L’immagine giusta, mica per niente, la offre proprio Riccardo Cotarella, al telefono: “In Oltrepò pavese? Sto tirando il fiato adesso. M’hanno spremuto come un limone. Andrea Giorgi ha una passione straordinaria per quello che fa ed è riuscito a trasmettermela sin da subito”. Che ci sia del “cuore” nella nuova linea “Selezione Cotarella” di La Versa, è la notizia più bella per l’Oltrepò, seconda solo al fatto che si tratti di vini con l’anima, abbinata alla tecnica. Il tutto impreziosito da un rapporto qualità prezzo eccezionale. I vini, in vendita esclusivamente nel canale Horeca, sono reperibili tra i 7 e i 10 euro.
Pinot Nero, Riesling (renano), Pinot Grigio, Barbera, Bonarda e Buttafuoco, vendemmia 2019. Queste le etichette che la cantina di Santa Maria della Versa (PV) avrebbe dovuto presentare a Vinitaly 2020, assieme all’enologo più famoso, osteggiato e apprezzato d’Italia. Non a caso, forse, l’etichetta è in bianco e nero.
La sagoma a forma di triangolo rovesciato del vigneto Oltrepò si staglia, candida, sullo sfondo scuro. Come a dire: “Il peggio è passato”. “Se mi guardo alle spalle e penso che nel 2016 questa cantina era fallita – commenta a WineMag.it il presidente di La Versa, Andrea Giorgi – non posso che essere fiero di dove siamo oggi”.
“Presentare la nuova linea top di gamma ai tempi del Coronavirus non è certo la più agevole delle imprese – chiosa il numero uno della cooperativa oltrepadana – ma bisogna fare di necessità virtù e pensare dove eravamo fino a quattro anni fa. Oggi, per i nostri 650 soci distribuiti in 50 comuni, la prospettiva è completamente diversa”.
Si è rifatto la vista, il naso e la bocca anche Riccardo Cotarella, al cospetto delle colline dell’Oltrepò: “Quante sono? Ah, sì. Ho sulle spalle 54 vendemmie come enologo, molte più in realtà nella vita, ma non avevo mai trovato prima tanto potenziale in un territorio, così mal sfruttato dalle persone. Un territorio incredibile”.
“Mi sto divertendo da matti, mi sento ringiovanire – sottolinea un incalzante Cotarella – ma voglio essere chiaro: non ho fatto miracoli, anche perché sono arrivato un mese prima della vendemmia 2019″.
Da allora, il numero uno di Assoenologi ha iniziato a seguire tutto, assieme a quattro giovani che stanno crescendo tra La Versa e Terre d’Oltrepò: Alessio Gaiaschi, Pietro Dilernia, Andrea Rossi e Nicola Parisi. Il risultato? Una gamma da 150 mila bottiglie complessive, suddivise in maniera piuttosto uniforme su 6 etichette.
“Il punto – commenta Andrea Giorgi – è che si tratta di vini in cui è chiara l’impronta del terroir. Ma vogliamo andare oltre il progetto di zonazione. A partire dalla prossima vendemmia, oltre ad operare selettivamente in vigneto, uno scanner analizzerà ad uno ad uno i rimorchi, restituendo in poco tempo un riscontro sulla qualità dell’uva conferita”.
“Non si tratta solo di una garanzia ulteriore in termini di tracciabilità per il consumatore – spiega il presidente di La Versa – ma di un modo per iniziare a raccogliere lo storico dei migliori vigneti dei nostri conferitori, su cui puntare per i nostri progetti di qualità”. Nel 2019, ai soci interessati dalla “Selezione Cotarella” sono stati riconosciuti circa 8 mila euro ad ettaro, circa 2 mila in più della redditività media oltrepadana.
LA DEGUSTAZIONE
Pinot Nero dell’Oltrepò pavese Doc 2019 “Selezione Cotarella”, La Versa: 92/100
Il colore è quello tipico del vitigno, uno splendido rubino mediamente trasparente, luminoso. Al naso è ampio, intenso. Note ancora una volta schiette, che esaltano il prezioso varietale: lamponi sulle fragoline di bosco per la parte fruttata, assieme al ribes; una speziatura elegantissima a tendere la corda, su note di pepe.
Più di qualsiasi altro aspetto, è la freschezza a costituire il vero trait d’union tra naso e palato. Spezia e mentuccia aprono il sorso e lo chiudono, unite a una vena salina e a un frutto che si fa polposo, grondante, irresistibile per quanto invita al nuovo assaggio. È il trionfo dell’eleganza vera: quella non esibita, sussurrata fino a convincere, nel riverbero di un’ottima persistenza.
Non traggano in inganno quei 14% di percentuale d’alcol in volume, in retro etichetta: perfettamente integrati, per nulla disturbanti, anzi piacevolmente gioiosi su un tannino presente, ma perfettamente domato. L’Oltrepò ha un nuovo grande Pinot Nero vinificato in rosso. Spensieratezza in cravatta.
Le uve diraspate vengono poste in serbatoi di acciaio dove sostano per 48 ore a 15°, al fine di agevolare la diffusione di aromi e proteggere il delicato colore. A seguire viene condotta la macerazione per 4/6 giorni ad una temperatura massima di 25°.
Riesling dell’Oltrepò pavese Doc 2019 “Selezione Cotarella”, La Versa: 91/100
Tappatura Select Green 100 Nomacorc. Giallo paglierino, riflessi verdolini. Altro profilo nasale intenso, per un vino bianco che – appena aperto – ha ancora più bisogno del Pinot nero di stiracchiarsi, distendersi, aprire le braccia per farsi abbracciare. Poi eccola lì, la frutta.
La prima a rispondere al campanello e a lasciar entrare in un mondo di ricordi esotici: melone, pesca bianca e un accenno di banana, su un letto d’erba appena sfalciata che pizzica soavemente le narici e diventa liquirizia, col passare dei minuti.
Preziosi i richiami di pietra bagnata diventano sempre più ‘ingombranti’ con l’ossigenazione, sino ad evolversi in veri e propri ricordi d’idrocarburo e soluzione iodica. Il sorso è teso, fresco, salino, riequilibrato da un frutto di perfetta maturità.
Un vino di grande gastronomicità, manifesto di un vitigno, il Riesling renano, che è un altro tesoro nascosto dell’Oltrepò pavese, meritevole di essere scoperto anche nelle sue prospettive d’affinamento nel tempo. Diciottomila bottiglie complessive, circa la metà rispetto alla media della nuova gamma. Del resto, di Riesling renano vero, non ce n’è molto in giro, nel pavese.
Le uve diraspate vengono poste in serbatoi di acciaio termo condizionati. La macerazione pellicolare dura circa 8 ore a una temperatura di 6° per meglio preservare i precursori aromatici di transito dalla buccia al mosto. Segue la fermentazione a temperatura di 16°, fino ad esaurimento degli zuccheri e un successivo affinamento sulle fecce fini con frequenti bàtonnage.
Oltrepò pavese Doc Pinot Grigio 2019 “Selezione Cotarella”, La Versa: 91/100
Giallo paglierino tendente al carta. Un’esplosione di fiori bianchi e frutta, appena aperto, con la pera in primo piano, su ananas, banana e pesca. Non manca l’agrume, in particolare il mandarino che, assieme a una venatura minerale, salina, rinvigorisce un quadro che, altrimenti, finirebbe per far accostare questa etichetta a centinaia d’altre, in Oltrepò.
Invece ecco un altro vino che, nel rispetto del varietale (e, non ultimo, del territorio) sfodera quella marcia in più di cui ha bisogno il vino di Pavia. Quella scintilla che fa la differenza e fa scegliere, in un parterre vastissimo come quello del Pinot Grigio – a livello nazionale, ma anche internazionale – un’etichetta piuttosto che un’altra.
Un altro totem a un vitigno storicamente maltrattato in Oltrepò (e non solo, pur avendo l’Italia il primato mondiale della varietà). Trentamila le bottiglie complessive per questa etichetta.
Le uve vengono sottoposte a una pressatura soffice, ottenendo un mosto integro e fragrante. Segue la fermentazione a temperatura di 16 fino ad esaurimento degli zuccheri e un successivo affinamento sulle fecce fini con frequenti bàtonnage.
® Riproduzione riservata
sostieni winemag.it
Siamo una testata indipendente gratuita, ma il nostro lavoro ha un costo che la pubblicità fatica a ripagare.
Se credi nell'informazione libera e in un nuovo modo di raccontare il vino italiano, sostienici con un euro al mese.
Dello stesso autore
- Addio a Fausto De Andreis, il vignaiolo anarchico che vendeva anche all’Esselunga
- Migliori Derthona 2023, Piccolo Derthona 2024 e Riserva 2022 a Derthona Due.Zero
- A Walter Massa il premio Grosso d’Oro Città di Tortona: la dedica alla madre
- Puglia, nuovo ceppo di Xylella fa paura alla vite: prime «eradicazioni chirurgiche»
- Zero tolleranza per il Silenzio: il Ruzzese (secco) di Cà du Ferrà
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.