno con attenzione sia l’evolversi della situazione commerciale sui vari mercati, sia i dati post-vendemmia, sempre nell’ottica di preservare la buona salute della Docg”.

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Via libera alla vendemmia verde: 100 milioni di euro per la campagna 2020/2021

Con un investimento pari a 100 milioni di euro, la Conferenza Stato-Regioni ha sancito oggi l’intesa sul decreto Mipaaf, da adottare di concerto con il Mef, che attiva per la campagna 2020/2021 la misura della vendemmia verde, per la riduzione volontaria della produzione di uve destinate a vini a denominazione di origine ed a indicazione geografica.

Un intervento molto atteso dalla filiera vitivinicola, che si aggiunge alla misura distillazione di crisi del vino comune già attivata a fine giugno, per 50 milioni di euro. Si punta così a dare “risposte concrete ad un settore duramente colpito dall’emergenza Coronavirus, soprattutto per il blocco del canale Horeca”.

La riduzione volontaria delle uve di vini Do e Ig oltre ad avere come obiettivo il riequilibrio di un mercato in difficoltà, evidenzia la Ministra Bellanova, “punta a migliorare la qualità del nostro vino, per renderlo più competitivo su di un mercato che purtroppo sarà in sofferenza anche il prossimo anno”.

“Con le risorse messe a disposizione – prosegue Bellanova – puntiamo a coinvolgere una superficie di circa 140 mila ettari, vale a dire il 40% della superficie viticola italiana destinata a vini di qualità e a ridurre mediamente di 3 milioni di quintali l’uva destinata alla vinificazione della prossima campagna, cui corrispondono circa 2 milioni di quintali di vino”.

I produttori che decideranno di aderire alla misura avranno a disposizione un modello di domanda estremamente semplificato e pre-compilato, nel quale saranno quantificati gli obiettivi produttivi che ogni azienda dovrà raggiungere per ottenere il premio previsto.

“Dopo la distillazione di crisi – conclude Bellanova – prosegue quindi con grande determinazione l’impegno del Ministero per garantire risposte concrete alla filiera vitivinicola, Questo provvedimento attuativo arriva infatti ancora prima della conversione in legge del DL 34/2020 che ha stanziato le risorse destinate alla misura”.

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Vendemmia 2020: taglio del 20% delle rese nel Collio. La decisione del Consorzio

Anche il Consorzio di Tutela Vini Collio abbassa le rese per la vendemmia 2020, di una percentuale pari al 20% per tutti i vitigni disciplinati dalla Doc Collio: Pinot Bianco, Sauvignon, Friulano, Malvasia e Ribolla Gialla, per citarne alcuni.

L’ente, che comprende circa 300 produttori tra viticoltori e imbottigliatori per una superficie di 1500 ettari di vigneti collinari, ufficializza oggi la decisione dopo l’assemblea di martedì 30 giugno.

“Il compito del Consorzio – spiega David Buzzinelli, Presidente del Consorzio di Tutela Vini Collio – è quello di essere un organo di tutela del territorio, il nostro asset più importante. In un momento così delicato l’ascolto dei soci è stato fondamentale per indirizzare le nostre scelte verso la soluzione di abbassare le rese”.

“Questa decisione – aggiunge il numero uno del Consorzio di Tutela Vini Collio – ha l’obiettivo di supportare i viticoltori in difficoltà a causa dell’evento pandemico in corso e del conseguente calo delle vendite, mantenendo al contempo elevata la qualità dei nostri vini, riconosciuti in tutto il mondo per la loro eccellenza”.

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Covid-19 in Alto Adige, giù le rese del vigneto. Ritoccati anche Pinot Grigio e Schiava

“Meno uva, più qualità”. Anche l’Alto Adige riduce le rese in vigneto per la vendemmia 2020, a partire dai vitigni più coltivati nella regione: Pinot Grigio e Schiava. A deciderlo è stata l’Assemblea generale del Consorzio Vini Alto Adige con oltre il 70% di voti a favore, dopo il consulto con il Südtiroler Beratungsring, il Centro di Consulenza per la fruttiviticoltura. Il taglio, voluto anche per arginare le conseguenze di Covid-19 sul settore vitivinicolo altoatesino, si assesta su una percentuale compresa tra il 15 e il 30%, a seconda del vitigno.

In particolare, tra le varietà a bacca bianca, il Pinot Grigio passa dal da 130 a 115 quintali per ettaro (- 12%). Il Gewürztraminer subisce una riduzione del 25%, passando da 120 a 90 quintali. Per il Pinot Bianco un calo del 19%: si passa da 130 a 105 quintali ettaro. Stessa percentuale di decrescita (- 19%) per lo Chardonnay: da 130 a 105.

Quanto alle rese dei vitigni a bacca rossa, per la Schiava è stato deciso un taglio dell’11%, ovvero da 140 a 125 quintali per ettaro. Tra i vitigni che subiranno un “taglio” più marcato in vigneto per la vendemmia 2020 c’è il Pinot Nero: riduzione del 25% per il pregiato rosso dell’Alto Adige, che passa da 120 a 90 quintali ettaro.

“La riduzione delle rese – spiega il Direttore del Consorzio Vini Alto Adige Eduard Bernhart – ha un duplice effetto perché, se da una parte viene da anni già portata avanti autonomamente da moltissime cantine del territorio”.

Le aziende hanno compreso l’importanza di un calo della produzione allo scopo di ottenere vini di maggiore qualità, dall’altra ci aspettiamo possa dare respiro a tutte quelle realtà che a causa del Covid-19 hanno registrato un calo importante del mercato“.

Per far fronte a questa situazione, il Consorzio altoatesino ha deciso di guardare all’esempio di altri territori. “Ci siamo messi anche in ascolto di altri territori – evidenzia Bernhart – e abbiamo avanzato questa proposta di riduzione delle rese per la vendemmia 2020 che si inserisce quindi in un momento di forte cambiamento dei mercati. Era necessario agire in maniera rapida e proattiva, per sostenere i viticoltori altoatesini nel particolare contesto che stiamo vivendo”.

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Vinitaly ai tempi del Covid: ecco Wine2Wine Exhibition 2020, dal 22 al 24 novembre

È stato presentato nel pomeriggio wine2wine Exhibition, il nuovo format dell’ecosistema Vinitaly, in programma alla Fiera di Verona dal 22 al 24 novembre 2020, in contemporanea a wine2wine Business Forum. Tre giornate al servizio delle aziende, rivolte ad un pubblico b2b e b2c e con l’obiettivo sostenere il rilancio del mercato e del sistema-Italia, dopo la fase di lockdown e in vista della ripartenza della Fase 3.

L’iniziativa è stata presentata in streaming da Maurizio Danese, presidente di Veronafiere, e Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. All’incontro online, moderato da Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2, sono intervenuti Carlo Maria Ferro, presidente di ICE-Agenzia, e Federico Sboarina, sindaco di Verona, preceduti dai contributi di Luigi Di Maio, ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Teresa Bellanova, ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali, e Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto.

Wine2wine Exhibition rappresenta un progetto inedito per far fronte a un tempo straordinario e con cui Veronafiere vuole dare una risposta positiva alle esigenze dei produttori, prima fra tutte, la necessità di riprendere il dialogo con la community del vino nazionale e internazionale: distributori, buyer, ristoratori, stampa specializzata, opinion leader e anche consumatori.

Si caratterizza come il primo grande evento unitario in autunno rivolto al comparto vitivinicolo che chiama a raccolta istituzioni pubbliche, regioni e consorzi, in collaborazione con ministero delle Politiche agricole, ministero degli Affari esteri e ICE-Agenzia, impegnata insieme a Veronafiere nell’attività di incoming dei buyer stranieri.

Wine2wine Exhibition è stata sviluppata secondo i protocolli di sicurezza #safebusiness, concordati dai maggiori operatori fieristici italiani e dalle autorità sanitarie. In campo anche gli ultimi strumenti digitali per permettere all’intera comunità internazionale di buyer di partecipare online a incontri b2b virtuali, masterclass e degustazioni guidate.

L’evento prevede domenica 22 novembre l’ingresso ai wine lover e la possibilità di vendita diretta al consumatore, mentre le altre due giornate sono riservate agli operatori del settore.

TRE PADIGLIONI

Sono tre i padiglioni di Veronafiere coinvolti: il 9, il 10 e il 12, con l’accesso dalla nuova porta Re Teodorico, su viale dell’Industria. La logica espositiva è quella del “walk around tasting”, con un percorso per aree tematiche e geografiche con cui raccontare le denominazioni e le tipologie del vino italiano. A queste si aggiungono aree espositive caratteristiche che raccolgono spirits, vini rosati, special wine e vini internazionali.

Punto di forza di wine2wine Exhibition è anche essere un appuntamento cucito a misura delle necessità contingenti delle imprese vitivinicole, con tariffe di partecipazione personalizzate, massimo ritorno economico dell’investimento e minimo impegno organizzativo e logistico per le aziende espositrici “reduci” dalle fatiche dalla vendemmia, grazie a stand e servizi chiavi-in-mano.

In fiera, la rassegna si integra alla perfezione con i momenti di formazione e networking di wine2wine Business Forum (23-24 novembre) e con la presentazione dei 100 migliori vini italiani di OperaWine, selezionati da Wine Spectator (21 novembre). Inoltre, si esplorano nuove opportunità e sinergie nell’agroalimentare con la contemporaneità di B/Open, la manifestazione b2b di Veronafiere sul food biologico certificato e sul natural self-care che debutta il 23 e 24 novembre nel padiglione 11.

I COMMENTI
Maurizio Danese, presidente di Veronafiere: “Il sistema fieristico costituisce uno degli asset strategici per far ripartire il Paese. Le fiere in generale, e Veronafiere in particolare, sono infatti uno strumento di politica industriale fondamentale nella promozione dell’export per il 75% delle piccole medie imprese europee, con un ritorno di 1 a 10 sugli investimenti per chi vi partecipa”

In questo scenario, wine2wine Exhibition coniuga gli indirizzi definiti dal Patto per l’export con le esigenze di nuove iniziative che sappiano valorizzare al massimo le potenzialità della presenza fisica con quelle degli strumenti digitali. Un nuovo modello per un rilancio dell’attività fieristica e tramite di essa dell’economia italiana, delle imprese e dei nostri prodotti del made in Italy”.

Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere: “Wine2wine Exhibition sarà la prima manifestazione b2b ma anche b2c per la filiera in Italia. Un evento di bandiera, quindi, per rimettere il vino italiano al centro dell’immagine e dei mercati mondiali. Un format agile, innovativo e ‘nativo digitale’, in un ambiente che integra fisicità e virtualità, con l’obiettivo di riaccendere i motori dei mercati, sia nazionale che esteri, e della domanda internazionale”.

Sarà il naturale compimento di un percorso di avvicinamento che prevede una forte promozione in outgoing. Veronafiere, infatti, ha già attivato una importante campagna caratterizzata da contenuti e relazioni, oltre che un calendario di webinar professionali che consentiranno alle aziende italiane di dialogare con i più importanti operatori e buyer dei diversi mercati, molti dei quali saranno poi presenti a Verona”.

Carlo Maria Ferro, presidente di Ice-Agenzia: “Oggi celebriamo la ripartenza del sistema fieristico con questo evento bandiera. Come ICE vogliamo combinare reazione e visione per aiutare le imprese a cogliere questo momento di crisi come un’opportunità di riposizionamento. Wine2wine Exhibition è il primo evento che ‘mette a terra’ due nostre intuizioni per favorire la ripresa: elevare la “mini-fiera” ad evento internazionale, con il nostro contributo di 300 operatori esteri e combinarla con tecnologie digitali in eventi ibridi”.

È parte del nostro progetto “Fiera Smart 365”. Senza togliere centralità all’evento fisico, la manifestazione, grazie al digitale e a un continuo network di relazioni e scambi qualificati, può vivere 365 giorni all’anno.  Il vino è tra i nostri prodotti quello che più di altri caratterizza l’eccellenza cultura-territorio-prodotto del made in Italy, per questo con Veronafiere abbiamo messo tutte le risorse a sistema per promuovere il vino italiano in tutto il mondo».

Luigi Di Maio, ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale: “Wine2wine Exhibition è un evento unico in una situazione straordinaria, perché propone un modello di fiera integrata fisica e digitale che come ministero degli Esteri sosteniamo e che rappresenta la naturale risposta alle sfide che l’emergenza sanitaria ci ha posto”.

Teresa Bellanova, ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali: “Rilancio è la parola chiave che ci accompagnerà da qui ai prossimi mesi. Sono convinta che wine2wine Exhibition potrà essere uno dei primi appuntamenti dove ritrovare l’importanza del confronto personale, dello scambio di esperienze e di idee tra i professionisti del vino e della crescita che una fiera rappresenta”.

Abbiamo attraversato un periodo difficile e il vino è stata una delle filiere che più hanno sofferto in questa fase. È giusto quindi dedicare attenzione e azioni concrete a questo comparto strategico. Il vino è l’Italia. Ne siamo ben consapevoli. E faremo di tutto perché il vino, come l’Italia, possa tornare a correre. Il contributo dell’appuntamento di Verona, a novembre, sarà quindi decisivo per proseguire in questo percorso di rilancio».

Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto: “Questa iniziativa fieristica che si svolgerà novembre si inserisce bene nelle azioni di promozione del nostro settore vitivinicolo, un settore strategico per la nostra economia che si collega anche a tutta la partita del turismo. Conoscere un vino significa scoprire anche il luogo in cui è stato prodotto, con la sua storia, cultura e tradizioni”.

“Ben vengano, dunque, sinergie come quella creata da Veronafiere e ICE-Agenzia – conclude Zaia – per rilanciare attraverso questo evento il comparto, aprendo alle nuove tecnologie digitali per continuare a fare rete e parlare del vino made in Italy nel mondo. L’uso di strumenti innovativi di marketing può, infatti, favorire l’incontro della domanda e dell’offerta”.

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Vernaccia, calo 21% imbottigliamenti nel 2020 ma c’è fiducia: “Bentornati turisti”

Nei primi cinque mesi del 2020, gli imbottigliamenti della Vernaccia di San Gimignano sono calati del 21%. Lo rende noto il Consorzio di Tutela del noto vino bianco toscano, che accoglie con entusiasmo la riapertura delle strutture recettive: “La ripresa del turismo è un fattore determinante, dal momento che circa un quinto della produzione di Vernaccia di San Gimignano è venduta in loco, anche se i quasi tre milioni di turisti del 2019 sono un traguardo irraggiungibile nel 2020″.

Come San Gimignano, anche il resto dell’Italia e del mondo stanno ripartendo. L’export assorbe circa il 52% della produzione di Vernaccia di San Gimignano, i mercati internazionali si stanno lentamente riprendendo dopo un calo forse minore rispetto a quello italiano. In particolare, il Consorzio guarda a quello tedesco e statunitense, “che hanno subito un lockdown meno duro rispetto a quello italiano”.

“Misure come la distillazione di crisi delle giacenze in cantina o la vendemmia verde non sono adeguate ad una Docg di nicchia come la nostra, che produce poco più di 5 milioni di bottiglie”, sottolinea il Consiglio di Amministrazione del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano.

“Un vino bianco longevo, che con l’affinamento in cantina o bottiglia può solo migliorare le sue perfomance qualitative ed esaltare le sue caratteristiche organolettiche. Quello che oggi serve è un sostegno economico e finanziario alle aziende, per superare il momento di crisi, per affrontare gli inevitabili costi di produzione per la prossima vendemmia e di stoccaggio dei vini”.

Tra le misure auspicate, anche quelle “per la digitalizzazione e per il cambio di strategia comunicativa necessari per sostenere il brand Vernaccia di San Gimignano, oltre agli eventi ‘in presenza’ e quelli on-line e sui social media. In due parole, dei costi necessari per trasformare la crisi creata dall’epidemia da Covid19 in un’opportunità di cambiamento radicale”.

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Vini al supermercato

Vini in promo al supermercato: l’analisi dei volantini della seconda metà di giugno

Cosa riservano i volantini dei supermercati validi fino a fine giugno? Lo svela la nostra rubrica sui vini in promozione, utile a guidare i clienti tra le migliori offerte qualità prezzo. Ecco la panoramica, in vista dell’aggiornamento delle promozioni previsto nei prossimi giorni.

Volantino Aldi, dal 15 al 21 giugno
Lugana Doc: 3,29 euro (3 / 5)


Volantino Auchan, dal 18 giugno al 1 luglio
Vini Frizzanti Tavernello: 1,99 euro (3 / 5)
Falanghina Beneventano Igt Cantina di Solopaca: 1,99 euro (3 / 5)

Sicilia Igt Corvo Duca di Salaparuta: 4,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Doc Botter: 2,99 euro (3,5 / 5)

Prosecco Valdobbiadene Marca Oro Valdo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Riserva Tor del Colle Botter: 2,99 euro (3,5 / 5)

Morellino di Scansano Docg La Mora Cecchi: 4,49 euro (3,5 / 5)
Rosso di Toscana Santa Cristina Antinori: 5,49 euro (4 / 5)


Volantino A&O, dal 17 al 30 giugno
Spumante Prosecco Zonin: 3,49 euro (3,5 / 5)
Vino Chianti Docg “Le vie dell’Uva”: 2,49 euro (3,5 / 5)

Vino Lacrima Cristi Rosso “Le vie dell’Uva”: 4,90 euro (3,5 / 5)
Vino Merlot Grave “Le vie dell’Uva”: 2,99 euro (3,5 / 5)
Vino Aglianico “Le vie dell’Uva”: 2,89 euro (3,5 / 5)

Vino Ribolla Gialla “Le vie dell’Uva”: 2,89 euro (3,5 / 5)
Vino Sauvignon “Le vie dell’Uva”: 4,79 euro (3,5 / 5)

Vino Vermentino di Sardegna “Le vie dell’Uva”: 2,79 euro (3,5 / 5)
Vino Trebbiano Abruzzo Le vie dell’Uva”: 1,99 euro (3,5 / 5)
Vino Trebbiano Puglia “Le vie dell’Uva”: 0,99 euro (3 / 5)

Vino Valpolicella Ripasso “Le vie dell’Uva”: 6,50 euro (3,5 / 5)
Vino Nobile di Montepulciano Docg “Le vie dell’Uva”: 7,50 euro (3,5 / 5)



Volantino Bennet, dall’11 al 24 giugno
Pinot Grigio delle Venezie Doc Botter: 1,99 euro (3,5 / 5)
Chardonnay Cielo e Terra: 1,98 euro (2,5 / 5)

Prosecco o Ribolla Villa Folini: 3,89 euro (3 / 5)
Barbera del Monferrato Doc Toso: 2,49 euro (3 / 5)


Volantino Carrefour Market, dal 16 al 25 giugno
Garda Classico Groppello Bottarelli: 3,99 euro (3,5 / 5)
Lugana Doc Bottarelli: 6,89 euro (4 / 5)

Catturich Ducco Franciacorta: 8,89 euro (5 / 5)
Vini Maschio: 2,19 euro (3 / 5)

Rosato o Bianco del Salento Donna Marzia Conti Zecca: 2,89 euro (4 / 5)
Spumante Extra Dry Turà: 2,99 euro (3 / 5)

Montepulciano Riserva Spinelli: 2,99 euro (5 / 5)
Sangue di Giuda Doc Quaquarini: 3,49 euro (5 / 5)

Colli Piacentini Doc Ortrugo Bio Valtidone: 4,49 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg Geggiano Terre d’Italia: 6,29 euro (3,5 / 5)


Volantino Carrefour, dal 16 al 25 giugno 
Garda Classico Groppello Bottarelli: 3,99 euro (3,5 / 5)
Lugana Doc Bottarelli: 6,89 euro (4 / 5)

Catturich Ducco Franciacorta: 8,89 euro (4 / 5)
Morellino di Scansano Docg Poggio al Sale : 3,99 euro (3,5 / 5)

Vini Maschio: 2,19 euro (3 / 5)
Oltrepò Pavese Doc Le Cascine: 2,29 euro (3 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo o Pecorino Val di Fara Spinelli: 2,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Carrefour Express, dall’11 al 23 giugno
Umbria Igt Vipra Bianca, Bigi: 4 euro (4 / 5)
Sangionvese Puglia Igt Il Feudo: 1,79 euro (2,5 / 5)
Linea Vini Maschio: 2,49 euro (3 / 5)


Volantino Coop, dall’11 al 23 giugno
Vini Cavit Trentino: sconto 40% (3,5 / 5)


Volantino Conad, dal 10 al 22 giugno
Bonarda Doc Valtidone: 6 pezzi 9,90 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Reggiano Doc Ca de Medici: 2,99 euro (3,5 / 5)

Pinot Grigio Doc Cavit: 3,98 euro (3,5 / 5)
Gutturnio Doc Cantina Manzini: 1,99 euro (3 / 5)
Prosecco Doc Maschio: 3,69 euro (3 / 5)

Volantino Conad City dal 10 al 22 giugno
Passerina Offida Docg Barò: 3,99 euro (3,5 / 5)
Sangiovese Rubicone Igp Montaia: 3,98 euro (3,5 / 5)
Prosecco Doc Zonin: 3,99 euro (3,5 / 5)

NEW Conad dal 18 al 24 giugno – “Taglio netto”
Nessun vino da segnalare


Volantino Crai, fino al 24 giugno
Dogliani Docg, Cantina Clavesana: 3,00 euro (5 / 5)
Chianti Docg / Orvieto Doc, Piccini: 3,49 euro (3,5 / 5)


Volantino Despar, dal 18 giugno al 1 luglio
Tavernello Frizzane Bianco/Rosso: 1,79 euro (3 / 5)
Colli Piacentin Ortrugo Valtidone : 2,39 euro (3,5 / 5)

Chianti Docg Cecchi: 3,49 euro (4 / 5)
Barbera d’Asti 2,39 euro (3 / 5)
Prosecco Tenimenti Civa: 4,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Esselunga, dall’11 al 24 giugno
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Le Fade: 1+1 7,99 euro (5 / 5)
Vermentino di Gallura Docg Cantina del Giogantinu: 1+1 7,69 euro (3,5 / 5)

Chianti Riserva Docg Collezione Oro Piccini: 1+1 7,90 euro (5 / 5)
Primitivo del Salento Cantine Due Palme: 1+1 4,49 euro (5 / 5)

Franciacorta Docg Castel Faglia: 9,90 euro (5 / 5)
Lugana Dop Cà Maiol: 5,67 euro (4,5 / 5)
Bonarda Conte Vistarino: 4,18 euro (5 / 5)


Volantino Eurospin, dall’11 giugno al 25 giugno
Prosecco Doc Treviso: 2,49 euro  (3 / 5)


Volantino Famila Superstore, fino al 24 giugno
Prosecco Doc Extra Dry, Valdo: 2,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Iper Famila Galassia, dall’11 giugno al 24 giugno – “Sapori Regionali”
Oltrepò Pavese Bonarda Monteverdi: 1,95 euro (1 / 5)
Colli Piacentini Gutturnio Valtidone: 2,49 euro (3,5 / 5)

Grignolino d’Asti Terre da Vino: 3,69 euro (3,5 / 5)
Colli Piacentini Ortrugo 4 valli: 2,28 euro (2,5 / 5)
Oltrepò Pavese Riesling Le Cascine, Losito e Guarini: 2,29 euro (3 / 5)

Volantino Iper Famila Galassia, dal 11 giugno al 24 giugno – “Familissimi Sconti”
Spumante Durello Maximilian I: 2,85 euro (3,5 / 5)
Custoza Doc “Le vie dell’Uva”: 1,99 euro (3,5 / 5)

Nero d’Avola “Le vie dell’Uva”: 2,19 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Modena “Le vie dell’Uva”: 2,19 euro (3,5 / 5)

Malvasia Vicobarone: 2,19 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Vecchia Modena Chiarli: 3,90 euro (3,5 / 5)

Pignoletto Extra Dry Vecchia Modena Chiarli: 3,99 euro  (3,5 / 5)
Prosecco Spago Mionetto: 6,90 (3,5 / 5)


Volantino Gulliver, dal 18 giugno al 28 giugno
Colli Piacentin Ortrugo Valtidone: 2,19 euro (3,5 / 5)
Grignolino d’Asti Duchessa Lia: 4,49 euro (3,5 / 5)

Aglianico Igt Antiche Torre La Guardiense: 2,19 euro (3 / 5)
Pinot Nero Tenuta Cassinello Giorgi: 6,90 euro (4 / 5)

Pinot Charmat Fiamberti: 6,99 euro (4 / 5)
Vino Rosso o Bianco Teo Costa: 6,99 euro (5 / 5)

Dolcetto Dogliani Clavesana: 3,49 euro (5 / 5)
Spumante Cavit Muller Thurgau: 3,69 euro (3,5 / 5)


Volantino Il Gigante, dal 18 giugno al 1 luglio – “Special Days”
Barbera d’Asti, Dolcetto d’Alba o Grignolino Piemonte Doc Azienda Agricola Eredi Icardi: 3,89 euro (5 / 5)
Chianti Superiore Docg Borgo Ser Ristoro La Pieve: 3,99 euro (2,5 / 5)

Colli Piacentini Ortrugo o Gutturnio Poggio al Tidone: 2,39 euro (3,5 / 5)
Oltrepò Pavese Riesling o Bonarda Pastori: 1,99 euro (1 / 5)

Linea Spumanti Le Bollè: 2,49 euro (3 / 5)
Prosecco Treviso Doc Extra Dry Porta Leone: 3,99 euro (3,5 / 5)

Volantino Il Gigante dal 21 maggio al 28 giugno – “La Carta dei vini”
Pignoletto frizzante Modena Doc Villa Cialdini Chiarli: 2,99 euro (3,5 / 5)
Spumante Brut Millesimato Vecchia Modena: 3,49 euro (3,5 / 5)

Lambrusco Grasparossa Doc Il Baluardo Chiarli: 2,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Doc Lounge Astoria: 3,79 euro (3,5 / 5)

Cortese Monferrato Casalese Doc Barlet Cantina Produttori del Monferrato: 3,39 euro (4 / 5)
Grignolino Monferrato Casalese Doc Barlet Cantina Produttori del Monferrato: 3,39 euro (4 / 5)

Erbaluce di Caluso Docg Serchè Produttori del Monferrato: 3,49 euro (4 / 5)
Barbera Monferrato Sup. Docg Serchè Produttori del Monferrato: 3,99 euro (4 / 5)

Ortrugo Colli Piacentini Frizzante Doc Piani Castellani: 2,99 euro (3,5 / 5)
Spumante Ortrugo Doc Piani Castellani: 4,59 euro (3,5 / 5)

Malvasia Dolce Frizzante Doc Piani Castellani: 2,99 euro (3,5 / 5)
Gutturnio Frizzante Doc Colli Piacentini Piani Castellani: 2,89 euro (3,5 / 5)

Grillo Sicilia Doc Fazio: 2,99 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola Sicilia Doc Fazio: 2,99 euro (3,5 / 5)

Gutturnio Frizzante Doc Colli Piacentini Dante 45: 2,99 euro (3,5 / 5)
Ortrugo Frizzante Doc Colli Piacentini Dante 45: 2,89 euro (3,5 / 5)

Verdicchio dei Castelli di Jesi Monte Schiavo Villa Le Querce: 2,99 euro (3,5 / 5)
Bianco Vergine della Valdichiana Doc Vecchia Cantina di Montepulciano: 2,79 euro (3,5 / 5)

Rosso di Montepulciano Doc Vecchia Cantina di Montepulciano: 2,79 euro (3,5 / 5)
Nobile di Montepulciano Docg Vecchia Cantina di Montepulciano: 5,49 euro (3,5 / 5)
Sangiovese Rosato Igt Vecchia Cantina:2,79 euro (3 / 5)

Ribolla Gialla Igt Borgo dei Vassalli: 4,99 euro (3,5 / 5)
Sauvignon Blanc Isonzo Doc Borgo dei Vassalli; 4,99 euro (3,5 / 5)

Viogner Sicilia Doc Gurgò Cantine Paolini: 3,79 euro (5 / 5)
Nero d’Avola Sicilia Doc Gurgò Cantine Paolini: 3,79 euro (3,5 / 5)

Pecorino Igt Terre di Chieti Sinello: 3,79 euro (3,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Riserva Sinello: 3,89 euro (3,5 / 5)

Valpolicella Ripasso Doc Pagus Bisano: 6,99 euro (4,5 / 5)
Chiaretto Bardolino Doc Pagus Bisano: 2,99 euro (4 / 5)

Nebbiolo d’Alba Doc Produttori di Portacomaro: 4,99 euro (4,5 / 5)
Roero Arneis Docg Produttori di Portacomaro: 4,99 euro (4,5 / 5)

Chianti Docg Il Masso: 2,99 euro (3 / 5)
Cabernet, Merlot, Shiraz Asiotus: 3,69 euro (3,5 / 5)

Roscio Amerino Rosso Igp Castello delle Regine: 3,89 euro (3,5 / 5)
Bianco d’Ameria Igp Castello delle Regine: 3,89 euro (3,5 / 5)

Pecorino Igt Colline Pescaresi Tenuta del Priore: 3,59 euro (3,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Tenuta il Priore: 3,59 euro (3,5 / 5)

Vermentino di Toscana Igt Fattoria Il Palagio: 4,19 euro (4 / 5)
Passerina Marche Igt Tenuta De Angelis: 4,79 euro (3,5 / 5)

Greco di Tufo Docg Uttieri: 4,99 euro (3,5 / 5)
Trentino Doc Gewurztraminer Astoria: 6,19 euro (3,5 / 5)

Albana Romagna Docg Azienda Agricola Branchini: 5,45 euro (4 / 5)
Sangiovese Romagna Superiore Dop Azienda Agricola Branchini: 5,45 euro (4 / 5)

Vermentino di Sardegna Doc Cala dei Mori: 4,39 euro (3,5 / 5)
Lugana Doc La Ghironda Fraccaroli: 6,29 euro (4 / 5)

Chiaretto Garda Classico Doc Vigne di Gema: 6,29 euro (4 / 5)
Prosecco Millesimato Doc Treviso Le Contesse: 3,99 euro (3 / 5)

Spumante Cuvèe Millesimato Extra Dry Coste Petrai: 3,29 euro (3 / 5)
Spumante Asti Docg Gancia: 3,79 euro (3,5 / 5)

Spumante Brut Alta Langa Metodo Classico SanSilvestro: 7,99  (4,5 / 5)
Dolcetto Alba Doc SanSilvestro: 3,89 euro (3,5 / 5)
Barbera d’Alba Doc SanSilvestro: 3,89 euro usr 3.5]

Moscato d’Asti Docg Icardi: 4,89 euro (5 / 5)
Barbaresco Docg Icardi: 9,59 euro (5 / 5)

Chianti Docg Piandaccoli: 4,99 euro (5 / 5)
Lambrusco Emilia Igt Senzatempo Riunite: 2,99 euro (3,5 / 5)

Cabernet Toscana Igt Colle al Sasso Famiglia Petracchi: 3,85 euro (3,5 / 5)
Merlot Toscana Igt Colle al Sasso Famiglia Petracchi: 3,59 euro (3,5 / 5)

Primitivo di Manduria Doc Selezione Luigi Guarini: 4,99 euro (3,5 / 5)
Brunello di Montalcino Docg Campone Frescobaldi: 14,39 euro (5 / 5)

Rosso di Montalcino Doc Poggio Salvi:8,39 euro (5 / 5)
Spanna Doc Il Massoroccato: 4,99 euro (4 / 5)


Volantino Iper, dal 15 giugno al 28 giugno 
Primitivo, Fiano, Negroamaro o Rosato Salento Notte Rossa : 3,39 euro (5 / 5)
Bianco o Rosso Planeta La Segreta: 5,99 euro (5 / 5)

Spumante Ribolla Gialla Astoria: 3,39 euro (3,5 / 5)
Custoza Doc Sartori: 2,69 euro (3,5 / 5)

Fiano, Falanghina, Greco o Aglianico Ante Hirpis: 2,99 euro (3 / 5)
Prosecco Treviso Doc Mionetto / Spumante Sergio White Edition: 6,99 euro (3,5 / 5)

Prosecco Valdobbiadene Docg Gasparetto: 3,99 euro (3,5 / 5)
Chianti Riserva Docg Collezione Oro Piccini: 3,99 euro (5 / 5)

Orvieto Classico Doc Piccini: 3,99 euro (3,5 / 5)
Pignoletto Classico Righi: 2,49 euro (3,5 / 5)

Lambrusco Igt Ceci Etichetta Nera: 4,49 euro (4 / 5)
Primitivo di Manduria Doc Tenute Rubino: 5,99 euro (4,5 / 5)


Volantino Iperal, dal 10 giugno al 23 giugno
Chianti Docg Campana Melini: 3,99 euro (3,5 / 5)
Spumanti Rosé Valdo: 5,19 euro (3 / 5)

Volantino Iperal, dal 10 giugno al 23 giugno (Valido solo a Castione e Fuentes)
Chianti Docg Antica Sala Sensi: 2 euro (3,5 / 5)
Vini Terre Fredde Tre Venezie: euro (3,5 / 5)
Lambrusco Rosato Doc Civ: 2 euro (3 / 5)

Linea Vini  Sette Archi: 3 euro (3 / 5)
Linea Vini Grigolli: 3 euro: (3,5 / 5)

Linea Vini Le Vie Del Canto: 3 euro (3 / 5)
Sicilia Doc Nuttata o Mattinata Madaudo: 3 euro (3,5 / 5)

Linea Vini Spinelli Rue di Piane: 2,99 euro (3,5 / 5)
Inzolia o Nero d’Avola Shedar: 2,19 euro (1,5 / 5)

Muller Thurgau Durello Maximilian I: 3,39 euro (3 / 5)
Muller Thurgau Concilio:3,90 euro (3,5 / 5)

Prosecco Asolo Docg Dal Bello: 4,99 euro
Trento Doc Rotari:6,90 euro (5 / 5)

Franciacorta Brut Docg Solive: 9,95 (4 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Docg Scudo Verde Ca Val:5,19 euro (3,5 / 5)

Spumante Garda Doc Maximilian I: 2,99 euro (3 / 5)
Spumante Gran Cuvèe o Rosè Canel: 2,49 euro (3,5 / 5)


Volantino Ipercoop, dal 18 giugno al 1 luglio
Vino bianco frizzante Solegro: 1 euro (1 / 5)
Vino bianco Sicilia Igt Eolo: 1,50 euro (2 / 5)

Bonarda Oltrepo’ Pavese, Muller Thurgau o Sauvignon Le Cascine: 2 euro (2,5 / 5)
Spumante Muller Thurgau Maximilian I: 3 euro (3 / 5)

Prosecco Dal Bello: 3 euro (2,5 / 5)
Primitivo o Negroamaro Rosso o Rosato San Patrimo: 3 euro (2,5 / 5)

Nero d’Avola, Inzolia o Syrah Settesoli: 3 euro (3,5 / 5)
Langhe Rosso Doc o Piemonte Doc Clavesana: 3 euro (5 / 5)

Vermentino di Sardegna Doc Aragosta Santa Maria La Palma: 3 euro (3 / 5)
Morellino di Scansano Docg Loggia Dei Fiori Le Chiantigiane: 3 euro (3,5 / 5)

Lambrusco Otello Ceci Etichetta Nera: 5 euro (4 / 5)
Spumante Ribolla Gialla o Prosecco Tenimenti Civa: 5 euro (3,5 / 5)

Falanghina Sannio Doc Borgo San Michele: 5 euro (3,5 / 5)
Ribolla Gialla, Schioppettino, Sauvignon o Pinot Grigio Furlan Faris: 5 euro (3,5 / 5)



Volantino Lidl dal 15 giugno al 21 giugno
Pinot Grigio delle Venezie Dop: 1,79 euro (3 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc: 1,29 euro (3 / 5)


Volantino Pam, dall’11 al 24 giugno
Chianti Docg Rifugio del Vescovo: 2,90 euro (3 / 5)
Müller Thurgau o Chardonnay Mastri Vernacoli Cavit: 3,99 euro (3,5 / 5)
Valdobbiadene Docg Prosecco Le Calleselle: 3,99 euro (3 / 5)


Penny Market, dal 18 giugno al 24 giugno
Muller Thurgau Spumante: 2,35 euro (3 / 5)
Vino Borgo del Mandorlo Botter: 4,49 euro (3,5 / 5)


Volantino Simply Market, dal 18 al 1 luglio
Vini Frizzanti Tavernello: 1,99 euro (3 / 5)
Falanghina Beneventano Igt Cantina di Solopaca: 1,99 euro (3 / 5)

Sicilia Igt Corvo Duca di Salaparuta: 4,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Doc Botter: 2,99 euro (3,5 / 5)

Prosecco Valdobbiadene Marca Oro Valdo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Riserva Tor del Colle Botter: 2,99 euro (3,5 / 5)

Morellino di Scansano Docg La Mora Cecchi: 4,49 euro (3,5 / 5)
Rosso di Toscana Santa Cristina Antinori: 5,49 euro (3,5 / 5)


Volantino Tigros dal 10 al 22 giugno
Oltrepò Pavese Bonarda Sole: 1,49 euro (2,5 / 5)
Vini Terre Siciliane Il Roccolo: 2 pezzi 4 euro (2,5 / 5)

Lambrusco Vecchia Modena Chiarli: 2,99 euro (3,5 / 5)
Est!Est!Est!Montefiascone Bigi: 2,99 euro (3,5 / 5)

Fiano o Greco Ante Hirpis:2,69 euro (3 / 5)
Chianti Classico Giglio del Duca: 3,99 euro (3,5 / 5)

Spumante Garda Doc Valdo: 3,89 euro (3,5 / 5)
Vini Natum Bio Pecorino, Montepulciano: 3,98 euro (3,5 / 5)

Chardonnay, Syrah Rapitalà: 4,49 euro (5 / 5)
Spumanti Linea M.O Mionetto: 6,90 euro (3,5 / 5)

Cannonau Sardegna Cantina Pedres: 9,90 euro (4 / 5)
Vermentino di Gallura Docg Cantina Pedres: 9,90 euro (4 / 5)


Volantino Unes/U2, dal 10 al 23 giugno
Rosatello Ruffino: 2,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Giospago: 4,89 euro (3 / 5)

Pecorino Antichi Poderi Leopardi: 3,49 euro (3,5 / 5)
Freisa d’Asti Duchessa Lia: 3,19 euro (3,5 / 5)
Cotes Du Rhone: 3,19 euro: (3 / 5)

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eventi news ed eventi

Roma Champagne Experience 2020 rimandata al 2021

Anche Roma Champagne Experience 2020 si arrende alle incertezze generate dall’emergenza Covid-19 e dà appuntamento a professionisti e appassionati a domenica 16 e lunedì 17 maggio 2021, dalle 10 alle 18.30. Non cambia la location, Fiera Roma. Chi è in possesso del biglietto riceverà un rimborso attraverso un voucher (info sul sito web dell’evento).

A decidere lo slittamento al prossimo anno della kermesse dedicata allo Champagne, che quest’anno avrebbe dovuto tenersi per la prima volta a Roma, nel mese di ottobre, sono stati gli organizzatori di Club Excellence, società che riunisce diciotto tra i maggiori importatori e distributori italiani di vini e distillati. Una promozione, quella della capitale, che dovrà attendere il 2021 per essere festeggiata, sulla scorta – solo parzialmente consolante – del successo delle precedenti edizioni a Modena.

“Abbiamo osservato con attenzione gli sviluppi della situazione per prendere la nostra decisione – spiega Lorenzo Righi – direttore di Club Excellence – con la speranza che Champagne Experience potesse svolgersi regolarmente nel 2020, in una veste analoga a quella che l’ha portata in questi anni a riscuotere un grande apprezzamento e a registrare un’ampia partecipazione di pubblico, operatori e produttori”.

Siamo infatti convinti che un appuntamento di questa portata abbia bisogno di una cornice che ne consenta uno svolgimento sereno, in sicurezza e allo stesso tempo al massimo delle sue possibilità”.

Tra i motivi che in questi anni hanno permesso alla manifestazione di crescere, fino a ottenere oltre 4500 visitatori, vi è l’opportunità di poter interloquire con i produttori di Champagne in prima persona, la possibilità di poter degustare un’ampissima selezione di etichette in un’atmosfera distesa e di poter condividere gli assaggi con amici, colleghi e conoscenti. “Perché il vino, e lo Champagne in particolare – rammenta Lorenzo Righi – proprio nella convivialità trovano uno dei complementi essenziali”.

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Esteri - News & Wine news news ed eventi visite in cantina

Vacanze 2020 in vigna: la Germania s’inventa la mappa delle cantine camper friendly

[Weingut Gehring Nierstein]
Vacanze 2020? Dove, se non in vigna? L’idea arriva dalla Germania. Il German Wine Institute (Dwi) ha pensato di mettere a punto una mappa delle cantine camper friendly, ovvero che hanno la possibilità di ospitare i camper. Un progetto che interessa tutte e 13 le regioni vinicole tedesche, senza eccezioni.

Secondo un primo sondaggio effettuato del German Wine Institute tra i produttori di vino tedeschi, sono 35 le cantine già in grado di offrire ai viaggiatori almeno una piazzola per camper. “Pensiamo che ci siano molte più aziende che offrono questo servizio, ma non tutti hanno partecipato al nostro sondaggio”, ammette Frank Schulz dal quartier generale di Wines of Germany.

Per un numero minimo di tre piazzole, alle cantine basterà richiedere un “permesso di costruzione” alle autorità tedesche per realizzare un’area di sosta per camper, realizzabile già in vista delle vacanze 2020.

Generalmente viene garantita una connessione elettrica e idrica. Una soluzione che, grazie all’iniziativa del Dwi, è destinata a diventare sempre più popolare in Germania. Non solo tra i winelovers tedeschi.

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Soave riduce le rese per la vendemmia 2020 non bio: da 150 a 130 quintali ettaro

“L’assemblea dei soci del Consorzio del Soave ha prudentemente scelto di diminuire le rese per la vendemmia 2020, passando da 150 qli/ettaro per la Doc a 130 qli/ettaro (-13%) e da 140 qli/ettaro a 130 qli/ettaro (-7%) per la zona Classica e dei Colli Scaligeri”. Lo rende noto il Consorzio di Tutela Vini Soave e Recioto di Soave.

“Deroghe a questa decisione verranno date alle aziende che negli ultimi due anni non hanno caricato il Soave oltre il limite previsto, mentre per le aziende biologiche certificate il limite rimane a 140 qli/ettaro, per dare un forte segnale a favore della sostenibilità in vigneto”, precisa ancora l’ente veneto.

Una decisione in linea con quelle delle più grandi denominazioni italiane, per assicurare da un lato il reddito delle imprese agricole e dall’altro la tenuta del sistema dei prezzi.  “Una scelta condivisa e presa sentendo tutte le parti”, dichiara il Presidente del Consorzio Sandro Gini.

In un anno che ci ha messo alla prova, la natura non ha smesso di andare avanti e valutato l’andamento dell’annata, abbiamo con responsabilità preso questa decisione per tutelare tutte le aziende del territorio e al contempo non creare tensione sul mercato, se il prodotto nel 2021 non fosse sufficiente a soddisfare le richieste”.

“Un equilibrio produttivo costante nel mirino del Consiglio di amministrazione del Consorzio – conclude Gini – dove fondamentale diventa essere reattivi e nello stesso momento valutare anche le prospettive future, in un mercato sempre più competitivo e veloce”.

L’assemblea dei soci ha intanto registrato alcuni dati positivi, come un aumento di consumo di Soave in Canada del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre è in partenza una campagna di promozione in Giappone.

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Covid-19, “vittime” a lungo termine in Sud Africa: Cape Wine 2021 rimandato al 2022

La fiera triennale del vino sudafricano, CapeWine – South African Trade Show, in programma a Cape Town a settembre 2021, è stata rimandata al 5-7 ottobre 2022. Si tratta dell’ennesima “vittima” di Covid-19, tra le fiere del vino internazionale. L’epidemia, secondo di organizzatori di Wines of South Africa, “ha un impatto sulla pianificazione dell’evento, che di solito inizia 18 mesi prima della data stabilita”.

Il lockdown in corso in questi mesi ha avuto un impatto notevole sull’industria vinicola sudafricana, con le esportazioni vietate per un periodo di cinque settimane e le vendite di vino sul mercato interno riprese solo il 1° giugno, con l’ingresso del Paese africano nella “Fase 3”.

Le esportazioni risultano tuttora a rilento: il porto di Città del Capo fatica a far fronte alla domanda, secondo le autorità locali. “Ciò ha avuto un impatto enorme sul reddito di Wines of South Africa – evidenziano gli organizzatori – direttamente collegato alle esportazioni, e anche sulla situazione finanziaria di molti produttori”.

“La combinazione di questi due fattori, oltre a non essere in grado di garantire uno sponsor principale per l’evento, ha spinto la decisione di spostare indietro lo spettacolo di un anno”, riferiscono ancora dal Sud Africa.

Con così tanta incertezza sul futuro – commenta Siobhan Thompson, Ceo di Wines of South Africa Sudafrica – abbiamo preso la difficile decisione di spostare lo CapeWine al 2022. La pressione sulle nostre finanze e la mancanza di certezza internazionale sui viaggi a lungo termine, hanno reso impossibile pianificare l’evento in questo momento”.

“Sappiamo che CapeWine è un evento molto amato e vogliamo assicurarci che il prossimo sia più grande e il migliore si sempre. Con questi obiettivi ben saldi in mente – ha concluso Thompson- è ragionevole rimandare al 2022, quando speriamo di avere una visione più chiara del mercato del vino e un quadro più stabile delle risorse. Non vediamo l’ora di dare il bentornato al commercio internazionale del vino nei nostri splendidi vigneti”.

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Export vino italiano primo trimestre, analisi Uiv: “Numeri positivi, ma non basta”

Saldo a +5% in valore e +6% in volume, ma performance condizionate da anticipo ritiro di prodotto causa Covid (Germania) e scorte per paura di nuove tariffe (Usa). Drastica riduzione a Oriente, cala il Prosecco in Uk. Con il mercato interno in convalescenza, questi ritmi sono troppo blandi: si rischia di arrivare a fine campagna con 5 milioni di ettolitri in più sul 2019. Questa, in estrema sintesi, l’analisi del primo trimestre dell’export dei vini italiani, sulla base delle rilevazioni Unione italiana vini (Uiv). Di seguito il report integrale.

“Nel cumulato del primo trimestre l’export italiano di vino è progredito sia in volume (+6%, a 5,1 milioni di ettolitri), sia in valore (+5%, a 1,5 miliardi di euro). Una performance che in linea generale potremmo definire positiva, ma che deve essere inquadrata in un contesto di forte fibrillazione, caratterizzato da eventi – Covid-19 – e circostanze – dazi americani – che hanno inciso e incideranno in maniera molto forte sulla regolarità delle nostre spedizioni.

Per fare alcuni esempi, negli Stati Uniti la prospettiva di nuove tariffe sui vini europei ha spinto gli operatori a incrementare fortemente a inizio anno gli acquisti di vini di fascia alta, in particolare vini Dop piemontesi (+8%), toscani (+20%) e veneti (+16%).

A fronte di questi movimenti, il saldo generale dell’import americano nel primo trimestre vede +10% a valore, ma segno meno sui volumi (-3%), a dimostrazione del fatto che nel prosieguo del trimestre l’impellenza si è via via sgonfiata.

Il Covid invece ha inciso fortemente sui Paesi che per primi hanno sperimentato l’epidemia: quindi Cina, Corea del Sud e Giappone, tutti con variazioni negative importanti, come peraltro già successo per altri supplier, come Francia, Australia, Cile e Spagna.

L’Italia segue questo andazzo: in Cina, -44% sui volumi dei vini fermi e frizzanti confezionati, associato a -40% sul fronte valori. Dinamica fortemente negativa in Corea del Sud (-19%), ma soprattutto in Giappone, che chiude il primo quarto a -8%, e la cosa è ben più preoccupante visto che Tokyo sta nella top 10 delle destinazioni italiane.

Ancora il Covid è andato a incidere anche sulle performance del vino sfuso: nel solo mese di marzo i sismografi hanno registrato uno scossone tellurico al rialzo (+23% volume), generato solo e soltanto da un mercato, quello tedesco: quando è scoppiata la pandemia in Italia, gli imbottigliatori tedeschi si sono precipitati a ritirare tutto quello che hanno potuto per non vedersi bloccate le cisterne al Brennero.

Nel trimestre, l’import di sfuso segna balzi del 35%, con punte del 40% in valore per i rossi comuni, che – a differenza dei bianchi, inchiodati sui listini dello scorso anno – hanno visto un balzo dei prezzi medi del 30%, a 71 centesimi al litro.

Sul segmento florido degli spumanti, le crepe incominciano a essere più che evidenti anche a occhio nudo: la performance volumica di +19% (poco meno di 1 milione di ettolitri) va comparata con il magrissimo +3% lato valore, con prezzi medi in calo del 14%. Se il Prosecco fa +12%, lo deve agli Usa (+17%) e al lavoro fatto sulle piazze secondarie (Francia, Canada, Nord Europa).

Londra va indietro del 6%, e questo dovrebbe accelerare le dinamiche in atto di emancipazione parziale da questo mercato. Crescono a dismisura gli spumanti generici, tutti prodotti da smaltire della vendemmia 2018, dirottati soprattutto sul mercato tedesco, che ha visto gli acquisti decuplicare rispetto al marzo del 2019.

LE PROSPETTIVE

Rimessi i cosiddetti puntini sulle “i”, bisogna ora riflettere sul fatto che gli effetti del Covid che hanno condizionato le performance di inizio anno sono destinati a propagarsi da Oriente a Occidente e quindi le performance pur positive di inizio anno probabilmente avranno qualche limatura nel prosieguo dell’anno.

Questo rallentamento preventivabile si innesta su una situazione interna che deve smaltire gli effetti di tre mesi di lockdown, con l’Horeca avviato su una lunga e problematica strada di convalescenza.

Oggi il settore sta incominciando a vendere il prodotto della vendemmia 2019: 47,5 milioni di ettolitri, in calo del 13% rispetto all’enormità del 2018, ma in media perfetta sugli ultimi dieci anni. Quindi, stiamo parlando di una vendemmia normale, il che spiega la difficoltà della produzione a far passare aumenti generalizzati dei listini: al di là dei casi Germania, lo sfuso viaggia sulle stesse quotazioni del 2019.

Quindi, il prodotto da vendere non manca, e lo dicono anche i dati di Cantina Italia: ai primi di giugno, il sistema dava 48 milioni di ettolitri, il che vuol dire che – riportando indietro di un mese le dichiarazioni – questa è la situazione di maggio, con in più un rallentamento evidente del fabbisogno medio, sceso da 3,3 milioni di marzo e aprile a 2,7 di maggio, quando insomma si incominciano a vedere gli effetti del lockdown sull’Horeca.

Questo non esclude che – andando avanti di questo passo, senza peggioramenti ulteriori – al 31 luglio si possa arrivare a chiudere la campagna con un saldo di 43 milioni di ettolitri, 5 in più del 2019.

I numeri dell’export registrati a marzo, in sostanza, pur essendo positivi, con questo passo non garantiscono l’equilibrio del nostro sistema, ma la situazione di ingessatura non riguarda solo l’Italia: anche Spagna, Francia, Cile, Australia vivono bene o male le stesse dinamiche. Lecito attendersi un ingolfamento del mercato, soprattutto quello europeo e nordamericano, con inevitabili ripercussioni sulla dinamica già fragile dei listini”.

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Barolo e Barbaresco, riserva vendemmiale 2020 al 10% e taglio di 70 mila ettolitri

Il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani intende introdurre una riserva vendemmiale pari al 10% della produzione massima di uva ammessa per le Docg Barolo e Barbaresco, per la vendemmia 2020. L’ente deciderà come destinare la “scorta” in base all’andamento del mercato, entro il 1° gennaio 2024 per il Barolo e il 1° gennaio 2023 per il Barbaresco, prime date utili per l’immissione al consumo dei due vini.

La misura, come sottolinea il Consorzio di Tutela, sarà sottoposta al parere delle aziende associate nell’assemblea ordinaria che sarà convocata prima della nuova vendemmia. L’obiettivo è quello di “rafforzare le misure a tutela delle denominazioni Barolo e Barbaresco”.

Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre deciso di ridurre la quantità di vino non destinato alle Dop, modificando la destinazione degli esuberi di produzione di tutte le denominazioni, ad eccezione di Verduno Pelaverga Doc e Dogliani Docg.

Gli esuberi di produzione verranno quindi ridotti rispetto all’attuale 20% della resa a ettaro al 5%, con il restante 15% obbligatoriamente destinato ad usi alternativi, come la distillazione. Questo provvedimento consentirà di eliminare potenzialmente circa 70 mila ettolitri dal mercato, valorizzando le produzioni di qualità.

La resa di uva a ettaro delle Denominazione di Origine tutelate dal Consorzio infatti è tra le più basse in Italia e un’ulteriore eliminazione di eventuali esuberi di produzione, secondo l’ente, “contribuirà ad aumentarne il potenziale qualitativo, nel pieno rispetto della filosofia produttiva che il mercato ci riconosce da tempo”.

“Abbiamo volutamente atteso e riflettuto sulla situazione attuale prima di prendere dei provvedimenti – commenta il presidente del Consorzio Matteo Ascheri – per evitare di intervenire in modo affrettato. Abbiamo osservato con attenzione i dati dei primi mesi del 2020, che ci permettono un cauto ottimismo anche alla luce della recente ripartenza delle attività”.

Siamo ovviamente pronti a intervenire con ulteriori misure, se fosse necessario nei prossimi mesi. Il nostro obiettivo era e rimane la valorizzazione e la promozione delle nostre denominazioni attraverso strategie differenziate e mirate”.

Strategie che il Consorzio ha inizialmente messo in campo un anno fa, attraverso il blocco triennale degli impianti di nuovi vigneti destinati alla produzione di Barolo e ha rafforzato con una massiccia promozione sui mercati internazionali.

Sono inoltre in fase di studio e realizzazione alcuni progetti strettamente legati alla tutela del territorio e alla sostenibilità in ambito fitosanitario, con l’obiettivo di ottenere una fotografia reale della situazione nei vigneti e in cantina, oltre a un piano che punta a ottimizzare la movimentazione delle merci all’interno dell’areale Unesco.

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Vino e Fase 3, Coldiretti: “Iva agevolata e credito di imposta per crediti inesigibili”

Iva agevolata e credito di imposta per i crediti inesigibili derivanti dalla crisi Covid-19. Sono due delle proposte formulate da Coldiretti per il settore del vino, in previsione della Fase 3 in Italia.

“Bisogna anche sostenere con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle esportazioni – sostiene la Coldiretti – con un piano straordinario di comunicazione sul vino che rappresenta da sempre all’estero un elemento di traino per l’intero Made in Italy, alimentare e non”.

Coldiretti ha presentato al Governo il piano salva vigneti con il quale, attraverso la distillazione volontaria, si prevede di togliere dal mercato almeno 3 milioni di ettolitri di vini generici da trasformare in alcol disinfettante per usi sanitari.

La misura avrebbe inoltre l’importante effetto di favorire l’acquisto di alcol italiano che sugli scaffali è stato il prodotto che ha registrato il maggior incremento di vendite che sono praticamente triplicate secondo Iri, ma anche di ridurre le eventuali eccedenze produttive.

Il piano della Coldiretti prevede anche la vendemmia verde su almeno 30 mila ettari per una riduzione di almeno altri 3 milioni di ettolitri della produzione sui vini di qualità in modo da evitare un eccesso di offerta, considerate le conseguenze della pandemia sui consumi internazionali.

Intanto, la riapertura di ristoranti, trattorie, osterie, agriturismi, cantine e bar riattiva un canale naturale di vendita del vino italiano che al consumo vale almeno 6 miliardi di euro l’anno, a regime.

“La fine del lungo periodo di chiusura consentirà di poter tornare a scegliere a tavola, fuori casa, tra le 523 denominazioni di vino Made in Italy che offre l’Italia. Le misure adottate per arginare la pandemia di Covid-19 hanno infatti tagliato del 50% del valore delle vendite di vino in Europea sulla base delle previsione dell’Oiv, l’Organizzazione mondiale della vite e del vino”.

Si tratta dunque di un appuntamento molto atteso dagli operatori di un settore dal quale nascono, dalla vigna al tavolo, opportunità di occupazione per 1,3 milioni di persone in Italia che si classifica come il principale produttore mondiale con circa il 70% della produzione destinato a vini Docg, Doc e Igt.

Sono 332 i vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt). Il restante 30% riguarda i vini da tavola.

“Sul territorio nazionale – ricorda Coldiretti – ci sono 567 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi, a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l’Italia che vanta lungo tutta la Penisola la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenaria”.

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Sicilia en Primeur 2020, Planeta: “Siamo l’isola del vino sostenibile nel Mediterraneo”

Il futuro del vino della Sicilia? Sempre più legato alla sostenibilità. Una questione fisiologica, dovuta alle particolari condizioni microclimatiche, che rendono pressoché naturale la coltivazione in regime biologico. “Siamo l’isola del vino sostenibile, al centro del Mediterraneo“, ha detto non a caso il presidente di Assovini Alessio Planeta, nel presentare l’edizione digitale di Sicilia en Primeur 2020, alle 15 odierne sulla piattaforma Zoom.

Collegati da tutto il mondo circa 200 professionisti del settore, tra stampa e addetti al lavoro, per fare il punto sulla vendemmia 2019. Una raccolta che incastona la Sicilia nell’olimpo della viticoltura biologica del Paese. Non solo: l’isola ha la più vasta superficie di viticoltura di montagna in Italia, dopo il Trentino Alto Adige. Ed è la prima regione per viticoltura di collina, seguita da Toscana e Piemonte.

Con il 34% della superficie viticola biologica, a fronte di un totale ormai prossimo ai 110 mila ettari di vigneto bio italiano, la Sicilia conferma la propria leadership sul fronte della sostenibilità. Seconda regione è infatti la Puglia, col 16%: la metà. Un dato che consente alla Trinacria di risparmiare, ogni anno, 750 tonnellate di rame per i trattamenti.

“Nell’ambito della Doc Sicilia – ha sottolineato Antonio Rallo, presidente del Consorzio Doc Sicilia – sono state prodotte 95 milioni bottiglie, il 19% in più rispetto al 2018. Il Nero d’Avola guida la crescita, col +27%, seguita dallo Zibibbo,  con il +17%”.

“Ma quello che ci preme sottolineare è il +11% della menzione Sicilia da parte delle Doc territoriali: un obiettivo che ci eravamo prefissati nel 2012, quando abbiamo dato vita alla Doc Sicilia”, ha aggunto Rallo. Una Denominazione capace, tra l’altro, di reggere il colpo di Covid-19, con un -11% medio “da considerare prezioso, a fronte di un trend nazionale che si assesta sul -35/40%”.

A Mattia Filippi di Uvasapiens il compito di presentare – anche in questa edizione digitale di Sicilia en Primeur – le caratteristiche della vendemmia 2019, nell’ambito del report “L’importanza di essere Isola”. La produzione si è assestata sui 430 milioni di litri, in un trend stabile negli ultimi 5 anni.

La vendemmia 2019, assieme alla 2014 e alla 2011, ha registrato le quantità più basse rispetto alla media degli ultimi 11 anni, con un -13% rispetto alla media delle altre regioni. Le condizioni meteo hanno fatto da spalla ai produttori di vino siciliano.

“Grazie alle condizioni favorevoli del Mediterraneo – ha commentato Mattia Filippi – il climate change, non ha condizionato l’isola dal punto di vista delle temperatura. Basti pensare che, a giugno, le temperature registrate nel Sud Italia erano simili a quelle delle zone alpine e dei Balcani, più basse rispetto media europea”.

Che vini aspettarsi, dunque? La vendemmia 2019, secondo le anticipazioni dei tecnici del Consorzio Doc Sicilia, darà vini bianchi e rossi non eccessivamente alcolici, ma molto ricchi in termini di profumi, freschezza, corpo e struttura.

Ottimi i livelli di polifenoli in tutte le zone di produzione del Nero d’Avola, con medie di 7 tonnellate per ettaro. Bene anche Grillo e Catarrato (Lucido), in un’annata definita senza mezzi termini “eccezionale”. Un discorso che vale anche per l’Etna, dove il Nerello Mascalese è maturato in condizioni microclimatiche pressoché perfette.

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ProWine China 2020, preparativi a pieno ritmo a Shanghai: “Sarà un successo”

Sono in pieno svolgimento i preparativi per ProWine China 2020, che andrà in scena a Shanghai dal 10 al 12 novembre 2020. L’ottava edizione della fiera si terrà presso il New International Expo Center (SNIEC) di Shanghai, parallelamente al Food & Hotel China (FHC). “Al momento tutto fa pensare che ProWine China sarà ben accolta dal settore e che riscuoterà successo”, assicurano gli organizzatori tedeschi.

La ProWine China, seguendo l’esempio della più sorella maggiore ProWein Düsseldorf, offre un panorama dell’offerta internazionale di vini e spirits di alto livello. Sono attesi oltre 800 produttori vinicoli e fornitori di bevande alcoliche da tutto il mondo.

Inoltre la Japan Sake e la Shochu Makers Association, la Korea Traditional Liquor Association, la Korea Winery Association e la Development Agency of Serbia hanno confermato la loro partecipazione con uno stand collettivo.

Quest’anno saranno presenti allo stand di UP-Chinese Wine numerosi produttori delle regioni vinicole della Cina e sono inoltre attese ulteriori registrazioni di partecipazioni collettive. Ad oggi si contano più adesioni rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Fino alla fine di maggio, ProWine China offrire a tutti gli espositori interessati un prezzo di partecipazione speciale. Non solo una fiera per espositori ed addetti del settore. ProWine China, durante i tre giorni della manifestazione, concede a tutti i visitatori molte opportunità di scambio di esperienze e percorsi di formazione.

Tramite corsi di perfezionamento, seminari e degustazioni i 20 mila visitatori previsti riceveranno uno spaccato sulle mutevoli esigenze poste dal settore del vino e degli spirits.

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Wine Bond: Tibor Gál Jr è tra i primi a lanciarli in Europa da Eger, in Ungheria

Bond. Wine Bond. Poco o nulla in comune col più famoso James – il personaggio nato dall’immaginazione di Ian Fleming e divenuto un cult internazionale – se non la capacità di rendere possibile un’impresa. Nello specifico, i Wine Bond consentono a chiunque di investire denaro in una cantina, vedendo crescere un tasso di interesse riscattabile in bottiglie di vino, tour guidati o degustazioni. Tra i primi a crederci in Europa, per l’esattezza in Ungheria, è Tibor Gál Jr, figlio del noto enologo magiaro che ha affiancato gli Antinori nella creazione del mito dell’Ornellaia.

Così come ha fatto il padre, nella Toscana anni Novanta, Gál Junior sta provando a illuminare la strada a tanti colleghi costretti a fare i conti con il lockdown da Coronavirus. Riadattando in chiave “enologica” il sistema dei Dining Bond, vero e proprio fenomeno negli Usa, scelto da molti ristoranti anche in Italia, negli ultimi mesi.

La cantina di Eger mette a disposizione tre diversi pacchetti con la formula dei Wine Bond. Fino al 31 maggio, per esempio, con 100 mila fiorini ungheresi (282,09 euro) è possibile acquistare un “bond” a un tasso di interesse di 20 mila fiorini per un anno (56,42 euro) e di 50 mila fiorini per 2 anni (141,04 euro).

Una volta scaduto, il “buono” può essere utilizzato per una cena per due persone al Gál Tibor Fúzió, il ristorante e winebar aperto nel centro della cittadina famosa per la produzione dell’Egri Bikavér, il “Sangue di toro” di Eger. Il denaro maturato dall’acquisto del wine bond può essere riscattato anche in vino, comprese le vecchie annate.

“Riteniamo che questo non sia solo un buon investimento per i clienti – commenta Tibor Gál a WineMag.it – ma anche un serio contributo alla conservazione di una cantina che può vantare 27 annate alle proprie spalle”.

“Come è ormai chiaro a molti –  precisa il vignaiolo ungherese – stiamo attraversando una strada sconnessa e la vendemmia 2020 promette di essere una grande sfida. A causa del Coronavirus, tutti i nostri canali di vendita, ovvero ristoranti, enoteche e wine bar, sono stati chiusi”.

Ma la vita in vigna non si è fermata. È arrivata la primavera, le viti si sono risvegliate e abbiamo i germogli. Per portare a termine l’annata 2020, i lavoratori devono essere pagati. Abbiamo bisogno di risorse per finanziare il lavoro e raccogliere il futuro, superando questo periodo di transizione”.

“Con questo spirito – conclude Gál – abbiamo dato vita ai Tibor Gál Wine Bond: una sorta di prefinanziamento per un servizio futuro. Un ‘buono’, da redimere in vino o nell’esperienza diretta nella nostra cantina di Eger”. Qualcosa di unico in Europa, che anche l’Italia prova a imitare.

A fine aprile, infatti, la Strada del Sagrantino ha dato vita alla “Sagrantino Experience – Holidaybond“. Lo scopo è quello di promuovere cantine, aziende agricole, frantoi, alberghi e ristoranti associati, in cui sarà possibile recarsi al termine dell’emergenza Covid-19. La gift-card è acquistabile fino al 31 agosto 2020 sul sito web delle aziende aderenti (elenco completo sul portale della Strada) e sarà spendibile entro un anno.

“Ci siamo domandati a lungo come sarà il futuro per il nostro comparto agricolo e turistico e quali sono le modalità con cui potremo tornare a parlare di enoturismo – spiega Serena Marinelli, presidente della Strada del Sagrantino – e non avendo una risposta immediata e plausibile crediamo sia importante continuare a dare segnali positivi e attivi, per prospettare una ripresa”.

“L’Umbria è una regione ricca di emozioni, fatta di piccoli borghi caratteristici e di eccellenze agroalimentari – aggiunge Marinelli – ideali per un turismo lento, di qualità e non di massa, attento alla natura. Nelle prossime fasi quando, con le dovute cautele, si cercherà di dare spazio a un turismo di prossimità, vogliamo far conoscere sì al turista lontano, ma oggi ancor di più al turista vicino, all’umbro il nostro distretto del buon vivere”.

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