Potesse parlare, il Riesling italico avrebbe la voce inconfondibile di Carmen Consoli. Quell’album del ’97, “Confusa e felice“, lo descrive nel giro delle prime tre tracce, per dimensione e ambiguo dualismo: “Bonsai”, “Uguale a ieri” e “Diversi”. Andrebbe avanti con la quarta, che dà il nome al disco. E tornerebbe a tacere dopo “Un sorso in più”, “Fino all’ultimo” e “La bellezza delle cose”.
Serve la musica – ad alto volume – per non pensare che i 1.259 ettari di Riesling italico presenti in Italia (dato 2016) siano, quantomeno, una mezza occasione persa. Di sicuro per l’Oltrepò pavese, il territorio con le maggiori (e migliori) espressioni del vitigno su scala nazionale. Ma il discorso è valido anche per gli altri territori in cui l’Italico è storicamente allevato, nella penisola.
“Confusi e felici” sembrano molti produttori (e Consorzi) che, per ragioni di marketing e mancanza di iniziativa, tendono a confondere il Riesling Italico con il Riesling renano. Senza neppure differenziali in etichetta. Anzi giocando sulle ambiguità.
Un errore comunissimo anche tra i professionisti del settore. Che al al grido di Mineralité, dimenticano – in assoluta Liberté – che non c’è Égalité e neppure Fraternité tra il Riesling italico e il Riesling renano.
Lo sa bene il ricercatore Stefano Raimondi, che sino allo scorso anno ha fatto parte del gruppo di lavoro del Cnr che ha tentato di ricostruire la vera storia del Riesling italico. Un vitigno dal nome «un po’ così», come direbbe Paolo Conte, tornando alla musica. Che rischia, inevitabilmente, di confondere le carte in tavola.
STORIA E ORIGINI DEL RIESLING ITALICO
Al termine di un decennio di studi avviati nel 2010 – spiega Raimondi a winemag.it – siamo riusciti a individuare uno dei due genitori del Riesling italico. Si tratta della Coccalona Nera, varietà a bacca rossa da cui discendono una trentina di vitigni, tra cui Barbera e Vespolina. Il secondo genitore, purtroppo, non è ancora noto».
La Coccalona Nera era molto diffusa in tutta la fascia compresa tra la Germania meridionale e la Pianura padana. «In Italia – spiega ancora Stefano Raimondi – si trovava in particolare a nord dell’Appennino settentrionale. Tramite l’incrocio con l’altro genitore sconosciuto può aver dato vita al seme che, una volta selezionato, è diventato il Riesling italico».
Se la Coccalona Nera è quasi certamente una varietà di origini italiane, è dubbia la provenienza del vitigno col quale si è incrociata, dando vita all’Italico. Di certo, il primo luogo in cui è ricomparsa è la Germania.
WELSCHRIESLING, GRASEVINA E OLASZRIZLING. MA ATTENZIONE ALLA CINA
Da lì si sarebbe diffusa, tornando presumibilmente in Italia dopo aver trovato casa in Austria (Welschriesling, 3.233 ettari), Ungheria (Olaszrizling, 3.933) e Croazia (Graševina, 4.459 ettari). Sino al 2010 era la Serbia a detenere il record degli ettari vitati: ben 33 mila, oggi ridotti a 2.037. Un primato passato all’Est Europa, con i 7.136 ettari della Romania.
A sfruttare l’assonanza del nome del vitigno con l’Italia è la solita Cina, che negli ultimi anni ha immesso sul mercato diversi Riesling italico, frutto di ben 3 mila ettari di vigneti allevati sotto la coda del Dragone.
Non indifferenti le quote di Slovenia (1.935), Repubblica Ceca (1.114 ettari) e Spagna (1.064 ettari), dove è conosciuto col nome di Borba blanca, impiantato in Extremadura. Risicate le cifre di Paesi come Brasile (188 ettari), Macedonia (270) e Slovacchia (456).
RIESLING ITALICO: UN’OPPORTUNITÀ PERSA?
Dal primo grande tasting mai organizzato in Italia sul vitigno (appuntamento che winemag.it intende replicare anno dopo anno) emerge innanzitutto un dato inconfutabile: il Riesling italico è un vitigno sottovalutato.
Il maggiore entusiasmo si registra in Oltrepò pavese, terra in cui il dualismo con il Riesling renano e la generica definizione di “Valle del Riesling” adottata dal Consorzio – figlia di una politica di promozione e storytelling confusa e generalista, che non trova conclamati consensi nazionali o internazionali – mette i bastoni tra le ruote al percorso identitario dei due vitigni.
Se da un lato la degustazione di winemag.it è stata accolta con grande favore da numerosi vignaioli della zona, dall’altro emergono segnali preoccupanti di immobilismo istituzionale.
Il Consorzio di Tutela, interpellato sulla mancanza di chiarezza nella comunicazione dei due vitigni, preferisce non rispondere per bocca della presidente, Gilda Fugazza. E col direttore Carlo Veronese se la cava così: «Non è il Consorzio che fa i disciplinari, ma le aziende del territorio».
Da quando sono qui di proposte più o meno condivisibili ne ho ricevute tante, ma nessuna di queste riguarda il Riesling. Se ci sarà una richiesta legata al Riesling la valuteremo e la proporremo al Cda e all’assemblea».
Eppure il dibattito, durante i “Tavoli” varietali pre-pandemia (2019), era stato acceso tra “sostenitori” del Riesling italico e del Riesling Renano, in Oltrepò. Tra i primi c’è il giovane vignaiolo Matteo Maggi, titolare di Colle del Bricco, a Stradella (PV).
IL RIESLING ITALICO DI COLLE DEL BRICCO
«Negli anni – spiega a winemag.it – ho sperimentato parecchio perché non vi è storico in Oltrepò su questo vitigno. Sia in vigneto che in cantina ho cercato di provare diverse tecniche. Altre le sto ancora sperimentando, per trovare un equilibrio».
In vigneto è importante gestirne la potatura, perché è generoso, nonché azzeccare l’epoca di vendemmia. C’è un detto sul Riesling Italico in Oltrepò che dice: “Il giorno prima è acerbo e il giorno dopo è marcio”. In cantina, tanto rispetto per uva e mosti. Poco ossigeno e controllo della temperatura».
«Ci tengo – continua Matteo Maggi – perché è un po’ il Calimero della viticoltura oltrepadana e forse italiana, in generale. Snobbato e bistrattato. Lo abbiamo sempre avuto qui. È sempre stato il nostro vitigno a bacca bianca. E per me la comunicazione di un territorio deve focalizzarsi soprattutto sugli autoctoni».
Il Riesling italico, per il patron di Colle del Bricco, è anche una questione affettiva. «Fa parte della storia storia della mia famiglia – rivela il giovane vignaiolo -. A mio nonno, da viticoltore hobbista, piaceva il Riesling italico. Lo stesso vale per mio padre. Io ne ho fatto una sfida personale».
Arrivare secondo non mi piace e credo che l’Italico in Oltrepò pavese possa diventare il primo in tutto il mondo. Il Renano, invece, viene nettamente meglio in Mosella. Quindi mi chiedo: perché puntare su un vitigno che ti mette in ombra, quando potresti determinare tu un mercato, con un altro vitigno?».
I MIGLIORI RIESLING ITALICO ITALIANI (E NON SOLO)
Prima dell’ampio dettaglio sui migliori Riesling italico degustati da winemag.it, alcuni consigli dall’estero, per l’esattezza da Croazia e Ungheria. Due Paesi che dimostrano quanto l’Italico sia in grado di leggere il “terroir”. E restituire, nel calice, vini di qualità assoluta.
In Croazia, da non perdere le diverse espressioni di Graševina di Vina Antunović, la boutique winery fondata da una delle poche “Donne del vino” croato, Jasna Antunović Turk. Siamo a Dalj, nella regione di Erdut, a due passi dal confine con la Serbia. Oltre alla 2020, convince la Graševina 2015 Premium, frutto di una sapiente vinificazione in legno grande che esalta le capacità di lungo affinamento del vitigno.
Per espressione del varietale, ottima anche la Graševina 2020 Premium di Vina Belje, cooperativa croata che sta puntando molto sul “Riesling italico”, anche grazie a nuovi impianti. Benissimo anche la Graševina 2020 di Vina Erdut, azienda guidata da Josip Pavić, presidente dell’Associazione produttori di vino della Croazia.
Spostandosi in Ungheria, l’assaggio da non perdere è quello dell’Olaszrizling 2020 Szent György-Hegy di Ujvári. Un gioiello assoluto, che nasce da terreni ricchi di basalto. Un “Riesling italico” che abbina verticalità, polpa, carattere e gastronomicità.
Note uniche per la varietà, conferite dal terroir vulcanico ed esaltate del lavoro sapiente di una delle giovani enologhe magiare più promettenti: la stessa Vivien Ujvári impiegata come winemaker da Barta Pince, nella regione di Tokaji. Del resto, la zona nord del lago Balaton investe sull’Olaszrizling addirittura con una denominazione ad hoc, in cui il Riesling italico è assoluto protagonista: Csopak.
IL RIESLING ITALICO ITALIANO: TUTTI I PUNTEGGI
RIESLING ITALICO DELL’OLTREPÒ PAVESE
DENOMINAZIONE | CANTINA | RATING | |
1 | Oltrepò pavese Doc Riesling 2020 Rugiadé | La Travaglina | |
Giallo paglierino, riflessi verdolini. Naso delicato, floreale e mela al naso. Corrispondenza gusto olfattiva perfetta. Chiude salino, asciutto, chiamando il sorso successivo. | 85/100 | ||
2 | Oltrepò pavese Doc Riesling 2020 | Quaquarini | |
Giallo paglierino leggermente velato. Naso e bocca sulla frutta matura, a polpa gialla: non solo mela, anche albicocca. Sorso piuttosto morbido, ben riequilibrato dalla freschezza. | 85/100 | ||
3 | Oltrepò pavese Doc Riesling 2020 Briná | Cà del Gè | |
Giallo paglierino pieno, limpido. Fiori e frutta matura, che sfora quasi nell’esotico. Sorso morbido, equilibrato, pieno. Un’ampiezza dettata dalla setosità glicerica dell’alcol. Chiude asciutto, piacevolmente amaricante. Vino gastronomico, da abbinamento importante. | 89/100 | ||
4 | Oltrepò pavese Doc Riesling 2020 Filagn Long | Cà del Gè | |
Giallo paglierino. Floreale, intenso sul frutto. Pesca gialla ancora più netta del precedente. Anche al palato, tanta frutta e apporto glicerico. Alcol integrato nel corredo di un vino giocato sulla piacevolezza di beva. | 87/100 | ||
5 | Oltrepò pavese Doc Riesling 2020 Valter e Davide Calvi | Calvi | |
Giallo paglierino, riflessi verdolini. Fiore bianco al naso, delicato. In bocca mela tagliata, sorso molto semplice, che conferma una piacevole e controllata nota ossidativa. | 83/100 | ||
6 | Provincia di Pavia Igt 2020 Riesling Kantharos | Calvi | |
Giallo paglierino. Naso su fiori bianchi e mela ossidata. In bocca si rivela ancora giovane e di buona prospettiva. Chiude su note terziarie di mou, vaniglia e caramello, ricordando inoltre la mandorla. Vino gastronomico, a cui dare tempo. Certamente un’interessante prova sul vitigno. | 85/100 | ||
7 | Vino bianco Italico | Pietro Torti | |
Giallo paglierino. Al naso gran purezza delle note fruttate, quasi aromatiche. Corrispondente al palato, tutto giocato sui primari. Emerge il gran lavoro in vigna, in termini di perfetta epoca di raccolta (non semplice sul vitigno). Cosa chiedere di più a un vino da tavola? | 86/100 | ||
8 | Oltrepò pavese Doc Riesling 2020 | Pietro Torti | |
Giallo paglierino. Al naso ancora una volta una gran purezza, questa volta abbinata a una maggiore stratificazione. Mela, floreale, un tocco di agrume che ricorda il mandarino. Al palato un tocco leggerissimo petillant. Bella presenza al palato, su ricordi di mela e mandarino. Buona persistenza. | 88/100 | ||
9 | Oltrepò pavese Doc Riesling 2013 Moglialunga | Pietro Torti | |
Giallo paglierino, colore che ha retto perfettamente all’urto del tempo. Naso puro, su un frutto di perfetta maturità. Vino che non dimostra affatto gli anni che ha, neppure al palato. Frutto, profondità, freschezza, equilibrio. Da bere oggi o conservare ancora. | 90/100 | ||
10 | Oltrepò pavese Doc Riesling 2014 | Antonio Dellabianca | |
Giallo paglierino. Leggera frizzantezza. Bella pulizia delle note fruttate, in equilibrio con la vena amaricante della chiusura. Vino semplice, beverino, piacevole. Glou-glou. | 85/100 | ||
11 | Oltrepò pavese Doc Riesling italico 2020 Magia | Antonio Dellabianca | |
Senza voto | SV | ||
12 | Provincia di Pavia Igt Riesling italico 2015 Vigna del Lodigiano | Antonio Dellabianca | |
Uno dei pochi vini del tasting affinato in barrique. Alla vista si presenta di un color ambra. Naso curioso, complesso, intrigante. Spazia dalla frutta matura a polpa gialla alla frutta secca, sino a curiose note di macchia mediterranea, resina, ginger. In bocca l’ossidazione preme sull’acceleratore e appiattisce lo spettro gustativo. Vino che va necessariamente atteso nel calice (il consiglio è di aprire con parecchio anticipo la bottiglia). Ecco dunque note di frutta a polpa gialla stramatura, ad anticipare ricordi di frutta secca, nel finale e nel retrolfattivo. Etichetta che può avere sicuro mercato tra gli amanti “natur” (“vino naturale”). | 83/100 | ||
13 | Vsq Metodo classico Brut Riesling Inganno 572 | Calatroni | |
Giallo paglierino, buona luminosità. Perlage piuttosto fine, persistente. Naso di gran purezza, tutto sul frutto, con ricordi netti di mela renetta. Altrettanto puro è il palato, che abbina al modesto residuo zuccherino una bella vena fresco-acida. Si può lavorare ancora sulla finezza del perlage, ma il calice convince per tipicità e per coraggio, oltre a dimostrare una delle potenziali leve future del vitigno in terra oltrepadana: la spumantizzazione col Metodo tradizionale, per minimo 9 mesi. | 86/100 | ||
14 | Provincia di Pavia Igt Riesling 2021 Amber Demon | Perego & Perego | |
Colore ambrato, come suggerisce il nome. Bel frutto disidratato per un orange che conserva la riconoscibilità del vitigno, cosa non del tutto comune. Vena amaricante in chiusura, a riequilibrare la generosità glicerica e a dare gastronomicità. | 86/100 | ||
15 | Provincia di Pavia Igt Riesling 2020 Amber Demon | Perego & Perego | |
Senza voto | SV | ||
16 | Oltrepò pavese Doc Riesling Khione 2020 | Colle del Bricco | |
Giallo paglierino. Naso tipico, sulla mela e sull’albicocca, sul fiore bianco. In bocca perde un po’ di materia (frutto) e vira sulle durezze, tra salinità e citrico. | 85/100 | ||
17 | Oltrepò pavese Doc Riesling Khione 2018 | Colle del Bricco | |
Giallo paglierino, velato. Frutto più pieno del precedente, sulla frutta gialla. In bocca si conferma tale, con meno precisione sulla preservazione dei primari. Meglio la chiusura, in questi termini, dell’ingresso. | 84/100 | ||
18 | Oltrepò pavese Doc Riesling Khione 2017 | Colle del Bricco | |
Giallo paglierino. Gran bella purezza del naso, il migliore della verticale 2020-2018-2017. Grazie all’alcol il quadro è più equilibrato tra durezze e morbidezze, ma porta con sé un sorso a fasi, nel complesso poco armonico. Vino al momento sull’altalena, ma si farà: il tempo non potrà che fargli bene. | 85/100 | ||
19 | Oltrepò pavese Doc Riesling Khione 2019 | Colle del Bricco | |
Giallo paglierino. Naso molto ampio, generoso, tra la frutta matura a polpa bianca e gialla. Bella componente floreale che aggiunge garbo, suadenza. Note molto precise, in linea con tutte le prove di Matteo Maggi sul vitigno. La marcia in più, rispetto alle altre annate, è in bocca: premiata, finalmente, la ricerca di equilibrio. Retro olfattivo con quel filo di “verde” in più che disarmonizza il quadro. Il futuro è luminoso per il giovane vignaiolo di Stradella. | 88/100 | ||
20 | Oltrepò pavese Doc Riesling 2020 | Azienda agricola Monterucco | |
Giallo paglierino. Naso e bocca corrispondenti, sul frutto a polpa bianca. Vino corretto, giocato sulla semplicità di beva e sull’immediatezza. | 83/100 | ||
21 | Oltrepò pavese Doc Riesling frizzante 2020 | Azienda agricola Bruggia | |
Giallo paglierino. Un buon frizzante: semplice, beverino, senza fronzoli. | 83/100 | ||
22 | Provincia di Pavia Igt Riesling 2017 Pienosole | Scuropasso | |
Prima nota di idrocarburo del tasting. Gran bel frutto, di precisione rara. Colpisce per stratificazione: polpa, sapidità, freschezza, elegante terziarizzazione e persistenza. Best of. | 90/100 | ||
23 | Provincia di Pavia Igt Riesling vino fermo Il Rocco | Az. Agr. Fratelli Ferrari | |
Giallo paglierino. Bel frutto puro, pulito, ben controbilanciato dalle durezze. Un vino semplice, con una marcia in più dettata dalla grande attenzione in vigna (epoca di raccolta) e in cantina. | 85/100 | ||
24 | Oltrepò Pavese Doc Riesling Frizzante 2021 | Azienda Agricola Paolo Verdi | |
Giallo paglierino. Purezza assoluta del frutto, che accompagna dal naso al retro olfattivo, sul filo di una beva spasmodica. Ottima persistenza per una tipologia, quella dei frizzanti, che spesso è relegata a vini senz’anima. Qui l’anima c’è, si stente e rispecchia la filosofia aziendale di uno dei vignaioli bandiera dell’Oltrepò pavese. | 88/100 |
RIESLING ITALICO DEL COLLIO: KLANJSCEK AL TOP, IN VERTICALE
DENOMINAZIONE | CANTINA | RATING | |
1 | Collio Doc Riesling italico 2017 | Klanjscek | |
Colore che tende all’orange, frutto di una macerazione di 10 giorni. Splendido frutto al naso, puro. Mela, pesca, albicocca matura. Corrispondente al palato, lunghissimo, teso e di estrema prospettiva. Il secondo best of della degustazione di Riesling italico italiani. | 90/100 | ||
2 | Venezia Giulia Igt Riesling italico 2018 | Klanjscek | |
Giallo che tende all’ambra. Ventuno giorni di macerazione: gran bella prova in termini di preservazione della riconoscibilità del vitigno. Lunghezza, sapidità, frutto. Un po’ meno stratificazione rispetto alla vendemmia 2017. Da godere oggi, con media prospettiva. | 89/100 | ||
IL RIESLING ITALICO IN EMILIA ROMAGNA
DENOMINAZIONE | CANTINA | RATING | |
1 | Colli Bolognesi Doc Riesling 2020 Le Vaie | Azienda agricola Isola | |
Giallo paglierino. Bel frutto (albicocca appena matura) e fiore bianco, al naso. Riempiono poi bene la bocca le note fruttate, confermando il “taglio bolognese” del Riesling italico, sulla frutta a polpa gialla. Vino tutto sommato semplice, ma non banale. Si tratta dell’unico “esemplare” di Italico reperibile sullo shop dell’Enoteca regionale dell’Emilia Romagna. | 86/100 | ||
RIESLING ITALICO IN UVAGGIO: BENACO, OLTREPÒ E RIVIERA DEL GARDA
DENOMINAZIONE | CANTINA | RATING | |
1 | Vino bianco 2020 biologico Opus | Azienda vitivinicola Esenta Borgo Castello | |
85% Riesling italico, 15% Manzoni bianco. Giallo paglierino. Naso esplosivo, sulla frutta tipica dell’Italico: spazia dalla renetta all’albicocca appena matura e abbina un bel bouquet di fiori bianchi. Sfiora persino l’esotico, l’ananas. In bocca, oltre alla frutta, sfodera una bella freschezza e una pregevole vena salina. Persistenza ottima, con il Mazoni ben delineato, a fare da spalla. | 88/100 | ||
2 | Benaco Bresciano bianco passito Igp 2017 Dolce canto della Fenice | Azienda vitivinicola Esenta Borgo Castello | |
85% Riesling italico, 15% Manzoni bianco. Giallo dorato. Naso connotato da note fruttate stramature, a polpa gialla, che non brillano in precisione. Bocca corrispondente, in cui la maturità del frutto cozza con venature amaricanti. Il risultato è un vino dolce non proprio equilibrato, corto e longilineo. | 82/100 | ||
3 | Provincia di Pavia Igt Bianco 2015 Gocce di vento | La Rocchetta di Mondondone | |
Riesling italico e Cortese. Giallo paglierino pieno. Naso che rispecchia l’andamento dell’annata, tutto sul frutto a polpa gialla maturo, cotogna e persino dalle tinte esotiche. Buona corrispondenza gusto olfattiva per un vino da mettere in tavola e gustare ad ampi sorsi. Chiusura agrumata. | 85/100 | ||
4 | Provincia di Pavia Igt Bianco 2014 Gocce di vento | La Rocchetta di Mondondone | |
Riesling italico e Cortese. Naso sorprendente per l’annata, esprime un bel frutto e piacevoli tinte floreali. In bocca si conferma un bianco incentrato sul frutto. Necessariamente più snello della vendemmia 2015 ma di carattere, mostra buone prospettive di affinamento. | 86/100 | ||
5 | Garda Doc Riesling 2020 (certificato vegan) | Azienda agricola Pratello | |
75% Renano, 25% Italico. Giallo paglierino. Naso sul fiore, sulla frutta (mela, agrume), accenno di idrocarburo. In bocca teso, asciutto, agrumato, minerale. In definitiva giovanissimo. Vecchie viti di Riesling dal Colle Brusadili, ad oltre 300 metri sopra al lago di Garda. | 89/100 | ||
6 | Riviera del Garda Classico Doc Bianco 2020 Gioia | Conti Thun | |
Italico e Renano. Alla vista si presenta di un giallo paglierino. Naso di pesca, albicocca, gelsomino, fiori bianchi. Corrispondenti le note al palato. Gioca sull’alternanza tra freschezza e rotondità del frutto. Altro vino giovane e di prospettiva. | 88/100 | ||
Degustazione a cura di Davide Bortone, Giacomo Merlotti e Viviana Borriello
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.