Due indagini condotte nel mese di dicembre 2021 dall’Ufficio studi Coop e i suoi partner rivelano le parole d’ordine del 2022 dei consumatori italiani: «Speranza, ripresa, cambiamento, timore». La prima indagine, “2022, Coming Soon – Consumer“, ha coinvolto un campione di mille individui, rappresentativo della popolazione 18-65 anni. La seconda, “2022 Coming Soon – Manager“, si è rivolta alla community di italiani.coop: 800 opinion leader e market maker, fruitori delle passate edizioni del Rapporto Coop.
Tra questi sono stati selezionati 440 soggetti con profilo manageriale/executive (imprenditori, amministratori delegati e direttori, liberi professionisti) «in grado di anticipare più di altri le tendenze future del Paese». La metafora utilizzata da Coop per descrivere gli italiani al cospetto del nuovo anno è quella di un popolo «in bilico sul bordo del trampolino». Pronto «al grande salto verso il nuovo futuro a cui la pandemia sembra aver dato inizio». Ma, allo stesso tempo, ancora trattenuto «dalle incognite del momento».
Da qui la nuvola di parole d’ordine da accostare ai prossimi 12 mesi. Le stesse dell’anno appena trascorso: in primis “speranza” (la indica il 32% del campione consumer); a seguire “ripresa” (16%) e “cambiamento” (15%). Ma nel 2022 è soprattutto il “timore” a crescere. Risulta più che raddoppiato, passando dal 3% al 7% rispetto allo scorso anno.
A vivere più di tutti la contraddizione del momento è la cosiddetta “Gen Z“. I nati fra il 1997 e il 2012 si trovano infatti in quel segmento del campione in cui la parola timore (9%) va per la maggiore. Allo stesso tempo, tra questi giovanissimi risiede la percentuale più evidente di chi spera nel cambiamento (19%). A preoccupare maggiormente i manager intervistati (47%) è invece l’instabilità politica (con gli effetti sui possibili ritardi del Pnrr) e la crescita dei prezzi, stimata dal panel al 2,9%.
LA WISH LIST DEGLI ITALIANI PER IL 2022
Nell’attesa della fine della pandemia, la wish list stilata dagli italiani per il 2022 include tra le urgenze il prendersi cura di sè (57%), cercare un nuovo equilibrio tra lavoro e vita privata (56%). E uscire dalla pandemia con l’ambizione di rivedere le proprie priorità (55%). Magari costruendosi una nuova vita (21%). C’è anche chi guarda oltre. Il 29% del campione – quindi quasi un italiano su 3 – pensa nel 2022 di cambiare lavoro. Immaginando questa decisione come il giusto viatico per il suo nuovo futuro.
Nuovi valori, insomma. Nuove attitudini. Ormai abituati a rimandare il ritorno alla normalità, gli italiani traducono la loro voglia di cambiamento e di nuovi valori negli aspetti al momento davvero modificabili proprie vite. Dopo Cop26 e i vari disastri ambientali del 2021, il climate change è considerato dagli italiani un problema più grave di quanto non pensi l’opinione pubblica (78%).
Gli Stati di tutto il mondo devono porvi rimedio con la massima urgenza (82%). Nell’attesa, il 97% si dice disposto a cambiare almeno alcune delle proprie abitudini. Tutti, però, sono ancora alla ricerca di concrete soluzioni pratiche per rendere più sostenibile la vita quotidiana.
Sempre secondo le indagini dell’Ufficio studi Coop, gli italiani sono disposti ad acquistare lampadine a basso consumo (pensa di farlo l’80% del campione). Non solo. Eviterebbero gli sprechi alimentari (61%) ma solo il 18% rinuncerebbe alla lavastoviglie. Il 15% sceglierebbe l’usato e appena il 14% ridurrebbe l’uso della lavatrice.
SPERANZA NELLE PROMESSE DELLA TECNOLOGIA
Più propensi a guardare al loro nuovo futuro piuttosto che al loro difficile presente, gli italiani guardano con fiducia alle nuove promesse del progresso tecnologico. Così quasi 9 italiani su 10 si vedono nello spazio entro il 2050 e 6 su 10, se potessero, manderebbero già oggi cartoline dalla luna.
Entro il 2030 la realtà virtuale farà parte della quotidianità per il 57% degli intervistati. Nello stesso periodo, per 4 italiani su 10 la carne sintetica sarà consuetudine sulle nostre tavole. E sulle nostre strade circoleranno auto a guida autonoma per un intervistato su tre (37%). Per gli esperti, invece, nei prossimi 10 anni saranno le nuove fonti energetiche (58%) e poi big data (38%) e biotecnologie (35%) a determinare i maggiori impatti economici e sociali.
A pagare invece le incertezze della pandemia e dell’economia è soprattutto il tempo libero. Diffidenti sulla reale disponibilità economica futura e sulle restrizioni che saranno imposte, gli italiani nel 2022 tagliano su ristoranti e bar (il saldo tra chi ci andrà di più e chi lo farà di meno è -13%). A rimetterci anche concerti e spettacoli (-12%), cinema (-10%), teatri e musei (-9%). Preferite le soluzioni fruibili da casa (film, e-commerce, smart working). La digital life sembra essere già realtà.
RAPPORTO COOP 2021: LO SPETTRO DELL’INFLAZIONE SUL 2022
A impensierire maggiormente è il possibile rincaro dei prezzi. Se infatti tra i market maker e gli opinion leader della community di italiani.coop intervistati a dicembre prevale un certo ottimismo sull’andamento generale dell’economia e sulla situazione pandemica, sono invece proprio i consumi delle famiglie e il mercato del lavoro a preoccupare.
Per 6 manager su 10 i consumi seguiranno il Pil ma a distanza, ostaggio di una inflazione stimata dai nostri esperti al +2,9%. Una crescita che si protrarrà per tutto il 2022 secondo il 63% dei nostri esperti, da contrastare con una riduzione del cuneo fiscale (secondo il 71% dei manager) o una indicizzazione dei salari al costo della vita (47%), ma anche con una riduzione selettiva dell’Iva (47%) magari sui beni sostenibili.
In previsione dell’aumento dei prezzi, una famiglia su 2 pensa di non cambiare il livello di spesa nel prossimo anno rispetto al prepandemia (49%). Ma se il 22% del campione spera di superarlo quasi un italiano su 3 (29%) purtroppo sa che non riuscirà a raggiungerlo. Peraltro, proprio l’inflazione relega il budget delle famiglie nei confini delle spese obbligate (utenze e salute, soprattutto) e costringe tanti italiani a lasciare nel cassetto dei sogni i prodotti tecnologici, le serate con gli amici, i viaggi e le vacanze.
GLI ITALIANI A TAVOLA NEL 2022: TIMORI PER LA SPESA ALIMENTARE
L’epicentro della prossima crescita dei prezzi riguarda non solo le utenze domestiche, ma soprattutto il ben più importante capitolo della spesa alimentare. I manager della filiera stimano un incremento medio dei prezzi alimentari superiore ai 3,5 punti percentuali. Con una ondata inflattiva che, per il 63% del campione, riguarderà sicuramente tutto il 2022.
Tra caccia alle promozioni, ricerca di punti vendita e canali più convenienti e riduzione degli sprechi, molti italiani fronteggeranno il carovita con un diffuso downgrading del carrello. Succede soprattutto al Sud e nella lower class, segnando peraltro una nuova ancora più consistente divaricazione dei consumi rispetto ai ceti più abbienti.
Ad essere ancora una volta premiato in tavola il cibo del territorio (100% italiano e locale), mentre si consolida il trend verso una alimentazione biologica e salutista. Ma per i manager della filiera (il 61% degli intervistati) il 2022 sarà soprattutto l’anno della marca del distributore, considerata la soluzione per permettere acquisti con il migliore rapporto tra qualità e prezzo.
«2022 VERO BANCO DI PROVA DELLA GDO»
Se nel 2020 l’irrompere della pandemia aveva fatto impennare le vendite Gdo (+4,8% sul 2019), il 2021 si chiude pareggiando i livelli di vendita dello scorso anno (con invece un decremento di circa mezzo punto percentuale se si esclude l’egrocery e si considera la sola rete fisica). Un risultato conseguito anche grazie al buon andamento della stagione natalizia.
La recrudescenza della pandemia e il timore della variabile Omicron hanno infatti tenuto molti italiani tra le mura domestiche Facendo segnare un incremento delle vendite della Gdo di circa 3 punti percentuali nelle ultime due settimane dell’anno.
Ma sarà il 2022 il vero banco di prova della Grade distribuzione organizzata italiana. Per gli esperti intervistati, i prezzi all’acquisto, la digitalizzazione dei canali e i nuovi comportamenti di acquisto (per prodotti e formati) rappresentano gli elementi centrali dello scenario 2022. Con una attenzione crescente ai temi della sostenibilità etica, sociale e ambientale.
«Sugli andamenti del 2022 – recita il Rapporto Coop 2021 – peseranno certamente la dinamica inflattiva ed i suoi effetti sul potere d’acquisto e i consumi delle famiglie. Ma evidentemente anche gli andamenti epidemici contribuiscono a rendere ardua una previsione puntuale».
L’Ufficio Studi Coop con il supporto d’analisi di Nielsen stima comunque «un andamento delle vendite totali Gdo di poco inferiore all’1,5% a valore». Si tratterà di un «effetto congiunto di una probabile riduzione dei volumi, di un più ampio incremento dei prezzi e delle scelte di ricomposizione degli acquisti effettuate dai consumatori».
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