EDITORIALE – Sono spesso al centro di feroci polemiche, le grandi aziende del settore Food & Beverage. Eppure, sono proprio i “big” a portare i numeri del Made in Italy nel mondo, contribuendo alla notorietà di tutto il comparto. A beneficio delle proprie casse, certo. Ma anche dei piccoli produttori. Incredibile, a questo proposito, il costo dell’Asti Docg Martini nei supermercati Spar (Despar), in Ungheria: 4.199 fiorini. Ovvero 12,69 euro.
Una cifra su cui incide in maniera determinate la forza del brand Martini, noto a livello internazionale e legato alla “gioia di vivere” degli italiani. Un sinonimo dell’Italian Style. Il prezzo dell’Asti Docg salta ancora più all’occhio, allargando lo zoom dall’etichetta all’intero scaffale del supermercato di Debrecen, seconda città dell’Ungheria.
Lo spazio dedicato da Spar alla referenza è risicato, un solo facing. Ma è la stessa “visibilità” riservata agli spumanti ungheresi, nonché all’Asti Docg di Cinzano e al Prosecco Doc Treviso di Mionetto (a proposito: nessuna traccia del Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene). Ottima, per tutti gli spumanti, l’esposizione: altezza presa.
L’Asti Docg Martini è lo Charmat più costoso dell’assortimento Spar. Rischia quasi di duplicare, a scontrino, le bollicine locali “Hungaria”, ferme a 2.199 fiorini (6,62 euro) su tutte le tipologie, Extra Dry e Rosè.
Benissimo anche la Cuvée storica di Cinzano: secondo gradino del podio, con 3.099 fiorini (9,33 euro). Non male Mionetto: 2.499 fiorini, ovvero 7,52 euro. Tutte cifre più alte del doppio o del triplo del prezzo esposto in Italia.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.