Si sono materializzati da pochi minuti a Washington i timori dell’Italia per i dazi imposti dall’Ue nei confronti degli Stati Uniti, nell’ambito dell’affaire AirBus. Il rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti (Ustr) Robert E. Lighthizer ha risposto infatti all’annuncio dell’Unione Europea di imporre tariffe aggiuntive su alcuni prodotti americani come ketchup, formaggio Cheddar, noccioline, cotone e patate, oltre a videogiochi e trattori.
Gli Stati Uniti sono delusi dall’azione intrapresa dall’Ue – ha affermato l’ambasciatore Lighthizer – il presunto sussidio alla Boeing è stato abrogato sette mesi fa. L’Unione europea ha da tempo proclamato il suo impegno a seguire le regole del Wto, ma l’annuncio odierno dimostra che lo fa solo quando conviene a Bruxelles“.
“Un membro della World Trade Organization non può imporre unilateralmente tariffe di ritorsione a un partner commerciale. L’Ustr è in trattative con l’Ue con la speranza di risolvere questa controversia di lunga data relativa ai grandi aeromobili civili”.
A lanciare l’allarme per il probabile inasprimento delle tensioni sono state oggi l’Unione Italiana Vini (Uiv) e Coldiretti. Paolo Castelletti, segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), si è detto “contrario ai nuovi dazi Ue su prodotti americani. Riteniamo che la posizione italiana di attesa fosse la più saggia, ma non è prevalsa”.
La Commissione Ue – ha aggiunto Castelletti – anche sostenuta da alcuni importanti Paesi dell’Unione, ha deciso di applicare i dazi contro i prodotti americani, anche in questa delicata fase di transizione, e rischia ora di provocare un’ulteriore escalation della guerra commerciale in atto con il principale buyer al mondo, gli Usa, che lo scorso anno ha importato vino dall’Ue per un controvalore di circa 4,7 miliardi di dollari“.
L’entrata immediata in vigore delle nuove tariffe colpisce prodotti di punta degli Stati Uniti come salmone, noci, pompelmi, vaniglia, frumento, tabacco, cacao, cioccolato, succhi di agrumi, liquori come vodka e rum, accessori di moda come borse e portafogli, ricambi per biciclette e giochi per bambini.
“Occorre fermare subito la guerra dei dazi tra Unione Europea e Stati Uniti d’America che ha già colpito le esportazioni di cibo e bevande Made in Italy per un valore di circa mezzo miliardo di euro su prodotti come Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello”, ha dichiarato in giornata il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
“L’elezione di Joe Biden apre nuove prospettive che l’Unione Europea deve essere in grado di cogliere – aggiunge – per avviare un dialogo costruttivo ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia”.
Gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo del Made in Italy e solo per i prodotti agroalimentari tricolori vale 4,7 miliardi nel 2019, con un ulteriore aumento del 3,8% nei primi otto mesi del 2020.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.