È il commento di Luca Giavi, direttore generale del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, in seguito alle rivelazioni di WineMag.it, secondo cui i casi di spumanti rosati generici venduti online come “Prosecco Rosé” siano aumentati, dopo l’approvazione della modifica del disciplinare che sancisce il matrimonio tra Glera e Pinot Nero.
“L’invito che mi sento di rivolgere ai consumatori – prosegue Giavi – è quello di leggere attentamente quello che viene riportato sulla bottiglia in etichetta, ma il problema non nasce dalla nostra richiesta di modifica del disciplinare che introduce la tipologia rosé”.
Non è da adesso che succede questo, è da anni che sull’e-commerce, sugli scaffali dei supermercati e sui menù dei ristoranti, molto spesso, viene chiamato ‘Prosecco Rosè’, qualsiasi spumante rosato, replicando quanto avviene, peraltro, per la tipologia vinificata totalmente in bianco, prescindendo, in molti casi, dal territorio di produzione”.
Un errore, sottolinea ancora il direttore del Consorzio di Tutela veneto, “ampiamente documento anche nella relazione allegata alla modifica del disciplinare del Prosecco Doc, trasmessa alle autorità lo scorso anno”.
“La nostra scelta – sottolinea Giavi – è stata proprio tesa ad evitare questo problema quantomeno per il nostro sistema produttivo, che ora avrà modo, una volta entrato in vigore il nuovo disciplinare, di scegliere se garantire ai propri consumatori un vino ottenuto in un determinato territorio, con una base ampelografica specifica, con tempi di spumantizzazione precisi e che, legittimamente, possa fregiarsi della Denominazione di origine Prosecco”.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.