Sabato 20 febbraio 2021 il clone di Aglianico “VCR421 Antonio Mastroberardino” è stato inserito nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite, con la relativa pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Un percorso tortuoso, quello della famiglia di origine campana, per vedere riconosciuto il clone di origine prefillosserica. Reimpiantato nel 2004, dà origine dal 2008 a un vino da singolo vigneto: Redimore, Irpinia Aglianico Doc.
Piero Mastroberardino accoglie così la notizia: «È per noi motivo di estrema soddisfazione, decima generazione alla guida della prestigiosa azienda irpina, il coronamento del lungo lavoro di mio padre Antonio, che per anni portò avanti un progetto ambizioso con il primario obiettivo di recuperare le caratteristiche originarie dei vitigni storici della Campania Felix, che per opera dell’uomo, in seguito alle scelte produttive di replicazione del materiale genetico, nel corso dei decenni andavano lentamente mutando».
UNA STORIA DI TENACIA
Erano gli anni Ottanta quando Antonio Mastroberardino si impegnava in una incessante attività di ricerca non soltanto sull’Aglianico, ma anche agli altri grandi vitigni del territorio. Come il Greco e il Fiano.
Sono gli inizi del nuovo millennio quando la cantina campana avvia una collaborazione con i Vivai Cooperativi Rauscedo. Obiettivo: individuare, classificare e infine registrare antichi cloni di Aglianico, sopravvissuti alla fillossera.
Un vero e proprio viaggio nel tempo – sottolinea Piero Mastroberardino – che ha visto in questo riconoscimento ufficiale non la tappa finale, ma semplicemente un fondamentale punto di svolta».
DAL CLONE AL VINO
Oggi è possibile assaporare un vino prodotto con il clone “VCR421 Antonio Mastroberardino” grazie a “Redimore“, Irpinia Aglianico Doc prodotto appunto dalla casa vinicola di Atripalda (AV).
«Sul piano affettivo – commenta Piero Mastroberardino – affiora la soddisfazione e l’orgoglio di aver portato a compimento un progetto che riporta nel calice quei caratteri che mio padre aveva conosciuto e amato e che per lui, come per tutta la mia famiglia, rappresentano l’essenza stessa dell’Aglianico».
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