Peronospora, Frescobaldi (Uiv): «Non può essere rimedio alle giacenze di vino»

«Vendemmie da 50 milioni di ettolitri? Anacronistiche. Stop ai vini generici, senza nome e cognome»

Peronospora, Frescobaldi (Uiv) «Non può essere rimedio alle giacenze di vino» vendemmia 2023
«La peronospora non può essere il rimedio al problema delle giacenze, per il semplice fatto che una malattia non può risolvere una debolezza del sistema». Non usa giri di parole
Lamberto Frescobaldi, presidente Unione italiana vini (Uiv), nel commentare l’ormai scontata riduzione delle quantità della vendemmia 2023 in Italia. «Se quest’anno, e sottolineo “se”, dovessimo avere una produzione inferiore ai soliti 50 milioni di ettolitri sarà per effetto di un parassita che colpisce in modo lineare, sia le vigne buone che quelle meno buone. Il problema della sovrapproduzione è invece un aspetto che le politiche di settore dovrebbero affrontare con maggiore determinazione».

A trovare una sorta di correlazione tra peronospora, riduzione delle rese e possibilità di taglio delle giacenze di vino era stato anche il produttore Fabio De Ambrogi – titolare della cantina toscana Gratena – in una lettera indirizzata nei giorni scorsi a winemag.it. «A nostro avviso – aggiunge Lamberto Frescobaldi – le vendemmie da 50 milioni di ettolitri sono oggi qualcosa di anacronistico per un Paese leader che dovrebbe concentrare la propria azione su obiettivi di crescita non volumica ma di posizionamento verso l’alto».

Sempre secondo il numero uno di Unione italiana vini, «per controbilanciare un trend che a fine luglio ci porterà probabilmente ad avere il maggior carico di stock in cantina degli ultimi 10 anni, serva una maggior razionalizzazione dell’offerta, basata su tassi consoni di vino rivendicato/imbottigliato, regole più stringenti su riclassificazioni e declassamenti, specializzazione dei distretti per vocazionalità».

«Oggi – conclude Frescobaldi – non ci si può più permettere di produrre vini senza nome e cognome, quelli generici, e di avere un terzo delle Dop-Igp che imbottiglia meno del 40% del proprio potenziale. Una complessità del sistema che necessita di scelte radicali anche in chiave promozione, con il potenziamento delle azioni atte a valutare la reale efficacia delle attività svolte all’estero». Parole molto chiare e decise, destinate certamente a fare discutere nel settore.

® Riproduzione riservata

sostieni winemag.it

Siamo una testata indipendente gratuita, ma il nostro lavoro ha un costo che la pubblicità fatica a ripagare.
Se credi nell'informazione libera e in un nuovo modo di raccontare il vino italiano, sostienici con un euro al mese.

Dello stesso autore

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI WINEMAG!

Altri articoli dalla stessa categoria