Due vitigni su cui puntare, Manzoni Bianco e Turchetta, e un arcipelago di etichette attorno alle quali costruire una nuova storia del vino italiano. Sono gli assi nella manica di Carezzabella Winery, cantina di San Martino di Venezze che ha tutte le carte in regola per lanciare i vini del Polesine e del Delta del Po sulla scena nazionale e internazionale. Siamo in provincia di Rovigo, terra di mezzo incastonata tra il Veneto e l’Emilia Romagna, a metà tra Padova e Ferrara. Quelli di Carezzabella Winery – nome che identifica il progetto enologico dell’Agriturismo Corte Carezzabella, guidato dal giovane e talentuoso winemaker Francesco Mazzetto (ex Duemani) su incarico della famiglia Reato – sono vini che raccontano bene suolo e varietà. Tutti certificati biologici. Cosa aspettarsi? Freschezza e agilità di beva, senza rinunciare appunto a tipicità e carattere.
Caratteristiche che sono valse al Veneto Igt Turchetta 2020 il riconoscimento di “Vino quotidiano” nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it. Lo stesso vale per il Bianco Veneto Igt “Brillo“, il rifermentato in bottiglia (pét-nat) di casa Carezzabella Winery, ottenuto da uve Trebbiano, con un saldo del 15% di Pinot Grigio. La scoperta ancora più recente è il Manzoni Bianco 2022, vero e proprio emblema dei “vini di sabbia” (o “di fiume”) di questa giovane cantina veneta. Il vitigno nato negli anni Trenta presso la Scuola Enologica di Conegliano (TV) dall’incrocio tra Riesling Renano e Pinot Bianco si è adattato molto bene nel Polesine. È il risvolto della medaglia della varietà autoctona a bacca rossa Turchetta, che offre molteplici opportunità interpretative in termini di vinificazione (dall’acciaio all’anfora, senza dimenticare il legno) tanto da ricordare la Recantina del Montello.
VINI DEL POLESINE E DELTA DEL PO: UN’IDENTITÀ DA COSTRUIRE
Una “doppietta” destinata a diventare portabandiera di un territorio poco raccontato dalle cronache enologiche e dalle carte dei vini, ma già maturo al punto da confrontarsi col resto del mondo. Lo dimostra la degustazione organizzata il weekend scorso da Carezzabella Winery nella sala conferenze dell’Agriturismo, in collaborazione con i sommelier Ais Rovigo e Veneto. Manzoni Bianco e Turchetta non hanno sfigurato accanto a bianchi e rossi provenienti da Loira, Mosella, Reno, Douro e Trentino, in una sorta di gemellaggio tra zone vinicole caratterizzate dalla presenza di fiumi. Preziosa, in particolare, l’assonanza dimostrata dai calici di Manzoni Bianco e Turchetta rispettivamente con il Riesling del Rheingau targato Bibo Rung e con l’Igt Vallagarina Foglia Frastagliata Enantio Vigneto Storico dell’Azienda agricola Vallarom.
Meritevole di assaggio anche il Pinot Grigio di Carezzabella (in termini di confronti internazionali rappresenterebbe il perfetto contraltare al Muscadet della Loira, da abbinare alle ottime ostriche rosa Scardovari, tipiche della zona), oltre a Cabernet Franc e Merlot, già con qualche accenno alla stilistica della Loira. A incuriosire è anche il Rosso Veneto Igt “Temetum“, una sorta di “taglio Polesine” tra la Turchetta e i bordolesi Merlot e Cabernet Franc. L’ennesima riprova che la sfida di Carezzabella Winery e dell’enologo Francesco Mazzetto per un’interpretazione sempre più autentica e riconoscibile dei vini dei Polesine e del Delta del Po sia appena cominciata, ma già decisamente credibile. Prosit.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.