Migliori Alta Langa 2021.Se l’Alta Langa fosse un treno, sarebbe un JR-Maglev MLX01. Modello che forse non dice nulla, in Italia. Ma che, in Giappone, si vede sfrecciare a 531 chilometri orari, lungo la tratta sperimentale della Yamanashi Maglev Test Line. Bollicine piemontesi ad “alta velocità”, sui mercati. Pronte ora a conquistare l’export, che ha raggiunto il 15% nel 2024 grazie all’aumento della produzione e alle prime mosse del Consorzio per far conoscere – anche fuori dai confini nazionali – le cuvée di Pinot Nero e Chardonnay. Il numero record di cantine presenti alla Prima dell’Alta Langa 2025 – 82 a La Centrale di Nuvola Lavazza, a Torino – dimostrano che la velocità è nulla senza convogli. Ben 180 le cuvée in degustazione all’anteprima di un millesimo, il 2021, che si rivela il più omogeneo di sempre. Per il livello della qualità, molto alta. Ma, ancor più, per l’uniformità tra le espressioni delle varie cantine. Pardon, maison. Gli Alta Langa 2021 da non perdere? Ecco la Top 15, in rigoroso elenco alfabetico.https://www.altalangadocg.com/wp-content/uploads/2025/03/Elenco-vini-La-Prima-dellAlta-Langa-2025-3.pdf
MIGLIORI ALTA LANGA 2021: top 15 ALLA PRIMA DELL’ALTA LANGA 2025
- Anna Maria Abbona, Alta Langa Docg Clara Rose Extra Brut 2021
- Cascina Fonda, Alta Langa DocgExtra Brut 2021
- Cerrino, Alta Langa Docg Pas Dosé 2021
- Colombo, Alta Langa Docg Blanc de Blancs Brut 2021
- Coppo, Alta Langa Docg Luigi Coppo Pas Dosé 2021
- Daffara & Grasso, Alta Langa Docg PN CH Brut 2021
- Ettore Germano, Alta Langa Docg Extra Brut 2021 (Best of Show)
- Gallo, Alta Langa Docg 1831 Brut 2021
- Garesio, Alta Langa Docg Pas Dosé 2021
- Marco Capra, Alta Langa Docg Seitremenda Extra Brut 2021
- Mauro Sebaste, Alta Langa Docg Avremo Extra Brut 2021
- Paolo Berutti, Alta Langa Docg Rosé Brut 2021 (Magnum)
- Roberto Garbarino, Alta Langa Docg Le Radipe Extra Brut 2021
- Sara Vezza, Alta Langa Docg Extra Brut 2021
- Tenuta Carretta, Alta Langa Docg Airali Blanc de Blanc Extra Brut 2021
CASTELLETTA: «IL SEGRETO DELL’ALTA LANGA? IL RIGIDO DISCIPLINARE DELLA DOCG»
Ventimila i brindisi alla Prima dell’Alta Langa 2025, settima edizione della degustazione annuale organizzata dal Consorzio Alta Langa. La più grande di sempre per numero di produttori presenti, etichette di Alte Bollicine Piemontesi in assaggio (circa 200), e professionisti accreditati (circa 1700). Immancabile la presidente Mariacristina Castelletta di Tosti1820. La cantina, al pari dell’altro noto brand Gancia, ha portato in degustazione i vini del millesimo più vecchio presente alla Prima dell’Alta Langa 2025. Si tratta, rispettivamente, dell’Alta Langa Docg Riserva Giulio I Blanc de Noirs Pas Dosé 2010 e dell’Alta Langa Docg Riserva Cuvée 120 Mesi Brut 2010.migliori alta langa 2021
Presidente Mariacristina Castelletta: Alta Langa sempre più a gonfie vele?
Direi di sì. Siamo cresciuti con un’eredità molto preziosa. Siamo il primo Metodo classico che è nato in Piemonte, a metà del 1800. Ma la denominazione è ragionevolmente molto più giovane, perché è nata nel 2002. Questi 23 anni sono stati molto importanti per la denominazione. A dirlo sono i numeri. Se pensiamo che nel 2021 mettevamo insieme 600 mila bottiglie e nel 2024 abbiamo raggiunto i 2 milioni di bottiglie contrassegnate dalla Docg, capiamo la portata del fenomeno.
“Fenomeno Alta Langa”, appunto. Ogni anno nuovi produttori, nuove cuvée e nuove espressioni di una Docg che dimostra di avere una grandissima dinamicità interna.
La cosa sorprendente e che ci riempie di orgoglio è la crescita dei produttori. Nel 2018 eravamo 18 e ora, qui alla Prima dell’Alta Langa 2025, settima edizione, ci ritroviamo con 82 produttori e circa 200 etichette di Alta Langa. L’andamento della denominazione si potrebbe spiegare semplicemente con questo confronto. I nostri numeri, comunque, rimangono relativamente piccoli se li paragoniamo alla globalità del mondo degli spumanti italiani e, ancor più, internazionali, come per esempio alla Champagne.
Un mondo in cui l’Alta Langa si distingue in maniera chiara. Come state gestendo la crescita?
La nostra volontà è quella di crescere in valore a livello internazionale, restando saldi e fedeli alle caratteristiche che sono insite nel nostro DNA. Vogliamo fare un Metodo classico di altissima qualità e vogliamo che questo concetto sia scalfito nella pietra. Abbiamo intenzione di portarlo avanti crescendo insieme a un territorio che ha delle sorprendenti capacità ancora non completamente espresse. Un territorio piuttosto vasto, che include le “alte terre” delle tre province di Asti, Alessandria e Cuneo. Abbiamo la possibilità di diventare più grandi, sì. Ma vogliamo farlo da tutti i punti di vista. Soprattutto da quello del valore.
“Al di là della collina”, per usare un eufemismo utile a identificare l’Oltrepò pavese, il Consorzio sembra aver preso una piega completamente diversa rispetto al passato. Ora, per statuto, i “piccoli” contano. In Alta Langa non sembra esserci questa necessità, nonostante la presenza di colossi e grandi cantine in Consorzio come la sua Tosti1820, o Fratelli Gancia. La differenza è solo nel peso dei brand dei due territori?
L’Alta Langa, sin dagli esordi, punta a diventare riferimento assoluto del Metodo classico in Italia. In confronto ad altri territori, credo sia importante sottolineare una delle caratteristiche più peculiari: in Alta Langa non ci sono “grandi” e “piccoli” produttori, dal momento che tutti insieme produciamo circa 2 milioni di bottiglie annue. Qui da noi c’è sempre stata una grande unione, dettata dal fatto che iniziare a produrre Alta Langa è una scelta coraggiosa, alla base della quale serve convinzione e grandi investimenti. Il nostro segreto? Abbiamo scelto di dotarci di un disciplinare da Champions League e di percorrere, tutti insieme, una strada comunque per nulla banale. Le regole di produzione dell’Alta Langa Docg dicono chiaramente che vogliamo primeggiare nel panorama enologico del Metodo classico. migliori alta langa 2021
Terreni con altitudine non inferiore ai 250 metri sul livello del mare. Solo millesimati. Ma anche 30 mesi minimi di affinamento sui lieviti per l’Alta Langa, a differenza dei 18 della Franciacorta (che ammette i non millesimati) e dei 15 mesi del Trento Doc. È così che si vince la Champions League del Metodo classico, insomma?
Di certo, questo è un buon inizio ed è la nostra intenzione! I produttori di Alta Langa devono essere molto determinati nel volersi approcciare alla denominazione e nel voler proseguire il percorso intrapreso. Fare Alta Langa è una scelta, non una conseguenza dei trend di mercato. E il fatto che il numero di produttori di Alta Langa stia crescendo così tanto, dimostra che abbiamo fatto le scelte giuste sin dal principio, quando abbiamo scritto le “regole del gioco”. Senza usare altri giri di parole, vorrei davvero cogliere l’occasione di questa intervista per dire ciò che penso profondamente di questo nostro Metodo classico: ovvero che è veramente un’espressione dell’orgoglio piemontese, per le nostre origini. Il Metodo classico è nato da noi, in Piemonte, nell’Ottocento. E quindi dobbiamo per forza dare del nostro meglio. Affinché rimanga nella storia.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.