QUERO VAS (BL) – Un avvocato stanco di udienze, tribunali e scartoffie. Una distilleria in vendita, destinata altrimenti a chiudere per sempre, ponendo fine a una tradizione centenaria. Certe storie iniziano perché ne finiscono altre e qualcuno vuole scrivergliene sopra di nuove. Con l’inchiostro dei sogni.
Dopo due anni da apprendista, Vincenzo Agostini può oggi definirsi “artigiano distillatore”. La distilleria Le Crode, rilevata nel 2014, è l’ultimo baluardo artigianale della Grappa Bellunese, un tempo tra le più rinomate d’Italia.
Siamo nel Comune di Quero Vas (BL), per l’esattezza in via Masetti 11, località Caorera. Appena dentro al territorio bellunese, a pochi passi dalla provincia di Treviso. Una zona in cui, un tempo, la viticoltura era fiorente. Oggi, il ritorno al vino è affidato a uno sparuto gruppo di vignaioli, tra cui molti giovani.
La vallata del Piave trucca gli occhi alle montagne circostanti, come una matita. Una terra di conquista e di battaglie, che oggi si presenta in tutta la sua bellezza sublime. Selvaggia e silenziosa. Ispiratrice. Ne è rimasto folgorato Vincenzo Agostini, bellunese di “città” che ha trovato l’habitat ideale per il suo cambio d’abito: da avvocato a mastro distillatore.
A Le Crode si distilla solo vinaccia fresca selezionata da piccoli produttori di vino del Trevigiano e del Bellunese. Le varietà sono quelle tipiche. Glera (l’uva che dà vita al Prosecco), Cabernet, Merlot, Raboso.
Ma anche le autoctone e preziosissime Recantina, Pavana e Gata. Varietà a bacca rossa originarie dei Colli Asolani (la prima) e delle cosiddette “Coste Feltrine”, poste alle spalle del Comune di Feltre (le ultime due). Circa 18 mila bottiglie, etichettate a mano ad una ad una, che riposano un anno prima della commercializzazione.
La distilleria Le Crode pare un giardino di rame, in cui Vincenzo Agostini si aggira con maestria. Costruito nel 1908 a Conegliano, conta 3 caldaie a ciclo discontinuo. Un pezzo di storia che il mastro distillatore coccola con lo sguardo.
Distillare con questi vecchi impianti non è facile – spiega Agostini – è un vero e proprio atto creativo. Devi mettere assieme l’udito, l’olfatto, la tecnica. È come avere a che fare con un’auto storica: il bello è sentire il motore, le valvole. Per condurre questo impianto occorre sensibilità e pazienza”.
La distillazione inizia con la Glera, attorno al 20 settembre. E si conclude con il Raboso, che a Le Crode arriva anche in versione “vendemmia tardiva”, per l’ottenimento di una grappa morbida e suadente.
Solo uno dei pezzi di bravura di Vincenzo Agostini, che conquista soprattutto con “La Nina”, ottenuta dalla distillazione di vinacce fresche di uve autoctone. Il vero pezzo di bravura di questo appassionato distillatore.
Una produzione che si distingue per l’assoluta finezza, che rende queste etichette uniche. La grappa Le Crode vanta una facilità di beva assoluta, grazie a una percezione “leggera” dell’alcol (43%) dovuta alla perfetta integrazione col resto dei sentori. Un aspetto garantito dall’artigianalità e “lentezza” del processo di distillazione.
“Negli anni d’oro – ricorda il patron de Le Crode – in questa zona c’erano 25 distillerie. Oggi siamo l’ultimo baluardo rimasto nella provincia di Belluno, eredi di una tradizione che è andata via, via scomparendo, nel segno di un’Italia che non è in grado di valorizzare i propri tesori”.
“Cosa vai a fare grappa bellunese?”, chiedevano gli amici di Vincenzo Agostini, prendendosi gioco di lui e della moglie. Una domanda che oggi trova risposta nella linea completa di grappe prodotte da Le Crode. Un tesoro che non poteva andare perduto. E che oggi è lì. Tutto da scoprire e assaporare.
Distilleria Le Crode
Loc. Caorera – via Masetti 11
32030 Quero Vas (BL)
Tel. e Fax: 0439 787 288
Cell: 393 9633833
E- mail: info@distillerialecrode.com
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.