Nuove etichette per i vini di Lodali. La cantina di Treiso rilancia su Barbaresco, Barolo e sul resto della gamma, con un investimento sull’immagine. Un compito affidato all’agenzia Sga Wine Design di Bergamo, leader nel settore delle wine labels di qualità.
Walter Lodali ritiene i nuovi “vestiti” uno strumento necessario per dare ancora più importanza ai numerosi investimenti compiuti negli ultimi anni. Non ultima, l’entrata in produzione e l’acquisto di nuove particelle e cru delle due pregiate denominazioni delle Langhe. Una zona in cui Cantina Lodali gioca un ruolo da protagonista, dal 1939.
Al centro del restyling – e non poteva che essere così per una famiglia che nel 2019 ha festeggiato gli 80 anni di attività – c’è l’elemento affettivo. La scritta “Lorens“, in onore al defunto padre di Walter Lodali, marito della splendida donna del vino Maria Margherita Ghione, diventa ancor più il cuore battente dei vini top di gamma.
Lo studio a cui abbiamo affidato il lavoro sulle nuove etichette, durato circa un anno – spiega il padron della cantina di Treiso – ha ricavato la grafia di “Lorens” da un tema scolastico di mio padre, datato 2 settembre 1950. L’obiettivo, oltre a richiamare la sua importante figura, era quello di dare ai nostri vini un vestito che comunicasse la nostra vera identità. La nostra storia».
Dal punto di vista cromatico, lo sfondo avorio sostituisce quello bronzeo, conferendo maggiore eleganza. E richiamando, con una sorta di “greca”, un motivo degli anni 50, presente sui vini prodotti dal fondatore dell’azienda, Giovanni Lodali.
Sul resto della gamma spiccano invece le iniziali di Walter Lodali, “WL“, incrociate. Una scelta con cui l’attuale patron corona il percorso di totale dedizione alla cantina di famiglia, salvata da mamma Maria Margherita alla scomparsa prematura e improvvisa del marito, nel 1982.
IL VINO DA NON PERDERE: BARBARESCO DOCG 2018 LORENS
La nuova etichetta rende ancora più onore al Barbaresco Docg 2018 Lorens, uno dei vini presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2022 di WineMag.it. Riassaggiato dopo le sessioni alla cieca della scorsa estate, conferma la prospettata crescita e il ruolo di vino bandiera di Cantina Lodali.
Al suo fianco il Barolo Docg Bricco Ambrogio 2018 che, dal canto suo, esalta il crescendo di Lodali sul re dei vini delle Langhe. Uve perfettamente sane e una lavorazione del tutto rispettosa della materia prima (e dei primari) favoriscono un calice che è goduria assoluta.
Un Barolo che spazia dai frutti rossi di bosco, freschi e croccanti, alle spezie, su una trama tannica elegante che regala una bevibilità assoluta, solleticata da venature sapide. L’ultima sorpresa della cantina di Treiso tinge il calice di bianco. È il Langhe Doc Chardonnay 2020 Lorens, ottenuto da barbatelle reperite in Borgogna.
Un vino che sta ottenendo consensi di mercato unanimi. Tanto da costringere Walter Lodali ad aumentare la produzione – avviata a partire da una singola barrique, nel 2012, quasi per gioco – sino alle 5 mila bottiglie della vendemmia 2021. E ad immettere sul mercato la 2020 prima di quando avrebbe voluto. Di certo, anch’essa, col vestito migliore. “Lorens”, lassù, non potrà che esserne fiero.
® Riproduzione riservata
sostieni winemag.it
Siamo una testata indipendente gratuita, ma il nostro lavoro ha un costo che la pubblicità fatica a ripagare.
Se credi nell'informazione libera e in un nuovo modo di raccontare il vino italiano, sostienici con un euro al mese.
Dello stesso autore
- L’Italia cresce a Wine Vision by Open Balkan 2024. Veronafiere Vinitaly: «Balcani mercato chiave»
- Cotarella “ferma” la Franciacorta: ecco Chardonnay e Pinot Nero senza bollicine
- Campi Flegrei, 30 anni Dop e formazione: arrivano i corsi Wset
- Valpolicella, percorso ad ostacoli per la sottozona Valle di Mezzane
- Rizzini Franciacorta: un vigneto, un’uva, solo millesimati e lunghi affinamenti
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.