Il Moscato d’Asti può “invecchiare”? La risposta è sì, eccome. Ne è una prova il Moscato d’Asti 2004 Vite Vecchia di Ca’ d’Gal. Giallo oro nel calice, limpido e brillante con ancora una finissima effervescenza, come mai penseresti per un “semplice” Moscato d’Asti con 19 vendemmie sulle spalle. Ma questo è Il Moscato d’Asti che gioca un campionato tutto suo, all’interno dell’intera panoramica nazionale.
Delicato come l’annata, la 2004. Un ricamo di sensazioni al naso, di elicriso e macchia mediterranea dove le erbe – salvia, menta, aneto, melissa, citronella, timo limonato – si accarezzano e si amalgamano con note agrumate appassite, di bergamotto e arancia con una leggera chiusura di cocco. Ma con una freschezza che non pare vera per un vino di quasi 20 anni.
In bocca esplode in frutta, ancora agrumi ma anche pera. Poi timo, menta, salvia, perfettamente corrispondente al naso. Gustosissimo, non stanca mai. L’integrazione perfetta dona grande profondità gustativa. Un vino, il Moscato d’Asti 2004 Vite Vecchia di Ca’ d’Gal che rimane in testa il giorno dopo e quello dopo. E quello dopo ancora.
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Medico per vocazione e sommelier per passione. Mi sono poi riscoperto medico per passione e sommelier per vocazione. Sostieni il nostro progetto editoriale con una donazione a questo link.