Tremila ettari di colline situate nei 15 Comuni della denominazione Conegliano Valdobbiadene Docg hanno bisogno di acqua per consentire alla viticoltura di sopravvivere. Un fabbisogno complessivo annuo della vite pari a 1,5 milioni m3 di acqua, sempre meno garantiti dalle precipitazioni. A questo scopo è stato firmato oggi un protocollo d’intesa per la realizzazione di uno studio di fattibilità di invasi di recupero delle acque piovane, canalizzando le risorse idriche presenti e «riconsiderando in chiave attuale le progettualità non ancora realizzate ed ogni ulteriore intervento utile a ridurre le perdite ed aumentare l’efficienza idrica, per una migliore gestione dell’acqua in agricoltura».
Il Protocollo, ideato da Coldiretti Treviso e firmato oggi presso il comune di Valdobbiadene, sarà condiviso con gli enti locali interessati dalla Denominazione di origine controllata e garantita del Prosecco Superiore, «al fine di stimolare una fattiva partecipazione e adesione propedeutica al raggiungimento degli obiettivi del protocollo stesso».
POLEGATO (COLDIRETTI): «SOLUZIONI A FRONTE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI»
Firmatari del protocollo sono il Comune di Valdobbiadene, l’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, le associazioni Coldiretti, Confagricoltura, Cia Agricoltori Italiani e il Consorzio di Bonifica Piave.
«Siamo stati gli ideatori ed i promotori di questo protocollo d’intesa – dichiara Giorgio Polegato, presidente Coldiretti Treviso – perché riteniamo fondamentale dar vita ad uno studio di fattibilità sugli interventi di tutela finalizzati al recupero, alla conservazione e al corretto utilizzo della risorsa idrica a beneficio del mondo della viticoltura. Temi e soluzioni determinanti alla luce dei cambiamenti climatici in atto – continua – che devono tutelare l’equilibrio di un’area che esprime grandissima qualità e attrattiva in tutto il mondo, non solo per la propria viticoltura. Per questo siamo certi che un simile tavolo di lavoro possa dare delle risposte concrete per il territorio e per le imprese agricole».
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