Prezzo pieno: 7,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante
Patrimonio ha tra l’altro ottenuto nel 2012 il Gold Award al China Wine Awards Best Value 2012, che potremmo definire la versione “cinese” dell’italianissimo Vinitaly, con produttori provenienti da ogni parte del globo. Nonché la Berlin Gold Medal al Berliner Wein Trophy 2012. Un successo riconosciuto anche a un altro vino di Taurosso: quel Pilu Niuru che può essere considerato il fratello minore di Patrimonio. Per quanto riguarda le specifiche tecniche, la zona di produzione, come già evidenziato, è quella dell’entroterra del Salento. L’età media della vite è tra i 20 e i 40 anni, con una produzione di 7 tonnellate per ettaro. La tecnica di produzione è basata su una pigiatura soffice e una lunga macerazione della durata di dieci giorni, a cui segue una lenta fase di fermentazione.
Prezzo pieno: 9,35 euro
Acquistato presso: Il Gigante
Entrando nelle specifiche tecniche, Ziggurat è un blend così composto: Sangiovese 70%, Sagrantino 15%, Cabernet e Merlot 15%. La raccolta avviene in maniera manuale, tra i mesi di settembre e ottobre, nei vigneti di proprietà della famiglia Lunelli, a Montefalco e Bevagna, in Umbria, più esattamente in provincia di Perugia. Si tratta di terreni di composizione limoso -argillosa, dotati di una buona potenzialità agronomica, ben strutturati e resistenti alla siccità estiva. La macerazione si protrae per una ventina di giorni, con una prima fase compiuta a freddo, alla temperatura di 12 gradi, per 20 ore, per poi proseguire a 26- 28 gradi in botti di acciaio. Evidente, all’assaggio, come Ziggurat abbia subito anche una fase di maturazione (12 mesi in barrique da 225 e tonneaux da 500 litri) e almeno 6 mesi in bottiglia. Un vino sontuoso, che si presta anche a un ulteriore invecchiamento in bottiglia.
Prezzo pieno: 8,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante, Assago Milanofiori (MI)
Il fatto è che per un italiano, che apprezza la cultura culinaria del proprio Paese, ritrovare sulla tavola un Syrah come quello di Yellow Tail può risultare di difficile “comprensione”. In particolare il Shiraz è australiano.
LA DEGUSTAZIONE
Al naso colpisce per le prepotenti note di frutti di bosco, prima ancora che per le spezie (pepe nero), a mio avviso troppo “lontane” e poco persistenti, perché sommerse da altre note che richiamano l’amarena.
Le note speziate si avvertono in maniera netta, invece, all’assaggio, reso da queste lungo e persistente, con richiami alla liquirizia dolce, molto gradevoli. Ne risulta un vino troppo “dolce” per essere abbinato ai piatti della tradizione italiana. Per non parlare dell’abbinamento consigliato sull’etichetta posteriore della bottiglia: una bistecca. Rischioso provarci.
Prezzo: 6 euro
Acquistato presso: Esselunga
In commercio, nella grande distribuzione, questo Cannonau sa certamente distinguersi rispetto a quello di altri marchi. Ma non è un caso che Templum si trovi a competere appena sotto la fascia prezzo del mostro sacro Argiolas. Un lavoro certosino, quello della Cantina Gallura, che si concretizza in particolare con altri vini non distribuiti in Gdo, che hanno la particolarità di essere prodotti con uve Nebbiolo, tipiche del Piemonte, trapiantate in Sardegna. Li cito, per curiosità dei buongustai: Karana, Dolmen e Lunanova.
Prezzo: 6,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante, Assago Milanofiori (MI)
Per la produzione del Chianti Leccioni viene utilizzato prevalentemente Sangiovese (non vengono specificati altri uvaggi). Le uve subiscono un processo di macerazione di nove giorni, per poi passare alla fermentazione alcolica, seguita da quella malolattica. L’affinamento avviene in contenitori in acciaio Inox e infine in bottiglia, per due mesi.
La lunga storia della famiglia Frescobaldi inizia intorno all’Anno Mille col fiorire dell’attività bancaria della Firenze medioevale. In breve i Frescobaldi diventano protagonisti assoluti della vita politica ed economica e si guadagnano il titolo di tesorieri della Corona inglese. Iscrivono il loro nome nella storia di Firenze, commissionando grandi opere pubbliche e architettoniche come il ponte Santa Trinita sul fiume Arno e la basilica di Santo Spirito, affidata a Filippo Brunelleschi. Tra i rappresentanti più illustri della famiglia, Dino Frescobaldi fu poeta del Dolce Stil Novo, noto anche per aver recuperato e restituito all’amico Dante Alighieri in esilio, i primi canti della Divina Commedia, permettendogli di continuare l’opera. Gerolamo Frescobaldi, musicista e compositore, è tutt’oggi considerato uno dei più importanti esponenti della musica Barocca. L’inizio della produzione vitivinicola è documentata agli inizi del 1300, nella storica Tenuta di Castiglioni in Val di Pesa, a sud-ovest di Firenze. Fin dall’inizio i vini Frescobaldi sono noti per qualità e tipicità tanto che agli inizi del 1400 grandi artisti del Rinascimento come Donatello e Michelozzo Michelozzi ne erano illustri estimatori. Un secolo più tardi i loro vini venivano serviti sulle tavole della Corte inglese di Enrico VIII e della Corte Papale.
Prezzo: 6 euro
Acquistato presso: Il Gigante, Assago Milanofiori (MI)
Il Cirò 2012 di Caparra e Sicliani – imbottigliato a Cirò Marina, in provincia di Crotone, in Calabria – deve invece aver conquistato ‘carattere’, invecchiando un altro anno prima di essere stappato. Nel calice, il colore è quello classico: giallo paglierino, piuttosto intenso. Al naso risulta molto vinoso. Una caratteristica che non tutti apprezzano, specie in un bianco del genere, da 11,5 gradi, a cui si chiederebbe maggiore delicatezza. Ma i gusti son gusti: ed è proprio questa spiccata ‘vinosità’ che ha reso gustosa la bottiglia. Tale caratteristica si è infatti ripresentata al momento dell’assaggio. Note agrumate, con predominanza del limone. Buona lunghezza. Un prodotto di assodata qualità, nonostante il modico prezzo, che si abbina alla perfezione con antipasti e primi a base di pesce, servito rigorosamente fresco, alla temperatura di 8 gradi. (leggi anche la recensione del Cirò bianco 2013 DOP Calabria – Senatore).
Produttori di vino sin dal XIX secolo, le famiglie Caparra e Siciliani hanno una solida tradizione agraria e vitivinicola in particolare. Nel 1963, facendo tesoro comune di queste esperienze, nasce l’azienda che attualmente opera esclusivamente nella zona del “Cirò” e del “Cirò Classico”, lavorando le uve provenienti dai vigneti di proprietà dei soci, estesi per circa 213 ettari. La Caparra & Siciliani ha uno stabilimento vinicolo moderno, tecnologicamente organizzato e della capacità complessiva di 31 mila ettolitri., divisi in 110 vasi vinari, distribuiti su tre piani, oltre a 150 barriques di rovere “Allier”. La cantina ha prestato fin dalla nascita particolare cura all’imbottigliamento ed il prodotto da imbottigliare, come evidenzia la stessa azienda, “viene selezionato dopo un accurato esame condotto con autentica passione vitivinicola, profonda competenza e coscienza professionale”. Tutto il sistema è infatti curato da uno dei maggiori enologi italiani: Fabrizio Ciufoli.
Prezzo: 4,90 euro
Acquistato presso: Il Gigante, Assago Milanofiori (MI)
“
In particolare mi vorrei concentrare sullo Chardonnay di Yellow Tail. Un vino particolarissimo. Unico nel suo genere. “Con una personalità tutta sua”, come indica la stessa casa vinicola sull’etichetta posteriore della bottiglia. Nel calice si presenta di un colore verdognolo sgargiante, capace di incrementare – se possibile – la curiosità verso l’assaggio. Al naso sembra quasi non si tratti neppure di Chardonnay. E infatti Yellow Tail propone vini “nuovi”, moderni. Reinterpretando i classici, questa casa vinicola ha come proposito quello di arrivare al palato di tutti, ovvero ai palati di tutto il mondo. Giungono di fatto le note di frutti esotici e di agrumi, ma si percepisce ben chiara la predominanza del melone, che spicca anche al palato, assieme alla pesca. Il finale è morbido e si fa apprezzare per suo il grande equilibrio. L’abbinamento, quasi scontato, è con primi piatti a base di pesce. Ma provatelo anche con una ricca coppa di gelato alla panna, magari farcito da qualche fragola.
Prezzo: 7,80 euro
Acquistato presso: Esselunga, Abbiategrasso (MI)
Nel calice si presenta di un rosso rubino intenso. Dà come l’idea di essere un vino denso, sanguineo. Al naso emergono note di frutti rossi e, quasi impercettibilmente, di vaniglia. L’assaggio è delizioso. I frutti rossi conferiscono grande morbidezza, mentre l’affinamento in barrique regala sentori di spezie e conferisce un buon corpo e una buona struttura a questo Cabernet Sauvignon veneto. Delicatissime arrivano al palato anche note di mandorla e, nuovamente, vaniglia. Bottiglia assolutamente consigliata a chiunque voglia bere qualcosa di non convenzionale, lontana dai soliti schemi. Ottimo l’abbinamento con primi piatti saporiti, carni rosse (anche al sangue), nonché con cacciagione e selvaggina.
Prezzo: 8,90 euro
Acquistato presso: Il Gigante, Assago Milanofiori (MI)
Nel mercato USA che sta riducendo l’import di vino, l’export enologico italiano nel primo trimestre di quest’anno ha raggiunto la soglia dei 576mila ettolitri, con un avanzamento dell’1,3% rispetto allo stesso periodo del 2014. In valore s’è totalizzato 316 milioni di dollari, con un segno positivo del 6,7% sui 296 milioni di un anno fa.
Bene anche l’export degli spumanti, Prosecco in testa, aumentato del 36% in quantità e del 16,6% in valore, portando così l’incidenza dell’offerta made in Italy sul mercato statunitense al 59,4% in quantità e al 31,8% in valore. Tutto questo a fronte di un crollo delle importazioni vinicole Usa che, secondo quanto risulta da una nota dell’Italian wine & food institute (Iwfi), hanno accumulato nel periodo in osservazione un segno meno sia in quantità (-9,5% a poco più di due milioni di ettolitri) sia in valore (-3,3 a 883 milioni di dollari). Riduzioni piuttosto ampie, dunque, e a farne le spese sono stati alcuni tra i principali paesi terzi concorrenti, come Australia (-20,7%, in volume), Argentina (-26), Cile (-15,5).
Diverse le ragioni, a cominciare da un dirigersi della domanda interna verso vini domestici, come pure da scelte che negli ultimi tempi hanno privilegiato vini importati di fascia più elevata, penalizzando così i vini sfusi di importazione e, in particolar modo quelli provenienti da Australia (-43%) e Sud America: Argentina (-43) e cileni (-26). Discorso a parte per l’export della Francia che, al pari dell’Italia, si muove in crescita quantitativa. Anzi le esportazioni dell’Ottagono sono ancora più marcate in volume, avendo totalizzato nei tre mesi in questione 193mila ettolitri, con un più 7% rispetto ai dati del primo trimetre 2014.In valore, invece, il segno aritmetico si trasforma e da un più diventa un meno (-2,8% a 171,5 milioni di dollari, rispetto ai precedenti 176,5). Fonte: Beverfood
PIACENZA – Amare il vino non significa snobbare la birra. Soprattutto se si parla di birra artigianale. Con questo presupposto ho visitato, per il secondo anno consecutivo, la manifestazione in programma presso i padiglioni fieristici di Piacenza, dedicata al variegato e pittoresco mondo della birra artigianale italiana.
A tirar le somme, raccogliendo pareri tra gli ospiti della manifestazione, c’è chi è rimasto deluso. Dopo il grande successo dell’edizione 2014 di Birra Expo, l’edizione 2015 di Mastro Birraio Piacenza (ovviamente più ristretta) “non si è dimostrata all’altezza”.
La rassegna di birra artigianale che ha aperto i battenti venerdì 8 maggio e sarà in scena fino a questa sera, non è tuttavia paragonabile – come spiegano gli organizzatori – a un evento di più ampio respiro nazionale come Birra Expo 2014.
Un minor numero di birrifici presenti ha comunque consentito ai visitatori di godere in maniera più ‘approfondita’ di alcune delle perle dei migliori mastri birrai italiani. E’ il caso, per esempio, del pluripremiato birrificio Baladin, nato nel 1996 come brewpub a Piozzo, in provincia di Cuneo (terra nota più per i grandi vini delle Langhe), grazie all’intuizione del grande mastro birraio Teo Musso.
Presente tra l’altro, in bella vista, anche uno dei prodotti di punta più recenti: Xyauyù Kentucky, “birra da divano” infusa a freddo assieme al tabacco Kentucky in barrique di rovere.
Ottime anche le birre di Retorto di Podenzano (PC), che quindi gioca in casa. Da provare, su tutte, la Daughter of Autumn, premiata di recente come miglior italiana nello stile Strong Ale angloamericano.
Da apprezzare anche il tocco di “milanesità” conferito alla manifestazione dal neonato birrificio “I 3 Bagai”, con i due prodotti di punta “Mahori” e la Bock “Fuorigioco”.
Non a caso, l’obiettivo della Sca di casa a Menfi, in Sicilia, è da tempo quello di “produrre vini di alta qualità, a un prezzo accessibile a tutti”. E quale modo migliore per se non incanalandoli nella grande distribuzione organizzata?
Il successo di questo vino sta nella sua semplice complessità. Mi rendo conto che è un ossimoro, ma non trovo parole migliori. Al naso emergono chiare le note di albicocca, che fanno da splendida culla ai toni moderatamente acri degli agrumi (con dominanza netta del limone) e alle tinte delicate conferite dal bouquet floreale.
In bocca, Seligo Bianco 2013 è regale. Di nuovo le note di albicocca e di buccia di limone, seguite dall’arancia e da un finale rinfrescante, dominato dalla menta e (a tratti) dalla liquirizia dolce. Un mix perfetto di uve Chardonnay e Grillo, che lo rende un vino particolarmente adatto ad accompagnare il pesce, ma anche i dolci, specie se a base di frutta. Un ottimo passepartout della splendida terra di Sicilia.
Prezzo: 6,50 euro
Acquistato presso: Il Gigante, Assago Milanofiori (MI)
A mio avviso si tratta peraltro di una bottiglia sovrapprezzata nella grande distribuzione. Quasi 6 euro (prezzo pieno) per un vino che si presenta piuttosto piatto, sia al naso sia al palato. Versato nel calice, in cui presenta un colore giallo paglierino scialbo, si riscontra qualche lontano sentore di nocciola, nonché di fiori di campo. Al palato risulta presto astringente e lievemente amarognolo nel finale, di buona lunghezza. Un vino che reggerebbe a stento il confronto con piatti di pesce, che si può però apprezzare se accostato a verdure cotte o torte di verdura.
La Doc Orvieto è balzata agli onori delle cronache nel 2014 tra quelle emergenti del panorama italiano, per quanto concerne le vendite nella grande distribuzione organizzata. Il disciplinare prevede l’utilizzo di Trebbiano Toscano e Grechetto (minimo 60%), e di altri uvaggi autoctoni non aromatici (non oltre il 40%).
Prezzo pieno: 5,80
Acquistato presso: Il Gigante, Assago Milanofiori (MI)
Che lo si voglia chiamare “Camalda” o “Uva Mora”, il vitigno Monica di Sardegna resta comunque tra i più antichi dell’isola, sviluppandosi sostanzialmente su tutto il territorio sardo.
Ecco al supermercato il Monica di Sardegna Doc Dolia, vendemmia 2013, delle cantine di Dolianova, in provincia di Cagliari.
Un acquisto azzeccato, soprattutto per il rapporto qualità-prezzo. Stiamo parlando di un rosso capace di reggere bene il confronto con le carni cotte al sangue, ma anche con pasta, pizza, risotti e formaggi di media stagionatura.
Di colore rosso rubino, tendente all’amaranto, presenta al naso sentori forti di ciliegia matura e more. Al palato è asciutto, sapido. Si riscontrano nuovamente ciliegia, mora e frutti di bosco (fragolina). Il finale è lievemente tannico, astringente. Unica pecca di questo Monica di Sardegna la persistenza.
Prezzo: 5 euro
Acquistato presso: Esselunga
L’Italia perde il podio come maggior produttore di vino al mondo, superata dalla Francia. Mentre la Cina diventa il secondo Paese per superficie di vitigni, dietro la Spagna. Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione internazionale del Vino (Oiv) nel 2014 la produzione mondiale di vino si colloca a 279 milioni di ettolitri, il 4% in meno rispetto al 2013 (291,902 milioni nel 2013). L’Italia, con 44,7 milioni di ettolitri (-17% rispetto 54,029 milioni), perde il primo posto conquistato nel 2012 (45,616 milioni) e nel 2013 a favore della Francia, che nel 2014 ha prodotto 46,698 milioni di ettolitri (+11% rispetto ai 42,004 milioni del 2013).
Al terzo posto della classifica si colloca la Spagna con 41,62 milioni di ettolitri prodotti nel 2014 (-9%). Seguono gli Usa con 22,3 milioni (-5%), l’Argentina con 15,197 milioni (+1%), l’Australia con 12 milioni (-4%), l’Africa del Sud con 11,316 milioni(+3%), la Cina con 11,178 milioni (-5%), il Cile con 10,5 milioni (-18%) e la Germania con 9,334 milioni (+11%). I consumi a livello mondiale di vino nel 2014 sono stimati in 240 milioni di ettolitri, in calo dell’1% rispetto ai 242 milioni stimati per il 2013.
L’investimento – perché di questo penso di tratti – è di circa 20 euro, per l’annata 2010. Considerata la grande capacità di invecchiamento, si tratta quindi di un prodotto piuttosto giovane, che potrebbe (anzi dovrebbe) essere conservato in cantina almeno un altro anno, prima di essere consumato. Ovviamente in commercio si trova Barolo ben più “vecchio”, ma questo non è il caso della grande distribuzione organizzata, su cui si focalizza questo blog. Per la produzione viene utilizzato vitigno Nebbiolo al 100%, autoctono della zona delle Langhe divenuta nel 2014 patrimonio dell’Unesco, in particolare nel Comune di Castiglione Tinella.
Al naso, il Barolo dell’Azienda Agricola Eredi Angelo Icardi svela comunque le caratteristiche note floreali di viola, seguite da sentori di piccoli frutti di bosco a bacca nera e dal finale, lungo, di spezie. Già nel calice, dove si presenta di un colore rosso granato, si intuisce la potenza di questa denominazione di origine controllata e garantita, davvero unica e pregiata. All’assaggio emerge una buona persistenza, resa ammaliante dalle note fruttate inziali (molto decise) e dal finale di pepe nero e liquirizia. Un ottimo abbinamento per il Barolo dell’Azienda Agricola Eredi Angelo Icardi è quello con l’agnello o, comunque, con primi piatti a base di ragù di selvaggina (cinghiale, per esempio) e cacciagione in generale.
Prezzo pieno: 20 euro
Acquistato presso: Il Gigante
Acquistato presso: Esselunga
Prezzo pieno: 5 euro
Acquistato presso: Il Gigante
“Quando ero bambino Don Carmelo, mio padre, mi portò alla vigna e mi insegnò a liberarla dalle erbacce. ‘Se dai alla terra, la terra ti dà’, mi diceva. Così – spiega il cantante sul sito Internet delle Tenute Carrisi – ho capito che prima ancora del vino, dalla vigna ti veniva un sorso di saggezza. Ho dedicato al ‘Mio Vecchio Saggio’ questo vino che mi aiuta a riscoprire il calore degli affetti ed il colore degli anni”.
Acquistato presso: Il Gigante / Iper Coop
«Abbiamo raggiunto il target giusto – spiega Dario Triarico, responsabile grocery e beverage marca del distributore del Gruppo Selex – rappresentato da consumatori informati ed esigenti, ma non superesperti, che leggono le etichette e quando comprano un vino vogliono andare a colpo sicuro, senza brutte sorprese».
Nell’ottica di fornire un servizio alla clientela, anche la scelta di bottiglie “trasparenti” dove è ben visibile il nome del vitigno con un’immagine della zona di provenienza. E, sul retro, la “carta d’identità”: cantina, imbottigliatore, anno di produzione, volume alcolico e la descrizione dettagliata delle caratteristiche organolettiche, curata da esperti sommelier, gli abbinamenti consigliati, la temperatura di servizio e, per le etichette più pregiate, la longevità. (fonte: gdonews.it)
“
Di colore rosso rubino intenso, tendente al violaceo, si presenta inizialmente al naso come un vino discreto. Quasi timido. Affiorano poi sentori di fiori di campo e, solo alla fine, le spezie (pepe nero). Impressioni che, come spesso accade, vengono confermate all’assaggio. Iniziale delicatezza, che si esprime poi con una piena sapidità e asciuttezza; per poi aprirsi completamente in un lungo finale piacevolmente speziato, di buona struttura e di buon corpo, sostenuto dalla comparsa di frutti a bacca scura. Un vino, insomma, da apprezzare per la propria concretezza sul medio-lungo termine dell’assaggio. Perfetto l’abbinamento con una buona bistecca di scamone al sangue, nonché a tutto il mondo delle carni, senza disdegnare la cottura alla griglia e alla brace.
A renderlo tale è il mix perfetto, al 50%, tra uve Sangiovese e Cabernet Sauvignon. “Le due varietà – spiega la casa vinicola – sono raccolte e vinificate separatamente. Le uve, raccolte ad un ottimo stato di maturazione, vengono delicatamente pigiate. Il mosto subisce quindi un processo di macerazione a contatto con le bucce di 15-20 giorni per favorire l’estrazione di colore e altre sostanze polifenoliche. Al termine della fermentazione malolattica, parte del vino (20%), affina per 6 mesi in piccoli fusti di rovere francese”.
Prezzo: 6,50 euro
Acquistato presso: Il Gigante Assago Milanofiori (MI)
Rèmole 2013 è una poesia. Un vino che si apre, fruttato (more e lamponi) e morbido, così come lo descrive sul proprio sito la stessa Frescobaldi, ma che lascia il segno definitivo con la propria unica intensità. Caratteristiche che si mescolano alla perfezione, in un concerto armonioso, delicato e indimenticabile. Perfetto l’abbinamento con carni rosse, che ne esaltano il retrogusto speziato (pepe e anice su tutte).
Ma Remole (mix di Sangiovese con un 15% di Cabernet Sauvignon) inizia a conquistare già nel calice, col suo rosso intenso, porpora. Che ne fa presagire l’eleganza e la persistenza.
Come “elegante”, del resto, è la zona stessa di produzione: quella Villa di Remole che da 700 anni è la culla delle tradizioni vinicola di Frescobaldi, nel cuore pulsante della splendida Toscana.
Prezzo: 5,60 euro
Acquistato presso: Il Gigante, Assago Milanofiori (MI)
Prezzo pieno: 4,50 euro
Acquistato presso: Esselunga
Per poi sprigionare nel finale un incendio di spezie (pepe) e cannella, che esaltano il retrogusto “legnoso” del Montalcino, affinato in botti di rovere di Slavonia per circa un anno, e che richiamano il cuoio. Una denominazione di origine controllata che esalta i vigneti toscani di Sangiovese, in particolare quelli della tenuta Castel Giocondo. Ottimo l’abbinamento alle carni alla griglia o alla piastra, a mio avviso sia bianche sia rosse, in quest’ultimo caso al sangue. Tredici e mezzo il volume alcolico.
Prezzo pieno: 9,90 euro
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La bottiglia in questione è di Borgo San Michele, vendemmia 2013. Si presenta di colore giallo paglierino, piuttosto intenso, con riflessi verdognoli. Immediate giungono al naso inconfondibili note fruttate, che gli conferiscono un’invidiabile freschezza. Si intuisce subito come si tratti di un vino “importante”. Il gusto conferma le aspettative. Anzi, sorprende per la propria unicità. Note di nocciola e mandorla, che regalano sapidità e acidità ben bilanciata con sentori finali di pera, arancia e limone. Nel finale persiste un’intrigante amarezza.
Il Fiano di Avellino di Borgo San Michele è un vino lungo, molto ben equilibrato, da abbinare con piatti di pesce (ottimo per esempio col branzino al sale), ma anche con crostacei, molluschi e zuppe di pesce.
Prezzo pieno: 7 euro
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Le vendite nella Grande Distribuzione di vino confezionato fino a 75cl nel 2014 hanno segnato un +1,5% a/a a valore e un +0,2% a/a a volume. Le bottiglie da 75cl a denominazione d’origine hanno registrato un +1,3% a/a a valore e un -0,7% a/a a volume. Queste le prime anticipazioni della ricerca dell’Iri che verra’ presentata a Vinitaly, a Verona dal 22 al 25 marzo.
La ricerca indica quali sono i vini piu’ amati dagli italiani nel 2014, grazie alla classifica dei vini piu’ venduti nella Grande Distribuzione. In vetta si trovano Chianti e Lambrusco, che da anni conquistano le prime posizioni del podio, ma che mostrano una flessione delle vendite a volume. Al terzo posto Il Vermentino, un bianco che continua a crescere di anno in anno. Tra i vini “emergenti”, cioe’ con maggior tasso di crescita nel corso del 2014, si trovano ai primi posti i vini marchigiani/abruzzesi Pecorino e Passerina, e il siciliano Inzolia.
Entra in questa classifica, per la prima volta, il laziale Orvieto. “La questione fondamentale per il 2015 ed i prossimi anni è la difesa del valore da parte delle cantine e della Grande Distribuzione – ha commentato Virgilio Romano, direttore servizio clienti Iri -. La rincorsa dei volumi come prevalente obiettivo di crescita rischia di rivelarsi controproducente”.
“Quindi sì alle promozioni, ma con intelligenza strategica. La difesa del ‘valore’ – ha spiegato Romano – passa dalla difesa dei prezzi. Ogni prezzo deve riflettere un sano equilibrio di bilancio, bilancio in cui alle principali voci di costo deve aggiungersi sempre piu’ quello della comunicazione, che deve avere tra i suoi obiettivi anche quello di trovare i consumatori di vino del domani”.
Fonte: Corriere Economia
Il Pinot Grigio Trentino Doc Mastri Vernacoli in questione è dell’annata 2014. Un vino giovanissimo, dunque, che conserva tutto l’aroma tipico del genere. Una volta stappato e versato nel calice, a una temperatura consigliata tra i 10 e i 12 gradi, si sprigionano da un chiaro giallo paglierino sentori nettissimi di pera, pesca e limone. Gli stessi che si ritrovano al gusto, tra le vivide note floreali.
Perfetto l’abbinamento con piatti di pesce e minestre. Sorprendente come il corpo di questa bottiglia riesca a “completare” alla perfezione un semplice piatto di cozze, in guazzetto d’alici e capperi.
Un mixaggio sapiente di uve provenienti dai terreni di Roveré della Luna, lungo il fiume Adige, con altri di Vallagarina (2) e della Valle dei Laghi (6), dal Comune di Terlago alla zona del basso fiume Sarca.
Prezzo pieno: 6,28 euro
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Prezzo pieno: 7,19 euro
Acquistato presso: Il Gigante
Da queste ottime premesse, non può che nascere un rosso capace di bilanciare alla perfezione un carattere forte e la giusta percentuale di zuccheri. Il Serre Susumaniello Salento Igp – premiato tra l’altro a Verona al Vinitaly 2014 – è un vino importante, da abbinare a piatti di carne ma anche a formaggi stagionati. Appena versato (colore rosso rubino con riflessi viola scuro), si sprigiona un mix di profumi che ne lasciano presagire l’ampiezza al gusto.
Sentori di confettura di frutti rossi che lasciano grande spazio all’amarena, perfettamente bilanciati con l’ottima mineralità, con finale lungo e speziato. Da provare. Soprattutto se già si è apprezzato un altro ottimo vino pugliese acquistabile al supermercato, come il Negramaro Primitivo Mandorla, col quale risulta avere parecchi tratti in comune, parendo la naturale e nobile elevazione dei sapori del vino classico di Puglia.
Prezzo pieno: 11,20 euro
Acquistato presso: Il Gigante / Esselunga
Prezzo pieno: 5,49
Acquistato presso: Il Gigante