CAMIGNONE – Mosnel, storica cantina della Franciacorta, cresce e si evolve. Espiantato il vigneto di Chardonnay Brolo del Roccolo, sono stati ricavati 3 mila metri quadrati interrati di cantina. Tre piani sotto terra, da destinare all’affinamento dei vini, a contatto coi lieviti.
A Giulio e Lucia Barzanò, fratello e sorella alla guida di Mosnel, piace definirlo “un nuovo spazio-tempo”. Una culla, nella pancia della terra franciacortina, in cui il trascorrere del tempo dona ai vini il carattere distintivo dell’area spumantistica più nota e rinomata d’Italia.
Ma nulla è lasciato al caso, anche all’esterno. Appena fuori dalla nuova cantina è stato realizzato un Agri-BioBed, che funge da filtrante naturale per i residui di rame e zolfo presenti nelle botti. Si tratta di un sistema che sfrutta le radici di alcune piante, disposte su un letto impermeabilizzato.
I 40 ettari vitati di Mosnel, certificati biologici dal 2014, danno vita a circa 250 mila bottiglie. Si trovano attorno alla sede storica, a Camignone, che raggruppa alcune dimore del ‘500 e del ‘600. Un fattore più unico che raro nella frammentazione della Franciacorta.
“Sappiamo di non poter ottenere spumanti di grande corpo come in altre zone della Denominazione – commenta Giulio Barzanò – ma grazie alle caratteristiche dei nostri vigneti possiamo puntare su eleganza e mineralità”.
LA DEGUSTAZIONE
Continua invece sul filo della tradizione la collaborazione con l’enologo Flavio Polenghi, che in occasione dell’inaugurazione della nuova cantina ha guidato una verticale di 6 annate di Parosè, il Rosé dosaggio zero millesimato che tanto ha fatto discutere nel 2001: uno dei primi di questa tipologia a entrare in commercio in Italia.
Si tratta di una cuvée composta al 70% da Chardonnay e al 30% da Pinot Nero, che subisce una breve macerazione pellicolare in pressa, per estrarre il colore. Un rosa tenue che diventa di un ambrato ipnotico e luminoso, con la bottiglia “numero uno”.
Al naso è ampio e profondo, le note burrose scemano man mano col passare del tempo, lasciando più spazio anche ai sentori terziari. In bocca è equilibrato e composto, elegante. La rivelazione è però la 2008: da un’annata ottima, Mosnel ha saputo tirare fuori il meglio dai due vitigni, valorizzandoli al massimo.
Sessantuno mesi sui lieviti e sboccatura a maggio 2014. Un’esplosione di profumi intensi, dai frutti rossi maturi a note di spezie dolci. In bocca è morbido ed equilibrato, ben bilanciato e con un finale lungo e persistente.
L’ultima annata in degustazione, la 2014, ha certamente delle ottime potenzialità di invecchiamento. Oggi mostra la sua delicatezza con accenni di frutti rossi, soprattutto ribes, e una mineralità bilanciata su un finale sapido.
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