EDITORIALE – La speranza è quella di sbagliarsi alla grande e di ritrovarci qui a sorridere, a giugno 2020, di fronte a una vana profezia. Nel concreto, l’impressione è che i tedeschi si siano informati in merito all’intenzione dei buyer internazionali di partecipare (o meno) a Vinitaly a giugno al posto che ad aprile, prima di annullare definitivamente Prowein 2020. L’evento veronese potrà infatti essere a sua volta cancellato, una volta recepite le perplessità dei “portatori d’interesse” internazionali.
Messe Düsseldorf non lo ammetterà mai. Ma se l’edizione annuale della più importante fiera internazionale del vino è stata rimandata al 2021, è perché il trade ha voluto così, non solo per Prowein. Ma anche per le nuove date di Vinitaly.
L’altra opzione è che in Germania siano tutti più responsabili e “puri” di noi italiani, interessati più agli affari che al “bene comune”, nel panico generato da Coronavirus: alzi la mano chi è disposto a crederci, ai tempi dello spread. Erhard Wienkamp, amministratore delegato di Messe Düsseldorf GmbH, ammette che rimandare Prowein 2020 al prossimo anno è arrivata in seguito a “un intenso dialogo con le nostre associazioni partner e con gli attori chiave del settore”.
Monika Reule, amministratore delegato del Deutsches Weininstitut (Dwi), l’Istituto del vino tedesco, sponsor di ProWein, appoggia Wienkamp. Tanto da parlare del “coraggio di Messe Düsseldorf di fare questo passo, che è interamente nell’interesse del settore vinicolo”.
Non c’è passo (utile) se non funzionale a un cammino. Quello di Prowein, di fatto, può essere letto come un invito a Veronafiere per Vinitaly. Allo scopo di saltare il giro, assieme, nel 2020. “A nostro avviso, ProWein ha risposto con attenzione, prudenza e correttezza a tutti i vantaggi e agli svantaggi”, commenta ancora Reule. “Correttezza”, appunto. Chi sarebbe stato scorretto?
Va registrato che anche Italia serpeggia il malumore per la decisione dell’ente fieristico veronese di rimandare Vinitaly al 14-17 giugno. Chi addita il caldo, chi il rischio che si tratti di un rinvio utile solo a mostrare i muscoli.
Fatto sta che Veronafiere, fatta di uomini e non d’alieni (quelli, forse, esistono solo in Germania) ha una bella gatta da pelare. Se non altro per non far passare gli italiani per “Demoni“, al cospetto dei (presunti) “Angeli” tedeschi. Del resto, Vox populi, vox Dei: le avvisaglie su un 2020 sfortunato c’erano tutte, con largo anticipo. Anno bisesto…
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.