Parte da Hong Kong la ”fase due” per la promozione e il business del vino sui mercati esteri a cura di Veronafiere con Vinitaly International. E’ stato siglato oggi, nella sede dell’Ente di Viale del Lavoro, un memorandum d’intesa con l’HKTDC per la creazione di wine2wine Asia e per la partecipazione all’Hong Kong International Wine&Spirit Fair 2016 (10-12 Novembre): presenti Johnny Wan, Direttore Exhibitions Market Development HKTDC, Gianluca Mirante, Direttore Italia di HKTDC, Stevie Kim, Managing Director di Vinitaly International e Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere. ”Vinitaly International torna ad Hong Kong nel prossimo novembre, per il settimo anno, con in serbo delle importanti novità – sottolinea il Direttore Generale, Giovanni Mantovani -. La prima, è che Vinitaly aggiunge alla classica area espositiva uno spazio interattivo in cui Vinitaly International curerà wine2wine Asia, il nuovo appuntamento dedicato al business del vino che si terrà il 9 novembre, il giorno prima dell’inizio ufficiale della Hong Kong International Wine and Spirits Fair. Questo nuovo evento è destinato a diventare, sull’esempio di quello di Verona che ha creato la community del vino italiano, un’occasione unica per i produttori e gli operatori della filiera per trovare idee, aggiornamenti e approfondimenti sui temi più attuali, tramite convegni e seminari con speaker di fama internazionale”. ”La seconda novità – conclude Mantovani – è completamente dedicata ai produttori che intendono prendere parte alla manifestazione che potranno partecipare da quest’anno a Vinitaly Hong Kong anche tramite l’acquisto di pacchetti ad hoc che prevedono l’opportunità di ottenere i fondi OCM direttamente tramite Vinitaly International. Si tratta di un upgrading importante per la nostra attività di internazionalizzazione, anche a seguito degli ottimi risultati ottenuti con la 50° edizione di Vinitaly a Verona che ha visto l’incremento del 23% di buyer esteri da tutti i principali mercati consolidati ed emergenti, con punte del +130% dalla Cina”. Secondo il memorandum siglato oggi, Vinitaly Hong Kong rappresenterà l’unica area Italia, in collaborazione con ICE, come vero aggregatore di cantine italiane. Le zone interattive adibite a ”wine2wine Asia” verranno convertite in tasting room e Lounge, per dare spazio alla missione educativa della Vinitaly International Academy, e ad una zona networking dove poter assaggiare anche altri prodotti della gastronomia italiana. Nell’ultima edizione curata da Veronafiere con Vinitaly International, è stato registrato il record di presenze con più di 1.000 metri quadrati di area espositiva con oltre 150 produttori di vino, di cui 135 italiani, e più di 800 etichette in degustazione.
Pochi giorni alla consueta manifestazione ”Vino naturalmente Vino” che ogni anno attira sempre più winelovers amanti del bio, biodinamico e dei vini naturali nella splendida cornice ligure di Chiavari. Organizzato da Biowine, l’evento giunto alla 7^ Edizione, si svolgerà domenica 15 maggio dalle 11.30 alle 19.30, nell’ormai consueta location dei giardini della settecentesca Villa Rocca, nel cuore del centro storico chiavarese. Durante l’intera giornata si potranno assaporare oltre centocinquanta etichette provenienti da gran parte delle regioni italiane, dal Piemonte alla Sicilia. Un vero e proprio tour attraverso le cantine di tutto lo stivale, per ascoltare dalla viva voce di chi la produce segreti ed abbinamenti gastronomici di ogni singola bottiglia. Quattro saranno le aziende liguri presenti alla rassegna ed altrettante quelle provenienti dall’estero.Tutte aziende agricole biologiche, guidate da un’unica filosofia naturale. Tra esse anche micro produzioni come la Cantina Stillo che sugli altipiani della Sila in Calabria, produce ogni anno non più di 2300 bottiglie di pregiato Sileno Igp. Per degustare i vini esposti, si potrà acquistare all’ingresso della rassegna, un calice di cristallo che rimarrà al visitatore come ricordo dell’evento e che funzionerà da passe-partout per sorseggiare bianchi, rossi, rosati, passiti e spumanti. Come sempre una festa per appassionati e non. Manifestazione pionieristica in Liguria, “Vino Naturalmente Vino” è cresciuta negli anni assieme alla consapevolezza collettiva del bere in modo del tutto genuino.Mentre sempre più persone si avvicinano al mondo del vino biologico e biodinamico, altrettanto numerosi sono gli eventi nati negli ultimi anni che proprio dall’esperienza di VNV hanno tratto ispirazione.
Elenco Produttori:
-Liguria
Rondelli
San Nicola
San Sebastiano
Zangani
-Piemonte
Aimasso
Ca ‘Richeta
Cascina Gentile
Castello di Grillano
Daglio
Forteto della Luja
Ilaria Salvetti
Ivaldi
La Colombera
Rocca Rondinaria
Rocco di Carpeneto
-Lombardia
Arcari e Danesi
Cortefusia
Dal Verme
Solo Uva
Tenuta Belvedere
-Veneto
Bellese Vini
Davide Vignato
La Dama
-Emilia Romagna
Borri Graziella
Cordani Marco
-Toscana
Lenzini
Paolo Marchionni a Vigliano
-Umbria
Hearth of Italy
Raina
Roccafiore
-Lazio
Il Vinco
-Campania
Luigi Maffini
-Calabria
Stillo
-Sicilia
Adamo
Etnella
Gulfi
Banchi assaggi e distribuzioni:
Champagne Geoffroy (Champagne) – Vincent Pinard (Loira) – Azzarri – New Deal – Co.Vi.Bio – Les Caves de Pyrene – Storie di Vite
Fuori Concorso:
Banco Kippis
Sono stati proposti anche tre seminari con degustazioni guidate, sempre a cura di Ais Veneto. Una bellissima manifestazione gestita anche con un ottimo servizio di catering per una food&wine experience a 360°, con diverse specialità enogastronomiche sempre a disposizione degli utenti, tutto compreso nel ticket di ingresso. Un bilancio, quello della nostra visita, davvero molto positivo. Un’iniziativa apprezzabile per i vini e le cantine proposte, per l’ineccepibile organizzazione, ma anche per il pubblico di ”real winelovers”, interessato alle degustazioni non per il gusto di bere ”fine a se stesso”, come purtroppo accade in altre manifestazioni dove capita, a volte, di assistere a scene ”becere”. Un appuntamento, questo della Docg Wine Experience che, se riproposto nel 2017 come auspichiamo, è tassativamente da segnare in agenda.
Conoscete la Doc Montecarlo? Siamo in Italia, in Toscana, più precisamente sulle colline della Lucchesia. Nulla a che vedere quindi con il Principato di Monaco. Tre vini: Montecarlo Bianco, Montecarlo Rosso e Riserva, vini dalle antiche origini prodotti proprio nel territorio di Montecarlo città del vino e bandiera arancione del Touring Club, piccolo borgo che merita di essere visitato e ”degustato”. Per scoprire questo splendido territorio ed il suo vino torna sabato 21 e domenica 22 maggio la Via Vinaria, la manifestazione dedicata ai winelovers con degustazioni e tanti eventi speciali. Sabato 21 maggio dalle 16 alle 22,00 e Domenica 22 Maggio, dalle ore 12,00 alle 20,00 le fattorie e le aziende agricole di Montecarlo saranno aperte al pubblico per accompagnare il visitatore in un tour innovativo ed entusiasmante, grazie alla familiare ospitalità dei proprietari e con la qualificata presenza dei cantinieri e dei sommelier della Fisar e dell’Ais; direttamente nelle cantine, quale miglior cornice ai vini di Montecarlo, saranno presenti espositori qualificati di prodotti tipici locali. A guidare gli ospiti tra le fattorie di Montecarlo, attraverso le strade costeggiate dai vitigni e dagli oliveti, saranno i wine bus, bus navetta gratuiti che condurranno direttamente all’ingresso delle cantine; ed ancora nell’occasione sarà possibile visitare la storica Fortezza del Cerruglio e lo splendido Teatro dei Rassicurati. I partecipanti saranno anche dotati di una scheda a punti, da accumulare in base alle cantine visitate con la possibilità di ricevere premi diversi, dal vino locale ad accessori per il vino.
I terreni vulcanici sono tra i migliori per la produzione del vino, capaci di regalare vini unici e di grande personalità, grazie alla presenza nel suolo di minerali in grado di trasferire alle vite sostanze importanti. Diverse le aree Doc italiane che possono vantare origini ”vulcaniche” tant’è che nel 2012 è nata addirittura un’associazone, ”Volcanic ”Wine”, dall’accordo tra Consorzio del Soave, Consorzi di Etna e Campi Flegrei, di Gambellara, del Bianco di Pitigliano, del Lessini Durello e dei Colli Euganei allo scopo di promuovere i vini bianchi da suolo magmatico. Diversi sono stati in passato gli appuntamenti nell’ambito del progetto di promozione di ”Volcanic Wines”, in Italia e all’estero e per, tutti i winelovers, il prossimo evento è previsto per il 21-22 Maggio a Battaglia Terme, in provincia di Padova. Un banco di assaggio con oltre 50 vini di suoli vulcanici sarà allestito nella suggestiva location del Castello del Catajo, Una delle più belle dimore europee, un monumentale edificio ricco di storia, fascino e leggende, costruito a partire dal XVI secolo da Pio Enea I degli Obizzi ,dimora unica nel suo genere che nel tempo è stata villa principesca, alloggio militare, cenacolo letterario e reggia imperiale. In degustazione vini dei territori dei Campi Flegrei – Colli Euganei – Etna – Frascati – Gambellara – Ischia – Lessini – Mogoro – Orvieto – Pantelleria – Pitigliano e Sovana – Soave – Tuscia – Vesuvio – Vulture, ma anche ospiti d’Oltralpe come Naturgarten Kaiserstuhl dalla Germania e Parc naturel régional des Volcans d’Auvergne direttamente dalla Francia. Il banco d’assaggio aprirà sabato dalle 15:30 alle 22:30 e domenica 22 Maggio dalle ore 10:30 alle 19:30. Per tutta la durata dell’evento saranno presenti con prodotti gastronomici numerosi produttori dell’area euganea tra cui alcuni presìdi Slow Food e altre rarità. Un originalissimo coffee corner completerà l’offerta. Laboratori di degustazioni guidati da un esperto daranno modo di scoprire e approfondire alcuni vini vulcanici locali, nazionali ed europei, per un confronto appassionante. Il biglietto di ingresso per il pubblico, acquistato in loco, è di 14 euro e comprende: calice e bisaccia, degustazione di tutti i vini, panificati e acqua, accesso al Giardino dei Giganti, accesso alla Sala della Pallacorda che accoglie vignaioli italiani e stranieri, accesso al portico adiacente la Sala della Pallacorda che ospita i produttori euganei ed accesso al Giardino delle Delizie e alla Grande Peschiera, oltre alla possibilità di visitare il Piano Nobile del Castello al prezzo scontato di 4 euro.
Domenica 12 giugno si ripropone a Barolo ”Un’Annata alla Vostra Attenzione”, il tradizionale appuntamento organizzato dall’Enoteca Regionale del Barolo, che quest’anno presenterà agli operatori del settore e al grande pubblico il Barolo 2012 messo a disposizione dai produttori aderenti e celebrerà l’ideale passaggio di consegne da Alessandro Map Man Masnaghetti, padrino del Barolo 2011, al Restaurant Man Joe Bastianich, testimonial della nuova annata. Spiega Federico Scarzello, Presidente dell’Enoteca Regionale del Barolo: ”Ho avuto modo di invitare personalmente Joe alcune settimane fa e devo dire che ha accolto con entusiasmo la nostra proposta, nata dal fatto che attraverso il suo importante ruolo di imprenditore al top della ristorazione mondiale, con oltre 30 locali sparsi tra Stati Uniti, Friuli Venezia Giulia ed Estremo Oriente, ha fatto dell’eccellenza italiana e della produzione vinicola il suo fiore all’occhiello, sostenendo i prodotti di qualità e conferendo particolare visibilità ed attenzione al Barolo nelle carte dei vini dei suoi ristoranti in giro per il mondo, da New York a Hong Kong. Qualche anno fa abbiamo iniziato il nostro percorso partendo dal wine writer e critico enologico italiano di maggior richiamo nazionale ed internazionale Ian D’Agata, seguito dalla Regina dei Master of Wine Jancis Robinson, dalla corrispondente italiana per la rivista ”The Wine Advocate” Monica Larner e da Alessandro Masnaghetti, il principale esperto delle grandi vigne d’Italia e nello specifico del Barolo”.
Il Barolo 2012 selezione ufficiale dell’enoteca regionale del barolo
Nei giorni scorsi, intanto, la convocazione del Comitato Tecnico ha dato il via ai preparativi, assolvendo il complicato ed impegnativo compito di valutare i 20 campioni di Barolo 2012 scelti per l’occasione ed individuare quello più rappresentativo per la ”Selezione Ufficiale”, la partita numerata di bottiglie e magnum che verrà ”sigillata” con tappo anonimo messo a disposizione dallo Sponsor Tecnico ‘Colombin & Figlio S.p.A., ”vestita” da un’etichetta artistica ed utilizzata come bottiglia istituzionale negli eventi e nelle manifestazioni dell’Enoteca. Commenta Scarzello: ”La Commissione Tecnica svolge un ruolo centrale non solo nella scelta della Selezione Ufficiale, ma anche nelle degustazioni di ammissione e di controllo della qualità che sono alla base di ogni Enoteca Regionale. L’attività dei nostri tecnici ed esperti degustatori è preziosa, perciò ringraziamo Giovanni Bressano, Gian Luca Colombo, Armando Cordero, Luca Faccenda, Giancarlo Germano, Lorenzo Tablino e Gianluca Viberti (in rigoroso ordine alfabetico), perché con la consueta competenza hanno svolto un ottimo lavoro. Il Barolo 2012 degustato in commissione è risultato nella stragrande maggioranza dei casi di media struttura ma decisamente godibile sin da subito, con una freschezza di fondo che fa però ben sperare su una discreta tenuta nel tempo”. Aggiunge Armando Cordero, storico enologo del Barolo e Gran Maestro dell’Ordine Dinastico del Barolo: ”La campagna del 2012, d’altronde, dopo un iniziale inverno più mite della media fino a gennaio (15-16°C nelle vigne più esposte), è stata caratterizzata da abbondanti precipitazioni nevose e piovose fino a giugno, rallentando la ripresa vegetativa, velocizzando lo sviluppo della vite e determinando un’allegazione minore, quindi un numero minore di acini per grappolo, che è stato superata successivamente con un oculato minore diradamento a fine agosto, in presenza di temperature vicine ai 38°C e con precipitazioni scarse. La vendemmia ad inizio ottobre ha infine potuto beneficiare di un periodo di importanti escursioni termiche giornaliere a partire dalla seconda decade di settembre. In conclusione possiamo affermare che si è trattato di un’annata non abbondante sotto l’aspetto quantitativo, ma con una materia prima eccellente per quanto riguarda l’aspetto fitosanitario e le caratteristiche organolettiche, fattori che ci hanno permesso di ottenere vini molto equilibrati”. Archiviata la scelta del Barolo Istituzionale, si procede ora alla definizione dell’etichetta artistica che ne dovrà vestire la bottiglia e a questo proposito il Presidente Scarzello conferma che si stanno valutando insieme con il testimonial Joe Bastianich le proposte di alcuni importanti artisti che seguono la direzione già tracciata nelle edizioni passate da Beverly Pepper, Mikhail Shemyakin, Joe Tilson, Ezio Gribaudo e Zhang Hong Mei.
La manifestazione
La settimana di presentazione del Barolo 2012 si inaugurerà ufficialmente nella mattina di domenica 12 giugno alle ore 11, presso il ”Tempio dell’Enoturista” all’interno del Castello Falletti di Barolo. Anche quest’anno l’assaggio della Selezione Ufficiale 2012, guidata come sempre dall’enologo Armando Cordero,costituirà un momento tanto speciale quando unico nel suo genere: infatti il Barolo 2012 Selezione Ufficiale dell’Enoteca Regionale del Barolo non si trova in commercio, viene servito solo in particolari occasioni istituzionali e soltanto durante la cerimonia di presentazione dell’annata è possibile accedere a questa straordinaria degustazione aperta a tutti. La cerimonia sarà coordinata come da tradizione dai giornalisti Sergio Miravalle e Giancarlo Montaldo, che dialogheranno con Joe Bastianich e lo accompagneranno al momento della firma dell’etichetta d’artista ed alla dedica ufficiale dell’annata. Ma quest’anno Sergio Miravalle e Giancarlo Montaldo saranno presenti in duplice veste. Spiega Scarzello: ”L’edizione 2016 di ”Un’Annata alla Vostra attenzione” coincide con il 50° anniversario del riconoscimento del Barolo ed è importante fermarsi a riflettere sulle radici della storia di una denominazione che ha determinato il primo, vero salto di qualità nella produzione ed oggi è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo ed è sinonimo di eccellenza piemontese ed italiana. Proprio per questo motivo, abbiamo pensato di conferire una menzione speciale dell’Ordine Dinastico del Barolo a Sergio Miravalle e Giancarlo Montaldo, professionisti da sempre molto vicini al Barolo, che non hanno mai fatto mancare il supporto all’Enoteca Regionale del Barolo e che si sono sempre spesi per la comunicazione del nostro territorio”. Un favoloso banco di assaggio con decine di Barolo 2012 sarà poi protagonista dal pomeriggio e per l’intera settimana successiva presso i locali dell’Enoteca Regionale del Barolo secondo il seguente calendario:
– domenica 12 giugno 2016: dalle 14,30 alle 18,30
– da lunedì 13 giugno a sabato 18 giugno 2016 (mercoledì chiuso): dalle 10,00 alle 18,00
Nel pomeriggio di domenica 12 giugno saranno possibili assaggi di formaggi locali selezionati daAssopiemonte DOP & IGP e soprattutto per la prima volta in assoluto saranno presenti i titolari dellaSocietà Agricola La Bruna di Monterosso Grana, che ci guideranno personalmente alla scoperta del mondo del Castelmagno DOP e dei prodotti caseari di loro produzione. Prosegue il Presidente Scarzello: ”Quest’anno degustare i diversi Barolo 2012 significherà assaggiare vini di media struttura, ma godibili da subito, anche se la loro freschezza mi fa comunque ben sperare su una discreta tenuta nel tempo”.Scarzello ricorda infine che il recente completamento dei lavori di ristrutturazione e di riallestimento dei locali ha chiuso un capitolo importante e segnato l’inizio di una nuova fase di sviluppo per l’Enoteca Regionale del Barolo. L’eccellenza dei produttori è sempre molto elevata e si mantiene costante grazie alle professionalità che animano e qualificano le aziende, al tempo stesso il pubblico a cui ci si rivolge è in continua evoluzione, perché oggi qualsiasi messaggio può essere veicolato ovunque in maniera rapida se non addirittura immediata. Sulla base di questa semplice constatazione, è nata pure per l’Enoteca Regionale del Barolo la necessità di ricercare strategie di promozione moderne, in grado di mettersi ”al servizio” della degustazione e della promozione del Barolo, senza snaturarne l’essenza: di qui l’idea di un progetto nuovo anche per l’evento di giugno, che si preannuncia già da ora come una delle vetrine più ampie e complete del Barolo 2012. ”Un’Annata alla Vostra Attenzione”, lo dice il nome stesso, è una vera e propria rassegna e per questo si è scelto di continuare ad organizzarla nel periodo successivo alle numerose ed autorevoli anteprime della stagione primaverile. Da qualche anno, ormai, si accettano soltanto vini controllati e garantiti, già certificati, escludendo campioni prelevati da botte o senza contrassegno, perché lo scopo principale, in conformità con gli obiettivi statutari, è la divulgazione della qualità e il pubblico con cui si entra in contatto non è necessariamente e soltanto quello dei tecnici di settore e degli esperti, ma è anche quello di neofiti o di possibili futuri appassionati, che cercano il primo approccio al Barolo. Ecco che allora è di fondamentale importanza il contesto, per questo si sta lavorando ad un programma che possa unire la forma alla sostanza di un evento che edizione dopo edizione ha visto una partecipazione sempre crescente di pubblico e di produttori aderenti. Il primo passo in questa direzione è rappresentato dalla scelta di una comunicazione in tempo reale attraverso i canali social che l’Enoteca ha attivato già da qualche tempo con risultati molto soddisfacenti. Sul profilo Facebook, per esempio, i Barolovers possono proporre suggerimenti, rispondere a sondaggi per indirizzare le attività e seguire l’organizzazione dell’evento, partecipando attivamente ad alcuni passaggi: nei giorni scorsi, ad esempio, attraverso un confronto pubblico si è scelta l’impostazione del logo della manifestazione e chiunque lo desiderasse ha potuto contribuire alla definizione dello stile e della grafica, facendo affiorare con forza la necessità di una comunicazione moderna con richiami alla tipicità di un prodotto che affonda le sue radici nella tradizione. Inoltre l’individuazione dell’hashtag ufficiale #enjoybarolo2012, a cui si aggiungono i più generici #barolomoments2012 e #enotecadelbarolo2012, rivestirà un ruolo molto importante sulle piattaforme Twitter ed Instagram, perché appena verrà ufficializzato il programma completo tutti i followers saranno coinvolti in un circolo virtuoso di condivisioni e di immagini fotografiche che poi saranno pubblicate sul sito www.enotecadelbarolo.it citandone gli autori. Infine è stata attivato un indirizzo email dedicato, barolo2012@enotecadelbarolo.it, che costituisce la corsia preferenziale cui potranno rivolgersi tutti coloro che desiderano ricevere informazioni sulla cerimonia di dedica al testimonial e sulla modalità di accesso alle degustazioni per l’intera settimana successiva. Aggiunge il Presidente Scarzello: ”La novità tecnologica più importante consiste nell’ampliamento del progetto ”Barolo 3.0… Taste the Difference!” a tutto il banco di assaggio della presentazione del Barolo 2012: in breve, il nostro speciale sistema di specifici codici QR (uno per ciascuna etichetta in assaggio) collegherà attraverso il proprio smartphone o tablet direttamente al sito web del produttore del vino che si sta assaggiando, favorendo la condivisione di contenuti che permettono di interagire in modo nuovo e dinamico con la filosofia, la storia e la cultura delle decine di produttori che aderiranno alla presentazione. Stiamo procedendo ad invitare i produttori al banco di assaggio del Barolo 2012, ma possiamo anticipare che, a differenza delle passate edizioni, appena i nominativi delle cantine cominceranno ad arrivare saranno pubblicati in tempo reale sui nostri profili social e nell’apposita sezione creata sul sito www.enotecadelbarolo.it, che continua a ricevere centinai a di contatti giornalieri e si sta adattando alle richieste dei nostri visitatori virtuali per cercare di essere più user-friendly possibile”.
Saranno 55 le aziende vitivinicole che apriranno le porte della Puglia agli enoappassionati per mostrare quello che c’è dietro ogni calice di vino, con ricchi programmi di iniziative culturali, musicali, eventi e attività ad accompagnare le degustazioni dei vini di produzione. Tutto il territorio sarà protagonista attraverso i suoi vignaioli: veri e propri “professionisti dell’accoglienza in cantina” che, con passione e costante impegno, disegnano il volto dell’enologia pugliese. L’appuntamento con Cantine Aperte 2016 in Puglia è per il 29 maggio. E la vera novità sono i bus che consentiranno di raggiungere comodamente le cantine. Un’opportunità offerta dal Movimento del Turismo del Vino, nell’ambito del progetto Top Wine Destination. Cantine Aperte diventa così il wine day per eccellenza, da godere in uno dei dieci itinerari in partenza da Foggia, Trani, Bari, Ostuni, Brindisi, Taranto, Lecce. Ciascun itinerario prevede la visita a quattro cantine con light lunch, accompagnati da un sommelier dell’Ais Puglia. Per tutti i dettagli sugli itinerari e l’acquisto del wine day basta consultare il sito puglia.topwinedestination.com.
LE APP INFORMATIVE
Cantine Aperte 2016 in Puglia sarà anche l’occasione per divulgare, formare e informare sui vini regionali, con l’iniziativa #salvalagoccia, veicolata dal dropstop che i visitatori riceveranno in omaggio all’acquisto del calice, al costo di 5 euro. Al motto “Non una goccia di vino deve andare persa!”, tutti i winelovers potranno accedere alle app Ampelopuglia e Top Wine Destination attraverso gli indirizzi web e i QR code riportati sul flyer informativo che accompagna il simpatico e utile gadget. Le due app sono state pensate per fornire ai visitatori tutte le informazioni sui vini di Puglia e sulle opportunità di enoturismo nella regione. Ampelopuglia offre dettagli sulle denominazioni di origine, i territori e i principali vitigni autoctoni che definiscono la tipicità esclusiva dei vini di Puglia. Top Wine Destination illustra invece le opportunità di enoturismo e di turismo rurale offerte dal Movimento Turismo del Vino Puglia nelle cantine socie e nei più bei territori vitivinicoli, per scoprire la Puglia del vino 12 mesi all’anno. La festa del vino non sarebbe tale senza le centinaia di etichette in degustazione, dalle annate storiche e ultimissime novità sul mercato, con verticali, laboratori e minicorsi di degustazione guidati da enologi e sommelier. E per passare una giornata di svago, oltre che di apprendimento, in ogni cantina tante iniziative ricreative, giochi, spettacoli di musica e connubi vino/arte aspettano i visitatori. I winelovers potranno scegliere di raggiungere le cantine anche autonomamente. Per esempio in bici, unendosi all’iniziativa delle associazioni Fiab Ruotalibera Bari e Cicloamici Brindisi/Mesagne e Lecce.
Quest’anno la competizione si è svolta Plovdiv, in Bulgaria, con oltre 8.750 vini provenienti da 51 paesi che si sono affrontati davanti a una selezione dei migliori degustatori del mondo. Per l’edizione 2016 del concorso, la cantina Fazio ha scelto di presentare una selezione di vini di altissima qualità e dall’ottimo rapporto qualità prezzo.
Il Nero d’Avola in purezza prodotto alle pendici del monte Erice, in provincia di Trapani, ha stregato la platea formata da sommelier, buyer e giornalisti del settore. Prodotto da uve che crescono a 300 metri sul livello del mare, il Gabal deve il suo nome al modo con cui gli arabi chiamavano Erice.
Un rosso fruttato, che fa un breve élevage in botte di rovere francese e continua l’affinamento in bottiglia per tre mesi. Il suo colore è rubino vivace intenso, con note olfattive di frutti a bacca rossa come ribes nero, mirtillo e ciliegia, che fanno del Gabal uno dei vini della Fazio più apprezzati e richiesti nei mercati esteri.
Un “patto di non concorrenza”, che prevede la realizzazione di un evento denominato “Wine Discovery”, gestito da Veronafiere. A Milano. Fiera Milano e l’ente autonomo veronese provano così a rispondere “all’esigenza di creare sinergie di filiera nell’interesse degli operatori del settore agroalimentare”. “Wine Discovery” Milano 2017 sarà dunque curata dalla Vinitaly International Academy. Ma in trasferta nel capoluogo lombardo. Coinvolgerà la produzione italiana e internazionale, esperti del mondo vitivinicolo e sommelier “in eventi di promozione e formazione professionale rivolti agli operatori”. “Grazie a questo accordo – spiega Corrado Peraboni, amministratore delegato di Fiera Milano – le due società fieristiche mettono a fattore comune la propria esperienza superando logiche di parte per creare un’offerta in linea con le attese di un mercato maturo e sempre più orientato all’internazionalizzazione”. Per Peraboni “è il riconoscimento che Milano fa del ruolo di Verona nel settore del vino: Vinitaly è una eccellenza del made in Italy, che è compito di tutti tutelare”. Sant’Ambrogio benedice San Zeno, insomma. E il matrimonio fa contenti un po’ tutti, in un periodo in cui tante aziende del settore cominciano a guardare con sempre maggiore interesse gli eventi fieristici esteri (vedi Prowein), snobbando Vinitaly.
“Questa nuova partnership strategica tra Verona e Milano – commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – rappresenta un esempio per l’intero sistema nazionale delle fiere. Come auspicato dal settore agroalimentare si mettono da parte i localismi, con l’obiettivo di unire le forze e sostenere insieme un comparto che, nel 2015, ha raggiunto un export di 36,8 miliardi di euro, in crescita del 7,4% sull’anno precedente”. In un mercato fieristico sempre più competitivo e internazionale, Veronafiere e Fiera Milano scelgono “di ottimizzare le risorse, creando sinergie di filiera tra le manifestazioni per lo sviluppo del business di espositori e operatori”. “L’accordo – continua Mantovani – finalmente attua in concreto quel percorso di razionalizzazione voluto dall’ex viceministro del Mise Carlo Calenda e portato avanti dal suo successore, Ivan Scalfarotto e dal Ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina. La collaborazione con Fiera Milano ci permette di capitalizzare ulteriormente il know how vitivinicolo, forte del successo della 50ª edizione di Vinitaly e del padiglione Vino – A Taste of Italy a Expo 2015″. Veronafiere e Fiera Milano hanno anche stabilito di valutare, entro un mese dalla edizione congiunta 2017 di SaMoTer e Transpotec Logitec (Verona, 22-25 febbraio), la realizzabilità di un piano industriale per lo svolgimento in contemporaneità delle due rassegne anche nelle edizioni successive.
LA VINIFICAZIONE
Il Marzemino è un vitigno autoctono, coltivato dai soci Mezzacorona in Vallagarina, dove il vento del lago di Garda ne esalta la mineralità e la vivacità. Si ritiene che i semi originari siano arrivati dal Caucaso, dopo aver sostato nelle isole di Lefkada e Cefalonia, arrivando tra le Dolomiti grazie ai Veneziani e in Vallagarina intorno a Rovereto, tra Nomi, Volano e Isera, dove hanno trovato il loro habitat ideale. La superficie vitata complessiva dedicata al Marzemino in Trentino è di 350 ettari e la forma di allevamento principale è la pergola. Per il Marzemino Trentino Doc 2014, la vinificazione è tradizionale, in rosso, con macerazione sulle bucce, in acciaio a temperatura controllata di 25 gradi. Mezzacorana nasce nel 1904 e coltiva i propri vigneti nelle valli del Trentino Alto Adige, un territorio particolarmente vocato grazie alla varietà di microclimi che lo distingue: mite e temperato, influenzato da profonde valli, catene montuose con vette oltre i 3500 metri. Generazioni di famiglie di soci hanno scelto di operare nel rispetto dell’ambiente con tecniche di lavorazioni sostenibili coltivando i propri vigneti con sistemi di produzione integrata, garantendo prodotti sempre più naturali. Un attento team di enologi e agronomi lavora quotidianamente al fianco dei viticoltori seguendo con passione l’intero ciclo di vita del prodotto, dalla vite alla vendemmia, fino alla bottiglia, mettendo al servizio della tradizione le più avanzate tecniche e attrezzature di produzione.
Prezzo pieno: 6,09 euro
Acquistato presso: Coop Lombardia
Il Florence Wine Event quest’anno compie 10 anni e per questo appuntamento ha scelto l’Ippodromo del Visarno, all’interno del Parco delle Cascine ed il weekend dell’11 e 12 Giugno. Una manifestazione spostata a giugno, come varie edizioni passate per approfittare del bel mese per uscire e stare all’aperto ed essere magari l’occasione giusta per un fantastico weekend a Firenze. Nuova location dunque, scelta soprattutto per le grandi dimensioni, per la comodità, ma anche per lo spazio al coperto da fruire in caso di maltempo. L’Ippodromo del Visarno si trova nell’area più quotata per i grandi eventi a Firenze, in prossimità si trovano la Stazione Leopolda, il nuovo Teatro del Maggio, l’Ex manifattura Tabacchi, alcuni nuovi grandi locali di ristorazione e numerosi Hotels, tutto questo a cinque minuti dal centro storico della città. Anche il format della manifestazione è rinnovato, con la possibilità di acquistare direttamente il vino dal produttore una volta assaggiato, proponendosi così di diventare un grande mercato del vino. Il FWE si è sempre rivolto principalmente al consumatore finale con l’obbiettivo di portarlo a conoscenza della migliore produzione vinicola italiana, proponendo sempre aziende nuove ogni anno, in una formula semplice, fresca e immediata in location talvolta mozzafiato come Piazza Pitti e il Cortile dell’Ammannati di PalazzoPitti, inedite come l’Ex- Tribunale di Piazza San Firenze o suggestive e affascinanti come il Tepidarium del Roster. Il critico enogastronomico Leonardo Romanelli in una presentazione di alcuni anni fa ha definito il FWE un evento ”Pop”.Oltre ai vini toscani, saranno presenti anche vini della Sardegna, Piemonte, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Puglia ed un area kids con animatori e laboratori dove lasciare i bambini durante le degustazioni. “Il Florence Wine Event è l’evento che mette al centro il pubblico cosiddetto finale, quello cioè che il vino lo acquista, lo beve, lo consiglia, lo confronta e se lo va anche a cercare. E’ il pubblico il nostro migliore testimonial. Poi ci sono anche gli operatori, i blogger e la stampa naturalmente che ci sostengono da sempre e hanno contribuito al successo della kermesse” ha dichiarato il direttore generale della manifestazione Riccardo Chiarini.
La rassegna dedicata alle eccellenze naturali e di territorio, giunta alla terza edizione, è in programma domenica 22 e lunedì 23 Maggio 2016 a Olgiate Molgora (Lc), nella splendida cornice di Villa Sommi Picenardi, all’interno in uno dei 100 parchi più belli d’Italia. Protagonisti della due giorni saranno 350 vini naturali e di territorio in degustazione, provenienti da Italia, Francia e per la prima volta anche dalla Grecia. I produttori avranno la possibilità di raccontare le motivazioni che li hanno spinti a intraprendere questa scelta produttiva volta all’esaltazione dell’unicità del vino e delle tipicità del territorio attraverso pratiche naturali e assolutamente rispettose della vigna, dell’uva e del terroir. Aspiranti sommelier, semplici appassionati e addetti ai lavori potranno così avvicinarsi a un ”bere” più sano, genuino e consapevole. In questa edizione sono in programma ben sei degustazioni a numero chiuso riguardanti sia il mondo del vino che della gastronomia tenute da esperti e degustatori professionisti. All’interno di Villa Sommi Picenardi sarà inoltre presente una sempre più ricca e variegata selezione di produttori agroalimentari e di distillati anch’essi votati a una filosofia naturale e artigianale. Per suggellare poi il connubio sempre più forte con la ristorazione d’eccellenza, nella serata di domenica 22 Maggio si terrà la cena di gala della manifestazione presso l’Altro Griso di Malgrate (LC), un locale storico della zona con una straordinaria vista sul Lago di Lecco e la città. Il costo d’ingresso di 15,00 euro comprende la degustazione da tutti i banchi espositivi sia dei produttori vitivinicoli che agroalimentari (zona ristorativa esclusa), il bicchiere per gli assaggi e la pettorina porta bicchiere.
LE DEGUSTAZIONI A NUMERO CHIUSO
Sono previsti sei laboratori a numero chiuso gratuiti nella due giorni. Nella giornata di domenica 22 Maggio:
Ore 12: Le bollicine in varie interpretazioni – degustazione tematica tenuta da Stefania Turato.
Ore 14: Il mio Primitivo nelle sue declinazioni – degustazione guidata a cura del vignaiolo Oreste Tombolini, che racconterà le sue interpretazioni del Primitivo e i suoi innovativi sistemi di difesa della vite e di invecchiamento.
Ore 15:30: Il colore, tutto ciò che racconta di un vino – degustazione tematica a base di vini rossi guidata tenuta da Onav Lecco con la presenza di uno o più produttori.
Nella giornata di lunedì 23 Maggio:
Ore 12: La mixologia di qualità incontra i vini naturali – Riccardo Imperiale, barman di grande talento e responsabile Food & beverage del Q.bo di Merate (Lecco), in collaborazione con la Compagnia dei Caraibi ci spiegherà la grande adattabilità dei vini naturali in miscelazione attraverso la degustazione di alcuni drink.
Ore 14: seminario sul riso AcquaVerdeRiso tenuto da Davide Gramegna, patron del Rosso di Sera e degustatore professionista.
Ore 15:45: Il colore, tutto ciò che racconta di un vino – degustazione tematica a base di vini bianchi guidata tenuta da Onav Lecco con la presenza di uno o più produttori.
Ottenuto in purezza da uve Nebbiolo (uvaggio che localmente prende il nome di “Chiavennasca”), si presenta nel calice del tipico rosso rubino trasparente. Al naso è intenso, schietto e fine. Mediamente complesso, rivela sentori floreali di rosa e piccoli frutti rossi, impreziositi da note di nocciola: un quadro che denota una relativa giovinezza.
Non mancano tuttavia i sentori boisé, riconducibili al legno di rovere della maturazione. Tutte caratteristiche che ritroviamo, poi, in un palato fresco e leggermente sapido, particolarmente armonico ed equilibrato. Di alcolicità calda, buona struttura e morbidezza, il Sassella Valtellina Superiore Docg 2012 Bettini presenta un finale leggermente tannico.
Mostra così margini di ulteriore evoluzione in bottiglia, in conformità alle caratteristiche del Nebbiolo. L’abbinamento perfetto? Quello con le carni rosse e con i formaggi di media stagionatura, servendo a una temperatura di 18 gradi e stappando almeno un’ora prima la bottiglia.
LA VINIFICAZIONE
La zona di produzione del Sassella Bettini è quella inserita nel territorio della Denominazione di origine controllata e garantina Valtellina Superiore. I vigneti sono situati su spettacolari terrazzamenti sul versante retico, a una quota altimetrica variabile tra i 400 e i 500 metri sul livello del mare. Si tratta di terreni di proprietà della storica realtà vinicola valtellinese, situati in particolare nel Comune di Sondrio.
Le vigne affondano le radici in terreni sabbiosi (franco-sabbiosi) molto permeabili, acidi o subacidi, mediamente dotati di sostanza organica. La vinificazione avviene in maniera tradizionale per le uve Nebbiolo. Il mosto rimane sulle bucce per un periodo volutamente prolungato, per consentire una maggiore estrazione di colore e profumi. La maturazione prevede una durata complessiva di 15 mesi, in botte di rovere da 50 ettolitri, più ulteriori tre mesi (minimo) in bottiglia.
Prezzo: 7,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante
Torna l’appuntamento più atteso da tutti gli appassionati del bere consapevole: il 28 e il 29 maggio, infatti, i produttori regionali apriranno i battenti per la 24° edizione di Cantine Aperte, la kermesse nazionale promossa dal Movimento Turismo del Vino che anche quest’anno, in Friuli Venezia Giulia, coinvolgerà tutte e quattro le province per far incontrare vignaioli, appassionati, esperti e turisti al motto di ”Vedi cosa bevi”. Per il 2016, sono 65 le realtà che hanno aderito all’iniziativa: dalla Grave, ai Colli Orientali, dal Carso alla DOCG Rosazzo, Cantine Aperte offre la possibilità a tutti gli enoturisti di scoprire e assaggiare il variegato ventaglio di produzioni che, grazie alle diverse conformazioni e ai microclimi regionali, rendono il Friuli Venezia Giulia una terra d’eccellenza per grandi vini. E si rinnova anche quest’anno la collaborazione con i Comitati Provinciali Unicef del Friuli Venezia Giulia, nata sedici anni fa: nelle cantine aderenti, infatti, troverete l’originale kit degustazione, calice e tracolla. Oltre a permettervi l’accesso alle degustazioni, il kit, distribuito dai volontari Unicef, vi permetterà di sostenere l’Onlus nella lotta contro la malnutrizione infantile con la campagna ”Bambini in pericolo”. E per chi è impaziente di iniziare le degustazioni… c’è una gustosa anteprima: da sabato 21 a venerdì 27 maggio (21 e 22 dalle 11 alle 19, 23 – 27 dalle 17), presso il Tiare Shopping Center di Villesse (Go), sarà possibile scoprire i prelibati vini delle cantine aderenti all’iniziativa e avere in anteprima l’originale calice ”Cantine Aperte 2016”. I volontari dell’Unicef, infatti, distribuiranno in prevendita, a un prezzo vantaggioso, il set calice e tracolla per accedere alle degustazioni del 28 e 29.Trovate tutte le informazioni per vivere la vostra esperienza Cantine Aperte sul sito www.cantineaperte.info
Le Assemblee delle tre Federazioni costituenti l’Unione Italiana Vini, la principale organizzazione di settore nel comparto, espressione della rappresentanza nazionale e unitaria di tutti i soggetti imprenditoriali e professionali della filiera vitivinicola, hanno rinnovato oggi i propri Consigli Nazionali, eleggendone i membri e i relativi presidenti. Sono stati eletti 9 consiglieri per ognuna delle tre Federazioni:
– Federazione Nazionale degli Industriali Vinicoli
Abbona Ernesto (presidente), Botter Alessandro*, Ercolino Vincenzo*, Maccari Fabio, Pedron Emilio*, Sartor Sandro (vice presidente), Zanoni Enrico (vice presidente), Ziliani Paolo*, Zonin Domenico.
– Federazione Nazionale dei Viticoltori e Produttori Vinicoli
Biestro Gianluigi, Casoli Corrado (vice presidente), Dagnino Sergio, Haas Francesco*, Lamberto Frescobaldi (presidente), Planeta Francesca, Rallo Antonio, Vezzola Mattia*, Viglierchio Enrico (vice presidente).
– Federazione Nazionale del Commercio Vinicolo
Armani Albino, Bersano Luigi (vice presidente), De Cillis Assunta*, Decordi Quirico (presidente), Del Savio Alessio, Rocca Marco, Simoni Daniele, Varvaro Vito* (vice presidente), Verga Natale.
I nomi contrassegnati da (*) sono i nuovi ingressi nei relativi Consigli
Nei prossimi giorni verrà definita la data per la convocazione della prima riunione del Nuovo Consiglio Nazionale (dove siedono anche i rappresentanti delle associazioni Agivi, Anformape e Med&a) chiamato ad esprimere la propria preferenza sul nuovo presidente di Unione Italiana Vini – Confederazione Italiana della vite e del vino, che succederà a Domenico Zonin.
LA VINIFICAZIONE
L’Hiso Telaray Negroamaro Rosato è prodotto esclusivamente da uve Negroamaro, coltivate secondo il metodo biologico. Le uve vengono raccolte manualmente in cassetta nella prima metà di settembre. Dopo il trasporto nella vicina cantina, le uve vengono raffreddate a circa 4-5 °C. Dopo una breve macerazione di 3-5 ore, le uve sono sottoposte ad una pressatura soffice. Alla pressatura segue la fermentazione a temperatura controllata che dura circa sette giorni ed il successivo affinamento in acciaio, dove il vino sosta fino all’imbottigliamento. Hiso Telaray conduce circa 28 ettari di vigneti, confiscati alla sacra corona unita, nella pianura a sud di Brindisi, a pochi chilometri dal mare, in agro di Torchiarolo. I vigneti hanno differenti età, circa due terzi sono stati impiantati nella prima metà degli anni ottanta, il resto è frutto del reimpianto iniziato nel 2008. Il terreno è sabbio-limoso e di matrice calcarea. Sono terreni profondi, con discreta presenza di scheletro e drenanti. Il sistema d’allevamento è il cordone speronato con densità d’impianto di circa 4.500 piante per ettaro. La cooperativa libera terra è stata fondata nel gennaio 2008 da giovani pugliesi per il riutilizzo dei beni confiscati alla Sacra Corona Unita. Un’eccezionale esperienza di liberazione di un territorio dall’influenza della criminalità organizzata, un’opportunità di riscatto e di responsabilizzazione per un’intera comunità. La cooperativa nasce dal progetto Libera Terra che l’associazione Libera promuove nel Mezzogiorno d’Italia, là dove esistono beni confiscati secondo la legge n. 109/96 da recuperare e rendere strumento di cambiamento sociale e promozione di legalità nei territori infiltrati dalle mafie.
Prezzo piene: 5,99
Acquistato presso: Coop
Si terrà il 9 Maggio a San Severo, presso l’Auditorium del Teatro Giuseppe Verdi il convegno ”La vitivinicoltura dauna tra storia, tradizione e innovazione”. All’ incontro prenderanno parte oltre centotrenta studenti degli istituti scolastici superiori della città, moderati per l’occasione dal giornalista Rai e presidente Giornalisti Agroalimentare Puglia Michele Peragine, che coordinerà gli interventi di: Alfredo Curtotti, presidente del Consorzio di Tutela vini DOC San Severo; Laura De Palma, docente presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Foggia; Vittorio Russi, membro Società di Storia patria per la Puglia; Girolamo D’Amico, Spumanti D’Araprì; Gianfelice D’Alfonso Del Sordo, consigliere Movimento Turismo del Vino Puglia; Michele Pisante, Università degli Studi di Teramo. Durante il convegno si discuterà di storia della viticoltura locale, territorio, tradizione, sperimentazione, promozione, prospettive economiche e politiche comunitarie, marketing territoriale. Tra gli obiettivi dell’incontro soprattutto sollecitare la definizione di un Piano di Promozione del Territorio comune, condiviso dagli stakeholder del territorio per avviare una politica comune che punti su innovazione, formazione delle nuove generazioni per fare sistema intorno al giacimento di risorse umane e naturali che la Daunia possiede.
PROGRAMMA
Ore 9.30 Accredito e apertura dei lavori – Saluto autorità
INTERVENTI
Alfredo Curtotti – Presidente Consorzio di Tutela vini DOC San Severo
Breve storia della vite dall’antico Egitto al medioevo, con particolare riferimento al nostro territorio.
Laura De Palma – Docente Università degli Studi di Foggia – Facoltà di Agraria
Viticoltura e territorio in Capitanata
Vittorio Russi – Società di Storia patria per la Puglia
L’attività vitivinicola a San Severo tra l’800 e il ‘900
Girolamo D’Amico – Spumanti D’Araprì
Tradizione e innovazione: la sperimentazione nel distretto della Daunia
Gianfelice D’Alfonso – Consigliere Movimento Turismo del Vino Puglia
L’importanza dei vitigni autoctoni nella promozione del territorio
Michele Pisante – Università degli Studi di Teramo. Commissario CREA (Cons. Naz. Ricerca e Analisi di Ec. Agraria)
Prospettive economiche e politiche comunitarie attuali. Marketing territoriale
Michele Peragine – Moderatore, giornalista Rai e Presidente Giornalisti Agroalimentare Puglia
Conclusioni
L’incontro, patrocinato dal Comune di San Severo, l’A.S.L. FG, la Camera di Commercio di Foggia, l’Università degli Studi di Foggia e il GAL Daunia Rurale e Dauna Donna, è promosso dal Consorzio per la valorizzazione e per la Tutela dei Vini DOC San Severo, in collaborazione con le associazioni Daunia Enoica e La Strada dei Sapori, la delegazione AIS Foggia e gli istituti di scuola superiore I.IS.S. polo Tecnologico ”Minuziano, Di Sangro, Alberti”, I.T.E. A. ”Fraccacreta”, Istituto Polivalente Statale ”E. Pestalozzi” e l’ I.I.S.S. ”Rispoli-Tondi”.
LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve 100% Cabernet Sauvignon vinificate in parte in botte di legno grande ed in parte in botte di legno Allier di 20h, botti i cui legni provengono dalle foreste del dipartimento di Allier facente parte del massiccio centrale della regione Alvernia-Rodano-Alpi. Il Cabernet Sauvignon è un vitigno di origine bordolese delle zone di Medoc e Graves. Varietà di uva longeva che spesso viene usata in assemblaggio con Merlot, Cabernet Franc dando appunto il nome al famoso taglio bordolese. Cabernet Sauvignon, come si intuisce deriva dall’origine del vitigno, figlio di un incrocio tra Cabernet Franc, vitigno a bacca nera e Sauvignon, vitigno a bacca bianca. L´azienda Wilhelm Walch a Tramin e´ una tra le aziende vinicole piú antiche e rinomate dell`Alto Adige, nasce addirittura nel 1869 . Da allora, cinque generazioni hanno contribuito alla buona riuscita dell’azienda familiare, che nei diversi periodi ha seguito concezioni ed impostazioni diverse, date dallo spirito del tempo e che si rispecchia sia nei vigneti e nel loro trattamento sia nella tecnica cantiniera. Ambedue hanno influenzato le scelte di mercato. e l´impostazione della vendita. Se negli anni remoti la meta era quella di una produzione di massa nei vigneti almeno in alcuni periodi, la nuova generazione oggi fa scelte quasi opposte, scegliendo la riduzione nella resa e porgendo la massima attenzione all´ottimizzazione del prodotto finale in bottiglia. Un catalogo molto variegato con prodotti che spaziano da bianchi come Gewurtztraminer, Chardonnay, Pinot Grigio ai rossi come Lagrein anche in versione rosata, al Lago di Caldaro o al classico Pinot Nero. Tutti prodotti distribuiti in diverse catene gdo della penisola.
Acquistato presso: Tigros
Innovation Beer Festival, Lovanio, 15-16 maggio 2016 Il ”Leuven Beer Month”, cappello sotto al quale la città di Lovanio fino al 20 maggio sfodera una serie di appuntamenti per appassionati di birra, si conclude con uno dei suoi eventi di punta: l’Innovation Beer Festival. Alla sua seconda edizione, è un appuntamento per gli amanti delle birre artigianali con un occhio di riguardo per l’innovazione.
I produttori di birra selezionati per partecipare all’evento sono in parte nazionali (la Duvel Moortgat è uno dei nomi più noti, ma si annoverano anche birrifici meno conosciuti come De Dochter van de Korenaar) e in parte internazionali. L’appuntamento è in un luogo speciale, l’antico birrificio De Hoorn, dove fu prodotta la prima Stella Artois.
Una location di grande tradizione birraia in cui tuttavia i riflettori punteranno sull’innovazione, declinata in coinvolgenti attività. L’innovazione è anche il criterio in base a cui viene decretato il vincitore di un contest a cui possono partecipare birrai di qualunque nazionalità, purché maggiorenni.
Il premio consiste in un’esperienza unica: produrre 1000 litri di birra e imbottigliarla presso il birrificio Hof ten Dormaal. 15 maggio dalle 14 alle 22; 16 maggio dalle 12 alle 20. Ingresso giornaliero 25€ (in prevendita) – 30€ (sul posto); 2 giorni 40€. Il biglietto di ingresso prevede un bicchiere e 7 (1 giorno) o 14 (2 giorni) gettoni per gli assaggi.
Il Consorzio del Vino Chianti ha presentato la sua nuova campagna #chiantigustalofresco per incrementare nel periodo estivo le vendite del Chianti nel 2016. Dopo il successo dell’iniziativa ”Chianti fresco: gustalo a 16 gradi” promossa nelle passate stagioni dal Consorzio Vino Chianti nella città di Roma, oggi il concept di#chiantigustalofresco si declina sul format della grande distribuzione e arriva dal 19 al 28 maggio 2016 in 3.000 punti vendita Conad e dal 14 al 28 luglio in 600 Punti Vendita Coop del Centro-Nord (Toscana, Piemonte, Lombardia, Liguria, Dorsale Adriatica). Nei negozi Conad le bottiglie di Chianti verranno evidenziate sugli scaffali attraverso l’apposito bollino identificativo e presso Coop con etichette specifiche. Presenti sul punto vendita hostess e gadget brandizzati Chianti. L’approdo del Chianti nella grande distribuzione rappresenta una svolta nel modo di comunicare il prodotto: come nell’iniziativa #chiantigustalofresco, non si parla di un nuovo modo di bere il Chianti, ma del giusto modo di farlo, rivolgendosi a un target più ampio e importante nei numeri. Il Sangiovese di Toscana è un vino giovane e fragrante, dallo stile contemporaneo, un prodotto dai tratti distintivi che ben si prestano alla freschezza dei 16 gradi. Il consumatore sarà edotto sulla corretta modalità di degustazione del Chianti e riceverà come gadget un vero e proprio strumento per misurare la temperatura del vino, il braccialetto che misura la temperatura di servizio. La temperatura ideale è quella della cantina, a 16 gradi, temperatura che consente di esaltare i profumi e gli aromi di un vino rosso durante la stagione estiva. Le vendite del Chianti, in estate, rappresentano circa il 40% sul totale annuo che è di 100 milioni di bottiglie. Il mercato nazionale ne assorbe circa 30 milioni di cui il 55% nella distribuzione organizzata ed il resto nel libero mercato. Le principali aree di vendita della gdo sono Lombardia, Lazio e Toscana. ”Abbiamo immaginato di dare un contributo di attrattiva attraverso un’iniziativa, che è sia creativa che costruttiva – spiega Lorenzo Tersi, wine advisor che oggi ha illustrato la campagna – nell’ottica di aumentare la cultura verso questo tema che coinvolge non solo il Chianti ma tutti i produttori di vino rosso italiano”. ”Con questa campagna, che sarà lanciata anche attraverso i social network – spiega Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti – vogliamo aumentare in modo significativo le vendite dei nostri vini in un periodo dell’anno erroneamente considerato sfavorevole alla degustazione e consumo dei rossi. L’obiettivo è quello di raddoppiare le vendite nei prossimi 3 anni favorendo un consumo consapevole. Come Consorzio abbiamo il dovere sociale di stimolare il mercato attraverso iniziative di questa portata sostenendo così i nostri soci e le imprese in un’ottica di maggior attenzione verso il giusto consumo”. (foto Repubblica Firenze)
Una proroga all’avvio del cyber-registro per risolvere il problema della mancanza di alcune funzionalità e consentire ai produttori di metterlo alla prova nel periodo più caldo per le imprese, cioè quello della vendemmia. A chiederla è la Coldiretti in vista della scadenza del 30 giugno 2016 per l’entrata in vigore dell’obbligo del passaggio dai registri cartacei a quelli ”virtuali”. Il Decreto legge 91/2014 ”Campo Libero” ha previsto importanti novità per il settore vitivinicolo anche con l’obiettivo di dare una forte accelerazione verso una effettiva semplificazione dei tanti adempimenti cui i produttori sono tenuti. Tra questi, una delle sfide chiave è quella della completa informatizzazione dei registri di cantina. Un processo – spiega la Coldiretti – partito nel corso del 2015 coinvolgendo un gruppo ristretto di cantine e di società di software. Purtroppo ad un mese dal 1° aprile 2016, data di avvio della fase di sperimentazione più estesa che consente ai produttori di avvalersi in modo volontario del nuovo registro telematico, alcune funzionalità non sono ancora state definite completamente rallentando l’avvio massiccio della fase di sperimentazione. È evidente che il mondo del vino italiano è caratterizzato dalla presenza di tantissimi produttori che per la gran parte hanno dimensioni ridotte e una organizzazione aziendale di tipo familiare. Il nuovo registro telematico è un cambiamento epocale e dovrà interessare anche quei produttori che non sono ”abituati” ad utilizzare strumenti informatici. Per questo – sottolinea Coldiretti – è necessario avere un maggior periodo di tempo per passare al nuovo sistema. Inoltre, l’attuale scadenza del 30 giugno 2016, non tiene conto del fatto che la maggior parte delle registrazioni di cantina avvengono nel periodo vendemmiale e l’assenza di una ampia fase di sperimentazione che vada a coprire anche questo periodo desta non poche preoccupazioni. Sarebbe necessario – spiega Coldiretti – testare adeguatamente il sistema con le operazioni di vinificazione, e consentire così che i produttori e gli operatori prendano sufficiente confidenza con le nuove modalità.
Dopo il successo della prima edizione svoltasi nel 2015 la Proloco di Scarperia assieme a Slow Wine e Fisar ripropone l’evento dedicato al vino del Mugello e Chianti Rufina. In programma degustazioni del Chianti Rufina annate 2009-2010-2011-2012 con due cantine diverse per ciascuna annata. La degustazione sarà effettuata Sabato 7 maggio ore 15:00-19:00 presso il Salone dei Tendaggi Palazzo dei Vicari. A guidare la degustazione il Responsabile Regionale della Guida Slow Wine che introdurrà il territorio e le caratteristiche delle varie aziende in degustazione e Anna Cardin miglior Sommelier Fisar 2015 che farà la degustazione tecnica dei singoli vini. Domenica 8 Maggio invece si terrà la mostra mercato con degustazione di vini e prodotti tipici nell’atrio del Palazzo Vicari, al mattino dalle 10:00 alle 13:00 e al pomeriggio dalle 15:00 alle 19:00. Costo 13,00 euro a persona (comprensivo di un calice con tasca porta bicchiere e degustazione di tutti i vini che sono rappresentati oltre un piatto degustazione di prodotti tipici alimentari), sarà presente anche un banco di vendita con tutti i vini presentati.
È stato un successo per i Vignaioli dell’Alto Adige (Freie Weinbauern Sudtirol) il banco d’assaggio di sabato scorso al Relais Bellaria Hotel di Bologna organizzato in collaborazione con Onav Bologna. 24 produttori indipendenti hanno proposto oltre 120 vini accompagnati da specialità gastronomiche sudtirolesi. I formaggi e i salumi affumicati dell’azienda Hackerhof di Dobbiaco e i prodotti da forno di Fritz & Felix di Barbiano sono stati apprezzati dai numerosi partecipanti. ”Da alcuni anni – afferma Michael Goëss-Enzenberg, presidente dei Vignaioli alto atesini – non organizzavamo eventi a Bologna. La risposta della città è stata meravigliosa. Abbiamo constatato con piacere la competenza e la preparazione delle persone che hanno partecipato, sia che fossero addetti ai lavori sia appassionati. Siamo sorpresi e compiaciuti per il grande interesse dimostrato per l’Alto Adige e per i vignaioli. Credo che il pubblico abbia colto il grande rispetto con il quale trattiamo la nostra terra”. L’amore e il rispetto per la terra sono alla base dell’Associazione Vignaioli dell’Alto Adige. I soci sono principalmente aziende familiari che con passione ed autenticità si dedicano alla produzione di vini in ogni singola fase, dalla vigna al bicchiere. I 93 produttori sono impegnati nella valorizzazione e nel rispetto del territorio che coltivano, consci del fatto che solo in questo modo si possa garantire un futuro ai propri figli. Diverse aziende lavorano in regime biologico, altre sono impegnate in progetti sperimentali per l’introduzione di vitigni resistenti, tutte lavorano in modo rispettoso della natura. Werner Morandell, pioniere della viticultura biologica in Alto Adige, ha presentato durante il seminario che si è tenuto nel pomeriggio alcuni vini Piwi ottenuti dalle nuove varietà da ibridazione intraspecifica resistenti alle malattie come peronospora e oidio. Da più di 20 anni, assieme all’Università di Friburgo, Morandell studia e seleziona nuove varietà che permettano di limitare l’uso di trattamenti nelle vigne. Ha rinunciato anche ai concimi. Per regolare l’azoto nel terreno usa erbe e seminati differenti a seconda dei valori del terreno in quel punto. ”Ci vuole tempo e pazienza: abbiamo fatto tanti tentativi prima di ottenere i primi risultati. Ma facciamo tutto questo perchè l’uomo ha bisogno di alimenti che siano sani. Il nostro lavoro serve affinchè le nuove generazioni possano trovare un mondo migliore in cui vivere”.
Associazione Vignaioli dell’Alto Adige
L’associazione Vignaioli dell’Alto Adige, nata nel 1999 su iniziativa di 12 produttori, riunisce i vignaioli delle diverse regioni vitivinicole della provincia di Bolzano, dalla Val Venosta alla Valle Isarco fino alla Bassa Atesina. Le caratteristiche che più rappresentano i Vignaioli dell’Alto Adige sono l’individualità, la qualità e l’indipendenza. Tra i soci si contano principalmente aziende familiari che con passione ed autenticità si dedicano alla produzione di vini in ogni singola fase, dalla vigna al bicchiere. Attualmente sono 93 i produttori associati, per un totale di 350 ettari di vigneto, 2.7 milioni di bottiglie commercializzate e una resa media di 86 q.li di uva per ettaro, paria a 60 hl di vino. L’Associazione Vignaioli dell’Alto Adige è stata tra i fondatori il 17 luglio 2008 della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI).
Per gli appassionati di uno dei vitigni principe della Puglia, ”Aspettando Radici del Sud” riserva un’appassionante approfondimento del Negroamaro attraverso la degustazione di sette diverse etichette prodotte dalla storica azienda salentina Apollonio. Martedì 10 maggio, presso il ristorante Aqua del Dune Resort affacciato sul mare di Porto Cesareo il noto vitigno a bacca rossa mostrerà la sua versatilità e piacevolezza apprezzabili anche nella calda stagione di maggio. Il programma della serata, organizzata in collaborazione con Slow Wine Puglia, prevede di iniziare da due tipologie di rosato, il primo affinato e invecchiato in legno e l’altro in acciaio. Si prosegue poi con quattro rossi da Negroamaro fino a arrivare all’annata del 1978. La conclusione della degustazione è affidata infine a un passito da Negroamaro. A partire dalle ore 20 i vini protagonisti della serata saranno introdotti e raccontati da Massimiliano Apollonio con il prezioso contributo di Francesco Muci, responsabile Slow wine della Puglia. Dalle ore 21 saranno servite alcune pietanze preparate dallo chef Cosimo Russo per completare il profilo espressivo dei vini nell’abbinamento coi cibi e meglio comprenderne l’evoluzione negli anni.
Vini in degustazione
Elfo rosato 2015 – 18 rosato Fanali 2013 – Elfo rosso Negroamaro 2015 – Terragnolo negroamaro rosso 2011 – Divoto 2011 – Divoto 1978 – Mater Terra Passito 2007
Menù
Flan di pecorino, con asparagi verdi, tuorlo marinato e vincotto – Risotto mantecato alle erbe con funghi cardoncelli, animelle croccanti e riduzione di negramaro – Carrè di agnello in crosta di pane e olive con melanzana alla parmigiana – Zuppa di ciliegie al kirsch con gelato allo yogurt di capra e salvia
LA VINIFICAZIONE
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore Pievalta (Barone Pizzini) è ottenuto mediante pressatura diretta e fermentazione in vasche di acciaio Inox delle omonime uve. La maturazione avviene sempre in vasche Inox, per una durata di 6 mesi. Prima della commercializzazione, il vino è sottoposto a un ulteriore affinamento della durata di un mese, in bottiglia. I vigneti di proprietà di Pievalta Barone Pizzini da cui prende vita questo Verdicchio dei Castelli di Jesi sono quelli di Chiesa del Pozzo, Fosso del Lupo, Costa del Togno, Veranda, San Paolo Vecchie Vigne, Orfeo, San Paolo Bosco e Pieve. La tipologia del terreno varia da quella a composizione argillo calcarea a quella calcarea argillo sabbiosa. Allevato a Guyot, con una densità variabile tra i 1666 e i 5400 ceppi per ettaro, il Verdicchio Pievalta registra una resa per ettaro di 60 quintali. A Maiolati Spontini, sulla riva sinistra dell’Esino, si trovano la cantina e 21,5 ettari di vigne degli anni Settanta. Da diversi anni, Pievalta dichiara di “lavorare senza alcun coadiuvante di origine animale”. Per questo, dal 2009, i vini prodotti possono essere considerati anche vegani, con tanto di certificazione qualità vegetariana vegan.
Prezzo pieno: 7,49 euro
Acquistato presso: Esselunga
”La gelata tardiva che martedì 26 aprile ha colpito l’Irpinia ha arrecato danni ingentissimi ai vigneti, in particolar modo a quelli ubicati nelle vicinanze dei torrenti d’acqua, nelle conche e nelle zone più basse. Danni ingentissimi acuiti dalla stagione anticipata che vede le piante giunte nella fase fenologica di ”grappoli separati” e pertanto maggiormente vulnerabili alle gelate. Non potendo più fruttificare, la produzione è compromessa.” Parole scritte da Angelo D’Agostino, deputato di Scelta Civica, al Ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina. ”Secondo gli esperti del settore i danni si ripercuoteranno anche sull’annata successiva: per le varietà allevate a guyot, difficilmente si potrà ottenere un tralcio fruttifero; per le varietà allevate a cordone, molti speroni non emetteranno germogli” continua D’Agostino che prosegue con il suo appello: ”Chiediamo al Ministro delle politiche agricole quali iniziative intenda adottare a sostegno dei tanti viticoltori irpini così duramente colpiti dalla gelata tardiva dello scorso 26 aprile. Auspichiamo, infine, che anche il Governo regionale valuti l’opportunità di provvedimenti a tutela di un settore fondamentale per l’economia irpina e campana”. Numerosi i comuni colpiti nella zona del Taurasi, Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemiletto, Paternopoli, Pietradefusi, S. Angelo all’Esca, S. Mango sul Calore, Torre le Nocelle e Venticano. Danni anche ai vigneti del Fiano: Avellino, Lapio, Atripalda, Cesinali, Aiello del Sabato, S. Stefano del Sole, Sorbo Serpico, Salza Irpina, Parolise, S. Potito Ultra, Candida, Manocalzati, Pratola Serra, Montefredane, Grottolella, Capriglia Irpina, S. Angelo a Scala, Summonte, Mercogliano, Forino, Contrada, Monteforte Irpino, Ospedaletto D’Alpinolo, Montefalcione, Santa Lucia di Serino e San Michele di Serino. Anche le zone di produzione del Greco di Tufo non sono state risparmiate, danni ad Altavilla Irpina, Chianche, Montefusco, Prata di Principato Ultra, Petruro Irpino, Santa Paolina e Torrioni.
Non va giù a Coldiretti l’accusa di aver frenato il cambiamento all’interno della cantina ”Terre d’Oltrepò” nota per le frodi che hanno gettato un’onta di sospetto su tutto l’Oltrepò Pavese. ”Non accettiamo lezioni da chi rappresenta solo se stesso”, parole del presidente regionale di Coldiretti, Ettore Prandini.
”Come Coldiretti siamo pronti a chiedere alla Regione una verifica dei requisiti per il riconoscimento all’attività di alcune organizzazioni agricole, che negli ultimi anni hanno perso molti associati rischiando così di non avere più i titoli per la rappresentanza – attacca Prandini -. Fa sorridere che chi non si è mai preoccupato delle sorti della cooperativa pavese, venga ora a pontificare soluzioni definitive senza essersi mai speso in prima persona per il bene del territorio, dei produttori agricoli onesti e delle loro famiglie.
Come Coldiretti abbiamo sempre chiesto chiarezza e trasparenza, denunciando anche in passato manovre opache e comportamenti ambigui mentre altri stavano in silenzio”. Prandini è contrario al commissariamento della cantina, il danno economico arrecato alle famiglie degli 800 soci sarebbe disastroso. ”Da quando siamo stati chiamati a entrare nel Cda insieme a Confcooperative, stiamo lavorando ogni giorno per garantire il corretto funzionamento della cantina avendo assicurato il ritiro e il pagamento delle uve, in attesa del cambio dei vertici che abbiamo fortemente voluto fin dall’inizio della vicenda”. Le nuove elezioni del Cda si terranno a fine giugno, prima data utile prevista dalla normativa di legge con l’augurio, da parte di Prandini che da lì si possa partire per ridare la giusta valorizzazione all’Oltrepò.
Dal vino con il tappo a vite, al vino in bag, al vino in lattina che non è una novità. Già sdoganato in tanti paesi, come la Francia o la Germania e addirittura in Italia, facendo rivoltare lo stomaco dei winelovers più tradizionali. A cavalcare l’onda del crescente approccio di consumo al vino in alluminio è un’altra azienda americana, E’ la volta di Precept Wines di Seattle che ha cominciato a distribuire le prime sue prime lattine di Chardonnay Cabernet Sauvignon anche negli aeroporti. Vini prodotti dai migliori vigneti della California, che danno vita ad alcuni dei vini più apprezzati al mondo, per i quali anche Precept Wines ha deciso di uscire dalle convenzioni, imbottigliando del buon vino in un ”not-so-serious” contenitore, per semplificare, a suo avviso, la vita ai winelovers: ”Stappa la lattina, dai un sorso e goditi le meraviglie del West Side” incoraggiano dall’azienda. Vini ”lifestyle oriented”, facili da trasportare durante qualsiasi attività quotidiana, un vino chiavi in mano, che non necessita di cavatappi e bicchiere. Il vino in lattina è eco-friendly: meno energia per produrlo e trasportarlo, meno impatto in carbonio e infine l’alluminio è riciclabile. Il vino ”PPR”, portable, packable, recyclable: portatile, compattabile e riciclabile. Molto ”American Style’, presentati in maniera invitante sul sito dell’azienda. Si tratta naturalmente di vini di pronto consumo che sicuramente non ”minano” le vendite di altre tipologie. Per coloro che abitualmente consumano vino in bag o in tetra-pack, poco cambia, ma anche per chi è fedele ad altri rituali. Forse, per un consumo pronto, meglio una lattina di vino, di quello che combinano in Australia i giovani con le bag, a patto che la lattina sia una sola.
E’ il vino questa volta ad essere vittima di una ”truffa” online, scoperta per caso in rete. Il web, è modalità sempre più diffusa ed in crescita per acquistare il vino, ma offre, per fortuna, anche la possibilità di entrare in contatto con i produttori che nella quasi totalità dei casi dispongono di un sito internet. Una matassa, che ha richiesto diverso tempo per essere dipanata, quella di questa vicenda. Tutto nasce da un sito tedesco, che alla voce ”Apulien” vende un prodotto di nome ”Il Tauro”, imbottigliato, come indicato nelle specifiche del prodotto on line dall’azienda Taurino di Guagnano in provincia di Lecce. Fin qui, tutto bene, se non che a fare quel ”Taurino” è invece un’azienda del nord italia, di Fossalta di Piave, che lo produce sotto falsa identità e lo distribuisce in Germania tramite un ex importatore tedesco che per anni aveva distribuito anche i prodotti della Cantina Taurino. La truffa è scoperta casualmente via mail. La Cantina Taurino riceve una prima segnalazione di un cliente che, trovando evidentemente il prodotto di suo gradimento scrive direttamente a loro per chiedere altri siti o luoghi in cui poterlo reperire. L’etichetta il ”Tauro” non è una loro produzione, la Cantina pensa ad un errore e non dà peso alla vicenda. Arriva una seconda mail. Questa volta a scrivere è un cliente deluso che lamenta di aver bevuto una bottiglia del 2010 che sapeva di tappo. Alle Cantine Taurino, salta la mosca al naso, come si suol dire. Non producono quel vino e tantomeno lo distribuiscono su quella piattaforma. Vogliono vedere con i loro occhi di cosa si parla, mettono nel carrello tre bottiglie dallo shop, destinazione Italia e scoprono il falso dando il via alla denuncia e quindi all’indagine che vede gli imputati indagati per reato di fabbricazione e commercio di beni utilizzando i titoli di proprietà industriale, pubblicità ingannevole su internet e falso. Il sito www.belvin.de è ancora aperto, nonostante la denuncia. Ottime recensioni per il servizio, numerosi i vini in catalogo da tutto il mondo e da tantissime regioni italiane che sono ”sofort lieferbar” pronti alla consegna. Le Cantine Taurino non ci sono più, ce ne sono altre, molte le conosciamo sono anche in gdo e i prezzi sono molto competitivi. Chissà se altre truffe si celano tra le referenze in catalogo. L’azienda di Fossalta di Piave sicuramente non immaginava di essere scoperta, nella moltitudine di prodotti in vendita online, un rischio mal calcolato: come si dice a Napoli, ”Chello ca nun se fa nun se sape”.
Nel 2015, in Svizzera sono stati bevuti 3 milioni di litri di vino in meno (a 263 milioni) rispetto all’anno precedente. Tale flessione è in atto da alcuni anni, indica oggi l’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG), che sottolinea tuttavia il rinnovato interesse per i prodotti elvetici – specie i rossi – a scapito di quelli importati. Il consumo di vini svizzeri è infatti cresciuto di 549.500 litri, raggiungendo quasi 99 milioni. Gli esteri, invece, hanno registrato una flessione di 165 milioni di litri (-3,6 milioni). La quota dei prodotti elvetici è quindi salita nell’anno in rassegna di ben il 37,5%. All’origine di questa tendenza generale del consumo di vino vi è soprattutto il vino rosso, spiega l’UFAG. L’anno scorso, il consumo di vino rosso svizzero è aumentato di quasi 50 milioni di litri, mentre quello di vino rosso estero è sceso di circa 3,7 milioni di litri, fissandosi a poco meno di 126 milioni di litri. Per il vino bianco, l’andamento è inverso: sono stati bevuti poco meno di 49 milioni di litri di vino bianco svizzero, vale a dire 337.800 litri in meno rispetto all’anno precedente. In progressione, invece, il consumo di vino bianco estero che ha toccato quota 39 milioni di litri (+160.800 litri). È nuovamente in espansione il consumo di spumante (571.300 litri, a circa 18 milioni di litri), con l’Italia a farla da padrona per quanto attiene alle importazioni (55%), seguita dalla Francia (28%) e dalla Spagna (11%). Si conferma così la tendenza al rialzo, nonostante il lieve calo delle importazioni rispetto all’anno precedente. In generale, i vini importati provengono dall’Italia (71 milioni di litri), seguita dalla Francia (circa 40 milioni di litri) e dalla Spagna (circa 37 milioni di litri). Dal Portogallo sono stati importati circa 11 milioni di litri di vino. Se paragonate alle importazioni, le esportazioni risultano modeste: -227.500 litri rispetto all’anno precedente. Complessivamente, nel 2015 il volume d’esportazione è stato a 1,3 milioni di litri. Tale cifra comprende anche i vini esteri importati e riesportati, specifica l’UFAG. Con 85 milioni di litri, la vendemmia 2015 è risultata decisamente meno abbondante rispetto a quella dell’anno precedente a causa dell’estate torrida e delle rare precipitazioni. Le condizioni meteo rilevate dopo la fioritura hanno invece permesso di limitare la presenza di parassiti. La famigerata drosofila del ciliegio (Drosophila suzuki), scrive l’UAFG, ha causato meno danni di quanto si temeva un anno fa. I viticoltori hanno invece dovuto far fronte a cali puntuali delle rese dovuti all’utilizzo del prodotto fitosanitario “Moon Privilege” e ai danni da esso provocati. Complessivamente, a livello nazionale la produzione di vino rosso, che comprende anche quella di vino rosé, è stata soltanto lievemente superiore a quella di vino bianco. La differenza rispetto alla superficie vitata è dovuta, da un lato, alle rese per superficie maggiori per i vitigni bianchi e, dall’altro, al fatto che in Ticino le uve rosse vengono utilizzate anche per la produzione di vini bianchi. Il buon soleggiamento ha consentito di raggiungere un elevato tenore di zucchero.